Trigoria “monouso”, doccia in camera e non si pranzerà più insieme: la Roma ripartirà così

GAZZETTA.IT - ZUCCHELLI - Se c’è una cosa che Paulo Fonseca, fin dal suo arrivo a Roma, aveva preteso era il pranzo a Trigoria. Giocatori e staff tutti insieme, con una duplice finalità: fare gruppo e avere sotto controllo uno dei due pasti della giornata. Ecco, il pranzo di gruppo, almeno adesso, sarà una delle prime cose che salterà. Perché se davvero si ripartirà i contatti tra i giocatori saranno ridotti all’osso. E in questo senso il centro di Trigoria, per come è stato ristrutturato, può dare una mano importante alla Roma.

TUTTO MONOUSO

I giocatori utilizzeranno pochissimo lo spogliatoio. Piatti e bicchieri per gli snack saranno usa e getta, gli asciugamani e le borracce ancora più personalizzati rispetto a prima, per la doccia i calciatori utilizzeranno le camere - tutte rinnovate di recente - del centro sportivo. L’area termale non sarà utilizzata, a meno di effettiva necessità per i giocatori infortunati, gli allenamenti saranno divisi a gruppi di massimo sei o sette persone, anche l’area alimentare a ridosso del campo di allenamento sarà ridisegnata in modo che non ci sia alcun tipo di contaminazione. Probabile, dunque, che ognuno abbia il proprio cestino con frutta e integratori, come già avviene spesso in trasferta.

CONDIZIONI

Il Fulvio Bernardini, già sanificato, ospiterà giocatori, staff tecnico e pochissime altre persone, anche in questo caso almeno in una prima fase. Tutti indosseranno guanti e mascherine, sarà monitorata la temperatura e verranno rispettati, come logico, tutti i protocolli di sicurezza. La preparazione, almeno per le prime due settimane, sarà soltanto di natura fisica: Fonseca e il suo staff sono abituati a rimettere in forma i giocatori dopo una lunga inattività, come accadeva in inverno in Ucraina, anche se questa situazione ha delle differenze. Perché ci sarà anche un aspetto psicologico di cui tener conto, in primis la voglia di strafare che molti avranno.

ALLENATORI E MENTAL COACH

Ecco perché in queste settimane di quarantena molti atleti, della Roma e non, sono tornati ad affidarsi anche a preparatori personali e a mental coach. Spinazzola e Pellegrini ogni tanto fanno in video gli allenamenti previsti dai preparatori delle mogli, Pastore ha da tempo un suo uomo di fiducia, Dzeko lavora con Amra quasi ogni giorno e Perotti ha iniziato a dedicarsi allo yoga. Di questi tempi, meglio essere preparati.


Santon: "Speriamo questo periodo possa passare quanto prima. Fonseca è onesto con noi, abbiamo un buon feeling"

Davide Santon, giocatore della Roma, ha rilasciato un'intervista sul profilo Instagram della società giallorossa:

Come stai?
Sto bene, ho un po’ di nostalgia e speriamo che presto si sistemi un po’ tutto”.

Come stai vivendo questo periodo?
Abbastanza bene, ho un bel giardino e passo il tempo fuori con la mia famiglia e passiamo il tempo insieme”.

Grigliata a Pasquetta?
No, non dobbiamo sgarrare in questo periodo. Abbiamo mangiato la cioccolata ma niente barbecue”.

Il lato positivo di questa situazione, forse, è godersi la famiglia…
Sì, nel nostro lavoro stiamo spesso fuori ed è un bene però fino a un certo punto: quando riaprono le scuole? (ride, ndr). È bello passare del tempo con mia figlia, il periodo è negativo ma qualcosa di positivo c’è”.

Hai sentito qualcuno al Nord?
Noi a Roma siamo stati più fortunati, abbiamo avuto meno casi. Pensare che ci sono tante migliaia di persone che non sono messe bene è dura, speriamo che questo periodo possa passare quanto prima”.

Giornata tipo?
La routine è questa: la mattina mi sveglio, faccio colazione e i compiti con mia figlia, poi faccio l’allenamento e mi dedico alle passeggiate col cane. La sera vediamo un po’ di film”.

Giardino importante per allenarsi bene...
"Sì ma avrei bisogno anche di più spazio, abbiamo bisogno di un campo regolamentare. Un po' di giardino, un po' di bicicletta in casa e ci gestiamo".

Quanto tempo servirà per ritrovare il ritmo-partita?
"I nostri allenamenti personali sono abbastanza intensi, la cyclette è di un'ora per esempio. Certo, correre in campo è una cosa diversa ma non saprei quando ricominciare, penso che ci vorranno 3-4 settimane di allenamento intenso per tornare a una forma discreta".

Cosa ti manca di più del calcio?
"Mi manca un po' tutto, i miei compagni, il campo, i nostri tifosi. Se tornassimo in campo senza di loro non sarebbe la stessa cosa, sarebbe diversa ma bisogna farci trovare pronti".

Chi è più scatenato tra i tuoi compagni in chat?
"Adesso mi ha scritto De Rossi, per esempio, un messaggio molto divertente. (La figlia entra in chat e saluta)".

Fonseca sta pensando alla difesa a 3: che ne pensi?
"Quest'anno abbiamo già giocato a 3 un paio di volte, è una cosa che mi piace poi dipende sempre quale avversario hai davanti. Con quel modulo posso fare il terzo centrale o esterno, è un sistema che mi piace".

Ti senti con il mister?
"Certo, ci scrive e ci chiede come vanno gli allenamenti, anche lui ha voglia di tornare ad allenarci".

Che rapporto hai con Fonseca?
"Un bel rapporto perché è sincero, mi dice quello che pensa, se devo migliorare o meno e lui mi piace perché è onesto con i calciatori, cerca di mantenere un bel rapporto con tutti. Parlando inglese, inoltre, ci capiamo bene e abbiamo un buon feeling".

Il miglior amico nello spogliatoio?
"Ne ho un paio di migliori, ho un feeling in particolare con Florenzi che saluto. Con Lorenzo Pellegrini abbiamo veramente un'amicizia bella e sincera, poi anche con il resto dello spogliatoio".

Quanti tatuaggi hai?
"Ne ho tanti, mi son tatuato tutto il braccio e ne ho penso 10-11. Un tatuaggio ritrae il primo scudetto vinto con l'Inter, poi la Champions League sul braccio destro, poi altri sono dedicati alla famiglia, ho il nome di mia figlia sul petto per esempio. Fare tatuaggi senza significato non ha senso, i miei li hanno".

Bilancio della stagione?
"Per il momento penso sia discreto, durante la stagione abbiamo buttato via parecchi punti e quindi siamo quinti. Gli obiettivi però ce ne sono ancora, comunque siamo agli ottavi di Europa League, quello è un traguardo importante, siamo quinti in campionato a -3 dall'Atalanta che deve però recuperare una partita, possiamo concorrere per i primi quattro posti. Si spera che nei prossimi anni o addirittura da quest'anno si possa vincere qualche titolo, la voglia è quella, qualcosa voglio vincere con la Roma".

Cosa sarebbe vincere a Roma?
"Un sogno, ma è il sogno di tutto. Oltre a sperare, voglio vincere qualcosa che sia la Coppa Italia o qualsiasi altro trofeo".

Che idea avevi della Roma da avversario?
"Mi ha sempre affascinato, ha avuto Totti che è stato uno dei più grandi in assoluto e giocare contro la Roma non è mai stato facile, è stata sempre forte e competitiva. Nello scudetto del 2009/2010 eravamo arrivati primi con l'Inter per poco, con De Rossi ho avuto una discussione divertente riguardo quest'annata (ride, ndr). Spero che dal prossimo anno vedremo la Roma sopra a tutte, lo voglio veramente".

Sodddisfatto del rendimento personale?
"Sì. Devo dire che la stagione non è iniziata benissimo, tante voci di mercato ma la mia volontà è sempre stata quella di restare perché io sto bene, la mia famiglia pure e nella squadra mi sento a casa, non ho mai avuto motivi per chiedere la cessione. Con il lavoro, poi, mi sono preso qualche posto da titolare e mi ritengo soddisfatto. Chiaramente c'è sempre da migliorare, delle volte si va bene e altre volte si va male, si deve sempre lavorare".

Cosa significa per te il derby di Roma?
"Ogni volta che entro in campo in un derby, ti guardi intorno e nell'ultimo derby c'era un'atmosfera che non ho mai provato in tutta la mia vita. Iniziando il riscaldamento avevo la pelle d'oca e lì non hai bisogno di preparare una partita perché le motivazioni vengono da sole, basta che guardi i tifosi e capisci cosa significhi quella partita, è stata una cosa unica. Giocare il derby è sempre una cosa fantastica. Io ho giocato grandi partite, ricordo che nel 2009 ho giocato contro Cristiano Ronaldo e avevo 18 anni, è stata un'emozione incredibile. Il derby di quest'anno però ha avuto un'atmosfera particolare".

Ronaldo avversario più forte mai affrontato?
"Io ho affrontato sia Messi che Ronaldo, però devo dire che avendo avuto Ronaldo davanti a me posso dire che è stato difficile. Per me, però, è più difficile affrontare un avversario più basso rispetto a lui, però resta difficile. Sono due giocatori incredibili".

A quale terzino ti aspiravi da giovane?
"Innanzitutto, facevo l'attaccante da piccolino e mi piacevano Shevchenko, van Basten. Poi, arretrando, direi Maicon che è stato tra i terzini più forti degli anni 2010. Per un periodo mi sono ispirato anche a Kakà, quando giocavo a centrocampo".

Sei forte alla playstation?
"Me la cavo per il tempo che posso giocarci, però non gioco a calcio, gioco solo a Call of Duty, FIFA non è il mio gioco".

Chi si vanta nello spogliatoio di essere più forte alla playstation?
"Un po' tutti, ogni tanto ci ritroviamo online a giocare a Call of Duty".

Le iniziative benefiche della Roma?
"Sono molto orgoglioso di queste iniziative, la Roma ha fatto cose bellissime come la beneficenza agli ospedali, dare cibo ai meno fortunati, le uova di Pasqua ai bambini. È una cosa che mi rende orgoglioso".

Un messaggio per i tifosi?
"Dico che dobbiamo tenere duro e passeremo anche questa, tutti insieme possiamo farcela e dico che vinceremo qualcosa insieme, lo voglio veramente tanto".


Perotti: "Quando batto un rigore sono scaramantico, non scelgo mai l'angolo"

Diego Perotti, giocatore della Roma, ha parlato alla rubrica "Quando batto un rigore" di Dazn, rispondendo a varie domande:

Come vivi il momento del rigore?
Lo vivo in maniera tranquilla, a volte dipende dal risultato ovviamente e da che minuto arriva. Questo può cambiare l’emozione”.

Avevi dei riferimenti quando hai iniziato a calciare i rigori?
Da bambino non ne calciavo molti, ho iniziato da professionista. Ho iniziato con un amico portiere al Siviglia, calciando con lui per vedere il modo di avere un vantaggio migliore.
Ho iniziato a calciare facendo la ricorsa camminando e poi ho modificato, dopo aver sbagliato un rigore”.

Come calci un rigore?
Quando calcio un rigore faccio sempre lo stesso, sono scaramantico: metto il buco della palla nella direzione della porta, avvicino il piede con cui calcerò, faccio 7 passi all’indietro, guardo l’arbitro aspettando il fischio, guardo il portiere ma non troppo e quando l’arbitro fischia guardo la palla, provando a non andare troppo veloce per poi fare quel piccolo salto che mi consente di alzare la testa per vedere il portiere. Non scelgo l’angolo, vedo il movimento del portiere anche se non si butta fa sempre qualche finta e tento di calciare sul lato opposto. Non ho bisogno di guardare la palla prima di calciare, so dov’è nella mia mente e per adesso è andata bene”.

Prima di calciare sei sicuro di farcela o temi di sbagliare?
Ogni volta che vado a calciare penso di essere il migliore, che farò gol, che non sbaglierò, do fiducia a me stesso e soprattutto ora con il VAR, dovendo aspettare alcuni minuti, approfitto di quel tempo a disposizione per caricarmi e pensare di essere il migliore”.

Il rigore che ti ha fatto più paura?
Non so se paura ma ricordo un rigore all’Olimpico nel derby, con il risultato fermo sullo 0-0. Ho calciato bene, con la palla angolata, così abbiamo sbloccato la partita e abbiamo vinto”.

Quest’anno invece?
Contro la Juventus, il portiere era Szczesny che mi conosceva. Ho tirato tanti rigori contro di lui in allenamento, molte volte me li ha parati ed ero quindi nervoso. Poi l’ultimo contro l’Hellas Verona è stato particolare. Non venivo da un buon periodo, avevo perso il posto da titolare, mi ero fatto male e le gare in cui ero entrato non avevo fatto male. In quel match sono entrato da freddo, senza scaldarmi, e appena entro sbaglio il controllo e loro fanno gol, annullato poi dal VAR. Ho avuto tante sensazioni mentre aspettavo il VAR. Sarebbe stata dura se loro avessero segnato per colpa mia. Dopo 10-15 minuti arriva il rigore, stavamo pareggiando quella partita. In campo c’erano Kolarov, Veretout (che aveva calciato gli ultimi rigori) ma non ci ho pensato due volte: sono andato lì, ho preso la palla perché sono il responsabile dei rigori. Non mi posso tirare indietro perché non sto giocando bene, non sarebbe onesto da parte mia, sono io che calcio i rigori nella Roma. Dovevo prendere la palla e fare gol”.


FIGC, si è tenuta oggi la seconda videoconferenza della commissione medico-scientifica

La FIGC, tramite il proprio sito ufficiale, ha rilasciato un comunicato a seguito della videoconferenza tenutasi oggi:

"Si è svolta oggi in videoconferenza la seconda riunione della Commissione medico scientifica della FIGC, presieduta dal Prof. Paolo Zeppilli, con lo scopo di tracciare le linee guida del protocollo sanitario di garanzia per la ripresa degli allenamenti finalizzati alla ripartenza dei campionati professionistici. 
Al contributo di tutti i membri, sono proseguiti nelle ultime due settimane quelli degli esperti invitati a partecipare per l’analisi dell’emergenza da Covid-19: Roberto Cauda (prof. di Malattie Infettive dell’Università Cattolica), Massimo Fantoni (Direttore Unità Covid-19 del Policlinico Gemelli), Walter Ricciardi (componente Oms, consigliere del Ministero della Salute) e Francesco Vaia (Direttore Sanitario dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani).
Nel ringraziare per la disponibilità e la collaborazione offerta, sia in termini quantitativi sia qualitativi, al lavoro della Commissione, il Presidente federale Gabriele Gravina ha ribadito a tutti i componenti l’obiettivo della FIGC: “Per far ripartire il calcio in sicurezza è fondamentale in questa fase mettere a punto le migliori procedure possibili per riprendere l’attività quando ripartirà tutto il Paese. Lavoriamo senza fretta, ma senza sosta per farci trovare pronti quando le istituzioni ci daranno il via”. 
Il protocollo, ispirato ai principi di semplicità, fattibilità e attendibilità, prevede una serie di prescrizioni e raccomandazioni per l’individuazione e la conservazione di un ‘gruppo squadra’ formato, oltre che dai calciatori, anche dallo staff tecnico, dai medici, dai fisioterapisti, dai magazzinieri e dal personale più a stretto contatto con i calciatori, che risulti completamente ‘negativo’.
In via preliminare, il lavoro della Commissione raccomanda il ritiro chiuso almeno per il primo periodo di allenamento (modello preparazione estiva), propedeutico alla piena ripresa dell’attività e con la sorveglianza del medico sociale e/o del medico di squadra. Il ritiro sarà preceduto da uno screening (72-96 ore prima di iniziare) a cui si dovrà sottoporre tutto il ‘gruppo squadra’. Tali indagini prevedono, oltre all’esecuzione del test molecolare rapido e del test sierologico (con la tipologia che sarà indicata dalle autorità competenti), un’anamnesi accurata, una visita clinica (valutazione degli eventuali sintomi e misurazione della temperatura corporea) ed esami strumentali e del sangue. Peraltro, su input della stessa FIGC che, per facilitare l’espletamento di tutte le procedure di screening e favorire una migliore organizzazione logistica, è previsto si possa prendere in considerazione la possibilità di consigliare una ripartenza a tre velocità: priorità alla Serie A, per poi proseguire con Serie B e Serie C.
Il luogo per l’allenamento deve essere ovviamente sanificato (intendendo per luogo sia il Centro Sportivo sia le palestre, gli spogliatoi e gli alberghi qualora i club non abbiano una propria sede per il ritiro). Il protocollo poi si incentrerà nella gestione del ritiro con attenzioni specifiche alle varie attività di allenamento e sull’organizzazione per l’impiego delle diverse strutture, compresa la sala medica e fisioterapica.
Con il contributo del responsabile medico dell’Aia Angelo Pizzi, le prescrizioni saranno adeguate anche ai direttori di gara, tenendo presente le specificità della categoria.
Terminata la riunione odierna, il presidente Zeppilli farà una sintesi degli eventuali ulteriori contributi dei componenti per poi finalizzare il documento, che il Presidente Gravina trasmetterà quanto prima per la valutazione ai Ministri per lo Sport Vincenzo Spadafora e della Salute Roberto Speranza".


Papà di Zaniolo: "Nicolò ama questa maglia, guai a toccargli la Roma"

Igor Zaniolo, papá di Nicoló, è intervenuto all’emittente radiofonica CSS. Queste le sue parole su come il figlio sta vivendo l’esperienza alla Roma:

Come sta Nicolò?
"Bene, sta riprendendo bene, sta lavorando a casa, con l’ausilio dei preparatori in video conferenza, tutto prosegue secondo l’iter, ovviamente sarebbe stato meglio stare a Trigoria, ma comunque sta lavorando sodo a casa, seguendo il protocollo di recupero. La Roma gli ha fornito tutti i macchinari e gli attrezzi utili"

I tempi di recupero?
"Per un crociato ci vogliono 6 mesi, sempre meglio con una struttura come quella di Nicolò andarci cauti. Io penso che tra luglio e agosto sarà a posto."

La ripresa?
"Normale ci sia voglia di tornare alla vita quotidiana e alla normalità. Credo che sia giusto ripartire quando si avrà certezza che non ci saranno rischi per gli atleti e per nessun altro."

Possibile il rinnovo di Nicolò con la Roma?
"Nicolò non ha mai chiesto nulla, ha un contratto fino al 2024, sta alla grande a Roma e spera di continuare il più possibile, poi se la Roma volesse corrispondergli un adeguamento ci sediamo volentieri, ma al momento non c’è nulla di concreto. Credo che la società ci possa pensare, per blindarlo ulteriormente e farlo sentire parte integrante di un grande progetto come quello giallorosso."

Il ruolo?
"Può fare tutti i ruoli dell’attacco a parte il centravanti perché giocando di schiena alla parte viene limitato, ha bisogno di spazio davanti a se, deve giocare fronte alla porta. Pensavo fosse una mezzala, sta però dimostrando di poter fare la punta esterna. E’ sicuramente un giocatore d’attacco."

Qualche consiglio da papà Zaniolo a Nicolò arriva sul piano tecnico?
"A livello tecnico poco, ma qualche volto gli rimarco qualche atteggiamento in campo. Gli do consigli soprattutto sul comportamento da tenere in seno al gruppo, sulla professionalità, aspetti su cui mi sta ascoltando."

Quanto è legato Nicolò alla Roma?
"Nicolò ama questa maglia, ama in maniera viscerale questa piazza, guai a toccargli la Roma."

Fonseca?
"Penso sia ben visto da tutti, anche dai tifosi. Il gruppo stravede per Fonseca, sia sul piano tecnico sia sul piano umano. Per quello che mi racconta Nicolò è una grande persona."


Diretta Totti-Cannavaro, i campioni condividono ricordi con i followers

Francesco Totti e Fabio Cannavaro, ex compagni di Nazionale e Campioni del Mondo nel 2006, hanno condiviso una bel momento con i loro follower tramite una diretta Instagram. Nel corso della diretta l'ex capitano giallorosso ha parlato anche della sua nuova avventura nel mondo dello scouting giovanil. Questo uno stralcio della diretta:

"La prima trattativa che farò sarà sicuramente con la Roma (ride, ndr)". Totti - che nel frattempo aveva coinvolto anche il figlio Cristian nella diretta - ha poi chiesto ironicamente a

Cannavaro come fosse stato possibile che lui avesse vinto il Pallone d'Oro. L'ex difensore ha ironicamente risposto: "Se lo chiedono tutti. Francesco non avrà vinto il Pallone d'Oro ma ha fatto tante altre cose importanti".


Becali (pres. Steaua Bucarest): "Offerta dall’Europa per Coman"

Florinel Coman, talento della Steaua Bucarest - seguito da alcuni osservatori della Roma durante lo scorso febbraio - è al centro di alcune trattative per trasferirsi in una big europea. Queste le parole Becali, il presidente del club romeno rilasciate al programma Digi Sport: "Inizialmente hanno offerto otto milioni di euro e il 10% del futuro trasferimento, ma ho detto di no: ne ho chiesti 10 e il 20% sulla futura rivendita". 

 


Serie A, l'ultima tentazione: ripartire dalla Coppa Italia

REPUBBLICA - PINCI - Ripartire dalla Coppa Italia. La Lega Serie A, in un Consiglio tecnico, ha discusso della (eventuale) ripresa del campionato. Aprendo a un'ipotesi suggestiva: ripartire giocando le due semifinali di ritorno di Coppa Italia. E quindi giocare prima Juve-Milan e Napoli-Inter, inizialmente in programma a inizio marzo, per decidere subito le finaliste della manifestazione. Questa soluzione permetterebbe, anche alla ripresa, di guadagnare dei giorni sul cammino dell'infezione da coronavirus, dando precedenza a due partite che altrimenti rischierebbero di non essere mai giocate. E allo stesso tempo, farebbe felice il ministro dello sport Spadafora, garantendo il primo evento calcistico dopo l'esplosione della pandemia alla Rai, che ha i diritti della manifestazione.

La soluzione piace a tutti e non ha ostacoli "politici". Soprattutto, permette di rimandare di qualche giorno ancora il nuovo inizio del campionato. Ancora di più se fosse seguita dalla finale o dal recupero della 25esima giornata, rimasta incompleta.


Rezza (ISS): "Se mi chiedete "fra un mese possiamo ripartire?" io le direi: certamente a porte chiuse"

Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell'Istituto superiore di sanità (Iss), ha parlato ai microfoni di SKY TG 24 dell'ipotesi di ripresa del calcio italiano. Queste le sue parole:

«Può ripartire oggi il Campionato? Come farei a direi di sì oggi? Stiamo in lockdown completo. Naturalmente se mi chiedete "fra un mese possiamo ripartire?" io le direi: certamente a porte chiuse - le parole di Rezza -. Dopodiché è chiaro che va molto minimizzato, molto reso veramente bassissimo il rischio, perché nel momento in cui si riapra qualsiasi attività, noi sappiamo che chiaramente un minimo di rischio in più lo prendiamo, quello che prima definivo "rischio accettabile", e chiaramente andrebbero prese delle misure molto rigide e molto rigorose. Comunque sia non sta a me decidere, sarà la politica a decidere. Nel momento in cui decideranno di riaprire il Campionato naturalmente quello che si dovrà fare - credo che già ci stia pensando la FIGC con la commissione apposita - è di dare delle istruzioni su misure molto rigorose per far sì che si minimizzi il rischio tra i giocatori e la cerchia, le persone che li attorniano e soprattutto anche per il resto della comunità. Naturalmente ogni riapertura in qualche modo comporta un minimo di rischio, non solo per il Campionato, sto dicendo per qualsiasi altra attività. Però ci sono delle modalità per mettere, se non in sicurezza totale, in parziale sicurezza la popolazione e quello che interessa la sanità pubblica chiaramente».


Dzeko: "Sono onorato di essere stato nominato miglior giocatore straniero nella storia del campionato ceco"

Edin Dzeko ha fatto la sua prima esperienza all'estero, lontano dalla sua Bosnia, in Repubblica Ceca, nel Teplice. Proprio oggi il centravanti romanista è stato nominato come miglior giocatore straniero nella storia del campionato ceco. Queste le sue parole:

Per la giuria del quotidiano Sport sei il miglior straniero nella storia della lega ceca. Che ne pensi?
"Tenendo conto di quanto brevemente abbia lavorato nella Repubblica Ceca e di quanto fossi giovane e immaturo, sono molto orgoglioso di questo premio. Un sacco di stranieri di qualità hanno giocato in campionato, quindi sono stato molto contento."

Ripeteresti il ​​tuo impegno in Teplice?
"A quel tempo, venni da ragazzo: non avevo idea di cosa avesse davanti a me, ma ora che guardo indietro, so che non cambierei la mia decisione. Avrei fatto il viaggio per Teplice, anche se a volte è stato molto difficile. Vorrei ringraziare i giornalisti e gli esperti che hanno votato per me".


Anche Zappacosta e Diawara sono ok. E Fonseca sorride

LA GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - Se davvero arriverà la ripresa degli allenamenti a inizio maggio, Fonseca avrà più di un motivo per sorridere. Rivedrà in campo Nicolò Zaniolo, ma ancora prima di lui saranno a disposizione Zappacosta e Diawara. Il terzino avrebbe dovuto fare il suo rientro proprio in questi giorni. Davide non vedeva l’ora di tornare, per ora si è dovuto accontentare della partita virtuale giocata ieri sera su Sky, nel corso dell’evento benefico “United per l’Italia”. È stato schierato in mezzo al campo, al fianco di Donati (Lecce) e Quintero (River Plate). All’eventuale ripresa la Roma ritroverà anche il suo equilibratore di gioco. Diawara infatti si era rivelato indispensabile per la squadra di Fonseca, che potrà da subito contare su di lui.


Nove anni fa il viaggio a Boston. E ora Friedkin aspetta

LA GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - Sono trascorsi nove anni da quando la maggior parte della spedizione partì. Avvocati, addetti ai lavori, responsabili della comunicazione e giornalisti al seguito. Il viaggio era quello da Fiumicino a Boston, l’obiettivo uno: vivere lo storico passaggio dalla famiglia Sensi alla Roma americana. Nove anni, due presidenti, quattro direttori sportivi e otto allenatori dopo, l’impresa di rendere la Roma “una regina” è riuscita a metà. La proprietà americana ha fatto crescere in maniera evidente il club, ma non è riuscita a portare a casa nemmeno un trofeo. È uno dei motivi che aveva convinto James Pallotta a passare la mano. A fermare la trattativa ben avviata con Friedkin c’è stato però il Coronavirus e al momento non sono previste spedizioni d’aprile tra l’Italia e gli States come nove anni fa.