Serie A, test d'ammissione
IL MESSAGGERO - L'emergenza coronavirus in Italia continua a tenere fermo il campionato di Serie A, ma la Lega calcio è sempre più decisa a trovare una soluzione per poter portare a termine la competizione. Proprio per questo motivo, nella giornata di venerdì il numero uno della FIGC, Gabriele Gravina, ha incaricato un equipe di medici di stilare un "vademecum" che le squadre dovranno rispettare una volta tornate in campo. L'idea è quella di riprendere gli allenamenti prima a piccoli gruppi e solo successivamente con il gruppo al completo, preferibilmente portando la squadra in ritiro. Inoltre gli atleti delle varie squadre saranno suddivisi in chi è stato positivo al virus e chi negativo. I primi dovranno sottoporsi a vari test medici durante l'allenamento, per valutare condizione fisica e possibilità che siano presenti ancora sintomi del virus; i secondi invece dovranno comunque sottoporsi all'esame del tampone una volta ogni quattro giorni.
Claudio Ranieri: "L’Italia è in guerra il calcio aspetterà"
LA REPUBBLICA - Claudio Ranieri, tecnico della Sampdoria che ha seduto anche sulla panchina della Roma, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano in cui ha parlato di come sta passando questa quarantena, ma soprattutto dell'ipotesi di riprendere a giocare il campionato di Serie A. Queste le sue parole.
Pronti a riprendere il campionato allora?
«Calma. Il governo può dire ricominciamo o no, ma spetta ai medici deciderlo. Si è capito che questo virus può dare complicazioni al cuore: prima di tornare ad allenarsi, vale per la Samp e per tutte le squadre, è dovere dei medici ridare ad ogni atleta l’idoneità completa. Non solo una visita generale, ma approfonditi controlli cardiaci. Con la salute non si scherza».
I presidenti sono divisi. C’è chi vorrebbe la ripresa e chi lo stop definitivo.
«Io sono cresciuto con il pallone, frequento questo mondo da 50 anni. Mai direi no a una partita. Ma in un’emergenza come questa bisogna essere seri. Non entro nella polemica, dico cosa dobbiamo aspettarci alla ripresa: chi è stato colpito dal virus, durante i primi allenamenti si sentirà fiacco. Come ha detto il mio presidente Ferrero un giocatore non è una macchina che si spegne e si riaccende, prima di tornare a giocare ci vorranno settimane di preparazione. Sarà peggio di un ritiro estivo, perché c’è l’aggravante, per chi è stato contagiato, della malattia. E prima del campo, insisto: massima sicurezza. Poi, dopo il via libera, starà all’allenatore e allo staff capire chi può reggere una gara e chi no. Tra l’altro si ipotizzano 3 partite a settimana, tutte a pieno regime. Cosa già difficile prima che arrivasse il coronavirus».
Fonseca: "Zaniolo sta bene, Pellegrini sarà il capitano del futuro"
GAZZETTA DELLO SPORT - Il tecnico della Roma, Paulo Fonseca, aspetta di conoscere il futuro della Serie A e di conseguenza della propria squadra in questa situazione di emergenza straordinaria. Il coronavirus non permette di potersi allenare, così l'allenatore è costretto a rimanere in casa, dove però sta sfruttando al massimo il proprio tempo preparando allenamenti per il futuro, guardando partite e giocatori in vista del mercato estivo. Nella giornata di ieri Fonseca ha anche rilasciato alcune dichiarazioni in merito al futuro del club giallorosso e della Serie A: «Difficile dire se ripartirà, in questo momento la salute di tutti è più importante, dobbiamo capire se si sarà in condizione di tornare. Si può arrivare a giocare anche fino all’estate per chiudere il campionato. La priorità è questa». E ancora in merito alle parole pronunciate su di lui da Francesco Totti: «Sono contento per le sue parole, lui è una leggenda e avere questo riconoscimento è importante». Concludendo poi parlando dei giocatori su cui lui e la Roma puntano per il futuro, Zaniolo e Pellegrini: «Pellegrini ha tutte le condizioni per essere il capitano della Roma in futuro. Zaniolo? Sta molto bene, il suo recupero è positivo, così come le indicazioni che mi danno i medici».
Roma, è l'ora dei sacrifici. Ingaggi tagliati e spalmati
GAZZETTA DELLO SPORT - La Roma è una delle società che maggiormente si stanno impegno nel fare il possibile per combattere il virus durante questa emergenza sanitaria. Il club giallorosso ha infatti messo in campo molte iniziative sia per aiutare le strutture mediche che per andare incontro a tutti coloro che non hanno la possibilità di vivere al meglio questa quarantena. I giocatori giallorossi non sono ovviamente da meno. In questo periodo di crisi causato dal coronavirus, che ha costretto ogni attività a fermarsi fino a data da destinarsi, a rimetterci sarà sicuramente il club e tutti i suoi dipendenti. Per questo motivo i calciatori della Roma sembra abbiano trovato un accordo comune con i dirigenti per far fronte a queste avversità. Gli atleti sarebbero pronti a rinunciare al 60% delle mensilità di marzo, sulla scia di ciò che già Barcellona e Juventus hanno fatto, e di spalmare altre tre mensilità, precisamente aprile, maggio e e giugno, sui futuri stipendi. In questo modo il risparmio si dovrebbe aggirare intorno agli 8 milioni di euro, con i futuri introiti da spalmare che arriverebbero a un totale di 40 milioni. Un gesto per aiutare le casse del club a respirare un po' durante questa crisi.
La Roma perde valore, ma meno di Inter e Lazio
CORRIERE DELLA SERA - L'emergenza coronavirus prosegue e a rimetterci sul piano economico sono anche i club dei principali campionati europei. A calare non sono solo gli introiti nelle casse delle società, ma soprattutto il valore delle rose. Il Cies Football Observatory ha infatti pubblicato una classifica che calcola la perdita di valore dei calciatori sul mercato trasferimenti delle cinque principali leghe europee, Inghilterra, Spagna, Germania, Italia e Francia. Il valore viene calcolato attraverso otto criteri. Cinque di questi sono personal e comprendono età, contratto, status internazionale, carriera e performance negli ultimi tre e sei mesi. Due sono di squadra e quindi prendono in considerazione il valore sportivo e il valore economico del club. L'ultimo è esterno ed è quello che ha portato al calo medio del 28% in ogni Lega e dipende dal contesto, in questo caso quindi dal coronavirus. La squadra che in percentuale ha perso di più è l’Olympique Marsiglia con un -37,9%. In Italia l’Inter è calata del 35,7% con perdite da 276 milioni, passando quindi da un valore di 773 a 497; la Roma è calata del 27,2% passando da 540 milioni a 393 milioni. La squadra ad aver perso di più è stata la Lazio, che ha avuto un calo del -32,8%, piazzandosi all'ottavo posto nella classifica delle percentuali, passando da un valore della rosa di 348 milioni a uno di 234 milioni.
Fonseca: "La stagione va terminata"
IL TEMPO - BIAFORA - Tanta voglia di ritornare a vedere il pallone rotolare sui campi di Trigoria. Negli ultimi giorni i protagonisti in casa Roma hanno a più riprese chiarito la posizione del club giallorosso sulla ripresa delle competizioni e anche Fonseca - intervistato da Sky - non ha fatto altro che ribadire quanto manchino a tutti le partite: «Se ci saranno le condizioni sarebbe importante portare al termine il campionato. In poco tempo e poche settimane saremo pronti per ritornare a giocare, perché i calciatori non si sono fermati del tutto e stanno lavorando. Anche se in questo momento la salute delle persone, dei tifosi, dei giocatori, di tutti coloro che lavorano nel calcio è la cosa più importante».
Il tecnico portoghese si è detto orgoglioso per tutto quella che sta facendo la società perla gente attraverso Roma Cares e ha dato il proprio parere favorevole ad una riduzione degli stipendi: «Dobbiamo essere sensibili e pronti ad aiutare in questo momento troppo difficile per tutti. Noi come Roma, allenatore e giocatori siamo pronti a farlo». C'è stato spazio anche per un commento su Pellegrini e Zaniolo, i pilastri del futuro della Roma: «Lorenzo ha un carattere forte per prendere la fascia. Ora abbiamo Dzeko, ma penso che per il futuro Pellegrini ha tutte le qualità per diventare il capitano della Roma, come ha detto Totti. Zaniolo? Ho parlato con il dottore e le indicazioni sono molto positive, sta recuperando molto bene».
Sul fronte mercato negli ultimi giorni alcuni intermediari hanno provato a prendere contatti con il Genoa per una possibile trattativa che vedrebbe il ritorno in rossoblù di Perotti (contratto in scadenza nel 2021) e l'approdo nella Capitale di Pinamonti. L'attaccante classe 1999 è stato ceduto dall'Inter ai liguri in prestito con obbligo di riscatto a 18 milioni, ma i nerazzurri hanno comunque conservato una corsia preferenziale per riportarlo eventualmente a casa: per un eventuale scambio tra Roma e Genoa servirebbe il semaforo verde del club di Suning. Se ne riparlerà più avanti ad emergenza terminata.
Pazienti di Covid19 da domani a Coverciano
IL TEMPO - PIERETTI - Il calcio apre la propria casa agli italiani. Da domani, il Centro Tecnico Federale di Coverciano avrà modo di accogliere i pazienti contagiati dal coronavirus. La Figc nelle settimane scorse aveva dato la propria disponibilità ad aprire le porte, la struttura ha avuto il via libera per ospitare persone clinicamente guarite dal virus e dimesse dagli ospedali, ma ancora positive al tampone. Chi non avrà modo di proseguire la propria degenza a livello domiciliare, verrà ospitato in isolamento nel centro sportivo che solita- mente ospita gli allenamenti della Nazionale. La struttura ha 54 camere che potranno essere utilizzate dai degenti. L'iniziativa è stata fortemente voluta dal presidente federale Gabriele Gravina. «Non sarà più il Centro Tecnico Federale, ma il Centro della Solidarietà - ha dichiarato il presidente della Figc - sono felice che la disponibilità sia stata accolta con entusiasmo dal sindaco di Firenze Nardella, noi siamo a disposizione con tutti i nostri mezzi per contribuire alla gestione di questa emergenza sanitaria».
La Usl Toscana Centro ha preso in carico la struttura gestita con il coordinamento sanitario di zona e della Società della Salute. «Ringrazio il Presidente Gravina e la Figc per aver messo il complesso sportivo a disposizione della città di Firenze - ha dichiarato il sindaco Nardella - per la prima volta che il Centro Tecnico verrà usato con fini sanitari, è un fatto che rimarrà nella storia, ma soprattutto da lunedì sarà utilissimo per gestire tutta la fase di emergenza che stiamo vivendo in queste settimane».
Iturbe: "Sono rimasto molto legato alla Roma”
Manuel Iturbe, ex esterno della Roma, ha rilasciato una lunga intervista al portale TUTTOMERCATOWEB.COM in cui ha potuto ricordare il proprio passato in maglia giallorossa. Queste le sue parole:
Hai già giocato nell'Hellas Verona, nella Roma e nel Torino...
Alla Roma sono rimasto molto legato, ho trascorso due anni e mezzo bellissimi. Anche di Verona ho ricordi straordinari: una grande stagione. Un po' meno esaltante l'avventura al Torino, lì sono rimasto solo sei mesi.
Dopo la grande annata al Verona per te si scatena una vera e propria asta di mercato. E la spunta la Roma...
I primi mesi sono stati molto belli, all'altezza delle aspettative. Poi non ho avuto molta fortuna, a causa di qualche infortunio di troppo ma non solo: ammetto che anche io ho commesso degli errori, a volte non c'ero con la testa.
Potendo scegliere: in quale squadra di Serie A giocheresti?
Mi piacerebbe molto tornare a giocare all'Hellas Verona o alla Roma.
Qual è il più grande giocatore con cui hai giocato.
Per mia fortuna, ho giocato con tanti campioni. Ma se devo fare due nomi, dico Totti e De Rossi.
La Roma pensa a Pinamonti in cambio di Perotti
La Roma punta Andrea Pinamonti, attaccante di proprietà dell'Inter e ora al Genoa, già accostato ai giallorossi lo scorso gennaio. Nello specifico intermediari hanno provato a prendere contatti con il club rossoblu per una possibile trattativa: si lavora ad uno scambio con Diego Perotti.
Pinamonti è stato ceduto dall'Inter ai liguri in prestito con obbligo di riscatto a 18 milioni, ma i nerazzurri hanno comunque conservato una corsia preferenziale per riportarlo eventualmente a casa.
La disperata voglia di tornare a giocare
REPUBBLICA.IT - BIANCHI - Su una cosa i vertici della Figc, con il presidente Gabriele Gravina, e quelli della Lega di serie A, Paolo Dal Pino e Luigi De Siervo, sono in sintonia: bisogna tentare di fare il possibile per tornare a giocare. Sul come e quando invece vanno in ordine sparso, e questo non è positivo. La Uefa ha minacciato la Federazione del Belgio che voleva chiudere qui la stagione: "Niente Coppe europee se non scendete più in campo" ha tuonato Alexsander Ceferin che ha già dato ampia dimostrazione di irresponsabilità e inadeguatezza. Ma se il governo belga decidesse che non ci sono più le condizioni per tornare a giocare, allora Ceferin non potrebbe che adeguarsi. Così come se succedesse in altre Nazioni.
La Uefa spera di disputare ancora tutte le Coppe europee, spostando la finale di Champions, se necessario, a Ferragosto. Ma forse non sa com'è la situazione in Europa. La Svizzera ad esempio deve ancora recuperare 15 giornate di campionato ma in proporzione alla sua popolazione è quella che ha il maggiore numero di contagiati e di morti al mondo. La Spagna è messa malissimo ma il n.1 della Lega, Javier Tebas, molto stimato da Cairo, farà l'impossibile per fare chiudere la stagione a Barcellona, Real e co.: si stanno studiando varie formule. La Bundesliga ha ipotizzato di riaprire gli stadi verso fine maggio (ha ancora 9 giornate da giocare), ma intanto metà dei club di seconda divisione sono a rischio crac.
E l'Italia? In serie A c'è una bella pattuglia che vorrebbe finire qui anche se gli orientamenti della Lega vanno in direzione diversa. La speranza è di tornare in campo il 20 o 24 maggio, speranza (di Gravina) che però ogni giorno si fa sempre più flebile: più realistico pensare al 6 giugno. C'è che vorrebbe mettere in un maxiritiro di un paio di mesi calciatori, tecnici, magazzinieri, osteopati, arbitri, eccetera. Non tutti insieme, ovviamente. I calciatori a Milanello, Formello eccetera. Gli arbitri a Tivoli o Sportilia. Si muoverebbero, blindatissimi, solo per le partite.
Ma che fare coi medici dell'antidoping, coi tecnici delle tv? Il rischio c'è perchè ogni partita, anche se a porte chiuse, muove almeno 300 persone. Test sierologico per tutti, più che tampone. Se si porta a termine questa stagione, la prossima potrebbe iniziare o a fine agosto o, più probabile, il 12 settembre (a porte chiuse, questo è certo). Un'altra ipotesi estrema, che ha qualche sostenitore in ambienti Figc, è quella di portare a termine la stagione, se fosse necessario, anche a settembre oppure ottobre, cominciando la prossima annata solo in inverno. Ma bisognerebbe vedere che ne pensa l'Uefa visto che entro maggio '21 bisogna aver chiuso tutto per gli Europei spostati di un anno. Semmai, si può pensare in futuro di sfalsare il calendario. Ma per ora pare complicato anche se nel 2022 bisognerà fermarsi per un paio di mesi, visto che i Mondiali del Qatar si giocano in pieno inverno (21 novembre-18 dicembre). In serie A intanto continuerà il lavoro dei club con i loro calciatori per convincerli al taglio degli ingaggi: la Juve ha ipotizzato un 30 per cento in meno (dipende se si torna o no in campo), altre società puntano ad una percentuale superiore. De Siervo comunque non ha interrotto le trattative con Damiano Tommasi sullo sospensione degli stipendi (4 mesi per la Lega, 1 per il sindacato) per una questione di liquidità dei club anche se le parti sono ancora lontane.
"Come Aic abbiamo cercato un'intesa, che non escludo arrivi nei prossimi giorni. Vogliamo capire qual è l'idea della Lega, che dice solo di sospendere gli stipendi", così il presidente del sindacato calciatori, Damiano Tommasi. "Sospensione e cancellazione sono due cose diverse e ci sarà tempo e modo per prendere un accordo a seconda di come va il campionato - ha aggiunto Tommasi ai microfoni di Radio Punto Nuovo -. Il grande tema è proprio quello ma da parte nostra non c'è nessuna chiusura. Sarà il comitato scientifico a dire se si può continuare e se sì potrà poi in consiglio Figc capiremo come fare". "Non so chi mette voci in giro sulla nostra indisponibilità, il nostra questione di liquidità dei club, anche se le parti adesso sono loo lavoro è far sì che vengano rispettate le regole - ha aggiunto Tommasi - Stiamo parlando con la Lega Pro per tutelare i contratti minimi, per far sì che questa crisi non si ripercuota troppo sui club. La nostra preoccupazione è anche la sopravvivenza delle società. Un giocatore in scadenza di contratto avrà posizioni diverse rispetto a chi ha altri anni di contratto".
In serie B lunedì è prevista una assemblea: chissà che linea terrà il presidente Mauro Balata dopo aver litigato con Gravina col piano Marshall. In serie C ieri assemblea a Firenze: davanti al presidente Francesco Ghirelli, fra i più solleciti nel fermare la stagione, un buon numero di presidenti sconvolti. Il n.1 della Pergolettese, società di Crema, ha perso un nipote e il medico sociale. Pasini (Feralpi Salò, Brescia) e Bonacini (Carpi) non hanno idea di quando potranno tornare a giocare. Iachini (Teramo) ha detto che bisogna “fermare qui il campionato”. L'avvocato Baroni ha spiegato che rischi ci sono in caso di sospensione. La C aspetta che il governo dia presto il via libera alla cig, cassa integrazione guadagni in deroga, che potrebbe interessare circa 2.000 giocatori (massimo 50.000 euro). Ghirelli si attiene alle direttive del premier Conte, e aspetta. Non può dichiarare adesso chiusa questa stagione infernale. Lo stesso fa Cosimo Sibilia, presidente della Lega Nazionale Dilettanti, anche se dal Nord molti presidenti fanno pressioni per non tornare più in campo: basta pensare che quasi un terzo dei tesserati è in Lombardia che avrebbero difficoltà enormi nel riaprire i loro stadi. E poi molti dirigenti di fronte alla scelta fra salvare il posto di lavoro dei loro operai oppure iscrivere la squadra al campionato non hanno dubbi: per questo, Sibilia teme che la prossima stagione circa il 30 per cento di club non ce la faccia più. Probabile crisi anche in campo femminile: le ragazze aspettavano un riconoscimento importante, e doveroso, il professionismo. Adesso che succederà? Tolte quelle legate a club importanti, le altre società potrebbero avere enormi problemi il prossimo anno. Ma per ora il calcio italiano resiste e guarda i dati della Protezione civile, sperando di tornare ad inseguire un pallone . Ma a decidere quando, e se, si potrà davvero giocare a calcio non sarà certo Spadafora, che ha cambiato idea più volte, ma Brusaferro e Locatelli.
Fonseca: "Il campionato italiano è molto difficile. Ho scelto la Roma perchè mi ha intrigato subito"
Paulo Fonseca, tecnico della Roma, è stato intervistato dal quotidiano portoghese A Bola. Queste le sue dichiarazioni:
Come vanno le cose in Italia? Luis Castro ha detto che era più difficile andare al supermercato che giocare con l’Atalanta…
“Direi che l’Atalanta è più difficile! La situazione a Roma è più o meno sotto controllo. Nel nord del paese è tutto più complicato. In questo momento Roma è una città completamente deserta. Quando vado al supermercato non ho alcuna difficoltà. Nessuno si vede per strada, le persone stanno facendo quello che gli è stato chiesto di fare. Nel nord Italia la situazione drammatica è in Lombardia”.
È stato uno dei primi allenatori a ribellarsi contro i rinvii parziali del gioco: ritiene che ci sarebbe potuta essere un’altra gestione da parte della federazione italiana?
“Sinceramente, ho pensato che si sarebbe dovuto fermare per tutti, era quello che sostenevo. Non era giusto che alcune squadre giocassero e altre no. Ci saremmo dovuti fermare tutti nello stesso momento. Il calcio coinvolge molte persone, i viaggi allo stadio lo rendono un mezzo di propagazione quasi incontrollabile. Sarebbe dovuto succedere a tutti allo stesso momento. Comprendo tuttavia che si tratta di una situazione nuova”.
Ha mai sognato di ritrovarsi dove sta adesso?
“Onestamente sì. Ho sempre sognato di arrivare in uno dei più grandi campionati europei e in un grande club come la Roma. Sono innamorato di questo club. Sto vivendo momenti che non cambierei con niente altro”.
Difficoltà per ricominciare la stagione dopo questo stop?
“I calciatori stanno facendo attività fisica. Non si allenano a calcio, ma si allenano molto al livello fisico. Credo che arriveranno in una condizione migliore che prima del ritiro estivo, anche se è una situazione nuova per tutti. Dovremmo accelerare i processi più velocemente per essere pronti in poche settimane”.
La scelta Roma?
“Ho sempre avuto l'ambizione di allenare nei migliori campionati europei. L'Italia è uno dei campionati più difficili, forse proprio il più difficile a livello tattico. Quando il mio procuratore, Marco Abreu, mi ha parlato delle diverse possibilità che avevamo davanti, una di queste era proprio la Roma e io mi sono interessato subito. Avevo giocato all'Olimpico con lo Shakhtar l'anno prima e avevo visto l'atmosfera incredibile di questi tifosi innamorati e del modo in cui loro vivono il club. La città mi intrigava. Non è stata una questione economica, perché avevo proposte più importanti sotto questo punto di vista, però volevo misurarmi in una campionato come questo italiano, che è tatticamente diverso dagli altri e volevo Roma”.
Sul campionato italiano?
“In Italia ogni partita fa storia a sé. Qui ci sono squadre che fanno copertura a uomo, quelle che difendono basso, altre che pressano alto. Tante squadre che riescono a cambiare strategia durante il gioco e cambiano il modulo da partita a partita. La strategia è determinante per vincere. Senza dimenticare i miei principi di gioco, mi piace giocare con difesa alta e squadra molto corta, ma qui ho dovuto adattarmi per controllare la profondità. In Italia c'è una ossessione al dominio della profondità. Sto crescendo molto dal punto di vista strategico. In questo momento, la Roma è pronta ad adattarsi a diversi sistemi di gioco e cambiare strategia a partita in corso”.
Gattuso, tecnico del Napoli, mette paura anche dalla panchina?
“No (ride). È una persona molto espansiva, ma non ho ancora giocato contro di lui. Ho giocato contro Ancelotti, grande signore del calcio. Ho un enorme rispetto e ammirazione per lui, è stato un onore conoscerlo”.
Qual è stato il giocatore avversario che le ha dato maggiori problemi in questa stagione?
“Diversi. Papu Gomez, Ilicic, Immobile, Cristiano Ronaldo, Dybala. Lo stesso Lukaku. In Serie A c’è un gruppo di giocatori de grande qualità che riescono da soli a risolvere le partite”.
Gli infortuni? Zaniolo?
“Questa stagione ho vissuto qualcosa di nuovo con tanti infortuni traumatici. Non mi era mai successo prima in carriera, ma sono infortuni che non riusciamo a controllare. Non è solo Zaniolo, ma lui era in un grande momento e ci è mancato tanto. L'assenza di Diawara è stata pesante. Mkhitaryan è stato fuori due, tre mesi. Poi abbiamo perso anche Pellegrini, Cristante, Zappacosta, Dzeko, Perotti, Pastore, Kluivert, Under. Non ho mai avuto tutti questi calciatori disponibili allo stesso tempo. È difficile trovare stabilità in una squadra con tanti infortuni. Ci sono stati momenti molto complicati quando non avevamo giocatori per determinate posizioni, ma in quei momenti la squadra ha tirato fuori un forte carattere, si è unita, ha lottato contro le difficoltà. Ho un gruppo di lavoro molto solidale ed è stato molto importante nei momenti di difficoltà”.
L'importanza dei trofei o di lasciare un segno?
“I trofei rimangono nella storia e nei libri. Sono importanti, ma per me più importante è riuscire a segnare le persone che lavorano con me e aiutarle ad essere migliori. Questo mi dà più piacere che essere ricordato solo per i trofei. Fare crescere i miei giocatori, vedere come cambiano e migliorano in campo e conseguentemente anche nella loro vita privata, è una grande soddisfazione. Voglio i titoli, come tutti, e ricordo quelli che ho vinto con grande soddisfazione, però ricordo con più gioia quello che ho vissuto con i miei giocatori”.
Sui tifosi?
“Ho sempre sentito una passione enorme da parte dei tifosi. A gennaio quando abbiamo vissuto il periodo più complicato non abbiamo mai sentito animosità da parte loro. Sono unici, fantastici nel modo in cui vivono il club. La loro passione è impressionante; sento anche grande comprensione da parte dei tifosi”.
Qual è il miglior derby? Roma-Lazio, Braga-Guimaraes o Paços de Ferreira-Fremunde?
“Non credo di avere mai giocato Paços de Ferreira-Fremunde, è l’unico che mi manca. Braga-Guimaraes è un derby molto intenso, ma non ho mai vissuto una gara come Roma-Lazio. È una partita unica”.
Mkhitaryan ha elogiato lo stile offensivo della Roma. È stato facile trasmettere l’idea del gioco ai giocatori?
“Lo è stato, sì. Fin dall’inizio i giocatori hanno accettato la nostra idea di gioco. In questi club tutti i giocatori amano avere la palla e odiano correrle dietro. La nostra idea di gioco esalta le migliori caratteristiche dei giocatori. A loro piace un atteggiamento coraggioso, c’è stata subito accettazione da parte loro”.
Come gestisce la pressione?
“La più grande pressione è quella che metto su me stesso, ma la gestisco bene. È enorme qui a Roma. Ma se non l’avessi cercata non potrei aspirare ad allenare un grande club come questo. Durante la mia carriera ho avuto momenti di grande stress che mi hanno permesso di vivere questa situazione in modo diverso”.
Su Smalling?
“Mi ha sorpreso. È un difensore che non era mai uscito dall’Inghilterra ed è arrivato in un campionato molto esigente dal punto di vista tattico, dove un dettaglio fa la differenza. Chris si è ambientato rapidamente. È un ragazzo straordinario, molto intelligente. Ha caratteristiche che apprezzo molto nei centrali. È veloce, quasi imbattibile nell’uno contro uno. Ha grandi capacità di lettura di gioco e di anticipo. È stato molto importante per la nostra squadra. Se è possibile io vorrei che restasse. Grande professionista e grande persona è un piacere averlo qui con noi”.
Zaniolo, Kluivert e Ünder sono molto giovani, ma la squadra ha anche giocatori come Kolarov e Dzeko. Qual è il prototipo del giocatore che la Roma cerca?
“La Roma sta seguendo una strada per il futuro. Siamo la squadra più giovane del campionato. Abbiamo Mancini, Pellegrini, Diawara, Kluivert, Under… Villar lo abbiamo pescato dalla seconda divisione spagnola, Perez è arrivato dal Barcellona. In questo momento, la Roma per vincere deve avere giocatori decisivi che abbiano anche grande esperienza. Ma non pensare solo al futuro, occorre tornare alla vittoria. Questa combinazione di gioventù, la base della squadra, con l'esperienza, è fondamentale per il futuro della Roma”.
Qual è stata la miglior partita che hai visto in questa stagione?
“Può essere della Roma o di qualsiasi altra squadra Il miglior incontro? Forse proprio uno nostro... mi sono davvero piaciute le nostre gare con Fiorentina, Milan e Napoli, in un momento in cui la nostra squadra stava avendo grandi difficoltà. Abbiamo disputato dei bellissimi match”.
Qualche giocatore che le interessa del campionato portoghese?
“Per la stampa tanti, l'ultimo è Tiquinho Soares (FC Porto). In questo momento no, non penso a nessun calciatore del campionato portoghese”.
Ruben Amorim, ex Braga, è ora il nuovo tecnico dello Sporting Club de Portugal, pagato 10 milioni di €. Ritiene che sarà sempre più comune per un allenatore costare quasi come un calciatore?
"Perché no? I giocatori possono trasferirsi, perché un allenatore no? Se un club vuol scommettere su un allenatore, perché non può acquistarlo? Se Amorim dovesse ottenere dei risultati importanti con lo Sporting Clube de Portugal, allora la cifra spesa diventerà irrisoria. Se un club prende un tecnico a 10 milioni di €, poi vende i giocatori a 100 milioni di €, ha fatto un ottimo affare".
Si ricorda le sfide con Bruno Lage?
"Quando Bruno ricevette un premio in Portogallo (Quinas de Ouro, ndr) ne parlò. Penso di averlo battuto nel 2006/2007. Ho una grande ammirazione per lui, lo stimo molto".
L'esperienza con il Porto?
"Quello che ho vissuto con il Porto è stato estremamente importante. È stata un'ottima esperienza che oggi mi aiuta a gestire la pressione in maniera diversa. Ho sviluppato metodi per gestire la pressione, chiunque non possa gestirla è condannato al fallimento. Ad esempio, posso dire che le critiche non mi disturbano. Forse all'inizio mi davano fastidio ma non oggi. L'esperienza ti aiuta ad affrontare queste situazioni".
Quando pensa possa riprendere il calcio?
"Penso che potremmo riprendere a giugno ma è una visione molto ottimistica".
Domani l'assemblea di Lega: in ballo i diritti tv. Giovedì incontro FIGC-Leghe per capire se e quando riprendere
Domani si verificherà un'altra assemblea della Lega di Serie A, in ballo la questione diritti TV da incassare entro 1 maggio. Giovedì invece la FIGC si confronterà con tutte le leghe per capire se e quando riprendere. Venerdì, infine, summit Gravina-Spadafora.