Dopo la disfatta l’ombrello di Monchi su DiFra: “Colpa mia chiedo scusa ai tifosi”

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Un’umiliazione, una delle più grandi che si ricordino nella storia della Roma. Umiliati e in piena crisi isterica, i giallorossi spariscono a Firenze perdendo la faccia e buttando via l’unico trofeo in cui potevano arrivare fino in fondo. Finisce 7-1, ma più dei gol, pesa la totale disgregazione di un gruppo che crolla in fase difensiva come una squadra di dilettanti, consegnandosi con un’arrendevolezza che disarma. E che porta sull’orlo del precipizio Di Francesco. Il tecnico è ormai arrivato al capolinea e nelle prossime ore i vertici societari valuteranno se sia il caso di esonerarlo. Già in nottata con i dirigenti presenti a Firenze, il tecnico ha fatto sapere di non volersi dimettere e, se glielo chiedessero, andrà incontro alla società discutendo una transazione per rescindere consensualmente il contratto. Pronto, neanche a dirlo, ci sarebbe ancora Paulo Sousa, rimasto in naftalina per settimane in attesa degli aventi. Pallotta, da tempo non troppo d’accordo con la decisione di Monchi di continuare con Eusebio, è imbufalito e si potrebbe arrivare nelle prossime ore a delle conseguenze estreme. Anche perché domenica sera, tra quattro giorni, all’Olimpico arriverà il Milan, per quello che sarà uno scontro diretto e decisivo per il quarto posto. Perdere anche quel treno vorrebbe dire difficilmente riuscire a piazzarsi in zona Champions a fine stagione. I circa 2500 romanisti presenti nel settore ospiti di Firenze, sotto la pioggia che non ha dato tregua al Franchi, intorno all’ottantesimo hanno levato stemmi e bandiere dalle vetrate in segno di protesta, svuotando le gradinate a loro riservate. «Andate a lavorare» e «Solo la maglia» i cori intonati contro i giocatori, per una contestazione che proseguirà domenica prossima.

«Scusa scusa scusa – quasi sussurra con un filo di voce Monchi – è il momento più doloroso da quando faccio il direttore sportivo. Adesso non è il momento giusto per punire, l’allenatore non rischia l’esonero, starò vicino a lui e ai giocatori fino alla fine. Semmai sono io in discussione perché io ho costruito la squadra e dato la fiducia a Di Francesco». E ancora, sul mercato. «Non prenderemo nessuno, per noi è chiuso. Usciremo da questa situazione col lavoro». È la sesta volta che la Roma subisce sette gol nella sua storia – quella di ieri è stata la prima in Coppa Italia – l’ultima delle quali contro il Bayern nel 2014. In più i giallorossi non subivano quattro reti nella coppa nostrana dalla finale del 2003, persa contro il Milan. Numeri impietosi, che appesantiscono uno dei momenti più difficili degli ultimi anni, restituendo la sensazione che sia davvero complicato, a questo punto, trovare una via d’uscita a quello che è un vero e proprio shock. Quarantaquattro i gol presi in 29 partite, 12 in quattro partite del 2019 Nel disastro di Firenze – arrivato a tre giorni di distanza dal disastro di Bergamo – si è rivisto in campo De Rossi, entrato quando ormai la barca era naufragata, per mettere minuti nelle gambe dopo tre mesi di assenza. Il capitano dovrà scendere in campo contro il Milan, viste le assenze degli squalificati Nzonzi e Cristante.


E scatta la contestazione

IL TEMPO - MENGHI - Imperdonabile. Per la peggior sconfitta in Italia dal 1950 non bastano le scuse della società, arrivate tramite la voce di Di Francesco e Monchi, la contestazione dei tifosi, giustamente infuriati, era inevitabile e non si è fatta attendere. Finita la partita a Firenze, col tabellone luminoso a sottolineare il doloroso 7-1, i 2.500 del settore ospiti hanno fatto partire i cori «andate a lavorare» e «tifiamo solo la maglia», De Rossi ha guidato sotto lo spicchio giallorosso del Franchi una piccola rappresentanza della squadra, in cui figurava anche quel Kolarovche alla partenza da Termini aveva reagito male al sostenitore che gli aveva suggerito di svegliarsi. La «sveglia» però l'ha presa la Roma e dopo l’umiliazione anche le teste più dure si abbassano.

«Non snobbatela, noi ci teniamo», era stato il messaggio recapitato via striscione all'Olimpico nella sfida d'esordio nella competizione con la Virtus Entella, ma 90 minuti dopo è il dramma. L'eliminazione, per come è arrivata, esagerata e ingombrante, ha riacceso gli animi che sembravano essersi placati man mano che la Roma mandava segnali di ritrovata salute, ma in realtà non è mai guarita e da ieri notte è ripiombata nel caos. Mentre i tifosi al triplice fischio si davano appuntamento a Trigoria, organizzando una protesta in piena regola, i giocatori aspettavano nella pancia del Franchi la decisione sulle modalità di rientro nella capitale, proprio per evitare di finire nel vivo dell’inevitabile contestazione.

E proprio come era successo dopo Bologna, quando un Pallotta «disgustato» mandava tutti in ritiro e su Di Francesco si allungavano le prime ombre, la squadra ha cambiato programma e invece di tornare a casa in treno ha dovuto farlo in pullman, girando alla larga dalla stazione di Firenze dove gli ultras si erano raccolti per aspettare al varco giocatori, allenatore e dirigenti. Non è la prima volta che da quelle parti si creano tensioni simili, anche dopo l’1-1 di campionato a inizio novembre, tra le polemiche arbitrali, i sostenitori giallorossi si erano ritrovati a Campo di Marte e avevano insultato i calciatori «mercenari», poi erano saliti sullo stesso treno, costringendo le forze dell'ordine a creare un cordone per tenerli divisi, evitando chela situazione degenerasse.

Un rientro agitato che stavolta è stato scongiurato grazie ad un escamotage, ma il confronto sarà inevitabile nelle prossime ore. Mentre scriviamo la Roma è in viaggio verso la capitale in pullman, in base all’orario di arrivo si sarebbe deciso di far dormire o meno la squadra nel centro sportivo, in ogni caso questa mattina alle 11 dovranno essere tutti a Trigoria per la ripresa degli allenamenti in vista del Milan in un clima che si prospetta pesante. Tutti davanti alle proprie responsabilità, ma con una partita importantissima da preparare, uno scontro diretto per la futura Champions, che adesso più che mai è una priorità. L’ancora di salvezza di una stagione da non ricordare.


La stretta sul razzismo che non piace a Salvini

LA REPUBBLICA - PINCI - L’ultimo schiaffo a Salvini l’ha assestato la Federcalcio. Il rischio però è che sia lo stesso Ministro dell’Interno a disinnescarne l’effetto. La dichiarazione di guerra ai razzisti della Figc s’è materializzata nella norma proposta da Gravina nel vertice con le istituzioni a inizio gennaio.

Dal Consiglio federale è arrivato il via libera alla modifica dell’articolo 62 delle Norme organizzative interne che anticipa lo stop alle partite in caso di cori razzisti: quando verranno ravvisati, il primo annuncio dell’altoparlante dello stadio verrà diffuso a gioco fermo e con le squadre riunite a centrocampo. Al secondo annuncio, quindi verosimilmente al secondo “ululato”, tutti negli spogliatoi. E per queste sospensioni - ovviamente temporanee - l’indicazione potrà arrivare anche soltanto dai delegati della procura federale, rendendo di fatto l’arbitro un mero esecutore di decisioni prese da chi è a bordo campo per vigilare. Il problema è che i poteri del calcio finiscono qui. Per la sospensione definitiva della partita infatti servirà sempre e comunque l’intervento dei delegati alla pubblica sicurezza.

Che ovviamente fanno riferimento - indirettamente - al Viminale, ossia proprio a Salvini. Insomma, il rischio che tutto cambi perché tutto resti com’è è forte. E a dimostrarlo è la frase sprezzante con cui il ministro ha accolto la mossa del presidente federale Gravina: «Facciamo la scala Richter dei “buu”? Dai, non facciamo ridere», la sua presa di posizione, ignorando forse che la procedura è quella internazionale, prevista dalla Fifa e dall’Uefa, che proprio per il caso Koulibaly - da cui è nata la riforma - aveva bacchettato l’approccio italiano. Tutt’altro atteggiamento però ha Salvini quando ci sarebbe da denunciare usi ignobili come i soliti cori contro  ascoltati a San Siro e da parte di alcuni tifosi del Milan: «Ho guardato la partita senza volume». Anche a Firenze ieri molti hanno fatto finta di non sentire altri “buu”, al  Lafont, da parte di alcuni ultrà romanisti.

La modifica delle norme è la vetrina di un lavoro di riforme che corona i primi 100 giorni della gestione Gravina, intervenuto con forza anche sulle società insolventi (chi non pagherà 2 bimestralità di stipendi sarà subito escluso) e pure sulla situazione di club come Pro Piacenza o Matera: se non verseranno i 300mila euro delle imminenti multe per il pasticcio delle fideiussioni irregolari, saranno escluse: anche a campionato in corso.

 

 


Anche il Parma mette l'ex giallorosso Machin nel mirino

Dopo il Genoa anche il Parma si è fatto avanti per l'ex giallorosso Machin. Il centrocampista, in forze al Pescara, è nel mirino della società gialloblu che vorrebbe chiudere la trattativa il prima possibile. Infatti, come riferito dal sito alfredopedulla.com, è in programma un incontro tra il Parma ed il club abruzzese per discutere di Machin sulla base di un prestito con obbligo di riscatto a 2.5 milioni di euro più bonus. La Roma, che ha il 50% sulla rivendita del giocatore, resta alla finestra sperando di poter incassare all'incirca 1 milione di euro.


Pallotta su Di Francesco: "Chiedete a Monchi, decide lui". Ma il futuro è in bilico

Dopo la pesante ed umiliante sconfitta di ieri sera, subita ad opera della Fiorentina, in casa Roma regna la confusine e la rabbia. Una confusione che rende ombroso il da farsi ed il percorso da intraprendere, una rabbia che potrebbe abbattersi su Di Francesco e sul suo ruolo di allenatore. Ieri sera dopo il match il DS Monchi ha confermato la fiducia nei confronti del mister. Fiducia che anche il presidente Pallotta sembra confermare con un "Chiedete a Monchi, decide lui". Ma in realtà il numero uno della Roma non è contento della situazione e, come riferisce il Corriere dello Sport, avrebbe in programma di contattare in giornata il DS Monchi per discutere sul da farsi e sul futuro del tecnico. Ma con ogni probabilità Di Francesco resterà alla guida della Roma fino al match contro il Milan di domenica prossima.


Confronto a Trigoria tra Di Francesco e la squadra

Dopo la debacle di ieri sera contro la Fiorentina, la Roma si è tornata ad allenare presso Trigoria in vista dell'impegno di campionato di domenica prossima. Scarico per chi ha giocato ieri. Terapie per Under e Perotti. Individuale per Mirante e Juan Jesus.
Ma il fulcro della giornata è stato il confronto tra Di Francesco e la squadra, per capire cosa sia successo ieri a Firenze e come intervenire già dalla prossima partita per evitare di ripetere certi errori. Fuori dal centro sportivo presenti anche dei tifosi che hanno applaudito in modo ironico i giocatori, insultandone qualcuno. Solo Schick si è rivolto ai tifosi, rispondendo con un timido "scusate".


La Roma punta Guedes. Per i media brasiliani c'è già la firma

La Roma, in ottica mercato, continua a cercare un difensore che possa giocare sia da centrale che da esterno. Saltato definitivamente Vida del Besiktas, Monchi ha virato sul brasiliano Guedes del Santos. Il 24enne è un terzino puro, abile su entrambe le fasce e che all'occorrenza può giocare anche da esterno di centrocampo. Ma Guedes, come riferisce il Corriere dello Sport, sarebbe un nome nuovo a partite da giugno e non in questa finestra di mercato. In realtà, secondo i media brasiliani, il giocatore avrebbe già firmato con la Roma andando contro la volontà del Santos.


Da qui non si torna più indietro

MASSIMO PAPITTO - Ore 18:22 di ieri sera e mi domando… cosa sta succedendo? Sta ricapitando ancora? Proprio a noi? Ma perché? Dopo la passata stagione - dove avevamo ritrovato orgoglio e dignità – non ci eravamo scrollati di dosso queste paure di non essere mai al posto giusto al momento giusto? Invece no. Siamo tornati indietro nel tempo di anni, con le nostre paure, sempre le stesse, sempre presenti e mai dimenticate.

Chi mi conosce lo sa, sa quanto ci soffro a vedere la Roma perdere. C’è però modo e modo di perdere, perdere così in modo umiliante non ci sta, mi crea disagio, vergogna, sensazioni che pensavo di non dover provare più (o almeno di provarne sempre meno fino a scomparire quasi del tutto).

Ieri pomeriggio era un quarto di finale di Coppa Italia, non era una semifinale o una finale di Coppa, non era una partita decisiva per lo scudetto, ma era comunque una partita importante, da affrontare seriamente e che poteva ridare dignità ad una stagione nata male e che forse (molto probabilmente) finirà peggio. 

Niente di tutto questo è stato fatto. Siamo usciti di partita dopo un quarto d’ora e questa cosa non è accettabile. In una partita secca ad eliminazione diretta non si può giocare con la difesa a centrocampo e farsi “imbucare” sistematicamente senza curarsi minimamente delle qualità dell’avversario (la Fiorentina) che aveva titolari tutti giocatori scattisti, veloci, abili a giocare in contropiede. Il primo tempo è stato uno scempio difensivo senza precedenti in questa stagione e nel reparto avanzato le cose non sono andate di certo meglio. Pastore sembra (è) un ex calciatore capitato per caso a Roma, Schick è l’eterna promessa destinata a rimanere (molto probabilmente) tale. Il tutto condito dalla sparizione dei “vecchi“: Manolas, Fazio, Kolarov e Florenzi. Apparsi giocatori spauriti e senza un minimo di esperienza per gestore momenti della partita delicati e complicati.

Il secondo tempo poi è stato peggio del primo. Nervosismo (Cristante e Dzeko), gol presi (quattro), espulsioni (Dzeko) e grida di un allenatore – mister Di Francesco – che forse ieri sera ha definitivamente capito che il suo tempo a Roma è terminato. Pagherà lui per tutti, se non pagherà ora, pagherà tra qualche partita, ma poi tutto resterà lì al proprio posto. Calciatori, presidente e il direttore sportivo Monchi, uno dei principali responsabili di questa caporetto e di questa campagna acquisti estiva assolutamente fallimentare.

La semifinale di Champions League della scorsa stagione doveva essere un punto di partenza e non un’occasione per poter smembrare una squadra ritenuta vecchia sostituendo poi il tutto con giovani di prospettiva e interpreti di dubbio valore e fama come il portiere Robin Olsen, che per carità, sarà anche un buon interprete del ruolo ma è e resta un numero uno normalissimo come se ne trovano a fiumi in Italia.  

La goleada di ieri pomeriggio segna un punto di non ritorno. Da qui non si torna più indietro. Nel portare avanti quel che resta di questa maledetta stagione si pensi ai sacrifici che hanno fatto i 2500 tifosi che erano presenti lì nel settore ospiti del Franchi in un giorno feriale sfidando pioggia e freddo.  Si pensi a loro e si scelga il meglio per tutti. A noi interessa il bene della Roma e non il bene di chi la comanda e la gestisce.


Pellegrini ad un passo dal Cagliari. Per lui prestito secco di sei mesi

Sembra tutto fatto per il passaggio in prestito di Luca Pellegrini dalla Roma al Cagliari. Il giovane terzino, come riferito da Sky Sport, svolgerà in giornata le visite mediche per poi unirsi al club sardo fino alla fine del campionato. A giugno infatti, al termine del prestito, tornerà alla Roma per capire quale ruolo potrà avere all'interno della rosa.


Roma-Milan sarà diretta da Maresca

Sono state rese note le designazioni arbitrali per la prossima giornata di campionato. La partita della Roma, che affronterà il Milan, sarà diretta da Fabio Maresca della sezione di Napoli. Il direttore di gara sarà coadiuvato dagli assistenti Carbone e Lo Cicero, con Abbattista quarto ufficiale. Al VAR ed all'AVAR rispettivamente Calvarese e Di Liberatore.


Stadio della Roma, arrivata la relazione definitiva del Politecnico di Torino

E’ arrivato al Dipartimento Mobilità del Comune di Roma il testo della relazione definitiva redatta dal Politecnico di Torino sulla mobilità pubblica e privata del progetto Stadio della Roma di Tor di Valle. Non trapelano, per ora, informazioni sul contenuto. Lo riferisce Il Tempo.


Allenamento Milan, esercizi su possesso palla e tattica

Il Milan si è ritrovato questa mattina intorno alle 11 al centro sportivo di Milanello per svolgere la seduta di allenamento in vista della partita di campionato contro la Roma. La sessione è iniziata con l'attivazione muscolare al campo centrale con alcuni giri di campo, poi spazio a un torello di riscaldamento nel cerchio di centrocampo. Dopodiché il gruppo si è distribuito su tre differenti stazioni per lavorare sulla tecnica e sullo smarcamento. Esercizi di possesso palla e tattica hanno caratterizzato la parte centrale della sessione, conclusa con alcune partitelle a tema. La squadra si ritroverà domani alle 11:30 per una nuova seduta di allenamento.