Schick: "Lipsia decisione giustissima per la mia carriera"
Patrik Schick, attaccante della Roma in prestito al Lipsia, ha rilasciato una lunga intervista al portale isport.blesk.cz in cui ha parlato della sua carriera:
Sulla sua scelta
“Quando ho lasciato la Repubblica Ceca il mio sogno era l’Italia e l’ho realizzato. Ora sono attratto dall’Inghilterra, sono sincero. Però il Lipsia è stata una decisione giustissima per la mia carriera. Avevo parlato anche col Dortmund, Leverkusen e Schalke qui in Germania. In Inghilterra c’erano Everton, Crystal Palace e in Spagna il Valencia. Ma sentivo che il Lipsia mi desiderasse di più, mi piaceva lo stile di gioco e l’allenatore Nagelsmann. Ora sono sicuro di aver scelto bene”.
Sullo Sparta Praga
“Lo Sparta ce l’ho nel cuore, ma alcune persone che sono lì, no. Una volta con l’U16 abbiamo giocato a Jablonec e abbiamo vinto 3-0 e io ho segnato due gol. Uno particolarmente bello con uno stop di petto e un tiro sotto la traversa da più di venti metri. Abbiamo preso l’autobus per tornare a Praga, tutto andava bene. Siamo tornati al centro sportivo e l’allenatore Miroslav Krieg mi disse che Hřebík e Hašek mi stanno aspettando in sala video. Ho pensato tra me e me che sarebbe stato per farmi i complimenti. Sono arrivato lì, ho visto subito che non erano molto di buon umore. Hanno riprodotto un video di come ho giocato male in attacco e hanno usato espressioni anche piuttosto cattive. All’inizio era solo: “Ma come diavolo ti muovi?”. Poi Hašek ha aggiunto che avrei dovuto lasciare il calcio e appendere le scarpe al chiodo”.
Juan Jesus: "Purtroppo la situazione è drammatica, il calcio passa in secondo piano. E' una guerra invisibile"
Juan Jesus, difensore della Roma, ha parlato ai microfoni di Fox Sport e Radio Colorada dell'emergenza Coronavirus in Italia e di come la sta vivendo:
Com'è la situazione?
“Purtroppo la situazione qui è drammatica, anche perché è arrivata anche la notizia che l’Italia ha superato la Cina per numero di morti e sfortunatamente non sappiamo quando tutto questo finirà. È una guerra invisibile, siamo in quarantena. Siamo tutti un po’ preoccupati, è difficile stare sempre dentro casa. Quando lo fai finisci col riflettere su tutto ciò che sta accadendo e soprattutto ciò che deve ancora succedere con dei casi anche in Brasile. Siamo preoccupati per le nostre famiglie, anche se io parlo con la mia ogni giorno e per fortuna stanno tutti bene”.
La vita in quarantena
“È strano stare in casa per noi che abbiamo routine molto diverse: ti alleni, torni a casa, vai a prendere tuo figlio a scuola. Non siamo abituati a vivere così, tranne quando siamo in vacanza. Non ti puoi allenare e non puoi giocare e questo è triste ma è ciò che bisogna fare in questo momento. Dobbiamo soffrire come ci chiedono di fare a causa del virus. È un sacrificio importante ma per salvare quante più vite possibili”.
Sul campionato
“Grazie a Dio ho una bella casa in cui vivere. Immaginate chi invece ha più bisogno? C’è una signora che lavora per noi, suo marito e sua figlia non possono lavorare. E noi li aiuteremo. La mia condizione fisica? In questo momento passa tutto in secondo piano. Così come il calcio: è molto difficile continuare il campionato, ci sono in gioco le vite delle persone. Chi può stare a casa il più a lungo possibile, deve restarci”.
Kluivert: "La mattina mi alleno in giardino. Cucino, vedo serie tv e mi riposo"
Justin Kluivert, giocatore della Roma, ha condiviso sui social una videochiamata effettuata con Nino Wilkes, un social media-manager amico di famiglia. Tra gli argomenti trattati anche come sta vivendo questo periodo di quarantena dovuto al Coronavirus:
"Faccio tutto ciò che dovrei fare in casa, cucino e mi alleno. Qui si esce solo per andare al supermercato. Per ora ci si può anche allenare purché rispetti la distanza di uno-due metri. Io sono a casa, vedo serie tv e mi riposo. La mattina mi alleno in giardino per restare in buone condizioni fisiche, ho alcuni attrezzi con cui lavorare. Quale sarà la prima cosa che farò quando si potrà uscire di casa? Quando finalmente sarà tutto passato andrò a mangiare qualcosa con i miei amici, visto che fuori si mangia sempre meglio che a casa. Alcuni sono qui, la mia famiglia so che sta bene. Io non posso fare molto per loro in questo momento. Con altri calciatori ci stiamo divertendo a palleggiare con la carta igienica, stiamo andando fuori di testa".
Fonseca: «Monitoriamo la squadra»
IL TEMPO - BIAFORA - Il calcio passa in secondo piano in un momento del genere, Paulo Fonseca ha rilasciato un'intervista al sito ufficiale del campionato portoghese e ha affrontato solo marginalmente il discorso relativo a come la sua squadra sta vivendo questo periodo di quarantena: «Lo stop è già lungo e non sappiamo quando torneremo, con questa situazione è difficile fare previsioni. Abbiamo cercato di controllare le attività fisiche dei giocatori, gli abbiamo dato alcune attrezzature, cercando di controllare il loro cibo e il loro peso, tutti hanno un programma da fare a casa. La Roma è un club molto ben organizzato sotto tutti i livelli e sta facendo un lavoro fantastico con il monitoraggio della squadra». Il tecnico ha voluto soprattutto lanciare un messaggio al suoi connazionali: «Gli italiani stanno facendo quello che gli viene chiesto di fare, se tutti continuiamo a rispettare le regole, i numeri finiranno per migliorare. Credo e spero che tutto migliorerà e che saremo in grado di vincere questa lotta». intanto la Roma ha annunciato che acquisterà tre ventilatori polmonari per la terapia intensiva e otto nuovi letti dedicati allo stesso trattamento: i giocatori e la staff tecnico hanno deciso di donare una giornata del loro stipendio a favore della lotta al virus.
Roma, ventilatori e letti per lo Spallanzani
IL MESSAGGERO - In piena emergenza sanitaria, la Roma si attiva per sostenere medici e infermieri. Il club giallorosso si è immediatamente mobilitato per supportare l'Istituto Spallanzani con una raccolti fondi per acquistare tre ventilatori polmonari per la terapia intensiva, otto nuovi letti dedicati allo stesso trattamento e cinque ventilatori polmonari per la terapia sub-intensiva. Un'iniziativa che ha avuto successo grazie alla generosità dei giocatori e dello staff tecnico che hanno scelto di donare una giornata del loro stipendio alla raccolta fondi avviata la scorsa settimana dalla società, in aggiunta alle quote che personalmente molti di loro avevano già elargito. La somma versata dalla squadra è di 200mila euro grazie alla quale la campagna è arrivata a superare la quota di 460mila euro.
Stop agli stipendi, il calcio si unisce
IL MESSAGGERO - Pian piano anche il calcio sta aprendo gli occhi. Il presidente della Lega di Serie A, Dal Pino, all'inizio della conference call di ieri ha ribadito che con i tragici numeri di vittime e contagi ed è inutile parlare di ripresa di allenamenti o campionato. In linea teorica, da lunedì i club che spingevano per le sedute individuali (Lazio, Napoli e Cagliari) avrebbero potuto chiedere ai loro calciatori di andare in campo con la responsabilità del medico sociale. Ma molto probabilmente le società erano già a conoscenza delle misure restrittive da parte del ministro dello Sport.
Per quanto riguarda la ripresa della stagione, l'unica ipotesi ventilata è stata quella, nel caso, di dare priorità al campionato, con un calendario ipotetico che può sforare fino a luglio. Ma sono tutti d'accordo nell'aspettare segnali più precisi dal governo.
Da parte sua l'Uefa su questo argomento non è in linea con la Lega serie A: da Nyon vorrebbero mandare in vacanza per un anno il fair play finanziario, ma in cambio punterebbe a dare centralità alle coppe europee.
Anche i calciatori sono pronti a fare la loro parte. I contatti con l'Aic sono continui. È stato ipotizzato di sospendere gli stipendi dei calciatori di marzo.Mensilità che verrebbe saldata più avanti magari in maniera dilazionata. «Davanti a un danno l'Aic farà la sua parte», è il pensiero dominante del sindacato dei calciatori.
Richieste al governo e stipendi congelati. Tanti dubbi sulle date
GAZZETTA DELLO SPORT - L’assemblea di ieri dei presidenti di Serie A sembra aver fatto aprire gli occhi sulla reale situazione anche al mondo del calcio. Il timore per l’emergenza salute si traduce in primo luogo in massima prudenza sulla prossima ripresa del campionato. E lo stesso vale per gli allenamenti, che dovrebbero addirittura precedere di settimane la ripartenza della stagione ufficiale. Ieri la discussione sulle proposte al governo ha completamente sostituito quella sulle eventuali date di ripartenza. E' ancora troppo presto: la priorità è seguire di giorno in giorno gli sviluppi dell’emergenza sanitaria. Le misure economiche che possano sostenere il calcio servirebbero a maggior ragione se le competizioni non venissero portare a termine. L’ultima proposta riguarda la sospensione degli stipendi dei calciatori. I giocatori “producono” allenamenti e partite, ma la loro attività è ormai da giorni azzerata. Per cause che non dipendono dalle società ma da una forza maggiore, il club hanno quindi proposto all'Aic una riduzione degli ingaggi.
Rugani è stato il primo, ma alla Sampdoria sono otto
GAZZETTA DELLO SPORT - Quando la Juventus ha annunciato la positività di Rugani al Coronavirus, si è capito definitivamente che anche la Serie A era stata coinvolta direttamente nell'emergenza sanitaria. Da quel giorno sono giunti altri dieci avvisi. Nella Juve l'ultimo è stato Matuidi, ma in Italia dopo il primo a risultare positivo dopo il centrale bianconero è stato il doriano Gabbiadini a cui si sono aggiunti presto altri sette giocatori della Samp: Ekdal, Thorsby, Barreto, Depaoli, Lagumina, Colley e Bereszynski. Non è finita: colpito pure il medico del club Baldari che è stato anche ricoverato all’ospedale San Martino di Genova.
Il virus ha toccato anche la Fiorentina. I casa viola i contagiati sono Vlahovic, Cutrone e Pezzella oltre ad alcuni dipendenti. Nel Verona invece c'è un solo «colpito»: il centrocampista Zaccagni.
Roma, il ritorno del Faraone
GAZZETTA DELLO SPORT - Il legame tra El Shaarawy e la Roma non si è mai interrotto, nonostante il trasferimento dell'attaccante in Cina. Il giocatore è infatti tornato nella Capitale ogni volta che ha potuto, complice prima un adattamento non semplicissimo, e poi la paura legata alla epidemia di coronavirus. Roma è rimasta sempre al centro dei pensieri i El Shaarawy. Non a caso già a gennaio c’era stato il tentativo di tornare in maglia giallorossa. El Shaarawy ha 27 anni e vanta un’esperienza, in Italia e all’estero, con pochi paragoni e Mancini lo stima, quindi anche lo spostamento dell’Europeo potrebbe essere un’opportunità.
Quali sono allora gli ostacoli per un suo ritorno a Trigoria? Un solo elemento: lo straordinario ingaggio che il Faraone percepisce adesso. L’attaccante, infatti, ha firmato con la società di Shanghai un contratto da circa 14 milioni netti a stagione per tre anni. Uno stipendio del genere sarebbe ovviamente impossibile da pagare per la Roma , ma El Shaarawy, pur di tornare, sarebbe pronto a fare un sostanzioso sconto, rientrando dentro i parametri del club giallorosso.
Cristante fa gruppo: «Siamo tutti vicini in chat»
GAZZETTA DELLO SPORT - Cristante sta trascorrendo la quarantena in casa con la fidanzata. Nei giorni scorsi è comparso in un video in cui si allenava sugli elastici, utili per le articolazioni, e in un altro in cui palleggiava con la compagna , per il resto il centrocampista si mostra davvero poco sui social. Preferisce i fatti alle parole, sia quando si tratta di campo, sia quando si tratta di solidarietà: «Noi, tramite Roma Cares, abbiamo lanciato una campagna raccolta fondi per l’ospedale Spallanzani che è in prima linea per combattere questo virus. Noi giocatori stiamo facendo il nostro e chiunque voglia dare una mano tramite il nostro sito può dare il suo contributo». Il giocatore non si sbilancia su un'eventuale ripresa: «Abbiamo la nostra chat in cui ci aggiorniamo sia dello stato di salute delle nostre famiglie sia di un’eventuale ripresa del campionato e degli allenamenti».
Carles Perez va 34/6 km/h: meglio di Messi
GAZZETTA DELLO SPORT - Carles Perez, il più veloce di Barcellona. Ieri il sito Sportsfinding.com ha stilato una classifica dei giocatori più veloci del club blaugrana fino a gennaio (quando Perez si è trasferito alla Roma): Il classe ’98, infatti, nella prima parte dell’annata, quando giocava ancora in Liga, ha fatto registrare un velocità impressionante di ben 34.67 km/h. L’attaccante spagnolo è stato più veloce persino di Lionel Messi.
Zaniolo ci mette la firma. La sua maglia va all'asta
La Roma, in collaborazione con "Charity Stars" ha messo all'asta la maglia numero 22 di Nicolò Zaniolo, con tanto di autografo del golden boy giallorosso e patch ufficiale del campionato di Serie A. Il ricavato sarà devoluto alla raccolta fondi dedicata a combattere l'emergenza coronavirus.