Pellegrini: «Siamo pronti a ricominciare»
IL TEMPO - AUSTINI - La Roma vuole tornare in campo. Quando e se sarà possibile, ovviamente, ma c'è ancora un posto in Champions da inseguire e un'Europa League tutta da giocare. Lorenzo Pellegrini dalla quarantena spiega in esclusiva a Il Tempo i pensieri dello spogliatoio giallorosso, compresa la questione del taglio stipendi su cui il club prenderà una decisione insieme alla squadra.
Partiamo dalle iniziative di Roma Cares: è più bello essere romanisti in questi giorni, vedendo i tanti gesti di solidarietà del club?
«Da romano sono molto orgoglioso di quello che sta facendo la società perché sta cercando veramente di dare una grossa mano a tutti quanti. Ad esempio sta aiutando i nostri tifosi più anziani, mi viene in mente quando hanno consegnato loro quei pacchi con beni primarie delle mascherine, oppure il call center che hanno appena attivato per consentire alle persone più a rischio di farsi portare a casa la spesa o dei farmaci, così evitano di uscire».
Il campionato deve ripartire?
«Penso che ovviamente la salute e la sicurezza siano le cose più importanti da valutare in questo momento. È stato giusto fermare, allo stesso tempo ritengo che noi giocatori dobbiamo essere disposti a ricominciare quando le cose saranno rimesse in sicurezza, in modo da non rischiare né noi, né te nostre famiglie e nessun altro. Dobbiamo dare la nostra autorizzazione a far ripartire il campionato: è questa l'intenzione che ho avuto modo di capire dai nostri compagni e dagli altri colleghi. Abbiamo voglia di giocare e credo che se tornassero le partite potremmo tenere un po' di compagnia alle persone che devono rimanere a casa in questo momento così difficile. Sarebbe una piccola buona notizia da dare alle famiglie è a tutti gli appassionati di calcio»,
I calciatori della Juve si sono tagliati gli stipendi, voi che farete?
«Siamo in costante contatto con la società che ci tiene aggiornati su tutte le riunioni e decisioni che si stanno prendendo. internamente alla squadra ci siamo messi a parlare e confrontarci fra di noi per trovare la soluzione migliore. Questo però è ancora un argomento che preferisco mantenere riservato perché né noi né la società abbiamo ancora comunicato nulla sulla nostra decisione. Quando sarà il momento, lo spiegherà la Roma».
Alcuni calciatori, vedi Higuain, non hanno rispettato la quarantena e sono partiti per i loro Paesi, Voi restate tutti qui?
«Sono rimasto piuttosto stupito di quello che è successo in altre squadre. Per quanto riguarda noi, ne abbiamo parlato con i compagni tramite una video-chiamata di gruppo e tutti si sono messi a disposizione per fare quello che la società ci ha chiesto, cioè di rimanere a casa senza fare grossi spostamenti. Sono contento perché lo trovo rispettoso non solo nei confronti del club, ma pure di tutti gli italiani rinchiusi dentro le loro abitazioni».
Domanda al tifoso Lorenzo: se il campionato ripartisse, otre al quarto posto, c'è in ballo uno scudetto che preoccupa i romanisti... Meglio fermarsi qui?
«Ovviamente spero di poter ricominciare presto il campionato, è quello che si augura chiunque segua il calcio. Noi dobbiamo rimanere concentrati sui nostri obiettivi, senza pensare agli altri: credo fortemente che sia questo l'unico modo per migliorare e crescere».
Ti hanno fatto male quei fischi dei tifosi?
«I fischi per me non sono stati assolutamente un problema. Ho sempre detto che le critiche siano una cosa di cui bisogna essere parzialmente contenti:se qualcuno ti fischia vuol dire che crede in te e puoi fare qualcosa in più. Sono sempre rimasto positivo quando mi sono trovato in situazioni del genere, Semmai mi hanno dato fastidio tutte le chiacchiere che si sono create attorno a questo. Ai tifosi della Roma non ho davvero nulla da dire, per me sono come una famiglia Anche in questi momenti o in passato quando posso aver avuto qualche difficoltà mi sono sempre rimasti vicini. Quindi ripto:nessun problema. Lo è stato molto di più l'infortunio al piede e l'operazione che ho dovuto fare. Ma anche quella è passata e adesso ho tanta voglia di ripartire e fare bene».
Sul tuo contratto c'è sempre una clausola rescissoria. Che faresti ora se un'altra squadra ti chiamasse a luglio?
«Visto il periodo difficile mi sembra un po' assurdo parlare di mercato, lo dico in generale e non solo riferito alla mia situazione, Come ho dichiarato tante volte vedo nella Roma una crescita costante, soprattutto a livello di valori e umanità. Mi auguro che il mio percorso di crescita possa essere parallelo a quello della società, per questo credo che io e la Roma possiamo continuare a crescere insieme per toglierci delle soddisfazioni».
Totti «gufa» l'amico Inzaghi
IL TEMPO - BIAFORA - «Fonseca è un grandissimo allenatore, me ne parlano tutti bene». L'allenatore portoghese ha convinto chiunque a Roma, compreso Francesco Totti, intervistato da Sky per una speciale a lui dedicato: «Con l'unione e con alcuni innesti precisi possiamo fare un grandissimo campionato. Uso il plurale perché rimarrò sempre della Roma. Anche se sono fuori da Trigoria, Il mio cuore sarà sempre lì dentro». La leggenda giallorossa ha poi parlato di diversi altri argomenti: «Spalletti? II primo è stato come un padre. Il secondo ha voluto mettermi i bastoni tra le ruote. La Lazio? Gli dice tutto bene, spero si possano fermare il prima possibile, anche se con Inzaghi ho sempre avuto un bellissimo rapporto. L'addio? Quando l'ho fatto in passerella non avrei salutato alcune persone, ma ho dovuto mettere da parte tutto».
Totti il manager cerca tra i talenti il suo erede
LA REPUBBLICA - «Sto lavorando per cercare il nuovo Totti, che sia in Italia, in Europa o nel mondo. E sono certo che ci riuscirò». Francesco Totti ripercorre su Sky alcuni momenti della sua carriera. «Trovare un altro numero dieci che ti faccia divertire cambiando le partite, è difficile. Bisogna tornare alle origini, puntare tanto sui nostri settori giovanili e non cercare all’estero quei nomi che tanto i campionati non te li cambiano. Ho lanciato questa mia agenzia di scouting – spiega Francesco – poi questa emergenza sanitaria ci ha fermati, ma troverò un altro Totti e lo crescerò come hanno cresciuto me». Parole da romanista anche quando si parla della possibile conclusione del campionato: «Da romanista spero che la Lazio abbia un blackout il prima possibile per quanto riguarda la Roma, purtroppo vive di alti e bassi, siamo abituati a questo andamento. Fonseca è un grandissimo allenatore, che sta capendo la capitale e il calcio italiano. Con alcuni innesti il prossimo anno possiamo fare un grande campionato» . Quel "possiamo" non passa inosservato e Totti ribadisce: «Si, possiamo, perché io resterò sempre della Roma. Anche se sono fuori Trigoria, il mio cuore sarà sempre lì dentro».
Lega-Aic, accordo saltato sulla questione stipendi. Club avanti in autonomia
GAZZETTA DELLO SPORT - L'Uefa ha dettato la sua linea: priorità alla conclusione dei campionati nazionali. I presidenti di Serie A hanno preso nota della possibile scansione degli eventi stabilita da Nyon, così come la minaccia alla federazione belga di non accogliere le sue squadre nei tornei continentali dopo la decisione del Jupiler Pro League di chiudere qui il campionato. Un elemento che fa riflettere le italiane impegnate in Europa ma che per il resto lascia sul campo gli stessi schieramenti: chi è più prudente sulla ripresa contro chi vorrebbe tornare in campo.
Per quanto riguarda la riduzione dei salari dei calciatori invece, i club chiedono la riduzione degli stipendi per quattro mesi. L’Aic limita lo stop ai versamenti a un mese soltanto e non sembra intenzionata a rivedere i propri paletti. Si faranno ulteriori tentativi di avvicinamento, altrimenti i club si muoveranno in autonomia. Una linea il più possibile condivisa è una necessità per far fronte a un’esigenza comune: senza una giustificata motivazione ai mancati pagamenti, i giocatori potrebbero procedere con la messa in mora del club o richiedere lo svincolo gratuito. Ora la Lega raccoglierà i pareri delle società sul tema stipendi per restituire delle linee guida comuni. Un modello all’interno del quale, nel rispetto delle idee condivise, ogni club sia poi libero di trattare singolarmente con i propri tesserati.
Piacciono Kovalenko, Marcos Antonio e Tete dello Shakhtar
La Roma, in vista della prossima stagione, guarda in casa Shakhtar Donetsk, una realtà che Paulo Fonseca conosce bene. I giallorossi infatti avrebbero messo nel mirino ben tre giocatori della compagine ucraina: il centrocampista ventiquattrenne Kovalenko, 24 anni nazionale ucraino e col contratto in scadenza a giugno, la giovane promessa brasiliana Marcos Antonio, 19enne che costa 5 milioni, e l'esterno destro classe 2000 Tete, il cui prezzo si aggira già intorno ai 17 milioni.
Il Napoli punta Karsdorp
Attualmente in prestito al Feyenoord, sembra in bilico il futuro di Rick Karsdorp. Il club olandese, vista la crisi che imperversa, si interroga se riscattare il giocatore. Il suo futuro però potrebbe essere ancora in Italia, dato che è finito nel mirino del Napoli, che sta cercando un terzino destro per rinforzare la propria linea difensiva. Tutto dipenderà in primis da cosa faranno gli olandesi, ma i partenopei restano in attesa dello sviluppo della situazione.
Tommasi: "Bisogna capire se ci sarà il tempo di riprendere"
Il Presidente dell'AIC Damiano Tommasi, informa il sito ufficiale dell'Associazione, ha parlato a Canale Italia commentando l'attuale momento del calcio in relazione all'a pandemia:
Sulle serie minori
"Nelle serie minori ci sono due aspetti da tenere in considerazione: il livello delle retribuzioni, che non è certo quello che la gente immagina, perché sono retribuzioni normali per vivere, e la sopravvivenza dei club legate ad aziende di riferimento con proprietari che dovranno valutare se dedicarsi soltanto alle loro attività e non più al calcio. In questo momento è necessario ragionare a 360 gradi perché dobbiamo tutelare l’intero sistema calcio. La salute per noi rimane una priorità. Il rischio, non solo nel calcio ma anche in altri settori produttivi, è che si continuino ad accavallare troppe esigenze su salute e ripresa, fino ad arrivare a non capire se sia più grave l’emergenza sanitaria o quella economica. Nel calcio ripartire senza la necessaria sicurezza significherebbe rischiare nuovi contagi e bloccare nuovamente tutto. Serve totale sicurezza, che non deve riguardare solo gli atleti ma tutti quelli che si muove attorno ad una squadra di calcio perché tutto l’ambiente dovrà essere gestito allo stesso maniera”.
Possibili date per la ripresa?
"I programmi non li può dettare nessuno, né la UEFA, né la FIFA, né la FIGC, né la stessa Associazione Calciatori. Li detta il Coronavirus e noi purtroppo siamo chiamati a ragionare sui programmi nella totale incertezza su quando poter tornare in campo. È notizia di oggi che in Spagna, che ha ormai superato l’Italia nel numero dei contagi, prolungheranno lo stop fino a fine aprile. Bisogna capire se questa epidemia ci darà il tempo e la possibilità di ricominciare”.
Il taglio stipendi dei calciatori di Serie A?
"Da quando è nata l’AIC nel 1968, definita come il sindacato dei nababbi, il calciatore è visto come quello che guadagna troppo e quindi è un messaggio molto popolare. Il taglio degli stipendi, unito all’esigenza di gestire la crisi economica, diventa quindi un tema fin troppo facile, condito da molta demagogia. È chiaro che i calciatori faranno la loro parte e dobbiamo capire cosa faranno gli altri, dalle Leghe alla FIGC, fino a UEFA e FIFA, perché abbiamo detto che non ci sono solo calciatori di fascia alta ma esistono anche i calciatori di Lega Pro, i dilettanti, il calcio femminile e si rischia che questa parte scompaia. Ora la parte del vertice deve pensare alla base della piramide”.
Fonseca: "Orgoglioso di quanto sta facendo la Roma"
Paulo Fonseca, tecnico della Roma, ha parlato ai microfoni di Sky Sport. Queste le sue dichiarazioni:
Come passa il suo tempo a casa?
"Non è facile, ma con mio figlio e mia moglie, facendo sport, vedendo partite e giocatori. Abbiamo il tempo per tutti adesso".
Cosa pensa delle iniziative solidali della Roma?
"Sono davvero orgoglioso delle iniziative del club in queste settimane, con la fondazione Roma Cares. La Roma è famosa in tutto il mondo per il legame con i tifosi e con la città e in questo momento è più evidente. Mi piacciono queste iniziative, non abbiamo solamente raccolto soldi, il club è stato operativo con gli ospedali e le strutture in difficoltà, acquistando mascherine e materiale sanitario. In queste ultime settimane mi è piaciuta molto l’iniziativa del club per gli anziani, ai quali ha dato materiali sanitari e prodotti alimentari. Hanno fatto cose incredibile per me, sono davvero orgoglioso".
Cosa ne pensa delle parole di Totti?
"Ovviamente sono molto contento delle sue parole, è una leggenda e avere questo riconoscimento per il lavoro sviluppato è importante. Mi piacciono molto le sue parole".
Totti ha detto che Lorenzo Pellegrini è il predestinato per la fascia di capitano. Secondo lei ce la farà?
"Onestamente sì. Penso che Lorenzo ha un carattere forte per essere il capitano. In questo momento abbiamo Dzeko, ma penso che in futuro Pellegrini ha tutte le qualità per essere il capitano della Roma, come ha detto Totti".
Come riesce ad avere un dialogo con i suoi calciatori da lontano?
"In questo momento parliamo sempre con i giocatori. Loro hanno un lavoro individuale che abbiamo programmato. È importante controllare ciò che stanno facendo, per questo analizziamo il peso e la loro alimentazione. È importante sapere anche come si sentono a casa, molti di loro sono soli in questo momento. Fondamentale avere queste informazioni per lavorare con loro".
A che punto è il recupero di Zaniolo?
"Ho parlato con il dottore e le indicazioni sono molto positive. Penso che stia recuperando molto bene".
Quante settimane serviranno per tornare in forma quando si tornerà a giocare?
"È difficile da dire, dobbiamo pensare a diverse cose in questo momento. Quando ripartirà il campionato e quando inizieremo la prossima stagione. Sono informazioni fondamentali per programmare il lavoro, ma credo che ai giocatori non servirà molto tempo per riprendere la forma, perché i giocatori non si sono fermati. In poche settimane saremmo pronti per riprendere a giocare".
Crede che si riuscirà a portare al termine il campionato e le coppe europee?
"È difficile da dire, ma penso che in questo momento la salute delle persone è più importante. Dobbiamo capire quando avremo tutte le condizioni per riprendere, ma la salute è più importante".
Siete disposti anche a riprendere in estate per portare al termine la stagione?
"Sì, penso che se ci siano le condizioni sia importante finire il campionato".
Si parla del campo neutro per le coppe europee, potrebbe essere un’idea?
"Sì, in questo momento tutte le ipotesi sono valide. Mancano ancora molte partite tra campionato e coppe europee. Dobbiamo cercare la migliore condizione possibile".
Sulla riduzione degli ingaggi cosa ne pensa?
"Penso che dobbiamo essere pronti per aiutare in questo momento difficile. Nella Roma, allenatore e giocatori siamo pronti ad aiutare. Dobbiamo essere sensibili, è un momento troppo difficile per tutti".
Figlio in spalla. I piegamenti di capitan Dzeko
LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Allenamento con un carico speciale per Edin Dzeko: sulle spalle del centravanti della Roma compare il figlio Dani. Un dolce, utile peso per il giocatore, costretto, come tutti i suoi compagni, ad allenarsi a casa. Il numero 9 unisce l’utile al dilettevole, utilizzando il figlio come peso aggiuntivo in diversi esercizi e regalando le immagini familiari ai tifosi giallorossi attraverso il profilo Instagram della moglie Amra. Il bosniaco ha subito anche le incursioni della figlia Una, che si diverte a disturbarlo nella palestra di casa.
È Fonseca la certezza d’emergenza
IL MESSAGGERO - CARINA - Parafrasando Rudi Garcia, Fonseca è tornato al centro del villaggio romanista. Paradossale che lo abbia fatto nel momento in cui non si gioca, lontano dalla zona Champions ed eliminato dalla Coppa Italia. Ma ad un futuro incerto dal punto di vista societario, se ne accompagna uno con diverse garanzie dal punto di vista tecnico: con la permanenza di Pallotta è garantita la conferma del portoghese. Del resto l’allenatore ha sempre lavorato incurante delle voci e dei rumors, anche nei momenti più difficili. Per il futuro allora Fonseca ha già spiegato che cosa vuole: stop al ritiro a Trigoria e ritorno a una preparazione tradizionale, in qualche località di montagna. Nelle scorse settimana erano stati presi contatti con Valles, in Alto Adige, che però non convince. Sono stati riallacciati dunque i rapporti con Pinzolo, dove sembra però in vantaggio il Bologna. L’altro aspetto che vorrebbe ottenere Fonseca è quello di avere meno amichevoli e di evitare la tournée, aspetto che potrebbe essere favorito dall’emergenza sanitaria.
Calcio, road map verso la normalità
IL MESSAGGERO - BUFFONI - L’input ormai è chiaro: cercare di ripartire e soprattutto di finire. Il calcio dunque incassa la nuova sospensione fino al 13 aprile, ma non vuole gettare la spugna per tante ragioni. La priorità la detta il rischio del tracollo economico e, in prospettiva, il dover fronteggiare le cause legali che inevitabilmente avanzerà chi si riterrà danneggiato da un’eventuale sospensione. Il ministro dello Sport Spadafora ha ieri annunciato un piano straordinario per far ripartire lo sport a maggio. Giocando mercoledì 20 i recuperi della 25esima giornata e riprendendo il filo con la 27esima domenica 24 maggio, si riuscirebbe a chiudere mercoledì 1 luglio (con due gare a settimana). Appena un giorno dopo la scadenza naturale della stagione. Questo avverrebbe nella più favorevole delle ipotesi. Oggi se ne discuterà nella riunione della Lega e non mancano gli oppositori a questa linea.
La Roma è in bilico: Pallotta vuole di più, Friedkin aspetta e vuol rifare i conti
LA GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - Il 20 aprile, potrebbe essere quella la data della ripresa. Con la Roma di nuovo a Trigoria, divisa per gruppi e con tutte le dovute cautele. Per i lavori societari invece ci sarà da aspettare ancora. Perché da una parte c’è Pallotta, che non intende svendere, dall’altra c’è Friedkin che vuole aspettare per capire in che scenario economico si muoverà la “nuova” Roma. Stallo, insomma. L’intenzione di chiudere l’accordo c’è ancora, ma è evidente come le basi costruite con quella lunghissima due diligence (e che avevano portato ad un prezzo finale di circa 710 milioni di euro) adesso siano da ricontrattare.