Governo e Lega, lo scontro continua

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Il ministro dello Sport Spadafora non chiude tutte le porte, ma ora la ripartenza è uno “spiraglio”. I calciatori hanno denunciato una condizione a loro giudizio di “discriminati” chiedendo un cambiamento del decreto e la possibilità di allenamenti individuali dal 4 maggio. Spadafora ha risposto a stretto giro chiamando Damiano Tommasi: “Non c’era altra scelta dopo le indicazioni del Comitato tecnico-scientifico”. In mattinata, Gabriele Gravina aveva provato a ricucire dopo il ping pong verbale della sera prima fra Lega e Spadafora. Gravinaha parlato anche di “fughe in avanti dannose per il calcio italiano”. Ma il presidente federale non molla, e poi se c’è la Francia che dice stop, Germania, Inghilterra e Spagna – i campionati più grandi – vanno in un’altra direzione. A Villa Borghese

 

La Lega vuole certezze. I club chiedono cosa succederà il 18 maggio. “Potevamo ripartire anche noi – prende posizione la Roma con il suo medico sociale Andrea Causarano – rispettando le norme sul distanziamento”. Spadafora è infastidito dal comportamento di qualche presidente, “penso davvero di pochi”, che hanno il “vizietto di mettere in giro menzogne e falsità per fare pressioni sul governo. L’aria è cambiata, questi metodi non funzionano”. I club di serie A vorrebbero un interlocutore diverso per la rilevanza economica e sociale del calcio in Italia: il presidente del Consiglio. Conte si è occupato di sport aprendo agli allenamenti individuali il 4 maggio e di gruppo il 18.

L’intera questione, ripresa del campionato o meno, s’intreccia con i rapporti tra club e licenziatari tv. Sky, Dazn, Img hanno già chiesto sconti e dilazioni: l’ultima rata, la sesta, che devono alle società, scade i primi giorni di maggio. Qualche società teme che le tv non versino la rata dovuta.


Tommasi: “La scelta del governo aggrava il rischio. Socialmente avrebbe un senso ripartire”

LA GAZZETTA DELLO SPORT - DI CARO - Il presidente dell’associazione italiana calciatori, Damiano Tommasi, ha rilasciato un’intervista nella quale ha parlato del nuovo dcpm e della possibilità di riprendere il campionato. Queste le sue parole:

La decisione del governo non vi è andata giù…

Non le troviamo un senso. Non sto parlando della ripresa della stagione appesa a tante incognite ma della possibilità per i giocatori di allenarsi individualmente in strutture dove sono controllati. Parliamo di salute degli atleti, questa norma rischia di produrre un aggravamento e non il contenimento del rischio. Per il calciatore il ritorno alla giusta forma atletica dopo questo stop obbligato è un passaggio necessario ed utile anche per evitare infortuni ed essere pronti ad iniziare il 18 maggio gli allenamenti di gruppo.

 

In caso di eventuale contagio durante gli allenamenti o il campionato, la posizione dell’AIC qual è?

La positività di un calciatore è un tema centrale. Ci si ferma? Viene isolato, si fanno i test agli altri e si prosegue? Il protocollo che è stato preparato prevedeva una serie di casistiche, però sembra che presenti delle criticità e vada rivisto. In ogni caso deve essere tutto molto chiaro su cosa fare se si riprende: test, tamponi, spazi, viaggi, trasferte, lavori di gruppo.

Al di là delle necessità economiche, questo campionato ha ancora un senso?

Da un punto di vista sportivo c’è stato un lungo stop, è normale che non si possa riprendere con le condizioni fisiche e psicologiche di prima, ma almeno le squadre ripartiranno tutte da zero. Da un punto di vista sociale un senso lo avrebbe, perchè vorrebbe dire ricominciare a vivere la normalità, anche se con gare a porte chiuse.


Cappioli: “Riprendere a giocare sarà dura per tutti. Fonseca sa quello che vuole”

CORRIERE DELLA SERA - PIACENTINI - Massimiliano Cappioli vive da tempo a Bali in Indonesia ma la sua passione per la Roma resta intatta. Queste le sue parole sulla possibile ripresa del campionato:

Si sta discutendo molto su una possibile ripresa del campionato. Lei che ne pensa?

Se si ferma il calcio è un bel problema per tutti perché tra sponsor e pubblicità muove un bel po’ di soldi. C’è un interesse a farlo riprendere, però l’importante è che non si metta a rischio la salute della gente.

Che Roma si aspetta alla ripresa?

Una squadra in lotta con l’Atalanta per conquistare un posto in Champions League. Non sarà facile, anche se tutti i valori di prima della pausa verranno azzerati: riprendere a giocare sarà dura per tutti. Dopo questa lunga inattività bisognerà fare di nuovo la preparazione.

Quale può essere l’arma vincente della Roma?

Fonseca mi piace moltissimo. Sa quello che vuole, pratica un gioco offensivo e spettacolare. E poi tutti i giocatori ne parlano bene e questa è la garanzia maggiore per tutti.


La Roma teme la concorrenza “sleale”

CORRIERE DELLA SERA - VALDISERRI - Il calcio italiano si sente sotto tiro e discriminato, ma non per questo, almeno per quanto riguarda una parte dei presidenti, ha rinunciato a combattere per portare a termine la stagione ed evitare il temuto tracollo economico.

Il timore di non poter ripartire, però, si fa ogni giorno più pesante. La Francia si è fermata. Succederà lo stesso anche in Italia? La tensione tra il ministro dello Sport, Spadafora, e la Lega Calcio ha raggiunto picchi di intensità mai visti prima.

 

Nelle stesse ore, il premier spagnolo Pedro Sanchez ha aperto agli allenamenti «basici » anche per gli sport di squadra da lunedì prossimo. La “concorrenza” con gli altri campionati rischia di diventare un altro gravissimo problema per il nostro calcio. I ministri dello sport dei lander tedeschi sono favorevoli al via libera per la Bundesliga (ma deciderà il governo centrale, probabilmente il 6 maggio).

 

 

 

Le società inglesi hanno messo sul tavolo un piano dettagliato per ripartire, stanziando 4 milioni di sterline per l’acquisto di 26.000 tamponi sanitari da effettuare due volte la settimana nelle 20 squadre di Premier League. La grande paura è vedere le altre nazioni ripartire e restare fermi. Diventerebbe inevitabile, a quel punto, un ulteriore ridimensionamento del valore della serie A, con una fuga dei migliori calciatori.

 

La Roma si è già dovuta scontrare con la volontà del Lipsia di fare un’offerta al ribasso per il riscatto di Schick. Meno potere economico si ha e più è difficile sedersi al tavolo per una trattativa. Domani il club giallorosso pubblicherà la semestrale che era stata rinviata proprio per l’emergenza coronavirus. Il “rosso”, che sarà comunque consistente, è stato abbassato grazie all’accordo con i calciatori sugli stipendi. Ma è solo una toppa, non una misura strutturale.

 


La Roma si affida al medico: “Finiamo il campionato”

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - La Roma adesso si è apertamente schierata dalla parte dei club che vorrebbero finire il campionato. I giallorossi alzano la voce affidandosi ad Andrea Causarano, responsabile sanitario della prima squadra: “L’ultimo Dpcm ci ha colti un po’ di sorpresa. Stupisce il trattamento riservato agli altri sport a discapito del calcio. Sembra quasi che non ci si fidi del fatto che possa ripartire rispettando le norme di sicurezza. È incomprensibile non considerare il calcio nel momento in cui si dice che l’obiettivo è consentire la graduale ripresa delle attività sportive. Potevamo ripartire anche noi nei centri sportivi a porte chiuse e seguendo tutte le direttive nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento“. La battaglia a distanza con il governo è aperta.


Pallotta finanzia il vaccino

IL TEMPO - BIAFORA - Miliardari e scienziati uniti per trovare una cura contro il Coronavirus.Il Wall Street Journal ha rivelato l’esistenza di un progetto americano finanziato anche dal presidente della Roma Pallotta. L’iniziativa è stata voluta dal medico Tom Cahill. Intanto a Roma fanno sapere di voler portare a termine il campionato, tramite le parole del medico sociale Causarano: “L’ultimo Dpcm ci ha colti un po’ di sorpresa. Stupisce il trattamento riservato agli altri sport a discapito del calcio. Sembra quasi che non ci si fidi del fatto che possa ripartire rispettando le norme di sicurezza“.


Fonseca: "A Trigoria ci sono tutti i mezzi per allenarsi in sicurezza. Sono innamorato della Roma"

Paulo Fonseca, tecnico della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Teleradiostereo. Queste le sue parole:

Visto che il Governo ha permesso agli sport individuali di riprendere gli allenamenti, anche il calcio, con tutte le precauzioni, avrebbe potuto?
“Sì. Per me è difficile capire perché possiamo adesso andare a correre nei parchi, dove ci sono molte persone, sicuramente, e perché non possiamo allenarci a Trigoria dove abbiamo tutte le condizioni per fare un lavoro individuale, abbiamo tre campi in cui possiamo dividere i giocatori. È più sicuro che andare al parco con tante persone. Siamo tutti in regola, penso che a Trigoria abbiamo condizioni migliori rispetto a quelle del parco. Ma è la mia opinione”.

Quando parla lei, c’è emozione.
“Non è perché sia qui a parlare con voi, sono innamorato della Roma. Non solo del club, ma anche della città. Per me è un sentimento unico. Mi piace tanto la città, non posso parlare molto perché tutti noi sappiamo che Roma è la città più bella del mondo. Non so se mi vedete, sono qui con un altro romanista (mostra in camera il figlio, ndr). Devo dire che quello che vivo a Roma con i tifosi e con l’atmosfera, col club, è unico. Dobbiamo capire che in questo momento il club è molto organizzato, con un’atmosfera molto positiva. Abbiamo persone molto competenti che lavorano nel club in tutti i settori, questo non è facile da trovare per un allenatore. È per questo che mi piace tanto la Roma e la città. Poi, le persone in città sono fantastiche con me e con la mia famiglia. Quando vado in città le persone sono fantastiche con me e la mia famiglia. Sono grato e orgoglioso di essere l’allenatore di questo grande club

Può avere un’importanza anche dal punto di vista sociale la rinascita del calcio?
“Al momento abbiamo questa situazione difficile e penso che la Roma possa aiutare a dimenticare questo vero problema sociale. Penso che se avremo una squadra in grado di far sognare i romanisti la città potrebbe essere più allegra e contenta. Qua la gente è veramente appassionata per il club, diversamente da altri parti in cui ho allenato. Quello che facciamo influenza veramente tutti i tifosi. Sono ancora più orgoglioso di essere allenatore della Roma perché il club ha fatto un gran lavoro sociale in questo periodo e questo mostra una relazione molto effettiva tra la gente e il club e questo è più importante del risultato”

È più difficile insegnare calcio o entrare nella loro testa?
“Quando arriviamo in un club di un altro Paese bisogna sempre capire come sia la mentalità e la cultura del Paese. Il mio vantaggio è che anche la mia cultura sia latina, simile per certi versi alla cultura portoghese. Poi bisogna comunicare con i giocatori, motivarli”.

Per le vengono prima i valori della vita della carriera?
“Il mio agente è un amico che ho da quando ho iniziato a lavorare come professionista in Portogallo. Ero in un’agenzia con i migliori agenti del mondo ma ho bisogno di sentire la piena fiducia delle persone che lavorano con me e il mio agente è un amico e ci sono cose più importanti dei soldi nel nostro rapporto lavorativo. Ho bisogno che le persone che stanno con me credano totalmente in me. Lui non era un agente ma un mio amico”.

Qual è il grande problema della Roma? Perché ha vinto così poco rispetto ad altre squadre? L’ambiente crea problemi?
“Ho lavorato in altri club. Queste questioni sono delle scuse, tutti i club devono avere questo ambiente, un ambiente da club grande. Qui c’è la dimostrazione che la Roma è grandissima. Se vogliamo vincere abbiamo bisogno di creare le giuste condizioni ed è importante essere tutti insieme in questo momento. La città, i tifosi non valorizzano la grandezza che possiamo avere stando tutti insieme. La Roma è più grande degli altri club perché ha questi tifosi, questa forza. Io sono l’allenatore e voglio sentire questo. È vero che c’è la critica, non è tutto bello e perfetto ma questa è la dimostrazione che la Roma è grandissima, viviamo tutti con grande intensità questa squadra. Ci sono molte persone che parlano di calcio. Se vogliamo essere grandi non possiamo non avere questo. Poi ci sono cose che sono importanti da capire. In questo momento è difficile per la Roma investire come altri club ma, con l’organizzazione che abbiamo, il club sta creando una base sicura per poter avere le condizioni di lottare con i club che effettuano grandi investimenti”.

Quando è stata la prima volta che ha pensato di poter venire qui?
“La Roma mi è sempre piaciuta e devo confessare che quando ho sentito la voglia di essere l’allenatore della Roma è stato durante il match con lo Shakhtar contro la Roma, all’Olimpico, con un ambiente fantastico, con quei tifosi, in questa città. Lì ho sentito una grande voglia di essere l’allenatore della Roma”.


Balzaretti: "Con Totti anche gli allenamenti erano uno spettacolo"

Federico Balzaretti, ex calciatore della Roma, racconta a DAZN la sua esperienza vissuta come compagno di squadra di Francesco Totti. Queste le sue parole:

Il cucchiaio: 
"Ogni giorno in allenamento era un gol come quello visto a San Siro (Inter-Roma 2-3 2005/06). La cosa incredibile è che tu lo sapevi, ma tanto faceva gol lo stesso, era uno spettacolo e vinceva molte partite perché l'allenatore era molto condizionato dal farlo vincere, faceva pesare in partitella il suo essere Francesco Totti, perciò chi stava in squadra con lui vinceva, noi compagni avevamo la classifica di chi avesse giocato con lui perché era divertente, era un modo per giocare. Con Garcia poi chi vinceva più partitelle in un mese, vinceva la magliettina. Una volta in allenamento segnò da metà campo con una delle sue giocate: venire a ricevere palla di sponda per imbucare, quella volta però tirò in porta da 50 metri e chiedemmo si smettere l'allenamento perché non potevamo vedere meglio di quella giocata". 


La Serie A come la scuola: finita

MILANO FINANZA - Sul ritorno in campo della Serie A ci sarà un grande punto interrogativo o definitivamente iltriplice fischio. Il calcio è infatti una di quelle discipline a rischio nell'emergenza Covid-19. Fattore 3, ossia alto, su una scala di 4, per quanto riguarda la vicinanza tra gli atleti e il loro numero sul campo, ma anche per l'utilizzo degli spogliatoi, si legge nello studio realizzato dal Politecnico di Torino e consegnato dal Coni al ministro Vincenzo Spadafora, che dovrà fungere da vademecum per organizzare le attività una volta superata l'epidemia.
Il ministro Spadafora chiede di perfezionare il protocollo della Figc per la ripresa degli allenamenti dal 18 maggio prossimo, ma precisa però che questo non significa una ripartenza della massima serie. Per capire la posta in gioco basti pensare che il pallone nel suo complesso ha un valore della produzione che negli ultimi anni ha superato i 3,5 miliardi e fornisce una contribuzione fiscale e previdenziale che sfiora gli 1,2 miliardi l'anno, incidendo da solo per il 70% dell'intera contribuzione fiscale del comparto sportivo italiano. Senza contare tre squadre quotate in borsa (Roma, Lazio e Juventus). La valutazione del governo, in ogni caso, non potrà tardare: entro il 25 maggio la Uefa vuole dalle leghe un piano per la ripresa e qualsiasi cancellazione dei campionati dovrà comunque produrre un elenco dei club qualificati per le coppe.


Pallotta: “Non potrei essere più orgoglioso di Roma Cares"

James Pallotta, presidente della Roma, sta finanziando, insieme ad altre personalità, una ricerca legata al Covid-19. Di seguito alcune dichiarazioni, riportate dal Wall Street Journal

"Non potrei essere più fiero di Roma Cares. Molti club dovrebbero utilizzare singolarmente e collettivamente la loro voce per buone cause, perché quando succede i risultati ci sono». «Noi non siamo una squadra solamente in campo. La nostra fondazione è per certi versi simile alla “Shamrock” dei Celtics. Il progetto originale mio, di Baldissoni e Paul Rogers era quello di creare una presenza costruttiva nella comunità. Ci sentivamo in dovere di offrire alla città di Roma qualsiasi tipo di contributo, per aiutare i bisognosi sia nella capitale che nel resto del mondo. E, in questo, volevamo trovare anche un modo d iincludere i nostr itifosi a livello globale, e penso alla campagna Missing Children. Non si tratta solo di dare dei soldi, ma di creare coscienza su certi problemi ed utilizzare in modo costruttivo la nostra piattaforma. Fienga ha fatto un grandissimo lavoro con Roma Cares contro il Covid-19,tutta la società ha fatto lo stesso e io sono orgoglioso anche dei giocatori attuali e del passato che si sono offerti volontariamente per collaborare con noi».


Spadafora: "Bisogna verificare se il protocollo proposto dalla FIGC sia attuabile"

Vincenzo Spadafora, Ministro dello Sport, ha parlato nel corso della trasmissione Omnibus, in onda su La 7. Queste le sue parole:

“Il rischio zero non c’è. Io ho chiesto al comitato se il protocollo della FIGC fosse applicabile o meno. Per esempio, siamo sicuri che la quantità di tamponi richiesta sia assecondabile? Il comitato ci ha detto che hanno problemi loro stessi per i tamponi, quindi è da valutare anche perché Serie B e Serie C magari non possono seguire il protocollo”.


Matthaus su Gotze: "Il suo tempo a Dortmund è finito. La Serie A sarebbe giusta per lui"

Lothar Matthaus, ex centrocampista dell'Inter ed icona della Germania, ha parlato ai microfoni di Sky Sport del futuro di Mario Gotze e delle possibilità di vederlo in azione in Serie A (su di lui c'è la Roma):

"Suppongo che il suo tempo a Dortmund sia finito. Sarei molto sorpreso se ci fosse un accordo nei negoziati imminenti. Oggi il suo modo di giocare a calcio non va più bene. Gli manca la velocità per stare al passo con il calcio praticato dal Dortmund e da molti altri club. Non è mai tornato al suo meglio a Dortmund dopo il suo ritorno dal Bayern Monaco. Götze deve trovare un club e soprattutto un allenatore che costruisca intorno a lui e allinei gli schemi di gioco con lui. La Serie A sarebbe giusta per lui. Il gioco lì non si sviluppa così rapidamente e questo gli può dare beneficio. La volontà di sicuro non gli manca, ma non è il giocatore che insegue gli avversari indietro per 30 metri".