Ma vendere il futuro è un errore

CORRIERE DELLA SERA - Nell’estate 2002 la Roma trovò l’accordo con Edgar Davids per fargli vestire la maglia giallorossa. L’olandese voleva lasciare la Juventus ma Luciano Moggi, per liberarlo, chiese 15 miliardi e il cartellino di due giovani della Primavera romanista: Daniele De Rossi e Alberto Aquilani(…).Nessuno sa se Riccardi e Bouah, trequartista e terzino destro, potranno fare tutta la carriera di De Rossi e Aquilani, farne metà oppure restare soltanto belle speranze. Però scambiare un pezzo di futuro con un calciatore bravo ma non decisivo, come Rugani, è un errore. La Roma non può combattere le grandi sul piano dei soldi, deve farlo con i frutti del vivaio e con lo spirito identitario. Il calo degli abbonamenti è un segnale chiaro.


Roma incompleta davanti e dietro

MESSAGGERO - TRANI - Fonseca insiste da tempo per avere il centrale difensivo che gli manca. Con eleganza, e senza dunque fare riferimento a Manolas, offre anche l'identikit: esperto e veloce. Finora Petrachi non è riuscito ad accontentarlo. Mancini è arrivato prima della richiesta pubblica del portoghese, Cetin subito dopo. Sono riserve, però: acerbo l'azzurro, scommessa il turco. Alderweireld avrebbe messo d'accordo l'allenatore e il ds. Ma, lasciando comunque aperto lo spiraglio per il ribaltone che sul mercato non è mai da escludere, la trattativa sembra sospesa, con il Tottenham che non fa nessuno sconto sul prezzo che è di almeno 28 milioni.

SOLUZIONE DI SCORTA Alderweireld, dopo la dolorosa separazione da Manolas, avrebbe fatto la differenza nella linea a 4 della Roma. Non Rugani che, riflessione principale, diventa esubero della Juve proprio nella stagione in cui a Torino arriva Sarri che lo ha fatto sbocciare nell'Empoli. Il difensore, in 4 anni di serie A con la Juve, ha giocato poco più di un terzo delle partite. E non sempre da titolare: 59, solo 15 su 38 nell'ultima, da perfetto panchinaro. Avere più di un dubbio è quindi legittimo. Ce l'hanno anche Fonseca e Petrachi. Non è il profilo ideale.

PROPOSTA INDECENTE L'operazione, invece, è inaccettabile se diventa solo economica e non tecnica. Soprattutto se per avere il venticinquenne la Roma spendesse come non ha fatto per Alderweireld che è titolare del Tottenham vicecampione d'Europa e del Belgio. E lo è ancora di più in più se, sempre per l'ennesima plusvalenza da mettere a bilancio, in bianconero finisse il talentino della Primavera di De Rossi, il centrocampista Riccardi (classe 2001). Lo scambio, con l'inserimento del diciottenne, è la conferma che, se il presente è anonimo, il futuro proprio non interessa. A quello, però, pensa l'amica Juve che si prende il meglio del vivaio giallorosso. Ha cominciato ad inizio estate con Luca Pellegrini, girato poi al Cagliari che continuerà a svezzarlo: a Trigoria, incassando anche 7 milioni di conguaglio, Paratici ha mandato Spinazzola (ieri si è fermato e non sarà disponibile contro il Genoa: distrazione muscolare al bicipite femorale sinistro). Ora tocca a Riccardi prendere la strada di Torino (non è affatto convinto e lo fa sapere su Instagram: «Ora più che mai...amore infinito», con cuori giallorossi), regalo alla tifoseria per il debutto in campionato domenica sera all'Olimpico. E chissà se domani, cioè l'anno prossimo, pure a Zaniolo.

INTERVENTO NECESSARIO Niente da fare per il sostituto di Manolas. E, al momento, nemmeno quello di El Shaarawy. Davanti manca il rinforzo di primo piano almeno quanto dietro. Anzi di più. La Roma di Fonseca sarà a trazione anteriore e l'attacco di conseguenza fondamentale. Servono specialisti. Nell'ultimo campionato questo il rendimento dei giallorossi: El Shaarawy 11 gol, Dzeko9, Kolarov 8, Fazio e Perotti 5, Cristante e Zaniolo 4, Florenzi, Pellegrini, Under e Schick 3, Kluivert 1. L'investimento è da fare nel ruolo di El Shaarawy. Perotti, Kluivert e Florenzi, in 3, hanno realizzato meno reti: 9. L'esterno offensivo, dunque. Ma anche il vice Dzeko. Se non è possibile raddoppiare lo sforzo, va scelto almeno l'interprete capace di coprire entrambi i ruoli. Mariano Diaz andrebbe bene, sempre che ritrovi la mira.


Veretout: «Roma da Champions. Non vedo l'ora di giocare il derby e cantare l'inno»

GAZZETTA DELLO SPORT - Esistono due Veretout: il bravo ragazzo senza tattoo e con la faccia dell'amico del cuore da una parte. Il guerriero che non ha paura di nulla dall'altra. Sul campo. C'è del bello in tutti e due e la Roma finalmente se lo può gustare davvero, visto che oramai ha messo da parte ogni contrattempo fisico. «Già e non vedevo l'ora di tornare - dice il francese - Ho dovuto fare una riatletizzazione, ma ora sono pronto per giocare. Devo lavorare ancora un po' per mettermi al pari con gli altri. Ma la caviglia sta bene, non fa più male, sto per riprendere il ritmo».

Fonseca è a caccia di un regista. Se la sente di assumersi questa responsabilità?
«In questi primi allenamenti sto giocando basso, mi piace. Ma posso essere anche l'altro mediano, quello un po' più alto. Non è un problema, l'importante è l'equilibrio».

Ci racconta la telefonata con Fonseca?
«Mi ha detto che aveva già visto molte mie partite, che gli piaceva come giocavo e che mi voleva con lui. Mi ha spiegato il suo calcio. È stato fondamentale, se sono qui è anche perché lui mi ha convinto e mi ha fatto sentire la sua fiducia. È stato divertente, a casa quel giorno c'era il compagno di mia cognata che è portoghese. Ha fatto lui da traduttore...»

In quel momento la voleva anche il Milan.
«Ho scelto la Roma perché è una grande squadra. E perché ho capito che con Fonseca potevo crescere. Questo ha pesato, quando vai in un club come questo devi essere a tuo agio. Il mister ha grandi personalità, le sue squadre hanno giocato sempre molto bene e ora vuole fare una squadra forte e competitiva anche a Roma».

Lei è uno specialista sui calci piazzati. È pronto a sfidare Kolarov?
«Se c'è bisogno posso dare una mano, ma non è la priorità, non è il mio obiettivo. Ciò che conta è fare una grande stagione, giocando un bel calcio. E poi ritrovare subito la Champions. Conta questo. Sono due anni fa la Roma ha giocato la semifinale e aveva adesso gli occhi di tutto il mondo. Quando sono venuto all'Olimpico sono rimasto sempre impressionato dallo stadio, dalla passione, dal tifo. Rispetto a Firenze è tutto amplificato, per alcuni versi mi ha messo i brividi addosso».

Juventus, Napoli e Inter sembrano partire più avanti di tutte le altre però.
«La Roma era già una buona squadra lo scorso anno, ora sul mercato ha fatto bene. Possiamo fare una grande stagione, ci dobbiamo solo convincere di questo. Abbiamo giovani molto forti e il rinnovo di Dzeko è stato fondamentale, esattamente come quello di Zaniolo, Under e Fazio. Edin è però un grande calciatore, pesa tanto nel nostro spogliatoio. Quella di restare è la decisione migliore che potesse prendere».

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Tra dieci giorni c'è il derby, lei con la Fiorentina ha segnato una tripletta con la Lazio.
«So quanto vale come partita, sarebbe bello fare subito altri tre gol. Appena arrivato in tanti mi hanno fatto capire che devo fare una partita della madonna (letterale, ndr) e che bisogna vincere. Ma prima c'è il Genoa, ci servono i tre punti. Per iniziare bene e avere più fiducia. Poi, vittoria chiama vittoria».

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L'immagine che dà è quella del guerriero. Se qualcuno le fa un tunnel che può succedere?
«È già successo al primo allenamento, me l'ha fatto Dzeko. Mi sono girato per guardarlo male, poi ho visto quanto è grosso e ho detto "Va bene così". In allenamento ci può stare, in partita no. Lì mi arrabbio».

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Contro il Real Madrid era in tribuna. Sensazioni?
«Ho sentito l'inno e i cori dei tifosi. Emozionante, prometto che li imparerò presto».

Quando ha firmato chi le ha mandato un messaggio?
«Florenzi, per darmi il benvenuto. È un bravo ragazzo, positivo, ride sempre. Come Kolarov, anche se non ci credete molto».

A Roma si può provare a vincere subito?
«Dobbiamo giocarcela su tutti i fronti. La Coppa Italia, ad esempio, è la strada più corta, ma ho l'impressione che anche le avversarie di Europa League non saranno tanto contente di affrontarci...».


Calciomercato Roma: Defrel vota Sampdoria

GAZZETTA DELLO SPORT - Defrel vota Sampdoria. L’attaccante francese della Roma è nel mirino del club blucerchiato e ha sposato la causa di Di Francesco, suo primo sponsor per un ritorno in Liguria in prestito con obbligo di riscatto sui 13 milioni di euro. Se Ferrero darà l’ok a questa formula l’affare potrà chiudersi in breve tempo per la felicità del mister ex Roma. Il Sassuolo si era informato, e avrebbe voluto chiudere l’affare, ma è indietro come il Cagliari, che adesso punta l’argentino Simeone junior della Fiorentina per un colpo nel reparto offensivo.


Più casi per la Var, meno furbizie. Così cambiano le regole del calcio

LA STAMPA - BUCCHERI - Questione di abitudine. È sempre così davanti ad ogni cambiamento, ancor più se a mutare sono le regole di un gioco come il calcio. La rivoluzione di luglio, o meglio, di agosto visto che, da noi, si comincerà a fare sul serio con una certa continuità dal fine settimana coinvolge dinamiche tali da costringere gli allenatori anche a ripensare certe situazioni tattiche. Questione di abitudine, ma non solo. Alcune delle novità volute, e votate, dall'Ifab, l’International Board unico depositario della scrittura, o riscrittura, delle regole si accompagnerà ad inevitabili momenti di discussione ed interpretazione. Fra queste, se è materia, e quando, della Var giudicare se il portiere ha almeno un piede sulla linea di porta, o in linea con essa se sta saltando, in caso di tiro dal dischetto. Questione di abitudine e di tempo: per i fischietti si annuncia una stagione un po’ più rompicapo del solito perché l’anno primo dopo le novità è ricco di trabocchetti.

FALLI DI MANO - Diventa, di fatto, sempre punibile il braccio largo in posizione «innaturale» o avere le mani o le braccia sopra l’altezza delle spalle perché, in questo caso, il giocatore si sta assumendo un rischio anche se dovesse scivolare (la distanza ravvicinata non può essere un’esimente). Allo stesso tempo, ogni gol nato da un tocco di mano o con il braccio, seppur non intenzionale, ma casuale, verrà cancellato così come la rete nata da un’azione con le stesse dinamiche: questo il caso accaduto nei minuti di recupero di Manchester City-Tottenham con il gol al 94’ di Gabriel Gesus tolto dalla Var per un assist di mano involontario di Laporte.

CALCIO DI RINVIO - Su un calcio di rinvio o su una punizione eseguita dalla propria area di rigore, il pallone è in gioco una volta che è stato toccato e si è mosso chiaramente: l’avversario deve rimanere fuori dall'area, ma può intervenire anche dentro non appena il pallone è stato calciato. La ratio di questa novità è quella di creare una ripresa della manovra più veloce e costruttiva e di evitare quelle perdite di tempo dovute al tocco del difensore prima che la palla uscisse dall'area. D'ora in avanti, inevitabilmente, cambieranno anche certe disposizioni tattiche chieste dagli allenatori.

BARRIERA - Il modo di disporre la barriera non potrà più prevedere i suoi prolungamenti ad opera di chi attacca. Tradotto: i compagni di squadra del giocatore che è chiamato a calciare dovranno rimanere ad un metro minimo di distanza dagli avversari disposti davanti al pallone. Il problema che potrà nascere è sul momento in cui va rilevata l’infrazione: quest’ultima scatta quando chi calcia tocca la palla e, per l’arbitro, non sarà sempre facile fischiare un calcio di punizione indiretto (interverrà la Var?). Le prime polemiche sono già nate sulla punizione di CR7 contro l’Inter a Nanchino il mese scorso.

RIGORI - I portieri dovranno avere almeno un piede sulla linea di porta o in linea con la porta se stanno saltando: in caso contrario, ammonizione e ripetizione del penalty. Appare un'indicazione semplice e lineare, ma, in realtà, può creare qualche problema: dubbi interpretativi, ad esempio, sono nati sulla parata, dal dischetto, del portiere del Liverpool Adrian in occasione del rigore decisivo nella finale vinta dai Reds contro il Chelsea con in gioco la Supercoppa Europea. Il rispetto della norma spetta all'arbitro, ai guardalinee e alla Var, sempre in presenza di un chiaro ed evidente errore.

CARTELLINI E SOSTITUZIONI - I cartellini, giallo e rosso, verranno esibiti anche sotto gli occhi degli allenatori o dei dirigenti. E se l’autore dell’infrazione non può essere identificato, la sanzione finirà per subirla il responsabile più alto in grado (di solito gli stessi tecnici). L’espulsione dovrebbe costare al tesserato almeno un turno di squalifica, cosa che, in passato, non accadeva se non in presenza di «aggravanti». Chi deve uscire perché sostituito dovrà farlo dal punto più vicino del terreno di gioco (il granata Ansaldi ha pagato con un giallo il cambio classico a Minsk). Le ammonizioni per aver festeggiato troppo un gol restano se la rete è annullata dal Var.


Dagli sponsor di maglia 116 milioni e ben 50 loghi

GAZZETTA DELLO SPORT - Ormai la maglia da calcio assomiglia a un patchwork (…). L’era del proibizionismo cessò nel 1981, quando vennero ammesse ufficialmente le sponsorizzazioni sulle divise da gioco. Da allora lo sdoganamento si è via via allargato: secondo logo sul davanti nel 2004-05, logo sul retro nel 2014-15, logo sulla manica sinistra nel 2018-19. Siamo arrivati a quattro marchi possibili sulle casacche da gara, in aggiunta a quello del fornitore (…). Il valore delle maglie della Serie A edizione 2019-20 ammonta a 116 milioni, secondo l’elaborazione della Gazzetta , che tiene conto dei compensi base di tutti i contratti di sponsorizzazione (partner tecnici esclusi), al netto dei bonus. L’aggregato è sostanzialmente in linea con quello della scorsa stagione (114 milioni), per un totale di 50 loghi. Il decreto Dignità esplica i suoi effetti sul calcio a partire dall’attuale stagione: l’anno scorso altri due club di A (Chievo e Torino) esibivano un bookmaker sulle divise da gara e un terzo (la Roma) sulle maglie d’allenamento per 4,5 milioni (…).Stranamente al comando degli incassi non c’è una big ma il Sassuolo, grazie alla maxi-operazione di antica durata con la controllante Mapei (…).Poi vengono le grandi: Juventus 17, Milan e Roma 14, Inter 10,5, Napoli 9 (…).

La Juve, in particolare, punta a replicare quanto fatto con Adidas (contratto più che raddoppiato) grazie all’effetto Ronaldo: sono in corso trattative per il rinnovo con Jeep (…).Sul retro della casacca bianconera non figura più Cygames, che fa parte della stessa categoria merceologica di Konami cui è stata concessa l’esclusiva per il videogioco Pes in cambio di oltre 5 milioni. Pirellielargisce ricchi bonus ma l’Inter aspira a molto di più. Nel frattempo la Roma ha agganciato il Milan (in scadenza con Emirates) con l’accoppiata Qatar Airways-Hyundai (…).


Rugani in arrivo, ma a caro prezzo. Petrachi sacrifica il miglior giovane

MESSAGGERO - CARINA - L’accelerazione per Rugani riapre un canale con la Juventus mai chiuso. Non più tardi di 50 giorni fa, quando i due club avevano bisogno di un’operazione che regalasse plusvalenze, nel giro di poche ore Petrachi e Paratici avevano imbastito lo scambio Spinazzola-Pellegrini, ipervalutando i due calciatori e sistemando così i rispettivi bilanci. Ora lo scenario si ripete. Da un lato Rugani, dall’altro il capitano della Primavera Riccardi, anche se in ballo ci sono altri due giovani: Bouah e Celar (ora in prestito al Cittadella). La trattativa è aperta visto che in realtà la prima richiesta della Juve è stata il terzino classe 2001. La Roma ha nicchiato, preferendo offrire il centrocampista che soltanto ad aprile aveva rinnovato sino al 2023. A questo punto, se come sembra rimarrà fuori Bouah, nell’affare rientrerà l’attaccante. Di pari passo è in dirittura d’arrivo la negoziazione per Rugani: prestito con obbligo di riscatto a 25 milioni.

L’OFFERTA DI FLORENZI A EDIN La domanda è però lecita: perché il ds salentino (che ieri ha incontrato a Milano un intermediario del club bianconero che segue anche il giovane D’Orazio mentre a Trigoria piace Gozzi) per arrivare al difensore deve sacrificare uno, se non due, gioielli di famiglia? La risposta, oltre alle difficoltà a liberarsi degli esuberi, è nel problema atavico che attanaglia la Roma, un club che costa più di quello che produce. E in previsione di una stagione dove mancheranno gli introiti della Champions, a Trigoria hanno iniziato a progettare le dismissioni in anticipo, visto che entro giugno 2020 dovranno produrre almeno 160 milioni di plusvalenze. In quest’ottica, se è stato salutato con entusiasmo il rinnovo di Dzeko (che ha rivelato ieri un bel gesto di Florenzi che gli ha offerto la fascia di capitano, poi rifiutata, affinché restasse), questo ha comunque privato il club di una plusvalenza redditizia. Edin a bilancio figurava al 30 giugno a 4,6 milioni. Cederlo a 15, la valutazione sulla quale per lungo tempo s’è discusso con l’Inter, avrebbe rappresentato una decina di milioni di plusvalenza. Bene o male, quelli che il ds salentino ha ora chiesto per Riccardi (al quale va aggiunto il cartellino di Celar). La Juve alla fine lo valuterà 9 anche se il ragazzo va ancora convinto. Con l’arrivo del ds, è cambiato l’approccio alla Primavera: Luca Pellegrini, Cangiano, Greco, Bucri e ora Riccardi più Celar ne sono la dimostrazione. Due possibili addii che hanno paradossalmente oscurato l’arrivo di Rugani (che figura a 1,5 milioni nei conti-Juve). Da definire l’intesa con il ragazzo che guadagna 3 milioni più bonus, non pochi per i parametri giallorossi. Ma visti gli ottimi rapporti tra i club, sempre più certificati da operazioni di mercato e alleanze in Lega, scontato l’happy-end. Cessioni: Defrel tra Samp e Sassuolo. Ufficializzato il prestito di Zappacosta. Singolare la formula («Fino a gennaio con possibilità di estenderlo sino a giugno»). Tecnicismo legato allo stop del mercato dei Blues.


Ecco Zappacosta. Ma Spinazzola salterà la prima

GAZZETTA DELLO SPORT - Non ha fatto in tempo a gioire per l’arrivo di Zappacosta, che Paulo Fonseca ha ricevuto la notizia del forfait di Spinazzola per il Genoa, e forse anche per il derby. «Distrazione del bicipite femorale sinistro», il responso della risonanza a cui è stato sottoposto il difensore. È già pronto, invece, e sarà convocato, Zappacosta: ieri mattina le visite mediche, nel pomeriggio si è allenato, da solo, a Trigoria, e in serata il suo passaggio in giallorosso è stato ufficializzato in prestito di sei mesi estendibile fino a giugno (…).


Dzeko: «Io capitano? No, più giusto Florenzi, ma questa è casa mia»

GAZZETTA DELLO SPORT - «Lo dico da sempre - ha detto Dzeko a Roma Tv -, qui mi sento a casa, la mia famiglia si sente a casa, anche i miei figli che sono nati in questa città». Al contrario di due anni fa, però, quando la volontà della moglie era stata fondamentale nel no al Chelsea, stavolta Edin ha deciso da solo. Spinto da uno spogliatoio che di lasciarlo andar via non aveva alcuna intenzione, deluso dall’Inter, che non faceva mai l’affondo decisivo. E conquistato da Fonseca e da una società che, una volta capito che c’erano i margini per trattenerlo, ha fatto di tutto (economicamente e non) per farlo sentire il leader che è. Anche senza quella fascia al braccio che Florenzi avrebbe voluto dargli (…). «Mi rende felice vedere gli altri contenti del fatto che io sia rimasto. I miei compagni di squadra, amici, fratelli, mi hanno messo pressione per non farmi andare da nessuna parte. Ho un bellissimo rapporto con tutti. Pellegrini e Florenzi ogni giorno mi dicevano: “Tu rimani qui”. Alessandro mi ha promesso: “Se firmi ti do la fascia da capitano”. Quando ho rinnovato mi ha detto: “È tua”, ma io ho risposto che lui resta il nostro capitano, e tutti siamo con lui».

Un ruolo importante lo hanno avuto anche i tifosi della Roma: «Ho sempre avuto un bel rapporto con loro (…). Quello che dai sul campo è la cosa più importante e posso dire che darò tutto per la Roma». Il tecnico Fonseca si è subito innamorato di lui, la società non ha faticato ad accontentare il portoghese: «A fine stagione mi avevano già detto che ero parte del progetto e del futuro, mi hanno fatto sentire importante e alla fine abbiamo fatto quello che volevano tutti. Sono felice, ho firmato per altri tre anni perché voglio restare (…). Siamo un gruppo unito, qui si suda e si lavora tanto, leggo che tanti ex giocatori parlano male della Roma, ma certe cose devi dirle quando sei qui, non quando vai via. Altrimenti è troppo facile» (…).

 


Rugani-Roma, ci siamo quasi

GAZZETTA DELLO SPORT - Juventus e Roma stanno definendo una trattativa avviata da tempo, ben indirizzata da giorni. Rugani dovrebbe andare alla Roma in prestito con obbligo di riscatto per una cifra non lontana dai 25 milioni. Assieme a lui, alla Roma può andare Paolo Gozzi, centrale del 2001 visto in A in Spal-Juve, che piace ai giallorossi e ha un’offerta anche dall’estero. La Roma pagherà una somma e aggiungerà alcuni giovani, probabilmente due. Il più sicuro di diventare bianconero è Alessio Riccardi (…).L’altro nome è Zan Celar, attaccante sloveno del 1999, mentre la Roma non vuole cedere Devid Eugene Bouah, terzino del 2001 più che gradito alla Juventus (…) Previsione: tutto potrebbe risolversi in 48-72 ore. L’aspetto economico ovviamente è delicato, come e più di sempre: lo scambio, come quello tra Spinazzola e Luca Pellegrini di inizio luglio, si spiega anche, forse soprattutto, con ragioni di bilancio. La Juventus da Rugani avrà una preziosa plusvalenza (…).La Roma invece ottiene un titolare e fa plusvalenza sui ragazzi: Riccardi dovrebbe essere valutato 8-10 milioni, Celar poco meno. I tifosi intanto protestano per Riccardi (…)e lui ricambia con un uso dei social... molto giallorosso: un post dedicato alla Roma con la scritta «amore infinito» e i «mi piace» ai commenti di chi gli chiedeva di non andare alla Juve (…).


Rugani sigilla l’alleanza Roma-Juve. Spinazzola salta Genoa e forse derby

CORRIERE DELLA SERA - La nuova alleanza tra la Juventus e la Roma è stata sancita negli ultimi giorni di giugno con lo scambio tra Luca Pellegrini e Leonardo Spinazzola, una doppia plusvalenza che ha dato una mano al bilancio dei bianconeri e ha letteralmente salvato quello giallorosso. Il «favore» sarà ricambiato con una nuova operazione, che potrebbe coinvolgere altri giovani italiani e di belle speranze: Daniele Rugani da una parte, Alessio Riccardi e Devid Bouah dall’altra. La Juventus, infatti, deve sfoltire l’organico e tra gli esuberi c’è proprio il difensore centrale classe ’94 (…). La Roma ha bisogno di un centrale, anche se Fonseca lo aveva chiesto «esperto e rapido», che non sono le due principali qualità di Rugani. La Juventus valuta 25 milioni il difensore - che ha già un accordo di massima con la società giallorossa per un quinquennale a 3milioni netti di ingaggio - e ha proposto una serie di opzioni per il pagamento: 1) prestito gratuito con obbligo di riscatto; 2) prestito oneroso di 5 milioni con diritto di riscatto, che si trasforma in obbligo al verificarsi di determinate condizioni (un numero minimo di presenze); 3) l’inserimento nella trattativa di Riccardi e Bouah, che sono due tra i talenti più importanti del vivaio giallorosso (…). L’ipotesi di un loro inserimento nella trattativa non ha fatto piacere ai tifosi romanisti, che hanno manifestato il loro disappunto: «Siamo diventati una succursale della Juve», il commento nelle radio e sui social, dove Riccardi ha mostrato di gradire i messaggi dei romanisti che lo invitavano a non cedere alle lusinghe dei bianconeri. Le due società si sono date appuntamento nei prossimi giorni (…).

Brutte notizie per Paulo Fonseca in vista della gara di domenica con il Genoa: non ci sarà Leonardo Spinazzola, che ieri ha avuto un problema muscolare durante l’allenamento. La risonanza magnetica effettuata a Villa Stuart ha evidenziato un «evento distruttivo a carico del bicipite femorale sinistro». È a rischio anche per il derby del 1 settembre. Sarà invece convocato Davide Zappacosta, che ieri ha sostenuto le visite mediche e si è allenato, da solo, a Trigoria (…).


Ci risiamo, ora si ferma Spinazzola

REPUBBLICA - FERRAZZA - Un nuovo arrivo e il primo problema muscolare. Un mercato che non sembra finito per la Roma e la necessità di pensare al Genoa. Davide Zappacosta — arrivato in prestito dal Chelsea — fa le visite mediche e si presenta: «Sono molto emozionato, l’Italia mi mancava — le parole del terzino di Sora rilasciate a Fiumicino —. Sono contento di essere nella capitale e di tornare a lavorare con Petrachi, che conosco molto bene». Ma sull’altra fascia, la sinistra, si blocca Leonardo Spinazzola. L’ex Juve, in seguito a un problema muscolare accusato in allenamento, è stato sottoposto a una risonanza magnetica che ha evidenziato una distrazione al bicipite femorale destro (l’anno passato più di 30 i giocatori ko). Salterà sicuramente la prima col Genoa, domenica prossima (Kolarov sarà titolare).

Una tegola non pesantissima, ma che non ci voleva a tre giorni dall’esordio ufficiale di Paulo Fonseca sulla panchina giallorossa. Il tecnico portoghese cerca di accelerare i tempi di inserimento dei nuovi, consoli dando il rapporto con i vecchi. E rientrato in maniera regolare in gruppo Veretout che vorrebbe riuscire a conquistare una maglia per il centrocampo già contro il Genoa. Sicuri del posto dovrebbero essere Cristante e Zaniolo, per le altre due posizioni restano in ballo Pellegrini, Diawara e, appunto, il francese ex Viola. Ha recuperato anche Pastore, ma, al momento, non sembra essere nelle rotazioni. Chissà se ha qualche chance di giocare subito Zappacosta, a scapito di Alessandro Florenzi che in questa stagione sembra destinato a spostarsi spesso, di nuovo, come esterno d’attacco.

Proprio il numero 24 della Roma si è reso protagonista di un episodio di grande attaccamento alla maglia, svelato da Edin Dzeko. «Mi diceva sempre che alla fine sarei rimasto e se firmi ti do la mia fascia da capitano. Dopo la firma mi ha detto che era mia, ma per me è lui il nostro capitano»: è il retroscena che il bosniaco ha voluto rivelare e attraverso il quale si capisce ancora di più quantolo spogliatoio tifasse per la permanenza del centravanti a Trigoria. Dzeko, domenica, contro il Genoa, ritroverà l’Olimpico dopo il rinnovo del contratto e dopo tante settimane in cui era a un passo all’Inter.

Sul fronte mercato, Petrachi sta cercando di regalare a Fonseca un altro difensore centrale. Tutti gli indizi continuano a portare verso Daniele Rugani. Nella trattativa la Juventus vorrebbe l'inserimento di due giovani: Alessio Riccardi e Devid Bouah. Mentre la Roma sembra disposta a parlare del secondo, sembra non ci siano margini per Riccardi, talento vero del 2001, che ama muoversi dietro le punte e che proseguirà la linea dei romani in squadra. Lo stesso ragazzo ha fugato ogni possibilità scrivendo su Instagram: “Ora più che mai... Amore infinito”, con tanto di cuore giallo e rosso sotto la sua foto con la divisa della Roma. In attacco, non è sfumato Mariano Diaz. Con Schick che potrebbe partire (verso Lipsia oppure Dortmund) e Defrel ai saluti, destinazione Sampdoria, un attaccante è indispensabile e Petrachi punta a prendere lo spagnolo del Real Madrid, in prestito.