La lunga estate calda del calcio
IL MESSAGGERO - La Serie A non vuole fermarsi e cercherà in tutti i modi di concludere la propria stagione. Questo è quanto emerge dalla riunione di Lega svoltasi nella giornata di ieri, in cui si è cercato di trovare il modo, sperando che l'emergenza coronavirus sia svanita, di rientrare in campo. Un aiuto arriva da parte della Uefa, che ha proposto di giocare tutte le rimanenti partite di Champions League e di Europa League dal 15 luglio in poi, lasciando così molto spazio ai vari campionati nazionali per arrivare al termine. La Lega ha gradito questa ipotesi, visto che per completare la stagione regolare entro il 15 luglio basterebbe riprendere entro il 30 maggio, dovendo giocare però ogni domenica e ogni mercoledì. Tutto però dipenderà sempre dalle misure che il Premier Conte deciderà di adottare e dal fatto che non ci sia più pericolo per i giocatori di tornare in campo.
Bojan: “Io, dal Barca ad Eriksen. Ma con la Roma nel cuore”
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Dopo aver girato mezza Europa, ora Bojan Krkic sta provando il calcio in capo al mondo, al Montreal Impact, sotto la guida di Thierry Henry. Lo spagnolo non si è dimenticato però le esperienze passate, su tutte, ovviamente, quella al Barcellona e quella alla Roma, della quale ha ancora tanti ricordi freschi. Ne ha parlato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport; queste le sue parole:
Un’immagine per Roma?
Francesco Totti. Lui è stato Roma e la Roma, era come un dio. Adesso che lui e De Rossi non giocano più mi fa davvero strano. Ricordo anche l’Olimpico, i tifosi, il mio primo gol in casa con l’Atalanta. Mi hanno sempre voluto bene e tutt’ora penso a loro. Anche a Sabatini, mi ha sempre dato fiducia. Era onnipresente. Si metteva sul tetto e osservava tutto. Viveva la Roma h24.
Provò a farlo anche Luis Enrique.
Aveva una sua idea e voleva imporla, non fu facile. Quando andò via noi giocatori eravamo dispiaciuti, ma in Italia è difficile convincere con un certo tipo di idee. Ricordo partite in cui avevamo in mano il gioco, tanto possesso palla, ma prendevamo gol in contropiede.
È contento di quanto ha fatto alla Roma?
Certo. Era il primo anno in Serie A, lontano da Barcellona, in una piazza importante. Segnai 7 gol e giocai quasi tutte le gare. Non so quanti giocatori abbiano fatto lo stesso alla prima stagione in A.
Arrivò in Italia come “nuovo Messi”, questo l’ha condizionata?
Sì, sono sincero. Feci bene, ma siccome arrivavo con quell’etichetta allora i tifosi si aspettavano che segnassi tutte le partite. Una cosa così non puoi gestirla, viene dall’esterno, dai media. Mi chiede se avrei potuto fare meglio. Certo, è normale, serviva soltanto un po’ di pazienza. Però dico una cosa: dopo aver giocato nella Roma, l’anno successivo mi prese il Milan. Segnai tre gol e giocai in una squadra importante, con una maglia che conta. Ecco, se un club come quello ha creduto in me, vuol dire che all’Olimpico avevo fatto vedere belle cose.
L’Entella fa i quiz sulla sua storia. Risponde Zaniolo
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Ogni giorno nelle storie di Instagram, l’Entella propone il quiz del giorno a risposta multipla sulla storia del club. Tra le domande, c’è stata quella sull’esordio di Zaniolo con quella maglia. E, incredibile ma vero, è stato proprio il talento della Roma il più veloce di tutti nel rispondere, indicando nel Benevento la squadra contro la quale ha messo piede nel calcio che conta. Questa è la dimostrazione dell’affetto che continua a nutrire verso l’Entella.
Senza gare, i club non pagano. Due idee per il taglio degli stipendi
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Mentre la Lega discute per poter trovare una soluzione e concludere il campionato in corso, i club chiedono di poter contenere i costi e le perdite che questo lungo stop a causa del coronavirus sta generando. Nell'incontro di ieri infatti sono state molte le proposte che hanno visto come obiettivo il taglio degli stipendi dei giocatori. L'idea ovviamente varierà a seconda dell'ingaggio del calciatore preso in considerazione. In Italia il monte ingaggi è pari a 1,3 miliardi di euro, e per i club poter risparmiare qualcosa in questo momento in cui non ci sono entrate sarebbe il massimo. Il punto è che i giocatori vengono pagati per allenarsi e per giocare, se questo non avviene possono essere non pagati, visto che la loro prestazione lavorativa non può essere praticata. Se ne discuterà ancora durante le riunione di Lega, ma le idee sembrano essere due: non pagare gli stipendi per il periodo di stop o chiedere ai calciatori di detrarre parte dei propri introiti.
1973, il giorno di “Kawasaki”: Rocca debutta a San Siro
CORRIERE DELLA SERA - Aveva i ricci, la maglia giallorossa numero 7 e diciott’anni, Francesco Rocca, quando Helenio Herrera lo fece esordire in Serie A il 25 marzo 1973. Addirittura a San Siro, sul campo del Milan capolista, che vinse 3-1. Il figlio dell’idraulico di San Vito Romano, che da ragazzino scavalcava i cancelli per vedere la Roma, sprintò così tanto, per tre stagioni, da essere soprannominato Kawasaki. Poi l’infortunio nel 1976 fu l’inizio di un calvario che non lo fece tornare più come prima. Arriverà il ritiro a soli 27 anni nel 1981.
La Roma scommette sul futuro: da Zaniolo a Diawara c’è un tesoro
CORRIERE DELLA SERA - Il calcio si è retto per anni su plusvalenze, acquisti con pagamento dilazionato e prestiti. Cose da dimenticare. L’emergenza Coronavirus ha stravolto il mondo del pallone e lo farà ancora di più nel prossimo futuro. Bisognerà inventarsi un modo nuovo di gestire i club. Come arriva la Roma a questa svolta? I giallorossi sono messi meglio di altre concorrenti, anche se non mancano elementi di criticità. Il parco giocatori conta su un gruppo di giovani di grande futuro: Zaniolo, Lorenzo Pellegrini, Diawara, Kluivert, Under e, se torneranno dai prestiti, anche Schick e Karsdorp. Nel prossimo calciomercato sarà quasi impossibile vendere e comprare, perché ai club mancherà liquidità. La Roma si ritroverà allora in mano un gruppo di atleti giovani ma più esperti del passato, con stipendi sostenibili e appeal per i grandi club. Il problema del club di Trigoria sta nei prestiti: difficile il riscatto di Smalling alle cifre richieste dal Manchester United e si fa sempre più complicata anche la permanenza di Mkhitaryan, che probabilmente tornerà all’Arsenal. L’unico che può restare è Zappacosta, che non rientra nei programmi del Chelsea di Lampard.
L’Italia da sola non basta, serve l’Europa per affrontare la nuova povertà del pallone
CORRIERE DELLA SERA - La nuova povertà del calcio e le conseguenze sul mercato non sono un problema che possa risolvere l’Italia da sola. Conta pochissimo che Federcalcio, Lega e Assocalciatori si riuniscano. Nessuno di loro rappresenta davvero i calciatori, quelli che devono accettare davvero il taglio. Non c’è dubbio quindi che anche i calciatori abbiano voglia di essere responsabili della trattativa, anche se, così com’è, non c’è una trattativa possibile. Perché il popolo dei calciatori è vasto e complesso ed ecco allora che viene l’idea di un taglio degli ingaggi sulla base di una specie di scala fiscale: più basso è l’ingaggio, meno forte è il taglio. Inutile dire che sarebbe comunque una sollevazione da parte di molti. Esiste poco anche la categoria dei presidenti, con interessi troppo diversi. Comunque vada, il problema è comune e deve portare a parametri comuni. Il tetto agli ingaggi, la qualità dei tagli, devono essere concordati a livello europeo. Altrimenti non avranno effetti e ogni società sarebbe sottoposta al ricatto dell’altra.
Pallotta-Friedkin, tempi più lunghi: si rifanno i conti
LA REPUBBLICA - Tutto congelato, tutto prorogato. O quasi. La trattativa per passaggio societario da James Pallotta a Dan Friedkin, in tempi normali, sarebbe già ben definita e conclusa, vincolata da contratti preliminari firmati e da strette di mano a favore di camera. E invece l’emergenza sanitaria mondiale costringe a rivalutare l’intera operazione dal punto di vista economico, con le inevitabili ripercussioni che avranno tutte le aziende. In primis come contraccolpo finanziario e difficoltà progettuali nel medio-lungo periodo. Prima dello stop imposto come effetto collaterale del Coronavirus, la Roma, nel passaggio tra i due uomini d’affari statunitensi, era valutata intorno ai 700 milioni, cifra da rivedere nella trattazione quando si tornerà a una simil-normalità. Capendo anche i passaggi e le lungaggini legate alla questione stadio.
Abbonati da ripagare. Il club studia un premio
IL TEMPO - AUSTINI - Impossibile decidere adesso, ma qualche idea è bene prepararla. E la Roma un principio lo ha già stabilito: se il campionato 2019/20 non dovesse mai riprendere, oppure se le partite restanti si giocassero tutte a porte chiuse, i tifosi avranno diritto a una sorta di premio. Dal punto di vista contrattuale, agli abbonati non spetta un rimborso. E specificato nelle condizioni di sottoscrizione della tessera: «In caso di squalifica dello Stadio Olimpico di Roma, obbligo di disputare partite casalinghe a porte chiuse e/o chiusure di settori disposti per legge, regolamenti o provvedimento di autorità pubbliche o sportive (inclusi, tra queste, gli organi di giustizia sportiva) - si legge nel contratto di abbonamento del club giallorosso - il titolare non ha diritto al rimborso, neanche parziale dell'abbonamento, salvo non derivino da responsabilità diretta di AS ROMA».
Lo stop causa emergenza coronavirus rientra nella casistica del «provvedimento di autorità pubbliche» e quindi la società non sarebbe tenuta a risarcire i tifosi. Una clausola equivalente è presente nei contratti di altri dieci club di serie A ed è probabile che la Lega stabilisca nelle prossime settimane un principio unico per tutti. Ma quando ci sono in mezzo soldi e interessi dei singoli, non sarà facile trovare un punto d'incontro.
In ogni caso la Roma vuole venire incontro ai tifosi più affezionati e la prima idea dei dirigenti, da sviluppare e confermare, è quella di un credito offerto a coloro che vorranno abbonarsi per la prossima stagione. Nel frattempo è già partito il rimborso per i 18mila biglietti venduti per Roma-Siviglia di Europa League, così come quello concesso ai tifosi giallorossi che avevano acquistato un tagliando del settore ospiti perla sfida di andata annullata in Spagna. Facendo due conti, al termine del campionato mancano sei gare casalinghe (Sampdoria, Udinese, Parma, Verona, Inter, e Fiorentina), gli abbonati perderebbero quindi quasi un terzo del «pacchetto» di 19 partite, da quantificare a seconda del settore scelto e del relativo costo. Quest'anno la Roma ha 21.671 abbonati che hanno fruttato poco più di 11 milioni di euro nelle casse.
Il danno per mancati ricavi al botteghino è condizionato dall'eventuale prosecuzione del cammino in Europa League, dove una singola gara può garantire dal milione e mezzo in su, ai quali ne vanno aggiunti almeno 4 per le gare di campionato saltate. Un conto che la Roma non vuole far pagare ai suoi tifosi.
La Serie A in ansia. Lotito: “Il virus si sta ritirando”. La risposta di Agnelli: “Ora sei anche virologo?”
TUTTOSPORT - La Serie A continua a esser bloccata a causa del coronavirus, ma la Lega sta provando in tutti i modi a non dover annullare il campionato, sperando di poterlo riprendere non appena l'emergenza Covid-19 sarà rientrata. In questo scenario continuano i battibecchi tra i presidenti delle squadre di A, due in particolare. Ieri durante l'assemblea di Lega il presidente della Lazio, Claudio Lotito, avrebbe detto: "Avete visto i dati? Oh, se sta a ritirà! Ma poi lo so: io parlo coi medici, quelli che stanno in prima linea, no co’ quelli delle squadre…". Pronta risposta del presidente della Juventus Agnelli: "Eh, certo: ora sei diventato anche un esperto virologo".
Anche il presidente della Sampdoria, Massimo Ferrero, ha voluto dire la propria, portando alla luce molti dubbi: "Qui parlano tutti, ma il problema è: quando ripartirà questa roba? Qualcuno ce lo può dire? No, non lo sa nessuno, tutti parliamo, tutti facciamo filosofia, tutti facciamo teoria, ma nessuno sa niente. C’è gente che muore, combattiamo una guerra che non si vede e parliamo di calcio? Ancora vogliamo parlare di calcio? Il Benevento che ha 69 punti che deve dire? Non può restare a guardare. Scudetto? So che Lotito mi odierà ma così è la vita, non è che siamo noi ad aver voluto questa disfatta. La prima adesso è la Juve? Per me finisce così, con queste posizioni. Questa è la direzione da prendere se vogliamo fare gli Europei. perché se finiamo ad agosto poi che succede?".
I club chiedono la proroga del mercato fino a ottobre
TUTTOSPORT - Potrebbe cambiare anche il calciomercato come conseguenza dell'emergenza coronavirus che tiene in sospeso la stagione sportiva 2019/20. Tra le richieste che la Lega Serie A ha inviato alla Figc, al termine dell'assemblea di ieri, c'è anche quella di chiedere alla Fifa di allungare la prossima sessione di mercato estiva fino al termine di settembre o addirittura ai primi giorni di ottobre, con una contestuale riduzione della finestra invernale di gennaio,
Una modifica che sarebbe necessaria nel caso in cui ripartisse la stagione con una conclusione a luglio. Sarà affrontato a livello internazionale anche il problema del taglio degli ingaggi dei giocatori: va trovata un'intesa, insieme alle altre Leghe europee, con la Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori.
Spinazzola: "Dobbiamo avere pazienza, non credo che l'emergenza finirà presto. Mi manca la squadra, è la mia seconda famiglia"
Leonardo Spinazzola, difensore della Roma, è intervenuto ai microfoni di Roma Radio. Queste le sue parole:
"Dobbiamo avere tanta pazienza, anche perché non penso sia breve questa cosa. Speriamo finisca presto, perché, soprattutto al nord, mi dispiace tantissimo per la città di Bergamo con cui ho un rapporto speciale. Anche per tutti i dottori, gli infermieri, per tutte quelle persone che rischiano la vita per tutti noi".
Ti mancano più partite o la quotidianità del campo?
"Tutto, più gli allenamenti coi compagni. Stiamo più con loro che con le nostre famiglie, ogni squadra è una seconda famiglia. Passi tantissimo tempo con loro. Poi la partita è una conseguenza, lo stadio, i tifosi, il calore della gente".
Come procede con la dieta a casa, nonostante seguiate un programma di allenamento?
"È tosta, anche perché vedo mio figlio mangiare sempre cioccolata e dico quanto è fortunato. Ho sempre fame, però mangio le mandorle, quelle cose che ti riempiono lo stomaco".
La figura dei medici e dottori in questo momento?
"Sono loro che salvano le vite. Noi possiamo dare un sorriso o anche una lacrima per i tifosi, ma loro salvano le vite".