Mkhitaryan: " Sono molto felice di poter rimanere ancora. Voglio riuscire a raggiungere gli obiettivi"
Henrik Mkitaryan ha commentato l'accordo preliminare per rimanere alla Roma anche nella prossima stagione in un'intervista per il sito ufficlale del club giallorosso:
Quanto sei soddisfatto di avere la possibilità di prolungare la tua esperienza alla Roma?
“Sono molto felice. Alla fine siamo riusciti a raggiungere l’accordo per estendere il prestito e porre le basi per restare un altro anno qui. Mi fa molto piacere la prospettiva di poter rimanere ancora una stagione qui, perché ci sono ancora obiettivi che non ho raggiunto e voglio riuscirci. Non vedo l’ora di farlo, così come non vedo l’ora di poter portare a termine questa parte di stagione ad alti livelli prima di concentrarci sulla prossima”.
Come giudichi la tua esperienza finora alla Roma?
“Sono arrivato qui con tanta fiducia di poter fare bene. Ho iniziato a giocare, ho trovato il primo gol e il primo assist ma poi un paio di infortuni hanno complicato un po' le cose. Quando ero di nuovo pronto e vicino alla forma migliore è arrivato lo stop dovuto al coronavirus. Credo che sia stato il periodo più brutto di tutta la mia carriera ma ora è bello essere tornati per completare la stagione. Non siamo ripartiti nel modo migliore ma non ci arrendiamo, spingeremo ancora forte perché la stagione non è finita. Mancano ancora 10 partite, faremo il massimo per guadagnare più punti possibili”.
Il tuo obiettivo è quello di poter dimostrare le tue qualità con più continuità?
“Certamente, ogni giocatore vorrebbe sempre giocare, ma si sa che non basta solo questa voglia, ci sono cose che l’allenatore vede meglio di quanto possiamo vedere noi. Chiaramente il mio obiettivo è di giocare più partite possibili e quando sarò in panchina mi farò trovare più che pronto ad aiutare la squadra anche a partita in corso. Credo che la nostra squadra sia molto competitiva, abbiamo più di 25 giocatori e in alcuni ruoli abbiamo non solo due ma addirittura tre scelte, il che non è semplice ma è anche un stimolo per far sì che tutti i compagni siano sempre concentrati. Abbiamo tutti un unico obiettivo e per questo lottiamo: vogliamo che la Roma sia un top club che vinca partite e trofei. E anche se può essere difficile giocare una partita e lasciare il posto a un compagno per quella successiva, la cosa importante è lottare tutti per lo stesso obiettivo. Quindi dobbiamo spingerci e supportarci a vicenda e lavorare per fare passi in avanti”.
Dalla ripresa abbiamo giocato due partite: quali sono le tue sensazioni finora?
“Siamo partiti in modo positivo battendo la Sampdoria in una partita che non è stata semplice avendo concesso un gol nei primi minuti. È stata dura riuscire a rimontare ma lo abbiamo fatto, grazie al lavoro dei compagni e soprattutto grazie a Edin che ha segnato due gol incredibili. Sulla partita contro il Milan posso dire che nel primo tempo abbiamo giocato bene, facendo meglio di loro. Non sono sicuro di cosa sia successo nella ripresa. Hanno iniziato a prendere il controllo della partita e noi abbiamo faticato. Ma non possiamo arrenderci ora. Arrendersi è sempre la scelta più a portata di mano ma noi dobbiamo imparare dai nostri errori e non ripeterli”.
La partita di giovedì contro l’Udinese costituisce a maggior ragione una chance per ripartire?
“Sì, ma anche se avessimo battuto il Milan l’obiettivo sarebbe stato lo stesso, quello di vincere questa gara e anche quelle successive. Ora dobbiamo avere ancora più motivazioni contro l’Udinese. Non ci sono partite facili in Serie A, ogni squadra lotta per i propri obiettivi e noi dobbiamo essere più pronti di loro. Giocheremo in casa ma purtroppo senza l’apporto dei nostri tifosi, ma non importa dove e come giocheremo, dobbiamo vincere la partita”.
Come ti sei trovato a giocare a porte chiuse? Ti era mai capitato in carriera?
“Forse in una partita amichevole. Non è piacevole giocare in uno stadio vuoto. Che sia San Siro, che sia l’Olimpico, quello che si desidera è sentire l’appoggio dei tifosi, vederli festeggiare dopo un gol o vedere i loro sorrisi dopo una vittoria. È un peccato ritrovarsi in questa situazione ma sappiamo qual è la ragione e che tante persone sono al lavoro per risolvere il problema e per far sì che i tifosi possano tornare allo stadio il più presto possibile e in sicurezza. Quando questo succederà sarò più che felice di rivedere i tifosi della Roma perché ci mancano davvero tanto. Sin dalla prima partita sono rimasto stupito da come sostengono la squadra. Ovviamente abbiamo avuto anche delle giornate negative ma loro c’erano sempre. Non vedo l’ora di poter giocare di nuovo in uno stadio pieno e spero che quel giorno arrivi presto”.
Come convivi con i nuovi protocolli di sicurezza messi in atto per la ripresa? Vi sentite sicuri?
“Il Club ha fatto tutto il possibile per garantire la nostra sicurezza e sono molto grato alla Roma per questo. Ovviamente questa situazione è una novità per me, per i miei compagni, per il club. Siamo testati ogni settimana, prima delle partite e siamo potuti andare a Milano, in una delle zone più duramente colpite dalla pandemia. È un’esperienza inedita che spero non si ripeta più in futuro, ma penso che anche da questo dobbiamo raccogliere energie positive per andare avanti. In questi mesi abbiamo fatto in modo di rimanere sempre in sicurezza, facendo tutto quello che il Club ci diceva, dal restare in casa allo svolgere gli allenamenti individuali nella prospettiva di poter tornare a giocare”.
In campionato mancano 10 partite, dopo di che ci sarà l’Europa League, una competizione che conosci bene ma che avrà un formato particolare…
“Per prima cosa dobbiamo restare concentrati sulle prossime partite della Serie A. Poi avremo tempo di pensare all’Europa League visto che manca più di un mese in cui possiamo pensare solo al campionato. Le partite di Europa League si giocheranno in Germania, senza tifosi e in gare secche, non sarà facile, è una novità per ogni squadra ma queste decisioni sono stata prese per preservare la salute di tutti. Dobbiamo avere fiducia in noi stessi e nella possibilità di raggiungere la finale e di vincerla. Tutte le squadre rimaste in corsa sono molto forti, siamo pronti ad affrontarle e a dare il massimo per vincere”.
La Roma è a pezzi. Addio Champions
IL MESSAGGERO - TRANI - Il crollo a Milano è pesante. La Roma alza bandiera bianca a San Siro dove dura soltanto mezzora e si chiama fuori dalla lotta Champions. Zero lucidità in panchina, lingua di fuori per chi sta in campo. La bocciatura è di squadra. Il Milan, che non aveva battuto nessuna delle prime sei, si toglie il gusto della prima volta. I rossoneri ricevono i soliti regali e nella circostanza di Zappacosta, Diawara e Smalling. Soltanto una prestazione accettabile, quella di Mirante che ha tenuto in corsa i compagni finchè ha potuto. L’Atalanta è lontana 9 punti, il Napoli è vicino a 3, ora bisogna difendere il 5° posto. Ci sono stati anche due “timeout” per il cooling break per via del molto caldo, ma la Roma a metà primo tempo si era già fermata. Dopo l’intervallo la benzina è proprio finita. La rotazione è stata più abbondante del previsto con 6 cambi. Buona la prima mezzora con pressing e aggressività della Roma, l’illusione della svolta con Dzeko che fallisce di testa su una palla vagante. Nella ripresa i cambi, che avevano aiutato contro la Sampdoria, hanno questa volta l’effetto contrario.
Le due facce della Capitale e Fonseca si guardi dietro
IL MESSAGGERO - CAPUTI - La giornata di Serie A ci ha detto che per la Lazio la lotta scudetto è viva, mentre per la Roma il raggiungimento della Champions è più improbabile. La distanza dall’Atalanta era proibitiva già da prima e a questo si aggiungono le prestazioni di Gomez e compagni, ma soprattutto la pesante sconfitta contro il Milan. La Roma deve guardarsi alla sue spalle in questa seconda parte di campionato. Ad oggi, chi ha più partite sulle gambe con Coppa Italia e recuperi, sembra godere di qualche vantaggio in più.
Smalling, Baldini prepara il rilancio con lo United
IL MESSAGGERO - CARINA - La Roma da oggi accelera le operazioni in ottica futuro. Per prima cosa c’è da fare il prolungamento del prestito di Smalling di cui ieri Fonseca non aveva dubbi, così come quello di Mkhitaryan. Ad oggi l’accordo con lo United non c’è, probabilmente perchè la partita portata avanti da Baldini e dall’agente dell’inglese è doppia: garantire la sua permanenza fino a fine stagione e portare a casa il riscatto. La Roma deve salire con l’offerta che ora è ferma a 15 milioni. La formula prevede il prestito oneroso più il riscatto nel 2021. L’alternativa rimane Vertonghen. Poi via al valzer delle cessioni con Kluivert, Under e potrebbe aggiungersi Diawara.
Paulo, i conti in rosso: il 2020 è da retrocessione
IL MESSAGGERO - TRANI - La Roma evaporata a Milano veniva da 3 vittorie di fila. Il dato però portava fuori strada perchè i giallorossi hanno perso 6 partite di campionato delle 11 giocate nel 2020. In Serie A ne hanno perse di più soltanto Spal, Brescia, Torino e Lecce. Basta vedere la classifica per notare la flessione della Roma. Il calo fisico a Milano è stato evidente e Petrachi, facendo arrabbiare allenatore e giocatori, aveva fatto scattare l’allarme prima della ripresa del campionato. Chi è entrato dalla panchina è sembrato svogliato, mentre Under, che non si è nemmeno scaldato, è già con la testa al Napoli. Pallotta è lontano e la situazione andrebbe presa di petto. Tratta personalmente con Friedkin e difende Fonseca che dice: “Abbiamo fatto una buona partita nel primo tempo, senza grande intensità, con equilibrio. Nel secondo dopo dieci minuti il Milan ha pressato più alto. Ora è difficile, ma dobbiamo lavorare per vincere la prossima partita“.
Pioli: “Un successo così lo aspettavamo da tanto. Conta la testa”
LA GAZZETTA DELLO SPORT - PASOTTO - Per il Milan aver messo sotto la Roma, nel risultato e nella gestione della partita, è un carico immenso di autostima. I ragazzi di Pioli hanno avuto la tenuta fisica necessaria per chiudere il match nei minuti finali, quando avrebbe potuto prevalere l’acido lattico: “Abbiamo vinto meritatamente perché siamo stati squadra, era da tanto tempo che aspettavamo la vittoria con una big. Un successo che ci dà morale” ha spiegato il tecnico rossonero, “Stiamo bene mentalmente e fisicamente, dobbiamo sfruttare questo momento. Ho sempre creduto che la testa è più importante delle gambe, ho un gruppo che sta dando grande disponibilità, Kjaer ha giocato quasi zoppo“.
Fonseca: “Stanchezza e troppi regali. Però credo ancora alla Champions”
LA GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - Paulo Fonseca è parso amareggiato, con una chiara parola chiave: regali. “Abbiamo regalato senza giustificazioni la partita con un errore come quello fatto contro la Samp, il Milan alla fine era più fresco. Nella ripresa hanno fatto meglio loro, ma senza creare veri pericoli. I due gol sono arrivati senza avere neppure troppa pressione da parte dell’avversario“. Il portoghese non cerca alibi, ma ancora ci crede: “Hanno avuto due giorni in più per riposarsi ed era la terza partita, questo fa la differenza. Mi preoccupa la questione fisica, non abbiamo tempo per recuperare. Detto questo, possiamo lottare e correre di più. Le mie convinzioni di arrivare in Champions non sono cambiate, dobbiamo lavorare per vincere“.
Pellegrini e Veretout giovedì saltano l’Udinese
CORRIERE DELLA SERA - PIACENTINI - Spinazzola, a sorpresa, ha giocato al posto di Kolarov, ma anche lui non ha brillato ed ha offerto una prestazione a due facce: “Abbiamo gestito bene il primo tempo, eravamo molto corti e abbiamo avuto anche qualche occasione per fare male. Nella ripresa ci siamo abbassati troppo. Non è stata una questione fisica“. Fonseca dovrà cambiare ancora giovedì contro l’Udinese visto che non ci saranno Pellegrini e Veretout squalificati.
I giallorossi si arrendono, Fonseca: “Partita regalata, preoccupa la forma fisica”
LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Involuta, lenta, affaticata. La Roma si ferma a Milano compromettendo la corsa al quarto posto. Incapaci di reagire al gol di svantaggio, i giallorossi perdono la loro ottava partita di campionato (la sesta delle undici disputate nel 2020) contro un Milan non irresistibile. “Abbiamo fatto una partita equilibrata nel primo tempo, nella ripresa poi il Milan ha pressato più alto di noi, senza però creare opportunità. Gli abbiamo regalato la partita, con un episodio simile a quello contro la Sampdoria. Erano più freschi di noi, ma gli abbiamo fatto dei regali senza giustificazioni” ha spiegato Paulo Fonseca. Discutibili le scelte dei cambi: Carles Perez, Kalinic e Perotti, entrati insieme, non sono stati in grado di rimontare lo svantaggio.
Mkhitaryan e Smalling, c'è l'accordo
IL TEMPO - BIAFORA - Buone notizie dal mercato per la Roma: il club giallorosso ha trovato l'accordo con l'Arsenal per la permanenza di Mkhitaryan fino a fine agosto, mentre con il Manchester United c’è l'intesa per tenere Smalling per tutto il campionato. Ci sarà un mese di tempo per trattare sull'Europa League e per le prossime stagioni.
Intanto è rottura tra le dirigenze di Cagliari e Roma. Il motivo del contendere è rappresentato da Olsen, che farà ritorno a Trigoria dal 1 luglio, quando scadrà il prestito secco stabilito l'estate scorsa. Nell’accordo con i sardi (pagano soltanto un terzo dell’ingaggio) era previsto un bonus da 900mila euro al raggiungimento delle 18 presenze in campionato dello svedese, fermo a 17 apparizioni in Serie A. Giulini ha tentato di ridiscutere l'accordo per non versare il bonus e tenere Olsen per un altro mese: Fienga ha seccamente rifiutato e si è arrivati alla rottura.
Fonseca: «Troppo dura fisicamente»
IL TEMPO - BIAFORA - Il dito è puntato in particolare sulla questione fisica, con una sincera autocritica per la prestazione messa in campo nel secondo tempo. Paulo Fonseca non è per nulla soddisfatto di come la Roma abbia giocato a San Siro, soprattutto per il modo in cui sono arrivate i gol del Milan, con la rete di Rebic che è sembrata quasi una fotocopia di quella di Gabbiadini di mercoledì scorso: «Abbiamo fatto una buona partita nel primo tempo, una gara equilibrata senza grande intensità ma abbiamo controllato. Poi abbiamo regalato la partita con una situazione simile al match con la Sampdoria. Nel secondo tempo il Milan ha fatto meglio ma noi abbiamo regalato troppo. Non cambia nulla nelle mie convinzioni».
Contro l'Udinese i giallorossi dovranno fare a meno degli squalificati Veretout e Pellegrini, una condizione che riduce le scelte di formazione in un momento più che difficile dal punto di vista atletico: «La capacità fisica ha avuto molta influenza in questo momento. Il Milan - l’analisi di Fonseca - ha avuto sette giorni per prepararsi, per loro è la terza sfida mentre per noi è la seconda. È stato difficile soprattutto fisicamente perla squadra. Hanno avuto due giorni in più rispetto a noi per recuperare, fa la differenza. Il primo match ha avuto un impatto fisico forte in tutti i giocatori, era impossibile non cambiarli per questa partita, come è impossibile non cambiarli per la prossima. È difficile gestire la squadra, chi ha possibilità di mantenere gli stessi giocatori ha un vantaggio, ma ora non è il nostro caso. Poi con questo caldo è troppo difficile».
Di diverso avviso Spinazzola, che non cerca alcuna giustificazione per ciò che ha riguardato la condizione fisica: «Non penso che sia stato un problema fisico, anche perché abbiamo cambiato tanto. Loro avevano la stessa formazione di mercoledì, quindi il livello fisico non c'entra niente. Hanno trovato molti più spazi e con la qualità che hanno trovano le giocate più facilmente. Nel secondo tempo hanno pressato più alti e quindi lanciavamo molto più spesso la palla e loro arrivavano sempre sulle seconde palle, poi dopo era tutto un rincorrere».
Sull’altra panchina non può che sorridere Pioli, alla seconda vittoria consecutiva in campionato: «Siamo stati squadra, con idee chiare, generosità e compattezza. Questa vittoria ci dà morale. Fra una partita difficile contro un avversario con tanta qualità. Siamo partiti lenti ma poi ci siamo sciolti e abbiamo vinto con merito».
La Roma si scioglie
IL TEMPO - CARMELLINI - A San Siro alla Roma non basta giocare venti minuti del primo tempo e sfiorare un gol con Dzeko in avvio per tornare nella Capitale con qualche punto in tasca. La posta, piena, la porta via il«diavolo» di Pioli al quale i giallorossi consentono di prendere confidenza e di entrare gradualmente in partita. Poi, nella ripresa, in campo solo il Milan, con la squadra di Fonseca che non fa un tiro in porta e si scioglie come neve al sole sotto i 32 gradi del catino milanese: troppo caldo per giocare di 28 giugno a metà pomeriggio.
Ma follie del calcio post-coronavirus a parte, la sconfitta, o meglio il modo in cui è maturata non può avere alibi. Non può bastare trotterellare per il campo con palla tra i piedi per ambire a un posto in Champions che ieri si è definitivamente allontanato dalla portata dei giallorossi ormai a meno 9 (10 con lo scontro diretto) da un'Atalanta caterpillar. Anzi, ora gli uomini di Fonseca dovranno guardarsi alle spalle nelle dieci partite rimaste nelle quali avranno l’ingrato compito di difendere almeno la qualificazione alla prossima Europa League. Il successo del Napoli di ieri porta la squadra di Gattuso a soli tre punti dalla Roma.
I rossoneri invece si sbloccano, battono per la prima volta quest'anno una «big» sfruttando anche i due giorni di riposo in più concessi dal bisbetico calendario imposto dalla ripartenza «a tutti i costi» del calcio professionistico. Si assisterà così a squadre che disputeranno delle buone partite alle quali però alterneranno, gioco forza, dei passaggi a vuoto fatti di stanchezza, ricambi in debito d'ossigeno o inadeguati e infortuni. Ma vale per tutti e quindi anche questo non può essere un alibi per Fonseca che dovrà fare tesoro degli insegnamenti arrivati dal risultato di ieri a San Siro. Nel complesso il Milan ha vinto meritatamente, ma forse quel 2-0 è bilancio un po’ troppo severo per i giallorossi che se avessero monetizzato meglio quanto fatto nella prima frazione di gioco forse potevano anche uscirne indenni.
Però nel calcio, come nella vita, con i «se» e con i «ma» non si va da nessuna parte e i due gol nell'arco di dodici minuti, tutti nel finale, confermano il già detto crollo: fisico si, ma anche per certi versi mentale. Per il tabellino Rebic al 76° e Calhanoglu su rigore all’'88°. Perl e pagelle, migliore della Roma Mirante: che la dice lunga sull'afoso pomeriggio giallorosso.
Ora scarico e poi subito sotto in vista del prossimo appuntamento giovedì prossimo, stavolta all'Olimpico, contro l'Udinese. Altra squadra con un maledetto bisogno di punti che vuole lasciare definitivamente la zona retrocessione e quindi altra battaglia per Fonseca &Co.. Ma stavolta sarà fondamentale vincere.