Con Kalinic ecco 170 reti: «Segneremo io e Dzeko»
GAZZETTA DELLO SPORT - A Nikola Kalinic, la personalità di certo non gli manca, se si pensa che nel giugno di un anno fa l’attaccante croato, al Mondiale di Russia, per essersi rifiutato di entrare nel finale di Croazia-Nigeria, fu rimandato a casa dal c.t. Dalic (…). Adesso però, giunto alla Roma in prestito oneroso dall’Atletico Madrid per 2 milioni e diritto di riscatto per 9 milioni, la disponibilità sembra assoluta, come si è visto dal sorriso felice mostrato già in aeroporto e alle visite mediche. «(…). Sono arrivato in un grande club. Con Dzeko segneremo tanto insieme. La Roma ha una grande storia». In ogni caso, da Spalato (dove ha cominciato) fino a Madrid (dove ha trovato poco spazio), Kalinic – ex Fiorentina e Milan –, a 31 anni di età, ha segnato 155 gol in 430 partite con la maglia dei vari club, mentre con la Croazia ne ha realizzati 15 in 42 match (…).
Fonseca riparte dal mercato
IL MESSAGGERO - TRANI - Ricominciamo: lo slogan parte da Trigoria e bisogna prenderne atto. La risalita della Roma, solo 2 punti in 2 partite, passa forzatamente dal mercato. Petrachi lo completa al fotofinish con gli ultimi tre acquisti (per un totale di dieci). Due sono titolari: Smalling, il centrale esperto e veloce che è stata pure l'unica richiesta esplicita di Fonseca, e Mkhitaryan, il trequartista-esterno offensivo che si sposa bene con il calcio del portoghese per duttilità, efficacia e qualità. In sintesi sono loro i sostituti, a lungo attesi durante l'estate, di Manolas ed El Shaarawy. Sono arrivati e, a questo punto, è il caso di dire: meglio tardi che mai. Il terzo rinforzo ha invece il peso del dodicesimo uomo: Kalinic, il centravanti di scorta necessario per avere il vero vice di Dzeko e non più Schick che se n'è andato proprio perché non ha mai dato l'idea di gradire il ruolo di prima punta. Perfezionata in extremis la rosa, adesso va assemblata. Compito impegnativo. E nemmeno lampo. Realizzabile, però: l'allenatore ha più specialisti nei ruoli finora scoperti.
LABORATORIO APERTO Il lavoro di Fonseca, insomma, avrà finalmente un senso dopo la chiusura della sessione estiva del mercato. Non riparte da zero, ma quasi. Perché la Roma, almeno quella vista nelle prime due gare del torneo, è ancora incompiuta. Lo stile del portoghese è inequivocabile: difesa alta (abbassata nella ripresa del derby per necessità), verticalizzazione continua e pressing collettivo. Squadra, come la definisce lui, dominante in partita. Coraggiosa e quindi offensiva. E, anche se contro la Lazio sono state evidenti alcune correzioni dopo le tre reti prese al debutto contro il Genoa (almeno un terzino sempre bloccato e i due esterni d'attacco allineati ai mediani in fase di non possesso palla), la sua idea resta quella di partenza: avanti con il 4-2-3-1, propositivo e comunque spregiudicato.
TRIPLICE INTERVENTO La sosta per gli impegni delle nazionali, nonostante l'assenza di diversi titolari, aiuta Fonseca. Che si prepara a cambiare almeno un interprete per reparto. Inserendo, magari gradualmente, qualche nuovo. Finora solo Pau Lopez, cioè il portiere, è partito dall'inizio nelle prime due giornate. Unico dei rinforzi di questo mercato. Mancini è stato invece titolare nel derby, dopo aver debuttato in giallorosso a metà ripresa del match con il Genoa. Come è successo a Diawara, solo per 5 minuti (4 di recupero) contro la Lazio. Va, dunque, dato quasi per scontato l'inserimento di Smalling: in coppia con Fazio (o Mancini). Ma il giocatore simbolo della virata è Veretout, fin qui mai utilizzato. È il centrocampista di sostanza e interdizione fondamentale per l'equilibrio che la Roma proprio non ha. Tocca a lui farla essere più squadra. Che oggi non è. Si è visto con il Genoa: esageratamente sbilanciata. La conferma con la Lazio: più prudente e caratterialmente tosta, ma sempre vulnerabile. La terza mossa è da mettere in preventivo davanti. Kluivert, titolare anche domenica solo per il forfait di Zappacosta nel riscaldamento, non è l'esterno ideale per il rombo offensivo del portoghese. Mkhitaryan, sì. È l'interprete giusto, di piede destro, da mettere a sinistra, dove al momento non è utilizzabile Perotti. Anche se l'ultimo arrivato lascia subito Trigoria per raggiungere la sua Nazionale (con l'Armenia affronterà giovedì l'Italia a Yerevan nelle qualificazioni europee), è da considerare pronto per prendersi la maglia, avendo giocato domenica il derby di Londra.
STOP IN CORSIA Fonseca, però, non potrà ancora mettere a punto la linea difensiva. Zappacosta e Spinazzola, cioè i nuovi terzini, sono indisponibili. Gli avrebbero fatto comodo per perfezionare il reparto che rimane sotto la lente di ingrandimento.
Amantino Mancini: addio al Foggia dopo una partita
IL MESSAGGERO - CORDELLA – La più classica delle avventure cominciate male e finite peggio. Tra Amantino Mancini e il Foggia l’amore non è mai sbocciato davvero. E così l’ex giallorosso, chiamato sulla panchina rossonera per ricominciare la scalata dalla serie D dopo il fallimento di questa estate, si è dimesso dopo appena una partita. Persa, domenica contro il Fasano, per 1-0. Un ko che non si sa bene per quale motivo ha fatto talmente infuriare la nuova dirigenza dei Satanelli da far scattare subito la punizione, con i giocatori costretti a non ritornare dalle famiglie domenica sera, per allenarsi ieri alle 6 di mattina. Una mossa che evidentemente il tecnico non ha gradito, affidando a una nota stampa le ragioni del divorzio: «Una differente visione sulle modalità operative e di esecuzione del progetto» sulla base del quale era stato ingaggiato. Si chiude così per Mancini un’odissea cominciata all’indomani dell’annuncio dell’ingaggio da parte del club con i tifosi che avevano sommerso i social di slogan come «Non vogliamo l’allenatore stupratore», in riferimento a una condanna in primo grado subita nel 2010 dall’ex giallorosso – che si è sempre dichiarato innocente per una presunta violenza sessuale ai danni di una ragazza conosciuta a Milano, ai tempi in cui vestiva l’altra maglia rossonera. Un abbinamento cromatico dal quale, evidentemente farebbe bene a stare lontano.
Estate record, la serie A ha speso più di un miliardo
CORRIERE DELLA SERA - L’estate delle follie. La più costosa di sempre, perfino più di quella scorsa, quando per la prima volta la serie A sfondò quota un miliardo di euro. Nel 2018, l’anno di Cristiano alla Juve per 112 milioni, le 20 squadre del nostro campionato investirono complessivamente sul mercato 1.120 milioni. Chi pensava che quel record sarebbe durato a lungo si è dovuto ricredere: la sessione terminata ieri dopo 63 giorni ha chiuso con un giro d’affari di 1.200 milioni. E un rosso, cioè la differenza fra spese ed entrate, di 330. La bolla del calciomercato è in crescita esponenziale. E lo dimostra in maniera chiarissima il confronto con i dati del passato. Cinque anni fa la cifra investita dalle nostre squadre non sfiorava nemmeno i 400 milioni, un terzo di oggi. Ed era solo il 2014. La quota è impennata l’anno successivo, nel 2015, arrivando a 637 milioni, per poi toccare i 765 milioni nel 2016 e i 999 milioni nel 2017 (…). La Liga ha speso 1,32 miliardi, non troppo lontana dagli inglesi con 1,55 miliardi. Noi siamo terzi, segue la Bundesliga a 733 milioni e la Ligue1 francese a 635 (…). Può davvero il nostro calcio, indebitato secondo l’ultimo Report della Figc per 3,9 miliardi di euro, sostenere investimenti di questo genere? (…). Una cosa è certa, anzi due. La prima è che con le plusvalenze, amatissime dai nostri club, non si va molto lontano. L’altra è che in Italia si continua a investire sui giocatori e non sulle strutture (…).Resta poi un’altra domanda, forse la più inquietante: quanto di questo miliardo uscito dalla tasche delle società giova al livello tecnico del campionato e quanto alle tasche dei procuratori?
Due opzioni per ruolo. Ora tocca a Fonseca
IL TEMPO - BIAFORA - E' arrivata l'ora delle scelte per Fonseca. Con la chiusura del mercato e gli acquisti di tre giocatori nell'ultima settimana, il tecnico della Roma potrà finalmente lavorare su una rosa ben definita e completa, che presenta almeno due calciatori per ruolo in ogni reparto. La prima decisione da prendere per il tecnico portoghese è quella sui centrali titolari del reparto difensivo, rinforzato dall'arrivo di Smalling. L'inglese si candida ad essere uno dei pilastri della nuova squadra: bisognerà quindi scegliere chi lo affiancherà tra Mancini, lanciato dal primo minuto al derby, e Fazio, che ha disputato tutte e due le sfide con Genoa e Lazio. Certi di un posto sulla fascia Florenzi, che può essere impiegato anche sulla trequarti in caso di necessità di maggiore equilibrio, e Kolarov. L'altro grande dilemma riguarda la mediana, dove in quattro si giocano due posti: partono leggermente più avanti Pellegrini e Veretout, una coppia tutta da vedere, ma anche Cristante e Diawara saranno ben presenti nelle rotazioni. Davanti, dove il centravanti sarà Dzeko e Kalinic la riserva, la curiosità è tutta per Mkhitaryan (uno che ha giocato praticamente in ogni ruolo offensivo in carriera), che inizialmente dovrebbe essere schierato come esterno sinistro, con Zaniolo al centro e Under a destra.
Oltre a pensare alle questioni tattiche Fonseca dovrà riflettere anche sulla lista per l'Europa League. Il club oggi dovrà infatti decidere due giocatori da tagliare per la fase a gironi: uno sarà Fuzato vista la possibilità di inserirlo in qualsiasi momento in caso di infortuni, l'ultima casella se la giocano invece Cetin e Santon. Intanto oggi a Trigoria riprenderanno gli allenamenti senza i numerosi giocatori convocati dalle rispettive nazionali (Cristante non ha risposto alla chiamata causa influenza) e senza l'infortunato Zappacosta, che in giornata si sottoporrà ad una risonanza. Prima seduta sotto gli occhi di Fonseca per Kalinic, ormai fuori dal giro della Croazia: «Sono arrivato - ha detto la punta che ha scelto la maglia 19- in un grande club, sono orgoglioso di far parte di questa squadra». Non ci sarà invece Mkhitaryan, impegnato con l'Armenia prima contro l'Italia e poi contro la Bosnia di Dzeko: «Sono impaziente - le parole del nuovo numero 77 - di conoscere Fonseca. Raggiungeremo dei grandi risultati».
La Roma chiude col botto Mkhitaryan
IL TEMPO - AUSTINI - Kalinic e Mkhitaryan i due colpi sul gong, Schick e Gonalons gli ultimi a salutare. La Roma chiude con quattro operazioni in prestito l'ennesimo mercato rivoluzionario, il primo dell'era Petrachi. E consegna a Fonseca una rosa finalmente completa, almeno dal punto di vista numerico. Di sicuro rafforzata nella panchina, con 4-5 nuovi titolari e un nucleo italiano per ritrovare l'anima. Il nuovo diesse giallorosso si guadagna la promozione nel finale, al termine di una sessione lunga, durissima, piena di lavoro in entrata e in uscita. Il bilancio fa impressione. Gli acquisti per la prima squadra sono dieci, di cui solo Pau Lopez e Cetin a titolo definitivo insieme a Spinazzola e Diawara inseriti però in due scambi, Veretout e Mancini sono prestiti che si trasformano in acquisti obbligatori, su Kalinic c'è solo un'opzione di acquisto mentre Zappacosta, Smalling e Mkhitaryan sono prestiti «secchi». Quindici le partenze, da aggiungere all'addio di De Rossi: salutano definitivamente Manolas, El Shaarawy, Marcano, Gerson, Luca Pellegrini, Defrel, Ponce, Verde e il portiere Romagnoli, via in prestito Olsen, Nzonzi, Karsdorp, Schick, Gonalons e Coric (questi ultimi tutti acquistati da Monchi). Se si sommano i tre ragazzi stranieri presi per la Primavera - Providence, Plesnierowicz e Ndiaye - e la valanga di operazioni minori in uscita (Celar, Cangiano, Capradossi, D'Urso, Sadiq, Soleri, Nani, Di Livio, Spinozzi, Bordin, Valeau, Stefano Greco, Crisanto, Keba, Cargnelutti, Pezzella, Cataldi, Molinari, Buso, Freddi Greco, Bucri, Corlu e Trovato) il totale degli affari chiusi da Petrachi durante l'estate arriva a 51. Tra acquisti a titolo definitivo, temporanei, riscatti obbligatori e bonus i milioni investiti sono 127.5 i bonus, mentre dalle cessioni la Roma ricaverà un totale di 118,2 milioni (compreso il bonus per Schick).
Come sempre, quindi, si vende tanto ma si spende di più per comprare. E il taglio dei costi continua a essere rinviato per non perdere competitività e provare a risalire sul treno Champions. Ieri è stata la giornata di Kalinic, sbarcato l'altra notte, e Mkhytarian che è atterrato alle 11 a Fiumicino. I due neo giallorossi hanno sostenuto le visite mediche a Villa Stuart, scattando i primi selfie con i tifosi, poi si sono spostati a Trigoria per le firme sui contratti, un giro di perlustrazione, saluti e interviste. L'attaccante croato è stato prelevato in prestito dall'Atletico Madrid per 2 milioni di euro, con diritto di riscatto fissato a 9 milioni, l'ingaggio da 2.4 milioni netti sarà a carico della Roma. Dieci mesi di Mkhytarian - accompagnato dall'agente Mino Raiola - costano invece 3 milioni ai giallorossi più un bonus da centomila euro, l'armeno ha rinunciato a una piccola parte dello stipendio dei 5.5 netti che gli garantisce l'Arsenal, qui ne guadagnerà circa 3.5, c'è anche un contributo degli inglesi per far quadrare i conti. Il costo degli ultimi due arrivi è coperto quasi del tutto dai 3 milioni e mezzo che il Lipsia pagherà per il prestito annuale di Schick, con 500 mila euro di premio aggiuntivo legato alle prestazioni del ceco. Il club della Red Bull si è garantito un diritto di riscatto a 28 milioni, che salirebbero a 29 se i tedeschi si qualificassero alla prossima Champions. Gonalons saluta invece in prestito con diritto di riscatto a 4.5 milioni in favore del Granada, che gli pagherà l'ingaggio. Santon rimane, insieme ai giovani Riccardi e Antonucci. Una Roma tutta nuova per tornare in Champions.
Allenamento Roma, focus tattico per la rosa
La Roma è tornata a lavorare sui prati di Trigoria dopo il pareggio ottenuto nel derby contro la Lazio. I giallorossi hanno iniziato la seduta in palestra per poi spostarsi sul campo dove ha svolto esercizi di attivazione atletica e focus tecnico-tattico. A parte Perotti, Spinazzola mentre per Fazio lavoro di scarico.
Nazionale femminile, Bartoli e Giuliano titolari contro la Georgia
La Nazionale Femminile è impegnata in questi giorni nei match di qualificazione agli Europei 2020. Oggi le Azzurre scenderanno in campo contro la Georgia e, nella formazione titolare scelta da Milena Bertolini, ci saranno le giallorosse Bartoli e Giuliano. Panchina, invece, per Serturini e Bonfantini. Il calcio d'inizio è previsto alle 14:15.
Coric: "A Roma non mi è stata data l'opportunità di giocare e non so perché"
Ante Coric ha rilasciato alcune dichiarazioni riguardo la sua esperienza alla Roma al portale lavozdealmeria.com:
"Monchi non è più a Roma, io sono all'Almeria e non posso dire molto di lui. A Roma non mi è stata data l'opportunità di giocare e non so perché, è stata una decisione dell'allenatore, niente di più. Mi piace molto Almeria, mi trovo bene in piccole città".
Gonalons: "Contento di essere al Granada. Non ho giocato le amichevoli con la Roma per prepararmi"
Maxime Gonalons è stato presentato alla stampa come nuovo giocatore del Granada. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni, riportate da granadacf.ideal.es:
“Sono contento di essere qui, ho scelto il Granada perché conosco il campionato spagnolo. Non ho giocato amichevoli con la Roma per prepararmi bene e mi sento pronto per competere. La trattativa? Sono stato qui con i miei agenti fino alle 10 di sera, dopo mi sono rilassato”.
Europa League, aperta la vendita dei biglietti per le tre gare allo Stadio Olimpico
AS Roma informa che sono in vendita i biglietti per le partite interne del girone di Europa League dei giallorossi.
ROMA-ISTANBUL BASAKSEHIR - giovedì 19 settembre 2019, ore 21:00
ROMA-BORUSSIA MONCHENGLADBACH - giovedì 24 ottobre 2019, ore 18:55
ROMA-WOLFSBERG - giovedì 12 dicembre 2019, ore 21:00
Giudice Sportivo, seconda sanzione per Florenzi. Prima per Santon e Zaniolo
Il Giudice Sportivo ha reso note le sue decisioni in merito alla seconda giornata di Serie A. Nella squadra giallorossa arriva la seconda sanzione per Florenzi, prima per Santon e Zaniolo, tutti ammoniti nel corso del derby di domenica scorsa. La squalifica scatta alla quinta ammonizione.