Dzeko si allena anche a Dubai. L’obiettivo: un 2019 sprint

GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - Sì, ammettiamolo, un po’ li invidiamo. Sono giovani, mediamente belli, sicuramente ricchi e mentre noi comuni mortali siamo alle prese con il Grande Freddo che ci fa sembrare un po’ protagonisti – ma meglio dire comprimari – di serie tv come «Il Trono di Spade» o «Fortitude», loro si scaldano al sole di Dubai. Dura la vita del calciatore, vero? Eppure la risposta, sorprendentemente, potrebbe essere anche affermativa. Ad esempio, Edin Dzeko guida un pacchetto di giallorossi che, pur facendo (anche) vita da spiaggia con la famiglia, non trascura di lavorare in modo serrato per presentarsi al meglio alla ripresa del campionato. La Roma, infatti, ha messo a disposizione del centravanti bosniaco (ed anche di Karsdorp, Juan Jesus, Coric e Santon, pure loro a Dubai) un preparatore atletico che cura la forma fisica nel modo migliore, perché alla ripresa non si potrà più sbagliare.

POKER D’INSIDIE

Non è un mistero, infatti, che i ragazzi di Eusebio Di Francesco avranno subito un poker d’insidie da cui doversi guardare. La Roma, infatti, affronterà il 14 gennaio in casa l’Entella per gli ottavi di finale di Coppa Italia (gara ad eliminazione diretta) e poi un terzetto di rivali nella rincorsa alla zona Champions League, ovvero Torino, Atalanta e Milan, col primo e terzo impegno in programma all’Olimpico. Quanto basta per far capire che passi falsi, da ora in poi, sarebbero pericolosissimi.

LA CRISI DEL GOL

Ovvio che da Dzeko ci si aspetta un rendimento in linea più con la prima parte del 2018 che della seconda. Infatti, le (appena) 2 reti segnate in campionato in questo inizio di stagione stridono col suo rendimento standard, che invece in Champions League è al livello della sua fama, avendo realizzato 5 reti in 4 match disputati. Tutt’altra storia, invece, nei primi cinque mesi dello scorso anno, quando i golrealizzati sono stati 13, di cui 8 in campionato e 5 in Champions.

DAL DIVORZIO AI GOL

Il tutto a partire da quel gennaio scorso, in cui si stava per consumare il grande strappo tra l’attaccante – fortemente richiesto dal Chelsea – e la società giallorossa, disponibile a parlarne. Per fortuna della Roma, però, la trattativa non andò in porto per due circostanze concomitanti: la mancata accettazione da parte della società londinese delle richieste contrattuali del bosniaco e la volontà della famiglia di Edin di restare a Roma, soprattutto tenendo conto che la stagione era ancora in corso. Tutto questo, però, adesso sembra acqua passata, ed anche se è vero che della spalmatura del contratto del giocatore per il momento non si parla, resta la volontà di chiudere al meglio l’attuale stagione. E la Roma ha senz’altro una certezza: senza il miglior Dzeko, sarà difficile fare strada. 


Schick a Praga trova un aiuto: il mental coach dei leader

GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - Potere dei social: ieri il profilo di Jan Mühlfeit, ex manager della Microsoft tra i più riconosciuti mental coach di fama mondiale, è diventato oggetto della curiosità di tanti romanisti. «Svegliacelo», oppure: «Se lo fai diventare un bomberti faccio una statua», è stato il tenore dei messaggi che Mühlfeit ha ricevuto. Il motivo? Ha ufficializzato la sua collaborazione con Patrik Schick. I due si sono fatti fotografare in un ristorante italiano a Praga, Pizza Coloseum, con in mano uno dei libri che il mental coach ha scritto e a cui ha affidato la sua filosofia: «The positive leader». In tre parole c’è tutto: quello che Schick vuole diventare, quello che la Roma e i tifosi si augurino diventi.

L’UOMO E IL BAMBINO

«Fai anche i miracoli?», un altro dei messaggi per Mühlfeit, 56 anni, originario della Repubblica Ceca ma diventato famoso in Europa prima e negli States poi: persino la Cnn si è occupata del suo metodo di lavoro. Prevede che ogni persona scopra, tornando alle sue origini, le potenzialità inespresse e prevede anche un lavoro sui punti di forza che passa dall’accettazione dei difetti e degli errori. La consapevolezza è alla base del suo processo mentale, che parte da alcune basi fisse per poi modificarsi a seconda delle situazioni. Su Schick non scende nei dettagli, si limita a dire che «non vede l’ora di iniziare la loro collaborazione» e, a chi lo conosce bene, racconta anche di come sia stupito che «un ragazzo del genere non si sia ancora sviluppato ai massimi livelli».

A CASA

Tra problemi al cuore, trasferimenti saltati e difficoltà di ambientamento a Roma (intesa come squadra), gli ultimi due anni non sono stati facili. E considerando che non ha neppure 23 anni il carico di pressioni è stato forse troppo forte da reggere. Ecco perché, invece di andare alle Maldive o a Dubai, ha scelto di riposarsi a Praga, dalla famiglia e dagli amici di sempre, quelli non famosi, che vogliono bene a Patrik e non a Schick. Ha festeggiato con loro Capodanno in montagna, si è allenato in palestra, ha fatto bagni termali e lunghe passeggiate: un basso profilo perché sa che il 2019 per lui sarà un anno da dentro o fuori.

STATUA O FLOP

Restare alla Roma e dimostrare il proprio valore o cercare una destinazione alternativa per l’estate: Schick non uscirà da questo bivio. I tifosi non lo hanno ancora abbandonato del tutto, nonostante i fischi, adesso però sta a lui dare delle risposte. Fossero quelle che i romanisti aspettano da un anno e mezzo, l’ipotesi della statua al mental coach non sarebbe così remota. Ma magari a costruirla sarebbe Monchi, non loro. 


Il mental coach per ritrovare il vero Schick

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - «Non vedo l’ora di cominciare a lavorare con Patrik Schick». Quella che sembrerebbe una frase banale, magari pronunciata da Di Francesco, può invece rappresentare una svolta per l’attaccante ceco, intenzionato a non mollare la Roma. Anzi, a rilanciare se stesso e le aspettative nei suoi confronti. L’attaccante, che fisicamente si sente bene come non gli capitava da tempo, ha deciso di affidarsi a un mental coach famoso a livello mondiale. E ad annunciarlo è proprio Jan Muhlfeit, con una foto che lo ritrae vicino al ragazzo che tiene in mano due suoi libri. Quella del “motivatore” è una figura sempre più diffusa nel calcio, tanti giocatori si avvalgono dell’aiuto di professionisti per fare quello scatto mentale necessario per acquistare sicurezza nei propri mezzi. È il caso di Schick, che soffre molto per i blocchi psicologici che gli ancorano i piedi quando gioca con la maglia della Roma, una maglietta che gli pesa tantissimo sulle spalle – complici i 42 milioni totali che è costato – ma che non intende levarsi. Resterà nella capitale in questo gennaio, non tornerà alla Sampdoria in prestito, Patrick, e per questo motivo ha deciso di passare questi giorni di vacanza a Praga, in famiglia e con gli amici di sempre. Lavoro – con lui è partito un preparatore messo a disposizione dalla Roma – e concentrazione, per aprire il 2019 da protagonista. O, almeno, provarci. “Se me lo fai diventare un bomber da 30 gol e passa, giuro che ti faccio una statua”, uno dei commenti postati da un tifoso della Roma sotto la foto di Muhlfeit, mental coach che per 22 anni è stato manager alla Microsoft e ha scritto un libro dal titolo piuttosto indicativo: The positive leader. E Schick punta a diventare un leader dell’area di rigore, prolungando gli applausi ricevuti dopo il gol con il Sassuolo e dimenticando i fischi che spesso ne hanno invece sottolineato le difficoltà. Lavoro fisico e mentale, mentre Monchi cerca di piazzare i giocatori che non fanno più parte dei piani di Di Francesco. Karsdorp su tutti, che sembra destinato ad andare in prestito al Feyeenord, poi Marcano, che verrà ceduto a titolo definitivo forse in Turchia, infine Bianda (Crotone?) e Coric (anche per lui una destinazione italiana). Con i soldi (pochi) che verranno incassati, il ds spagnolo proverà a prendere un difensore (piace molto Miranda dell’Inter, prendibile in prestito) e un centrocampista.


Corapi: “Scelta giusta, ma la società ora stia accanto a Patrik”

LA REPUBBLICA - FIORI - Affidarsi a un mental coach? Quella di Patrick Schick è «la decisione migliore». I complimenti all’attaccante giallorosso arrivano da Sandro Corapi, miglior sport coach del 2018 per l’Associazione Italiana Coach e docente al Master di Psicologia dello Sport e Coaching Motivazionale dell’Università di Cassino.

Come si spiega i problemi di rendimento avuti finora da Schick?

«Il campo è solo la punta dell’iceberg, ma possono esistere altre componenti come i problemi d’ambientamento, la padronanza della lingua, la paura costante di tornare a sbagliare anche un minuto dopo aver segnato».

Il discorso dell’impiego tattico può incidere a livello mentale? 

«Essere utilizzato in una posizione non congeniale porta il calciatore fuori dalla propria comfort zone. Il rischio è di perdere certezze e serve qualcuno che lo aiuti a ritrovarle.

I tifosi devono aspettarsi miglioramenti immediati? 

«Dipende dalla bravura del mental coach e dalla fiducia da parte del ragazzo. Intanto complimenti a Schick per aver preso questa decisione. Ma lasciatemi esprimere il rammarico per la poca sensibilità che, a livello dirigenziale, esiste ancora su questo tema».

Si spieghi meglio.

«I dirigenti avrebbero l’obbligo etico-morale di aiutare un proprio giocatore in difficoltà. Bisognerebbe parlare col ragazzo, capire le sue problematiche e proporgli una chiacchierata con un professionista».

 


Prima le cessioni

IL TEMPO - MENGHI -  Cambia la stagione, non la strategia. Il mercato in entrata della Roma è strettamente legato a quello in uscita e, pure se non sono previste grosse manovre a gennaio, serve qualche cessione per far posto ai rinforzi: uno entra se almeno uno esce, funziona - più o meno - così. Ma chi sono i possibili partenti? Monchi e Di Francesco hanno fatto le loro valutazioni in questi cinque mesi, alcune le hanno riviste proprio all'ultimo secondo del 2018, mentre altre le hanno confermate ed entrambi sono convinti che la rosa attuale sia competitiva e vada solo ritoccata nei punti giusti, lì dove un'assenza pesante come quella di De Rossi ha lasciato un vuoto ha lasciato un vuoto, parzialmente colmato da
Nzonzi, o dove potenziali titolari si sono rivelati «esuberi» perché non sono riusciti a dimostrare il loro valore. Quest'ultimo è il caso di Karsdorp, che ha visto più l’infermeria del campo ed è finito in tribuna più di una volta quest’anno. Con Florenzi e Santon la corsia destra difensiva e coperta e la Roma sta pensando di lasciar partire l’olandese, che
deve ritrovarsi. Il ritorno al Feyenoord non è una possibilità al momento, si attendono nuovi spiragli. Chi sembrava destinato a percorrere al contrario la strada che l’aveva portato nella capitale è Schick, riuscito nell’ultima sfida dell’anno a far cambiare idea a Monchi, il quale stava prendendo in considerazione le avances della  Sampdoria, che lo rivoleva a gennaio in prestito. I blucerchiati non mollano, ma a Trigoria sembrano essersi convinti a trattenere il ceco come alternativa a Dzeko, anche perché trovare un rimpiazzo adesso, che accetti il ruolo di vice e sia pronto all’uso, è cosa assai complicata. L’attacco dovrebbe restare così, salvo occasioni d’oro per il mercato in entrata 0 offerte irrinunciabili per quanto riguarda quello in uscita. Perotti non si muove, smentiti i contatti col diesse del Torino Petrachi, Monchi vuole continuare a puntare sull’argentino che ha superato il periodo più difficile, si è messo alle spalle l'infortunio e ora che sta bene vuole tornare protagonista in giallorosso. Il connazionale Pastore, a prescindere dalla delusione dei primi mesi in maglia Roma, dovrebbe restare e cercare di riscattarsi qui. Il baby attaccante Sadiq è invece rientrato in anticipo dal prestito poco fortunato, ai Glasgow Rangers, ma e solo di passaggio nella capitale: ha già qualche proposta per i prossimi sei mesi, una è arrivata dal Perugia di Alessandro Nesta. Chi potrebbe salutare subito è Marcano, un Moreno bis: sul difensore spagnolo c’è il Galatasaray, molto interessato al difensore, lui però è tutt’altro che convinto dalla destinazione turca e continua a guardarsi intorno, aspettando eventuali offerte più allettanti. Monchi tiene sott'occhio la lista dei papabili sostituti, da cui è stato depennato Maidana del San Paolo. Un altro possibile partente è Coric, che nonostante l'emergenza a centrocampo ha trovato pochissimo spazio in squadra e ha bisogno di fare esperienza, possibilmente in Italia: il club giallorosso non vuole perderlo, è un giovane su cui punta per il futuro, ma adesso ha bisogno di qualcuno più rodato che possa entrare nelle rotazioni. Piccoli cambiamenti per rendere la Roma un po’ più grande.


Mental coach per sloccare il bomber ceco

IL TEMPO - MENGHI - Quest'estate aveva lavorato con un coach di hockey e boxe in Repubblica Ceca seguendo una preparazione specifica per migliorare, in particolare, la respirazione, adesso Schick, volato a Praga per le vacanze invernali, ha deciso di affidarsi ad un altro professionista e allenare, stavolta, la mente. L'attaccante giallorosso si metterà nelle mani del guru Ian Miihlfeit, un passato ai vertici della Microsoft Europa nonché autore del best-seller «The Positive Leader», in bella mostra nella foto con il giocatore pubblicata ieri su Instagram: «Sono ansioso di collaborare nel campo del mental coaching con Patrik», l'annuncio via social del 56enne ceco, che nel descrivere il suo lavoro dice: «Aiuto le persone a sbloccare il loro potenziale umano». La Roma si augura che con l'aiuto del suo nuovo mentore Schick riesca a far emergere le qualità intraviste ai tempi della Sampdoria, sperando che la prova positiva di fine anno a Parma abbia un seguito nel 2019.


Amelia: "DI Francesco è sempre stato serio e un gran conoscitore del calcio"

Marco Amelia, ex portiere giallorosso, ha rilasciato un'intervista a Il Corriere della Sera. Queste le sue parole:

Si aspettava che il suo ex compagno sarebbe diventato un tecnico così bravo

«Eusebio è sempre stato serio e un gran conoscitore del calcio: per noi giovani era un punto di riferimento nello spogliatoio ma quando si è calciatore è difficile pensare che qualcuno dei tuoi compagni possa diventare allenatore, le dinamiche sono totalmente differenti».

 La Roma ha fatto bene a confermarlo? 

«Conosco la bontà del suo lavoro. La società gli ha sempre dato fiducia e ha fatto bene a ribadirla nel momento di difficoltà».

 La doppia vittoria con Sassuolo e Parma significa che la Roma è definitivamente fuori dalla crisi? 

«In un campionato così lungo e impegnativo, un periodo di appannamento è fisiologico. Le vittorie ti permettono di recuperare energie fisiche e mentali». Secondo lei saranno fatti interventi sul mercato? «Molto dipenderà da eventuali operazioni in uscita, ma credo che la rosa rimarrà questa, di solito nel mercato invernale non ci sono grossi cambiamenti».

Dopo la semifinale di Champions League dello scorso anno, persa contro il Liverpool, si aspettava tutte queste difficoltà? 

«Credo che sia normale. Nel calcio di oggi c’è poca pazienza, anche perché non c’è una conoscenza approfondita del lavoro di gestione di una società e costruzione di una squadra»

Nonostante le tante difficoltà, la Roma è in corsa per tutti gli obiettivi, dove può arrivare? 

«A Roma si vive sulle montagne russe, ci vogliono gli attributi per reggere questa pressione. In Champions può superare il turno contro il Porto: se passerà, ai quarti può giocarsela. In campionato è la favorita per il quarto posto perché la qualità della rosa è di assoluto valore. In Coppa Italia può arrivare fino in fondo».

 


Schick, il risveglio grazie (forse) al «mental coach»

CORRIERE DELLA SERA - «The positive leader» è quello che spera di diventare Patrik Schick ed è anche il titolo del libro, venduto in tutto il mondo, di Jan Mühlfeit, uno dei «mental coach» più noti della Repubblica Ceca e degli Stati Uniti, a cui l’attaccante giallorosso si è affidato. Le sue ultime prestazioni sembrano aver scongiurato la possibilità di una partenza a gennaio: anche per questo Schick ha deciso di iniziare una collaborazione con Mühlfeit, 22 anni come manager della Microsoft e definito dalla Cnn come uno dei più importanti «mental coach» del mondo. L’attaccante si sta allenando a Praga, per farsi trovare pronto alla ripresa dell’attività. [..]


Lippi: "Zaniolo grande grazie alla Nazionale"

Marcello Lippi, ex ct della Nazionale italiana campione del mondo, ha parlato a La Nazione dell'operato di Mancini dopo un anno di lavoro, facendo riferimento anche alla convocazione di Nicolò Zaniolo. Queste le sue parole:

"L’Italia di Mancini mi piace, Roberto fa bene a puntare sui giovani, sollecita le squadre di club a dare loro più spazio. La stessa filosofia che ho sposato anche io per la mia Cina. L’esempio di Zaniolo è lampante. Dopo che Mancini l’ha convocato questo ragazzo molto promettente ha trovato giustamente più spazio nella Roma. Poi ci sono Chiesa, Barella, Pellegrini, Cristante, che rappresentano ottimi prospetti. I giocatori di qualità ci sono, vanno responsabilizzati e fatti giocare di più. I risultati in azzurro arriveranno, ne sono certo”


Roma, Donsah come rinforzo a giugno

Secondo le ultime indiscrezioni è tornato alla ribalta il nome di Godfred Donsah, centrocampista 22enne del Bologna.

La stagione del centrale ghanese (finora zero presenze) è stata fortemente condizionata da un brutto infortunio: in estate Donsah ha riportato una frattura al perone della gamba destra, che lo ha costretto ad un forfait di due mesi. Da segnalare inoltre l'interesse dell'Inter per il giovane centrocampista. A riportarlo è Il resto del carlino.


Autobiografia

Pochi mesi in edicola per balzare immediatamente nella top ten dei best seller del 2018. Questo il bilancio più che positivo di "Un Capitano", l'autobiografia di Francesco Totti, scritta dall'ex capitano della Roma in collaborazione con il giornalista Paolo Condò. Secondo i dati resi noti dall'istituto di ricerca Nielsen, la biografia dell'ex numero 10 giallorosso, pubblicata da Rizzoli lo scorso 27 settembre (giorno del 42esimo compleanno di Totti) si piazza al nono posto della classifica dei libri più venduti nell'ultimo anno. A riportarlo è Il giornale.

 


Roma Femminile, match col Sassuolo visibile su Sky

La Serie A femminile riprende nel weekend dopo la sosta per le festività natalizie. Tra sabato e domenica prenderà il via il girone di ritorno e la Roma ripartirà dalla sfida con il Sassuolo, scontro diretto per il quarto posto in classifica. La partita tra le ragazze di Betty Bavagnoli e le neroverdi, in programma domenica 6 gennaio alle 15 al Tre Fontane, sarà trasmessa in diretta su Sky Sport Serie A (canale 202 della piattaforma satellitare).