Femminile: oggi il sorteggio degli ottavi di Coppa Italia

IL TEMPO - ZOTTI - E' tempo di Coppa Italia per l'As Roma femminile. Dopo l'eliminazione della stagione scorsa arrivata in semifinale contro la Fiorentina, quest'anno le giallorosse sono determinate a portare il primo trofeo ufficiale in bacheca. Oggi va in scena il sorteggio che determinerà gli ottavi di finale. Oltre alle dodici squadre di Serie A, il tabellone sarà arricchito dalle quattro squadre di Serie B vincitrici dei mini gironcini della fase a gironi (Chievo Fortitudo Mozzecane, Ravenna Women, San Marino e Roma CF). L'As Roma fa parte delle teste di serie - composte dalle prime otto classificate in campionato della scorsa stagione - e molto probabilmente giocherà il primo match della competizione lontano dal Tre Fontane. Il regolamento prevede infatti che a giocare in casa sia la squadra che nella stagione precedente ha ottenuto il peggior piazzamento in classifica. Le giallorosse scenderanno in campo mercoledì 11 dicembre. Per gli ottavi di finale la formula prevista è quella della gara secca, mentre quarti e semifinale si giocheranno su andata e ritorno. La finale invece sarà secca.

Intanto la squadra continua a preparare la trasferta di domenica contro l'Inter: oggi è prevista una doppia seduta, mentre domani e dopo domani l'allenamento è fissato nel pomeriggio. Sabato mattina rifinitura al Giulio Onesti prima della partenza per Milano.


Inter-Roma, domani alle 13:45 la conferenza stampa di Fonseca

Il prossimo impegno della Roma in campionato sarà contro l'Inter a San Siro, venerdì sera alle 20:30. Il tecnico giallorosso, Paulo Fonseca, interverrà in conferenza stampa alla vigilia del match contro i nerazzurri domani alle 13:45. 


Veretout: "Spero che con l'Inter sarà una bella partita. Possiamo fare grandi cose giocando con aggressività e lottando per 90 minuti"

Jordan Veretout, centrocampista della Roma, ha parlato ai microfoni di Sky Sport in vista del match di venerdì sera contro l'Inter. Queste le sue dichiarazioni: 

Le due squadre arrivano nel loro momento migliore?
"Penso di sì. L'Inter sono primi, noi abbiamo vinto tre partite di fila e andiamo a Milano per fare una grande prestazione".

Che impressione ti ha fatto l'Inter?
"È una grande squadra, con fisico e giocatori forti. Lukaku e Lautaro pesano sulla difesa avversario. Dobbiamo fare una grande prestazione per ottenere un risultato positivo".

Cos'hanno di speciale Zaniolo e Pellegrini?
"Sono due calciatori importanti per noi. Nicolò ha un grande fisico, Pellegrini ha una qualità incredibile nei piedi".

Sei diventato subito importante per la squadra e per i tifosi, ti immaginavi un inizio così?
"So cosa posso dare in campo, do il massimo sempre per la squadra, mi piace aiutare i miei compagni di squadra. Voglio vincere tutte le partite":

Sul gioco di Fonseca?
"Mi piace il suo gioco perché è basato sul possesso, ma più un generale mi piace il suo modo di allenare".

Ha un difetto?
"No, no (ride, ndr). Spero che la squadra possa fare una grande prestazione venerdì, per regalare a tutti un risultato importante",

Tu hai un piccolo difetto?
"Sì, ne parlo anche con il mister e mi aiuta a correggerli. C'è molto da migliorare, ma tutti i giorni in allenamento do il massimo per crescere".

Siete sulla buona strada per rientrare in Champions?
"Sì, dobbiamo continuare così, giocando con aggressività e lottando per 90 minuti. Possiamo fare grandi cose".

Come finisce Inter-Roma?
"Spero sia una bella partita e un risultato positivo per noi".


Allenamento Roma, Dzeko out mentre Cristante e Zappacosta recuperano

Questa mattina la squadra giallorossa si è ritrovata al Fulvio Bernardini. La sessione di allenamento si è focalizzata su lavoro atletico e tattico mentre Dzeko è rimasto a casa causa febbre. Individuale per Pastore e Kluivert. Crisante e Zappacosta continuano il percorso di recupero.


Martinez: "Siamo l'Inter e vogliamo i tre punti sempre, anche contro la Roma"

Lautaro Martinez, attaccante dell'Inter, ha parlato del prossimo match di campionato contro la Roma ai microfoni di Sky Sport:

"Lavoriamo sempre in settimana per affrontare ogni partita, Roma, Barcellona ma anche Spal. Lavoriamo per dimostrare che siamo l’Inter e vogliamo i tre punti sempre. Il nostro obiettivo è quello di ogni squadra, lavorare partita dopo partita pensando al prossimo avversario".


La Roma sulle tracce del giovane Marcos Paulo

La Roma si prepara alla sessione di mercato con il DS Petrachi che mette nel mirino diversi giocatori. Uno di questi, in ottica futura, è Marcos Paulo del Fluminense. Il giocatore, nato in Brasile ma con passaporto portoghese e nazionale portoghese under 19, è una punta centrale che può essere impiegato anche come esterno offensivo. Per il 18enne, come riferisce globoesporte.com, la Roma si era fatta già avanti nel 2018 con un'offerta di 7 milioni rifiutata dalla Fluminense. Ma Petrachi non molla e si appresta a provare un nuovo assalto per Marcos Paulo, che ha segnato sei reti in stagione finora ed è in scadenza contrattuale a giugno 2020.


Veretout: "Contro l'Inter dovremo fare una grande prestazione. Spero arrivi un risultato positivo per noi"

Jordan Veretout, centrocampista della Roma, ha parlato ai microfoni di Sky Sport della prossima sfida di campionato contro l'Inter:

Le due squadre arrivano nel loro momento migliore?
"Penso di sì. L'Inter è prima, noi abbiamo vinto tre partite di fila e andiamo a Milano per fare una grande prestazione".

Che impressione ti ha fatto l'Inter?
"È una grande squadra, con fisico e giocatori forti. Lukaku e Lautaro pesano sulla difesa avversaria. Dobbiamo fare una grande prestazione per ottenere un risultato positivo".

Cos'hanno di speciale Zaniolo e Pellegrini?
"Sono due calciatori importanti per noi. Nicolò ha un grande fisico, Pellegrini ha una qualità incredibile nei piedi".

Sei diventato subito importante per la squadra e per i tifosi, ti immaginavi un inizio così?
"So cosa posso dare in campo, do il massimo sempre per la squadra, mi piace aiutare i miei compagni di squadra. Voglio vincere tutte le partite":

Sul gioco di Fonseca?
"Mi piace il suo gioco perché è basato sul possesso, ma più un generale mi piace il suo modo di allenare".

Ha un difetto?
"No, no (ride, ndr). Spero che la squadra possa fare una grande prestazione venerdì, per regalare a tutti un risultato importante",

Tu hai un piccolo difetto?
"Sì, ne parlo anche con il mister e mi aiuta a correggerli. C'è molto da migliorare, ma tutti i giorni in allenamento do il massimo per crescere".

Siete sulla buona strada per rientrare in Champions?
"Sì, abbiamo fatto una buona prima parte di stagione, dobbiamo continuare così, giocando con aggressività e lottando per 90 minuti. Possiamo fare grandi cose".

Come finisce Inter-Roma?
"Spero sia una bella partita e un risultato positivo per noi".


Zanetti: "Contro la Roma sarà difficile, sono una squadra molto complicata"

Javier Zanetti, vice-presidente dell'Inter, ha parlato della prossima sfida contro la Roma a margine di un evento organizzato dalla sua Fondazione Pupi. Queste le sue parole riportate da fcinternews.it:

"È un momento importante e positivo. Siamo primi, ma manca molto. Dobbiamo continuare a lavorare così. Conte e i ragazzi stanno facendo. Venerdì affrontiamo una squadra molto complicata e sarà difficile. Non è il momento di parlare di mercato, dobbiamo pensare solo alla sfida di venerdì".


Paulo Sergio: "La Roma a Milano può fare una buona gara. Fonseca è un grande allenatore"

Paulo Sergio, ex attaccante della Roma dal 1997 al 1999, ha parlato della squadra giallorossa ai microfoni di Centro Suono Sport:

Cosa ne pensa della Roma di Fonseca?
"È una squadra che ha cambiato tantissimo, molto giovane, sicuramente può lottare per la Champions League. Penso che Fonseca sia un grande allenatore, è molto bravo a lavorare con i giovani e con il tempo la squadra entrerà sempre di più nei meccanismi da lui richiesti".

Si avvicina Inter-Roma, I giallorossi possono vincere a Milano?
"Ho seguito molto l'Inter in questa stagione. È un ottima squadra, Lukaku e Lautaro Martinez vanno forte, possono tenere testa alla Juventus. La Roma deve stare molto attenta, ma può fare una buona gara".

Lei è stato allenato da Zdenek Zeman, trova delle similitudini tra il gioco del Boemo e quello di Paulo Fonseca?
"Come Zeman non c'è nessuno (ride), non so se al giorno d'oggi i suoi allenamenti sarebbero accettati, davvero molto duri".

Il giocatore piú forte con cui hai giocato?
"Ho avuto la fortuna di giocare in grandi squadre e con grandi campioni, ma se devo fare un nome dico Francesco Totti, ma anche Pluto Aldair, su Francesco dico che, senza fretta, potrà diventare un grande dirigente".


Roma, prova di forza

IL MESSAGGERO - La parola d'ordine del nuovo corso è semplice e al tempo stesso abbondante. Basta dire equilibrio per riconoscere la Roma. Quello di Fonseca nella comunicazione all'interno (e all'esterno) e nel metodo in allenamento (e in partita). E quello della squadra nella partecipazione dentro lo spogliatoio e nel comportamento in campo. Il 4° posto (a quota 28 punti con il Cagliari che è però avanti per la differenza reti: +1) è la sintesi del lavoro portato avanti dall'allenatore che, senza piangere sulla raffica di infortuni (Kluivert è il 21°: oggi ecografia per valutare la contusione, con versamento, alla coscia), ha riqualificato tecnicamente, tatticamente e caratterialmente questo gruppo. Che oggi è preparato e unito. Pronto, dunque, a studiare per diventare grande. Senza spaventarsi davanti a qualsiasi esame. Ha la personalità per affrontarlo. Con la spavalderia o l'umiltà. La tappa di Verona ha certificato lo spessore degli interpreti giallorossi. Vincere, pure sporcando la prestazione. Lancione per il gol o per scaraventare il pallone in tribuna. Gesto raffinato o essenziale.

LEGGE DI STABILITÀ - La prova di forza del Bentegodi ha confermato la regolarità della Roma. Il rendimento lievita di partita in partita: 5 successi nelle ultime 6 di campionato. In casa 14 punti conquistati proprio come in trasferta. E vantaggio di 8 punti in classifica sulla gestione Di Francesco, con 3 reti in meno subite e 2 in più realizzate. Fonseca è riuscito a trasmettere la sua idea. Che non prevede sempre la stessa recita perché davanti c'è pure l'avversario con le sue caratteristiche. Dominio, gestione e praticità: la formula va scelta nella preparazione del match. L'azione del gol di Kluivert, come ha raccontato Pellegrini, è cominciata a Trigoria, la scorsa settimana: lezione del portoghese imparata a memoria. Le conoscenze dei giocatori sono, insomma, aumentate. Il dato sul possesso palla nella sfida di Verona evidenzia come l'allenatore abbia deciso di vincere cambiando proprio lo spartito: ecco il più basso (42,2 %) nelle 14 gare di questo torneo. Non è l'unico successo ottenuto dai giallorossi rinunciando all'iniziativa: la stessa scelta è stata fatta per battere il Sassuolo, il Milan, l'Udinese e il Napoli. E senza guardare il sistema di gioco della rivale di giornata (sempre diverso nelle 5 partite vinte). lSolo 2, invece, i ko senza avere il possesso palla: contro l'Atalanta e a Moenchengladbach (picco negativo: 40,6 per cento contro il Borussia).

MASSIMA TRASPARENZA - Fonseca ha conquistato il gruppo con la chiarezza. Ha sempre gurdato in faccia il suo interlocutore per spiegargli ogni decisione. Niente bluff di parola. Lo dimostrano le recenti esclusioni di Florenzi e Fazio. Il capitano e il comandante in panchina perché la priorità va alla Roma, mai al singolo. Dentro i giovani, se sono in forma, e fuori i senatori, se non sono al top. La regola è la stessa per qualsiasi interprete. Formazione di partenza confermata per dieci-undicesimi contro il Verona nonostante la stanchezza scontata dopo la gara di Istanbul. Spazio ai migliori del momento. Usando i panchinari quando e dove servono: Perotti (13° marcatore stagionale) è stato il 1° cambio perché il più adatto a giocare a sinistra al posto dell'infortunato Kluivert; Mkhitaryan è entrato da trequartista, con Pellegrini spostato da esterno offensivo, perché a destra, dove è partito titolare Under, non si trova a suo agio. Mai l'improvvisazione e nemmeno il contentino. Inutili nella corsa Champions, come qualsiasi distrazione (e l'allenatore ha evitato che ci fosse) sul cambio di proprietà.


Dzeko, il bene è in comune

IL MESSAGGERO - ANGELONI - L'estate calda di Edin, cominciata con il muso lungo e la voglia di andare all'Inter ed è finita con i sorrisi e una fascia di capitano della Roma (spessissimo) al braccio. Ma non solo: un contratto pluriennale e onerosissimo in tasca, una moglie, Amra, soddisfatta e un'idea di finire la carriera qui, a Roma, dove le buche della città (così come disse proprio al Messaggero lo stesso Dzeko) gli ricordano quelle di Sarajevo dopo i bombardamenti.

QUANTO MI COSTI - La rinuncia all'Inter è costata tanto alla Roma in termini economici (poco più di 5 milioni di euro a stagione fino al 2022, e cioè per i prossimi tre anni, da elargire al numero 9), tanto (ma anche no) potrebbe costare a Petrachi, che lo avrebbe trattato (anche molto male per certi versi, specie quando disse testuale «non accettiamo ricatti, non trattengo nessuno con la forza e allo stesso tempo non mi piace essere preso con la gola, né mi piace sapere che un mio giocatore abbia preso accordi con un'altra società che già di per sé è scorretto. Non è il padrone in questa casa, la Roma non si farà strozzare da nessuno») quando era ancora sotto contratto con il Torino (Dzeko - descritto come uno permalosissimo, anche se quelle frasi avrebbero fatto arrabbiare chiunque - si infuriò ma pensò bene di non rispondere).

REAZIONI DA MILANO - Conte, a cose fatte, era furibondo, per lui fu alto tradimento, visto che era un po' che lo corteggiava, ricevendone ripetuti sì e promesse di matrimonio. Il voltafaccia di Dzeko ai nerazzurri è figlio della strategia della Roma (di Petrachi, appunto) e delle pressioni di Fonseca, che ha voluto trattenerlo, lavorando ai fianchi, giorno dopo giorno, amichevole dopo amichevole, musino dopo musino. A Trigoria non poteva arrivare nessun centravanti migliore di Edin, per i costi in rapporto alla qualità: Higuain no, Icardi è stata una suggestione. Chi c'era di meglio? Dzeko. Quindi, lo sforzo andava fatto su di lui, ecco perché quel po' po' di stipendio. Del resto, la Roma aveva comunicato a Dzeko di non aver intenzione di rinnovargli il contratto, quindi di ritenersi libero di andare, portando un' offerta congrua. Ecco, lui la squadra l'aveva trovata, l'Inter, l'offerta congrua no, ma ha trovato Petrachi... Conte ha spinto fino a quando ha potuto, davanti al no di Marotta non c'è stato nulla da fare, provocando l'ira di Antonio, che sognava un duo d'attacco formato da Lukaku e Dzeko. Edin ha fatto felice Fonseca, molti tifosi della Roma, i suoi compagni di squadra e un po' anche l'Inter, che adesso si sta godendo uno straordinario Lautaro (8 gol in campionato) che, con Dzeko a Milano, avrebbe fatto tanta panchina, come lo scorso anno. Ma questo a Trigoria poco importa, tutti oggi qui si godono Dzeko (6 reti), che a 33 anni ancora corre e lotta come un ragazzino e che nel giro di poco tempo è diventato il leader, l'uomo squadra. Un trascinatore. Venerdì salirà a San Siro. All'Inter, Edin, ha segnato due reti in sette partite, due vinte e tre pareggiate. Quattro assist e due gol, entrambi all'Olimpico. Quindi al Meazza non ha mai segnato ai nerazzurri. C'è sempre una prima volta, si dice in questi casi.


La Capitale s'è desta

IL TEMPO - CARMELLINI - La Capitale s'è desta: almeno dal punto di vista calcistico aspettando che l'amministrazione capitolina riconsegni alla città il lustro che merita. Intanto i romani si devono accontentare del calcio, oppio dei popoli, to-nato a brillare come non succedeva da tempo su entrambe le sponde del biondoflume. La Città Eterna viaggia a quota 58 facendo il cumulo dei punti delle sue due squadre, staccando la rivale di sempre Milano che, nonostante abbia l'Inter in testa, si ritrova seconda con 54 punti avanti di una lunghezza su Torino terza a quota 53. E c'è sempre Roma dietro alle due prime della classe che si danno battaglia lassù in quello che al momento (ma forse non ancora per molto) resta ancora un altro campionato: quello tra l'Inter di Conte che ha appena sorpassato la Juve di Sarri. Ma la sorpresa e subito lì dietro si chiama Lazio, partita a fare spenti, capace di sfruttare alla grande il doppio colpo del mercato estivo: 1) aver trattenuto a Roma il genio di Milinkovic; 2) essere tra le big la squadra che ha cambiato meno. Forte della struttura dello scorso anno, fatta salva qualche piccola correzione di rigore, Inzaghi ha iniziato a martellare e si ritrova giustamente terzo in classifica da solo a sei lunghezze dalla Juventus seconda. Deve molto di questo alla vena straordinaria di un Immobile tornato quel killer micidiale che aveva entusiasmato in passato: diciassette gol in quattordici partite non si fanno a caso. Serve un bomber di primo livello, ma anche una squadra alla sua altezza, in grado di supportarlo e metterlo in condizione di andare a rete. Il capocannoniere della serie A si è alternato tra Lazio e nazionale lasciando sempre il segno.

Sulla sponda giallorossa del Tevere c'è invece bello grosso il sigillo di Fonseca. Il tecnico portoghese è stato in grado di prendere al volo una situazione che sembrava ormai disperata in coda alla gestione Di Francesco e riportare la Roma a livelli più consoni per il suo tasso tecnico: che era e resta elevatissimo. Ha lavorato con calma, ricostruendo mattone su mattone quel castello di gioco e testa raso al suolo dalla gestione precedente. Ha cambiato il modulo, gli uomini e dovuto anche far fronte a un'emergenza pazzesca, ma si è fortificato nelle difficoltà diventando di fatto il vero leader di questa squadra ritrovata. E i grandi risultati si sotto visti soprattutto per quanto riguarda la testa: la squadra è tornata solida, un gruppo che non molla mai capace di reagire alle difficoltà delle partite. Insomma ha gettato le basi di quella che sarà la Roma del futuro, dando anche spazio a dei giovani talenti fin troppo trascurati in passato. Ora decide lui, non guarda in faccia nessuno (Florenzi docet) e finché vince ha ragione. Il quarto posto è meritato, anzi a sentir lui va anche stretto a questa squadra che vuole giocare la Champions del prossimo anno.

Per farlo troverà sicuramente sul-a sua strada una Lazio altrettanto agguerrita per quello che finalmente potrà tornare ad essere un derby d'alta classifica e non solo la classica stracittadina che conta a mala pena per lo sfottò di quartiere. Ma siccome la vita è fatta di esami, già questa settimana per le due romane arriveranno quelli veri perché dovranno fare i conti proprio con le prime della classe: venerdì la Roma a San Siro contro l'Inter capolista e poi sabato sera la Lazio all'Olimpico ospiterà la Juve. Lazio e Roma sono pronte per il definitivo salto di qualità: da qui in avanti è vietato sbagliare.