Spinazzola e Perotti a rischio derby

IL TEMPO - SCHITO - Stagione nuova, malanni vecchi. Come un anno fa, all'esordio in campionato della sua Roma, è mancato un giocatore all'appello. Diego Perotti ha alzato bandiera bianca nell'allenamento di rifinitura prima della prima gara ufficiale dei giallorossi, che hanno ospitato all'Olimpico il Genoa di Aurelio Andreazzoli.

Quest'anno, almeno in casa, l'argentino non si è presentato contro la sua ex squadra per l'ennesimo guaio muscolare che lo tiene lontano dal campo di gioco. Probabilmente oggi, al massima domani, l'esterno di Fonseca si sottoporrà agli esami strumentali per valutare l'entità dell'informanio ma, dopo una stagione come quella passata, gli auspici non sono
certo positivi. Nel campionato scorso, nell'alternanza tra Eusebio Di Francesco e Claudio Ranieri, il numero 8 giallorosso ha giocato appena 663 minuti in campionato, distribuiti
su 13 presenze con 5 gol all'attivo, 3 dei quali su rigore. Un risultato misero considerando che l’anno precedente l'argentino aveva raccolto 25 presenze e 1607 minuti, nella stagione 2016/17 la bellezza di 32 presenze per un minutaggio totale di 1745" - con 8 gol segnati - e nel 2015/16 era sceso in campo 16 volte con la maglia del Genoa e altre 15 con la casacca giallorossa. Perottipensava di lasciarsi alle spalle i problemi muscolari che lo
hanno costretto a giocare a singhiozzo senza trovare praticamente mai la condizione migliore, archiviandoli insieme a un'annata tutt'altro che felice per tutta la squadra.

Tornato dalle vacanze, l'ex genoano aveva iniziato a  respirare aria nuova, con Fonseca che lo aveva eletto tra i suoi punti di riferimento: un esterno come lui, capace di accentrarsi senza difficoltà per liberare la fascia per far salire il terzino e stringere verso la punta creando differenti possibilità offensive, faceva perfettamente al caso del portoghese, testimonianza ne è stata la costante presenza dell'argentino nel tridente posto alle
spalle del centravanti nelle dieci amichevoli giocate dai giallorassi nel precampionato. La speranza per Perotti è che si tratti di un problema di facile risoluzione e che
possa tornare presto a disposizione dei mister che su di lui ha riposto così tanta fiducia, non dimenticando che domenica prossima c'è il derby e l'argentino proverà in tutte le maniere a farsi trovare pronto per una sfida così sentita dalla squadra e dalla tifoseria. Ma quella di Diego Perottinon è l'unica assenza con cui Fonseca ha dovuto fare i conti. Durante la settimana si è fermato anche Leonardo Spinazzala. Il terzino proveniente dalla Juventus
nell'ambito dell'affare che ha portato in bianconero Luca Pellegrini - ora in prestito

al Cagliari - ha accusato una distrazione del bicipite femorale sinistro che lo ha costretto a saltare la prima all'Olimpico della sua squadra. L'occasione per presentarsi al pubblico giallorosso, o almeno a parte di esso, potrebbe essere contro la Lazio: le condizioni di Spinazzola verranno valutate giorno per giorno e, nel caso in cui non dovesse rientrare
per il derby, il giocatore rimanderà il debutto a dopo la sosta delle nazionali sfruttando due settimane in più per recuperare.


Roma senza difesa. Si fa rimontare tre volte: Fonseca inizia tra i fischi

CORRIERE DELLA SERA - La Roma si candida subito a diventare il passatempo preferito dei tifosi la cui squadra ha giocato il giorno prima e dei cardiologi della Capitale. Con il gioco di Paulo Fonseca e con la difesa costruita da Petrachi ci sono due certezze. La prima: sarà sempre più facile vedere un 3-3 — come ieri sera contro il Genoa dell’ex Andreazzoli — piuttosto che uno 0-0. La seconda: i tifosi rivivranno emozioni zemaniane a rischio di infarto. [..] Il debutto contro il Genoa è stato un riassunto di quanto visto nelle amichevoli estive: la Roma costruisce e distrugge con la stessa spensieratezza. Del resto, se hai preso gol dal Trastevere ci sta che una coppia di attacco giovane e brillante come Pinamonti e Kouame ti possa mettere in difficoltà. Soprattutto se non ci sono coperture preventive di squadra e si semina la prova di errori individuali. La Roma è andata tre volte in vantaggio ed è stata recuperata per tre volte. Il debutto di Paulo Fonseca all’Olimpico, così, si è chiuso sotto i fischi del pubblico che era comunque arrivato numeroso: quasi 40mila.


Dzeko: la vera certezza nella Roma incompiuta

LA REPUBBLICA - BOCCA - Sei gol e un gran batticuore, un calcio allegro e divertente. Anche se all'Olimpico il 3-3 col Genoa non è piaciuto affatto ed è stato accolto con qualche mugugno. Il risultato è ottimo per la squadra di Andreazzoli, molto meno per quella di Fonseca, che è ancora în alto mare e continua a fare risultati poi non motto diversi da quelli che furono di Di Francesco o Ranieri. La Roma ha evidenziato grandi problemi in difesa, mentre in attacco molto più entusiasmante è la giovanissima coppia genoana Kouamé-Pinamonti che ha segnato dei gran gol.

La prima stagione senza i totem Totti e De Rossi, la Roma di una nuova era, guidata da un portoghese gentile stratega, tutto l'opposto di Mourinho, è cominciata sotto gli occhi anche del ct Mancini che è venuto a verificare le proposte azzurre della Roma. La partita contro il Genoa è stata quasi la continuazione della stagione passata. La Roma ha capito subito che oggi molte squadre possono metterla In difficoltà, semplicemente giocando con asprezza, concentrazione, annullando abbastanza facilmente i suoi talenti che spesso si spengono quando il gioco si fa duro. Lo spettacolo della Roma dunque va a sprazzi e si alterna a veri
tracolli, a ogni gol (Under, Dzeko, Kolarov) corrisponde una reazione del Genoa (Pinamonti, rigore di Criscito, Kouamé) che la squadra di Fonseca non ha saputo arginare. Andreazzoli tiene testa al più illustre collega portoghese, e il gioco di Schone, Kouamé e Pinamonti alla fine vale quello di Under, Kluivert e Dzeko.

Come si poteva prevedere, il top nella Roma lo raggiunge “il cigno di Sarajevo” come lo chiama lo speaker dell'Olimpico, con un'azione spettacolare in cui salta progressivamente quasi tutta la difesa del Genoa per far gol con un destro prepotente. La Roma ha fatto bene a non farsi scappare Dzeko, ma nemmeno lui può bastare se non ci si sbriga a dare un senso e un'anima a una squadra ancora una volta stravolta, ma rimasta anche a metà. La Roma è stata frullata sul mercato, ma la sua rivoluzione non è stata ancora completata. Fonseca ha
mandato in campo quel che restava della formazione dello scorso anno, in panchina sono finiti almeno una sessantina di milioni di acquisti (a parte Pau Lopez, Mancini e Zappa-
costa sono entrati nel secondo tempo). Il problema del difensore centrale esiste e non si può ipotizzare - come ha detto lo stesso Fonseca: di poterne addirittura fare a meno. La stessa partita col Genoa, fulminanti gol di Pinamonti e Kouamé e gli interventi scomposti di Juan Jesus, ma non solo lui, ne sono stati la dimostrazione. Chiusi i capitoli Alderweireld e Lovren perché troppo costosi e perché è dura fare braccio di fermo con Tottenham e Liverpool, restano aperte le soluzioni di Rugani e di Nkoulou, che vorrebbe lasciare il Torino. C'è una settimana di tempo per chiudere.


Le solite amnesie, Dzeko non basta. Cercasi centrale

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Finisce tra i fischi la prima della Roma di Paulo Fonseca, bloccata sul 3-3 dal Genoa dell'ex Andreazzoli. Parlano i numeri per Edin Dzeko: 88 gol in 180 presenze con la Roma, squadra con la quale ha ieri iniziato, segnando, la sua quinta stagione. Ma i numeri parlano chiaro anche per la difesa del giallorossi, che incassano tre retl all'esordio. Ovazione dell'Olimpico, per il bosniaco, pace fatta con tutti i tifosi giallorossi,
al termine di un'estate che ha visto il giocatore vicinissimo all'Inter, ma la prima stagionale termina con un solo punto, grazie ai centri di Under, Dzeko e Kolarov che nascondono solo parzialmente i continui errori difensivi di una squadra che è ancora un cantiere aperto, con tanti giocatori nuovi da inserire (Zappacosta, Mancini, Diawara e Veretout). Lo stadio alza il sipario sulla nuova stagione con giochi di luce alla lettura delle formazioni, uno show di riflettori nelle intenzioni trascinante, che ha portato fischi solamente a Schick e Pastore, quando è stato annunciato il loro nome, «Avanti con la tradizione della fascia a un romano, al fianco di Florenzi capitano», è lo striscione firmato da “Roma”, il gruppo centrale della Sud, accolto dagli applausi del resto dello stadio. Dichiarazione d'amore della curva al giocatore che raccoglie la pesante eredità lasciata da Daniele De Rossi al quale vengono dedicati tanti cori e che allontana le incomprensioni che in passato c'erano state tra il
numero 24 e gli ultras. Cori contro Pallotta, per una contestazione che viene portata avanti, mentre l’ex David Pizarro, prima del fischio d'inizio, fa un breve giro sotto la Sud per salutare i tifosi, pronti a riabbracciarlo.

Il pareggio contro il Genoa conferma la necessità di intervenire sulla difesa, troppi gli errori e le incertezze davanti alta porta, con Fazio e Juan Jesus che dimostrano di non essere una coppia solida (Gianluca Mancini, entrato al 65° deve ancora ambientarsi del tutto). Manca una settimana alla chiusura del mercato, Gianluca Petrachi si dovrà muovere per regalare a Fonseca un altro centrale. Daniele Rugani è una pista rimasta in standby, mentre torna d'attualità un nome che l'attuale ds giallorosso conosce bene: Nicolas Nkoulou. Il giocatore del Torino, che ha chiesto a Mazzarri di andare in tribuna contro il Sassuolo, si trasferirebbe molto volentieri nella capitale. Il camerunense è valutato una ventina di milioni, ma potrebbe arrivare in prestito oneruso con obbligo di riscatto: «Fortunatamente il mercato sta per finire - si sfoga Petrachi, critico con i tempi del mercato italiano - perché un periodo così lungo è un’agonia, non si può giocare la prima e avere il mercato aperto, è un massacro, non mi stancherò mai di dirlo, è difficile, perché vivere ogni giorno con ragazzi che pensano o di rimanere o di andare via, ci creano dei problemi che potremmo evitarci. In Premier il mercato era chiuso due giorni prima dell'inizio e potrebbe essere una formula importante anche per noi».


Piedi e istinto: Bove, la mezzala che vede la porta

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Si chiama Edoardo Bove, ed è un classe 2002, il primo giovane talento del vivaio romanista che viene indicato a chi chieda informazioni sugli emergenti. È una mezzala destra, che può giocare anche a sinistra, in un 4-3-3, oppure mediano o anche trequartista nel 4-2-3-1. È stato aggregato in Primavera da questa stagione, dopo essersi messo in evidenza nell'Under 17 di Piccareta. Due anni fa, Bove (nell'Under 16), è stato anche capocannoniere della sua squadra. con 11 gol tn 27 partite, mettendosi in evidenza per la facilità con la quale trova la porta. Nato a Roma, il 16 maggio
del 2002, da papà napoletano e mamma italo-tedesca, Edoardo frequentava fino alla
scorsa stagione un liceo, all'Eur, ma da quest'anno,  visto che i ragazzi di Alberto De Rossi si attenano la mattina, frequenterà un istituto privato come gli altri suoi compagni.

Da piccolissimo giocava nella Boreale Don Orione ma si è subito trasferito alla Roma. La scorsa stagione anche si è distinto perle sue capacità realizzative, riuscendo a infilare 20 reti, per una media da centravanti. È stato protagonista anche del trofeo Alkass, in Qatar,
manifestazione persa dall'Under 17 in finale in maniera immeritata, ai rigori. Viene descritto come un giocatore con i piedi ben piantati per terra, bravo nello studio e umile
nell'atteggiamento, sia in campo, sia fuori, con grande personalità e margini di crescita. E' abile nel colpo di testa, deve migliorare nella fase difensiva e deve un po' irrobustirsi fisicamente.


Fonseca conosce bene il problema: «Senza equilibrio»

GAZZETTA DELLO SPORT - Al fischio finale Paulo Fonseca va via a testa bassa. Il tecnico della Roma toppa l’appuntamento con la vittoria al suo debutto all’Olimpico in A. Alla vigilia aveva preannunciato che non gli sarebbe bastato vincere: col suo calcio vuol dominare. La sua prima in campionato è incompiuta. «Abbiamo iniziato bene, nella fase offensiva 15 minuti molto buoni – ha spiegato Fonseca -. Il problema è stato in difesa. Da un punto di vista offensivo abbiamo dominato come volevamo, abbiamo giocato sempre nella loro metà campo, il problema è stato trovare un equilibrio perché quando prendi 3 gol è difficile vincere. C’è ancora molto da migliorare».


Dzeko crea, la difesa disfa

GAZZETTA DELLO SPORT - La Roma è bella dalla cintola in su, niente da dire. Gli schemi offensivi di Fonseca sono già ben delineati. Sia in fase di manovra che, forse ancor di più, in fase di ripartenza. Velocità e scambi di prima intenzione. Ma quando viene attaccata son dolori. Juan Jesus ci ha messo del suo ma è anche vero che la difesa è poco protetta tanto la squadra è protesa in avanti. Il Genoa, sotto la regia di Schone, non si è chiuso e ha giocato tutte le sue chance sui peperini Kouame e Pinamonti, gran coppia per una squadra che si deve salvare. Alla manovra della Roma il Grifo ha opposto un gioco verticale, cercando spesso il lancio a scavalcare il centrocampo. È stato bravissimo a sfruttare ogni occasione e a reagire a tutti i gol della Roma. Roma che è partita forte, grazie al capolavoro di Under che, servito da Dzeko, si è bevuto Criscito e Zapata e con una sassata ha fatto esultare un Olimpico non pieno ma gasato. Subito dopo una stupenda azione tutta di prima ha portato ancora Under al tiro, stavolta finito a lato. Sembrava una notte di gloria, invece il pareggio di Pinamonti (gran tiro all’incrocio da dentro l’area) ha fatto capire che non sarebbe stato così facile. Dzeko ha riportato in vantaggio la Roma saltando tre giocatori prima del tiro, ma al tramonto Criscito ha realizzato quel rigore «regalato» da Juan Jesus. Se nel primo round la Roma ha vinto, diciamo, ai punti, nel secondo il Genoa ha meritato il pareggio. Perché, forse con la complicità di una Roma un po’ stanca (e i cambi son serviti a poco), ha tenuto meglio il campo e ha rischiato molto meno. In più di mezzora, ha subito solo il capolavoro di Kolarov su punizione, che ha sbattuto sulla traversa prima di varcare la linea ed è riuscito ancora una volta a pareggiare con una zuccata di Kouame con la difesa ancora in ritardo (e stavolta l’errore è di Mancini, entrato per Juan Jesus). Poi, ha rischiato solo nel finale, con Zappacosta che ha svirgolato l’occasione della vittoria.


Roma, Cercasi equilibrio

(INSIDEROMA.COM - MASSIMO PAPITTO)Eravamo partiti forte, gol di Under su assist illuminante di Dzeko come il pre-campionato aveva fatto intravedere. Boato, esultanza, gol rapido, per dare un’impronta nuova alla stagione della ripartenza con neanche il tempo di risedersi sul seggiolino o sul divano che lo stesso Cengiz Under sfiorava il raddoppio in contropiede su assist illuminante di Pellegrini dalla trequarti. Un quarto d’ora scarso di calcio di altissimo livello, veloce, rapido, scattante, senza un attimo di respiro e senza pensare che in agguato però c’erano le solite amnesie, le solite paure e le solite (diciamo) inadeguatezze difensive.

Quella che abbiamo visto contro il Genoa purtroppo è una Roma dai due volti: bella e straripante in attacco e da incubo però in difesa quando la palla è inevitabilmente in possesso degli avversari. Farsi rimontare tre volte in casa dal Genoa non è il massimo della vita e ti fa venire alla mente parecchi pensieri che in questo momento difficilmente trovano delle risposte rapide e decise.

Se prendiamo tre gol da una squadra normale come il Genoa che cosa dovremmo aspettarci quando andremo ad affrontare squadre più quotate del nostro campionato? E se poi in una giornata nefasta o storta non riuscissimo mai a trovare la via del gol come faremmo a difenderci da una sconfitta sapendo che un gol a partita purtroppo saremo quasi costretti a prenderlo sempre?

Dubbi, incertezze che ci sono. Sono presenti nonostante la Roma abbia fatto vedere anche cose molto interessanti. In prima battuta la condizione fisica che sembra essere nettamente migliore di quella dello scorso anno e poi il gioco offensivo che se continuerà ad essere così fluido potrà regalare sempre gol e spettacolo.

L’equilibrio però è fondamentale e va ricercato il prima possibile. Mister Fonseca lo sa e lo ha predicato con forza nel dopo partita. Sa che non si può disperdere un patrimonio offensivo di questo livello con errori evitabili. Va comprato un difensore centrale forte il prima possibile sul mercato mentre il derby ora viene in soccorso quasi come un esame di laurea iniziale. Farsi trovare pronti è un dovere per poter ancora regalare entusiasmo ad un popolo che ieri sera nei primi minuti della gara col Genoa si era esaltato. Vincere il derby potrebbe regalare nuovo slancio, quello slancio che col passare dei minuti della partita di ieri si è un po’ perso.

Colpa dell’equilibrio. Troviamo quello e saremo già a metà dell’opera.


Rugani ad un passo dalla Roma

Daniele Rugani ad un passo dalla Roma. Le questioni da definire sono la formula di pagamento di Rugani da parte della Roma (prestito con obbligo di riscatto o cessione da subito) e l'inserimento nell'affare di contropartite tecniche. Primo tra tutti, Alessio Riccardi (la Roma lo valuta 10 milioni di euro) in buona compagnia di alcuni altri ragazzi del vivaio quali Zan Celar (attaccante)e Ludovico D'Orazio (esterno). Parecchie variabili, insomma, per una operazione che parte dalla valutazione di circa 30 milioni di euro data a Rugani. La più clamorosa, di variabile, però, è quella legata ad un possibile reinteressamento della Roma all’indirizzo del granata Nicolas Nkoulou. Questo quanto riportato dal sito web tuttosport.


La Roma risponde a Cairo: "Mai contattato Nkoulou"

La Roma ha risposto alle parole di ieri sera del presidente del Torino Urbano Cairo, circa l'interessamento romanista per Nicolas Nkoulou e la penale da 900mila euro da pagare in caso di passaggio di un giocatore granata ai giallorossi. Queste le parole riportate nel comunicato sul sito ufficiale asroma.com: "In merito alle dichiarazioni del presidente del Torino FC Urbano Cairo, riportate da alcuni organi di stampa, la Roma precisa di non aver mai contattato alcun calciatore del Torino e di non essere interessata ad alcun tesserato della società granata".


Defrel, il Cagliari ci riprova. Possibile inserimento di Olsen nell'operazione

Nonostante il sorpasso Samp, il Cagliari torna all'attacco per Gregoire Defrel, attaccante in uscita dalla Roma. Complice del nuovo affondo rossoblù l'infortunio di Pavoletti. Secondo Sky Sport, inoltre, il club sardo potrebbe intavolare una doppia operazione con i giallorossi, con l'intento di portare a Cagliari anche il portiere Robin Olsen. 


Perotti out almeno un mese e mezzo a causa di una lesione miotendinea

Diego Perotti ha effettuato questa mattina dei controlli strumentali in seguito a un infortunio riportato nella giornata di sabato.

Gli esami hanno evidenziato una lesione miotendinea al retto femorale sinistro. I tempi di recupero sono stimati tra i 45 e i 60 giorni. Il calciatore ha già iniziato le necessarie terapie.