Serie A, la Juventus batte 2-1 il Brescia in trasferta

Nel secondo anticipo del turno infrasettimanale di campionato la Juventus ha avuto la meglio sul Brescia per 2-1 al Rigamonti.
Ma ad aprire le danze sono stati i padroni di casa dopo quattro minuti con il solito Donnarumma. Vantaggio vanificato però dall'autorete di Chancellor al 40'.
Al 63' è Pjanic a portare davanti la Juventus con un tiro dalla distanza che si insacca nell'angolino basso.


Roma-Atalanta - precedenti, statistiche e curiosità

INSIDEROMA.COM – FEDERICO FALVO - Primo turno infrasettimanale del campionato, con la Roma che ospiterà l’Atalanta all’Olimpico.
In conferenza stampa, mister Fonseca, dice di aspettarsi una gara difficile e combattuta contro un’Atalanta tosta. Ma non ha dubbi che la sua Roma dovrà restare concentrata: “l'importante è restare equilibrati, il passato non conta, pensiamo solo alla prossima partita e dobbiamo restare umili. E' troppo presto per essere euforici, c'è tanto da fare, da vincere e conquistare. Spero che la squadra resti con i piedi ben saldi a terra. Abbiamo vinto 3 partite, siamo in crescita ma domani c'è una sfida diversa e difficile. Tengo fuori tutto il resto dal nostro gruppo di lavoro. La realtà dei fatti è questa, non abbiamo fatto nulla, è bello che la gente creda in noi ma bisogna fermarsi e affrontare la partita con realismo. E' una maratona e siamo solo all'inizio, abbiamo iniziato con il piede giusto ma non possiamo rilassarci nemmeno un momento”. Come sempre Fonseca non scioglie dubbi sulla formazione, ammettendo solamente che ci saranno dei cambiamenti tra cui la prima presenza per Smalling e che ha preparato al meglio la partita con tutta la squadra. Elogi per Dzeko, Kolarov, Cristante ed il portiere Lopez; che per Fonseca ha ancora ampi margini di miglioramento.
In casa Atalanta, mister Gasperini, ammette che la sfida di domani sarà importante per entrambe le squadre ma che non guarda alla classifica. Possibile vedere anche qualche cambio nell’undici titolare, soprattutto per via delle tante partite ravvicinate. Sicuro assente Muriel, affetto da una tonsillite.

I PRECEDENTI – All’Olimpico tra Roma ed Atalanta si sono giocate 58 sfide, con 35 vittorie per la compagine giallorossa. L’ultimo successo della Roma, però, risale alla stagione 2013/2014, grazie al 3-1 firmato da Taddei, Ljajic e Gervinho (Migliacco per gli ospiti). Ben 17 i pareggi, l’ultimo dei quali è stato il 3-3 della scorsa stagione. In quel match per la Roma segnarono Pastore, Florenzi e Manolas; mentre per l’Atalanta le reti furono di Castagne e Rigoni (doppietta). Solo sei i successi dei bergamaschi, due dei quali sono arrivati negli ultimi cinque precedenti. Due stagioni fa, in ordine di tempo, l’ultima vittoria all’Olimpico dell’Atalanta con il 2-1 firmato da Cornelius e De Roon (Dzeko per la Roma).
La miglior vittoria casalinga per la Roma contro l’Atalanta è il 4-0 di stagione 1985/86; mentre gli ospiti non hanno vinto con più di due gol di scarto (1-3 durante la stagione 1949/50). E’ di 2-1 per la Roma il risultato più frequente, verificatosi nove volte.
Per Fonseca sarà la prima volta assoluta contro l’Atalanta, mentre per Gasperini contro la Roma vi sono stati già 19 precedenti. Negativo lo score per l’allenatore nerazzurro, che contro i capitolini ha trionfato solo cinque volte; con tre pareggi e 11 sconfitte.
L’arbitro del match sarà Irrati della sezione di Pistoia. Con Irrati il bilancio della Roma è positivo; con sei vittorie, cinque pareggi e due sconfitte. Negativo il bilancio dell’Atalanta, che con Irrati ha raccolto solo due vittorie, otto sconfitte e cinque pareggi.

LE STATISTICHE – Con la vittoria di domenica la Roma è salita al quarto posto in classifica con otto punti, rimanendo ancora imbattuta insieme ad Inter e Juventus. Dieci le reti segnati dai giallorossi, secondo miglior attacco del torneo, ma la difesa è la quarta peggiore con sette reti subite. Leader di squadra è Dzeko, autore di tre reti finora così come il terzino Kolarov.
Un punto sotto l’Atalanta, che insegue un altro piazzamento storico in Champions League. L’attacco nerazzurro ha segnato una rete in meno rispetto la Roma, mentre la difesa ne ha subita una in più. Occhi puntati sui sudamericani Muriel e Zapata, con reti segnate a testa, anche se Muriel sarà assente domani.
Negli ultimi nove precedenti l’Atalanta ha perso solo una volta ed è da cinque che non cade all’Olimpico. Totale equilibrio, invece, negli ultimi cinque precedenti totali con gli ultimi due terminati sul pareggio per 3-3.

Sarà un match difficile, con le squadre che potrebbero risentire un calo fisico per i tanti impegni ravvicinati. Ma nonostante ciò, con i dovuti cambi nelle due squadre, si assisterà ad un match avvincente ed equilibrato. Nessuna delle due squadre vorrà cedere il controllo della sfera e terreno, cercando i tre punti. Visti gli ultimi risultati, il match potrebbe essere ricco di gol e di ribaltamenti di fronte.


Un popolo in delirio per i gol dei «vecchi» leoni

IL TEMPO - AUSTINI - Ancora quei due. Sempre loro due. Kolarov suona il primo colpo, Dzeko piazza la testata del ko all'ultimo secondo. È sempre la Roma del tandem slavo, due leader tecnici, emotivi, caratteriali che tante volte hanno costruito, quasi da soli, vittorie esaltanti.

Li voleva entrambi Conte all'Inter, hanno scelto di rimanere in una squadra in cui non credeva più nessuno. E ora Fonseca, giustamente, non li toglie mai. La vittoria di Bologna ha un significato speciale e si porta dietro un senso di giustizia. Il rigore per i rossoblù non c'era, almeno una delle due ammonizioni di Mancini è severa, tutti gli episodi «mezzi e mezzi» nell’area dei padroni di casa sono stati giudicati a senso unico. E il paradosso è che alla fine pubblico e giocatori del Bologna se la sono presa con Pairetto, per un fallo fischiato a Santander da cui è nata l’azione del 2-1.

Dzeko non si è fatto pregare, finta di attacco sul primo palo e movimento a smarcarsi da Denswil, colpo di testa imparabile e corsa ad esultare sotto il settore ospiti pieno di romanisti impazziti. Con il gol di ieri il bomber bosniaco è arrivato a quattro gol stagionali in sei match, 91 su 184 gare da romanista, 277 complessivi in carriera su 625 partite nei club. Gliene mancano 11 per agganciare Montella al sesto posto nella classifica dei marcatori giallorossi nella storia. Ieri sembrava una di quelle giornate storte in cui non gli riesce la prima giocata, si immalinconisce, si nasconde e non si sblocca quando gli arriva un buon pallone. E invece eccolo lì, al posto giusto al momento giusto nell’area avversaria, come aveva fatto l’anno scorso a Torino e a Frosinone.

Stavolta ha segnato un gol ancora più insperato visto che la Roma era rimasta in dieci e si stava accontentando del pareggio. «E ancora più bello - racconta Edin alla fine - vincere all'ultimo respiro. È stata una partita difficile contro una squadra tosta, ma abbiamo meritato anche perché il rigo re per loro era un po' regalato. Siamo tutti impazziti dopo il 2-1, noi e i tifosi, sono contento perché loro sono sempre al nostro fianco. Abbiamo lanciato un messaggio a noi stessi, siamo forti e convinti del nostro gioco, possiamo migliorare e questa vittoria ci dà tanto».

L'ha costruita insieme all’inseparabile amico Kolarov, che si è dannato l’anima fino all'ultimo, alla faccia dei 34 anni da compiere il prossimo novembre. Ieri ha segnato la sesta punizione diretta da quando gioca nella Roma, tutte pesantissime, solo Messi ha fatto meglio di lui nei club con 12 centri. I gol in giallorosso sono 15 e farebbe il difensore, i numeri dicono tanto, ma non spiegano abbastanza. Kolarov è l’uomo forte del gruppo, la faccia cattiva da mostrare nelle avversità, anche ai compa ieaitifosi se ce n'è bisogno. E all'arbitro: «Sono convintissimo di aver colpito il pallone e poi Sansone - dice a proposito del rigore - non posso sparire e ho chiesto a Pairetto di vederlo al Var. Dopo neanche dieci secondi mi ha detto che il penalty era confermato. L'errore poteva compromettere la partita, speriamo non accada più».

Il suo ottimismo sulla stagione è linfa vitale. «Questa gara era fondamentale per indirizzare il campionato, stiamo bene, facciamo correre gli avversari e risparmiamo energie. Sulla punizione avevo sentito chela barriera non sarebbe saltata e ho deciso di calciarla sopra». Se tutti avessero la sua sicurezza e intelligenza in campo, sarebbe più facile sognare.


Smalling sogna la prima in giallorosso

IL TEMPO - BIAFORA  - Per la Roma non c’è troppo tempo di festeggiare la vittoria con il Bologna visto che già questa mattina, a due giorni dal turno infrasettimanale contro l’Atalanta di Gasperini, riprenderanno gli allenamenti. Fonseca dovrà valutare le condizioni di Florenzi, che ha stretto i denti nella partita di ieri giocando con la febbre, prima di essere sostituito a venti minuti dalla fine da Spinazzola, pronto a partire titolare a destra come in Europa League se le condizioni del capitano giallorosso dovessero peggiorare. Rispetto al successo al Dall’Ara il tecnico portoghese dovrà sicuramente cambiare qualcosa in difesa a causa dell’espulsione rimediata da Mancini, che salterà il match contro la sua ex squadra per squalifica. La maglia accanto a Fazio se la giocano Juan Jesus e Smalling, che da oggi riprenderà ad allenarsi con il gruppo dopo aver saltato le ultime tre gare per un infortunio all’adduttore. Con quattro partite da disputare in dodici giorni Fonseca potrebbe cambiare qualcosa anche in attacco, dove Zaniolo scalpita per riprendersi il posto.


Fonseca: “È giusto così, ci abbiamo creduto”

IL TEMPO - BIAFORA  - Non avrà esultato come il suo collaboratore Nuno Romano, corso ad abbracciare Dzeko sotto il settore occupato dai tifosi giallorossi, ma Fonseca è certamente più che raggiante dopo il terzo successo consecutivo, arrivato grazie ad una dimostrazione di carattere in una situazione di inferiorità numerica in una partita pressoché conclusa. L’allenatore della Roma, che dopo il triplice fischio ha dovuto calmare non senza difficoltà Medel, furioso con qualche componente della panchina giallorossa, è soddisfatto della prova offerta dalla sua squadra: “Era la nostra prima vera trasferta e dovevamo dimostrare lo stesso spirito visto all’Olimpico. Abbiamo creduto fino all'ultimo di poter vincere e per questo abbiamo meritato. Siamo stati dominanti, abbiamo giocato spesso nella metà campo offensiva anche se negli ultimi trenta metri è mancata la giusta qualità, un qualcosa su cui dobbiamo lavorare. E’ vero che nel secondo tempo il Bologna è salito più volte e ha creato una o due occasioni da gol ma abbiamo meritato la vittoria per il carattere e l’unione, oltre al coraggio che abbiamo dimostrato”. Fonseca ha dimostrato ancora una volta di non essere assolutamente un integralista ed ha avuto un ruolo significante nella vittoria sostituendo Florenzi con Spinazzola, un cambio che ha regalato equilibrio agli uomini in campo nel momento di maggior pressione degli avversari: “Sono realista, mi piace un buon calcio ma prima devo vincere. Per me va bene anche vincerle tutte così. Di certo dobbiamo soffrire, ma sono più importanti i tre punti. La classifica? Io guardo soltanto alla prossima partita con l’Atalanta”. Il tecnico portoghese, che ha abbracciato con vigore Mkhitaryan e Veretout prima di rientrare negli spogliatoi, non può che godersi uno Dzeko ritrovato rispetto al passato: “Edin è fondamentale, è un leader e un grandissimo giocatore. Sono molto felice perché non ho lavorato con il Dzeko dell’anno scorso. Ho lavorato dal primo giorno con un calciatore motivato, entusiasta e felice. È troppo importante, confido molto in lui”. Parole dolci anche per il centrocampista francese, autore del break decisivo nell’azione del gol vittoria, mentre sull’argomento relativo all’arbitraggio - Pairetto è stato nettamente il peggiore in campo - Fonseca non ha aizzato alcuna polemica: “Jordan ha fatto molto bene, ha chiuso in crescendo ed è stato protagonista in occasione del gol. È un giocatore molto importante per noi. Pairetto? Non sono solito fare commenti sugli arbitri. Secondo me c'è stato qualche errore a nostro sfavore ma ci possono stare”. Tanto rammarico in casa Bologna per il gol subito all’ultimo respiro: “Abbiamo sprecato - le dichiarazioni del tattico rossoblù De Leo - il match point con Soriano e loro sono stati bravi a vincerla. Sarebbe stato forse giusto un pareggio anche per la prestazione. Mihajlovic era rammaricato”. Sansone è invece più polemico nei confronti dell’arbitro: “Non si capisce perché non sono andati nemmeno a rivedere il Var sull’ultima azione. Non si è capito molto di come Pairetto ha gestito il finale di partita… Forse contro una grande squadra non aveva il coraggio di andare al Var”. Al di là delle sterili polemiche, la speranza è che quella di ieri sia stata una sliding door decisiva per la stagione romanista.


Edin & Aleksandar, tre punti dal fascino english style

IL MESSAGGERO - FERRETTI - Alzi la mano chi, una volta conosciute le formazioni, non abbia pensato: ma come, Zaniolo, cioè colui che da solo si era mangiato un'intera squadra turca, non gioca? Dentro ancora Kluivert, per la quinta volta di fila dal primo minuto. Più sorprendente, però, il no a Nicolò oppure il sì a Justin? Un interrogativo che, a fine gara, passa in archivio dovendo forzatamente lasciare spazio alle prestazioni di due ex ragazzetti, mai in competizione tra di loro: Kolarov, l'autore della prima rete, ed Edin Dzeko, il capitano dei tre punti. In una Roma che si interroga (e si interrogherà, vedrete) sul dualismo tra i ventenni Zaniolo e Kluivert, sono i due ex City, che 20 anni non li hanno più da un pezzo, a meritare la prima pagina. Il serbo continua a segnare come una punta, il capo bosniaco è una sentenza. Nonostante l'inferiorità numerica, la Roma ha provato fino all'ultimo a portare a casa la vittoria e alla fine è stata premiata con il gol numero 91 del Cigno di Sarajevo, specialista nel regalare grandi emozioni ai tifosi della Roma. Una Roma che, attesa al primo esame lontano dall'Olimpico, ha dimostrato di non soffrire di mal di viaggio e che ha centrato la terza vittoria di fila dopo esser andata ancora una volta in vantaggio (quinta volta in cinque partite). Kolarov, terzo gol in campionato, appare insostituibile, e non soltanto per l'esperienza e la personalità che porta in campo: Paulo Fonseca non riesce proprio a farne a meno perché Alex gli dà tanto in entrambe le fasi di gioco. Il calcio di rigore che gli ha fischiato contro il pessimo Pairetto rappresenta più una macchia per il neo capelluto arbitro torinese che per il serbo. Sesto gol su punizione diretta, per Kolalove: ai suoi livelli, negli ultimi tre campionati, soltanto un certo Leo Messi. Vi pare poco?

BOSNIACO NEL CUORE - Sul conto di Dzeko, ormai, si fa fatica a trovare i giusti aggettivi. Il bosniaco, al quarto centro stagionale, nella Roma si sente perfettamente a suo agio, detto in romanesco se la comanda e in campo si muove da padrone. Dall'alto di una classe superiore che gli consente di fare ciò che vuole in fase di rifinitura e/o di finalizzazione. A Bologna ci ha provato, ci ha riprovato e in extremis, con tigna testaccina, ha fatto centro, correndo poi a braccia spalancate verso il settore dello stadio in cui erano sistemati i tantissimi tifosi arrivati dalla Capitale. Facendo battere loro il cuore com'era capitato qualche settimana fa quando la società annunciò il rinnovo del suo contratto. Perché la storia di Edin con la Roma non poteva, non doveva finire in quel modo; perché era giusto andare avanti insieme costruendo a braccetto nuove avventure. Come accaduto in una domenica di autunno lontano da casa.


Fonseca: «Gara dominata per tutti i 90’»

IL MESSAGGERO - TRANI - Dzeko, dopo aver esultato con i compagni, torna sotto il curvino dei tifosi. Si sfila la maglia e la tira tra la gente. È il suo secondo regalo al Dall’Ara. Pochi metri più in là,la rabbia del Bologna e la calma di Fonseca, che cerca di placare la garra di Medel, infuriato con la panchina giallorossa e con Pairetto, reo di aver fischiato - a suo dire in maniera errata-la punizione per la Roma. Pairetto indica la mano di Santander e basta. Medel ha sfidato il team manager Gombar, intervenuto per difendere Romano, collaboratore del portoghese. Che è soddisfatto, questa vittoria è sua proprio nello stile.«Abbiamo meritato, giocando bene e dominando per tutta la partita. Nella ripresa il Bologna,in contropiede, ha avuto qualche chance,ma la Roma ha mostrato carattere,unione e coraggio. Ma avrei accettato pure il pari». Kluivert e non Zaniolo, scelta che fa discutere. «Ho preferito Justin per una questione di strategia,pure lui veniva da un bel momento. Bello avere giocatori che ti mettono in difficoltà. Zaniolo è giovane e di grande valore,avrà le sue occasioni».


L'ultimo rintocco è della Roma: Dzeko gela il Bologna al 94'

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Dzeko la fa esultare all’ultimo tocco della partita. Un suo colpo di testa preciso e libero da ostacoli tre secondi dopo lo scadere dei tempi di recupero risolve una partita condotta per mano ma non dominata contro un buon Bologna che subisce la beffa e si scalda (vero Medel?) per una punizione contestata che fa partire l’azione della sconfitta. Interrotta la serie di 8 vittorie casalinghe di fila. La sconfitta non brucia per il record negato, ma perché la squadra di Mihajlovic non la meritava, anche se a livello di manovra è stata inferiore. Paga l’ingenuità di aver pensato che la gara fosse ormai finita e si è fatta trovare impreparata alla ripartenza fulminea di Veretout. Un fatto è certo: la Roma bella ma un po’ allegra di inizio campionato sta cambiando. Ora riesce anche a essere compatta, e rischia meno. In questo caso, sarà stata anche aiutata dalla fortuna, ma stare sul pezzo fino in fondo è un merito. Senza il mezzo passo falso al debutto col Genoa, adesso la banda Fonseca sorriderebbe fianco a fianco alla Juve, dietro l’Inter.


Roma, l’amore è Dzeko: «Vittoria pazzesca, adesso tutti convinti che siamo fortissimi»

IL CORRIERE DELLA SERA - Appena il tempo di vedere la palla rotolare alle spalle di Skorupski, quattro secondi dopo il minuto 93, e Edin Dzeko era già arrivato sotto il settore ospiti, dove ad aspettarlo c’erano oltre quattromila romanisti. Dietro di lui, si sono materializzati praticamente all’unisono compagni di squadra, panchinari e staff, a formare un corpo unico e romanista. Se c’è un calciatore che oggi più di tutti rappresenta la Roma, quello a cui aggrapparsi nei momenti di difficoltà, è proprio il centravanti bosniaco, che a Bologna ha realizzato il suo quarto gol stagionale, il terzo in campionato, il numero 91 in maglia giallorossa.
E confidano in lui anche i tifosi romanisti, che gli hanno perdonato il tentativo di addio, e lo hanno sommerso di amore. Ricambiato. «Speriamo - le parole di Dzeko - di regalare ai tifosi qualche vittoria. Sono impazziti al mio gol? Siamo tutti impazziti, sicuramente sono molto contento per la squadra e per i romanisti che sono sempre con noi».


Fonseca: «Gara dominata, e che carattere»

IL CORRIERE DELLA SERA - Gol vittoria in pieno recupero, in inferiorità numerica, con la Roma che nonostante tutto ha continuato ad attaccare. Nel 2-1 di Bologna, terzo successo in una settimana tra campionato e Europa League, c’è tutta la mentalità di Paulo Fonseca. Che infatti, a fine partita, è entusiasta. «Abbiamo meritato la vittoria - le sue parole - giocato bene e dominato pertutta la partita. È vero che nel secondo tempo il Bologna è salito tre volte in contropiede e ha creato un paio di occasioni da gol, ma se c’è una squadra che ha meritato la vittoria è stata la Roma, per il carattere, l’unione e il coraggio dimostrati».


La Roma c'è: Edin Dzeko se la riprende

LA REPUBBLICA - PINCI - Quaranta giorni per riprendersi la Roma. Alla vigilia di ferragosto Edin Dzeko era quasi un ex: ieri, al minuto 93 di un Bologna-Roma sincopato, è diventato l'immagine della nuova era romanista, con quella corsa a braccia larghe verso
uno spicchio di tifosi che pareva aver abbandonato. Soffocato da braccia giallorosse. Per un'estate s'erano ignorati: la Roma a sognare Higuain e Icardi, lui promesso all'Inter, tra incontri carbonari coi suo procuratore e frecciatine (private più che pubbliche) col nuovo ds Petrachi. Tutto dimenticato con il 9° gol romanista, 11 in meno di Montella. In una squadra capace di andare a segno già 14 volte, in media quasi tre a partita, la metà dei gol portano
la firma di due degli “epurati” della scorsa stagione: il 9 bosniaco e Aleksandar Kolarov, serbo come Mihajlovic, pure fui col vizio del tiro mancino, preferibilmente su punizione:
chissà se al maestro Sinisa chiederà scusa per aver complicato i piani di tenuta solida e ripartenza audace, trasferiti dal tecnico dalla camera d'ospedale del Sant'Orsola e perfettamente applicati dal vice Tanjga in campo. Piani franati proprio quando la speranza della Roma pareva evaporata, con la squadra in dieci grazie alle due ammonizioni sciocchine ricercate da Mancini. Per questo la gioia ha tracimato in quell'abbraccio tra compagni sotto la curvetta giallorossa, insieme al preparatore Nuno Romano. Una scena
che ha fatto infuriare il bolognese Medel. «Contro una grande squadra l'arbitro non ha avuto il coraggio di andare a vedere il Var», si lamentava Sansone a fine partita. Avrebbe voluto che la tecnologia cancellasse la punizione a metà campo da cui è nata la ripartenza del gol, ma il protocollo non ne prevede l'utilizzo in casi analoghi. Lo hanno spiegato anche all'uomo mercato del Bologna Walter Sabatini mentre si lamentava con Petrachi. Rimasto in silenzio a godersi la terza vittoria di fila di una Roma che sta imparando anche a vincere in modo diverso. In attesa di sistemare la difesa sempre piuttosto generosa, ora ha un mezzo in più: la vittoria di forza. Anche se la strada è quella di sempre: Dzeko.


«Pazzi di gioia»: Dzeko e Kolarov oltre le polemiche

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - «Siamo impazziti di gioia alla fine, è tutto bellissimo, sono troppo felice, per noi e per i tifosi». L'uomo ritrovato della Roma di Fonseca si chiama Edin Dzeko. È suo il gol-vittoria contro il Bologna, il terzo in quattro partite di campionato. «Un successo che penso sia meritato - l’analisi del bosniaco - anche perché ho sentito che il rigore concesso a loro era un po’ un regalo. Non è facile giocare a Bologna, è una squadra tosta, ma noi abbiamo provato ad imporre il nostro gioco e nel primo tempo ci è mancato l’ultimo passaggio. Siamo stati bravi con un uomo in meno (doppio giallo ed espulsione per Mancini, salterà la gara con l’Atalanta di mercoledì ndr) a non prendere il secondo gol sul’1-1. E poi è arrivata la mia rete in extremis. Così, all’ultimo respiro, è sempre più bello. A chi mandiamo messaggi? A noi stessi: siamo un gruppo forte e vogliamo andare avanti. Siamo convinti del nostro gioco e dobbiamo crescere».

Il primo gol porta la firma di Kolarov che ha poi causato il rigore, piuttosto dubbio, per i padroni di casa. Per il terzino è il sesto centro (il terzo stagionale), su punizione, da quando indossa la maglia giallorossa. Nei primi 5 campionati europei, solamente Messi ha fatto meglio di lui. «Non era rigore per il Bologna ribadisce Kolarov - ho preso Soriano dopo aver toccato il pallone, anche perché non posso sparire. Si può sbagliare, ma gli arbitri dovevano controllare alla Var. Gli abbiamo detto di guardare, ma niente. Peccato, perché è un errore che stava compromettendo una partita dominata». Paulo Fonseca si gode la sua prima trasferta dopo quattro gare in casa (Europa League compresa), ripartendo da sei giocatori fino a questo momento sempre titolari: Pau Lopez, Kolarov, Fazio, Cristante, Kluivert, Dzeko. «Abbiamo dominato la partita e vinto con merito, per il carattere, l’unione e il coraggio che abbiamo dimostrato. Senza dimenticare che abbiamo giocato anche giovedì scorso, in Europa. Rispetto all’inizio del campionato, si vede che qualcosa ho cambiato. Ci siamo adattati e credo che questo modo di giocare sia più realista. A me piace il buon calcio, ma, come prima cosa, mi piace vincere. Stiamo migliorando in fase difensiva, ma per noi è importante non perdere più la palla in fase d’impostazione».

Un altro assist di Pellegrini, dopo i tre realizzati contro il Sassuolo, regala a Dzeko la palla della vittoria romanista, mentre Veretout ammette di «essere al 120%». Dopodomani la Roma tornerà all’Olimpico, per il turno infrasettimanale contro l’Atalanta. Toccherà a Juan Jesus fare coppia con Fazio (Mancini è squalificato), anche se il tecnico, prima della gara di Bologna, ha detto che avrebbe recuperato Chris Smalling che potrebbe partire inizialmente dalla panchina, per un inserimento graduale: il giocatore è stato preso per fare Il titolare in una squadra che ha bisogno d’esperienza in fase difensiva.