Da Schick a Smalling, tutti in sospeso

IL TEMPO - AUSTINI - Sono giorni di grande incertezza nel mondo per i calciatori in prestito. La Roma è una delle società italiane con la lista più lunga e ora attende indicazioni certe dalla Fifa, qualora si decidesse di far ripartire il campionato con la nuova deadline spostata a luglio inoltrato, quindi dopo la naturale scadenza dei contratti. Nei giorni scorsi il capo dei legali della Fifa, Emilio Garcia Silvero, ha dato un’interpretazione tecnicaparlando di stop obbligato ai prestiti al 30 giugno. Se così fosse, la Roma dovrebbe salutare Smalling, Mkhitaryan, Kalinic e Zappacosta nel bel mezzo dell’ipotetico finale di campionato in estate. Dovrebbe riaccogliere dall’altra parte diversi giocatori come Karsdorp e Olsen. Il futuro di alcuni è incerto: Nzonzi resterebbe al Rennes se si qualificasse in Champions, Gonalons al Granada in caso di salvezza, idem per Defrel al Sassuolo, mentre Coric rimarrebbe all’Almeria con la promozione in Liga. Discorso diverso per Schick: il Lipsia deve decidere se esercitare il diritto di riscatto a 29 milioni


Malagò: “Ognuno si assuma le sue responsabilità. Friedkin? Avrei fatto il possibile per il buon esito della trattativa”

IL TEMPO - CARMELLINI - Ripartire, stare fermi ad aspettare, annullare tutto, o temporeggiare per trovare uno spiraglio e concludere una stagione comunque compromessa. Lo sport si interroga, per una parte ha già deciso, ma resta il nodo del calcio che i vertici del pallone in questi giorni stanno cercando di sciogliere tra barricate, fazioni e le solite decisioni all’italiana. E il numero uno dello sport italiano, Giovanni Malagò, parte proprio da questo:

Il mio pensiero è chiaro. La decisione spetta solo ed esclusivamente a chi ha l’onere e l’onore di organizzare i campionati. […] Il Coni è la confederazione delle federazioni, poi ogni federazione ha il diritto e il dovere di prendere una decisione. Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità“.

Insomma secondo lei la Serie A deve ripartire?

Voi parlate della ripartenza del calcio, ma di quale calcio? Non c’è solo la Serie A. Mi risulta che a breve la Figc si riunisca per stabilire le regole di ingaggio, le norme sanitarie da rispettare. È chiaro che ciò che potranno fare le grandi società non sarà possibile per alcuni club di Serie B o Lega Pro, ma è altrettanto chiaro che la salute di tutti i calciatori andrà sempre messa sullo stesso piano. Questo è un tema che la Figc dovrà affrontare.

 

La Roma. Lei si era espresso su Friedkin a ridosso di un passaggio di proprietà che sembrava fatto. Sviluppi?

Quando la situazione stava andando verso la chiusura, premetto che il signor Friedkin non lo conosco, ho ricevuto da diverse persone amiche delle telefonate che mi aggiornavano sugli sviluppi. Qualcuno aveva detto a Friedkin che una volta chiuso, una delle prime cose importanti da fare era incontrare il sottoscritto.

E…

E niente,mi sono detto felice e che avrei fatto il possibile: ma sia chiaro lo avrei fatto anche se ci fosse stato un gruppo straniero che stava per acquistare una qualsiasi altra società. Poi queste persone mi hanno chiesto se potevano dare i miei riferimenti agli americani e così ci siamo sentiti e “whatsappati” tanto con il signor Friedkin quanto con il figlio. Dopodiché non ho più sentito nulla e sono fermo a quello.

Cosa pensa del suo amico Totti che vuol fare il procuratore?

Francesco lo sento molto spesso, non è arrivato a questa decisione a cuor leggero, si è concesso un periodo sabbatico per prendere le sue decisioni, se fare il dirigente, l’allenatore o il procuratore. Ritiene, anche a ragione, di avere un fiuto e un occhio particolari per i giovani talenti. La sua scelta è legata soprattutto al fatto di voler andare avanti in qualcosa che sa fare e che gli piace.

De Rossi sembra invece già avviato verso la strada della panchina: farà l’allenatore.

Mi sembra che le dichiarazioni di Daniele lo abbiano fatto capire chiaramente. Anche io penso che lui abbia le caratteristiche giuste e credo che si iscriva al corso per allenatori, cosa che per esempio Francesco non ha voluto fare.


Prove tecniche di ripresa

IL TEMPO - PIERETTI - Il Comitato Tecnico Scientifico della Federazione oggi proverà a mettere il primo mattone perla ripartenza del campionato di Serie A stilando un Protocollo di Sicurezza Sanitaria in vista di una possibile ripresa della stagione agonistica. L'intenzione - anticipata dal Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora - sarebbe quella di autorizzare la ripresa degli allenamenti il prossimo 4 maggio, con l'avvio della restante stagione agonistica entro la fine dello stesso mese; è la previsione più ottimistica, ma non l'unica. Il campionato potrebbe riprendere anche più avanti, l'Uefa non ha posto limiti dal punto di vista temporale, il suo presidente Ceferinè intenzionato a far ripartire i campionati in tutta Europa, nei limiti del consentito. Le maggiori Leghe europee (Inghilterra, Italia, Spagna, Germania e Francia) si sono confrontate nelle ultime ore per cercare un allineamento sui calendari che andrebbe a riflettersi anche sulle Coppe Europee e sul mercato: la situazione sanitaria non appare omogenea, al momento non è stata presa alcuna decisione.

Il Comitato Scientifico della Federazione oggi stabilirà dei parametri stilando dei protocolli per poi renderli eseguibili; tutti i tesserati delle società dovranno essere sottoposti a controlli frequenti, così come ogni altro individuo che avrà modo divenire a contatto con qualsiasi esponente della squadra: dai dirigenti ai giardinieri, tutti coloro che metteranno piede nei centri sportivi o nei ritiri dei club verranno monitorati. Verrà proposto l'isolamento stile Mondiale delle 20 squadre di Serie A, in ritiro permanente in attesa delle partite da disputare. È un protocollo molto rigido, applicabile in Serie A, con un'organizzazione capillare che difficilmente potrebbe trovare riscontro anche nelle altre categorie. Ovviamente tutti i calciatori dovranno nuovamente sottoporsi alle visite di idoneità sportiva, quelli già colpiti da Covid-19 dovranno effettuare ulteriori accertamenti. A tal proposito, il tecnico della Sampdoria  ha evidenziato come un calciatore doriano - già contagiato dal virus nelle settimane scorse - sia risultato nuovamente positivo dopo esserne guarito. Ieri il direttore del dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità Giovanni Rezza è tornato a esprimersi sull'argomento campionato. «Si possono applicare protocolli per ridurre il rischio di contagio - ha sottolineato - un metro di distanza e mascherina possono funzionare, la mascherina chirurgica non dà una protezione massima, ma fa sì che le goccioline di saliva restano nella mascherina. In questo momento non si può pensare a partite che si svolgano con assembramenti».

Non tutti riescono a essere ottimisti vista la situazione attuale; i numeri totale dei contagiati continuano a crescere, e ciò non induce a facili speranze. «Vedo difficile una ripresa fissata per il 30 maggio - ha dichiarato il presidente dell'Associazione medici di calcio Enrico Castellacci, già medico della Nazionale Italiana - la Figc deve ovviamente pensare alla ripartenza, vedremo quali saranno le linee guida che saranno stilate: saranno sicuramente molto puntuali e precise, ma vedremo se saranno veramente attuabili, perché non tutti hanno a disposizione le strutture necessarie». Potrebbe prendere piede - come suggerito da Adriano Galliani e Franco Carraro - l'idea di concludere la stagione in autunno, per far partire il nuovo campionato con l'inizio dell'anno solare; potrebbe essere una soluzione - di due anni - per allinearsi ai Mondiali del Qatar, in programma nel novembre 2022.

L'Uefa in queste ore starebbe valutando una final eight per la conclusione della , con partite «secche» di sola andata da disputarsi tutte in un'unica sede: squadre e arbitri sarebbero tutti concentrati in un unico territorio e sottoposti a continui controlli per portare a termine la competizione.


Zaniolo: sì al rinnovo. Pau Lopez, la premier chiede informazioni

CORRIERE DELLA SERA - PIACENTINI - Se non ci fosse stato quel grave errore nel derby di ritorno, quella di Pau Lopez sarebbe stata una stagione assolutamente positiva, anche con picchi di rendimento molto alti. Invece, da quel giorno, è cominciata una fase di dubbi e incertezze per il portiere della Roma. Il club lo ha voluto con forza e ha investito molto su di lui. Fonseca continua ovviamente a puntarci, anche se negli ultimi giorni sembra che alcune squadre di Premier League stiano facendo dei sondaggi. Per meno di 30 milioni, però, la Roma non lo farà partire. Intanto Nicolò Zaniolo è pronto a prolungare il contratto con la Roma, come ha ammesso Claudio Vigorelli, il suo procuratore: “Noi ci siamo e siamo disponibili a estendere l’accordo di Nicolò – ha spiegato Vigorelli –. Zaniolo nella Capitale sta bene e non vede l’ora di ricominciare a giocare con la maglia giallorossa“.


Coronavirus, Perrotta: “Noi a Palocco, calamite ma con i poli invertiti”

IL MESSAGGERO - “Io una cosa l’ho capita in queste settimane tante, troppe di isolamento: che noi siamo come calamite. E che questa quarantena sociale ha invertito le nostre polarità. Siamo fatti per essere attratti l’uno dall’altro, ma in questo momento e forse (temo) per un po’ di tempo finiremo per rivolgere agli altri il polo sbagliato. Positivo contro positivo, negativo contro negativo: per tenerci a distanza”.

Vivo a Casal Palocco: è un piccolo paese, questo. Villette e distanziamento che viene quasi naturale. O almeno la gente pensa questo di Palocco: non è proprio così. Gli spazi aperti e i lunghi viali suggeriscono corse e passeggiate. La gente normalmente lo popola così, Palocco. A parte le piazzette che diventano ritrovo e che sono desertificate in questi giorni”.

E ancora: “Sono una persona fortunata e ho uno spazio adeguato anche per coltivare le mie passioni fondamentali (compreso l’esercizio fisico e l’insegnamento del calcio ai miei due figli) senza andarle a cercare fuori. Ma quando l’altro giorno è passato il direttore della mia scuola calcio per portarmi dei documenti da firmare ho fatto fatica anche solo a varcare la soglia di casa. Sporgendomi un po’ là fuori, però, ho visto davvero una Palocco lunare: irriconoscibile. Quando giocavo nella Roma capitava di essere ad agosto in città per allenarci; ci si preparava alla stagione ventura, eppure un panorama così senza nessuno a passeggiare, correre, andare in bici o con i bambini non c’era mai capitato di vederlo. E mai avrei immaginato di vedere la piazzetta d’ingresso, quella che trovi subito venendo dalla Cristoforo Colombo, quella del bar con i tavoli all’aperto e l’ufficio postale svuotata. Solo la coda al piccolo supermercato. Il timore che ho è che questa specie di agorafobia ci resti addosso, dopo”.

Anche se il dopo si allontana nel tempo ogni due settimane, lasciandoti addosso la sensazione chiara che mascherine e guanti, che distanze e un po’ di diffidenza nel contatto ce la porteremo dietro per chissà quanto. Avessimo avuto una data di fine lockdown anche lontana, ma certa mi avrebbe fatto stare meglio.

Ci soffro tanto, quando penso questo: io sono calabrese, al mio paese, Cerisano vicino Cosenza di positivi non ce ne sono per fortuna, ma anche loro temono. So che se ne stanno rintanati in casa.
Come passa il tempo? “Ho le mie video-chat per passare il tempo: 5-6 ore a coordinare il lavoro della sezione giovani dell’Associazione calciatori. Non mi manca il lavoro in questi giorni difficili di stop totale”. 


Gravina punta sul futuro

IL MESSAGGERO - BERNARDINI - Questione di venti. E correnti. Quelli che sta affrontando Gabriele Gravina, numero uno della Figc. Nel momento più difficile. Le istituzioni, parte degli altri sport e qualcuno all’interno del suo mondo hanno fatto capire che la direzione che il calcio vuole prendere non è la migliore. Sibillino anche il numero uno del Coni, Malagò (tra i due non c’è mai stato un grande feeling): “Tu vuoi essere il presidente di una federazione? Allora questo è il tuo momento in cui prendere decisioni. Tutti devono perdere qualcosa, l’ideale sarebbe trovare insieme il modo che non ci siano vinti né vincitori e che il calcio possa ripartire il prima possibile e a prescindere da questa stagione“.

D’altronde provare a concludere questo campionato è un azzardo. Già, ma fondamentale per la sopravvivenza del calcio. Giusto che chi guida la federazione provi a portare la nave in porto. Ma qualcuno gli rimprovera una eccessiva esposizione che gli avrebbe creato qualche nemico in più. Soprattutto istituzionale.

 

Si vocifera che secondo accordi sarebbe l’amico Cosimo Sibilia, della Lega Nazionale Dilettanti, a dover andare alle elezioni per la poltrona più alta della Figc. Questione risolta? Forse. In questi mesi le altre componenti hanno perso potere. L’altra faccia della medaglia, però non brilla affatto. Di nemici ne ha diversi. Non potrebbe essere altrimenti. Franchi tiratori proprio all’interno del movimento. Gli stessi che gli rimproverano di parlare troppo e un eccessivo feeling con il presidente della Lazio, Lotito. Non certo uno dei presidenti più amati della serie A.

Oggi c’è la Commissione medica della Figc che proverà a fissare i paletti da cui partire. Questa è anche l’occasione per il mondo del calcio di cambiare e di cercare di entrare in una nuova fase. Una partita che non coinvolge solo il pallone ma anche chi o guida.


Balzaretti: "Ziyech un rimpianto. L'Atalanta ci disse no per Ilicic"

Federico Balzaretti ex calciatore e dirigente della Roma ha raccontato qualche restroscena a calciomercato.com:

“L’Inter voleva a tutti i costi Nainggolan, la Roma in cambio chiese Zaniolo e Radu, e alla fine insieme a Nicolò prendemmo Santon. Un rimpianto? Stavamo prendendo Hakim Ziyech, è un giocatore per il quale stravedo. Ci siamo stati dietro tantissimo tempo, ma alla fine non fu trovato l’accordo. Avevamo fatto anche un tentativo per Ilicic, ma l’Atalanta ha subito detto di no e visti i rapporti tra le società è stato giusto non insistere. Sono soddisfatto che abbiamo riportato Pellegrini alla Roma, lo sentivamo quasi quotidianamente al Sassuolo. E Gerson sta facendo grandissime cose ora al Flamengo”.


Pubblicate altre anticipazioni della maglia home della prossima stagione (foto)

Sono state rivelate nuove anticipazioni su quella che sarà la maglia casalinga che la Roma indosserà nella stagione 2020/21. Come si può vedere, è confermato il tema che si ispirerebbe alle maglie della stagione 1979-1980. Lo riporta mantosdofutebol.com.

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Fassi, pres. Talleres: "Mi riempie di orgoglio che Pastore voglia tornare, ma è un desiderio difficile da realizzare"

Javier Pastore, giocatore della Roma, ha più volte rivelato il desiderio di terminare la carriera in Argentina, in particolar modo al Talleres, squadra dove è cresciuto. Il presidente del club, Andrés Fassi, in un'intervista rilasciata a Radio Continental Cordoba, ha dichiarato:

"Mi riempie di orgoglio che Javier abbia detto di voler finire la carriera qui. Lo prendo come un desiderio che però oggi è molto difficile da realizzare".

 


Trigoria “monouso”, doccia in camera e non si pranzerà più insieme: la Roma ripartirà così

GAZZETTA.IT - ZUCCHELLI - Se c’è una cosa che Paulo Fonseca, fin dal suo arrivo a Roma, aveva preteso era il pranzo a Trigoria. Giocatori e staff tutti insieme, con una duplice finalità: fare gruppo e avere sotto controllo uno dei due pasti della giornata. Ecco, il pranzo di gruppo, almeno adesso, sarà una delle prime cose che salterà. Perché se davvero si ripartirà i contatti tra i giocatori saranno ridotti all’osso. E in questo senso il centro di Trigoria, per come è stato ristrutturato, può dare una mano importante alla Roma.

TUTTO MONOUSO

I giocatori utilizzeranno pochissimo lo spogliatoio. Piatti e bicchieri per gli snack saranno usa e getta, gli asciugamani e le borracce ancora più personalizzati rispetto a prima, per la doccia i calciatori utilizzeranno le camere - tutte rinnovate di recente - del centro sportivo. L’area termale non sarà utilizzata, a meno di effettiva necessità per i giocatori infortunati, gli allenamenti saranno divisi a gruppi di massimo sei o sette persone, anche l’area alimentare a ridosso del campo di allenamento sarà ridisegnata in modo che non ci sia alcun tipo di contaminazione. Probabile, dunque, che ognuno abbia il proprio cestino con frutta e integratori, come già avviene spesso in trasferta.

CONDIZIONI

Il Fulvio Bernardini, già sanificato, ospiterà giocatori, staff tecnico e pochissime altre persone, anche in questo caso almeno in una prima fase. Tutti indosseranno guanti e mascherine, sarà monitorata la temperatura e verranno rispettati, come logico, tutti i protocolli di sicurezza. La preparazione, almeno per le prime due settimane, sarà soltanto di natura fisica: Fonseca e il suo staff sono abituati a rimettere in forma i giocatori dopo una lunga inattività, come accadeva in inverno in Ucraina, anche se questa situazione ha delle differenze. Perché ci sarà anche un aspetto psicologico di cui tener conto, in primis la voglia di strafare che molti avranno.

ALLENATORI E MENTAL COACH

Ecco perché in queste settimane di quarantena molti atleti, della Roma e non, sono tornati ad affidarsi anche a preparatori personali e a mental coach. Spinazzola e Pellegrini ogni tanto fanno in video gli allenamenti previsti dai preparatori delle mogli, Pastore ha da tempo un suo uomo di fiducia, Dzeko lavora con Amra quasi ogni giorno e Perotti ha iniziato a dedicarsi allo yoga. Di questi tempi, meglio essere preparati.


Santon: "Speriamo questo periodo possa passare quanto prima. Fonseca è onesto con noi, abbiamo un buon feeling"

Davide Santon, giocatore della Roma, ha rilasciato un'intervista sul profilo Instagram della società giallorossa:

Come stai?
Sto bene, ho un po’ di nostalgia e speriamo che presto si sistemi un po’ tutto”.

Come stai vivendo questo periodo?
Abbastanza bene, ho un bel giardino e passo il tempo fuori con la mia famiglia e passiamo il tempo insieme”.

Grigliata a Pasquetta?
No, non dobbiamo sgarrare in questo periodo. Abbiamo mangiato la cioccolata ma niente barbecue”.

Il lato positivo di questa situazione, forse, è godersi la famiglia…
Sì, nel nostro lavoro stiamo spesso fuori ed è un bene però fino a un certo punto: quando riaprono le scuole? (ride, ndr). È bello passare del tempo con mia figlia, il periodo è negativo ma qualcosa di positivo c’è”.

Hai sentito qualcuno al Nord?
Noi a Roma siamo stati più fortunati, abbiamo avuto meno casi. Pensare che ci sono tante migliaia di persone che non sono messe bene è dura, speriamo che questo periodo possa passare quanto prima”.

Giornata tipo?
La routine è questa: la mattina mi sveglio, faccio colazione e i compiti con mia figlia, poi faccio l’allenamento e mi dedico alle passeggiate col cane. La sera vediamo un po’ di film”.

Giardino importante per allenarsi bene...
"Sì ma avrei bisogno anche di più spazio, abbiamo bisogno di un campo regolamentare. Un po' di giardino, un po' di bicicletta in casa e ci gestiamo".

Quanto tempo servirà per ritrovare il ritmo-partita?
"I nostri allenamenti personali sono abbastanza intensi, la cyclette è di un'ora per esempio. Certo, correre in campo è una cosa diversa ma non saprei quando ricominciare, penso che ci vorranno 3-4 settimane di allenamento intenso per tornare a una forma discreta".

Cosa ti manca di più del calcio?
"Mi manca un po' tutto, i miei compagni, il campo, i nostri tifosi. Se tornassimo in campo senza di loro non sarebbe la stessa cosa, sarebbe diversa ma bisogna farci trovare pronti".

Chi è più scatenato tra i tuoi compagni in chat?
"Adesso mi ha scritto De Rossi, per esempio, un messaggio molto divertente. (La figlia entra in chat e saluta)".

Fonseca sta pensando alla difesa a 3: che ne pensi?
"Quest'anno abbiamo già giocato a 3 un paio di volte, è una cosa che mi piace poi dipende sempre quale avversario hai davanti. Con quel modulo posso fare il terzo centrale o esterno, è un sistema che mi piace".

Ti senti con il mister?
"Certo, ci scrive e ci chiede come vanno gli allenamenti, anche lui ha voglia di tornare ad allenarci".

Che rapporto hai con Fonseca?
"Un bel rapporto perché è sincero, mi dice quello che pensa, se devo migliorare o meno e lui mi piace perché è onesto con i calciatori, cerca di mantenere un bel rapporto con tutti. Parlando inglese, inoltre, ci capiamo bene e abbiamo un buon feeling".

Il miglior amico nello spogliatoio?
"Ne ho un paio di migliori, ho un feeling in particolare con Florenzi che saluto. Con Lorenzo Pellegrini abbiamo veramente un'amicizia bella e sincera, poi anche con il resto dello spogliatoio".

Quanti tatuaggi hai?
"Ne ho tanti, mi son tatuato tutto il braccio e ne ho penso 10-11. Un tatuaggio ritrae il primo scudetto vinto con l'Inter, poi la Champions League sul braccio destro, poi altri sono dedicati alla famiglia, ho il nome di mia figlia sul petto per esempio. Fare tatuaggi senza significato non ha senso, i miei li hanno".

Bilancio della stagione?
"Per il momento penso sia discreto, durante la stagione abbiamo buttato via parecchi punti e quindi siamo quinti. Gli obiettivi però ce ne sono ancora, comunque siamo agli ottavi di Europa League, quello è un traguardo importante, siamo quinti in campionato a -3 dall'Atalanta che deve però recuperare una partita, possiamo concorrere per i primi quattro posti. Si spera che nei prossimi anni o addirittura da quest'anno si possa vincere qualche titolo, la voglia è quella, qualcosa voglio vincere con la Roma".

Cosa sarebbe vincere a Roma?
"Un sogno, ma è il sogno di tutto. Oltre a sperare, voglio vincere qualcosa che sia la Coppa Italia o qualsiasi altro trofeo".

Che idea avevi della Roma da avversario?
"Mi ha sempre affascinato, ha avuto Totti che è stato uno dei più grandi in assoluto e giocare contro la Roma non è mai stato facile, è stata sempre forte e competitiva. Nello scudetto del 2009/2010 eravamo arrivati primi con l'Inter per poco, con De Rossi ho avuto una discussione divertente riguardo quest'annata (ride, ndr). Spero che dal prossimo anno vedremo la Roma sopra a tutte, lo voglio veramente".

Sodddisfatto del rendimento personale?
"Sì. Devo dire che la stagione non è iniziata benissimo, tante voci di mercato ma la mia volontà è sempre stata quella di restare perché io sto bene, la mia famiglia pure e nella squadra mi sento a casa, non ho mai avuto motivi per chiedere la cessione. Con il lavoro, poi, mi sono preso qualche posto da titolare e mi ritengo soddisfatto. Chiaramente c'è sempre da migliorare, delle volte si va bene e altre volte si va male, si deve sempre lavorare".

Cosa significa per te il derby di Roma?
"Ogni volta che entro in campo in un derby, ti guardi intorno e nell'ultimo derby c'era un'atmosfera che non ho mai provato in tutta la mia vita. Iniziando il riscaldamento avevo la pelle d'oca e lì non hai bisogno di preparare una partita perché le motivazioni vengono da sole, basta che guardi i tifosi e capisci cosa significhi quella partita, è stata una cosa unica. Giocare il derby è sempre una cosa fantastica. Io ho giocato grandi partite, ricordo che nel 2009 ho giocato contro Cristiano Ronaldo e avevo 18 anni, è stata un'emozione incredibile. Il derby di quest'anno però ha avuto un'atmosfera particolare".

Ronaldo avversario più forte mai affrontato?
"Io ho affrontato sia Messi che Ronaldo, però devo dire che avendo avuto Ronaldo davanti a me posso dire che è stato difficile. Per me, però, è più difficile affrontare un avversario più basso rispetto a lui, però resta difficile. Sono due giocatori incredibili".

A quale terzino ti aspiravi da giovane?
"Innanzitutto, facevo l'attaccante da piccolino e mi piacevano Shevchenko, van Basten. Poi, arretrando, direi Maicon che è stato tra i terzini più forti degli anni 2010. Per un periodo mi sono ispirato anche a Kakà, quando giocavo a centrocampo".

Sei forte alla playstation?
"Me la cavo per il tempo che posso giocarci, però non gioco a calcio, gioco solo a Call of Duty, FIFA non è il mio gioco".

Chi si vanta nello spogliatoio di essere più forte alla playstation?
"Un po' tutti, ogni tanto ci ritroviamo online a giocare a Call of Duty".

Le iniziative benefiche della Roma?
"Sono molto orgoglioso di queste iniziative, la Roma ha fatto cose bellissime come la beneficenza agli ospedali, dare cibo ai meno fortunati, le uova di Pasqua ai bambini. È una cosa che mi rende orgoglioso".

Un messaggio per i tifosi?
"Dico che dobbiamo tenere duro e passeremo anche questa, tutti insieme possiamo farcela e dico che vinceremo qualcosa insieme, lo voglio veramente tanto".


Perotti: "Quando batto un rigore sono scaramantico, non scelgo mai l'angolo"

Diego Perotti, giocatore della Roma, ha parlato alla rubrica "Quando batto un rigore" di Dazn, rispondendo a varie domande:

Come vivi il momento del rigore?
Lo vivo in maniera tranquilla, a volte dipende dal risultato ovviamente e da che minuto arriva. Questo può cambiare l’emozione”.

Avevi dei riferimenti quando hai iniziato a calciare i rigori?
Da bambino non ne calciavo molti, ho iniziato da professionista. Ho iniziato con un amico portiere al Siviglia, calciando con lui per vedere il modo di avere un vantaggio migliore.
Ho iniziato a calciare facendo la ricorsa camminando e poi ho modificato, dopo aver sbagliato un rigore”.

Come calci un rigore?
Quando calcio un rigore faccio sempre lo stesso, sono scaramantico: metto il buco della palla nella direzione della porta, avvicino il piede con cui calcerò, faccio 7 passi all’indietro, guardo l’arbitro aspettando il fischio, guardo il portiere ma non troppo e quando l’arbitro fischia guardo la palla, provando a non andare troppo veloce per poi fare quel piccolo salto che mi consente di alzare la testa per vedere il portiere. Non scelgo l’angolo, vedo il movimento del portiere anche se non si butta fa sempre qualche finta e tento di calciare sul lato opposto. Non ho bisogno di guardare la palla prima di calciare, so dov’è nella mia mente e per adesso è andata bene”.

Prima di calciare sei sicuro di farcela o temi di sbagliare?
Ogni volta che vado a calciare penso di essere il migliore, che farò gol, che non sbaglierò, do fiducia a me stesso e soprattutto ora con il VAR, dovendo aspettare alcuni minuti, approfitto di quel tempo a disposizione per caricarmi e pensare di essere il migliore”.

Il rigore che ti ha fatto più paura?
Non so se paura ma ricordo un rigore all’Olimpico nel derby, con il risultato fermo sullo 0-0. Ho calciato bene, con la palla angolata, così abbiamo sbloccato la partita e abbiamo vinto”.

Quest’anno invece?
Contro la Juventus, il portiere era Szczesny che mi conosceva. Ho tirato tanti rigori contro di lui in allenamento, molte volte me li ha parati ed ero quindi nervoso. Poi l’ultimo contro l’Hellas Verona è stato particolare. Non venivo da un buon periodo, avevo perso il posto da titolare, mi ero fatto male e le gare in cui ero entrato non avevo fatto male. In quel match sono entrato da freddo, senza scaldarmi, e appena entro sbaglio il controllo e loro fanno gol, annullato poi dal VAR. Ho avuto tante sensazioni mentre aspettavo il VAR. Sarebbe stata dura se loro avessero segnato per colpa mia. Dopo 10-15 minuti arriva il rigore, stavamo pareggiando quella partita. In campo c’erano Kolarov, Veretout (che aveva calciato gli ultimi rigori) ma non ci ho pensato due volte: sono andato lì, ho preso la palla perché sono il responsabile dei rigori. Non mi posso tirare indietro perché non sto giocando bene, non sarebbe onesto da parte mia, sono io che calcio i rigori nella Roma. Dovevo prendere la palla e fare gol”.