Ultima chiamata

Occasione a Glasgow per Rensch e Tsimikas.

Gasperini vuole risposte positive anche dal turnover. I due si giocano un posto sulla fascia sinistra.

Fonte - corsport


I convocati di mister Gasperini per Rangers-Roma


Giovedì alle 21:00 la Roma scenderà in campo in trasferta contro il Glasgow Rangers per il matchday 4 di Europa League.

Ecco i calciatori giallorossi convocati da mister Gasperini.


Portieri: Svilar, Gollini, De Marzi

Difensori: Rensch, Ndicka, Tsimikas, Celik, Hermoso, Mancini, Ziolkowski, Wesley, Ghilardi

Centrocampisti: Cristante, Pellegrini, El Aynaoui, Kone, Romano, Pisilli

Attaccanti: Dovbyk, Soulé, El Shaarawy


Pellegrini a Il Romanista: "La mia romanità è fare bene per questa maglia. La strada intrapresa è quella giusta"

Lorenzo Pellegrini ha parlato alle colonne de il Romanista.

Ecco un estratto delle sue dichiarazioni: 

“Quello nel derby è stato il gol dell’amore, sì perché è figlio di quello che provo per la Roma, anche se io un giorno al derby voglio farlo sotto la Sud». Speriamo, Lorenzo. Speriamo perché oltre alla bellezza di segnare un’altra volta alla Lazio significherebbe che Lorenzo Pellegrini resterà alla Roma dove è nato, cresciuto, dove è diventato tifoso della Roma e poi giocatore della Roma: «Un sogno realizzato».

La Roma? «Sì. La mia romanità». Ascoltate perché è letterale: «La mia romanità è arrivare puntuale a ogni allenamento, la mia romanità è rappresentare al meglio la Roma non solo in campo, ma ogni giorno della mia vita, con o senza fascia, si è capitani se rispetti e fai rispettare la maglia sempre, la mia romanità è fare gruppo quando le cose vanno male, è venire qui ad allenarsi con dieci compagni anche quando non c’è allenamento come è successo quando c’era Juric mentre tutto il mondo intorno sparava cazzate. La mia romanità è anche la mia introversione che significa solo non fare lo stupidino quando bisogna essere seri. La mia romanità è quella di mio padre che mi dice sempre che ha tifato la Roma pure quando arrivava decima. È quella della Curva Sud, è amare la Roma a prescindere».

«La cosa che qualcuno deve capire quando mi fischiavano che io ero ancora più incazzato di loro per la situazione della Roma. Ma qui sono state dette cazzate su di me, cose non solo inventate ma il contrario di quello che è successo».

Quelle di Lorenzo Pellegrini, capitano della banda del sesto posto…: «Sì quella che fa fuori gli allenatori perché a Trigoria comanderebbero solo tre persone… Io per Daniele ho fatto il contrario di quello che è stato raccontato. Ho fatto saltare Mou? Tutto inventato. Io con Mou mi sono trovato bene e quando ho capito che gli avevano detto cose sbagliate su di me ho preso e l’ho chiamato».

Di Gasperini dice semplicemente… la cosa più importante: «La strada è quella giusta… Soprattutto dopo Milan-Roma: negli ultimi dieci anni a San Siro raramente abbiamo giocato così. Il mister mi piace, è schietto, ci crede, ci fa capire cose diverse, quando interiorizzeremo tutto vedrete».

Lorenzo, partiamo dalla fine: da Milano. Hai visto dove stava andando la punizione? Hai avuto modo di rivederla? Andava all’incrocio dei pali…
«Purtroppo sì. Lì per lì però uno vede che è fallo di mano, che è rigore… E si è contenti. Si pensa: “Va bene anche così”. Poi è successo quello che è successo. Però ci sono tanti spunti positivi da prendere nella partita di Milano. Io sto qua da dieci anni, poche volte ho visto la Roma giocare così a San Siro e secondo me siamo sulla strada giusta. Poi è normale, bisogna dare il tempo giusto alle cose, per poter apprendere ciò che ci chiede il mister. Io sono convinto che questa sia la strada giusta».

Vi trovate bene in campo? All’inizio delle partite sembra che dobbiate sempre capire un po’ dove siete… E avete faticato. Avete assimilato il gioco di Gasperini? Vi ci state trovando?
«Secondo me sì. Le difficoltà tattiche dipendono anche dagli altri. Come col Lille: abbiamo perso e fatto fatica, inizialmente, dato che loro avevano uno dei giocatori tra le linee e bisognava andare a prenderlo diversamente da come avevamo preparato. Poi si lavora su quella che è la preparazione della partita. Per quanto ci riguarda, sempre in corrispondenza degli avversari. A volte, non accade ciò che ci si aspetta e serve qualche minuto per capire bene che cosa sta accadendo. Ma siamo sempre riusciti a rimettere la partita sui binari giusti. Anche a Milano, contro un Milan che si chiude bene, riparte e ha una squadra di livello, ci siamo messi lì e abbiamo giocato. Nel primo tempo c’è stata una grande mezz’ora; poi abbiamo sofferto negli ultimi 10’ e siamo andati così così all’inizio della seconda frazione. Ma poi la gara è stata abbastanza a senso unico».

(…)

Gasperini vi parla del vostro obiettivo? Lui ha parlato di obiettivi tecnici ed economici. E sembra non precluda nulla…
«Perché dovremmo precludere qualcosa? Siamo tutti i giorni qui, lavoriamo tanto per cercare di migliorarci e di far andare bene le cose. Il mister ci dice cose in cui io credo, ovvero che dobbiamo concentrarci sul campo. Col Milan abbiamo fatto 20 tiri in porta, 30 cross e zero gol. Sono quelle le cose in cui dobbiamo migliorare. Essere più cinici, tante volte, è anche un discorso di testa. Spesso ci si fissa: “Ora non entra…”. Invece no. Gasperini dice di migliorarci sulle cose in cui dobbiamo migliorare; tutto ciò che riguarda l’impegno, la dedizione, la determinazione. Nelle ultime cinque partite, anche il modo di giocare è cambiato in positivo. Poi, fra un po’ di tempo, ci daremo un obiettivo più concreto. Parlare adesso è anche un po’ inutile».

Hai detto di aver visto raramente una Roma come quella di Milano…
«Con Daniele (De Rossi, ndr) la vidi. È la verità. In Europa League».

Gasperini è diverso come allenatore? Vi fa lavorare più degli altri?
«Sì. Ci fa lavorare, cerca di farci entrare anche a livello mentale nel suo modo di vedere il calcio. Per questo dico che siamo sulla strada giusta: è passato poco tempo, ma già si notano tante cose diverse da quelle di prima. Anche le richieste lo sono».

E tu che rapporto hai con Gasperini? Ora non hai più la fascia, ma stai giocando e sembra che ti tratti con onestà e quasi ammirazione…
«È la verità. Anche negli anni scorsi, quando io portavo la fascia la domenica, ho sempre detto che la fascia è di chi la porta tutti i giorni. Di chi non viene mai un minuto in ritardo a Trigoria, perché è una questione di rispetto verso se stessi e verso tutti i professionisti che sono qui. Di chi ha sempre un atteggiamento propositivo coi compagni. Di chi non si preoccupa solo di se stesso, ma del bene del gruppo. Questo per me è essere un capitano e quello che ho provato sempre a essere. Non solo quando avevo la fascia al braccio, è uguale oggi che non ce l’ho».

In estate, tra l’altro, Gasperini ha parlato di te. E ha detto che la questione del tuo “recupero” doveva essere condivisa da società e tifosi. Che effetto ti hanno fatto quelle parole?
«Secondo me il mister è una persona molto schietta, lo apprezzo tanto per questo. Ci siamo confrontati quando ero ancora infortunato e lavoravo a parte. Una volta rientrato in squadra, mi ha sempre trattato come uno degli altri, senza problemi. Io non so che voci gli fossero arrivate… Né lui, né io siamo persone che hanno bisogno di parlare un’ora tutti i giorni. Però, quando ci si parla, si dicono le cose come stanno. Poi basta. Si è chiuso il calciomercato, sono rimasto qui e abbiamo lavorato in campo».

Sei rimasto qui, ma hai avuto la possibilità di andare via? Ci sono state offerte? Ci hai pensato?
«Ci ho pensato, ovviamente. E più che offerte, ci sono stati interessamenti. Ma comunque quell’infortunio è stato troppo determinante in quel momento. Ancora non mi allenavo con la squadra; ho fatto la prima panchina simbolica a Pisa, dopo essermi allenato una volta con gli altri. In più, sono uno a cui non piacciono le cose fatte all’ultimo: se devo fare una cosa, devo pensarci bene, essere convinto di ciò che faccio».

Ora non c’è più da pensarci…
«No, ora no (ride, ndr). Ora c’è da giocare. Poi, quel che sarà, sarà

Raccontaci di quando hai cacciato Mourinho…
«Sì… (ride, ndr). A me piaceva Mourinho. Quello che è accaduto, e che mi è stato detto, è che a lui quando è andato via è stata raccontata una cosa che non era vera. Ma io non potevo lasciar correre questa cosa così, per il rapporto che ho con lui».

Con lui poi, nell’anno della Conference, hai fatto una grande stagione…
«Quelle sono le cose che rimangono. La coppa è storia. Poi ci fu la mia grande stagione… Ma è proprio il rapporto che rimane. Il giorno stesso ho preso il telefono e ho chiamato Mourinho».

(…)

E perché la gente ce l’aveva con te, per un periodo? Per il fatto che eri tu il capitano? Per la storia di Mourinho?
«Magari sì, magari un po’ tutto. Poi bisogna essere onesti, e io lo sono: quella dell’anno scorso è stata una stagione brutta brutta. Anche al livello delle prestazioni, del giocatore, del professionista. Lasciamo stare Lorenzo, la Roma, la romanità. È stata una stagione brutta. Quello ci sta. Se vengo criticato per la prestazione, è un discorso. Siamo professionisti, è lecito. Io come giocatore posso piacere, non piacere, stare o non stare simpatico. La cose che mi manda in bestia è che dentro questa città si parli di cose che non accadono mai. Che succedono al di fuori, nella testa di qualcuno. E da quella testa, quella cosa riesce a entrare in altre cinquantamila teste. È quello il problema».
Anzi. La cosa più bella che hai fatto con la maglia della Roma è…
«La corsa in Roma-Venezia…».

(…)

C’è stato un momento difficile che hai attraversato a livello personale l’anno scorso e che magari ha inciso sul tuo rendimento.
«Sì perché a un certo punto alle chiacchiere inventate su di me ho dovuto sopportare anche la scomparsa di mia nonna, a cui ero legatissimo. Nonna Michelina. Non è stato facile e forse ne ho risentito».

Ci racconti il rapporto con la Curva Sud? Anche nelle contestazioni, i fischi non sono mai arrivati da quella parte di stadio…
«Io nella Sud mi riconosco tanto. Se ti devono dimostrare il loro dissenso, te lo mostrano a fine partita. Per una sconfitta o per una prestazione non all’altezza della maglia che indossi. Non per partito preso o per sentito dire. Cose non vere, tra l’altro. Quindi mi riconosco nel loro modo di ragionare, anche nel fatto che se c’è un momento difficile è quello il momento di non disunirsi e restare insieme. Mio padre mi dice sempre che tifava la Roma quando arrivavamo 17esimi o 16esimi… la Roma si tifa a prescindere. Non si discute, si ama. Poi se vogliamo, possiamo stare 15 ore a parlare della tattica, del tiro di piatto… la verità è che uno nei momenti difficili vede davvero quali sono le persone che ci tengono. Gli altri non li calcolo proprio».

Qual è il tuo sogno da calciatore adesso?
«Il mio sogno adesso? (Ci pensa un po’, ndr). Il mio sogno è capire di che livello sono. Il mio sogno era giocare per la Roma e vincere con la Roma. Ho avuto la fortuna di realizzarlo, vincere è sempre un sogno, poi con questa maglia… Ma la mia romanità è amare la Roma a prescindere».


Cristante a Il Tempo: "Inizio di stagione ottimo. Gasp è carico. Io vorrei restare ancora a Roma"

Bryan Cristante ha parlato alle colonne de il Tempo.

Ecco un estratto dell’intervista:

Come si riparte dopo una sconfitta così dura da digerire?

«Quando giochi contro squadre forti diventa difficile dominare per tutta la partita, ci sta che ci siano varie fasi. Abbiamo giocato una grande partita ma come sempre nei big match sono i dettagli a fare la differenza. Dovevamo concretizzare di più».

Avete avvertito la pressione di poter andare in testa da soli vincendo a San Siro?

«Assolutamente no, penso che si sia visto in campo altrimenti non vengono fuori prestazioni del genere. Siamo entrati con la testa giusta sin dal primo minuto e abbiamo imposto il nostro gioco, poi anche gli avversari prendono le misure e non è mai facile essere al massimo per novanta minuti. Penso che nel complesso sia stata una partita molto buona».

Come giudica questo avvio della squadra? A che punto è di questo nuovo percorso?

«L’inizio è ottimo. Siamo lì davanti a un punto dalla prima, abbiamo cominciato nel migliore dei modi. Con il cambio di allenatore abbiamo modificato il nostro modo di giocare e c’è anche l’inserimento dei nuovi da considerare. Ma ci siamo adattati abbastanza velocemente alle richieste del mister e siamo in crescita».

Lei conosce bene Gasperini. Quanto è cambiato rispetto alla sua prima esperienza e in cosa è migliorato?

«È un allenatore che ha sempre avuto concetti chiari, cosa che aiuta noi calciatori nell’apprendimento. Ha avuto la possibilità di allenare tanti giocatori maturando una grandissima esperienza. Sa gestire alla perfezione il gruppo e riesce a toccare i tasti giusti nelle richieste individuali: sa come far rendere al massimo ognuno di noi. Ho ritrovato il solito Gasperini, carico e con la sua idea di gioco forte. Ora sta a noi continuare a seguirlo».

È diventato un grande allenatore?

«Sì, ma lo è sempre stato. Ero all’Atalanta nel suo primo anno e arrivammo subito quarti. Non era certo un emergente quando l’ho conosciuto, era un allenatore già forte. Ha maturato esperienza riuscendo anche a vincere un’Europa League. Sa perfettamente dove può arrivare con le sue squadre».

C’è qualcosa che lo rende speciale?

«È chiaro e diretto. Ha concetti precisi e idee ben definite, sa arrivare dritto al punto. Ti fa capire esattamente cosa vuole da te e come bisogna interpretare le sue idee, arriva in maniera molto chiara e semplifica il lavoro a tutti: ognuno sa cosa deve fare in campo e tutto diventa più semplice».

In queste ultime settimane è tornato a fare il trequartista. Si sente a suo agio in quel ruolo?

«Non lo facevo da un bel po’ di tempo ma mi sono trovato bene, per come lo chiede il mister è molto più centrocampista che attaccante. Come ho sempre detto mi trovo bene a giocare a centrocampo, in qualunque posizione, ma sicuramente è lì che riesco a esprimermi al meglio».

(…)

Con l’arrivo di Gasperini è cambiato il criterio di assegnazione della fascia e ora, di fatto, è lei il capitano della Roma. Come si sente?

«Portare la fascia è sempre un onore soprattutto a Roma. In realtà per me è cambiato poco, negli ultimi anni tra assenze e infortuni ci siamo alternati in tre o quattro calciatori che rappresentano il nucleo storico della squadra. Sono tanti anni che siamo qui, conosciamo bene la piazza e il club. Questo ovviamente ci aiuta e soprattutto aiuta i nuovi che arrivano. Più che essere io il capitano siamo un gruppo di leader che indossa insieme la fascia».

Tra gli alti e bassi di questi anni ora per lei sembra un buon momento sia per rendimento che nelle considerazioni della piazza. In passato, però, ci sono stati momenti difficili…

«Come ho sempre detto e dirò sempre ho la fortuna di riuscire a guardare solo il campo. Dalla partita al centro di allenamento e ascolto i giudizi dell’allenatore o del direttore sportivo. Fuori guardo e ascolto il meno possibile e cerco di restare concentrato sul lavoro quotidiano. Per me conta solo la partita e questo nel corso degli anni mi ha aiutato molto a mantenere l’equilibrio che penso sia un aspetto fondamentale della carriera di un calciatore».

Si parla spesso di “senatori”, lei come vive questo racconto che si fa dei leader?

«Lo vivo bene. Poi capitani, senatori, esperti o vecchia guardia importa poco, comunque la vogliate mettere. Abbiamo vissuto tante situazioni qui e penso che abbiamo le spalle larghe. Abbiamo creato un bel gruppo anche fuori dal campo, siamo amici e ci frequentiamo con le famiglie. In campo poi cerchiamo di dare il massimo e, soprattutto, di dare l’esempio».

Un bel terremoto è stato l’addio di De Rossi. Avete il rimpianto di non aver potuto proseguire quel percorso? Quanto è stato importante per lei?

«È un’esperienza che abbiamo vissuto male, penso si sia anche visto dall’esterno. Avremmo voluto portare avanti quel percorso sia per Daniele, che reputo un grande allenatore e penso possa fare una grandissima carriera, che per tutti noi. L’ho sempre ringraziato per le belle parole che ha speso per me».

(…)

A giugno del 2027 scadrà il suo contratto. Ha già un’idea per il futuro? C’è stato qualche contatto per il rinnovo?

«Voglio restare ancora. Ci sono tante cose da fare quindi la mia volontà è quella di prolungare, per ora sono concentrato sul campo. Qualcosina c’è stato con la società ma di queste cose si occupa il mio procuratore. Di certo io voglio continuare con la Roma, poi vediamo cosa succederà».

La scorsa stagione tra agosto e gennaio però poteva andare via, ne parlò anche il suo procuratore. Com’è andata davvero?

«Non ho mai ricevuto chiamate né proposte per andare via o qualcuno mi ha mai detto “facciamo la borsa e andiamo”. Poi il mercato lo conoscete meglio di me, a volte ci sono cose che neanche noi sappiamo, ma io direttamente non ho mai saputo nulla. In ogni caso la mia volontà è sempre stata quella di continuare il mio percorso qui e lo spero ancora».

Neanche una piccola possibilità alla fine dello scorso mercato estivo dopo gli arrivi di Le Fée e Koné?

«Assolutamente no, quelle sono trattative che fate voi (ride, ndr)».

Ha detto che vorrebbe rinnovare perché c’è ancora tanto da fare. Dove può arrivare la Roma con Gasperini?

«L’obiettivo è lottare stabilmente per vincere. Siamo in crescita e abbiamo un allenatore forte che negli ultimi anni ha sempre portato la sua squadra nelle prime quattro. È chiaro che poi vince solo una squadra e sono i dettagli a fare la differenza. Ma noi dobbiamo combattere sempre per i primi posti e penso che ci sarà la possibilità anche grazie agli investimenti della famiglia Friedkin e alle ambizioni di allenatore e di noi calciatori».


Nuovo problema muscolare per Bailey

Filippo Biafora su X: "Altri problemi in attacco per Gasperini: ieri in allenamento si è fermato Leon Bailey. Oggi si capirà meglio l'entità del problema muscolare."


Dovbyk nuova chance

Contro i Rangers e l'Udinese toccherà di nuovo all'ucraino.

Dovbyk torna a caccia del 20esimo gol con la Roma. Da lui Gasperini attende subito una risposta.

Fonte - corsport


A Glasgow ritorna Pellegrini

L'ex Capitano titolare dopo quattro panchine.

Mancini e Kone posso riposare nella sfida coi Rangers. El Shaarawy aspetta un'occasione.

Fonte - corsport


10 senza lode

Dopo dieci giornate la Roma è ancora aggrappata al vertice. Imperfetta, con diversi aspetti da migliorare, ma a un punto appena dalla vetta. E a Milano marchiata dal gasperinismo più abbagliante. Siamo forse all’alba di una nuova era, ma c’è tanta strada da fare. Insieme. Mai così pochi gol subiti (5), stesso numero dell'anno scorso per quelli fatti (10). Nelle ultime 10 stagioni solo una volta secondi alla decima giornata. Più punti solo con Spalletti, Di Francesco e Mourinho.

Fonte - ilromanista 

 


Dybala al primo rigore sbagliato con la maglia della Roma

Contro il Milan Paulo Dybala ha sbagliato il suo primo calcio di rigore tra tutte le competizioni con la maglia della Roma su 19 tentativi. In generale, l'attaccante argentino non falliva un tiro dal dischetto in una gara ufficiale con un club dal 30 novembre 2021, con la Juventus contro la Salernitana.
Fonte - gazzettadellosport

Ferguson e Angelino dopo la sosta

Evan Ferguson avrà bisogno ancora di qualche giorno di riposo per rimettersi in sesto dopo il trauma distorsivo alla caviglia destra (con interessamento capsulo legamentoso) accusato mercoledì contro il Parma. L'irlandese dovrebbe, a questo punto, saltare un giro con la propria nazionale per recuperare il tempo perduto, così da ripresentarsi in forma alla ripresa di Cremona, il 23 novembre.
Non ci sarà per Rangers-Roma di giovedì e per Roma-Udinese di domenica prossima neppure Angelino. Una bronchite asmatica e delle condizioni di salute non proprio ottimali hanno reso fiacco lo spagnolo, atteso ora da una nuova preparazione fisica una volta che si sarà stabilito appieno fisicamente. Anche nel suo caso è presumibile ipotizzare un ritorno al lavoro dopo la sosta.
Fonte - corsport

Svilar a Dazn: "Peccato, ma siamo orgogliosi della prestazione. I punti arriveranno"

SVILAR A DAZN
Non siete riusciti a portare a casa nemmeno un punto nonostante la prestazione positiva…
“È un peccato. Abbiamo fatto una prestazione positiva ma non abbiamo raccolto punti. Possiamo essere orgogliosi di questa prestazione, è ancora lunga e dobbiamo pensare positivo in vista del futuro. I punti arriveranno…”.
Il gol preso nasce dalla confidenza che avevate?
“Sapevamo che il punto forte del Milan sono le ripartenze. Nel primo tempo abbiamo fatto così bene che questa positività magari ci ha portato a spingerci in avanti. Oggi non siamo riusciti a segnare, ma nelle prossime partite se giocheremo così sarà impossibile non segnare e fare punti. Abbiamo 21 punti e siamo lì con gli altri top club. Vinceremo tante partite quest’anno se giocheremo così”.
La parata su Leao? I rigori sbagliati?
“Chi va a tirare il rigore è coraggioso. Noi portieri siamo lì per parare, peccato che sia avvenuto dall’altra parte stasera. I rigori sono 50-50, questa volta è andata bene a loro e la prossima volta andrà bene a noi. La parata su Leao? Bella, sono stato sorpreso dalla deviazione di Mancini. È stata istinto puro, peccato non ci abbia portato punto”.

Gasperini in conferenza stampa: "Dobbiamo finalizzare meglio perchè questa cosa ci sta penalizzando"

GASPERINI IN CONFERENZA STAMPA
Come valuta globalmente la prestazione della Roma?
"La prima mezz'ora la partita era molto aperta, in quella condizione noi abbiamo fatto molto bene e abbiamo costruito parecchio ma non siamo riusciti a concretizzare e a portare il vantaggio della partita dalla nostra parte, che ci avrebbe consentito di giocare su più spazi. Abbiamo sofferto dopo il gol del Milan e all'inizio del secondo tempo, anche in condizioni di difficoltà perché il Milan quando prende gli spazi è sicuramente pericoloso. Siamo riusciti a trovare le misure giuste e avere una continuità di azioni in attacco. Poi c'è stato l'episodio del rigore. Dobbiamo assolutamente alzare la capacità realizzativa, anche nei finali dove domini così a lungo dentro l'area con tante palle messe dentro. Vedo la capacità di tante squadre di riuscire a risolvere e a raddrizzare la partita in queste situazioni. Sono le uniche due cose che mi vengono in mente questa sera: quello e la capacità di tirare i rigori che ci stanno penalizzando".
Dybala ha chiesto il cambio...
"Oltre a non aver realizzato il rigore, la cosa peggiore è il suo infortunio. Questa è grave perché stava giocando con grande qualità come sempre ma anche con grande condizione. Purtroppo si è infortunato e lo dobbiamo recuperare velocemente perché ci alza il livello".
Se vuole condividere con noi un ricordo di Galeone.
"Ho avuto la fortuna di vivere il miglior periodo del Pescara: una squadra molto giovane, che doveva giocare in C ed è stata ripescata per la retrocessione del Palermo, ha vinto il campionato in modo incredibile portando una Regione dietro. Era la persona più amata a Pescara, abbiamo vissuto anni con un entusiasmo incredibile. Negli anni in cui la Serie A era a 16 squadre, con i migliori giocatori al mondo in Italia, Galeone era un personaggio particolare e lo ricordo così".
Dopo due mesi di campionato ha capito se la difficoltà di segnare si può migliorare lavorando, se si risolverà con il mercato oppure se è un problema con cui convivere?
"Non mi sembra il caso di parlare di mercato perché oggi è 2 novembre. Lavoriamo sulla squadra, con tutte le cose che ci sono. Faccio fatica a trovare una prestazione negativa oggi. Dobbiamo cercare di concludere meglio e di essere più precisi in questo perché è quello che ci sta mancando non solo nei tiri, ma anche nel gioco aereo e negli ultimi 16 metri. È quello che ci sta penalizzando un po'. A forza di guardare quello che manca dimentichiamo quello che c'è e quello che ho visto questa sera mi sembra buono".
Ha visto Inter e Milan, che distacco vede e cosa si sente di dire ai tifosi? Un giudizio sulla prestazione dell'arbitro?
"Dell'arbitro non voglio dire... C'è solo una cosa che mi dà fastidio perché non è niente di determinante o che avrebbe cambiato il risultato: ci siamo veramente stufati tutti quanti quando arrivano le palle dentro l'area, uno colpisce di testa, va a terra e viene sistematicamente fischiato fallo quando non c'è niente. Viene sistematicamente interrotto il gioco, poi magari non succede nulla. Ogni mezzo contatto, basta che uno salta e ha colpito di testa sta a terra, finisce così. Non riguarda Guida probabilmente ma in generale il nostro calcio che è penalizzato da questi continui atteggiamenti. I tifosi vedono le partite e tutti hanno la loro idea, la mia non può modificare. Questa è la strada per me, quando fai prestazioni di questo tipo. Poi è chiaro che si vuole fare meglio".
Non c'è il rischio di dover costruire una squadra perfetta per vincere queste partite?
"Siamo stati molto puliti, ma nel finale si poteva strappare. La quantità di palloni che viaggiavano vicino all'area sono stati parecchi. Ci sono tante squadre che nel finale, addirittura nei minuti di recupero, riescono a raddrizzare con il gioco aereo e riescono a fare tanti punti che valgono. In quello dobbiamo essere più bravi. Oggi faccio fatica a dire qualcosa di negativo a questa squadra. Se fossimo anche più precisi, avremmo qualche punto più..."
Come ha visto Bailey e quanto gli manca per essere al top della condizione fisica?
"Spero che gli manchi parecchio (ride, ndr), intanto giocando e allenandosi con continuità. Ha caratteristiche che ci possono servire. Speriamo che anche lui abbia continuità di allenamenti, la condizione la troverà facendo anche spezzoni".