Bolzan Jr (pres. Gremio): "Nessuna offerta ufficiale per Pepê"

Romildo Bolzan Junior, presidente del Gremio, proprietario del cartellino di Pepê ha oggi smentito alcune voci di mercato riguardo ad un possibile interesse da parte dei giallorossi per il brasiliano. Queste le sue parole:
 
"Si parla di questo interesse, ma a noi non è arrivato nulla di ufficiale. Ad oggi, non abbiamo ricevuto proposte ufficiali per i due giocatori (parlando anche di Everton, ndr)".
 

 

 


Benatia: "Se penso alla Roma, penso immediatamente ai suoi tifosi"

Benatia ha parlato al sito GOAL.COM dove ha raccontato, tra le varie cose, il suo passaggio dall'Udinese alla Roma. Queste le sue parole:

 "Se penso alla Roma, penso immediatamente ai suoi tifosi. E' una città che vive per il calcio. Quando prendevo il taxi, infatti, si parlava solamente di partite. E' una città pazzesca, ho un ricordo bellissimo della gente. Mi piacerebbe un giorno tornare a vedere una gara, tutti sanno come quell'esperienza sia stata una delle più belle della mia carriera".


Villar: "Passare dall’Elche alla Roma è stato per un grande salto"

Gonzalo Villar ha raccontato le sensazioni nel suo passaggio dall'Elche alla Roma che lo ha visto protagonista nello scorso gennaio. Queste le sue parole:

Sul passaggio alla Roma
"Passare dall’Elche alla Roma è stato per un grande salto, all'inizio della stagione non me lo sarei mai aspettato perché era molto complicato, ma poi tutto è andato come volevo e per quello che lavoravo"

Sull'ambientamento
"Onestamente non mi aspettavo di trovare uno spogliatoio così umile nonostante fosse pieno di stelle e giocatori molto bravi. Ci hanno accolto molto bene (riferendosi anche a Carles Perez, ndr), quasi come dei fratelli minori, e ci hanno fatto approcciare molto facilmente in un campionato molto competitivo"

Sull'esordio
"L’esordio è stato un po’ amaro perché abbiamo perso, ma mi è servito per mettere il mio primo sigillo e poter dire che avevo veramente realizzato il sogno di giocare in Serie A"

Sul compagno più forte
"Dzeko è il giocatore che più di tutti mi ha impressionato, è spettacolare"

Sugli obiettivi
"Vogliamo arrivare in Champions League. In campionato ci sono tante squadre forti, sarebbe una delusione non riuscirci, ma non sarebbe un fallimento"


Perotti: "Migliorerò nei cross"

Diego Perotti racconta il momento particolare che coinvolge anche i giocatori, costretti ad allenarsi in casa per via delle disposizione dovute alla pandemia Covid-19. Queste le parole dell'attaccante argentino in una diretta Instagram dal profilo della Roma:

Come va?
Bene, tutto tranquillo.

Ti stai godendo la famiglia?
Abbastanza, più di quanto ci serve (ride, ndr).

Ne approfittiamo per stare con i nostri cari…
Sì, in ritiro ovviamente li vediamo meno. Sono passati quasi due mesi, quindi abbiamo approfittato del momento.

Che cosa hai provato a pensare che la cavalcata in Champions è partita dal tuo gol contro il Genoa?
La sensazione del gol al Genoa non l’ho mai provata prima. Anche se l’anno dopo siamo arrivati in semifinale di Champions, è un po’ egoista. Quel gol l’ho fatto io, l’ho sentito molto in maniera personale. Mi sentivo importante perché era grazie a quel gol che eravamo arrivati in semifinale. Spero di provare ancora a sentire quella gioia, ma sarà difficile per quello che era quella partita, il contesto. Era un sogno, sono molto orgoglioso.

Quel gol è il più bello?
A livello di importanza sì, ma di bellezza no. Mi tengo il primo che ho fatto contro la Sampdoria al volo. Anche quello al Chelsea in casa. A livello di importanza sicuramente quello è insuperabile, non c’è paragone con nessun altro.

Mi ricordo una tua finta di corpo nella tua prima partita, dopo hai fatto l’assist per El Shaarawy
Quello che accade in una carriera lo ricordiamo tutti. Io ero arrivato da 48 ore, dopo la partita contro la Fiorentina ho preso la valigia ed ho fatto le visite. il giorno dopo ho giocato titolare con la Roma ed era anche una partita emotiva: vincevamo uno a zero, poi hanno espulso Nainggolan. Ho fatto quella finta, poi l’assist per Stephan. Vincere alla prima partita, fare l’assist, a 48 ore dall’arrivo è stato un buon inizio.

Hai un rigore preferito?
Quello nel derby. Per quello che rappresenta a Roma, per i tifosi e la città. Stavamo pareggiando 0-0, l’ho calciato camminando e quando lo rivedo non so come ho fatto. E’ andata bene, poi ho fatto l’assist a Nainggolan per il secondo gol. Quel derby era quello più emotivo, più importante e dove ero più nervoso nel calciare il rigore.

Che soddisfazione è stata per tua madre vedere che ce l’hai fatta come calciatore?
Lei è una di quelle più orgogliosa in famiglia. Mi ha seguito da piccolo, mi ha accompagnato in tutti i momenti. Si alzava e mi accompagnava a giocare chissà dove, veniva da sola con il caffè per vedermi giocare. Non abbiamo sofferto, io ho avuto la fortuna di stare bene a livello economico, avevo le scarpe per giocare. Ci sono tanti calciatori che hanno avuto difficoltà, per fortuna io questo non ho dovuto passarlo. Ho avuto momenti di sofferenza, dove non giocavo, dove non sapevo se ce l’avrei fatta. Le sono grato per tutto questo.

Il tuo giocatore argentino preferito?
Riquelme. Non ho mai visto nessun altro, in quel ruolo, in quella maniera. Vederlo così vicino mi ha colpito tantissimo. Ho provato sempre da giovane ad imitarlo ed a fare le sue mosse, ma non ci sono mai riuscito.

Da dove arriva il tuo soprannome El Monito?
Mio padre lo chiamavano El Mono, ovvero la scimmia. Io l’ho preso da lui, nulla di personale o particolare. E’ un’eredità, lo chiamavano così in Argentina.

L’avversario più forte che hai incontrato?
Il terzino destro più difficile è stato Dani Alves. L’ho affrontato al Siviglia e lui era al Barcellona. Ho giocato contro pochi giocatori di un livello fisico così alto. In 90 minuti poteva fare tante volte avanti e indietro. Noi facevamo il classico 4-4-2, io facevo l’esterno a tutta fascia e dovevo rincorrerlo e puntarlo. In tante partite sono riuscito a fare bene, ma era sempre una sfida dura. Ti costringeva a fare il terzino. Era il Barcellona che ha vinto tanti titoli, andavi al Camp Nou e vedevi Xavi, Iniesta e Busquets.

Come è nato il tuo modo di battere i rigori?
E’ nato a Siviglia, nelle giovanili forse uno o due. Lì in prima squadra ho cominciato con un portiere amico mio in allenamento. Ho cominciato a parlare ed a capire come fa un portiere a pararlo, quale era il momento decisivo. Ho preso informazioni ed ho provato in diversa maniera. All’inizio camminavo ancora più piano, ho iniziato a provare ed ho visto con lui quale fosse la forma in cui riuscivo a fare più gol. Era Siviglia-Espanyol la prima volta, nel 2012, da lì in poi ho fatto sempre gol. Solamente qui ho sbagliato due rigori ed ho cambiato un po’. Guardo il portiere il più possibile per capire se mi dà un riferimento. Come il cucchiaio, se fai gol sei un fenomeno. Nel calcio comanda solamente se fai gol o no.

Hai un rito scaramantico prima di una partita?
Dobbiamo stare qui tre giorni e mezzo se ve le racconto tutte. Io sono stato 8 mesi ascoltando sempre in macchina le stesse 15 canzoni. Giusto per raccontarne una. Io forse dovrei fare qualche lavoro psicologico (ride, ndr). Ho contagiato anche mia moglie, anche lei si ferma su queste cose ora. Entro sempre col piede destro, anche quando faccio la fascia. Quando mi allaccio le scarpe deve essere in maniera perfetta, altrimenti le rifaccio da capo, posso metterci anche 5 minuti. Ne ho mille. La testa mi comanda tanto, devo stare attento. Per dormire deve essere tutto spento, se c’è una luce la devo coprire. Devo lavorare su tante cose. Quando abbiamo giocato contro il Borussia è stata una brutta partita, io ho fatto tutto male. C’era tutta luce in camera per dormire, io non ho dormito. Non è una scusa, ma ti capita. Se non stai a casa tua è normale. Io ho provato a coprire come si può, ma a volte è difficile. Mi metto anche la mascherina (ride, ndr).

Giochi alla Play?
Sì, a Fifa. Ora gioco anche a Resident Evil e lo faccio con mio figlio. Mi ha detto se andiamo ad ammazzare gli Zombie. Non gioco da solo, sempre con amici. Non sono molto forte, mi difendo, ma non sono un fuoriclasse.

Ci racconti la rabona contro il Victoria Plzen?
Io volevo crossare, non segnare. Mi godo il fatto di aver fatto un gol di rabona, ma sarei disonesto se dicessi che volevo segnare. Mi viene abbastanza naturale farlo, sogno di fare un gol così. Mi alleno spesso, se un giorno mi rimane la palla lì ci provo. Un ex allenatore faceva la rabona in maniera scandalosa, fortissimo, ma diceva sempre che significa che sei un disastro con l’altra gamba. Se stai vincendo 4-0 e fai una rabona non è bello, ma se non hai il sinistro facile puoi provarci.

Sbagli qualche rigore a Fifa?
Tutti. C’è quel cerchio che muovi così random. Se lo togli mandi la palla sulla Colombo, se lo tieni il tuo avversario lo vede. Devono fare qualche modifica. Alla fine tiri in mezzo.

Devi migliorare nei cross?
Può essere. Arrivo tante volte in fondo, faccio tanti dribbling e poi non riesco a fare un buon cross. E’ più difficile saltare l’uomo che mettere la palla in mezzo. Io ci provo a migliorarlo, è una mia caratteristica visto che mi piace giocare esterno. Tante volte mi capita di fare assist, ringrazio chi l’ha chiesto perché ci proverò.

C’è un cimelio al quale sei molto affezionato?
No, non ce l’ho. Alle partite mi porto sempre gli stessi orecchini ed una collana. Avevo una bellissima foto di mio figlio con la maglia dell’Argentina. Mia moglie dietro mi aveva scritto delle parole bellissime, ma poi non ho giocato bene e l’ho lasciata a casa. Mi innamoro tutte le volte che lo vedo, ma non ha avuto un buon risultato. A casa è bellissima (ride, ndr).

Ti è mai capitato di dover andare in bagno durante la partita?
Ce lo chiedono spesso a noi calciatori. E’ strano non vederci mai andare al bagno. Non sembra bello, ma mi hai fatto la domanda e ti rispondo. Io il giorno della partita vado al bagno in maniera più frequente, sopratutto se gioco titolare, se sto in panchina no. Come se il corpo mi dice di star tranquillo. Al campo quindi arrivo sempre pronto. Una volta a Siviglia, in Copa del Rey, mancava poco a fine primo tempo e pensavo di non farcela. Io ho giocato fermo gli ultimi minuti (ride, ndr).

Il tuo piatto argentino preferito?
L’asado senza dubbio. La carne alla griglia mi piace di più. Il mio piatto preferito da sempre è la pizza. Da calciatore non la puoi mangiare tanto, ogni tanto la danno nello spogliatoio per recuperare. Tra l’asado e la pizza mi prendo la pizza. Io mangio la margherita o margherita e prosciutto.

Piatto romano preferito?
La carbonara mi piace. Non posso mangiarla troppo, poi se ti ingrassi prendi la multa. Ora non stiamo giocando, ma quando giochiamo mangio il meglio possibile.

Domanda di Juan Jesus: chi fa da autista quando non vuoi guidare?
Lui è venuto a prendermi tantissime volte, mi ha portato tante volte a Trigoria. Devo riconoscere che è stato un autista perfetto, sempre puntuale. Non siamo arrivati in ritardo, gli lascio sempre 5 stelle quando scendo dalla macchina.

 

 


Delvecchio: "Sarebbe giusto ricominciare gradualmente a vivere, così rischiamo il collasso"

Marco Delvecchio, ex giocatore della Roma, ha parlato ai microfoni di Tele Radio Stereo su come vede l'emergenza nel calcio italiano e se, secondo lui, si potrà ripartire:

Pensi possa ricominciare il campionato?
"È difficile, adesso si potrebbe anche riprendere ma quando sarà possibile finire? La situazione non è migliorata poi così tanto. Certo che prima o poi doveva arrivare un momento in cui si sarebbe dovuto cambiare il messaggio. Ora si comincia a parlare della fase 2, delle riaperture e forse della ripresa dei campionati, la gente ha bisogno anche di questo perché ormai molti sono disperati. Non si può più andare avanti così senza avere in testa una data. Intanto il messaggio è cambiato, speriamo poi che veramente qualcosa possa riaprire sperando che le cose vadano bene. C’è anche un’altra cosa, o inizi a convivere con la situazione o rischiamo di avere problemi di altro tipo. Se si aspetta un altro mese si rischia il fallimento totale dell’Italia, bisogna iniziare ad uscire con tutte le precauzioni del caso, con un’attenzione particolare per gli anziani, però bisogna cominciare a riattivare il mondo lavorativo. Con tutto il rispetto per chi ha dovuto affrontare direttamente questa situazione non si può pensare di continuare a stare chiusi dentro casa, così rischiamo il collasso non solo economico. La gente comincia a dar di matto quando non ha più il lavoro, quando non ha più da mangiare. Poi c’è tutto un altro risvolto sociale, la cosa giusta sarebbe quindi ricominciare gradualmente a vivere nel modo più normale possibile. Non pensavo potesse mai succedere una cosa simile, non pensavo si potesse fermare tutto il mondo in un attimo in questo modo".

Lì a Dubai si parla di ripartire con lo sport?
"Qui la situazione è un po’ diversa nel senso che siamo chiusi da un mese per precauzione ma qui i morti sono ancora relativamente pochi e i casi sono circa 400 al giorno. Hanno preso spunto da quello che sta succedendo in giro anticipando i tempi. Negli Emirati poi ci sono tanti abitanti quanti in Lombardia quindi anche le strutture sono meno ingolfate e basta chiudere tutto per un po’, arrivi al picco e poi riparti. La cosa difficile resta comunque come andare avanti perché ad esempio il turismo non esisterà più, si c’è il turismo locale ma non puoi fare altro. Appena si riaprono frontiere e aeroporti ricominci da capo".


Gravina: "Terrò duro fino alla fine per ripartire con il campionato. Si potrebbe riprendere tra fine maggio e inizio giugno"

Gabriele Gravina, presidente della FIGC, è intervenuto ai microfoni di Rai Radio 1 per parlare dell'emergenza Coronavirus e della possibile ripartenza del campionato:

"Chi invoca oggi l’annullamento e la sospensione non vuole bene né al calcio e né agli italiani: io terrò duro sino alla fine. E’ un momento complesso per il nostro paese, per l’economia e per il mondo del calcio sono convinto che con un pizzico di responsabilità, disponibilità e buon senso troveremo la giusta via.
Se sono ottimista o pessimista sul 4 maggio? Condivido la speranza del ministro Spadafora e condivido che anche il ministro Speranza abbia la volontà di farci ripartire con tutte le dovute cautele e garanzie per dare sollievo a tanti italiani. Sono previste tre settimane di allenamento e quindi, ad oggi, si potrebbe riprendere a giocare tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Riprendere con le semifinali di Coppa Italia? Riguarda la Lega di Serie A, aspettiamo indicazioni rispettosi di ruoli. Siamo in attesa dei calendari.
Io mi auguro e mi auspico che tutti possano giocare nei propri stadi. Se questo non dovesse essere possibile troveremo delle soluzioni alternative.
La telefonata con Malagò risale a ieri mattina, abbiamo chiarito perché il presidente Malagò forse non era a conoscenza dell’attività che stiamo facendo".


Albertini: "La priorità è la salute di tutti. Se non fosse possibile riprendere se ne prende atto"

Demetrio Albertini, ex giocatore di Milan e Nazionale ed oggi Consigliere Federale, ha parlato ai microfoni di Sky Sport sulla possibile ripartenza del calcio italiano:

"Ciò che vedo da esterno è che fino ad oggi si è parlato tanto di ciò che non si può fare, come ad esempio niente allenamenti fino al 3 maggio. Credo che sia il momento che chi ha potere decisionale si esprima su quando si potrà fare qualcosa. Il calcio non è un mondo a parte. Non si può immaginare di riprendere velocemente, ma intanto serve una decisione: le squadre si vogliono far trovare pronte, ci sono giocatori che devono tornare da fuori. Se non fosse possibile riprendere se ne prende atto, la priorità è la salute non solo dei calciatori ma di tutti. Chi ci governa dovrà dirci come e quando si potrà ricominciare. Non dobbiamo dimenticarci anche di Serie B e Serie C, che sono anche loro professionisti. La Federazione si occupa di tutto il sistema calcio. Il mondo del calcio si sta confrontando, così da poter dare un contributo al ministro Spadafora".


La Roma studia un piano per la ripresa degli allenamenti. Si spera di ricominciare il 4 maggio

Il prossimo 4 maggio potrebbero riprendere gli allenamenti per le società italiane, ed anche la Roma sta preparando un piano per riprendere l'attività agonistica.
La società giallrossa, come riporta gazzetta.it, ha già inziato a sottoporre al test del tampone tutti i propri giocatori ed i rispettivi familiari. Una volta effettuati i tamponi, e se fosse possibile, il 4 maggio si riprenderanno gli allenamenti a Trigoria suddividendo i giocatori in gruppo di cinque o sei elementi per seduta.
Al termine degli allenamenti, se i familiari fossero negativi, i giocatori potranno tornare a casa; altrimenti alloggieranno nelle camere del centro sportivo.


Juan: "Sono stato molto felice a Roma, anche se sono andato vicino a passare al Barcellona"

Juan, ex difensore della Roma, ha parlato ai microfoni di ESPN del suo passato in giallorosso:

"Quando ero alla Roma, c’è stata la possibilità di un trasferimento. Nel 2009 ci sono andato vicino, dopo la mia prima stagione nella capitale. Ho parlato con il Barcellona, ma non è andata bene. Ho avuto dei contatti con l’intermediario dell’operazione, perché c’era una clausola nel mio contratto che mi permetteva di andarmene per una buona cifra. Alla fine non si è fatto niente con il Barcellona, ma sono stato molto felice a Roma, è stato un bellissimo periodo. Ho sempre lottato ai vertici della classifica e giocato grandi partite. Sfortunatamente non ho vinto tanti trofei lì. La cosa più emozionante è stata la possibilità di giocare sempre nelle competizioni europee come la Champions League. È stato molto importante per la mia carriera, perché mi ha fatto maturare molto".


Fienga, Fonseca e Dzeko ringraziano i partners commerciali della Roma

Guido Fienga, CEO della Roma, ha voluto ringraziare i partners giallorossi per il sostegno alle campagna Covid 19 della società durante la videoconferenza Partners House Meeting:

"Grazie a tutti i nostri sponsor per il sostegno che ci hanno dato in un periodo come questo. In questi giorni il mondo del calcio è molto diverso da quello che conosciamo abitualmente, ma, anche senza partite allo stadio, i nostri partner ci hanno dimostrato tutta la loro vicinanza e hanno partecipato alle nostre iniziative, in Italia, online e persino all’estero. La Roma è una piattaforma sociale e come tale ha il dovere di comportarsi: i valori che ci hanno mosso in questo periodo di emergenza saranno gli stessi che ci faranno da bussola per la nostre iniziative future".

Durante la conferenza sono intervenuti a sorpresa anche il mister Fonseca ed il capitano Dzeko, che a loro volta hanno voluto ringraziare i partners societari:

Fonseca: "In questo momento così delicato sono orgoglioso del fatto che il Club si sia contraddistinto per le iniziative che sta portando avanti al fianco delle strutture e delle persone più bisognose della città. So che in molte attività siete stati coinvolti anche voi e di questo vi ringrazio".

Dzeko: "Come in tutti i periodi più complicati, quello che fa la differenza all’interno di una squadra è l’unità d’intenti. Il Club in queste settimane c’è stato molto vicino informandoci costantemente di tutte le iniziative intraprese dalla nostra fondazione e con voi sponsor. Questo per me è motivo di grande orgoglio e un’ulteriore responsabilità che a nome della squadra raccolgo volentieri. Spero di potervi incontrare presto a Trigoria".


Ripartire dalla Coppa Italia

INSIDEROMA - SARA BENEDETTI - Periodo difficile per la scena calcistica. Dopo i ritardi sul campionato dovuti al lockdown bisogna ripartire dalla Coppa Italia.

LA SOLUZIONE - La Lega Serie A, in un Consiglio tecnico, ha discusso della eventuale ripresa giocando le due semifinali di ritorno di Coppa Italia: il programma prevede di giocare prima Juve-Milan e Napoli-Inter per decidere subito le finaliste della manifestazione. Questa soluzione permetterebbe, anche alla ripresa, di recuperare il periodo di stallo dovuto alla pandemia dando precedenza a due partite che altrimenti rischierebbero di non essere mai giocate. La soluzione pare  mettere d'accordo tutti e soprattutto, permettebbe di rimandare di qualche giorno ancora il nuovo inizio del campionato. Il Comitato Tecnico Scientifico della Federazione stilerà un Protocollo di Sicurezza Sanitaria in vista di una possibile ripresa della stagione agonistica. L'intenzione sarebbe quella di autorizzare la ripresa degli allenamenti per il prossimo 4 maggio, con l'avvio della restante stagione agonistica entro la fine dello stesso mese; è la previsione più ottimistica, ma non l'unica.

LE DATE - Il campionato potrebbe riprendere anche più avanti, l'Uefa non ha posto limiti dal punto di vista temporale, Ceferin è intenzionato a far ripartire i campionati in tutta Europa, nei limiti del consentito. Inghilterra, Italia, Spagna, Germania e Francia si sono confrontate nelle ultime ore per cercare un allineamento sui calendari che andrebbe a riflettersi anche sulle Coppe Europee e sul mercato: la situazione sanitaria non appare omogenea, al momento non è stata presa alcuna decisione.

Non tutti riescono ad essere ottimisti vista la situazione attuale; i numeri totale dei contagiati continuano a crescere e ciò non induce a facili speranze ma non c'è tempo per demoralizzarsi.


Pau Lopez: "Sono momenti difficili per tutti"

Pau Lopez ha rilasciato alcune dichiarazioni alla GAZZETTA DELLO SPORT dove si è raccontato tra la nuova quotidianità in casa a causa della pandemia, la prospettiva di riprendere a giocare e l'eredità di Alisson. Questo uno stralcio delle dichiarazioni dello spagnolo:

Lopez, in tempi di coronavirus, come vive il quotidiano?
«Sono momenti difficili per tutti. Io sono qui a casa, con la mia famiglia, trovando qualche cosa da fare per i bambini, perché loro siano contenti e si divertano. Comunque è dura, perché per loro il fatto di non uscire di casa è una cosa complicata da comprendere, ma è quello che siamo chiamati a fare adesso».

[...]

È favorevole a ricominciare il campionato?
«Credo che sia presto per sapere se si potrà giocare. Dobbiamo aspettare quello che succederà nei prossimi giorni in Italia. Dopo, chi è deputato a decidere farà le scelte migliori per i calciatori e per le squadre».

Qualora si ricominciasse, che percentuale dà alla Roma di poter raggiungere la zona Champions League?
«Meglio non parlare di questo. Dico solo che mancheranno 12 partite. Dipenderà solo da noi poter arrivare a raggiungere il nostro obiettivo».

Alisson ha segnato la storia recente della Roma: sente addosso la sua pressione per essere il suo erede?
«Se ne parlava già al mio arrivo. Io ho sempre pensato che Pau è Pau e Alisson è Alisson».

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Ha mai più pensato all’errore nel derby?
«La verità è che non l’ho fatto. Non ci ho più pensato perché per me è stato un errore come qualsiasi altro. Lo so che per la gente il derby è una partita diversa, ma per quello che mi riguarda non fa differenza commettere un errore contro la Lazio, contro la Spal, contro l’Inter o contro la Juve. Devo evitare sbagli del genere, ma niente di più».

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Lei ha onestamente ammesso di non essere bravo a parare i rigori: per quale motivo?
«Il calcio di rigore è una questione d’intuizione: ce l’hai o non ce l’hai. Puoi prendere informazioni su dove calciano gli specialisti, in quale angolo hanno battuto gli ultimi tiri, ma dopo dipende solo da te. È molto personale. Ci sono portieri che lo fanno molto bene e altri invece non tanto, come me... Ma è una cosa su cui è difficile lavorare».

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