Core Romano

Solo una volta prima di domenica un capitano romano ha segnato e vinto un derby guidato da un tecnico romano (era il 1946). Pellegrini e Ranieri, simboli di ciò che siamo sempre stati e vorremo sempre essere. Nessuna partenza a gennaio, il capitano non ha mai escluso di rimanere a vita nella Roma.  Il futuro di Lorenzo è qui e il club si affida al Sir. Alessandro Antonello è il nuovo Ceo.

Fonte - ilromanista


Saelemaekers: ora l'operazione per il riscatto

L'esterno belga è in prestito secco dal Milan. La Roma vuole trattare l'acquisto a prescindere da Abraham: servono tra i 18 e i 20 milioni. I rossoneri hanno un'opzione per rinnovargli il contratto.

Fonte - corrieredellosport 


Dybala infinito, resta e rilancia la Roma

L'argentino ha rifiutato il Galatasaray.

Il rinnovo automatico scatterà tra poche gare. C'è la possibilità di spalmare l'ingaggio e di rivedere ed eliminare la clausola. E' stato assoluto protagonista del derby  tra assist, giocate e qualità.

Fonte - corrieredellosport


Supercampionesse

Con forza e carattere a La Spezia la Roma Femminile batte la Fiorentina 3-1 e inizia il 2025 con un trofeo: la Supercoppa Italiana. In gol Glionna, Giacinti e Corelli.

Mister Spugna: "Obiettivo raggiunto e meritato. Aver vinto così nei 90 minuti conferma la nostra crescita sul piano mentale. Ora rialziamo questa stagione."


Claudio V

È il Re del derby di Roma, ne ha vinti 5 su 5 e nessuno è riuscito in quello che ha fatto lui. Ma oltre alla gioia per una partita per noi sempre particolare, la vera impresa del tecnico è quella di aver costruito una squadra lì dove non c’era niente. I Friedkin hanno affidato a lui la Roma del domani, ad oggi però "solo" come dirigente.

Fonte - ilromanista  


Lorenzo è tornato. Il futuro è la Roma

Nessuno se lo aspettava titolare: è stato protagonista e si è ripreso l'Olimpico.

Prestazione super e gol da urlo: ha indicato lo stemma e adesso vuole tornare al top in giallorosso. E' stato il jolly scelto da Ranieri, il tecnico lo sta aiutando a risalire.

Fonte - corrieredellosport 


Ghisolfi a Dazn: "Frattesi è un figlio di Roma. Con Dybala parliamo sempre"

Ghisolfi, a pochi minuti da Roma-Lazio, ha parlato ai microfoni di DAZN.

Pellegrini lo riteniamo in uscita o resterà qui?
“Voglio parlare solamente della partita, nulla è più importante. Lorenzo è il nostro capitano, è un figlio di Roma, spero che questa sera giocherà una grande partita e guiderà la squadra alla vittoria”.

Dybala è tornato ad essere fondamentale, avete in mente di parlare con lui del suo futuro?
“Sì, parliamo con lui e con il procuratore. Siamo allineati. Paulo è importante per noi, posso dire che non c’è niente di speciale. Anche per lui è una partita importante e spero che farà vivere emozioni ai nostri tifosi”.

Non c’è il rischio che Ranieri ci prenda gusto e voglia continuare l’anno prossimo?
“Lo spero (ride, ndr). Non mi piace parlare di altri allenatori oggi, Ranieri sta facendo un grande lavoro e per me è una fortuna incredibile lavorare con lui. Spero che questa sera sarà ispirato”.

In questi giorni si è parlato molto di Frattesi, vi piace?
“Non voglio commentare le voci di mercato, ancora di più questa sera. Frattesi è un buon giocatore, anche lui è un figlio di Roma”.


Riecco Pellegrini, core de Roma

Il derby è giallorosso con rissa finale. Supergol del Capitano dopo i veleni e le voci di addio. Saelemaekers dà il colpo definitivo alla Lazio. Finale burrascoso: Castellanos espulso.

Fonte - tuttosport


Claudio Re

Roma, una partita perfetta: mette in trappola la Lazio (2-0).

Infallibile Ranieri. 5 derby, 5 vittorie. Tutto in 18 minuti: in gol Pellegrini e Saelemaekers sfruttando spazi e ingenuità. Il Capitano esce indicando lo stemma: vuole restare. Rissa finale. Espulso Taty Castellanos.

Fonte - corrieredellosport


Saelemaekers a Dazn: "Emozione incredibile. Siamo orgogliosi di aver vinto"

Saelemaekers, dopo la vittoria contro la Lazio (2-0), ha parlato ai microfoni di DAZN.

Ti aspettavi potesse essere così bello il tuo primo derby della capitale?
“Emozione incredibile. Avevo già giocato il derby di Milano ma anche quello di Roma è speciale. Sono molto contento di aver fatto gol e di aver aiutato la squadra. Continuiamo così”.

Che capitano è Pellegrini?
“Nel pullman avevo detto a Lorenzo che avrebbe fatto gol e così è stato. Sono molto contento per lui, è stato un momento difficile per lui. È un giocatore importante per la squadra e oggi l’ha fatto vedere. Siamo tutti uniti con lui”.

Ranieri ha vinto 5 derby su 5.
“È una leggenda di Roma. Siamo molto contenti per lui perché ha ripreso un gruppo in un momento difficile e lui l’ha saputo rialzare. Ha messo una mentalità più alta: oggi abbiamo vinto per lui e per i tifosi”.

Un messaggio per i tifosi?
“Orgogliosi di aver vinto il derby per loro. Abbiamo dato tutto sul campo, sono tre punti importantissimi e ripartiamo così”.

Che compagno è Mancini?
“Non posso dire nulla su Mancio, è un fenomeno assoluto”.


SkySport, nessuna trattativa tra Pellegrini e il Napoli

"Nessuna trattativa tra Roma e Napoli per Lorenzo Pellegrini. Dopo soli due giorni dall’inizio del calciomercato le squadre stanno iniziando a puntare gli occhi su diversi giocatori. I riflettori sono puntati su tutti i club ma anche sulla Roma e in particolare su Lorenzo Pellegrini. Non risulta nessuna trattativa tra i giallorossi e il Napoli né un accordo raggiunto tra le parti."

Gianluca Di Marzio su X


Manu Konè a Il Romanista: "Mai pentito di aver scelto la Roma. Derby? Proveremo a vincere"

Manu Konè si è concesso in una lunga intervista esclusiva a Il Romanista in distribuzione oggi allo Stadio prima del derby.

Manu, come procede con lo studio dell’italiano?

«In campo inizio a capire sempre di più, la comprensione va migliorando gara dopo gara ma con i compagni mi esprimo ancora in francese. Il tedesco? No, non l’avevo imparato, meglio l’inglese».

Un inizio complicato qui a Roma. Ti sei mai pentito di aver scelto il club giallorosso? No, vero?

«No (sorride, ndr), assolutamente. La Roma è una grande squadra e sono assolutamente orgoglioso di farne parte».

Hai raccontato che uno dei motivi per il quale hai scelto la Roma è stata la possibilità di lavorare con De Rossi. Con quale concetto ti aveva convinto a venire?

«A lungo mi aveva spiegato come mi avrebbe utilizzato, senza dubbio una delle ragioni che mi ha portato qui era il feeling che si era instaurato tra di noi, ma ripeto  la Roma rimane un grande club. Non c’è stato purtroppo il tempo per conoscerci meglio, non nascondo che per me è stato un piccolo shock il suo esonero, ma sappiamo bene come va il calcio. Io ho uno spirito competitivo ma sono stato molto dispiaciuto per lui. In estate mi ha detto che aveva bisogno di me, della mia qualità e che mi aveva seguito con attenzione durante i Giochi Olimpici: in sintesi per lui ero il giocatore perfetto».

Dopo De Rossi è arrivato Juric. Ci racconti qual è stata la reazione del gruppo?

«Quando è arrivato il nuovo coach, il passaggio è stato talmente rapido che non c’è stato troppo tempo per parlare tra di noi, ci siamo solo detti di dare il massimo per noi stessi e per i tifosi. Volevamo cercare di dimostrare in campo quello che valevamo».

Diversi allenatori in pochi mesi, eppure hai dimostrato una grande qualità di adattamento. Qual è il tuo segreto?

«Non direi che ci siano segreti, da quando sono piccolo sono abituato a farlo. Ho lasciato la mia famiglia a 10 anni, mi allenavo lontano da casa anche a Tolosa, idem in Germania e solo con le mie forze sono riuscito ad impormi. Semplicemente so che se lavoro bene in campo, allora dimostrerò le mie qualità».

Quando eri bambino a Parigi abitavi vicino allo Stade de France, è vero?

«Vero, abitavo nella periferia di Parigi, a circa 10 minuti dallo Stade de France, e si vedeva da lontano: da bambini giocavamo per strada e sognavamo un giorno di giocarci dentro. Spesso mi capitava di giocare con quelli più grandi, anche con i miei fratelli. La famiglia? Siamo 8 nel complesso, ma a Roma sono solo. Mio papà ha giocato in Africa, i miei due fratelli uno gioca da semiprofessionista e uno nei dilettanti».

Avevi una squadra del cuore?

«Da piccolo ero tifoso del PSG per ovvi motivi, ma ero affascinato dal Real Madrid e seguivo Drogba, anche per le sue origini ivoriane».

Dalle Olimpiadi alla Roma fino alla nazionale maggiore: è il momento più importante della tua carriera?

«Sono un tipo a cui piace prendersi le proprie responsabilità, ho grande fiducia nelle mie qualità. Sono state tutte tappe molto importanti in pochi mesi, dalle Olimpiadi alla Roma fino all’esordio con la nazionale francese, ma per me non è stato uno shock o una sorpresa, ma la logica conseguenza del lavoro che avevo fatto. Qualcuno può avvertire la pressione, ma in campo io entro sempre con la tranquillità di chi sa quello che può fare».

Arriviamo al derby di domenica. È il primo vero della tua carriera.

«Ne ho giocati altri, ma tra squadre rivali e non un derby di città come questo. Per me sarà la prima volta, capisco che è qualcosa di enorme, ma veniamo da una bella prestazione. Cercheremo di fare del nostro meglio».

Se dovessi segnare, hai già pensato a qualche esultanza? Magari ancora con la bandierina...

«La cosa più importante è vincere, partiamo da questo. Poi quando ho segnato con il Lecce e ho alzato la bandierina ammetto che non sapevo che mi sarebbe costata un cartellino giallo. Bisogna quindi stare attenti, ma a fine partita ci penserò».

Hai già avvisato Guendouzi che lo batterai?

«No, no (ride, ndr), ma quando siamo stati in nazionale abbiamo già parlato del derby. Domenica poi ci saranno tanti francesi, c’è anche Enzo, ma in campo per me non ci sono amici, sarà una battaglia. Nessuno sconto».

Sei un giocatore che ha grandi margini di crescita dal punto di vista realizzativo. Sei più da gol o da assist?

«Vero, crescendo negli anni ho sempre più occasioni per segnare, ma in realtà la mia idea resta sempre quella di fare la scelta giusta: se un compagno è meglio piazzato di me, preferisco passargli il pallone. Se qualcuno si lamenta? No...(ride,ndr). Ma Artem, come normale che sia, vuole sempre il pallone in area di rigore».

Che rapporto hai con il capitano, Pellegrini? Sta attraversando sicuramente un periodo complicato...

«Molto buono, molto bello, mi ha accolto nei migliori dei modi, è uno di quelli che scherza spesso con me e per noi è un giocatore molto importante: si allena sempre forte, lui è sempre lì per aiutare la squadra. Ma soprattutto è un esempio per tutti noi».

Al netto delle difficoltà di questa stagione, che posto ritieni dovrebbe avere la Roma in campionato?

«Abbiamo avuto un inizio complicato, con tre allenatori e abbiamo faticato a trovare il ritmo, ma ora siamo sulla strada giusta. Siamo sempre più coesi come gruppo e anche in allenamento, va sempre meglio. Difficile ad ogni modo dare indicazioni di dove potremmo arrivare, ma spero il più alto possibile per poterci qualificare in Europa per la prossima stagione».

La Roma è una squadra attrezzata per vincere l’Europa League?

«Sì».

In tutto questo trambusto, la squadra quanto ha percepito la famiglia Friedkin presente?

«Noi avvertiamo sempre la loro presenza, li sentiamo sempre vicini e ci hanno sempre messo nelle condizioni migliori per vincere le gare. Al momento non sono di certo contenti dei risultati, ma siamo noi a dover rispondere sul campo, rispondere così alle loro attese per realizzare il loro progetto».

Quali differenze hai trovato in Serie A rispetto al calcio tedesco?

«Il calcio italiano l’ho trovato ad un livello superiore, sia dal punto di vista tattico che tecnico, in Serie A ci sono tante squadre con idee di calcio ben definite. In Germania era più fisico, un calcio più “box to box”, qui è uno sport più tattico e intelligente, partite sempre molto intense che spesso si vincono con un gol negli ultimi minuti. Di sicuro è un campionato che va a completare il mio bagaglio di esperienza».

Adesso c’è Ranieri: cosa ha portato l’arrivo del tecnico?

«Per noi è una grande fortuna averlo come allenatore, è un grande tecnico, ma lo conoscevo già dai tempi del Monaco: lui è un allenatore molto esperto, la sua idea di calcio si rivela sempre vera. Lo ascoltiamo e cresciamo con i suoi consigli perché ci fa giocare bene».

Tu hai convinto sin da subito, il tuo connazionale Enzo Le Fée, invece, è ancora un oggetto misterioso. Come mai secondo te? Andrà via a gennaio?

«Non parliamo di mercato tra di noi. Lo conosco da 4 anni, dai tempi della nazionale, e lo trovo un giocatore fortissimo. Ritrovarlo a Roma è stato un piacere. In allenamento dimostra sempre il suo valore, sicuramente per lui è un momento difficile ma deve avere pazienza e continuare a lavorare forte: l’atteggiamento è quello giusto, lotta e si batte, trovo che sia molto forte e un giocatore importante».

In chiusura, possiamo tranquillizzare i tifosi che già ti hanno eletto come loro beniamino? Resti a Roma per vincere qui?

«Sì, sì, ho un contratto molto lungo. E ho percepito sin da subito l’amore dei tifosi, questo senza dubbio ha facilitato il mio ambientamento».