Il Valencia vorrebbe rinnovare il prestito di Florenzi

Attualmente in prestito al Valencia, Alessandro Florenzi potrebbe rimanere in Spagna anche nella prossima stagione.
Infatti, come riferisce il portale El Desmarque, il Valencia vorrebbe chiedere alla Roma di rinnovare il prestito di Florenzi anche per la prossima stagone.
I giallorossi non vogliono perdere il giocatore a titolo definitivo, ma potrebbero acconsentire alla richiesta così da dare a Florenzi maggiore spazio in vista degli Europei del 2021.


Uefa, Duka: "Alcuni campionati non riprenderanno, ma credo che le squadre impegnate in Europa giocheranno"

Armand Duka, membro del comitato esecutivo dell'Uefa, ha parlato ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli delle decisioni delle varie federazioni di riprendere o no a giocare:

"Anche se certi campionati hanno deciso di non scendere più in campo, credo che le squadre di questi suddetti campionati impegnate in competizioni europee giocheranno lo stesso. In Albania siamo a stretto contatto con il Governo ed i Comitati Scientifici, l’intenzione è di ripartire a fine maggio. Impensabile una linea unica europea: i contagi variano da Stato a Stato".


Rizzoli: "Non sappiamo quando sarà possibile ripartire. Dovremmo rivedere molto cose"

Nicola Rizzoli, ex arbitro ed oggi designatore per la Serie A, ha parlato sulle pagine de Il Corriere di Bologna della possibile ripartenza e di come potrebbe cambiare il calcio:

"La risposta è sempre la stessa, non lo sappiamo con sicurezza quando sarà possibile ripartire. La palla ce l’ha il governo e gli scienziati, aspettiamo loro. Noi possiamo fare mille ipotesi e rivederle di continuo, ma il via lo danno loro. La situazione coronavirus è più snervante e ci sono settori dove la sofferenza è più alta. Questa emergenza colpisce tutti. Una volta passata dovremo rivedere molte cose anche nel calcio".

Come cambierà il calcio?
"Partecipo ad un gruppo di lavoro coordinato dalla Uefa dove sono presenti le 5 principali leghe d’Europa. Ci scambiamo informazioni e ipotesi, e la cose più problematiche oltre alla sicurezza dei viaggi riguarderanno il cambio di abitudini che ci attende, dagli spogliatoi separati agli atteggiamenti in campo senza proteste all’arbitro, con esultanze diverse, abbracci e trattenute sui corner".


Nicchi: "Spadafora eviti di terrorizzare. Bisogna provare a ripartire"

Marcello Nicchi, presidente dell'AIA, ha parlato ai microfoni di TMW Radio della possibile ripresa del campionato:

"Bisogna accelerare con le risposte, manca un punto di riferimento. Spadafora? Eviti di terrorizzare, cominciamo a pensare a casa nostra invece di parlare degli altri. Bisogna provare a ripartire: che sia oggi o a maggio. Bisogna ricominciare tramite la messa in sicurezza. Se scompare il calcio, scompaiono tante componenti. Chi ci può garantire che ad ottobre non ci sia la stessa situazione? Nessuno! Se ci danno l’ok noi siamo pronti a riprovarci, ma diamoci degli obiettivi, non teniamo segregati arbitri e atleti. Se le cose poi dovessero peggiorare ci fermeremmo come abbiamo già fatto. Siamo pronti a garantire la sicurezza sanitaria di arbitri e atleti. Non terrorizziamo la gente e ripartiamo".


Antonucci: "Il giocatore più forte con cui ho giocato è Dzeko"

Mirko Antonucci, ex calciatore della Roma ora Vitoria Setubal, ha parlato in una diretta Instagram con l'ex compagno Andrea Marcucci, che gli ha posto alcune domande. Queste le sue parole:

Come va l'avventura in Portogallo?
"Sono arrivato qui da infortunato, ho giocato appena tre partite, niente di che".

Il momento più bello della carriera?
"L'esordio contro la Sampdoria".

Ricordo più bello del settore giovanile?
"Il primo scudetto, con i giovanissimi nazionali".

Il giocatore più forte con cui hai giocato?
"Dzeko, per tutti i gol che fa, direi lui".

Il giocatore a cui ti ispiri?
"Perotti, il più simile a me. Poi lui mi ha aiutato tanto".

Torni a Roma?
"L'anno prossimo si, qui è prestito secco. Poi si vedrà cosa accadrà".

Momento più bello negli spogliatoi?
"A Roma-Barcellona, i festeggiamenti del dopo partita"

Il compagno più divertente?
"In prima squadra Zaniolo e Florenzi".

Il tuo migliore amico nella Roma?
"Lorenzo Valeau"


Florenzi: "Fonseca è una bravissima persona, siamo in ottimi rapporti"

Alessandro Florenzi, ha partecipato alla diretta Instagram di Fabio Cannavaro, parlando della sua nuova esperienza spagnola e ricordando quella giallorossa. Queste le sue parole:

Come va?

"Bene, ci hanno dato un'ora di uscita con i bambini per fortuna. Ieri hanno stabilito che dal 4 ci saranno gli allenamenti individuali, riaprono i parrucchieri, che invece in Italia riaprono il 1 giugno. Dall'11 maggio riaprono teatri, cinema e ristoranti, con accesso ridotto. O sono molto spregiudicati qui, o molto prudenti in Italia".

Hai imparato lo spagnolo?

"Un po' lo capisco, ma se parlano velocemente non capisco. Comunque per noi italiani è facile capire lo spagnolo".

L'esperienza spagnola?

"Umanamente è un'esperienza bellissima, nonostante le difficoltà del momento. Sono stato accolto benissimo, i compagni sono fantastici, il paese è bellissimo. La città è bella, si sta molto bene"

Hai fatto tanti gol belli.

"Si, non ho segnato tanto, ma sono pochi i gol brutti. Non mi piace fare le cose facili".

Il più bello?

"Come contesto e come gesto sicuramente quello al Barcellona, ma per me il gol più bello è quello che ho fatto a Udine, perché rispecchia il mio modo di vedere il calcio. Poi ho fatto due bellissimi gol al Genoa, uno in rovesciata e l'altro in contropiede. Anche quelli a Milano".

Sul Valencia...

"Un’esperienza che sentivo di fare. Se me lo avessi chiesto a giugno scorso avrei detto no, ma è stata una buona opportunità."

Sul rapporto con la Roma e Fonseca...

“Fonseca è una bravissima persona, tatticamente è davvero molto preparato. Nonostante la partenza, mi sono lasciato in ottimi rapporti con tutti lì a Roma e la mia stima per Fonseca è altissima"


Coni, consegnato al Ministro Spadafora il report "Lo Sport riparte in sicurezza"

Il Coni, tramite il proprio sito ufficiale, ha pubblicato una nota in cui comunica di aver consegnato al Ministro Spadafora il report del Politecnico di Torino intitolato "Lo Sport riparte in sicurezza":

"Nel corso della riunione informale della Giunta del CONI, tenuta questa mattina, il Presidente Giovanni Malagò ha informato i membri di aver inviato al Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, il report del Politecnico di Torino, titolato: “Lo Sport riparte in sicurezza”. Il Presidente Malagò, illustrando il documento, ha ringraziato il Segretario Generale, Carlo Mornati, che con il suo staff ha lavorato in questi giorni per portare a termine un lavoro di 404 pagine, comprensivo di numerosi allegati.

Come accade per l’Inail con l’elenco Ateco (attività economiche), questo studio serve per certificare i diversi fattori di rischio delle 387 discipline sportive facenti capo al CONI e al Comitato Italiano Paralimpico, fornendo indicazioni e azioni di mitigazione che possano accompagnare la ripresa dell’attività agonistica, quando sarà finito il lockdown, in virtù delle specificità proprie di ciascuna disciplina, con carattere temporaneo e strettamente legate alla fase di emergenza, sebbene alcune potranno essere utili anche ad emergenza superata.

D’intesa col Comitato Italiano Paralimpico, è stato quindi richiesto alle Federazioni Sportive Nazionali, alle Discipline Sportive Associate e agli Enti di Promozione Sportiva - che hanno prontamente fornito la più piena collaborazione - di compilare un questionario analitico predisposto sulla base di un modello di analisi di rischio.

Il modello proposto evidenzia per ciascuna disciplina sportiva gli aspetti valutativi della distanza, dei dispositivi di protezione e della possibilità di utilizzo di tecnologie applicate allo sport (cosiddetta digitalizzazione).

È stato chiesto di indicare per ogni singola voce - applicata a ciascuna disciplina sportiva e con riferimento al luogo di pratica, nonché alla natura dell’evento (allenamento/gara) - il relativo fattore di rischio dove: 0= inesistente; 1=scarso; 2=medio; 3=alto; 4=elevato.

Con il Politecnico di Torino è stato sviluppato il “Rapporto lo sport riparte in sicurezza” per consentire ai vari stakeholder di procedere ad un self assessment (ovvero un’autovalutazione), secondo una metodologia basata su rilevanze tecnico-scientifiche, necessario per l’analisi accurata delle attività che si svolgono in un sito sportivo, del personale che opera, dell’organizzazione dell’attività sportiva, del lay-out del sito, alla luce del modello sportivo organizzato italiano facente capo al CONI e/o al CIP e delle organizzazioni sportive da loro riconosciute.

I protocolli d’emergenza hanno previsto nuove regole da mettere in atto, quali gli spostamenti delle persone, limitati ai soli bisogni assolutamente necessari e il distanziamento sociale: rimanere lontani dagli assembramenti e dallo spazio personale altrui.

Il CONI ha da subito offerto il proprio contributo al decisore politico per l’individuazione dei fattori di rischio nello specifico settore sportivo. Sarà poi il Governo a decidere i modi e i tempi della progressiva ripresa di allenamenti e gare dei diversi sport, garantendo adeguati livelli di tutela della salute e sicurezza di tutti, come già fatto per altri settori importanti della vita del Paese. Infatti il titolo dell’iniziativa realizzata dal Politecnico di Torino è “Ognuno protegge tutti”, tenendo conto dei diversi fattori di rischio di ogni disciplina sportiva.

Per assicurare la ripartenza in sicurezza con gli allenamenti, il Report è integrato con il protocollo di screening ad hoc e le raccomandazioni elaborati dalla Federazione Medico Sportiva Italiana (FMSI), in qualità di Federazione medica del CONI e unica Società Scientifica accreditata dal Ministero della Salute per la Medicina dello Sport.

È opportuno sottolineare che per sito sportivo – sia per gli allenamenti sia per le competizioni – si intende indifferentemente ogni locale o insieme di locali destinato allo svolgimento di esercizi sportivi (atletici, ginnici, di pratica motoria) fornito degli attrezzi necessari, di spogliatoi, di impianti igienici e docce ovvero ogni impianto che rappresenta un insieme di uno o più spazi di attività sportiva dello stesso tipo o di tipo diverso, che hanno in comune i relativi spazi e servizi accessori, preposto allo svolgimento di manifestazioni sportive.

Il Rapporto è così strutturato:
1. INQUADRAMENTO DEL RISCHIO
2. NORMATIVA E ATTI DI INDIRIZZO DI RIFERIMENTO
3. CRITERI DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
4. ANALISI SPECIFICA DEL SITO SPORTIVO
5. MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
6. INFORMAZIONE, FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO: DEFINIZIONE DI ADEGUATI PROTOCOLLI E STRUMENTI
7. SORVEGLIANZA SANITARIA E MONITORAGGIO DEI CASI POSITIVI
8. DEFINIZIONE DEL SISTEMA DI VIGILANZA
9. STESURA DOCUMENTO UNICO DI VALUTAZIONE PER I RISCHI INTERFERENZIALI (IN CASO DI FORNITORI ESTERNI)
10. APPLICAZIONE DELLE BUONE PRASSI A CASI STUDIO (BETA TESTING) PER ALCUNE DISCIPLINE OLIMPICHE E PARALIMPICHE (BASKET, PALLAVOLO, CORSA DI VELOCITÀ, MEZZOFONDO E FONDO, TENNIS, VELA, TIRO CON ARCO, SCHERMA, JUDO)".


Uefa, Ceferin: "Il Coronavirus ha fermato tutto. Ci vorrà del tempo ma ne usciremo"

Aleksander Ceferin, presidente dell'Uefa, ha parlato del Coronavirus durante il centeraio della federazione slovena, sua patria:

"Il Coronavirus ha blindato la società e fermato tutto, calcio compreso. Ci saranno ovviamente delle conseguenze, ma il calcio è energia positiva e scuola di vita, alla gente piace seguirlo e personalmente mi manca molto. Non ho paura per il futuro di questo sport e non sono d'accordo con le previsioni apocalittiche di chi dice che non ci saranno più eventi di massa. Ci vorrà chiaramente del tempo affinché le cose tornino normali, ma ne usciremo".


Ulivieri: "La Lega Serie A non dice la verità. Spadafora non ha mai specificato una data"

Renzo Ulivieri, presidente dell'Assoallenatori, ha parlato ai microfoni di Lady Radio sulla possibile ripartenza del campionato:

"Spadafora non ha mai specificato una data e ha detto di non essere nelle condizioni di fare delle previsioni, di vedere gli sviluppi della situazione. Non è mai stata indicata una data, è sempre stato utilizzato il termine ‘presumibilmente’, anche perché come fa il ministro Spadafora, se non ha il conforto dei tecnici, e quindi dei medici, a stabilire delle date? La Lega serie A non dice la verità. Io ho partecipato all’incontro che abbiamo fatto con il ministro e lui ha detto chiaramente che non andava fatta passare l’idea che il governo vuol bloccare il campionato di calcio ed il calcio in generale. Il ministro ha aggiunto che se altre federazioni sportive hanno fatto altre scelte, sono scelte loro e che se ci fossero state le condizioni, lui ed il governo avrebbero agevolato la ripresa del campionato e dell’attività".


Villar: "La Roma è un club fantastico, spero di poter passare tanti anni qui"

Gonzalo Villar, centrocampista della Roma arrivato nel mercato invernale, ha parlato dei suoi primi mesi in giallorosso e del suo passato al sito spagnolo panenka.org:

Come stai gestendo la situazione? Ti ci sei trovato quasi immediatamente dopo essere arrivato.
È un peccato che tutto questo sia successo poco dopo che sono arrivato, ha danneggiato tutti. Avevo 4-5 amici qui e sono dovuti scappare via perché era stato decretato lo stato d’emergenza in Italia. Ovviamente, non puoi rimanere con il timore di non poter tornare a casa. Sono passati 45-50 giorni e, fortunatamente, sto bene, ma la verità è che questa non è una situazione piacevole per nessuno”.

Ti sei adattato bene? Prima dell’intervista hai detto che ti stavi allenando in terrazza e non volevi farlo, perché sta cominciando a essere strano esercitarsi in questo modo.
Beh, mi sono adattato abbastanza bene. Ho la fortuna e la capacità di necessitare di poco per adattarmi alle cose. Non sono abituato a lamentarmi: se la situazione è questa, è questa. Devo sfruttare qualsiasi cosa e andare avanti, e questo è quello che mi ha portato a essere dove sono”.

Hai anche detto che la Roma ti ha fornito bikes, pesi e diversi strumenti per allenarti al meglio.
Sì, ci stiamo allenando in videochiamata e veniamo monitorati per dimostrare che ci siamo allenati. La Roma è un club fantastico. Sono qui da quasi due mesi e la verità è che non ci sono difetti. Dal momento in cui arriviamo la mattina fino a quando andiamo via dopo mangiato, tutto quello che facciamo qui, almeno nel mio caso, è piacevole. È un club nel quale spero di poter trascorrere tanti anni: significherà che sto facendo bene. Si prendono una gran cura di noi, ci chiedono come stiamo, ci portano anche le cose a casa in modo tale da non correre rischi”.

Nel giro di due settimane, la tua vita è cambiata totalmente, dal giocare in Segunda con l’Elche al debutto in Serie A con la Roma. Come l’hai vissuta? Quali sono le tue emozioni?
È stato un grande cambiamento. E, davvero, a volte mi fermo e penso che ho debuttato in Serie A senza giocare in liga. Non so a quanti giocatori sia successo. Sta andando bene, perché il mio sogno da quando ero un bambino di 4-5 anni era di giocare in un campionato di primo livello e di giocare per una delle squadre migliori: è successo, ma in questo caso in Italia, perché la Roma è una delle quattro grandi d’Italia. A 21 anni è stato un grande cambiamento, ma è quello per cui ho lavorato e mi sono sacrificato da quando sono piccolo. A parte i sogni, ero praticamente ossessionato col calcio. Ricordo che quando avevo sei anni, quando mio zio German voleva portarmi alla fiera insieme ai cugini, mi rifiutai perché gli dissi che dovevo allenarmi. Stavo a casa da solo, allenandomi facendo battimuro. Alla fine, se hai un sogno e lavori per questo, hai più possibilità di realizzarlo”.

Il tuo rendimento all’Elche lo scorso anno è stato spettacolare. Quali fattori hanno inciso?
A parte ciò che si dice a proposito del lavoro, della costanza e dell’umiltà, parlerei della pazienza. Non succede niente se non giochi, per esempio, nella Division d’Honor e in nazionale giovanile; forse l’anno successivo, se lavori duro, ti alleni e mostri che sei migliore di quello che sta giocando, avrai l’opportunità di migliorare e poter giocare in Prima Squadra. Tutto cambia molto rapidamente nel mondo del calcio. Quindi, penso che la pazienza sia un fattore chiave, insieme al lavoro. Con questi due elementi, credo che si possa raggiungere il successo”.

Quindi il fattore mentale è la chiave, oltre al lavoro duro e a un po’ di fortuna, giusto?
Il fattore mentale è la chiave, rientra nel concetto di pazienza. Nel mio primo anno all’Elche ho giocato molto poco, primo perché non raggiungevo il mio valore potenziale e non meritavo di giocare, perché Javi Flores lo stava facendo in modo spettacolare. Inoltre, mi sono infortunato ed è stato un anno abbastanza tosto per questo. Quando diventi ossessionato col calcio è peggio. Spetti di pensare a se ti stai allenando male o no e che questo sia un fattore nelle partite future. Alla fine, smetti di pensare, ed è solo calcio, la vita ha tante altre cose. Ma mi rifugio sempre negli studi, nei miei amici e nella mia famiglia per poter condurre una vita più bilanciata. Sono stati con me in tutte le situazioni, specialmente nei momenti negativi. Penso che questo possa aiutare a ribaltare ogni situazione”.

Anche se sei solo 22enne, sei diventato una sorta di leader in campo quando giocavi nell’Elche. La grande maggioranza dei palloni passavano dai tuoi piedi e ti piaceva così. Hai avuto paura nel non riuscire a sopportare quel peso di responsabilità? Quando le cose vanno bene è tutto bello, ma quando vanno male…
Sì. sì. I cambiamenti vissuti da un giocatore con fiducia sono qualcosa che non può essere immaginata dall’esterno. Ho visto giocatori che in fiducia e non sono completamente differenti. Per esempio, Luka Jovic. Quest’anno non si è visto molto perché non ha giocato molti minuti e non ha avuto molta fortuna davanti alla porta. Con più minuti e più fiducia le persone penserebbero che sia un calciatore totalmente differente da quello che conosciamo. Una delle principali caratteristiche che ho è che voglio sempre il pallone. Mi piace quando sento che la squadra si affida a me e posso dirigerla. A volte si commettono errori, ma riprovare è sempre la soluzione, non sono un tipo che si nasconde. Mi piace molto quando a fine partita ho toccato 70 palloni con un senso. Mi fa pensare di aver fatto una grande partita”.

Hai ottenuto un posto nell’Under 21 spagnola. Come ti sei sentito a debuttare e avere la fiducia di de la Fuente?
"È incredibile, lo metterei quasi sullo stesso piano del debutto con la Roma, o anche di più. Per me, andare a Las Rozas e giocare con la nazionale spagnola è sempre stato un premio. Non vedevo l’ora di essere chiamato per confermare quello che avevo dimostrato tra i migliori, godermi gli allenamenti con persone di grande qualità. Quando mi hanno chiamato quest’anno, è stato un punto di svolta nella mia stagione, mi ha dato grande fiducia e ha anche significato un aumento della mia autostima per quello che stava per arrivare. Non ho parole per descriverlo”.

Nel tuo debutto contro il Montenegro, appena entrato in campo hai dato a Cucurella un assist dopo una bella giocata collettiva con Olmo e Ferran Torres. Questo è partire col piede giusto!
(ride, ndr) Sì, lo è. Il primo pallone che ho toccato è poi finito in rete. La sensazione di quando realizzi un assist e dai quindi qualcosa a qualcun altro, non l’ho sentita con nient’altro di diverso dal calcio, lo giuro. Sono sempre stato abbastanza generoso, forse troppo. A volte gli allenatori mi hanno detto che dovevo tirare di più, ma non ha funzionato, la prima cosa a cui penso quando arrivo verso l’area è passare il pallone. La priorità di un attaccante è tirare, la mia quella di dare un vantaggio a un compagno”.

Com’è andata la trattativa con la Roma? Sappiamo che il Valencia deteneva una parte dei tuoi diritti.
Guarda, ero a casa il 10 dicembre e ricevetti una chiamata urgente dai miei agenti. Ci siamo visti quello stesso pomeriggio e mi dissero qualcosa che non dimenticherò mai, vale a dire che la Roma avrebbe acquistato Gonzalo Villar a gennaio. Il club cercava un centrocampista con il mio profilo, e tra quattro possibili calciatori scelse me. Dopo un mese, mi dissero che la situazione era completamente cambiata, che Paulo Fonseca non mi voleva a fine stagione come programmato, ma ora. La trattativa è stata dura, perché Roma e Valencia mi hanno conteso. Ci sono stati diversi momenti di nervosismo a gennaio, perché da fuori è tutta un’indiscrezione. Siamo giovani e non è facile gestire la situazione, specialmente con l’incertezza e mentre devi giocare al massimo livello ogni weekend. Alla fine, tutto è andato bene e fortunatamente sono alla Roma”.

Penso che una volta che tutto è finito tu ti sia sentito sia sollevato che nervoso per il fatto di arrivare in una delle più grandi squadre italiane. Dicci qualcosa a riguardo il tuo adattamento ha uno spogliatoio pieno di giocatori come Dzeko Kolarov e Pastore.
Una delle prime persone con cui ha parlato è stato l’allenatore, Paulo Fonseca, il quale mi ha detto ciò che voleva da me in campo. È un allenatore che ti sta molto vicino, con idee molto chiare. I primi giorni devi credere di essere un giocatore di quel livello. Nonostante se avevi il fatto che è difficile assimilare che da un giorno all’altro vai a giocare con calciatori come Dzeko, Perotti e Zaniolo. E’ un qualcosa che ancora mi sciocca, perché in realtà sono ancora un bambino punto è molto bello, significa che hai realizzato i tuoi sogni, per i quali hai lavorato fin da quando il bambino. quindi posso solo godermela e, soprattutto, sfruttare questa situazione”.

Essere arrivato in un club straniero così giovane, lasciando il calcio spagnolo, è un passo per avere successo in questo mondo, a prescindere dal campionato dove giochi, o ti piacerebbe tornare con una maggiore maturità nel campionato spagnolo?
Nel mondo del calcio non puoi tracciare un percorso. Provo solo a giocare nel miglior modo possibile per realizzare il mio sogno di giocare in una prima divisione, cosa che ho già realizzato, giocando in Serie A. Al momento sono felice. Spero di poter passare tanti anni qui a Roma. Le persone si sono molto affezionati a me nonostante io abbia giocato solo 4 partite e alcuni tifosi mi hanno addirittura chiamato per dirmi che non mi lasceranno mai solo (ride, ndr). Mi piacerebbe molto tornare a giocare in Spagna”.

Sapendo quello che Fonseca ti chiede, in cosa pensi di dover migliorare di più? Sappiamo che l’età ottimale per un centrocampista è quella di 28 o 29 anni e hai ancora tanti anni per imparare. Questo può giocare in tuo favore.
Arrivare qui è stato molto difficile, nonostante io abbia 21 anni. Ho fatto un salto molto grande e ancora devo migliorare molto. mi piacerebbe capire il gioco ancora meglio, per poter prendere sempre la decisione migliore. Vorrei anche migliorare il mio fisico, perché la Serie A è un campionato molto fisico e questo è un aspetto in cui non sono mai stato eccezionale, penso mi abbiano preso per altre qualità (ride, ndr). Da quando sono arrivato ho fatto molta palestra, aumentando di 2,2 kg il mio peso muscolare in un tempo molto breve”.

Dici sempre che hai prestato molta attenzione alle figure di Dani Parejo e Andrés Iniesta. Hanno influenzato il tuo modo di giocare? Oltre a loro a quali altri calciatori hai guardato per imparare?
Non so se parlare di influenza. Provo a imparare da loro per correggere i miei errori e trarre il meglio dai giocatori che possono ispirarmi nel modo in cui gioco. Crescendo, ho guardato molti video di Iniesta, perché era un maestro di conduzione, straripava pur non essendo molto veloce, come a volte succede a me quando porto il pallone tra i piedi. Anche Parejo Mi è servito da esempio su come si possono superare le linee di pressione con singolo passaggio e giocare con un ritmo calmo e a costruire una forte personalità come la sua”.

E hai creato il tuo modo di giocare.
Ogni giocatore gioca come sa. se volessi giocare come Cristiano Ronaldo ovviamente non ne sarei capace (ride, ndr). ci sono influenze da parte di giocatori che ti dicono cosa puoi o non puoi fare, e sei tu a decidere cosa accettare e cosa no. Ricordo che avevo un allenatore che mi disse che portare il pallone era roba da bambini e io ero scioccato. Decisi di non accettare quel consiglio perché quella era una parte importante del mio gioco che mi avrebbe aiutato a diventare un calciatore. Quando sono arrivato all’Elche, Pacheta il primo giorno mi disse di portare il pallone se ero bravo a farlo. È stato un consiglio che ho molto apprezzato punto devi imparare a sapere quando portare il pallone e lo puoi fare solo provandoci. Fortunatamente le decisioni che ho preso sono state quelle giuste. In breve, devi sapere quali consigli prendere e quali no”.

Parlando di imparare, anche se sei a Roma da solo e la tua vita è completamente cambiata, Stai ancora studiando per costruirti un futuro quando uscirai dal mondo del calcio?
Sì, sto studiando alla UCAM business Administration and Management. Sono a metà tra il secondo e il terzo anno. mi sono rimasti due anni che non so quando finirò, ma voglio finirli. Laurearmi renderebbe orgoglioso e anche i miei genitori, che mi pressano nel continuare a studiare”.

E prima che questo accada, quali sono le aspirazioni della carriera calcistica di Villar?
Il mio obiettivo e desiderio è quello di giocare con la nazionale. Sono fiducioso sul fatto di potercela fare. Debuttare e farne parte in modo stabile sarebbe un sogno e un obiettivo che ho fissato. Per quanto riguarda i club, spero di diventare un giocatore importante per la Roma e di riuscire ad avere una carriera all’altezza di quella dei grandi giocatori spagnoli”.

Essendo un calciatore di tocco, al quale piace avere il pallone e fare un gioco offensivo, ti vedi un giorno come allenatore?
Beh, non lo so. Non sono sicuro. Il calcio è una cosa che logora molto punto Per ora sono molto felice, ma non so come finirà e non so quanto posso spingere il mio corpo punto non chiudo la porta, Potrebbe piacermi punto come ho detto, Dipenderà anche da come arriverò alla fine della mia carriera,pPerché molti calciatori subiscono molta pressione. Forse deciderò di andare in televisione (ride, ndr). Chissà”.


AIC: "Decisione discriminatoria da parte del Governo, così c'è il rischio di un aggravamento"

L'Assocalciatori manifesta le proprie perplessità, nonché la sorpresa, in merito alla decisione del Governo sulla modalità di ripartenza dello sport italiano. Si ritiene, infatti, discriminatoria, prima ancora che illogica, l’idea di far riprendere l'attività negli impianti sportivi ai tesserati di discipline sportive individuali e non consentire ai calciatori professionisti – così come ad altri atleti tesserati per discipline di squadra – lo svolgimento di allenamenti in forma individuale nei centri sportivi, come peraltro già consentito nel mese di marzo 2020. La norma, inoltre, rischia di produrre un aggravamento e non il contenimento del rischio! Per il lavoratore sportivo la fase di riatletizzazione dopo questo stop obbligato è un passaggio necessario e utile anche ad evitare infortuni e per essere pronti per iniziare il 18 maggio gli allenamenti di gruppo; non v’è che non veda come sia sicuramente più pericoloso fare attività individuale nelle zone cittadine e su superficie inidonee. Rimane l’auspicio di un pronto intervento del Governo utile ad eliminare le evidenti distorsioni che deriveranno dalla applicazione delle norme contenute nel DPCM del 26 aprile u.s.


Ag. Kovalenko: "Interesse della Roma? Tutto è possibile, ma al momento non c'è una trattativa"

L'agente di Kovalenko, trequartista dello Shakhtar Donetsk accostato alla Roma, ha parlato al portale Sport.ua.

L'interesse della Roma è reale?
"Di base tutto è possibile. Ma al momento, come ha già fatto notare il mio collega Sergey Serebrennikov, non c'è una trattativa"

Il suo contratto scade quest'estate?
"No, l'accordo con lo Shakhtar è valido fino all'estate 2021"