Svilar, la sfuriata per risorgere

È stato l’unico a salvare la faccia, anche a Como (e non è di certo la prima volta).

E soprattutto è stato l’unico a mostrare un po’ di carattere, infuriandosi con i compagni dopo i gol e andando da solo sotto al settore ospiti prima di fare ritorno negli spogliatoi, ancora arrabbiatissimo. Perché Mile Svilar non ci sta a vedere la Roma sprofondare così, non ce la fa a vedere la maglia che gli ha dato la grande occasione della sua carriera calpestata così. E pensare che è arrivato a parametro zero e guadagna circa 900mila euro a stagione. E forse quel contratto la Roma farebbe bene a rinnovarglielo, prima che sia troppo tardi.


A gennaio tanti senatori in bilico

Una voglia di rivoluzione che investe tutti o quasi: dal gruppo italiano formato da Pellegrini, Mancini e Cristante (un totale di 12 milioni di stipendio annuale) agli argentini Dybala e Paredes passando per quei giocatori che la differenza non l'hanno fatta quasi mai. E quindi Zalewski, Hermoso, Le Fée, Shomurodov, Dahl, Baldanzi e Celik.


Basta scuse

Dopo l’ennesima delusione stagionale a Como, stasera di fronte ai circa 55.000 innamorati che riempiranno l’Olimpico torna la Coppa Italia. Gli alibi sono finiti, la pazienza anche: è vietato fallire. Non snobbatela, noi ci teniamo!

Fonte - ilromanista


Senza Hummels è tornato il caos

La Roma ha perso la partita quando è entrato Mancini, ma era già andata in tilt nella ripresa.

L'assenza di Hummels, ko mezz'ora prima della partita, ha stravolto la difesa: Ndicka in mezzo ha fallito. Ieri per Mats compleanno amaro con la febbre, Paredes invece è tornato ad allenarsi.

Fonte - corrieredellosport


Infortuni e gare flop: Dovbyk è sparito

Allarme rosso a Trigoria per il rendimento negativo del centravanti ucraino.

Un fantasma nei 52 minuti del Sinigaglia. Colpa anche della tendinite. Artem Dovbyk è stato pagato 40 milioni. Fin qui solo 6 gol tra serie A e coppa.

Fonte - corrieredellosport


Di Marzio di SkySport: a gennaio la volontà di Dybala sarebbe quella di rimanere

Di Marzio di Sky Sport , l'offerta del Galatasaray a Dybala si aggira attorno ai 10 milioni di stipendio, stile ingaggio Oshimen. La volontà del giocatore però a gennaio non sarebbe quella di salutare la Roma, a meno che la società non decida pubblicamente di venderlo e quindi liberarlo. La volontà del Galatasaray sarebbe quella di fare un'operazione senza indennizzo (o comunque un indennizzo minimo) per la Roma, dal momento che Dybala è in scadenza di contratto al 30 giugno 2025 e il rinnovo scatterebbe solo a determinate presenze (ne mancano 7). Un possibile rinnovo a diverse condizioni è un argomento che finora non è mai stato affrontato tra la Roma e l'argentino.


Dybala-Galatasaray, contatto: l’agente è a Istanbul

Dopo il no alle sirene arabe potrebbe essere arrivato il momento di accettare quelle turche. Paulo Dybala è oggi più che mai sulla lista dei partenti in casa Roma. Quello di gennaio d’altronde si preannuncia un mese di grandi cambiamenti in casa Roma. Dopo Como è infatti esplosa la rabbia dei Friedkin, intenzionati a rivoluzionare la rosa a partire proprio dai senatori.
E dalla Turchia stamattina è arrivata una bomba di mercato. Il procuratore di Dybala, Carlos Novel, è sbarcato a Istanbul in queste ore e avrebbe incontrato il consiglio direttivo del Galatasaray. Per Dybala? Di sicuro se ne è parlato. Poi, dal box presidenziale, ha assistito alla sfida vinta 4-3 con il Trabzonspor.
La stampa turca ha mostrato anche le immagini con l’intermediario Gadi e si è detta sicura: “Paulo ci sta pensando”. Dybala dal canto suo a Roma sta bene ma non resterà a forza in un club che non lo vuole più e che già aveva provato a cederlo in estate.
A Paulo mancano circa 8 partite da 45’ (il conto preciso dipende dalle coppe) e poi scatterà il prolungamento fino al 2026. A cifre importantissime: quasi 8 milioni, premi compresi, a stagione. La Roma non ha mai chiamato né lui né il suo staff per spalmare l’ingaggio e di certo vorrebbe evitare l’auto rinnovo.
Fonte - gazzettadellosport

Roma, previste tante mosse di mercato a gennaio

Friedkin: pronta la rivoluzione.

A gennaio previste tante mosse: nel mirino Dybala, Pellegrini, Hermoso, Cristante e Mancini, che potrebbero dire addio nel mercato invernale di gennaio.

Fonte - gazzettadellosport


Roma, la crisi del gol e il paradosso dei cross

I giallorossi al momento hanno il dodicesimo attacco del campionato.

A Como quattordici traversoni in area nel primo tempo senza centravanti, solo cinque invece nella ripresa dopo l'ingresso di Dovbyk.  Un paradosso, l'ennesimo di una stagione totalmente surreale e sconfortante per i tifosi romanisti, increduli per questi mesi da incubo.

Fonte - corrieredellosport 


L'attacco non punge: 12 gol, meno del Como

Reparto offensivo giallorosso tra i peggiori per rendimento. Anche il Verona ha fatto meglio.

Il solo Retegui dell'Atalanta eguaglia i centri totali di Dybala, Dovbyk, Saelemaekers, Soulè, El Shaarawy, Baldanzi e Shomurodov.

Fonte - ilromanista 


Rabbie mobili

L’ennesima sconfitta stagionale del Sinigaglia ha acceso l’ira dei Friedkin, che si dicono pronti a rifondare la rosa con il mercato. Dopo 3 esoneri nel 2024 ora i texani, che presto annunceranno il nuovo Ceo (favorito Perrelli), puntano il dito contro la squadra, nessuno escluso. Confermata la fiducia a Ranieri che guiderà presente e futuro romanista nei panni del dirigente. Otto giocatori a scadenza. Ghisolfi, marginale in estate, ora dovrà incidere a gennaio. Al di là di ciò che accadrà, c’è da rialzarci subito, a partire da Roma-Samp.

Fonte - ilromanista


De Rossi a The Overlap On Tour: "Tutti qui a Roma sognano di giocare per la Roma"

Daniele De Rossi è tornato a parlare nel corso della nuova puntata di "The Overlap on Tour: Unseen

De Rossi ha esordito: "Come mai la pressione è così alta per chi gioca nella Roma? Per l'amore per questo club, per il modo in cui siamo. Il calcio è molto importante per noi a Roma, in generale per noi italiani, ma in particolare qui a Roma. Per questo c'è molta pressione. I tifosi della Roma amano la lealtà di un giocatore, l'impegno che profonde in campo. Ovviamente, poi vorrebbero vincere. Abbiamo trascorso dieci, dodici anni senza vincere ma andandoci molto vicino, con nove secondi posti contro club costruiti con duecento milioni più di noi. Non abbiamo mai vinto ma, in quelle stagioni, abbiamo vinto tante gare e alla gente andava bene così. Non ho  rimpianti". De Rossi ha poi parlato della fedeltà ai colori giallorossi: "Tutti, qui a Roma, vorrebbero giocare per la Roma. Non si tratta solo di De RossiTotti e Giannini. Giocare nella Roma è il sogno di ogni bambino romano. Qualche volta succede che si realizza e in quel momento devi fare una scelta: se sei abbastanza fortunato puoi permetterti di scegliere se andare in un club migliore o rimanere qui. Io ho fatto la mia decisione, calcisticamente una decisione sbagliata, ma per me è andata bene così. Se ricordo quando ho firmato per la Roma? Certo. Ero nelle giovanili e avevo 12 anni. Non giocavo mai, ero sempre in panchina nei primi quattro anni. Ero un giocatore diverso, un attaccante molto leggero, tecnico ma non aggressivo". L'ex mister giallorosso ha poi raccontato come è diventato un centrocampista: "Avevo sedici anni, stavamo perdendo contro una squadra toscana. Il capitano, un centrocampista come sarei stato io nella mia carriera, venne espulso e il mister mi disse di entrare e giocare nella stessa sua posizione. Andò bene, vincemmo 2-1. Nella gara, successiva giocai di nuovo in quella posizione contro il Pescara. Ricordo tutto perché cambiò la mia vita e così andò in Primavera con lo stesso allenatore, giocando a centrocampo. Fabio Capello mi vide giocare e non sono più tornato indietro. Nell'anno dello scudetto riuscii ad andare un paio di volte in panchina e mi sono sentito una piccola parte di quella stagione. L'anno successivo, giocai quattro, cinque gare". La svolta: "Nella stagione ancora successiva Capello cercò di prendere Davids, ma l'affare non andò in porto. Avevo delle squadre che mi volevano, tra cui ChievoVeronaEmpoli e Reggina, ma decisi di rimanere perché credevo di poter giocare. Tutti mi dicevano che ero matto e che non avrei mai giocato con calciatori del calibro di EmersonDacourtTommasiZanetti. Alla fine giocai quasi trenta partite".

Fonte - corrieredellosport