Jesus piace alla Fiorentina

Il romanista Juan Jesus, ora ai margini delle gerarchie dell'allenatore giallorosso Fonseca piace alla Fiorentina, che è alla ricerca di un rinforzo per reparto al neo tecnico Iachini. Se in attacco il profilo scelto è l'ex milanista Cutrone, in difesa oltre a Kevin Bonifazi del Torino, vicino però alla Spal.


De Rossi, la moglie: "Daniele ha dovuto decidere"

IL TEMPO - SCHITO - Un addio al calcio tanto doloroso quanto necessario. Daniele De Rossi ha scelto il cuore, ha scelto la famiglia, decidendo di lasciare il Boca Juniors per tornare nella capitale e stare accanto a Gaia, la sua primogenita. Un'adolescente che ha bisogno di suo padre, la figlia che l'ex 16 della Roma ha avuto quattordici anni fa dalla sua prima moglie, Tamara Pisnoli. Dopo un matrimonio travagliato e un divorzio doloroso, l'ormai ex centrocampista di Ostia ha trovato la felicità accanto a Sarah Felberbaum, che ha sposato alle Maldive e che gli ha dato due figli: "La scorsa estate -le parole dell'attrice a Tv Sorrisi e Canzoni - Daniele ha dovuto prendere una decisione. Ovviamente si è confrontato con me ma volevo che arrivasse a una scelta pensando a ciò che veramente voleva. E ci è arrivato. Me l'ha detto una mattina, mentre stavo andando al Festival del cinema e della televisione di Benevento. Sono salita in treno e ci ho riflettuto in viaggio: ero felice, spaventata ed entusiasta. Una centrifuge di emozioni".

Con gli scarpini appesi al chiodo, per De Rossi si prospetta un futuro da allenatore, ma la panchina può attendere. Le voci che lo vorrebbero nello staff di Roberto Mancini nell'avventura azzurra dei prossimi Europei che prenderanno il via a giugno all'Olimpico di Roma sono sempre più insistenti. Poi arriverà il momento di studiare e seguire le orme di papà Alberto.


Cristante va di corsa, potrebbe tornare in Coppa Italia

GAZZETTA DELLO SPORT - Buone notizie sul fronte recuperi per mister Fonseca. Nella giornata di ieri infatti Bryan Cristante è tornato a svolgere parte dell'allenamento con i compagni. Recupero dell'infortunio quasi completato quindi. Il tecnico portoghese non potrà contare su di lui per la partita di domenica sera contro la Juvetus, ma potrebbe farlo per l'importante partita di Coppa Italia contro il Parma, in programma il 16 gennaio alle 21:15.


Zaniolo: "Da trequartista mi sono sempre divertito giocando perché quando vado in campo la prima cosa penso a giocare e divertirmi e da trequartista ci riesco meglio"

Nicolò Zaniolo ha lasciato un'intervista su DAZN nel format "Piedi X terra". Queste le sue parole:

Manca qualcosa nella tua descrizione di Wikipedia?
"Diciamo che su falso nueve ci devo ancora lavorare però per il resto siamo sulla buona strada".

In pochissimo tempo hai fatto vedere tantissime cose. Sapevi di saper fare tutte quelle cose lì?
"Speravo di farle. Conoscevo mie caratteristiche. Pensavo di poterle fare ma non in così poco tempo".

Ti sei sempre definito trequartista, in futuro?
"Da trequartista mi sono sempre divertito giocando perché quando vado in campo la prima cosa penso a giocare e divertirmi e da trequartista ci riesco meglio. Posso fare anche la mezzala, come l’esterno per le caratteristiche che ho. Non mi vedo ancora in un ruolo definito perché mi devo definire ancora bene come calciatore".

Una persona che conosci ha detto secondo lui che giocatore sei, Federico Balzaretti: "Per caratteristiche fisiche e tecniche penso faresti la differenza a livello mondiale come interno di centrocampo. Sono orgoglioso di te". "Federico l'anno scorso mi ha aiutato molto ad integrarmi, mi ha dato tantissimo consigli, lo devo ringraziare tantissimo. Ci sono anche difetti da migliorare, come il piede debole o la scelta della giocata e l'ultimo passaggio. Mi ci rivedo in queste cose perché le sto dimostrando e spero di continuare a farlo".

Sei riuscito tantissimo in poco tempo, ma per arrivare a dimostrare ciò che sei hai fatto un viaggio lungo. Ripercorro il tuo viaggio e ti mostro il tesserino di quando eri bambino...
"Questa è la prima foto che ho fatto per il cartellino. Qui mi sembra che giocavo nel Canaletto. L’anno dopo sono andato nel settore giovanile dello Spezia dove c’era l’iscrizione. Dopo sono tornato a Canaletto un anno e poi al Genoa ma per motivi logistici non mi potevano trasportare con il pulmino e ho dovuto cambiare. Sono andato alla Fiorentina dove c’era la possibilità di andare da La Spezia a Firenze con il pulmino e l’ho fatto per tre anni. Mi ricordo che uscivo 10 minuti prima da scuola e all’una e dieci avevo il pulmino da Carrara per Firenze, tornavo a casa alle 9 di sera per tre anni. A 14 anni poi mi sono trasferito a Firenze in convitto con le persone che venivano da lontano".

Hai sempre saputo che un giorno saresti diventato calciatore?
"No, anzi. Nella mia carriera calcistica, soprattutto nel settore giovanile, non sono stato uno di punta, non sono mai stato visto come uno che doveva arrivare. Ero piccolo fisicamente, dovevo ancora entrare nalla fase dello sviluppo, ma ho sempre lavorato e quando la Fiorentina mi ha scartato per motivi tecnici sono andato via ma con la stessa voglia ed entusiasmo sono andato all'Entella, dove ho trovato più spazio e persone che credevano in me".

L'Entella è stato un all in, perché se non fosse andata bene lì non saresti come oggi...
"Sono arrivato a preparazione quasi finita. Ero al bar di mio papà e nelle prime quattro partite non avevo giocato. Mi misi a piangere dicendo a mio padre che se non avessi giocato lì, avrei dovuto cambiare sport o dedicarmi ad altro. Ero titubante se continuare o no, avevo fatto zero minuti in tre partite e venivo da una non conferma alla Fiorentina e all'Entella non giocavo. Mi sono detto che magari le qualità non c’erano. Mio padre mi ha detto di provare a fare l’ultima settimana a mille, senza avere rimorsi e io l’ho fatta. Da quella partita ho giocato col Palermo e non sono più uscito".

Sull'esordio in Serie B...
"Eravamo a Benevento. Erano due o tre settimane che il mister Breda mi parlava e mi diceva che mi stavo allenando bene e che dovevo continuare così. Diciamo che era nell’aria ma non me lo aspettavo a Benevento perché era una partita delicata contro una squadra forte. Eravamo 0-0 e il mister all’80' mi ha detto di andarmi a scaldare perché dopo 5 minuti sarei entrato. Ho fatto gli scatti più veloci della vita mia. Da lì è iniziato tutto".

"Della vita mia", stai diventando anche un po' romano nel parlare...
"Sì (ride, ndr). Me lo dicono anche i miei amici che ho preso l'intercalare romano"

Debutto in Champions League contro il Real Madrid e chiamata in Nazionale senza aver esordito in Serie A. Mi racconti quella settimana? Se chiudi gli occhi ripensando a quel periodo, cosa ti viene in testa?
"Non ti nascondo che sapevo di giocare al Bernabeu fin dalla mattina, sono rimasto tutto il giorno a fissare il soffitto, incredulo. Sembravo paralizzato, ero stato al Bernabeu ma solo per una gita. Nel sottopassaggio non vedi il campo, vedi solo accanto a me una muraglia di maglie bianche e campioni come Ramos, Bale e Modric. Devi essere bravo a non pensare al contesto ma a quello che sai fare, perché se il mister ti schiera significa che un motivo c'è. Ho provato a dare il mio meglio e non è andata così male. Ma se dovessi chiudere gli occhi, mi immagino una cena a casa di un mio amico, a mangiare una pizza, e vedo il mio nome tra i convocati del ct Mancini e subito penso sia un errore. Poi la notizia continuava a girare ovunque e quindi ho iniziato a sperarci. E' arrivata la chiamata del team manager della Nazionale, era un sabato, e mi ha detto che dopo due giorni sarei dovuto andare a Coverciano per il raduno della Nazionale A. Mi sono messo subito a piangere ed ho chiamato mio papà e mia mamma e, increduli, hanno pianto anche loro. E' stato un fine settimana perfetto, non ho dormito per due giorni, sono arrivato a Coverciano e sembravo un ragazzo al parco giochi. Ancora adesso non sto realizzando tutto quello che sto facendo. Forse è la mia forza o forse no. Penso ogni giorno ad allenarmi, divertirmi e rendere orgogliosi i tifosi della Roma perché meritano tanto. Non guardo mai indietro ma solo avanti".

Come hai vissuto il gol al Sassuolo, primo in Serie A?
"Erano due o tre settimane che cercavo il gol in Serie A. Avevo iniziato a giocare con continuità. Venivamo dalla partita contro il Cagliari in cui avevo avuto 3-4 occasioni in cui avrei potuto fare meglio e per tutta la settimana ho pensato a quelle occasioni, quindi lo cercavo tantissimo. Contro il Sassuolo sono arrivato davanti alla porta e ho detto 'Non posso più sbagliare'. Ho visto i due difensori a terra e l'unico modo per farla passare era lo scavetto e ho provato quello. Penso sia l'emozione più bella che per adesso ho vissuto. Quando la palla è entrata in rete, non sapevo neanche come esultare. Volevo togliermi la maglia ma era già ammonito, quindi ci ho ripensato".

Tuo padre ti ha chiesto del gol a fine partita?
"Sì, perché mi ha detto 'Ma come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere?'. Davanti al portiere di solito si tira, non si sta a vedere. Ma sono stato bravo ad essere freddo, di fare il cucchiaio e gol. E' stato istinto puro, perché in allenamento non l'ho mai provato. Prima di quel gol ero un ragazzino per i compagni, dopo sono diventato un ragazzo. Mi ha aiutato ad integrarmi meglio nello spogliatoio, anche se ero già integrato prima. I compagni sono stati bravi fin dall'inizio ad accogliermi subito come una famiglia".

In romano si può dire cosa ti hanno detto dopo la partita, come Florenzi o Pellegrini?
"In romano schietto mi hanno detto: 'Ammazza che ca**o hai fatto".

Sulle critiche...
"Nella mia vita calcistica finora ho sempre avuto più delusioni che soddisfazioni, quindi magari le critiche mi sono sempre servite per dare qualcosa in più, per essere più forte. L'anno scorso c'è stato un periodo dove si aspettavano tanto da me perché avevo fatto tanto e non riuscivo. Non mi sono mai abbattuto, anzi sono sempre sceso in campo col sorriso cercando di dare il massimo e migliorare. Poi una società e una piazza come la Roma richiede tanto ed è giusto che si siano state delle critiche se le prestazioni non erano all'altezza. Le critiche mi hanno fortificato molto perché non nascondo che non ci sono stato bene, perché da essere osannato magari ad essere criticato non è bello per un ragazzo di 20 anni, ma per quelle critiche subite ora ho le spalle più larghe anche se non larghissime. Ora come ora penso a giocare e divertirmi, poi se c'è la prestazione buona meglio, ma l'importante è far vincere la squadra".

Qual è la prima competizione della Nazionale che ricordi? Il 2006?
"Il 2006. Ero in vacanza con la mia famiglia e quindi ho visto la partita con i francesi. Mangiavo al McDonald's, c’era la partita proiettata là e ho visto il gol di Materazzi e ho esultato. Mi hanno guardato un po’ male".

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"Anche un desiderio..."


Dries Mertens, i giallorossi insistono

Come fa sapere su Twitter il giornalista de "La Stampa" Matteo De Santis, c'è stato un tentativo da parte di un procuratore sportivo di portare il belga Dries Mertens in giallorosso, ma il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è disposto a cedere il classe '87 a gennaio solo all'estero.


Nzonzi: "Adesso basta, voglio andarmene"

In prestito dalla Roma al Galatasaray, Steven Nzonzi sembra aver chiuso qualsiasi rapporto con la società turca. Dopo le dichiarazioni negative verso i compagni di squadra e la richiesta di scuse da parte del tecnico Terim, il francese non ha intenzione di fare diefront e chiede ufficialmente di lasciare il club. Questo il suo sfogo riportato dal sito fotospor.com:

"Non devo chiedere scusa a nessuno, non ho fatto nulla. Ma adesso basta, voglio andarmene".


Giudice Sportivo, Florenzi e Kolarov entrano in diffida

Il Giudice Sportivo, come pubblicato sul sito legaseriea.it, ha reso nete le proprie decisioni dopo l'ultima giornata di campionato.
Per la Roma nessuno squalificato, con Florenzi e Kolarov che entrano in diffida avendo ricevuto la quarta sanzione della stagione (Florenzi con ammenda di 1500 euro in quanto capitano). Sesta sanzione, proteste nei confronti del direttore di gara, per Mancini. Terza e seconda sanzione, rispettivamente, per i centocampisti Diawara e Veretout.


Bryan Cristante rinnova fino al 2024

L'AS Roma è lieta di annunciare che Bryan Cristante ha rinnovato il contratto con il Club fino al 30 giugno del 2024.

“Sono contentissimo di aver rinnovato”, ha dichiarato il centrocampista giallorosso. “Questo è il posto in cui voglio stare per crescere ancora: mi piace il progetto che stiamo sviluppando, secondo me porterà a ottimi risultati”.

Cristante, classe 1995, è arrivato nella Capitale nell’estate del 2018, collezionando finora 54 presenze e cinque gol.

“Conoscevo le qualità tecniche di Cristante già prima di venire alla Roma”, ha dichiarato il direttore sportivo Petrachi. “Una volta arrivato qui, ho avuto modo di apprezzarne i valori e la dedizione al lavoro quotidiano”.


Allenamento Roma, lavoro atletico e tattico. Cristante svolge tutta la sessione con il gruppo

La Roma è tornata ad allenarsi questa mattina in vista del big match di domenica contro la Juventus. La sessione è stata incentrata sul lavoro atletico e quello tattico. Ha lavorato in gruppo Cristante, che potrebbe essere convocato già domenica.
Individuale per Fazio, Pastore, Santon e Zappacosta. Spinazzola non si è allenato a causa di un virus influenzale, mentre non sono al meglio Mikhitaryan e Zaniolo.


Calabresi: "Spero di diventare uomo e calciatore come De Rossi. Pellegrini un amico vero"

Arturo Calabresi, cresciuto nel settore giovanile della Roma ed oggi all'Amiens in prestito dal Bologna, ha parlato in un'intervista per il sito gianlucadimarzio.com di Daniele De Rossi e Lorenzo Pellegrini:

"Daniele De Rossi è l’uomo e il calciatore che spero di diventare. Non ha mai avuto bisogno di atteggiamenti da bullo per rivendicare il suo carisma o il suo ruolo. L’attenzione che mette nei confronti del prossimo è la cosa che mi porto di lui sempre. Ho sempre tifato per la Roma. ndavamo nei distinti. I primi ricordi sono dell’anno dello scudetto, gli ultimi quello dello scudetto mancato con Ranieri allenatore: che silenzio quel ritorno in motorino dopo la beffa di Roma-Sampdoria. Da calciatore è la squadra che mi ha formato. Poi hanno fatto altre scelte, ma non è uno scandalo. Mica sono diventato Van Dijk dopo essere andato via. Per la mia crescita era razionale tagliare il cordone ombelicale. Debutto col Bologna? Un pomeriggio incredibile. Ero come in una bolla. La prima cosa che ho fatto in campo è stato dare una mazzata a Lollo (Lorenzo Pellegrini, ndr). Un amico vero. La persona più permalosa che conosca, ma anche una di quelle a cui voglio più bene".


Dzeko: "Spero di segnare, ma ora abbiamo bisogno di punti. Contro il Torino non siamo stati al nostro livello"

Edin Dzeko, attaccante della Roma, ha parlato ai microfoni di Sky Sport durante l'evento Pitti Uomo a Firenze:

Che ricordo hai del tuo primo gol con la Roma alla Juventus?
Mi ricordo di più l’esultanza perché mi è venuta spontanea. Non mi aspettavo di fare gol, perché la palla di Iago non era perfetta. Era importante ed emozionante, perché è stato il primo gol. Subito contro la Juve”.

Da allora sono diventati 97, tanti…
Sì, ma potevano essere di più”.

Il numero 98 domenica?
Speriamo, ma ora abbiamo più bisogno di punti che di un gol di Dzeko. Ne ho fatti tanti e ne spero di farne più in futuro”.

Cosa speri di rappresentare per i giovani?
Sono uno dei più vecchi, con Mirante, Fazio e Aleks. Proviamo sempre a dare consigli giusti ai ragazzi di grande talento che devono dare di più in allenamento e in partita”.

Hai segnato un altro gol alla Juve, quello dello scorso anno. Cosa ricordi?
Era in contropiede all’ultimo minuto. In quel momento si parlava troppo di me, ma pensavo solo a giocare. Mi ricordo solo la vittoria, i gol e le parate di Mirante”.

Oggi avete 10 punti di ritardo dalla Juve dopo la sconfitta con il Toro…
Con il Torino non siamo stati al nostro livello. Nessuno di noi lo è stato. Ultimamente abbiamo fatto grandi cose, come la vittoria a Firenze. Siamo tristi, ma non dobbiamo piangere. Abbiamo adesso una grande partite contro i campioni di Italia”.

Più dipendente la Roma da Dzeko o la Juve da CR7?
Nessuna delle due, una squadra non può dipendere solo da un giocatore. Ronaldo è un grande giocatore, ma la Juve ha altri grandi campioni”.

Il tuo amico Kolarov ha rinnovato e potrebbe rimanere come dirigente. Tu ci hai mai pensato? Ti piacerebbe farlo?
Sono un po’ più giovane di Aleks, sono contento che abbia rinnovato perché è un giocatore molto importante. Non ho pensato a fare il dirigente, lui lo vedo già in quel ruolo ma è ancora presto parlare di questo”.

Hai pensato vedendo l’Inter se fossi stato presente a Milano cosa sarebbe successo?
No, sinceramente. Loro sono in alto meritatamente, lo abbiamo visto anche con il Napoli. Per il campionato italiano è una cosa buona avere questa competitività in vetta”.


Lesione femorale al retto della coscia sinistra per Mkhitaryan. Verrà monitorato giorno per giorno

Dopo lo scontro di gioco con il granata Meite, Mikhitaryan ha riportato una lesione femorale al retto della coscia sinistra; non quella precedentemente infortunata.
Le sue condizioni verranno monitorate giorno per giorno e dunque, per il match contro la Juventus, è ancora in dubbio.