Parlano Montella e Balbo: "Fonseca ci ha sorpreso positivamente. E' l'allenatore giusto"

Vincenzo Montella ed Abel Balbo, ex attaccanti della Roma e compagni di squadra nell'annata scudetto, hanno rilasciato un'intervista ai microfoni di Sky Sport:

Avete rappresentato tanto per la Roma. 189 gol tra tutti e due con la maglia della Roma in partite ufficiali. Secondo voi, avreste potuto giocare insieme o eravate troppo diversi?
Montella: “Questo non lo so. Non ci ho mai pensato. Ho avuto il privilegio di giocare con Abel, anche se lui era a fine carriera. Ma uno dei tanti consigli che mi dava e che studiavo guardandolo, è che penso sia stato veramente il calciatore che ha fatto più gol da calcio d’angolo e questa è una cosa che mi sono portato dietro in tutta la mia carriera e ho cercato di insegnarla ogni volta nelle squadre che allenavo”.

È un qualcosa che si può insegnare o è una cosa naturale?
Balbo: “Si studia, io studiavo queste cose. Sapevo che nelle punizioni laterali a favore o su calcio d’angolo se andavo a colpire di testa nove volte su dieci perdevo il contrasto, mentre se chiudevo sul secondo palo riuscivo a perdere la marcatura e avevo grandi possibilità di fare gol. Quindi ho fatto sempre quello, cerco di insegnarlo ai ragazzi e agli attaccanti. Rispetto a Vincenzo, penso che giocare con i grandi campioni è sempre facile. Non c’entrano le caratteristiche, i giocatori devono essere predisposti per fare un certo lavoro, per collaborare con la squadra, poi quando i giocatori sono bravi e sono simili, anche se noi non lo eravamo, possono giocare tranquillamente insieme”.

Abel, quando arrivò Batistuta alla Roma ci fu la questione della maglia numero 9, che, però, era già di Vincenzo Montella. Avresti fatto come lui e ti saresti tenuto la maglia o l’avresti donata a Batistuta?
Balbo: “Me la sarei tenuta anche io come Vincenzo perché se l’era guadagnata. È logico, arriva un altro campione e va bene, ma avrei fatto lo stesso e avrei rosicato se me l’avessero tolta”.
Montella: “Allora c’è anche un’anamnesi rispetto a tutto questo. Quando arrivò Batistuta per circa un mese ci fu uno spot mediatico in cui si diceva che la società gli aveva promesso la maglia. In tutto quest’arco di tempo a me né la società, né Gabriel, con il quale poi mi sono chiarito quando ci siamo incontrati, hanno mai chiesto la maglia. Se me l’avessero chiesta appena arrivato Batitusta, o l’avesse chiesto lo stesso Gabriel, sicuramente gliel’avrei lasciata o comunque sarebbe stato più probabile. Quando arrivai alla Roma c’era Bartelt che aveva la maglia numero 9 e la prima cosa che feci fu chiedergliela, gli dissi di farmi questa cortesia, perché avevo sempre sognato di giocare con la 9  e lui me l’ha lasciata".

Vincenzo, cosa ti è rimasto della tua esperienza di allenatore?
Montella: “Probabilmente appena ho iniziato. Mi sono piaciute tutte, ma la prima, quando fui catapultato in Prima Squadra dai Giovanissimi, fu un salto che non prevedevo e che mi diede grandissima responsabilità e grandissimo entusiasmo. Mi sono divertito a Catania e a Firenze, il Milan era il sogno della mia vita, il ritorno alla Samp. Le esperienze sono tutte belle, con questo mestiere ti emozioni sempre”.

Cosa vi invidiate a vicenda?
Montella: “L’ho detto. Lui aveva movimenti da falco, da area di rigore. Era molto tecnico e calciava in egual misura con entrambi i piedi. Ecco, forse quello. Io non avevo questa abilità, anche se ho segnato tanto di destro ma la velocità con cui calciava Abel con entrambi i piedi sicuramente l’ho vista in pochi giocatori e uno di questi è Enrico Chiesa. Un calciatore che aveva queste caratteristiche."
Balbo: “Soprattutto la sua abilità e il suo mancino. Era micidiale quell’aspetto lì. Nell’uno contro uno era molto bravo, io invece non lo ero. Poi il suo mancino era sicuramente davvero buono."

Balbo, qual è il ricordo più bello che hai della città di Roma?
Balbo: “Calcisticamente sono tanti. Il più bello è stato quando abbiamo vinto lo scudetto, anche se io non sono stato un protagonista diretto quell’anno lì. Non ho  partecipato molto, ma è stata sicuramente una delle emozioni più belle che ho provato come calciatore perché è stata la realizzazione di tutto l’insieme degli anni vissuti nella Roma. Quindi penso che quando si vince lo scudetto, soprattutto in Italia con una squadra come la Roma che, purtroppo, non vince tutti gli anni sono dei momenti speciali".

Sei talmente affezionato che continui a vivere a Roma, giusto?
Balbo: “Sì, vivo a Roma. Da quando sono arrivato nel ’93 non sono più andato via, quindi sono quasi 30 anni che sto qua".

In quale giocatore in attività vi rivedete?
Balbo: “Non è facile. Io ero un centravanti un po’ inventato, non il classico centravanti. Avevo fatto solo il centrocampista prima di arrivare in Italia. Vedo qualcosa in Dzeko, che è molto simile a me, perché è uno che anche se gioca molto dentro l’area riesce a venire indietro e aiutare con la manovra e a costruire il gioco con la squadra e fare il regista per la squadra".

Dzeko è arrivato a 102 gol con la maglia della Roma e ha raggiunto Vincenzo, che ha omaggiato il bosniaco con un bellissimo tweet. Vero?
Montella: “Sì, abitiamo nella stessa via e proprio pochi giorni prima mio figlio Emanuele mi aveva chiesto una foto con lui. Poi è successo questo pandemonio e non c’è stato modo di fargliela fare, quindi ha coinciso la cosa con le altre due. Mi rivedo in Dybala. Vi racconto un aneddoto. Quando allenavo il Catania, ormai credo siano passati più di 10 anni, il direttore Lo Monaco che andava sempre in Argentina, tornò e mi disse ‘Mister, ho trovato un giocatore che le assomiglia molto in Argentina. Uguale a lei. Gioca in Serie B in Argentina’ e io dissi ‘Direttore, compriamolo subito’ e lui mi rispose che costava troppo. All’epoca costava già 3/4 milioni, però poi l’ho sempre seguito e devo dire che molto spesso mi rivedo in lui. Anche se a Paulo piace giocare più lontano dalla porta rispetto a come interpretavo io il ruolo".

Chi era più completo fra Totti e Del Piero?
Montella: “Bella domanda. Ho avuto il privilegio di giocare con Francesco 7/8 anni nel pieno della carriera. Con Alex ci incontravamo in Nazionale, lo conoscevo meno. Sono due giocatori diversi, anche se giocano nella stessa posizione e con gli stessi risultati. Francesco negli anni si è trasformato da centravanti con grandissimi risultati, Alex penso che sia sempre stato più una seconda punta con grande senso del gol.".

Siete dell’idea che ora si difende molto meno e che se aveste giocato adesso avreste fatto il doppio dei gol? Oppure la pensate diversamente?
Montella: “Questo non lo so. Non c’è la controprova. Sicuramente i tre punti hanno agevolato il fatto che le squadre giochino più per la vittoria rispetto a prima o all’inizio della nostra carriera. Adesso l’attaccante è un po’ più tutelato perché ci sono le telecamere ovunque ed è anche vero che, però, c’è anche un po’ più di tatticismo rispetto a prima. Quindi forse alla fine si compara un po’ tutto".
Balbo: “Penso che adesso le nuove regole aiutino moltissimo chi fa gol, perché sono fatte apposta per questo, per fare più bello il gioco, quindi un attaccante ha dei vantaggi che prima non aveva. Se avessimo fatto più gol? Penso di sì, però bisogna sempre dimostrarlo. È difficile, anche se negli anni in cui abbiamo giocato noi c’era anche una diversa qualità dei difensori. A noi ci marcavano Maldini, Costacurta, Turam, Nesta e senza disprezzare nessuno, purtroppo nel campionato italiano questi difensori non ci sono".

Balbo hai mai pensato o avuto voglia di tornare a far parte della Roma?
Balbo: “Mi piacerebbe senz’altro poter lavorare in qualche modo per la Roma. Non ho mai avuto la possibilità, nemmeno fino ad adesso. Non lo so, non credo di poterla avere, ma sicuramente sarebbe una cosa bella per me poter fare parte in qualche maniera della Roma".

Che impressione avete avuto dalla Roma?
Montella: “Fonseca è tra gli allenatori che mi ha sorpreso di più positivamente. La Roma ha un’identità e muove sempre qualcosa in base all’avversario, quando l’abbiamo affrontata noi è stata una partita competitiva per poco tempo. Sono stato sorpreso poi dagli scarsi risultati dell’ultima parte, tutto dipende da come poi avrebbe reagito la squadra. Mi piace molto”.
Balbo: “La penso come Vincenzo. Fonseca è un ottimo allenatore, si è adattato bene al campionato italiano, e non era scontato. Adesso è un po’ di tempo che è in difficoltà, ma può capitare. La Roma è un’ottima squadra, forse manca qualcosa a livello caratteriale, ma Fonseca è l’allenatore giusto”.


La Roma guarda al futuro e mette nel mirino David Ruiz

Sempre attivo il DS Petrachi, che nonostante lo stop del campionato sta lavorando per portare nuovi giovani nella formazione giallorossa. Un lavoro che serve a garantire nuovi talenti in ottica futura e l'ultimo nome sul taccuino del DS, come riferito da calciomercato.com, è quello di David Ruiz.
Il giovane esterno del Valencia, 16enne classe 2003, può ricoprire tutti i ruoli sulla fascia sinistra ed ha anche un buon senso del gol. Infatti ha siglato una rete in sei presenze in Youth League e 11 rete con la formazione Under 19. Inoltre David Ruiz vanta già 5 presenze nella nazionale spagnola under 17.


Trattativa Pallotta-Friedkin, il texano propone l'acquisto del 51% del club

Secondo quanto riportato dall'Adnkronos da fonti vicine all'affare, la trattativa per l'acquisto della Roma da parte di Dan Friedkin è rallentata e traslata ma è ancora viva, anche in considerazione di uno spiraglio e di possibili date che sono state ipotizzate per ricominciare a giocare in Serie A a maggio o giugno. Il rallentamento che c'è stato nella trattativa era dovuto all'impossibilità di capire le prospettive, a causa della pandemia del coronavirus e del blocco dei campionati, con l'imprenditore texano che voleva attendere una schiarita, con la chiusura del bilancio a giugno e con l'aumento di capitale da parte del presidente James Pallotta per poi avere più chiara la situazione, non solo dei conti e dei costi superiori sostenuti, ma soprattutto delle prospettive. Friedkin nelle scorse settimane, nel pieno della crisi legata al Covid-19 aveva provato comunque a chiudere l'affare proponendo a Pallotta, a quanto apprende l'Adnkronos, di acquistare solo il 51% della società per poi valutare l'acquisto delle restanti quote del club a crisi superata, ma il numero uno bostoniano ha rispedito al mittente l'offerta, non considerandola vantaggiosa.

 

 


Roma, trattativa bloccata Pallotta-Friedkin: congelati i ritorni di Totti e De Rossi

LEGGO.IT - BALZANI - Capitani in quarantena. Totti e De Rossi, così come tutta la popolazione italiana, stanno vivendo queste giornate chiusi in casa tra qualche videochiamata ad amici ed ex compagni, i giochi con i figli, le serie tv e un po’ di attività fisica. E cercando di far luce sul loro futuro che non sarà alla Roma, almeno per i prossimi mesi. La trattativa bloccata tra Pallotta e Friedkin, infatti, impedisce ai due ex capitani di valutare anche un ipotetico ritorno a Trigoria di cui tanto si era parlato nei primi mesi del 2020. Francesco aveva appena inaugurato la sua società di procuratori, ovviamente frenata dall'esplosione del coronavirus. E nel frattempo ha continuato a farsi vedere in tv (un successo la partecipazione a Celebrity Hunted su Amazon Prime) e sui campi di calciotto almeno fino alla sospensione dei campionati. In più di una chiacchierata sui social ha ammesso di voler valutare un ritorno alla Roma in caso di chiamata. Non di Pallotta ovviamente visti i precedenti, ma di Friedkin. Tutto rinviato. Fino a quando è impossibile saperlo visto che la trattativa è stata congelata. A fine pandemia potrebbe riprendere ma con tutte altre cifre che potrebbero non soddisfare lo stesso Pallotta.
E De Rossi? Fino a qualche giorno fa si ipotizzava un ruolo come allenatore della Primavera. Daniele quindi avrebbe preso il posto di papà Alberto, il quale sarebbe diventato supervisore del settore giovanile entrando nei quadri dirigenziali al fianco di Bruno Conti e Morgan De Sanctis. Il presupposto era l’arrivo di Friedkin visto che pure in questo caso i rapporti con Pallotta (e Baldini) non sono così idilliaci dopo il mancato rinnovo di nemmeno un anno fa. In questi mesi De Rossi ha vinto uno scudetto col Boca (non da protagonista) e ha appeso gli scarpini al chiodo. La carriera da allenatore resta la scelta più gettonata. Anche in questo caso il Covid ha bloccato sul nascere l’idea della Figc che proprio per averlo al fianco di Mancini sulla panchina azzurra aveva inoltrato alla UEFA una richiesta per organizzare a tempo di record (si parlava di aprile) uno speciale corso-allenatori Uefa A. Ottenuto quel patentino, De Rossi avrebbe potuto guidare tutte le formazioni giovanili inclusa la Primavera, tutte le squadre femminili e tutte le squadre maschili fino alla Serie C. In più poteva diventare allenatore in seconda di qualsiasi categoria. L’Europeo spostato al 2021 potrebbe essere il nuovo obiettivo. Roma permettendo, perché il primo amore rimane il giallorosso. Per entrambi.


Bavagnoli: "Ritroveremo una squadra con una grande mentalità"

Betty Bavagnoli, allenatrice della Roma Femminile, ha parlato in un’intervista rilasciata all'emittente televisiva del club ROMA TV. Queste le sue parole: 

Come sta vivendo questo periodo?
"Con grande riflessione, come tanti altri. Sto riflettendo tanto, non solo su tutto ciò che sta accadendo ma pensando anche a ciò che accadrà dopo, a come affronteremo il futuro. All'inizio è stata un po' più dura perché la mia famiglia sta a Piacenza, tra le città più colpite, molto vicina alla zona rossa iniziale. Il mio pensiero è andato alle mie sorelle, a mio fratello, ai miei familiari, con ansia e paura. Grazie a Dio stanno tutti bene ma continuo a seguire ciò che accade nella mia città. Sto riflettendo molto".

Le è mai capitato di stare così tanto senza calcio?
"Mi è capitato perché ho lavorato con le Nazionali e, senza campo, era un lavoro diverso, con tempi diversi. Un momento così però ti fa pensare a talmente tante altre cose che ti costringe ad affrontare tutto in maniera diversa. Dopo i primi 10 giorni, ho cercato di pensare quanto fosse importante quello che ci stavano chiedendo, rimanere a casa per evitare i contagi  e di nuocere a qualcuno".

Come mantenete i contatti con la squadra in questo periodo?
"La società ci è sempre stata molto vicino. Abbiamo la possibilità di utilizzare una piattaforma messa a disposizione dal club ed è molto importante. Ci consente di interagire con le nostre atlete, le nostre ragazze per comunicare qualsiasi cosa. Siamo vicine a loro in tanti modi: abbiamo un programma per ognuna delle nostre ragazze, un programma fisico da svolgere. Nel primo periodo bastava una sessione di allenamento al giorno mentre da ieri le ragazze svolgono due sessioni al giorno con i tutorial fatti dai nostri preparatori. Per l'aspetto tecnico-tattico, realizziamo dei video per le nostre giocatrici. Per l'aspetto medico, affrontiamo l'aspetto nutrizionale e il monitoraggio della condizione e infine abbiamo delle psicologhe che stanno vicine alle nostre ragazze. Abbiamo cercato di entrare nel dettaglio di ogni aspetto".

Abbiamo lasciato una Roma in gran forma prima dello stop
"Una Roma consapevole della posizione che occupa, del percorso fatto, del grande lavoro realizzato in questa fase, di una mentalità che è stata acquisita, una mentalità vincente. Avevamo preso coscienza del lavoro fatto sui limiti, sulle lacune ma anche sui nostri punti di forza. Abbiamo lasciato una squadra in grande evoluzione e salute. Ritroveremo una squadra con una grande mentalità".


FIGC, sospensione delle competizioni calcistiche fino al 13 aprile

Questi alcuni punti importanti nella nota ufficiale della Federcalcio dopo la proroga delle misure di contenimento annunciata ieri in serata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte: "Con provvedimento urgente del presidente Gabriele Gravina, sentiti i vice presidenti Cosimo Sibilia e Paolo Dal Pino, la FIGC ha disposto la sospensione fino al 13 aprile di tutte le competizioni calcistiche organizzate sotto l’egida federale. Ciò in conseguenza del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° aprile 2020 recante ‘misure urgenti di contenimento del contagio’, col quale sono sospesi tutti gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e grado. Con separato provvedimento e sempre in data odierna, la FIGC ha anche provveduto a sospendere i termini dei procedimenti in capo alla giustizia sportiva"


Assunção: "A Roma ho lasciato tanti amici, sono contentissimo di aver vinto il titolo, la tifoseria se lo meritava"

Marcos Assunção è intervenuto sulle frequenze dell'emittente radiofonica TELERADIOSTEREO tornando soprattutto sulla vittoria del campionato del 2001. Queste le sue parole:

Com'è la situazione in Brasile?
"Qui in Brasile stiamo combattendo, è un momento difficile per tutto il mondo. C'è un clima molto brutto, anche se so che in Italia e Spagna la situazione è peggiore: in quei due Paesi ci ho lasciato il cuore e sono veramente triste per quello che stiamo vivendo".

Riesci a seguire ancora la Roma? Sei ancora in contatto con qualcuno di quella squadra che vinse lo Scudetto?
"Seguo poco, ma sono in contatto con Cafu, Zago, Aldair e con Vito Scala. Molto tempo fa ho sentito un paio di volte Tommasi. Con Cafu ci vediamo spesso, siamo appassionati di moto".

Preferivi il n°5 o il n°8? A Liverpool quando Capello ti disse di giocare sulla fascia cosa hai pensato?
"Che non ero Cafu (risata, ndr)! Quando me lo disse, rimasi un po' sorpreso, ma volevo giocare, volevo aiutare la squadra. Purtroppo quella sera non andò bene. Riguardo al numero, sono più affezionato al n°8".

Ricordo più bello della cavalcata?
"Sicuramente il giorno in cui vincemmo il campionato. A Roma ho lasciato tanti amici, sono contentissimo di aver vinto il titolo, la tifoseria se lo meritava".

Un aneddoto?
"Ce ne sono pochi. Vi posso dire che Capello ci faceva lavorare tantissimo, non mollava nulla, fu determinante per vincere il campionato".

C'è un altro Assunção nel tirare le punizioni oggi?
"Difficile citarne uno, diciamo che ai miei tempi ce ne erano tanti, c'era Mihajlovic, Ronaldinho, Juninho... Sulle punizioni devi allenarti tanto, altrimenti non segni".

La punizione più bella con la maglia della Roma?
"Bologna, perché ero pure abbastanza distante. Un'altra bella fu a Parma...".

Il gol alla Juve?
"Giocare a Torino era difficilissimo, ma noi eravamo forti. Avevamo un gruppo di giocatori di altissimo livello. Segnare il gol della vittoria fu una cosa bellissima. Come mai chiusi io il contropiede? A me piaceva tanto aiutare i compagni in attacco, quindi spesso cercavo di inserirmi davanti. Ero felicissimo di giocare in una Roma così forte!".


Friedkin è più lontano

IL TEMPO - AUSTINI - BIAFORA - Era fatta. Accordo chiuso da settimane per un affare da quasi 800 milioni di euro, di cui poco meno di 400 per la quota di «equity», contratti pronti, avvocati delle parti super-ottimisti, solo gli allegati e le ultime clausole da sistemare prima delle firme e dell'annuncio. C'era già una bozza di comunicato pronta da sottoporre alla Consob, insomma prima che il mondo si fermasse la Roma era diventata già in sostanza di Friedkin, ma non lo era ancora nella forma. Adesso, a nemmeno un mese da quel frenetico 5 marzo, l'affare non solo non si è chiuso ma rischia di complicarsi seriamente. Ma
Pallotta assicura: «In ogni cosa c'è sempre la possibilità di trovare un accordo». Il tycoon di Boston ha comunque garantito il suo impegno anche qualora gli attuali soci volessero sfilarsi, le prospettive del club potrebbero complicarsi alla luce della semestrale chiusa con un rosso di 87 milioni di euro, senza che poi si sia ricorsi alle plusvalenze nel mercato di gennaio per tamponare la situazione. Lo stop per l’emergenza mondiale del Coronavirus, una pandemia che sta mutando gli scenari economici dell'intero globo e che ha ovviamente toccato anche il Gruppo Friedkin, che fa del mercato dell’auto il suo fiore all'occhiello, e la stessa Roma. I conti del club rischiano di peggiorare ancora nel caso in cui le televisioni si rifiutassero di versare la quota dei diritti relativa alle partite al momento saltate e gli incassi
da botteghino appaiono un miraggio. In attesa di una definizione degli scenari futuri del calcio, in caso di mancata cessione per Pallotta non restano altre strade oltre a quella di una
nuova negoziazione con le banche per un prestito o un rilancio importante da parte
dell’attuale proprietà, ipotesi remota vista la volontà di interrompere l'investimento da parte dei soci. Da segnalare poi le dichiarazioni di Gravina sulla trattativa tra l'imprenditore di Boston e Friedkin: «Siamo stati informati per le vie brevi e ora - ha detto il presidente federale a Radio Radio - aspettiamo di ricevere la documentazione prevista dalle norme. L'operazione va avanti? Credo proprio di sì». Intanto la Roma ha comunicato che la pubblicazione della relazione sulla semestrale slitterà alla fine del mese a causa dell'incertezza determinata dall’epidemia. Nel frattempo si attende inoltre che il Comune completi la stesura della Convenzione sullo stadio. Un altro affare fondamentale per il futuro della Roma. Che sia di Pallotta o di Friedkin.


Chierico: "Al primo posto c'è la salute di tutta l'umanità. Prima le cose essenziali, poi il calcio"

Odoacre Chierico, ex centrocampista della Roma dal 1981 al 1985 ed ex collaboratore di Alberto De Rossi nella Primavera giallorossa, ha rilasciato un'intervista sulle pagine de Il Tempo per parlare del momento che si sta vivendo in Italia e della ripresa del campionato:

Pensi che la stagione possa riprendere?
"Mi auguro che la vita possa tornare ad essere felice per tutti in breve tempo. Non soltanto per il calcio. Dobbiamo ancora tenere duro, soffrire tanto e lottare, credo per tutto aprile. Poi spero che le cose possano migliorare. Penso e spero che a metà maggio il calcio possa riprendere, perché vorrebbe dire che questa situazione sarebbe finita. Ma il calcio non è la cosa più importante, al primo posto c’è la salute di tutta l’umanità".

Cosa ne pensi di chi spinge per tornare a giocare?
"È una vergogna. Pensare ai propri interessi è proprio quel tipo di ragionamento che ha avuto l’umanità e che ci ha portato a stare come stiamo oggi. Inviterei tutti a riflettere. Aver fatto giocare Liverpool-Atletico Madrid è stata una follia, stessa cosa per Atalanta-Valencia".

Pensi sia giusto annullare la stagione?
"Assolutamente sì. Prima le cose essenziali, poi il calcio. Dobbiamo aiutare e supportare chi in questo momento è meno fortunato. La corsa di qualche società allo scudetto è una cosa che non si può pensare. Ha ragione Cellino, se qualcuno vuole lo scudetto diamoglielo".

I calciatori dovrebbero ridursi lo stipendio?
"Certo, tutti quanti noi dobbiamo rinunciare a qualcosa e ci dobbiamo adeguare. Ribadisco tutti quanti, ad esempio i politici. Un ridimensionamento degli ingaggi, arrivati a cifre astronomiche, è giustissimo, senza che qualcuno faccia il furbo".


Dzeko: "L'impegno della Roma nel sociale è sempre stato costante. Siamo una famiglia e sei mesi fa ho scelto di non lasciarla"

Edin Dzeko, attaccante e capitano della Roma, ha rilasciato un'intervista sulle pagine de La Repubblica a cui ha parlato delle sue giornate e delle iniziative della Roma:

Come vivi la quarantena?
Intorno alla mia abitazione, per esempio, non ci sono balconi, il rito di quei canti delle 18 non l’ho mai vissuto in prima persona. Ma con i social, si sa, ormai siamo a un metro dai condomini di tutta la città e, tra un telegiornale e l’altro con cui informarmi sull’evoluzione del contagio, è bello vedere la gente cantare dalle finestre l’inno della Roma e distribuire speranze. Se puoi essere ottimista tu, devo esserlo anche io. Cerco di guardare al lato positivo di questa emergenza: costretti in casa, abbiamo trasformato il campo e rivisto le regole, abbiamo tanto tempo da dedicare ai nostri figli, lo riempiamo con i giochi. Hanno scoperto che con mamma e papà dentro casa si sta benone. A proposito della loro mamma: ho invaso la sua palestra! Allenandomi a Trigoria raramente avevo sfruttato lo spazio che lei aveva attrezzato per sé, ma adesso per rispettare il programma che ci ha dato la società mi divido tra il giardino – a proposito di privilegi – e appunto la sua palestra”.

Sulle iniziative di Roma Cares
In queste ore così difficili la società ci ha coinvolto in diverse iniziative al fianco della sua fondazione, Roma Cares. L’impegno del club nel sociale è sempre stato costante, ma in questa circostanza la Roma ritengo si sia davvero distinta: non solo per la capacità di raccogliere fondi, ma per la disponibilità a rimboccarsi le maniche ed essere operativa a fianco delle istituzioni. L’ultima che hanno fatto è davvero forte: bussare alle porte dei nostri abbonati più anziani per consegnare loro delle mascherine e beni di prima necessità. Questo significa essere una famiglia. Ed è anche per questo che sei mesi fa ho scelto di non lasciarla.”


Fuzato: "La situazione è difficile ma seguiamo le indicazioni. Alisson è un riferimento"

Daniel Fuzato, portire della Roma dal 2018 ma con zero presenze all'attivo con la prima squadra, ha rilasciato un'intervista per Globoesporte a cui ha parlato di come sta affrontando l'emergenza in Italia e del suo connazionale Alisson:

Come va la situazione in Italia?
Qui in Europa le cose sono tristi e difficili. Noi abbiamo seguito tutte le indicazioni dall’inizio. Sfortunatamente ci sono molti casi qui in Italia, ma la popolazione ha rispettato tutte le misure precauzionali. Spero che questa situazione finisca presto. Io e la mia ragazza usciamo una volta alla settimana per andare al mercato e indossiamo maschere e guanti. Ci laviamo sempre bene le mani e cerchiamo di rimanere calmi”.

Ti stai allenando a casa?
Sì, continuo ad allenarmi. La Roma è molto attenta in questo. Sono sempre in contatto con lo staff del club. Abbiamo un preparatore atletico che svolge le attività ogni giorno e abbiamo sempre un programma diverso”.

Cosa ne pensi di Alisson?
Ho ancora molto da imparare e su cui lavorare, ma mi sto preparando molto per quando avrò una possibilità. Sono stato felice quando ha parlato di me. Lui è un riferimento per tutta la nostra generazione. E che uno come lui faccia un commento del genere su di te non capita tutti i giorni”.


La trattativa con Friedkin potrebbe saltare. Pallotta pensa ad un piano triennale per rilanciare la Roma

Il passaggio della Roma da Pallotta a Friedkin è in fase di stallo. Da affare quasi certo, oggi la trattativa rischia di saltare.
Per questo motivo, come riferisce Sky Sport, Pallotta si è rimesso al centro della gestione giallorossa con un piano triennale da attuare in tre passaggi:

1 - In primis Pallota vuole sottoscrivere un nuovo aumento di capitale in favore del club.
2 - Intervenire sulla rosa del club senza stravolgerla come successo nelle passatte stagioni. I "big" non verranno ceduti con Zaniolo che sarà intoccabile. Si attuerà un alleggerimento del monte ingaggi con annesso svecchiamento della rosa, mantendo in squadra i leader come Dzeko e Kolarov. Piena fiducia a Fonseca alla guida della squadra, mentre sul fronte cessioni si lavorerà per l'uscita definitiva degli attuali prestiti ed eventuali esuberi.
3 - Massimo impegno sul fronte stadio.