Resta ancora da trovare l'intesa per il rinnovo di Svilar

L’ultima proposta della Roma prevede un ingaggio da circa 4 milioni di euro a stagione bonus compresi, con una base fissa tra i 2,8 e i 3 milioni. Resta da trovare l’intesa sulla clausola rescissoria, richiesta dall’agente come condizione per un'eventuale cessione futura verso un top club europeo. Bayern Monaco e alcuni club di Premier League, ultimo il Manchester United, seguono con attenzione la crescita del portiere.
Fonte: Il Corriere della Sera

Mati col botto

A San Siro vinciamo noi! Ce la giochiamo a viso aperto, ribaltando i pronostici e meritando. La decide Soulé, l’uomo del momento. 18º risultato utile di fila e l’Europa come meta. Avanti un altro.

Fonte - ilromanista


Ndicka a Dazn: ""Il contatto con Bisseck? Non è rigore. Per me è un piacere giocare per questa squadra"

NDICKA A DAZN
Mancava questa vittoria contro una big ed è arrivata a San Siro, quanto vi siete divertiti oggi?
“Non è bello difendere bassi ma quando si deve fare va fatto. Oggi siamo contenti per la bella vittoria, la dedichiamo anche ai tifosi che non sono potuti essere qui”.
Il contatto con Bisseck?
“Lui è a due metri dal portiere e io dovevo difendere. Per me non è rigore, è 50 e 50 e lui lo sa perché anche lui è un difensore. Dovevo fare qualcosa perché eravamo vicini alla porta”
Lo scambio di marcatura con Angelino per coprire Dumfries?
“Me l’ha chiesto il mister perché Dumfries è più alto di Angelino".
Sei tu che chiedi di giocare sempre?
“No, il mister prende la decisione e per me è un piacere giocare per la Roma e a calcio. Ora dobbiamo pensare settimana per settimana”.

A San Siro con Dovbyk e Paredes titolari

Idea Soulè da seconda punta nel 3-5-2. Opzioni Pellegrini e Shomurodov a partita in corso. In difesa c'è Celik nei tre.

Fonte - ilromanista


Carpe diem

A San Siro sfidiamo i campioni d'Italia, una delle migliori squadre d'Europa che però viene da due grosse delusioni. Servono forza e coraggio per continuare a coltivare i nostri sogni europei. Serve cogliere l'attimo. Forza ragazzi!

Fonte - ilromanista


Quante idee e nomi! Ma la Roma dipenderà dalla Coppa che farà

Il futuro dei giallorossi è ancora un punto interrogativo.

Il ds Ghisolfi ottimista: "Tante cose oggi non si vedono, però spero che presto diano i frutti". Per il momento però l'unica certezza è che Ranieri non sarà l'allenatore del prossimo anno.

Fonte - tuttosport


Hummels ai microfoni della serie A: "Ranieri autorevole, Juric distruggeva solo il gioco avversario"

Mats Hummels ha rilasciato un'intevista ai microfoni della Serie A: "Con Ranieri ci stiamo concentrando sui nostri punti di forza, sui buoni giocatori che abbiamo, aggiungendo un'idea difensiva che mi sento bene addosso. Ha portato autorevolezza e tranquillità. Con Juric il gioco era finalizzato a distruggere quello degli avversari. Penso di essermi ambientato bene a Roma: l'unica difficoltà all'inizio era il traffico, è folle"


Rosella Sensi: "I Friedkin rispetto a Pallotta hanno sempre avuto rispetto per la mia famiglia"

Rosella Sensi ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport. L'ex presidente della Roma ha parlato del club giallorosso tra la storia della sua famiglia e l'attualità. Ecco le sue parole.

La presidenza.
"Quando mio padre si è ammalato ho assunto io la presidenza della Roma, il 28 agosto del 2008, ma dal 2000 figuravo come amministratore delegato. Angoscia, senso di responsabilità, paura di sbagliare, questo ho provato. Ho lasciato il 28 giugno 2011 e per chiarire le modalità dell’uscita, per raccontare la verità servirebbero due o tre interviste. Qualcuno ha avuto interesse a metterci contro la piazza... Quello era tuttavia il mio tempo, non volevo essere l’agnello sacrificale. Allo stadio, durante l’ultima partita, fui pesantemente insultata, si chiuse malissimo".
Per la Roma vi siete rovinati.
"Rovinati mi sembra eccessivo. Gran parte del patrimonio di famiglia papà decise di impegnarlo nella Roma".
L’ha mai perdonato?
"Non c’era proprio nulla da perdonare. La Roma è stata e resta il grande amore di famiglia".
A proposito di avversari, lo "zero tituli" di Mourinho aveva a che fare proprio con l’Inter e la Roma. Era il 3 marzo 2009 quando se ne uscì con queste parole: "A me non piace la prostituzione intellettuale, a me piace l’onestà intellettuale. La Roma ha grandissimi giocatori, ma finirà la stagione con zero tituli". Non aveva digerito la direzione di Rizzoli in Inter-Roma 3-3.
"Mourinho ha poi avuto la fortuna di entrare nel mood Roma e si è rifatto la bocca. Qui è stato fantastico, ha esaltato il senso di appartenenza".
Sui Sensi e Totti si è detto e scritto tanto.
"Ma non che Francesco parla con gli occhi. Se ti conosce e vuole dirti qualcosa non importa che apra bocca. Lo sguardo di Francesco dice molto più di tante parole".
Eppure è uno straordinario battutista.
"Ironico e autoironico".
C’è stato o no un momento in cui avete temuto di perderlo?
"Di venderlo mai. Con noi sarebbe potuto andare via solo a scadenza e di sicuro l’avremmo evitata. La rinuncia a Totti, al di là dell’amore per l’uomo e della grandezza del campione, avrebbe comportato un notevole impoverimento patrimoniale per la Roma... (fa una pausa). L’unico presidente che ci ha provato seriamente è stato Florentino Perez che era amico di mio padre. Il quale non ci ha mai pensato. Florentino è stato protagonista di uno dei momenti più belli della nostra storia".
Sotto la vostra gestione arrivarono tanto Ranieri quanto Spalletti. Chi li scelse?
"Merito di tutti, eravamo un gruppo di lavoro, c’erano Bruno Conti, Daniele Pradè e Cristina Mazzoleni. Le scelte erano sempre condivise".
Esca dal gruppo e dal passato. Quale, l’allenatore ideale per il dopo Ranieri?
"L’allenatore ideale è quello che aderisce maggiormente al momento storico della società. Lo sanno i Friedkin chi può e deve essere, e lo sa Ranieri".
Dan si è mai fatto vivo?
"Mai sentito. Ma a differenza della precedente proprietà, i Friedkin hanno sempre mostrano attenzione e rispetto nei nostri confronti. Ai tempi di Pallotta ho visto piangere mia madre".
 
Quando?
"Noi siamo cattolici, credenti e praticanti. Mio padre aveva fatto costruire una cappella a Trigoria, veniva frequentata anche dai giocatori prima della partita. Quando mi madre venne a sapere che era stata trasformata in un magazzino, pianse. Fu uno sfregio, non so dirti quanto involontario".

Rosella Sensi al CorSport: "Noi l'anti Inter. Mio padre non avrebbe mai venduto Totti"

Rosella Sensi a 360°. L'ex presidente e amministratore delegato della Roma si è raccontata ai taccuini dell'edizione odierna del Corriere dello Sport: "Quando mio padre si è ammalato ho assunto io la presidenza della Roma, il 28 agosto del 2008, ma dal 2000 figuravo come amministratore delegato. Angoscia, senso di responsabilità, paura di sbagliare, questo ho provato. Ho lasciato il 28 giugno 2011 e per chiarire le modalità dell’uscita, per raccontare la verità servirebbero due o tre interviste.

Qualcuno ha avuto interesse a metterci contro la piazza... Quello era tuttavia il mio tempo, non volevo essere l’agnello sacrificale. Allo stadio, durante l’ultima partita, fui pesantemente insultata, si chiuse malissimo. Lo 'zero tituli' di Mourinho? Mourinho ha poi avuto la fortuna di entrare nel mood Roma e si è rifatto la bocca. Qui è stato fantastico, ha esaltato il senso di appartenenza".

L'ex dirigente giallorossa si è poi soffermata su Totti: "Di venderlo mai. Con noi sarebbe potuto andare via solo a scadenza e di sicuro l’avremmo evitata. La rinuncia a Totti, al di là dell’amore per l’uomo e della grandezza del campione, avrebbe comportato un notevole impoverimento patrimoniale per la Roma... (fa una pausa). L’unico presidente che ci ha provato seriamente è stato Florentino Perez che era amico di mio padre. Il quale non ci ha mai pensato".


Test a Milano

Con il cuore a Roma dove il mondo guarda per l’addio a Papa Francesco, la testa è a San Siro per vincere una partita che cambierebbe tutto. Serve battere una grande, servono i gol di Dovbyk che negli scontri diretti ha segnato solo al Bologna ma che a San Siro  ha fatto un assist a Dybala e una rete in Coppa Italia. Fino ad ora per l'ucraino 16 centri stagionali tra coppe e serie A. Ora è fermo però da tre partite.

Fonte - ilromanista


Ghisolfi: "La Roma è eccezionale, un club diverso. Vogliamo creare identità"

Ospite dell’emittente televisiva francese BFM RMC, Florent Ghisolfi ha fatto il punto della situazione sulla Roma e sugli obiettivi da qui a fine anno:

A Roma hai trovato qualcosa che non avevi capito quando eri a Nizza, quando giocavi a Bastia, nella tua carriera di calciatore e dirigente?
“Sto scoprendo un calcio diverso, perché l’Italia è davvero diversa dalla Francia.

Al di là dell’Italia, penso che la Roma, oltre alla città che è semplicemente eccezionale, sia un club diverso. Qui c’è una passione incredibile, sia nel calcio in generale che in tutti i settori, in particolare nei media come voi. La Roma è qualcosa di veramente diverso, una grande passione. È una famiglia per la gente di qui. È davvero eccezionale”. 

La passione la conoscevi bene, dato che è proprio a Lens che ti sei rivelato al grande pubblico e che ti ha reso un direttore sportivo ricercato all’estero, immagino sia stato soprattutto grazie al tuo lavoro lì
“A Lens c’è passione, è un club estremamente popolare, lo stadio è pieno e quando abbiamo ottenuto il successo che hai ottenuto lì, hai sentito l’affetto della gente. È difficile spiegare la differenza tra ciò che hai vissuto a Lens e qui in termini di atmosfera. Qui la città è più grande e allo stesso tempo, a volte, sembra un piccolo villaggio. Senza sminuire i club che ho conosciuto, ad esempio il Lens, che è un club magico, ma la Roma è qualcosa di speciale. Penso che bisogna viverlo per crederci davvero e capirlo. È qualcosa di incredibile. È una passione che consuma le persone. Penso che qui in Italia tutti abbiano una squadra del cuore e a Roma è davvero impressionante”.

Eppure è una squadra che non vince 
“Penso che sia anche una causa-effetto, perché c’è una tale passione che rende tutto difficile. Rende difficile lavorare in questo club, rende difficile creare un progetto stabile, poter lavorare a lungo termine. È proprio quello che stiamo cercando di fare in questo momento, in questo momento. Quindi ci vuole molta serenità, calma e solidarietà. Controllare una passione, no. È difficile, sì. Per sua natura, non si può controllare. Penso che sia giusto dimostrare alle persone che siamo qui per costruire qualcosa e per farlo partendo dalle fondamenta. Il nostro lavoro non dà frutti domani. Non si fa in pochi giorni, ma bisogna far capire che stiamo dando il meglio per il club, soprattutto far capire che siamo consapevoli della responsabilità che abbiamo nel lavorare per questo club. E ogni mattina ci alziamo con la responsabilità di rendere felici le persone. Perché quando perdiamo, vediamo che non siamo lontani dal disastro. E questo è un ulteriore punto di forza. È un’esigenza forte, ma un’esigenza che, personalmente, mi piace, perché ti spinge a superare te stesso, a dare il meglio di te”.

Sul lavoro fatto con Ranieri
“Vogliamo fare un giusto mix. Oggi abbiamo davvero una forte identità, dato che Claudio conosce la vita, conosce il club, conosce la città. Porta molta serenità, la consapevolezza del proprio ruolo. Io sono straniero, sono francese, ma nel mio modo di fare, nei miei valori, l’identità è molto importante, il senso di appartenenza. È qualcosa che cerchiamo di mescolare. Abbiamo anche fatto tornare persone che hanno questa identità. Federico Balzaretti, che ha lavorato anche un po’ in Francia, è con noi oggi. Cerchiamo di costruire con persone competenti un mix di identità e anche un mix di distacco, perché senza distacco non si ha la freddezza necessaria per lavorare”.


Esterni di fascia in calo. Servono i rincalzi per dare una linfa nuova

Saelemaekers e Angeliño sono in calo.

Il rendimento dei due esterni è diminuito negli ultimi due mesi, ma le alternative non convincono. Salah-Eddine ha giocato solamente tre partite in Serie A e San Siro sarà ancora il turno del belga e dello spagnolo. Saud resta ai box. Servirebbero i rincalzi per dare una benzina ad un motore che si sta un pò spegnendo.