Un capolavoro al contrario, la società svende i suoi gioielli

LA REPUBBLICA - EMILIANI - Giorni fa il presidente della Roma James Pallotta si è lamentato di aver investito tanti soldi nella squadra ottenendo risultati poco apprezzabili anche sul piano economico. Eppure l'A.S. Roma, pur non avendo uno stadio suo (non del presidente), registra comunque uno dei più alti incassi: nel 2017-2018 oltre 39 milioni di euro di introi, terzo posto dopo la Juve e Milan, avendo versato al Coni per l'affitto 2,5 milioni.

Comincio da Romagnoli cresciuto nel vivaio, costato zero euro e ceduto ventenne al Milan (diretto concorrente) per 30 milioni e mai decentemente sostituito. Poi, cominciando dal portiere, Alisson per 80 milioni mal rimpiazzato dallo svedese Olsen (era meglio tenersi Skorupski) e più decentemente da Mirante. Avendo però, evitato di riscattare Szczesny. Quindi tre difensori giovanissimi, tutte star, in Francia o in Inghilterra: al Paris Saint-Germain il brasileiro Marquinhosper circa 30 milioni, al Chelsea il tedesco Rudiger per 33 milioni più bonus di 5 e l'italo-brasiliano Emerson Palmieri per 25 milioni ora richiamato in Nazionale. In un colpo solo l'intero centrocampo: Strootman per 28 milioni (al Marsiglia) e Nainggolan per 24 (all'Inter diretto concorrente), per comprare il lentissimo Nzonzi per 26 milioni par bonus e l'evanescente, quasi immobile Pastore per quasi 25. In attacco erano stati venduti il fuoriclasse Salah per 42 milioni pia bonus al Liverpool e Pjanic per 32 (alla Juve diretta concorrente), mentre un altro centrocampista di avvenire Paredes, era stato ceduto per 23 milioni par bonus. Quest'anno sono già da considerare partiti il difensore Manoals (Napoli) e la punta Dzeko (Inter). Chi arriverà? Mistero.

Tirando le somme già note, l'AS Roma ha quindi incassato in questi ultimi anni 322 milioni di euro, per giocatori che, fatta qualche eccezioni, oggi valgono molto ma molto di più. Se poi gli acquisti non sono stati all'altezza, Pallotta deve prendersela coi suoi più stretti consiglieri, fra i quali spicca ora quel Franco Baldini che ha fatto fuori due autentici "brand" commerciali come i romani Totti e De Rossi. E domani magari cederà pure Florenzi e soprattutto il ventiduenne Lorenzo Pellegrini.Così la sola squadra di calcio italiana ad avere ancora delle bandiere cittadine con le quali scaldare e attrarre tifosi, non ne avrà più: avrà il faccione di Pallotta e il volto furbo di Baldini. "Scalderanno" i tifosi? Mah, ho qualche dubbio.


I piani di Fonseca e il suo staff. Srna: "Vi farà divertire tanto"

GAZZETTA - [...] Paulo Fonseca in questo momento è in vacanza con la famiglia, [...] l’eco dell’addio di Francesco Totti è arrivato fin dalle sue parti e il portoghese sa che l’ambiente attuale non è certo dei migliori per iniziare un determinato tipo di lavoro. Ed è anche per questo che la dirigenza giallorossa vuole farlo sbarcare il prima possibile, perché nella Capitale ora c’è bisogno soprattutto di parlare di calcio giocato, di idee, di campo. Così se la Roma dovesse partire il 29 giugno con il ritiro, è facile che Fonseca possa essere a Roma già ad inizio della prossima settimana. [...] Altrimenti sempre la prossima settimana è possibile una toccata e fuga. Per la presentazione, appunto, facendo poi ritorno a Roma nella prima settimana di luglio.

[...] A farne una presentazione con i fiocchi ieri ci ha poi pensato Darijo Srna, il difensore croato del Cagliari che con lui ha lavorato per due stagioni proprio allo Shakhtar Donetsk, in Ucraina. «Come allenatore Paulo è fantastico. Tatticamente è molto preparato, le sue squadre giocano un calcio di alto livello. A Fonseca piace strutturare una squadra che sappia esprimere un bel gioco, a cominciare già dal portiere. [...] Adesso si merita un’occasione come quella che gli ha offerto la Roma. In Italia i giallorossi faranno vedere certamente un gioco diverso degli altri club. Di lui posso dire solo cose belle, il tempo vi dimostrerà tutto».


De Laurentiis vuole lo sconto: «Manolas crea problemi»

CORRIERE DELLA SERA - Nella trattativa tra la Roma e il Napoli per Kostas Manolas è piombato come una furia il presidente Aurelio De Laurentiis. «Ci stiamo lavorando da quando Albiol ci ha comunicato di volersene andare», ha dichiarato il presidente partenopeo a Radio Kiss Kiss. Il difensore greco ha una clausola rescissoria da 36 milioni di euro, che però in Napoli giudica troppo alta. Per questo, da giorni, il direttore sportivo Giuntoli sta provando ad inserire nella trattativa Diawara, mentre a sarebbe più gradito Mertens, al quale Ancelotti non vorrebbe rinunciare. [...]

De Laurentiis vuole dettare le condizioni per Manolas e non fa niente per nasconderlo: «Per Manolas ci sono due scogli da superare. Il primo è caratteriale: ogni tanto fa le bizze, bisogna capire se è compatibile con il nostro spogliatoio perché non possiamo avere problemi. Il secondo è legato alla Roma, che non ha ancora un direttore sportivo. Dobbiamo capire a che prezzo acquisirlo, perché parliamo di un calciatore che inizia ad avere la sua età (28 anni appena compiuti; ndr) e che diventa un vuoto a perdere non rivendibile. La clausola deve essere abbassata perché se si abbina allo stipendio del calciatore è chiaro che siamo troppo alti. Con tutto il rispetto che ho di Manolas, con una logica legata alla sua età, lo valuto una cifra molto più bassa».


I Pellegrini: Lorenzo resta, Luca forse va

GAZZETTA - Ancora nessuna proposta di rinnovo, ancora nessun adeguamento contrattuale. Tra la Roma e Lorenzo Pellegrini non sono ancora partite le grandi manovre, ma sull’erede designato da Francesco Totti per il futuro giallorosso ci sono almeno due certezze: che Pallotta lo tiene in grandissima considerazione e ha fatto in modo recentemente anche di farglielo sapere; e che – anche in funzione di questo – la Roma non intende cederlo. L’interessamento di Milan e Tottenham è reale, esattamente però come l’intenzione della Roma di tenerlo. [...] E con lui, a meno di clamorosi colpi di scena, dovrebbe restare anche Nicolò Zaniolo, nonostante la Juventus e anche il Tottenham, pure qui, stiano girando da giorni intorno all’entourage del giocatore. [...]

Chi invece può partire è un altro azzurrino, Luca Pellegrini, che ha chiuso da poco l’avventura al Mondiale Under 20. Il terzino sinistro è di rientro dal prestito a Cagliari e le impressioni iniziali erano quelle di una conferma. Nelle ultime ore, invece, negli ambienti di mercato si è andato diffondendo un forte interesse della Juventus per il giocatore. I bianconeri in realtà Pellegrini lo seguono da tempo, dal 2017, quando il giocatore – all’epoca in Primavera – era in scadenza e sembrava poter convolare a nozze con i bianconeri. Adesso un ritorno di fiamma importante, anche legato alla necessità della Roma di far plusvalenze. I giallorossi lo valutano tra i 15 ed i 20 milioni di euro, che poi sarebbero tutti di plusvalenza, appunto, considerando che il terzino è un prodotto del vivaio.


Tebas: "Super Champions? Ruberebbe il 40% degli incassi al club"

GAZZETTA - Javier Tebas, 56 anni, è stato il protagonista dell’affollata colazione informativa organizzata a Madrid dal Forum Europa e tra i tanti temi toccati nel suo intervento ha espresso la ferma convinzione di poter sconfiggere il nuovo modello di competizioni europee noto come «Super Champions» e ha illustrato con orrore manageriale i dettagli del Decreto Crescita del governo di Giuseppe Conte che potranno essere applicati al calcio italiano, con benefici che secondo Tebas riporteranno la Serie A a livelli economici molto competitivi. [...]

Sulla Super Champions: «Non sarò presidente della Liga se dovesse essere approvato un progetto che di fatto uccide il calcio spagnolo, non potrei guardare in faccia quei presidenti che investono centinaia di milioni nel calcio dicendo loro che ho approvato un modello che di fatto ridurrà i guadagni dei loro club del 40%. Quando mi dimetterò sarete autorizzati a pensare che sarò stato sconfitto in questa guerra». [...]

Poi l’analisi preoccupata del Decreto Crescita: «In Italia il 29 giugno sarà approvata una nuova legge fiscale che di fatto metterà il calcio italiano in grande concorrenza con il nostro. Faccio un esempio: un nuovo straniero tesserato da un club italiano con uno stipendio da un milione di euro al sud pagherà 45.000 euro, qui da noi 450.000, dieci volte di più. E se andrà al nord, visto che hanno diviso l’Italia in due aree geografiche, pagherà circa 150.000 euro, un terzo rispetto alla Liga. Si vedono già i primi risultati: l’Atalanta ha preso un giocatore del Siviglia (Muriel, ndr)».


Le donne battono l'Italia dei maschi

IL MESSAGGERO - AVVANTAGGIATO -  In sette milioni davanti alla tv a seguirle. Come nelle notte magiche che hanno mitizzato le estati italiane del calcio. Solo che stavolta in campo non c'erano i maschietti, ma loro, le ragazze di Milena Bertolini, capaci di strappare applausi, suscitare entusiasmo, convogliare le masse davanti ai televisori e riuscire a commuovere nel vederle ballare la Macarena e cantare a squarciagola l'Inno Italiano. Martedì sera, per la prima volta, il calcio femminile ha avuto l'onore della prima serata di Raiuno (battendo in termini di ascolti l'Under 21nel debutto europeo e l'Italia di Mancini nella sfida in Grecia) segnale che questo mondiale colorato d'azzurro sta diventando un evento per tutto il Paese. Lo testimoniano proprio i 7,3 milioni di spettatori (share del 32,8%) che sono rimasti incollati davanti alla tv (di cui oltre 1,5 milioni sulle reti Sky) per la sfida contro il Brasile. Che rappresentano un altro significativo traguardo, dopo la sfida scudetto tra  e  del marzo scorso giocata con 40 mila persone sulle tribune dello Stadium di Torino. Step importanti per un movimento, che reclamava da tempo la giusta attenzione per affermarsi con una propria identità. E con i risultati straordinari, ottenuti dalle azzurre, ieri nelle qualificazioni e oggi in Francia, in un Mondiale nel quale avanziamo a suon di soddisfazioni, collettive e personali, come quella che si è presa la Girelli, che ha eguagliato Carolina Morace nel segnare una tripletta in una gara mondiale, che mancava addirittura dal 1991; oppure come quella della Giuliani, la nostra numero uno, che ha subìto appena due reti, ed entrambe su calcio di rigore, anche se contro l'Australia il primo tiro era riuscito a pararlo.

Così, se molti pensavano che arrivare alla fase finale del mondiale potesse essere un punto d'arrivo, si sono dovuti ricredere, perché per le azzurre è un ulteriore trampolino di lancio verso un traguardo che, a questo punto, nessuno sa e vuole indicare. In fondo, l'Italia di Milena Bertolini è la prima Nazionale (maschile o femminile) ad aver vinto il proprio girone di qualificazione al mondiale dal 2006, anno in cui siamo arrivati fino in fondo, alzando la coppa. Il primo posto nel raggruppamento è arrivato a dispetto delle previsioni, che indicavano nell'Australia (sesta nel ranking mondiale) e nel Brasile (decima) le squadre che si sarebbero dovute contendere il primato. Ma i due colossi mondiali del calcio femminile, non avevano fatto di conto con la determinazione e la voglia delle nostre ragazze, che hanno stupito tutti scrivendo una bellissima pagina di storia del nostro calcio. Che ora segnerà un momento di non ritorno per tutto il movimento, che dopo l'esperienza in Francia non sarà non sarà più una cenerentola, ma una vera principessa dell'Italia calcistica.

SOGNANDO TOKYO - Ieri, le azzurre si sono trasferite a Montpellier (dove si allenava l'Italia di Conte nell'Europeo) e oggi attenderanno l'avversario dell'ottavo di finale in programma martedì prossimo. Cina o Nigeria, le possibile avversarie, nella corsa tra le migliori terze dei gironi A, B e F. Avversarie che sul piano fisico si fanno rispettare e che potrebbero dare all'Italia la possibilità di conquistare, per la prima volta, i quarti di finale del Mondiale. Traguardo che aprirebbe la strada ad una possibile qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo del prossimo anno, visto che il Mondiale promuoverà ai Giochi Olimpici le prime tre classificate.


Senza uno stadio di proprietà sfuma il business di Pallotta

LA REPUBBLICA - AUTIERI - Se il fair play delle parole vacilla, quello finanziario non si tocca. A due giorni dalla conferenza stampa di addio alla As Roma di Francesco Totti emerge in modo ancora più nitido l'obiettivo di breve termine della presidenza Pallotta: conti in ordine e fare business. I bilanci confermano che il presidente è dovuto intervenire dal 2011 praticamente tutti gli anni per ricapitalizzare una società dove costi e ricavi non sono quasi mai in equilibrio. Un sostegno finanziario che è costato a Pallotta oltre 260 milioni di euro e che oggi lo spinge a seguire due nuove direttrici strategiche: una finanziaria, l'altra più puramente industriale. La prima passa per il risanamento dei conti, la seconda punta allo stadio di proprietà come un'occasione per recuperare parte del denaro investito.

Per capire la fragilità finanziaria della società è infatti sufficiente analizzare l'ultima relazione semestrale, approvata nel marzo scorso. La As Roma ha chiuso il semestre al 31 dicembre 2018 con ricavi pari a 134 milioni di euro (di cui 65 milioni da diritti televisivi), in crescita rispetto ai 123 milioni dello scorso anno. Il dato sembra positivo ma in realtà sconta un indebitamento finanziario netto ben superiore e pari a 196 milioni. In quest'ottica a poco sono serviti i 76,3 milioni di plusvalenza ottenuti con le cessioni di Alisson, Strootman e Radonjic. La vendita dei gioielli, che apre voragini nei cuori dei tifosi, non copre i buchi del bilancio, in parte responsabili delle rughe più recenti di Pallotta per via dell'indebitamento accumulato con Goldman Sachs, la stessa banca d'affari che sta cercando sul mercato i finanziatori del progetto stadio. Entro il 2022 la Roma dovrà restituire alla banca 230 milioni di euro, un vecchio prestito già ristrutturato nel 2017. Soldi che possono essere recuperati solo con l'aiuto di qualche operazione straordinaria, oppure posticipando la scadenza del debito, un'opzione più facile da far digerire all'istituto con il via libera alla costruzione dello stadio.

Lo stadio diventa quindi essenziale per la società e per lo stesso Pallotta che non vuole mollare la presa senza correre il rischio di dover considerare la Roma come il peggior investimento della sua vita. Ma qui le intenzioni della dirigenza si scontrano con le beghe giudiziarie, esplose sul progetto Tor di Valle, e con l'immobilismo politico della sindaca Virginia Raggi, azzoppata nei consensi e balbettante nelle decisioni da prendere. Una soluzione potrebbe essere quella di spostare il Colosseo del Duemila a Fiumicino dove il sindaco Esterino Montino sembra essere pronto ad accogliere a braccia aperte i nuovi gladiatori insieme al giro d'affari milionario che la struttura garantirà. Lo sa bene Pallotta che conosce alla perfezione gli studi della National Football League statunitense, i primi a dire che la costruzione di stadi di nuova concezione garantisce alle società di calcio un aumento dei ricavi dalla vendita di biglietti pari al 54% e degli introiti pubblicitari del 202%.

Con questi numeri in testa il 29 marzo scorso la dirigenza della As Roma ha fatto visita all'Al Bayth Stadium, lo stadio che l'italiana Salini Impregilo sta costruendo nei pressi di Doha per i Mondiali di Calcio del 2022. Una visita alla quale ha preso parte anche Mauro Baldissoni. "Lo stadio s'ha da fare": non esiste alternativa nella mente e nelle tasche del presidente. E qualunque offerta per l'acquisto a saldo di una società ridimensionata viene per ora respinta al mittente. Almeno fino a quando Pallotta non sarà sicuro di poter recuperare il suo investimento.


Ungheresi o albanesi per il preliminare di Europa League. L’andata il 25 luglio allo stadio Olimpico

CORRIERE DELLA SERA - [...] A Nyon c’è stato il sorteggio del secondo turno preliminare di Europa League: la Roma affronterà la vincente tra gli ungheresi del Debrecen e gli albanesi del FK Kukesi. Andata all’Olimpico, giovedì 25 luglio e ritorno in trasferta l’1 agosto.

La formazione albanese (ultima nel ranking delle formazioni inserite nel gruppo 5, quello della Roma) è arrivata seconda nell’ultimo campionato, alle spalle del Partizani Tirana. [...] Terzo posto alle spalle del Ferencváros e del Vidi, invece, per il Debrecen [...]. Ha partecipato alla Champions League 2009 sfidando la Fiorentina e all’Europa League 2010 dove incontrò la Samp: una vittoria e tre sconfitte.

Il sorteggio potrebbe essere stravolto se la Uefa deciderà di estromettere il Milan dalla Coppa: in quel caso la Roma passerebbe direttamente alla fase a gironi, con il Torino ai preliminari. [...].


Mancini: "Difficile dire dove possano arrivare giovani come Zaniolo e Kean"

IL FATTO QUOTIDIANO - PADOVAN - In un'intervista al quotidiano il ct dell'Italia, Roberto Mancini, ha parlato del percorso degli azzurri. Tra gli argomenti trattati, tra gli altri, ha nominato anche il giallorosso Nicolò Zaniolo:

C'è un merito che si riconosce?
"Quello no. Però credevo che in Italia ci fossero giocatori di valore, non potevano essere tutti scomparsi come sembrava. Così ho dato spazio a tanti giovani".

La nostra Nazionale ha già qualche campione in squadra?
"I giovani possono diventare grandi, essere campioni è un discorso un po' più complesso che riguarda la maturità e la continuità. È difficile dire dove possano arrivare ragazzi come Kean e Zaniolo".


Ripartenza Roma, calcio e affari: comincia il dopo Totti

GAZZETTA - [...] Nonostante lo tsunami chiamato Francesco Totti, la Roma riparte con strategie nuove. In questo momento l’a.d. Guido Fienga – a cui spettano gli onori (e forse anche gli oneri) dopo essere stato elogiato dallo stesso Totti e da De Rossi – ha il compito di rimettere in sesto la barca e farla ripartire. [...]

Un altro personaggio chiave è Francesco Calvo, direttore commerciale, a cui spetterà gestire anche, nel suo settore, l’addio del capitano. Fino al 2017, ad esempio, la maglia di Totti è sempre stata ai vertici delle vendite. Anche negli ultimi anni da giocatore, vendeva più la sua di tutte le altre giallorosse insieme, arrivando a toccare punte dell’80% del totale. Gli «store» (se mai ne avessero ancora) non potranno più esporla, ma un cliente potrà comunque prendere una maglia «vergine» per farvi imprimere il numero 10 e il nome. Il merchandising collaterale con l’ex capitano, poi, non era negli accordi fra le parti e quindi per la Roma non esisteva. Ma che i ricavi dei settori extra-campo siano in decollo, lo si capisce anche dall’ultima semestrale, che vede i proventi da sponsor salire dai 3,8 milioni del 2017 ai 13,1 attuali. [...]

Ovvio, però, è che ad andare in vetrina sia la parte sportiva, fronte su cui si registrano dei passi avanti per l’arrivo di Gianluca Petrachi alla direzione. Resta vacante al momento la posizione di direttore tecnico. Anche se non potrà (per il momento) fregiarsi del titolo, a Trigoria, la dirigenza – pur vagliando diversi profili – si affiderà a Morgan De Sanctis per affiancare il d.s. nelle mansioni inerenti l’area tecnica, avendo maturato, qualifiche, esperienza ed affidabilità. Fungendo così anche da raccordo con Paulo Fonseca. Quest’ultimo è atteso a Roma la prossima settimana [...].


Un'Italia piccola e spuntata: azzurrini disordinati. La Polonia li punisce. Rischio eliminazione

GAZZETTA - [...] Con tutte le nostre stelle e i nostri proclami di notti magiche, non siamo riusciti a fare un solo gol a una umanissima Polonia che ha avuto l’umiltà di subire il nostro entusiasmo iniziale e poi il buon senso e la buona volontà di proteggere un vantaggio trovato allo scadere del primo tempo sugli sviluppi di un calcio piazzato. Ha segnato Bielik, un difensore spostato in mediana per fare diga. [...]

Ma non abbiamo perso solo perché non hanno brillato le stelle. Siamo stati meno squadra di loro, non abbiamo avuto un gioco capace di infiammare le potenzialità delle individualità. I soli 18 palloni giocati da Cutrone raccontano bene le difficoltà a raggiungere la nostra prima punta che è il senso di una squadra di calcio. Avaria in sala macchine: male Mandragora, lento e banale nella circolazione, senza contare il gol divorato che avrebbe potuto cambiare la notte; troppo poco daPellegrini che avrebbe dovuto distribuire qualità in rifinitura. Alla fine il migliore è stato ancora Chiesa, con i suoi strappi individuali. [...].


Europa League: Debrecen o Kukesi ai preliminari non fanno paura. Ma se il Milan...

GAZZETTA - In attesa di capire cosa succederà, probabilmente già oggi, con il Milan e la Uefa (e quindi se accederà direttamente alla fase a gironi), la Roma ha scoperto ieri la prima avversaria del preliminare di Europa League. Ai giallorossi, con andata il 25 luglio all’Olimpico e ritorno il primo agosto in trasferta, toccherà la vincente della sfida tra gli ungheresi del Debrecen e gli albanesi del Kukesi (partite in programma l’11 e il 18 luglio). [...] Se la Roma dovesse accedere alla fase a gironi per la squalifica del Milan e quindi iniziare la sua stagione ad agosto, sarà il Torino ad affrontare una di queste due formazioni.

[...] Debrecen è la seconda città dell’Ungheria, dopo Budapest. [...] Dieci anni fa raggiunse i gironi di Champions, poi altre apparizioni sporadiche in Europa e, nell’ultima stagione, un piazzamento come terza in campionato. Ha un nuovo stadio, inaugurato nel 2014, da oltre 20mila posti e delle due è la formazione di sicuro più ostica, o più esperta, da affrontare.

Ha, invece, poco meno di seimila posti lo stadio di Kukes, in Albania, dove gioca le sue partite il Kukesi, che però in Europa gioca anche a Scutari, in un impianto da 16mila spettatori. [...] Non ha mai affrontato una squadra italiana, è la formazione all’ultimo posto del ranking del gruppo 5, quello della Roma, e non ha mai raggiunto la fase a gironi dell’Europa League. Il massimo risultato, cinque anni fa, è stato arrivare ai playoff decisivi contro il Trabzonspor, mentre nell’ultima stagione il club è arrivato secondo in campionato, a undici punti dal Partizan Tirana.