L'Olimpico pieno, un vuoto da riempire
La Roma non batte l'Inter in casa dal 2016. Gasperini chiede ai suoi di sfatare il tabù per mantenere il primo posto in classifica.
E' il 75esimo sold out dei Friedkin. Nelle ultime otto sfide con l'Inter, tre pareggi e ben cinque sconfitte. L'ultimo successo coi nerazzurri con le reti di Dzeko e Manolas.
Fonte - corsport
El Aynaoui a Sky Sport: "Gasperini è esigente. Ognuno di noi sa cosa deve fare"
Neil El Aynaoui ha parlato ai microfoni di Sky Sport.
El Aynaoui sulla sua famiglia.
“Penso di aver avuto una grande fortuna ad essere cresciuto in un ambiente di sportivi. Sia mio padre che mia madre sono stati sportivi di alto livello. Sono cresciuto conoscendo ciò che comporta essere un atleta. Penso che sia proprio sotto questo aspetto che mi è servito maggiormente per vivere come uno sportivo professionista e fare i sacrifici necessari. E di questo me ne sono reso conto molto presto, quindi penso che ciò mi abbia aiutato”.
Totti su Roma-Inter: "So quanto vale questa partita, soprattutto con la Roma prima"
Torna a parlare Francesco Totti. Lo ha fatto attraverso un’intervista a diversi quotidiani a margine di un evento commerciale:
I ricordi nelle gare con Inter.
“Di sfide importanti con l’Inter ne ho giocate tantissime.
Per l’occasione sabato sera la Roma dovrà mettersi il suo abito più bello…
“Questa è una di quelle partite dove non servono giacca e cravatta, ma piuttosto sarà fondamentale mettersi l’elmetto. L’Inter probabilmente è la squadra più elegante del campionato, all’Olimpico ci sarà da lottare parecchio”.
Chi sono i giocatori da una parte e dall’altra che possono decidere?
“Sarò anche banale, ma Lautaro e Dybala sono sicuramente i due calciatori in grado di cambiare la partita”.
Su chi punterebbe?
“In campo come detto ci sarà da mettere l’elmetto, per questo punto su Bryan Cristante, con lui si va sempre sul sicuro. De Rossi aveva ragione quando disse ad avercene come lui… Bryan è calcisticamente intelligente e spesso sottovalutato. Ma in campo la sua presenza si sente. E’ uno di quei calciatori che ti dà sempre qualcosa in più, uno di quelli che non tira mai indietro il piede”
(…)
Ma lei si aspettava una Roma così in alto?
“Penso che in realtà non se lo aspettasse nessuno, forse neanche Gasperini. Il fatto di stare in vetta aiuta a sognare, ma il difficile è sempre restare in vetta”.
Già, lo scudetto, forse la gioia più grande della sua carriera…
“L’ho vinto con la mia maglia, da capitano e da simbolo della Roma. Per me vale anche più del Mondiale vinto nel 2006”.
Secondo lei stavolta gli azzurri ce la faranno a centrare l’obiettivo?
“Speriamo di sì, che ce la possano fare davvero. Credo che la vera forza di questa Italia allenata da Gattuso sia il collettivo”.
Matias Soulè a Il Messaggero: "Mi vedo a lungo qui a Roma. E' il mio desiderio"
Matias Soulè ha parlato ai microfoni de il Messaggero.
Gasperini ha dichiarato ultimamente che la Roma non dispone di una rosa da Champions e la classifica è abbastanza casuale. È d’accordo?
«Penso dica la verità, non siamo ancora da Champions ma vogliamo ambire ad arrivare a quel livello. È importantissimo per noi, è il nostro obiettivo primario. Non ci dobbiamo ancora esaltare, sono le prime partite e bisogna pensare soltanto ad essere continui».
Lo scorso anno Ranieri l’ha fatta giocare a tutta fascia, un ruolo che non è proprio il suo. A cosa pensava in quei momenti, aveva la percezione che quel lavoro la stesse aiutando?
«Fare il quinto mi ha aiutato tanto a capire diverse situazioni, diversi stili di gioco, che ora posso interpretare durante le partite. Ovviamente ci sono ruoli che mi piacciono di più, come quello che sto ricoprendo ora. Gasperini, dopo avermi visto giocare in quel modo con Ranieri, mi ha detto che qualche partita potrei essere utile anche lì e non ho problemi, c’è la mia massima disponibilità, come sempre».
Lei è un ragazzo molto giovane, ma ha già avuto diversi allenatori: Allegri, Di Francesco, De Rossi, Juric, Ranieri, ora Gasperini. Cosa le hanno dato questi tecnici?
«Con Allegri non ho giocato tanto ma mi sono allenato e mi teneva sempre in considerazione. Lui ad esempio mi ha insegnato la compattezza, si dice così? Non voleva che entrassero i palloni: se provi ad uscire palla al piede e questa passa al di là della linea, è capace d’impazzire anche in allenamento. Allegri però è anche quel tipo di allenatore che lascia piena libertà in fase offensiva, puoi fare ciò che ti riesce meglio, come del resto fanno i grandi allenatori come lui, Ranieri, Di Francesco, Gasperini. Se fai bene la fase difensiva, il gol in qualche modo arriva, i grandi allenatori sono soprattutto quelli così. Di Francesco e Gasperini sono più simili tra loro, più tattici, vogliono che giochi la palla, amano averne il possesso. Ma l’attenzione alla fase difensiva è massima con tutti loro».
Ha detto no alla Nazionale ai tempi di Spalletti? È cambiato qualcosa dopo l’apertura che ha fatto il suo agente qualche giorno fa?
«No, è tutto uguale. Mi sento argentino, sono argentino. Lo dissi anche a Spalletti, che ringrazio. La mia idea è sempre quella, giocare con l’Argentina. Forse il mio procuratore era un po’ arrabbiato quando ha letto le convocazioni di Scaloni. Ma nessuno dell’ltalia mi ha più ricontattato e anche lo facessero direi “no grazie”. La mia idea, quella di sempre, è di giocare per la Seleccion. So ovviamente che non è facile perché ci sono molti giocatori forti lì. Mi fa ovviamente piacere l’interesse di una nazionale forte, storica, come quella italiana, ne sono orgoglioso ma non cambio idea. Vorrei giocare per la squadra del paese in cui sono nato».
Che vi siete detti nello spogliatoio dopo aver sbagliato tre rigori con il Lille?
«Ero arrabbiato, è stata durissima arrivare a casa e provare a non pensarci. Sono però contento di aver ricevuto il sostegno di tutti, da Pellegrini a Mancini e Dybala. L’ho tirato malissimo, volevo aprire il piatto ma non calciando così piano e a mezza altezza. Se ricapiterà li tirerò nuovamente. Mi piace calciarli».
Il gol da romanista al quale è più legato? E perché state trovando così tante difficoltà a segnare con un allenatore così offensivo come Gasperini?
«Allora come gol scelgo senza dubbio quello al derby. Per il resto stiamo lavorando, non è facile, ma sono ottimista, è solo questione di tempo. Poi lo sapete, quando gli attaccanti iniziano a segnare non si fermano più. A volte ci manca la lucidità per fare la scelta giusta, ma comunque anche vincendo 1-0 si prendono i 3 punti e penso che stiamo facendo bene»
Alla fine è riuscito a organizzare il pranzo con De Rossi?
«No, ancora no. Lo volevo invitare a casa a pranzo, a lui piace l’asado, ma ancora non è successo. Devo farlo però, me lo riprometto. Daniele è una grandissima persona, ci sentiamo spesso. Peccato averlo avuto solo per quattro partite, è lui che mi ha portato qui. Quando è stato esonerato ho vissuto un momento molto difficile. Arrivi, in un posto nuovo, in una città grande, in un club importante e l’allenatore che ti ha voluto se ne va. Vi assicuro che non è stato facile da digerire».
Quanto le manca Paredes? E pensa mai che c’è il rischio che questo potrebbe essere l’ultimo anno che gioca con Dybala?
«Leo ci manca, noi tre eravamo sempre insieme, spesso era lui che “tirava” il nostro gruppo di argentini. Senza di lui è diverso, anche se sto sempre insieme a Paulo. Giochiamo alla play, lo sento più della mia ragazza. Non so se sarà il suo ultimo anno alla Roma, io sinceramente spero rimanga a lungo qui».
Insieme a lei?
«Certamente, mi vedo a lungo nella Roma. Penso che sia il sogno di tutti, ambire a tagliare certi traguardi con questa maglia. Se chiudo gli occhi mi immagino di essere qui a vita. Poi lo so da solo che le cose possono cambiare ma il mio desiderio è questo».
Soulè è la chiave
Gol, assist e occasioni per Soulè. E l'Argentina lo chiama.
Ad aprile ha segnato il gol vittoria a San Siro, ora vuole battere l'Inter all'Olimpico. Tre reti e due passaggi decisivi in queste prime sei giornate di campionato. Matias vola e Scaloni è pronto a convocarlo: "Presto giocherà con noi".
È il giocatore più incisivo e più pericoloso dell'attacco giallorosso.
Fonte - corsport
Ecce bomber
Dopo la rete siglata in Nazionale e dopo una sosta che ha fatto brillare diversi giallorossi, Mancini sfida l’Inter a cui ha già segnato 3 gol: a 7 presenze da una leggenda come Candela è sempre più leader della Roma di Gasp.
Fonte - ilromanista
Martello Gasp: Roma spremuta
Un richiamo atletico durante la sosta per migliorare la brillantezza e far volare la squadra: il tecnico alza i ritmi e Bailey rimanda il rientro.
Una nuova preparazione fisica per chi è rimasto a Trigoria tra corse e sedute massacranti. Bailey attende l'ok dei medici. Wesley c'è. Angelino è debilitato.
I calciatori ammettono: "Mai faticato così tanto".
Fonte - corsport
Da Ziolkowski a Ghilardi, giovani in cerca d'autore
Con 7 gare in 22 giorni il tecnico dovrà sfruttare tutta la rosa.
I due difensori ancora da scoprire e con loro anche Pisilli e Ferguson. La missione di Gasperini è valorizzarli.
Fonte - corsport
L'arma segreta
Tornato in campo a Firenze, Dybala ha approfittato della sosta per ricercare la migliore condizione. Gian Piero, però, verso la sfida contro l’Inter, pensa a Paulo come mossa a gara in corso perchè nei minuti finali può essere decisivo. Favorito Pellegrini, insieme a Soulé alle spalle di Dovbyk.
Fonte - ilromanista
Roma-Dybala: Joya sfrenata
L'argentino ha un sogno: vincere un trofeo in giallorosso. E' già caldo per l'Inter.
Le doppie sedute, l'intesa con Soulè e Pellegrini e l'attesa di Gasperini. Prima del rinnovo, Dybala promette otto mesi da campione. Ora è al top. Per i tifosi e gli sponsor è un simbolo. La scadenza non preoccupa. Ha sbolto il lavoro di preparazione così da evitare nuovi infortuni.
Fonte - corsport
Bailey scatti e riscatti. L'ala è pronta per decollare
Il giamaicano si era fermato il 20 agosto.
Bailey da oggi si allena col gruppo. Debutterà in corsa contro l'Inter. In Europa League la prima da titolare. Out per 55 giorni, sprint, gol, assist e fisicità: è l'ala che manca a Gasperini.
Fonte - corsport
Gasperini già coltiva il vivaio di Trigoria
Dopo un anno senza debuttanti, la Roma torna alle vecchie abitudini.
Da Arena a Di Nunzio, da Paratici ai terzini Lulli e Cama, fino a Forte: il tecnico studia i talenti da lanciare. Romano è già pronto, Falcetta figlio d'arte: il padre è stato ex futsal e iridato col Brasile.
Fonte - corsport
