Mercato, via alle occasioni

IL MESSAGGERO - TROTTA - Il countdown è terminato: da oggi fino al 31 gennaio (ore 20) sarà aperta la cosiddetta fiera dei sogni, che vanta un ricco assortimento al reparto occasioni. Un calciomercato quindi di opportunità e necessità, ma anche di pianificazione in entrata e in uscita. Sì, perché le scadenze dei bilanci obbligano le società a ragionare già sulle possibili cessioni estive, per coprire gli impegni presi lo scorso anno. E per valutare eventuali acquisti azzardati in queste settimane. Ma non sarà il caso del Milan: il richiamo della Uefa per l'ingaggio di Paquetá pesa come un macigno, dunque Leonardo si concentrerà solo sui prestiti e sugli affari low cost. Due le priorità dei rossoneri: un centrocampista e un attaccante multiuso. Il sogno Fabregas è durato poco, lo spagnolo preferisce la ricca offerta del suo ex compagno Henry, ora tecnico del Monaco. Contestualmente, è partito il piano B per il reparto offensivo.

RITORNO - Muriel, stimato da Gattuso, ha rispettato la sua parola e ieri sera è sbarcato a Firenze. Oggi sosterrà le visite mediche: arriva con la formula del prestito e diritto di riscatto a circa 14-15 milioni. I viola avevano l'urgenza di inserire un attaccante duttile, uno in grado di migliorare la fin qui deludente media realizzativa di Simeone e Chiesa. E l'ex Siviglia, più dell'altro nostalgico Gabbiadini, corrisponde all'identikit tracciato dai viola. Ora la punta del Southampton continua a dialogare con il Milan. Ma anche su questo fronte i meneghini non possono permettersi di sottovalutare la concorrenza del Betis Siviglia e degli altri club stranieri. In mezzo al campo i riflettori rossoneri restano puntati invece su Sensi e Duncan. Ancora più scatenato il Bologna. Bloccati Soriano e Sansone (che sono già in città), non vengono persi di vista Spinazzola e Kean. L'esterno è anche nei radar del Genoa, in pressing su Sturaro e Barreca. Sempre in tema ritorni, la Spal accoglierà Viviano.

SFIDE - Intanto si sono infiammate una serie di sfide, con vista futuro. Inter e Roma duellano per il giovane difensore turco Kabak, sempre i nerazzurri provano a sorpassare la Juventus, ancora in vantaggio, per Todibo. Il derby d'Italia si è rinnovato poi per l'attaccante portoghese Trincao (ieri contatto Paratici-Mendes). La Vecchia Signora rimane la più vicina a Ramsey: le concorrenti Psg e Bayern non hanno ancora rilanciato. A proposito di calciomercato tedesco, il Borussia Dortmund ha ufficializzato la cessione per giugno di Pulisic (64 milioni) al Chelsea.

TUTTI IN DIFESA - La finestra di gennaio si conferma così l'occasione per impostare i programmi estivi. Detto del Napoli su Kouamé (nel mirino anche di Milan e Roma), le big europee sonderanno ancora i difensori italiani' più ambiti: Manolas, Koulibaly, Skriniar e Benatia. Quest'ultimo, in realtà, vorrebbe partire già a gennaio. Non si placano i suoi mal di pancia', ma la Juventus ha già rimandato le offerte tedesche, inglesi e dell'Olympique Marsiglia. Lo United continua invece ad inviare mail d'amore al senegalese del Napoli, per il quale è disposto a spendere sui 100 milioni. Valutazione alta pure per Skriniar, sempre più in bilico dopo il mancato accordo sul rinnovo. Uno tra lui, Perisic e Icardi (che però vorrebbe rimanere, prolungamento permettendo) è destinato a lasciare la Pinetina la prossima estate.


Quando l'inverno regala top e flop da incorniciare

IL MESSAGGERO - TROTTA - Gennaio: mese di programmazione, opportunità ma anche di colpi ad effetto. Lo dice la storia recente e lo certifica l'almanacco delle operazioni nel mese invernale. A Torino, così come a Roma, Milano e Napoli ci sono stati momenti esaltanti, dalle grandi emozioni e aspettative. Nella Capitale ricordano soprattutto Luca Toni, Nainggolan e El Shaarawy con Perotti. Lo sbarco del Campione del Mondo 2006 aveva letteralmente acceso le fantasie dei tifosi che, già sotto le feste natalizie, intonavano la canzoncina di Matze Knop Numero uno'. Il suo innesto fu trascinante, vicino alla perfezione se fosse arrivato anche lo scudetto del 2010, ancora rimpianto. Il doppio sbarco di El Shaarawy e Perotti nel 2016 permise invece a Sabatini di oscurare la sessione precedente, la peggiore della sua carriera con gli acquisti di Doumbia, Ibarbo e Spolli.

BOMBER SCUDETTO - Gli attaccanti hanno dominato ancora di più i pensieri invernali dei dirigenti bianconeri. Da Matri a Toni fino a Osvaldo, tanti i bomber (escluso Anelka) che hanno contribuito alle vittorie bianconere. Il primo, per esempio, si rivelò decisivo per gli scudetti con Conte in panchina. La Juventus lo prelevò dal Cagliari in prestito oneroso (2,5 milioni) e diritto di riscatto (15,5 milioni). Azzeccatissimo il colpo Barzagli, deludente Rincon: il venezuelano è rimasto solo sei mesi con Allegri.

COLPI DA TRIPLETE - Sul podio interista invece i tifosi amano piazzare Adriano, Stankovic(2004), il secondo Pandev (2010) e ovviamente Cordoba con Seedorf (2000). L'Imperatore a suon di gol trascinò la squadra, mentre il centrocampista ex Lazio e il difensore colombiano si rivelarono tra i protagonisti del Triplete. Positivi pure gli arrivi di Guarin (2012) e quello dello scorso anno di Rafinha. Il brasiliano avrebbe voluto proseguire la sua avventura nerazzurra. Ma la sua storia italiana è durata appena sei mesi: per motivi di liquidità questioni tecniche, Spalletti gli preferì la scorsa estate Nainggolan. Deludente il percorso di Gagliardini: al momento il classe 94 non ha giustificato la spesa di 30 milioni di euro. Colpi suggestivi pure sull'altra sponda del Naviglio (Ronaldo nel 2007 e Cassano quattro anni dopo); e discussi come quelli di Balotelli e di Destro.Umori opposti per Van Bommel: l'olandese è rimasto un idolo dei tifosi rossoneri.  Da Milano a Napoli: determinanti gli acquisti del 2014 di Ghoulam e Jorginho, in chiaroscuro l'esperienza di Gabbiadini, bocciate quelle di Pavoletti e di Vargas. La Lazio ha festeggiato Candreva; la Fiorentina indovinato Salah ma non Saponara.


Roma, in attesa sull'uscita

IL MESSAGGERO - TRANI - Monchi è in Spagna. Il mercato, oggi il via alle trattative, può attendere. Per ora e probabilmente fino a giovedì 31 gennaio, giorno in cui chiuderà questa sessione invernale. I 30 punti conquistati dalla Roma nel girone d'andata sono il raccolto deludente che nessuno, a Trigoria e ovviamente a Boston, si sarebbe mai aspettato. Ma proprio il ds, e lo ha chiarito anche pubblicamente, è convinto che la rosa sia comunque all'altezza della situazione e quindi in grado di essere più competitiva di quanto ha dimostrato nelle 19 partite di campionato. In questo senso i 2 successi di fila contro il Sassuolo e il Parma, da sommare alla promozione agli ottavi di Champions, hanno dato forza alla sua tesi che è condivisa pure dalla proprietà e dagli altri dirigenti. Il recupero di alcuni titolari, indisponibili fino a Natale, basta e avanza per centrare l'obiettivo del 4° posto. Non c'è insomma bisogno di rinforzare il gruppo. Movimenti mirati e minimi, in uscita. Niente o quasi in entrata. A meno che non parta, a sorpresa, il solito big (impossibile da confermare se l'offerta permettesse l'ennesima super plusvalenza), eventualità al momento esclusa dallo spagnolo.

SMALTIMENTO IN CORSO - Lo step di partenza prevede la cessione di alcuni giocatori che non trovano spazio con Di Francesco. Con la formula del prestito, però. In uscita Karsdorp, con il Feyeenord che non è ancora convinto di come Monchi ha intenzione di impostare l'operazione (senza riscatto a favore della società olandese, quindi 4 mesi e ritorno), Bianda e Coric. L'unico giocatore che saluta a titolo definitivo è Marcano. E che, preso in estate a costo zero, frutta anche una plusvalenza. Al suo posto entrerà il 4° centrale difensivo da affiancare a Manolas, Fazio e Jesus. Mancini dell'Atalanta, 22 anni, è il profilo più intrigante. Bisogna capire se la Roma è intenzionata a investire subito 15-20 milioni, magari con il prestito oneroso e il pagamento in più stagioni. La suggestione è Miranda dell'Inter, 34 anni e finito sul mercato: l'ingaggio, però, spaventa. Restano d'attualità Maidana del San Paolo, 22 anni e appena rientrato dal prestito all'Atletico Mineiro, e Nastasic dello Schalke 04, 25 anni e più facile da acquistare (convincendo lui e la società tedesca) a fine stagione. Come Rugani della Juve, 24 anni e azzurro.

SCELTA COMPLICATA - L'unico arrivo sicuro è insomma il centrale difensivo con cui rimpiazzare Marcano. Karsdorp, Bianda, chiamato dal Crotone e tra l'altro sempre rimasto con la Primavera, Coric, cercato dal Cagliari, dal Sassuolo e dal Parma, non verranno invece sostituiti. Monchi nega che la Roma possa accogliere Weigl del Borussia Dortmund, 23 anni e volendo anche play, o De Paul dell'Udinese, 24 anni e da scartare solo perché i trequartisti a Trigoria, da Pastore a Zaniolo passando per il titolare Lorenzo Pellegrini, sono in abbondanza. In corsa rimane Berge del Genk, 20 anni e anche lui regista. Più complicato Dendoncker del Wolverhampton, 23 anni e di proprietà dell'Anderlecht. Ancora in lista Marin dello Standard Liegi, 22 anni e giocatore completo. Ma non si prendere in prestito. La scelta sarà comunque fatta più avanti: se recupera De Rossi, non c'è alcuna urgenza di sistemare il reparto. E con il 4-2-3-1, attuale sistema di gioco utilizzato da Di Francesco, non serve più nemmeno la mezzala. Monchi esclude di poter far partire Pastore in prestito e di conseguenza non spinge, almeno per ora, per il centrocampista.

ALLEANZA IN VISTA - Il ds punta a far cassa prima di entrare in scena. Oltre all'addio di Marcano, possibile la cessione di un attaccante. Non di Perotti che, pur contattato dal Torino, non ha alcuna intenzione di lasciare la Capitale. I milioni possono arrivare, via Genova, dalla cessione di Defrel in Inghilterra. Monchi si prepara a incassare i 13 milioni del riscatto dalla Sampdoria che poi lo piazzerebbe in Premier al Fuhlam, in vantaggio sul Brighton, a quasi 20 milioni. L'operazione in tandem con il club di Ferrero, ancora interessato a Schick che non dovrebbe più andar via, permetterebbe alla Roma di investire per il centrocampista o magari di anticipare l'aqcuisto di Mancini per la difesa.


Bologna, presi Soriano e Sansone. Ranieri su Defrel

GAZZETTA DELLO SPORT - SCHIRA - Sempre loro. Anche stavolta saranno gli attaccanti a infiammare la sessione invernale di mercato. La Samp riflette su Defrel, arrivato in estate in prestito con diritto di riscatto (a 13 milioni) dalla Roma e finito in panca nelle ultime gare. Il francese è nel mirino del Fulham di Ranieri e in caso di via libera congiunto i blucerchiati dovrebbero trovare il sostituto. Possibile ritorno di fiamma per Destro, ai margini a Bologna e a un passo dal club di Ferrero ad agosto. Intanto la Samp manda in prestito Rolando al Carpi e studia il giovane terzino Bellanova (2000), in scadenza con il Milan. Tornando alle punte: il Chievo appare intenzionato a fare muro nei confronti della Spal per Stepinski: ora gli emiliani sognano il prestito di Kean dalla Juventus (sondato il terreno col suo agente Raiola).

MOSSE PARMA

Gli emiliani cercano un terzino destro: la prima scelta è Laurini della Fiorentina, per il quale nei prossimi giorni ci sarà un incontro. A Parma arriverà anche una punta, visto che Sprocati (c’è in pressing il Verona), Ceravolo (Cremonese e Lecce) e Da Cruz (Rayo Vallecano e Utrecht) hanno richieste e potrebbero partire.

USCITE TORO

I granata non sono intenzionati a toccare il gruppo di Mazzarri e salvo occasioni particolari non si muoveranno in entrata, in uscita Edera che reclama spazio: ci pensa il Chievo, mentre Parigini vuole restare.

PUNTO EMPOLI

Molto attivi i toscani, alla ricerca di un innesto per reparto. Davanti si lavora per il prestito di Kownacki (Sampdoria), con Matri (Sassuolo) in alternativa. Nessun contatto invece per Ranocchia (Inter), il cui ingaggio non rientra nei parametri. Possibile scambio di estremi difensori con l’Ascoli: Fulignati nelle Marche in cambio di Perucchini. Ribadita poi al Genoa l’incedibilità di Krunic (offerti 6 milioni), con Preziosi che aspetta Barreca (Monaco) e Sturaro (Sporting).

ALTRI AFFARI

Oggi il Bologna fa sostenere le visite mediche a Soriano (era al Torino), che arriva in prestito con diritto di riscatto dal Villarreal, e a Sansone. L’Udinese è vicina all’esterno Zeegelaar dal Watford e ha chiesto il centrale Pisacane al Cagliari: tocca ora a Giulini decidere se blindare il difensore o dare il via libera alla partenza (ci sono pure Benevento e Cremonese interessate). I friulani hanno anche sondato il terreno col Frosinone per l’attaccante Ciano. A proposito dei ciociari: continua il pressing per il difensore mancino Zukanovic (Genoa) ma occhio all’Udinese, per la mediana idea Viola (Benevento). Infine casting in mediana del Cagliari: piacciono Birsa (Chievo) e Mancosu (Lecce).


Tra calcio e rugby l'Olimpico fa gli straordinari

IL MESSAGGERO - BERNARDINI - L'Olimpico si rifà il look e si prepara ad un mese da bollino rosso. I giardinieri del Coni sono al lavoro per preparare al meglio il terreno che tra big match di campionato e partite del Sei Nazioni di rugby sarà maltrattato a sufficienza. In questi giorni saranno rizollati 1.500 metri quadri, praticamente tutta la striscia centrale. Sette lampade illuminano l'erba, rigorosamente naturale, per favorirne la fotosintesi e la nuova semina. Prevista anche una task force per prevenire eventuali gelate o diluvi. Si comincia sabato prossimo con laLazio-Novara di coppa Italia, due giorni dopo toccherà alla Roma che sfida l'Entella. Un antipasto del campionato che il 19 prevede Roma-Torino e il 27 Lazio-Juventus. Il 29 e 30 possibili due quarti di finale casalinghi per le squadre romane. Ma questo dipende da chi sarà la sfidante.

CINQUE GARE IN 9 GIORNI - L'inizio di febbraio è da incubo con addirittura 5 gare in 9 giorni il doppio passaggio calcio-rugby, rugby-calcio. Apre il big match tra Roma e Milan, poi sarà il turno di Lazio-Empoli. Due giorni dopo sul prato dell'Olimpico scenderà l'Italia per il debutto casalingo del Sei nazioni contro il Galles. Il 12 andata degli ottavi di Champions League con la Roma che ospita il Porto, altri due giorni e sarà la Lazio a giocare in casa per l'andata dei sedicesimi di Europa League contro il Siviglia. Nemmeno il tempo di distrarsi che ecco di nuovo il campionato con la quinta giornata di ritorno della serie A: Roma-Bologna. Il 24 spazio di nuovo al rugby con Italia-Irlanda, appena 24 ore dopo toccherà alla Lazio che ospiterà l'Udinese. Due giorni dopo possibile semifinale d'andata di coppa Italia. Se ci sarà la Lazio, però, la sfida verrà posticipata alla prima data utile. Oltre agli interventi di prevenzione è già stato stilato un calendario per la manutenzione giornaliera che prevede la cura con le lampade e la sistemazione quotidiana delle zolle. Gli interventi più drastici saranno effettuati dopo le due gare di rugby. L'Olimpico si prepara alla sfida da Guinness dei primati.


Pastore è un enigma, ma resta fino a giugno

GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - Qualche giorno fa, arrivando all’aeroporto di Buenos Aires, Javier Pastore è stato accolto da una giovane ragazza, che lo aspettava per farsi autografare la maglia numero 27 della Roma. Sofia studia giornalismo sportivo e sogna di fare in tempo a raccontare quello che Pastore riuscirà a fare, ancora, nel corso della sua carriera. Aveva la maglia dell’Argentina e quella del Psg, si è fatta spedire quella giallorossa, anche se il suo idolo l’ha indossata poche volte, appena 11. In totale ha disputato 485’, il che significa, di media, meno di un tempo a partita. Poco, troppo poco, per un giocatore che è stato il fiore all’occhiello della campagna acquisti e doveva essere il fulcro su cui puntare la nuova Roma. Le premesse c’erano tutte, poi la fragilità muscolare ha avuto la meglio. E mentre oggi, con moglie e figli, si rilassa nella sua villa in Argentina, tra cene alla brace, bagni in piscina e lunghe passeggiate, Pastore guarda al suo 2018 con malinconia: tra Roma e Psg è sceso in campo in 31 occasioni, ma raramente è stato protagonista. E i gol sono stati soltanto tre: un paio con la nuova maglia in campionato, uno in Coppa di Francia.

CONCORRENZA

Quando tornerà a Trigoria sa che con l’esplosione di Zaniolo e la maturità di Pellegrini — che a Parma ha sfruttato benissimo i minuti a disposizione — per lui conquistare un posto da titolare non sarà semplice. E’ uno dei giocatori più esperti nella rosa, quello con la classe più cristallina e la sua bacheca è piena come quella di pochi altri calciatori in squadra, ma la Roma, chiamata a rincorrere in campionato, a sognare i quarti di Champions e ad andare avanti il più possibile in Coppa Italia, non può permettersi di aspettare nessuno. Lui ce l’ha messa tutta perrientrare prima possibile dalle due lesioni al polpaccio e, fisicamente, sembra recuperato. Gli manca il ritmo partita, ma è solo alzando quello in allenamento che può convincere Di Francesco.

VOCI E REALTA’

Almeno fino a giugno, anche se sono all’ordine del giorno voci di interessamenti da parte degli Emirati, della Cina e del campionato americano. La Roma però, che lo ha pagato poco meno di 25 milioni e gli ha fattofirmareun contratto di cinque anni da oltre 4 milioni a stagione, non può permettersi di svalutare un investimento di questa portata. E quindi, anche se i dubbi erano e restano tanti, salvo colpi di scena, Pastore resterà a Trigoria. E la sua giovane fan che lo aspettava a Buenos Aires potrà continuare a sognare di raccontarne le giocate con la maglia numero 27 della Roma. 


Il ritocco di Monchi a centrocampo

IL TEMPO - MENGHI - Se in estate aveva giocato d'anticipo facendo il grosso del lavoro a giugno, Monchi all’inizio del mercato d’inverno non si presenta col colpo in canna. Il diesse sta studiando diverse possibilità da mesi e sia lui sia i suoi collaboratori si sono mossi soprattutto tra Belgio e Olanda in cerca di un rinforzo a centrocampo, nulla di «caldo» però. Il ritocco di gennaio sarà fatto, comunque, nel reparto che da oltre due mesi fa i conti con l’assenza di De Rossi: Nzonzi e Cristante sono stati spremuti al massimo, dando risposte importanti, ma anche loro avranno bisogno di riposo. Ecco perché i nomi che vengono accostati alla Roma sono tutti di mediani: Dendoncker, belga di proprietà dell’Anderlecht ma in prestito al Wolverhampton, Weigl del Borussia Dortmund e Samassekou del Salisburgo, ma in questo momento nessuno di loro è chi (tra sabato e domenica rientrerà nella capitale) gioca a carte coperte, preferisce vedere cosa succede cercando la migliore occasione. In Italia piacciono Traorè dell’Empoli e Tonali del Brescia, ma sono due classe 2000 e se ne dovrebbe riparlare a giugno. In ogni caso, ad ogni acquisto corrisponderà una cessione, anche in prestito: in uscita ci sono Coric, Karsdorp e Marcano,nessun «big». Sempre che non bussi a Trigoria il Chelsea di turno per il Dzeko della situazione. A Torino sono certi dell’interesse granata per Perotti, non ci sono riscontri nella capitale, mentre Under piace alle grandi della Premier, su tutte all’Arsenal, ma solo un’offerta
folle potrebbe far vacillare la Roma (almeno 50 milioni) e i Gunners non sono disposti a trattare a quelle cifre.


Quest'anno no alle divisione delle "correnti"

IL TEMPO - Il 2019 che vorrei? Facile, Roma campione e Lazio in serie B. Ah dimenticavo, anche Champions e Coppa Italia non sarebbero male. Ma volendo essere un pizzico più realista, alcuni sogni un po’ più «abbordabili» ce li avrei. Vorrei che il 2019 portasse in dote la cura per guarire uno dei mali che da sempre affligge la città e la nostra Squadra: le correnti. Dobbiamo smetterla di dividerci tra monchiani, tottiani, difrancescani, antipallottiani, antibaldissoniani e così via. Un atteggiamento condito della partitocrazia tipica della migliore (in realtà peggiore) prima Repubblica. Le correnti fanno male ai partiti politici cosi come fanno male alla piazza. Il tifoso è l’unico che ha diritto di criticare, per carità, ma facciamo chei bilanci li tiriamo a fine stagione e durante l’anno smettiamo le vesti dei #capiscers? Il problema non sono le critiche in sé, ma l’instabilità che queste generano in un ambiente storicamente molto fragile. Chi ha sbagliato se ne andrà sperando che ne arrivino di più bravi. E non dimentichiamo che per una proprietà che vende, serve un acquirente disposto a mettere i soldi sul tavolo...

Altra cosa che auspico per l’anno appena iniziato è una maggiore chiarezza da parte della Società: in futuro eviterei dichiarazioni roboanti, promesse difficili da mantenere e proclami da campagna elettorale. Prima fate, poi dite di aver fatto; non il contrario. Noi saremo sempre tifosi della Roma, lo siamo stati a Bergamo quando si evitò la retrocessione, lo siamo stati a Lione o col Barcellona. Il tifoso della Roma chiede due cose semplici: rispetto ed attaccamento alla maglia. Non è un caso che in occasione della scomparsa di Gigi Radice, si sia ricordata la «sua» Roma, famosa per tigna e dedizione. Ultima cosa che vorrei è che si potesse finalmente cominciare a costruire la Stadio della Roma. Continuo a non capire come ci siano tifosi’ che osteggiano il progetto sulla base di assunti da fantamonopoli o finanza immobiliare. La Roma ha bisogno della sua casa anche come forma di autofinanziamento. Punto.


Under, ancora un tweet polemico

IL MESSAGGERO - CARINA - La Roma si ritroverà il 7 gennaio per preparare gli ottavi di Coppa Italia del 14 contro l’Entella. Con la squadra in vacanza, le uniche notizie relative ai calciatori arrivano dai loro profili social. A tal proposito, inconveniente su Twitter per Under che ha postato un link di un portale turco relativo all’Alta Commissione elettorale che annunciava ai partiti di partecipare alle elezioni locali. Tweet subito rimosso. Cengiz ha scherzato sull’errore: “Assicurarsi sempre che il blocco della tastiera sia attivato prima di mettere il telefono in tasca”, con tanto di emoticon sorridenti. Scivolò sulla politica pure lo scorso anno: saluto militare dopo il gol al Benevento e tweet con una emoticon in segno di preghiera e tre bandierine turche per ricordare i tre connazionali dell’esercito rimasti uccisi pochi giorni prima in un’operazione militare anti-curda, ad Afrin, da parte del governo Erdogan.


I buoni propositi del 2019 della Roma

IL TEMPO - MENGHI - La Roma ora guarda avanti. E lo fa con fiducia, ottimismo e un pizzico di ambizione che non guasta. La prima speranza è proprio quella di aver chiuso col recente passato, fatto di crisi, ritiri punitivi e una panchina traballante, l’anno nuovo deve segnare il punto di rottura. A Trigoria c’è voglia di riscatto e la seconda parte della stagione è il momento giusto per realizzare i buoni propositi che ogni nuovo inizio porta con
sé. Il 2019 è ricco, comincia il cammino in Coppa Italia, si scalda la Champions League coni primi scontri diretti e la lotta per l’Europa rende avvincente un campionato in cui la monarchia juventina sta trasformando lo scudetto in una mission impossibile. La Roma corre su tutte e tre le strade, cosa che è riuscita solo ai bianconeri, nonostante i mesi difficili che ha passato e i continui alti e bassi con cui si è complicata la vita, soprattutto in Serie A, senza compromettere però nessun obiettivo. Mantiene la priorità assoluta la qualificazione alla prossima Champions, distante ora 2 punti, tanti quanti ne ha recuperati la squadra di Di Francesco alla rivale diretta, la Lazio quarta in classifica, nelle ultime 5 giornate. Il divario è minimo e c’è un girone intero a disposizione per tentare il sorpasso, i giallorossi non sono i soli a correre questa corsa, ma con tutti i leader al loro posto, in campo, non hanno nulla da invidiare alle concorrenti, anzi. Prima di riprendere il filo del campionato, però, c’è una piccola deviazione da fare e conduce la Roma in una competizione che un tempo le dava
grandi soddisfazioni (9 trofei) e ultimamente solo terribili «mazzate». Dal fatidico derby perso in finale nel 2013 non è più riuscita ad arrivare all’ultimo atto e per due volte negli ultimi 5 anni non ha fatto in tempo ad iniziare che era già ai saluti, vedi l'eliminazione clamorosa con lo Spezia nel dicembre 2015 e quella col Torino nell’edizione scorsa, sempre agli ottavi. Tornare ad onorare la Coppa Italia è uno dei buoni propositi del 2019 e l’impresa dell’Entella col Genoa mette il club di Trigoria di fronte a un avversario di due categorie inferiore, con in più la possibilità di giocarsela all’Olimpico: vietato fare (altre) brutte figure.
I liguri verranno a battersi col coltello tra i denti in uno stadio più grande di loro e la Roma dovrà stare molto attenta a non sottovalutare la partita, oltre che all’effetto post-vacanze. Ogni volta che si è fermata, finora per le pause nazionali, non ha saputo vincere al ritorno in campo: pareggio a settembre con il Chievo, sconfitta casalinga ad ottobre con la Spal e ko in trasferta a Udine a novembre. C’è bisogno di invertire questo trend negativo, di dare

continuità a quanto di buono visto a fine 2018, perché qualcosa di «vecchio» lo si può sempre mettere nel bagaglio per affrontare l’anno nuovo. Come quel coraggio sprezzante che ha portato Dzeko e compagni ad un passo da Kiev, quella consapevolezza di forza di cui si sono armati per battere i marziani del Barcellona alimentando un sogno Champions in cui nessuno, all'inizio, credeva. Quest’anno il girone era meno proibitivo e, non senza
qualche difficoltà, è stato superato, agli ottavi una buona pesca ha messo il Porto sulla
strada dei giallorossi: «Un confronto alla pari», secondo il presidente Pinto da Costa, e per Di Francesco la grande occasione di confermarsi a livello internazionale, dopo essere stato il primo allenatore dell’era americana a raggiungere i quarti. Per provare a realizzare tutto ciò, con quello che comporta a livello di energie psico-fisiche essere competitivi su tre fronti, il tecnico romanista ha bisogno di ritrovare il cuore della Roma, che porta il nome di Daniele De Rossi. Il capitano troppo assente nella prima parte di stagione, per colpa del ginocchio malconcio, ha rinunciato alle ferie per tornare a fare le veci dell'allenatore in campo, il prima possibile. In questi giorni si sta allenando solo in palestra, la speranza è di rivederlo in gruppo la prossima settimana. Il programma per il suo futuro prevede operazione e rinnovo di contratto, ammesso che il 2019 gli restituisca, finalmente, il sorriso


Nzonzi non rifiata mai e sbaglia poco: così ha stregato il gruppo

CORRIERE DELLA SERA - Quella di Parma è stata la sua diciannovesima partita consecutiva da titolare: con 1958 minuti giocati in stagione, Steven Nzonzi è il calciatore di movimento più utilizzato da Eusebio Di Francesco, secondo solamente a Robin Olsen. Numeri che da soli dovrebbero bastare per «giustificare» il suo acquisto da parte del d.s. Monchi. (...) Nzonzi per Di Francesco, però, c’è sempre, e non solo perché nel suo ruolo mancano delle vere e proprie alternative a causa del lungo infortunio di De Rossi (il capitano continua a lavorare ogni giorno a Trigoria per accelerare il più possibile i tempi del suo rientro), ma soprattutto perché in pochi mesi è diventato un punto di riferimento imprescindibile per i compagni, in una squadra che dopo le cessioni eccellenti a centrocampo, come ha ammesso lo stesso De Rossi, per un periodo si è sentita allo sbando. Merito di una leadership che si è guadagnato grazie ad un carattere riservato e ad una grande umiltà, nonostante sia entrato nello spogliatoio romanista con il titolo di campione del mondo che aveva appena conquistato in Russia. «Tiene mucho futbol» disse Monchi il giorno della sua presentazione. (...) Un solo gol finora al suo attivo, quello che ha aperto la strada alla vittoria giallorossa ad Empoli, ed uno annullato al Meazza col Milan alla terza giornata che avrebbe regalato un punto d’oro ai giallorossi: può e deve fare di più, soprattutto perché la Roma è già andata a segno dodici volte in stagione sugli sviluppi dei calci piazzati. Magari ci riuscirà alla ripresa con il Torino, quando al suo fianco avrà ancora una volta Bryan Cristante, in attesa del ritorno di Daniele De Rossi.


Weigl la speranza per Di Francesco

LA REPUBBLICA - CARDONE - A gennaio cambiamo solo delle piccole cose», ha detto il ds Monchi. Dopo lunga riflessione, sembra che i giallorossi abbiano deciso di tenersi Schick, sperando che prima o poi l’attaccante ceco giustifichi i 42 milioni investiti su di lui. La priorità per Di Francesco è un centrocampista centrale che abbia qualità ma sia in grado anche di recuperare palloni. Il tecnico non ha perso le speranze per Weigl, regista poco utilizzato dal Borussia Dortmund e che per lui rappresenta la prima scelta. Nella lista c’è pure Samassekou del Salisburgo, al momento però il nome caldo è Leander Dendoncker, 23enne mediano belga ora al Wolverhampton ma di proprietà dell’Anderlecht. Sa giocare anche difensore centrale, cosa gradita a Monchi che sta cercando di piazzare Marcano, tra i più deludenti nella prima parte della stagione. Per la retroguardia seguito Maidana del San Paolo. Monchi resta molto interessato ai giocatori in scadenza nel giugno 2019, compreso il terzino Ashley Young. Respinta un’offerta dell’Arsenal per Ünder.