Mkhitaryan, ricominciare per chiudere in bellezza

CORRIERE DELLA SERA - PIACENTINI -  La stagione si è interrotta nel momento in cui Henrikh Mkhitaryan stava dimostrando a tutti la bontà dell’intuizione estiva di Petrachi. L’armeno era diventato un giocatore fondamentale per Fonseca, in un periodo in cui i suoi diretti concorrenti – Zaniolo, Pellegrini e Pastore – erano tutti fuori uso. Ora l’attaccante non vede l’ora di ripartire: “Abbiamo tutti voglia di ricominciare – ha detto ieri sul sito della società giallorossa – anche se la primo posto deve esserci la salute“. C’è dunque la consapevolezza che ci vorrà del tempo: “Con i miei compagni siamo sempre in contatto, sappiamo bene che la situazione non tornerà alla normalità rapidamente e che avremo bisogno di ulteriori settimane di lavoro per riprendere a giocare“. Si aprirà poi in estate la partita legata al suo riscatto dall’Arsenal o al prolungamento del prestito. Nessuna delle due strade è facile da percorrere, viste le alte richieste dei Gunners (20 milioni) e l’alto stipendio dell’armeno (7 milioni).


Coppa Italia, il 3-2 all’Inter che vale la finale-derby

CORRIERE DELLA SERA - PERRONE - L’ultima delle 17 finali di Coppa Italia disputata dalla Roma è quella del 2013. Dopo il 3-0 all’Atalanta e l’1-0 a Firenze, in semifinale l’avversario era l’Inter. All’andata fu 2-1 all’Olimpico, il ritorno si giocò il 17 aprile, con Aurelio Andreazzoli che era nel frattempo subentrato a Zeman in panchina. A San Siro i giallorossi passarono con il risultato di 2-3, con le reti di Destro, Lamela e Torosidis. Inutili le reti in apertura e in chiusura di gara di Jonathan e Alvarez.


La Roma resta in vendita

IL TEMPO - AUSTINI - Sospesa in attesa di un futuro che nessuno può prevedere. La Roma non fa eccezione rispetto alle aziende di tutto il mondo, con una variabile che rende la situazione ancora più nebulosa: Pallotta aveva praticamente venduto la società a Friedkin appena prima che esplodesse la pandemia di Coronaviruse adesso, a oltre un mese di distanza dalle ultime riunioni propedeutiche alle firme sui contratti preliminari, l’affare è rimasto congelato e ad oggi è impossibile sapere se e quando ripartirà. Friedkin è ancora interessato all’operazione e Pallotta e i suoi soci vogliono disimpegnarsi. Soprattutto Ryan, il figlio di Dan, è ancora entusiasta dell’idea di potersi dedicare in prima persona al business Roma. Detto questo, se l’affare ripartirà, i numeri andranno ovviamente ridiscussi. Se il futuro è da scoprire, il presente è dedicato a sistemare i conti. Visto il calo forzato dei ricavi. c’è bisogno di tagliare e/o posticipare alcuni costi. Il taglio degli stipendi dei giocatori può venire incontro in questo senso. Il bilancio però si chiuderà comunque in rosso e in futuro sarà probabilmente necessario un altro aumento di capitale dopo la completa sottoscrizione di quello in corso, per un massimo di 150 milioni, che serve a coprire le perdite del passato. Pallotta e soci dunque dovranno garantire liquidità.


Spadafora: «Via il 4 maggio? Spero»

IL TEMPO - PIERETTI - Lo sport va a caccia di certezze. «La riapertura per gli allenamenti fissata al 4 maggio è da confermare - afferma il Ministro Spadafora su Facebook - ora dovremo creare dei protocolli per mettere in sicurezza tutti gli sport, anche in contesti e luoghi dove o spazio è poco». Lavori in corso, in attesa che l'Istituto Superiore di Sanità dia direttive precise. Intanto continua il braccio di ferro tra il Coni e il mondo del calcio: Malagò ha ammonito il mondo del calcio: «Le televisioni - ha detto al Corsport - tirano fuori un miliardo e quattrocento milioni, e non hanno nemmeno un pezzo di carta sulla base del quale sviluppare il tema dell'immediato». La replica è stata istantanea: «La Lega Serie A - si legge nella nota - è in costante contatto con i broadcaster titolari dei diritti TV. Tali rapporti sono peraltro regolati da chiare previsioni contrattuali. Ci si augura che in un momento di grande difficoltà per il Paese, ogni Istituzione lavori senza creare, come dice il Presidente del Coni, "conflittualità"». L'idea di ripartire con le semifinali di ritorno della Coppa Italia - Juventus-Milan e Napoli-Inter - è una suggestione percorribile. Martedì 21 l'Uefa incontrerà le 55 federazioni affiliate prima del Comitato esecutivo fissato per il 23 aprile; la finale della Champions League potrebbe essere fissata il 29 agosto, tre giorni  prima quella dell'Europa League.


Biraghi per Spinazzola, la Fiorentina propone uno scambio di prestiti

La Fiorentina ha messo gli occhi su Leonardo Spinazzola, terzino della Roma. I Viola sarebbero pronti a offrire Biraghi come contropartita, scrive La Nazione. Se l'affare dovesse andare effettivamente in porto si tratterebbe di uno scambio di prestiti senza obbligo di riscatto fino a giugno 2021.


Stephan, allenatore Rennes: "Nzonzi? Se arriveremo tra le prime tre il prestito sarà esteso"

Julien Stéphan, tecnico del Rennes, ha rilasciato un'intervista a l'Equipe 21 parlando della situazione relativa a Steven Nzonzi,in prestito dalla Roma fino a fine stagione:

"Se arriveremo tra le prime tre il prestito sarà automaticamente esteso". 


UEFA, fissate le ipotetiche date per le finali di Champions ed Europa League. Settimana prossima doppia riunione

Nuovi sviluppi in arrivo per quanto riguarda Champions League e Europa League. Secondo quanto riportato dalla BBC, la UEFA avrebbe fissato entrambe le date per le ipotetiche finali: Champions League a Istanbul il 29 agosto, quella di Europa League a Danzica tre giorni dopo, il 1 settembre. Ieri l'Uefa ha annunciato per la prossima settimana un doppio appuntamento decisionale: martedì una riunione con le 55 federazioni, giovedì l'esecutivo chiamato a dire una parola su campionati e coppe. Tutto è infatti legato alla ripresa dei campionati delle varie nazioni e alla volontà di non complicare la situazione per la prossima stagione. 


Un dirigente del 'Friedkin Group': "Il Coronavirus ha cambiato tutto ma è sbagliato dire che l'affare con Pallotta è saltato"

Un rappresentante legale del "Friedkin Group" ha rilasciato alcune dichiarazioni al sito romanista in lingua inglese romapress.net riguardo alla cessione della Roma. Queste le sue parole:

 "Il COVID-19 ha cambiato tutto per noi. I nostri analisti ritengono che potrebbero essere necessari alcuni anni per il recupero dell'intero portafoglio. L'interesse nell'acquisizione della Roma rimane, questo non è in discussione. Ma dobbiamo ancora avere un'idea chiara di cosa riserva il futuro non solo qui negli Stati Uniti ma anche all'estero".

Infine, il dirigente sottolinea che l'affare non può dirsi già "morto": "Ovviamente alcune decisioni importanti dovranno essere prese a breve e questo sarà fatto, ma dire che l'accordo è 'morto' è sbagliato. Ryan (Friedkin, ndr) è particolarmente entusiasta della prospettiva di acquisire la Roma. Le valutazioni sono ancora in corso".

 


Bolzan Jr (pres. Gremio): "Nessuna offerta ufficiale per Pepê"

Romildo Bolzan Junior, presidente del Gremio, proprietario del cartellino di Pepê ha oggi smentito alcune voci di mercato riguardo ad un possibile interesse da parte dei giallorossi per il brasiliano. Queste le sue parole:
 
"Si parla di questo interesse, ma a noi non è arrivato nulla di ufficiale. Ad oggi, non abbiamo ricevuto proposte ufficiali per i due giocatori (parlando anche di Everton, ndr)".
 

 

 


Benatia: "Se penso alla Roma, penso immediatamente ai suoi tifosi"

Benatia ha parlato al sito GOAL.COM dove ha raccontato, tra le varie cose, il suo passaggio dall'Udinese alla Roma. Queste le sue parole:

 "Se penso alla Roma, penso immediatamente ai suoi tifosi. E' una città che vive per il calcio. Quando prendevo il taxi, infatti, si parlava solamente di partite. E' una città pazzesca, ho un ricordo bellissimo della gente. Mi piacerebbe un giorno tornare a vedere una gara, tutti sanno come quell'esperienza sia stata una delle più belle della mia carriera".


Villar: "Passare dall’Elche alla Roma è stato per un grande salto"

Gonzalo Villar ha raccontato le sensazioni nel suo passaggio dall'Elche alla Roma che lo ha visto protagonista nello scorso gennaio. Queste le sue parole:

Sul passaggio alla Roma
"Passare dall’Elche alla Roma è stato per un grande salto, all'inizio della stagione non me lo sarei mai aspettato perché era molto complicato, ma poi tutto è andato come volevo e per quello che lavoravo"

Sull'ambientamento
"Onestamente non mi aspettavo di trovare uno spogliatoio così umile nonostante fosse pieno di stelle e giocatori molto bravi. Ci hanno accolto molto bene (riferendosi anche a Carles Perez, ndr), quasi come dei fratelli minori, e ci hanno fatto approcciare molto facilmente in un campionato molto competitivo"

Sull'esordio
"L’esordio è stato un po’ amaro perché abbiamo perso, ma mi è servito per mettere il mio primo sigillo e poter dire che avevo veramente realizzato il sogno di giocare in Serie A"

Sul compagno più forte
"Dzeko è il giocatore che più di tutti mi ha impressionato, è spettacolare"

Sugli obiettivi
"Vogliamo arrivare in Champions League. In campionato ci sono tante squadre forti, sarebbe una delusione non riuscirci, ma non sarebbe un fallimento"


Perotti: "Migliorerò nei cross"

Diego Perotti racconta il momento particolare che coinvolge anche i giocatori, costretti ad allenarsi in casa per via delle disposizione dovute alla pandemia Covid-19. Queste le parole dell'attaccante argentino in una diretta Instagram dal profilo della Roma:

Come va?
Bene, tutto tranquillo.

Ti stai godendo la famiglia?
Abbastanza, più di quanto ci serve (ride, ndr).

Ne approfittiamo per stare con i nostri cari…
Sì, in ritiro ovviamente li vediamo meno. Sono passati quasi due mesi, quindi abbiamo approfittato del momento.

Che cosa hai provato a pensare che la cavalcata in Champions è partita dal tuo gol contro il Genoa?
La sensazione del gol al Genoa non l’ho mai provata prima. Anche se l’anno dopo siamo arrivati in semifinale di Champions, è un po’ egoista. Quel gol l’ho fatto io, l’ho sentito molto in maniera personale. Mi sentivo importante perché era grazie a quel gol che eravamo arrivati in semifinale. Spero di provare ancora a sentire quella gioia, ma sarà difficile per quello che era quella partita, il contesto. Era un sogno, sono molto orgoglioso.

Quel gol è il più bello?
A livello di importanza sì, ma di bellezza no. Mi tengo il primo che ho fatto contro la Sampdoria al volo. Anche quello al Chelsea in casa. A livello di importanza sicuramente quello è insuperabile, non c’è paragone con nessun altro.

Mi ricordo una tua finta di corpo nella tua prima partita, dopo hai fatto l’assist per El Shaarawy
Quello che accade in una carriera lo ricordiamo tutti. Io ero arrivato da 48 ore, dopo la partita contro la Fiorentina ho preso la valigia ed ho fatto le visite. il giorno dopo ho giocato titolare con la Roma ed era anche una partita emotiva: vincevamo uno a zero, poi hanno espulso Nainggolan. Ho fatto quella finta, poi l’assist per Stephan. Vincere alla prima partita, fare l’assist, a 48 ore dall’arrivo è stato un buon inizio.

Hai un rigore preferito?
Quello nel derby. Per quello che rappresenta a Roma, per i tifosi e la città. Stavamo pareggiando 0-0, l’ho calciato camminando e quando lo rivedo non so come ho fatto. E’ andata bene, poi ho fatto l’assist a Nainggolan per il secondo gol. Quel derby era quello più emotivo, più importante e dove ero più nervoso nel calciare il rigore.

Che soddisfazione è stata per tua madre vedere che ce l’hai fatta come calciatore?
Lei è una di quelle più orgogliosa in famiglia. Mi ha seguito da piccolo, mi ha accompagnato in tutti i momenti. Si alzava e mi accompagnava a giocare chissà dove, veniva da sola con il caffè per vedermi giocare. Non abbiamo sofferto, io ho avuto la fortuna di stare bene a livello economico, avevo le scarpe per giocare. Ci sono tanti calciatori che hanno avuto difficoltà, per fortuna io questo non ho dovuto passarlo. Ho avuto momenti di sofferenza, dove non giocavo, dove non sapevo se ce l’avrei fatta. Le sono grato per tutto questo.

Il tuo giocatore argentino preferito?
Riquelme. Non ho mai visto nessun altro, in quel ruolo, in quella maniera. Vederlo così vicino mi ha colpito tantissimo. Ho provato sempre da giovane ad imitarlo ed a fare le sue mosse, ma non ci sono mai riuscito.

Da dove arriva il tuo soprannome El Monito?
Mio padre lo chiamavano El Mono, ovvero la scimmia. Io l’ho preso da lui, nulla di personale o particolare. E’ un’eredità, lo chiamavano così in Argentina.

L’avversario più forte che hai incontrato?
Il terzino destro più difficile è stato Dani Alves. L’ho affrontato al Siviglia e lui era al Barcellona. Ho giocato contro pochi giocatori di un livello fisico così alto. In 90 minuti poteva fare tante volte avanti e indietro. Noi facevamo il classico 4-4-2, io facevo l’esterno a tutta fascia e dovevo rincorrerlo e puntarlo. In tante partite sono riuscito a fare bene, ma era sempre una sfida dura. Ti costringeva a fare il terzino. Era il Barcellona che ha vinto tanti titoli, andavi al Camp Nou e vedevi Xavi, Iniesta e Busquets.

Come è nato il tuo modo di battere i rigori?
E’ nato a Siviglia, nelle giovanili forse uno o due. Lì in prima squadra ho cominciato con un portiere amico mio in allenamento. Ho cominciato a parlare ed a capire come fa un portiere a pararlo, quale era il momento decisivo. Ho preso informazioni ed ho provato in diversa maniera. All’inizio camminavo ancora più piano, ho iniziato a provare ed ho visto con lui quale fosse la forma in cui riuscivo a fare più gol. Era Siviglia-Espanyol la prima volta, nel 2012, da lì in poi ho fatto sempre gol. Solamente qui ho sbagliato due rigori ed ho cambiato un po’. Guardo il portiere il più possibile per capire se mi dà un riferimento. Come il cucchiaio, se fai gol sei un fenomeno. Nel calcio comanda solamente se fai gol o no.

Hai un rito scaramantico prima di una partita?
Dobbiamo stare qui tre giorni e mezzo se ve le racconto tutte. Io sono stato 8 mesi ascoltando sempre in macchina le stesse 15 canzoni. Giusto per raccontarne una. Io forse dovrei fare qualche lavoro psicologico (ride, ndr). Ho contagiato anche mia moglie, anche lei si ferma su queste cose ora. Entro sempre col piede destro, anche quando faccio la fascia. Quando mi allaccio le scarpe deve essere in maniera perfetta, altrimenti le rifaccio da capo, posso metterci anche 5 minuti. Ne ho mille. La testa mi comanda tanto, devo stare attento. Per dormire deve essere tutto spento, se c’è una luce la devo coprire. Devo lavorare su tante cose. Quando abbiamo giocato contro il Borussia è stata una brutta partita, io ho fatto tutto male. C’era tutta luce in camera per dormire, io non ho dormito. Non è una scusa, ma ti capita. Se non stai a casa tua è normale. Io ho provato a coprire come si può, ma a volte è difficile. Mi metto anche la mascherina (ride, ndr).

Giochi alla Play?
Sì, a Fifa. Ora gioco anche a Resident Evil e lo faccio con mio figlio. Mi ha detto se andiamo ad ammazzare gli Zombie. Non gioco da solo, sempre con amici. Non sono molto forte, mi difendo, ma non sono un fuoriclasse.

Ci racconti la rabona contro il Victoria Plzen?
Io volevo crossare, non segnare. Mi godo il fatto di aver fatto un gol di rabona, ma sarei disonesto se dicessi che volevo segnare. Mi viene abbastanza naturale farlo, sogno di fare un gol così. Mi alleno spesso, se un giorno mi rimane la palla lì ci provo. Un ex allenatore faceva la rabona in maniera scandalosa, fortissimo, ma diceva sempre che significa che sei un disastro con l’altra gamba. Se stai vincendo 4-0 e fai una rabona non è bello, ma se non hai il sinistro facile puoi provarci.

Sbagli qualche rigore a Fifa?
Tutti. C’è quel cerchio che muovi così random. Se lo togli mandi la palla sulla Colombo, se lo tieni il tuo avversario lo vede. Devono fare qualche modifica. Alla fine tiri in mezzo.

Devi migliorare nei cross?
Può essere. Arrivo tante volte in fondo, faccio tanti dribbling e poi non riesco a fare un buon cross. E’ più difficile saltare l’uomo che mettere la palla in mezzo. Io ci provo a migliorarlo, è una mia caratteristica visto che mi piace giocare esterno. Tante volte mi capita di fare assist, ringrazio chi l’ha chiesto perché ci proverò.

C’è un cimelio al quale sei molto affezionato?
No, non ce l’ho. Alle partite mi porto sempre gli stessi orecchini ed una collana. Avevo una bellissima foto di mio figlio con la maglia dell’Argentina. Mia moglie dietro mi aveva scritto delle parole bellissime, ma poi non ho giocato bene e l’ho lasciata a casa. Mi innamoro tutte le volte che lo vedo, ma non ha avuto un buon risultato. A casa è bellissima (ride, ndr).

Ti è mai capitato di dover andare in bagno durante la partita?
Ce lo chiedono spesso a noi calciatori. E’ strano non vederci mai andare al bagno. Non sembra bello, ma mi hai fatto la domanda e ti rispondo. Io il giorno della partita vado al bagno in maniera più frequente, sopratutto se gioco titolare, se sto in panchina no. Come se il corpo mi dice di star tranquillo. Al campo quindi arrivo sempre pronto. Una volta a Siviglia, in Copa del Rey, mancava poco a fine primo tempo e pensavo di non farcela. Io ho giocato fermo gli ultimi minuti (ride, ndr).

Il tuo piatto argentino preferito?
L’asado senza dubbio. La carne alla griglia mi piace di più. Il mio piatto preferito da sempre è la pizza. Da calciatore non la puoi mangiare tanto, ogni tanto la danno nello spogliatoio per recuperare. Tra l’asado e la pizza mi prendo la pizza. Io mangio la margherita o margherita e prosciutto.

Piatto romano preferito?
La carbonara mi piace. Non posso mangiarla troppo, poi se ti ingrassi prendi la multa. Ora non stiamo giocando, ma quando giochiamo mangio il meglio possibile.

Domanda di Juan Jesus: chi fa da autista quando non vuoi guidare?
Lui è venuto a prendermi tantissime volte, mi ha portato tante volte a Trigoria. Devo riconoscere che è stato un autista perfetto, sempre puntuale. Non siamo arrivati in ritardo, gli lascio sempre 5 stelle quando scendo dalla macchina.