Prodigio Svilar
I numeri di Svilar sono top. Ha raggiunto le 100 presenze nella Roma.
Secondo l'indice PSxG in Serie A Mile avrebbe dovuto subire 10 gol ma ha dimezzato le reti al passivo.
Fonte - corsport
Liberi di sognare
Roma: scudetto e stadio. Dal primato all'impianto di Pietralata: "Progetto meraviglioso".
Gasperini: "La società ha voglia di investire. C'è il desiderio di migliorare questa squadra. Stiamo raccogliendo i frutti di un ottimo lavoro. Che bello iniziare la giornata vedendo il Colosseo."
Mercato: piace El Mala. Altri contatti per Zirkzee.
Fonte - CORSPORT
Un bel sogno
Gasperini al Tg1: «Lo scudetto? Ognuno è libero di sognare, speriamo di avere un bel risveglio. Che bello cominciare la giornata e passare davanti al Colosseo. L’affetto dei tifosi? Non è una cosa che si conquista baciando la maglia. Dobbiamo però essere consapevoli delle difficoltà che potremmo incontrare in futuro. Lo stadio sarebbe un bel regalo da parte di un club che ci tiene a migliorare la squadra».
Fonte - ilromanista
Mister Gasperini al Tg1: "Godiamoci il momento. Quando sogni è già buono"
Mister Gasperini in un'anteprima dell'intervista al TG1.
Ai tifosi ha detto che sono liberi di sognare, ovviamente lo Scudetto...
"Di sognare sono liberi tutti quanti, si può fare tranquillamente, speriamo che il risveglio sia poi positivo, però intanto godiamoci il momento. L'importante è crederci? Quello sicuramente perché i giocatori col loro atteggiamento e il loro comportamento ogni partita ci credono. Siamo solo all'inizio, ma già quando fai un bel sogno è qualcosa di buono"
Lazio e Roma trovano casa
Dieci giorni fondamentali per gli stadi: i due presidenti studiano le date per sciogliere gli ultimi dubbi sulla burocrazia.
Lotito tratta l'impianto del Flaminio col Comune e l'ostacolo è il vincolo architettonico. Friedkin invece ha le carte pronte e il sostegno di Gualtieri ma i residenti si oppongono. Intanto Sarri chiede tre acquisti per gennaio mentre Gasperini cerca un altro 9: Zirkzee o Kalimuendo.
Fonte - corsport
Campionato livellato, in testa con soli 24 punti
Roma e Inter sono in testa al campionato con 24 punti, non è il minimo storico dei tornei a 20 squadre ma quasi. All'undicesima giornata la prima in classifica con meno di 24 punti è stata il Milan di Allegri nel 2010-2011. In altre due occasioni sempre all'undicesima giornata c'erano squadre con gli stessi 24 punti che hanno oggi Inter e Roma. È capitato ai nerazzurri di Mourinho nel 2008-2009 e poi nuovamente con Mancini e alla Fiorentina di Paulo Sousa nel 2015-2016. Lo scudetto quell'anno andò alla Juventus che all'undicesima giornata aveva 15 punti e lo vinse a quota 91.
Fonte - corsport
Parola all'attacco
Esterno e punta sono le richieste di Gasperini, che ora ha perso anche Dovbyk. Ferguson si gioca tutto, mentre Massara contatta lo United per studiare il prestito di Zirkzee.
Tra prestiti e contratti in scadenza, dopo giugno solo Dovbyk e Soulè in rosa. Il Ds lavora per programmare.
Fonte - ilromanista
Muro d'Europa
La Roma regina delle difese europee dei primi 5 campionati. Il portiere giallorosso. con l'aiuto dei senatori del reparto arretrato, si conferma un top player con il 37%di clean sheet nelle prime 100 gare a difesa della nostra porta.
Con Gasp più che i gol fatti è arrivata una super difesa. Svilar 37 clean sheet su 100 presenze in giallorosso. Il portiere è sul podio della serie A per partite finite senza subire reti. Garanzia Mancini e Ndicka, la nuova vita di Celik e Hermoso e i margini di crescita dei giovani.
Fonte - ilromanista
Roma conquistata
Primi posto e applausi. Partenza da scudetto: il totem è Gasperini.
Rispetto al 2024 sono undici i punti in più con la migliore difesa d'Europa: solo 5 gol subiti. Pressing, tenuta atletica e schemi: squadra e tifosi stregati da Gasp. Dovbyk fuori fino a gennaio.
Fonte - corsport
Più "senza" che "con" i primi
Gasp che Roma, fra condizioni dell'attacco e lacune in rosa. La vetta prima di ogni sosta assume i contorni dell'impresa.
La difesa meno battuta d'Europa tra le chiavi del successo, ma non l'unica però. Il primo posto a questo punto della stagione mancava da undici anni.
Fonte - ilromanista
Apriti Celik
Zeki Celik è l’emblema della Roma in vetta. Dopo quasi un terzo di campionato non accadeva da 11 anni, ma non c’è nulla di casuale. C’è invece una difesa da record, impegno e applicazione dei dettami di Gasperini.
Fonte - ilromanista
Manu Kone ai media francesi: "Do tutto per la squadra. So fare un pò tutto in campo"
Manu Koné si racconta e lo fa in un'intervista ai canali ufficiali della nazionale francese. Il centrocampista della Roma ha ripercorso le tappe della sua carriera, soffermandosi anche sull'avventura con la maglia giallorossa. Ecco le sue parole: "Con il passare del tempo si è iniziato a parlare di me, ma inizialmente non mi notava nessuno a causa della mia timidezza. Ero sempre nell'ombra, quindi dovevo mettermi alla prova e far capire alle persone che c'ero anche io in campo. Sapevo di non essere il perno della squadra e che avrei dovuto sempre lavorare. Non sono mai stato sotto i riflettori, ero sempre dietro le quinte. Nessuno diceva: 'Ah, in quella squadra c'è Koné'. Quindi ho sempre dovuto dimostrare il mio valore".
Che tipo di giocatore sei?
"Mi piace correre, difendere e dare tutto per la squadra. La gente mi vede maggiormente come un centrocampista difensivo, ma non vedono il mio lato offensivo, che è abbastanza buono. Penso di avere una buona tecnica sotto pressione, inoltre so portare il pallone dalla difesa all'attacco. Il problema è che non calcio così bene (ride, ndr), ma con il tempo migliorerò anche sotto questo aspetto. Non voglio dire di essere un calciatore completo, ma so fare un po' di tutto. Non sono un grande dribblatore, ma quelle giocate le faccio sin da bambino".
La nazionale?
"Quando vengo chiamato in nazionale cerco di fare ciò che il mister mi chiede. In campo ognuno deve fare il proprio lavoro per raggiungere. Sono sempre calmo e mi sono ambientato bene, dato che sono qui da circa un anno. Parlo e rido con tutti. Le persone possono pensare che io sia un ragazzo freddo, ma in realtà sorrido spesso e mi piace scherzare. Con me nessuno si annoia".
Le tue origini?
"Sono nato nel quartiere La Garenne-Colombes, lì ho i migliori ricordi dell'infanzia nonostante non fosse tutto perfetto. Ho dei familiari che vivono ancora lì e tutti i miei amici sono lì. Anche il mio torneo, la MK Cup, si gioca lì. Sin da bambino sognavo di organizzare questo torneo e l'ispirazione proviene da William Gallas, il quale organizzò un torneo nella mia città. Fu un sogno per me. Questo torneo mi permette di riconnettermi ogni anno con la mia città".
La tua carriera?
"Ho iniziato al Paris FC, poi sono andato al Tolosa e ci sono rimasto per 5/6 anni. Dopo mi sono trasferito al Borussia Mönchengladbach e ora sono alla Roma. Ho conosciuto diverse culture e modi di vivere. A Roma anche il cibo è differente rispetto alla Francia e alla Germania. Il tedesco è molto complicato, capivo poche parole. Sono alla Roma da un anno e capisco praticamente tutto, a volte mi capita di parlare anche in italiano. Anche dal punto di vista calcistico c'è molta differenza tra Germania, Francia e Italia. In Serie A c'è un calcio più difensivo e devi pensare a più cose. Bisogna adattarsi e migliorare".
Il tuo motto "En mission"?
"Si tratta di un modo di dire ed è nato con un mio amico durante un allenamento. Un giorno abbiamo avuto una discussione, ci siamo guardati e ci siamo detti: "In missione". Per me è un bello slogan, dato che rispecchia il nostro percorso e anche quello dei nostri genitori, i quali hanno dato tutto per noi. Siamo in missione per tutto, anche in campo. Uso questo motto come motivazione e significa che in qualsiasi caso darò tutto. Fino a quando sarò un calciatore, sarò in missione in campo".
Cosa significa il calcio per te?
"Passione. Da bambino ero in grado di fare delle pazzie, come lasciare casa a mezzogiorno per tornare alle nove di sera pur di giocare a calcio. Ho sempre amato questo sport, anche a scuola ho sempre giocato a calcio. La passione è alla base del calcio, se viene meno ti senti perso".
Le Olimpiadi di Parigi?
"Bellissimo partecipare alle Olimpiadi, soprattutto perché si svolsero a Parigi. Fu una sensazione incredibile, non me lo sarei mai aspettato. I tifosi ci hanno sostenuto sin dalla prima partita, siamo arrivati in finale ed era tutto perfetto. Alla fine abbiamo perso, ma abbiamo comunque conquistato la medaglia d'argento. Ho legato con molti calciatori di quel gruppo come Mateta, ma anche con Olise, Doué, Akliouche, Badé. Inoltre è stato un orgoglio avere Henry come ct. Molti giocatori di quel gruppo ora sono nella nazionale maggiore e continuano ad avere un rendimento di alto livello".