Conferenza stampa De Leo: "Abbiamo fatto la gara che volevamo, Mihajlovic si è complimentato con la squadra"

Emilio De Leo, vice allenatore del Bologna, ha parlato dopo il match contro la Roma. Queste le sue parole:

DE LEO A SKY SPORT

Dove ha fatto la differenza il Bologna?
“Quando abbiamo deciso di giocarcela, abbiamo giocato su un campo prestigioso e abbiamo impostato la gara sulle nostre qualità”.

Tanti giovani in campo?
“Abbiamo un mix di giovani ed esperti, è importante. Indubbiamente, la freschezza dei giovani ci sta aiutando tanto, abbiamo un gruppo coeso e forte che deve essere preso da esempio”.

Cosa ha detto Mihajlovic a fine gara?
“Si è complimentato con la squadra per la prestazione, aveva chiesto di non subire, di non indietreggiare, io penso che la squadra l’abbia fatto bene in campo”.

Più pericoli dalla destra?
“Sinceramente noi lavoriamo in maniera simmetrica nelle nostre ripartenze. A destra con Tomiyasu e Orsolini abbiamo un ottimo mix, volevamo creare superiorità con Barrow”.

Schouten?
“Ha grandi doti tecniche, sta dimostrando una grandissima personalità e qualità, giocare in quella posizione in Italia non è semplice, lui cerca sempre di aiutarci ripartendo dalla difesa, anticipa lo sviluppo dell’azione. Si applica molto e si sta inserendo all’interno del gruppo, la crescita tecnica accompagna una crescita morale”.

Sogno Europa?
“Noi procediamo sulla nostra rotta, abbiamo tantissimi margini di miglioramento, non è un problema cambiare molto perché tutti stanno crescendo e dico di continuare così e vedremo dove siamo più avanti”.

DE LEO IN CONFERENZA STAMPA

 

Sulla partita.
"Noi volevamo intanto non snaturarci. Poi volevamo essere aggressivi e proporre il nostro gioco con qualità. La gara d'andata ci ha insegnato che attendere la Roma significava portarli nelle zone più delicate. Tomiyasu bloccava Kolarov, ma soprattutto siamo stati intelligenti dopo il recupero del pallone. Noi dall'inizio dell'anno lo diciamo: siamo concentrati sulle nostre qualità e su cosa possiamo ancora migliorare. Continuiamo nel nostro percorso e stiamo continuando nel nostro cambiamento culturale".

Sul sesto posto momentaneo.

"Noi continuiamo a lavorare e migliorare. Quello che otteniamo lo facciamo attraverso il lavoro. Abbiamo grandi margini di crescita. Mostreremo ancora altre risorse. Il cambio culturale significa non avere alibi. Noi abbiamo giocato senza il nostro allenatore, ma siamo centrati. Ci guarderemo intorno e vedremo dove saremo arrivati".

Avevate preparato così la partita?
"Non avevamo tante soluzioni oggi. Svanberg ci faceva comodo in mezzo al campo e l'avevamo preparata in quel modo. La Roma fa del palleggio una delle sue armi, ma se aggrediti la partita poteva passare dalla nostra parte. Sostanzialmente questo era l'obiettivo e ci è andata bene".

Su Barrow e Bani.

"Voglio sottolineare anche la bontà del lavoro della società. Ci sono giocatori più esperti che stanno aiutando i giovani a crescere. Barrow è arrivato da poco ed è entrato subito nei nostri meccanismi. Bravo a lui e a chi lo sta aiutando. Schouten anche ha tanto margino e si applica molto in allenamento. Sta aggiungendo anche aggressività".

Su Palacio.

"Non bisogna spendere altre parole. E' un esempio silenzioso. Giocatore esemplare".


Roma, il futuro sta in panchina

IL MESSAGGERO - Dopo il turbinio di nomi che si sono fatti per la panchina della Roma nel corso della scorsa estate, alla fine tra Mihajlovic, Gasperini e De Zerbi l'ha spuntata Fonseca, il profilo più esotico, scelto per l'idea di gioco che ha intenzione di mettere in campo e per l'esperienza internazionale accumulata negli ultimi anni. Il destino, fra lui e la qualificazione alla prossima Champions League, ha voluto mettere proprio quegli allenatori che come lui erano in corsa per allenare i giallorossi.

All'andata sei punti accumulati dei nove disponibili - i 3 punti persi se li è presi l'Atalanta -, domani già la nuova sfida contro il Bologna di Mihajlovic, che all'andata non sedeva in panchina per i problemi di salute di cui sono ormai tutti a conoscenza.

Il momento, tra un mercato che non ha trasmesso entusiasmo ed un passaggio di proprietà che rischia di distrarre i protagonisti, non è dei migliori. Sabato 15 la sfida con un altro candidato d'estate ad allenare la Roma: si tratta di Gasperini, allenatore dell'Atalanta.

Novità per il ritiro estivo, che servirà a preparare la stagione che verrà: la Roma tratta per la Val Pusteria.


Le incognite nel mezzo

LEGGO - BALZANI - «È una questione di qualità», come cantavano i Cccp sul finire degli anni 80. Lo ha iniziato a dire Fonseca, lo ha ribadito polemicamente Dzeko, se ne sono accorti tutti in questo 2020 deprimente per la Roma. La carenza si è palesata dopo gli infortuni di Mkhitaryan, Diawara e Zaniolo e ha contagiato soprattutto il centrocampo che domani contro il Bologna sarà in totale emergenza tecnica e numerica. Ai tre assenti sopracitati bisogna aggiungere, infatti, la squalifica di Lorenzo Pellegrini che ha rimediato un rosso pesante come un macigno contro il Sassuolo.

Considerato che Pastore non gioca una partita titolare da tre mesi (il 2 novembre contro il Napoli) c'è da preoccuparsi seriamente contro un Bologna che viene da tre risultati utili di fila. Le alternative a Pastore per Fonseca sono due: accentrare Perotti sulla trequarti o avanzare uno tra Cristante e Veretout. La seconda scelta è possibile solo con lo spostamento di Mancini sulla mediana, al suo posto uno tra Fazio e Cetin al fianco di Smalling. La speranza è Mkhitaryan che però partirà dalla panchina. Ennesima situazione di emergenza, ma non è solo il Bologna a spaventare per quanto una nuova frenata (solo 1 vittoria in A nel 2020) porterebbe a una crisi senza eguali durante la gestione Fonseca.

Tra una settimana c'è l'Atalanta e il collasso di qualità potrebbe essere fatale contro una squadra che gioca a 300 all'ora. Il crollo di rendimento più evidente è riscontrabile in Veretout, che proprio all'andata contro il Bologna stupì tutti per una cavalcata imperiale terminata con l'assist decisivo per il gol di Dzeko nel finale. Il francese, come accaduto l'anno scorso con la Fiorentina, sta vivendo un'involuzione dimostrata dai numeri: in questo 2020 la media è stata di 40,2 passaggi totali a partita, mentre negli altri 15 match di Serie A la cifra era salita fino a 51,8. E i passaggi intercettati? Uno solo nelle 5 partite giocate nel 2020, 13 nelle altre 15. Flessione netta anche per quanto riguarda i chilometri percorsi: a novembre era 15esimo in Serie A con più di 11 km di media a partita, ora la statistica è scesa a 10,7 (37esimo posto dietro a tutti gli altri centrocampisti della Roma).

Cristante è l'altra faccia della crisi: con l'ex atalantino in campo sono arrivate appena 2 vittorie in 9 partite. Dietro di loro? Il nulla, o quasi considerato l'acquisto di Villar che arriva dalla serie B spagnola. Questione di qualità dicevamo perché alla Roma mancano piedi buoni in un reparto che negli anni ha perso personaggi come Pjanic, Pizarro, De Rossi, Keita e Nainggolan. La ricerca di un regista di classe diventa fondamentale per il futuro. Il nome perfetto? Tonali, ma ormai il prezzo è alle stelle.


Friedkin, si punta a chiudere il 20 febbraio

LEGGO - BALZANI - Terzo giorno di confronto. Proseguono gli incontri all'Eur tra il gruppo Friedkin e l'attuale dirigenza romanista per arrivare alla fumata bianca sul passaggio di proprietà della Roma da Pallotta al magnate texano della Toyota. Sul tavolo i piani futuri della nuova proprietà, ma pure i problemi (sportivi ed economici) di quella attuale. L'incontro è durato 4 ore circa (presenti Baldissoni, Fienga e Watts, il numero 1 del gruppo Friedkin) e ha portato a ulteriori passi in avanti verso il signing.

Per arrivare alla firma preliminare vanno limati in queste ore gli ultimi dettagli, ma c'è ottimismo sulla data del 20 febbraio. Poi ci vorrà il tempo tecnico per l'insediamento definitivo che avverrà a primavera inoltrata. Intanto balla la figura di Petrachi per il quale sarà decisiva la qualificazione in Champions. Condizione non necessaria per Fonseca mentre si punteranno a limitare i costi di gestione in alcuni settori (escluso quello sportivo) ritenuti “non di i primaria importanza” dal nuovo management.


Pizarro: «La Roma? Manca qualità»

LEGGO - BALZANI - «Questa Roma merita molto di più. Ha ragione Dzeko: manca qualità». E se a dirlo è David Pizarro - sei stagioni in giallorosso e 9 trofei in carriera - c'è da credergli. Il Peq, tornato recentemente a Roma e acquistato da Totti per la sua squadra di calcio a otto, ha rappresentato per anni l'emblema della qualità nel centrocampo di una Roma vincente. «Eravamo un gruppo di 12-13 giocatori di grande spessore. Giocavamo bene contro tutti e avremmo dovuto vincere molto di più».

Quella attuale di Roma, invece, non lo convince: «Mi hanno mandato via perché volevano costruire una squadra stellare, e invece ci sono difficoltà ad arrivare quarti in una serie A meno competitiva rispetto a 10 anni fa. A me Fonseca piace molto e non credo possa fare di più con quel poco che ha e con tutti gli infortuni che sono arrivati. Ma la squadra ha troppi black out e non posso dare torto a Dzeko quando parla di giocatori non pronti per giocare a quei livelli. Per esempio Under, quando esploderà?».

Sul centrocampo il cileno - che studia da opinionista per Rete Sport - ha le idee chiare: «Cristante non può giocare davanti alla difesa, nell'Atalanta giocava dietro le punte. Veretout mi piace molto ma ha bisogno di un regista accanto. Chi prendere? Per me Pjanic poteva giocare nel mio ruolo ma lo hanno venduto. Verratti sarebbe perfetto, ma forse costa troppo». Così come Zaniolo: «È fortissimo, la Roma ha perso tantissimo col suo infortunio. Dzeko però per me rappresenta oltre metà squadra, devono tenerselo stretto».


Roma, stai attenta: senza Champions blindare Smalling sarà più difficile

GAZZETTA DELLO SPORT - Se la Roma non riuscisse a qualificarsi per la prossima edizione della Champions League, anche la pianificazione del mercato estivo potrebbe subire contraccolpi. La difesa ideale per la prossima stagione contemplerebbe la presenza di Chris Smalling, ma nulla si può dare per scontato. Alla fine del 2019 la situazione sembrava sotto controllo, mentre una volta chiusa la sessione invernale di calciomercato, dopo un mese di gennaio che non ha dato i risultati di campo sperati, Petrachi ha detto chiaramente che tutto dipenderà dalla volontà del difensore. La cifra richiesta dallo United è di 18 milioni, più un ingaggio di circa 3,5 da garantire al giocatore.

A Manchester non disdegnerebbero un ritorno del centrale, e in Europa ci sono altre squadre che potrebbero garantire a Smalling quel tipo di ingaggio. Ecco perché si ritorna al punto nodale della qualificazione in Champions. Di buono c'è che al calciatore ed alla sua famiglia vivere a Roma piace, ma bisognerà tornare a vincere per garantire a Smalling i palcoscenici che vuole e merita.


L'ultima inchiesta sullo stadio non ferma Friedkin

GAZZETTA DELLO SPORT - I dirigenti del Friedkin Group avvistati in questi giorni in viale Tolstoj, presso la sede amministrativa della Roma, sono solo la punta dell'iceberg: più di 50 uomini stanno analizzando le questioni economiche, sportive, legali e finanziarie del club, con un occhio vigile sulla vicenda stadio.

A tal proposito, fiati sospesi per il sequestro di documenti avvenuto un paio di giorni fa ad opera della Guardia di Finanza su indicazione della Corte dei Conti. Da verificare un supposto danno erariale per circa 20 milioni di euro in favore di Eurnova, nell'ambito del conteggio delle cubature. Tra i documenti acquisiti c'è anche il parere dell'ex assessore all'urbanistica del Movimento 5 Stelle Paolo Berdini, che potrebbe contenere una 'exit strategy' dal progetto stadio ma che la sindaca avrebbe secretato, andando avanti ugualmente.

Dalla Roma filtra ottimismo per un via libera alla costruzione che dovrebbe arrivare entro Pasqua, e ad ogni modo la vicenda stadio non rischia di compromettere l'esito della trattativa Pallotta-Friedkin. Il closing dovrebbe arrivare nella seconda metà di febbraio.


Val Pusteria in prima fila: idea Valles per il ritiro

GAZZETTA DELLO SPORT - Nonostante le vicende relative alla cessione del club procedano spedite, qualcuno deve pure pensare alla preparazione della prossima stagione della Roma: si era pensato, per il periodo estivo, ad un ritiro a Pinzolo per ovviare al forfait dell'ultimo minuto dato dalla società alle strutture del luogo l'anno scorso, ma a Trigoria è arrivata una proposta da Valles, località in Val Pusteria, che i dirigenti hanno preso seriamente in considerazione.

La struttura sportiva che verrebbe messa a disposizione della Roma ha due campi da gioco, uno regolamentare ed uno leggermente più piccolo, che si trovano nelle immediate adiacenze dell'albergo dove risiederebbe la Roma. La Val Pusteria ha poi una grande capacità ricettiva, in ottica tifosi. Una risposta della Roma alla proposta arriverà nelle prossime settimane.


Quel «no grazie» per conquistare il gruppo

IL MESSAGGERO - Il momento non è certo dei migliori dopo le quattro sconfitte già ottenute solo nel 2020, ma Paulo Fonseca non si arrende ed, anzi, scala la marcia per guadagnare nuovamente terreno. L'episodio da segnalare è quello relativo all'intervallo di Sassuolo-Roma quando, arrivato negli spogliatoi per parlare con la squadra, il tecnico portoghese si è trovato davanti il ds Petrachi, sceso nella pancia del 'Mapei' per scuotere la squadra. Fonseca, però, ha subito invitato il dirigente ad uscire.

Nessuna discussione, solo la sorpresa di Petrachi rispetto alla determinazione di Fonseca. Poi il ds si è probabilmente reso conto di essersi preso momentaneamente un ruolo che non era il suo, e così è ritornato sugli spalti. La squadra, dal canto suo, ha ben recepito il messaggio dell'allenatore, come dimostra la prestazione che nel secondo tempo ha avuto caratteri ben differenti.


Kolarov: «Volevo essere Mihajlovic, il mago delle punizioni»

GAZZETTA DELLO SPORT - E' stato lo stesso Aleksander Kolarov a dichiarare in più occasioni di essersi ispirato nel corso della sua carriera a Sinisa Mihajlovic. Il calciatore della Roma si troverà ad affrontare il Bologna del suo idolo domani sera. I due si conoscono da quando, nel 2007, Kolarov arrivò alla Lazio. Le prime chiamate per farlo ambientare partirono proprio dal telefono di Mihajlovic.

E' all'allenatore del Bologna che il terzino della Roma si ispirava quando da ragazzo si allenava a tirare i calci di punizione: chissà che soddisfazione poi, con il tempo, deve essere stata trovarselo davanti come ct della propria nazionale. Oggi Kolarov ha un contratto fino al 2021 con i giallorossi, poi potrebbe pensare ad una carriera da allenatore, anche se in Serbia lo immaginano con un ruolo dirigenziale in federazione.


Società e stadio: ci siamo

IL TEMPO - BIAFORA - Niente inquietudini o stati di apprensione, tutto procede regolarmente nella trattativa che segnerà la fine della gestione Pallotta alla Roma. Lo sbarco nella Capitale di Marc Watts, presidente del Gruppo Friedkin, e degli altri massimi dirigenti del consorzio guidato da Dan Friedkin ha dato a molti l’idea (sbagliata) di un'accelerazione che potesse portare alle firme entro pochi giorni. La missione romana, che a meno di nuovi elementi è conclusa con la terza giornata di incontri andata in scena ieri, è servita per lavorare sugli ultimi dettagli dell'affare e per conoscere da vicino l’attuale management giallorosso: il signing, con annesso comunicato, arriverà soltanto nella seconda metà di febbraio. Gli advisor stanno lavorando sui contratti e superando man mano le classiche tecnicità giuridiche e finanziarie che un'operazione del genere comporta. Finita questa fase ci sarà poi il semaforo verde dal cda del gruppo di Friedkin, che ha ovviamente già ottenuto le garanzie bancarie per finanziare l'ingresso nel mondo calcistico. Intanto sono giorni di attesa sul fronte dello stadio che sorgerà a Tor di Valle. La trattativa tra Parnasi e Vitek per il passaggio di proprietà dei terreni e del progetto è addirittura più avanti rispetto a quella che riguarda la Roma e si aspetta soltanto l’arrivo delle ultime carte prima della fumata bianca. Le verifiche e le asseverazioni sui contratti stilati sia in italiano che in ceco hanno richiesto leggermente più tempo del previsto, ma l’ok è imminente. Per una doppia svolta fondamentale per il futuro giallorosso.


Fonseca mette la Roma nelle mani di Pastore

IL TEMPO - BIAFORA - Nessuno stravolgimento tattico, ma tanti dubbi per la partita di domani sera contro il Bologna. Fonseca in questa settimana di allenamenti dopo l'inspiegabile prestazione della sua Roma contro il Sassuolo ha fatto capire di essere pronto a ripartire ancora una volta dal consolidato 4-2-3-1, lasciando in soffitta il modulo con la difesa a tre, ed è intenzionato a confermare in gran parte il blocco di giocatori che comunque aveva lasciato grandi speranze e aspettative a dirigenti e tifosi dopo quanto visto nel derby. L'allenatore portoghese sta però valutando tutti i possibili piani alternativi e le diverse soluzioni presenti sul tavolo insieme al resto dello staff tecnico, in particolare per quanto riguardale fasce, sia quelle difensive che quelle offensive. Contro i neroverdi Spinazzola è stato tra i pochi a salvarsi, confermando l'ottimo stato di forma già visto nei match con Genoa e Lazio. Il mancato trasferimento all'Inter e le infinite polemiche sulle sue condizioni fisiche gli hanno dato una marcia in più, soprattutto sotto il punto di vista mentale tanto caro a Fonseca. Difficilmente l’ex Juventus sarà tenuto fuori dai titolari, ma questa volta il tecnico potrebbe decidere di dirottare Spinazzola a destra, una posizione che il classe 1993 non ama particolarmente. A differenza del suo collega di reparto Santon è stato tra i peggiori ed è stato sostituito all'intervallo con il Sassuolo e inoltre Kolarov scalpita per tornare ad essere padrone della sinistra, costringendo il compagno e rivale nel ruolo ad un cambio di fascia. Difficile ipotizzare un rilancio di Bruno Peres dal primo minuto, anche se il brasiliano sta piacendo a tutti a Trigoria per la dedizione e l'impegno che mette in ogni allenamento. Davanti tornerà nella lista dei convocati Mkhitaryan, ma l’armeno partirà inizialmente dalla panchina. Sulla sinistra Perotti scalpita ed insidia Kluivert: il mancato ingresso dell'argentino a Reggio Emilia sembra però un segnale importante. Sulla destra una possibile novità riguarderebbe l’inserimento di Carles Perez tra i titolari a discapito di Under. L'esterno catalano - l’allenatore del Barcellona si è detto pentito perla sua cessione - è però ancora indietro dal punto di vista tattico e avrà bisogno di ulteriore tempo per inserirsi in un contesto differente rispetto a quello blaugrana in cui ha giocato ed in cui è cresciuto. La spina dorsale della squadra sarà invece sempre la stessa, ad eccezione di Pastore, destinato a raccogliere l'eredità dello squalificato Pellegrini sulla trequarti. Confermati i due mediani Veretout e Cristante, il centravanti Dzeko e i due centrali Smalling e Mancini, che in caso di emergenza potrebbe comunque tornare ad agire qualche metro più avanti con l'inserimento di Cetin accanto al difensore inglese, il cui futuro sarà più chiaro soltanto dopo le firme tra Pallotta e Friedkin. Tra i nuovi acquisti quello che più è piaciuto a Fonseca in allenamento è Villar, che in attesa del ritorno di Diawara può rappresentare il regista che tanto serve alla squadra giallorossa.