Rezza, ISS: "Diaconale ha preso sul serio una battuta. Sapendolo non l'avrei fatta"
Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell'Istituto Suiperiore di Sanità, ha commentato ai microfoni di TMW Radio la sua battuta sull'essere tifoso della Roma che ha scaturito la piccata risposta del portavoce della Lazio, Diaconale ("Gli scienziati facciano gli scienziati e non i tifosi"):
"Diaconale ha preso sul serio una battuta (ride, ndr). Sapendo quello che avrebbe detto qualche ora dopo non avrei fatto quella battuta. E’ un argomento molto sensibile in Italia, quindi è chiaro che la decisione va ponderata. La gente stando a casa passerebbe anche del tempo con il calcio. Più avanti si può valutare una riapertura a porte chiuse. Siamo ancora nella Fase 1, poi sarà da valutare se ci saranno le condizioni. Il problema è che è molto complicato a pensare a dei controlli. Dovrebbero effettuare dei tamponi e servirebbe un protocollo molto stretto. La vedo dura attuarlo, ma è da valutare. Sarà una decisione difficile. Non siamo noi a decidere la riapertura dopo il 3 maggio. Noi possiamo dare solo delle indicazioni su come comportarsi".
Serie A, in programma due riunioni per definire la ripartenza
Quest'oggi, come riferito da Sky Sport, ci sono state delle conference call tra i componenti del comitato medico-scientifico per decidere le linee guida da seguire in vista della possibile ripartenza del campionato. Queste linee guida domani verranno comunicate a Lega e FIGC che nei prossimi giorni si riuniranno internamente per decidere il da farsi.
Governo, no al calcio prima del 4 maggio
IL MESSAGGERO - L'emergenza coronavirus prosegue e in Italia nella giornata di ieri il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha confermato durante una conferenza stampa convocata in serata di aver esteso le misure di restrizione di questi giorni fino al 3 maggio. In questo contesto il calcio italiano non è stato esentato, come in molti speravano, da questo decreto. Se infatti alcuni presidenti non vorrebbero proprio tornare in campo, altri speravano di poter riportare le proprie squadre nei centri sportivi per riprendere gli allenamenti già dal 24-25 aprile. Si dovrà attendere ora e sperare che il governo non sia costretto a dover estendere ulteriormente il lockdown, in modo che il mondo del calcio possa sperare almeno per inizio maggio di tornare ad allenarsi. Se la situazione dovesse migliorare potrebbe essere chiesta una proroga, ma come annunciato dal Ministro Spadafora in una lettere indirizzata al presidente del CONI Malagò e a Pancalli, presidente del comitato paralimpico: «Vi prego di voler attivare le Federazioni e gli altri soggetti del sistema sportivo affinché la ripresa degli allenamenti e delle attività avvenga, presumibilmente dal 4 maggio p.v., nel più rigoroso rispetto delle prescrizioni di sicurezza che saranno individuate d’intesa con le autorità sanitarie e gli organismi scientifici».
Il mercato più povero fa riscoprire il valore dei talenti made in Italy
IL MESSAGGERO - Quando la pandemia sarà finita la speranza è quella di poter tornare alla normalità, ma molte cose cambieranno. Tra queste, una è certamente il calciomercato estivo che vedrà sicuramente un ridimensionamento, sia per quanto riguarda il tipo di colpi messi a segno dalle squadre sia per quanto riguarda le cifre che verranno spese. Il mercato in Serie A infatti si appresta a essere una sessione molto particolare, in cui saranno per la maggior parte dei casi proprio i giocatori italiani a esser messi al centro di ogni trattativa. Da Cragno a Florenzi, da Rugani a Romagnoli, fino ad arrivare a Chiesa e Belotti. Ogni squadra avrà a disposizioni un proprio "jolly" che proverà a inserire nelle trattative per arrivare ad altri obiettivi di mercato. In casa giallorossa piace molto Castrovilli, della Fiorentina, e sembra probabile che nel caso in cui Petrachi proverà l'affondo per il viola allora nella trattativa possa rientrare Florenzi, attualmente in prestito al Valencia, che piace molto alla squadra di Commisso.
Riecco il calcio. La A in campo fra 50 giorni
LA REPUBBLICA - Il calcio italiano potrebbe aver trovato finalmente una possibile data per ripartire. In conformità a quanto espresso nel decreto emanato nella giornata di ieri dal presidente Conte, le squadre potrebbero tornare ad allenarsi nei rispettivi centri sportivi dal 4 maggio. In questo modo si potrebbe rispettare il piano che la Lega Serie A stava cercando di mettere in atto, ossia riprendere il campionato già dal 31 maggio, precisamente tra cinquanta giorni. Ogni squadra dovrebbe giocare nel proprio stadio a porte chiuse, ma per i club che dovrebbero scendere in campo nelle città più colpite dal virus l'idea è di trovare un campo neutro dove poter giocare. La proposta di spostare tutti i club a Roma, arbitri compresi, per poter disputare solo gare all'Olimpico è stata scartata. Intanto ogni società è stata invitata ad avviare i processi di bonifica dei propri impianti, per poter arrivare pronti alla data di fine lockdown in cui i giocatori, tecnicamente, potrebbero finalmente tornare ad allenarsi.
Roma, Smalling lontano. Serve la rivoluzione verde
CORRIERE DELLA SERA - Due anni e un giorno fa la Roma si imponeva per 3-0 contro il Barcellona nella gara di ritorno dei quarti di finale di Champions League, ribaltando il risultato dell'andata in cui i blaugrana si erano imposti per 4-1. Di quella rosa nella Capitale sono rimasti ormai pochi reduci, solo sette, ma cosa resterà nella prossima stagione del club giallorosso? Nel momento in cui la pandemia sarà finita e si tornerà a giocare a calcio si dovranno fare i conti anche con la prossima stagione, che sul piano economico per ogni squadra si preannuncia molto dura. I giallorossi puntavano sulla conferma di Smalling, che però da quanto appreso in questi giorni non verrà riscattato vista l'alta richiesta fatta dal Manchester United che cercherà di monetizzare il più possibile. Petrachi dovrà piazzare così molti colpi in uscita, tra questo Olsen, Karsdorp e Florenzi che torneranno dai prestiti, uno tra Fazio e Jesus che hanno stipendi molto elevati per le casse della società. I dubbi rimangono in attacco, dove l'unica certezza nonostante i 34 anni si chiama Edin Dzeko; per il resto Kalinic dovrebbe tornare in Spagna e il futuro di Schick è ignoto, visto che il Lipsia potrebbe non poter o voler più pagare i 29 milioni di euro previsti per il suo riscatto. Nella Capitale piace molto Pedro, attaccante in scadenza a giugno con il Chelsea, che però non sarà facile convincere a causa dell'alto ingaggio richiesto.
Menez: "Ero come Kakà e mi voleva Conte, ma ho fatto troppe cavolate"
GAZZETTA DELLO SPORT - Jeremy Menez, giocatore che in Italia ha vestito la maglia della Roma e del Milan, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano sportivo in cui ha parlato del proprio passato, dell'esperienza con la maglia giallorossa e di quello scudetto mancato sotto la gestione Ranieri. Queste le sue parole.
Ci racconti il rapporto con Spalletti e Ranieri...
«Luciano era una bella persona. A volte mi sgridava, voleva farmi crescere. Sia lui che Ranieri sono stati due secondi padri. Mi guardavano con un occhio di riguardo. Nel 2010, poi, sfiorammo lo scudetto, non capisco ancora il perché di quella sconfitta con la Samp. A Roma non ho vinto niente, ma ho vissuto tre anni pieni di passione. Con grandi compagni, primo fra tutti Totti, un fratello maggiore. In campo ci intendevamo a occhi chiusi. I primi mesi ho vissuto a casa dei suoi genitori, come aveva fatto anche Cassano anni prima. Persone fantastiche, come De Rossi. Giocavamo a carte durante i ritiri e stavamo sempre insieme».
Segue ancora la Serie A?
«Soprattutto Milan e Roma. Pastore è un amico. Talento puro. Peccato per gli infortuni, ma se sta bene è una garanzia. Poi voglio Mandare un abbraccio a Mihajlovic, tornerà più forte di prima»
Dries, De Laurentiis e il rinnovo mancato. Napoli si allontana?
GAZZETTA DELLO SPORT - Il Napoli a giugno rischia di perdere a parametro zero uno dei giocatori più importanti della propria rosa: Dries Mertens. Il belga infatti a oggi, anche a causa dell'emergenza sanitaria, non ha trovato ancora un accordo con il club per il rinnovo del contratto e non è chiaro se ci sarà modo e voglia di farlo. L'attaccante fa gola a molte squadre, soprattutto in Premier League dove molti club avrebbero già preso contatti con il suo agente per intavolare una trattativa. Mertens però potrebbe anche rimanere in Italia, dove la Roma sembra essere molto interessata all'esterno e potrebbe farsi avanti per chiudere il colpo nei primi giorni del mercato estivo.
Il calcio studia la ripresa, allenamenti dal 4 maggio. Scintille Malagò-Gravina
CORRIERE DELLA SERA - La conferenza stampa di ieri sera del presidente Conte ha confermato l'estensione del blocco delle attività fino al 3 maggio, dando però al calcio italiano una data in cui, probabilmente, poter riprendere ad allenarsi, ossia il 4 maggio. Se la situazione infatti dovesse continuare a migliorare e non si verificassero più imprevisti, come nuovi casi di giocatori positivi, allora la Serie A potrebbe ripartire e portare a termine questa stagione. Intanto però è scontro tra Giovanni Malagò e Gabriele Gravina. Nella giornata di ieri il presidente del CONI ha affermato: "Il rischio è di pregiudicare anche la nuova stagione. Sarebbe significativo per lo sport poter ripartire il primo settembre". Subito è arrivata la risposta del presidente della FIGC: "Il calcio ha la sue specificità, per dimensione e impatto economico. Le conseguenze di una chiusura anticipata sono sotto gli occhi di tutti e rischieremmo la paralisi a causa dei ricorsi".
Allenamenti il 4 maggio
IL TEMPO - CICCIARELLI - Lo sport resta ancora fermo nel tunnel del coronavirus, ma all'orizzonte vede uno spiraglio per la ripresa il 4 maggio. Il prolungamento dello stop, come per buona parte degli altri comparti del paese, è stato ribadito come «indispensabile» dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora nella lettera inviata ieri Giovanni Malagò e Luca Pancalli, rispettivamente presidente del Coni e numero uno del Comitato Italiano Paralimpico, ma lascia speranze per un ritorno alle attività a partire dal mese prossimo. L'indicazione messa su carta dal ministro è che la ripresa delle sedute di allenamento «non avvenga almeno fino al mese di maggio», ma oltre a sancire il prolungamento della serrata la comunicazione di Spadafora suona come un invito a predisporre gli accorgimenti necessari per tornare il campo contemporaneamente alla battaglia contro il coronavirus, individuando come data di massima per il nuovo via il 4 maggio.
«Vi prego di voler attivare le Federazioni e gli altri soggetti del sistema sportivo - si legge nella lettera - affinché la ripresa degli allenamenti e delle attività avvenga, presumibilmente dal 4 maggio p.v., nel più rigoroso rispetto delle prescrizioni di sicurezza che saranno individuate d’intesa con le autorità sanitarie e gli organismi scientifici. Nei prossimi giorni darò impulso ad un'iniziativa, coordinata dal mio Ufficio di Gabinetto, per riflettere in modo organico su come realizzare specifiche leve di ripartenza, modalità di vero e proprio «adattamento» del sistema sportivo al rischio Covid-19, specie se questo non potrà dir- si del tutto sotto controllo nei mesi a venire».
Un’apertura che detta i tempi alla ripartenza dei campionati di calcio, dove leghe e società da diversi giorni ragionano sulla data del 4 maggio come quella buona perla ripresa degli allenamenti. Queste tempistiche permetterebbero alle squadre di far rientrare gli stranieri tornati a casa dalle famiglie - o impegnati negli allenamenti come Ronaldo e Ibrahimovic - in tempo per allenarsi, lasciando invece con l’amaro in bocca chi come la Lazio spingeva per un tornare al lavoro già dopo Pasqua. Il calendario sarebbe linea con le intenzioni della Lega Serie A, che permetterebbe di tornare a giocare il 30 maggio o il 6 giugno e di finire il campionato entro la fine di agosto, allontanando il rischio dello slittamento a settembre. «Il calcio vuole andare avanti - aveva spiegato Malagò a Radio Radio - quindi si mette in una situazione diversa rispetto alle altre discipline, questo è sicuramente un fatto ormai acclarato». In serata la risposta del presidente della Federcalcio Gravina: «Tutti si fermano e il calcio no? Non entro nel merito delle scelte che hanno adottato le altre discipline. Il calcio ha una sua specificità».
Dzeko: "Giusto tornare a giocare"
IL TEMPO - BIAFORA - Il 34° compleanno e l'annuncio dell'arrivo di un'altra figlia. Fino ad ora quella di Dzeko non è stata sicuramente una quarantena avara di emozioni, nonostante lo stop alle partite in un momento decisivo della stagione in cui il bosniaco avrebbe guidato la Roma nella doppia sfida contro il Siviglia. Il numero 9 negli ultimi mesi ha preso ancora più in mano le redini dello spogliatoio del club di Trigoria, che nell'ultima settimana si è schierato a più riprese sull'importanza di riprendere a giocare: «E un discorso molto delicato. Sicuramente - ha detto a Sky - la cosa più importante è la salute della gente, di tutti noi. Però tutti noi amiamo lo sport ed è parte della nostra vita. Quando la situazione si calmerà e non ci sarà più pericolo per tutti è giusto finire il campionato. E giusto per tutti».
Il centravanti di Sarajevo ha anche affrontato il tema della fascia, passata nelle mani di uno straniero dopo oltre venti stagioni: «Sono capitano della Bosnia da 6 anni, farlo alla Roma dopo Totti e De Rossi è un grande orgoglio. Questa è una società meravigliosa, mi sentivo anche prima come uno dei capitani. La scelta giusta l’ho fatta per rimanere e non era difficile. Sono orgoglioso di far parte di questo club che fa cose molto importanti per tutti i suoi tifosi e la gente».
Il Siviglia su Florenzi
Alessandro Florenzi ha lasciato la Roma a gennaio per approdare al Valencia. Come riporta il portale spagnolo TodoFichajes il Siviglia avrebbe contattato Petrachi per chiedere informazioni sul giocatore. La Roma lo valuta 12 milioni di euro.