Fonseca chiama Akhmetov: “Shakhtar, voglio liberarmi”

LA GAZZETTA DELLO SPORT - (...) Paulo Fonseca è anche in contatto con il presidente dello Shakhtar per cercare di liberarsi il prima possibile. I rapporti sono buoni, si sono sentiti anche ieri, Fonseca punta a svincolarsi senza pagare la clausola da tre milioni (...), magari rispettando le esigenze di un club che gli ha dato tanto e ora sta cercando il suo sostituto.
Nel frattempo, sull’asse Italia-Portogallo-Ucraina si continua a lavorare anche per lo staff che Fonseca dovrà avere. Prima dei nomi, per l’allenatore conta sapere di avere a disposizione uomini di sua totale fiducia, pronti per lui 24 ore al giorno. Proprio in tema di telefoni incandescenti, sembra che Fonseca ami chiamare i suoi collaboratori a qualsiasi ora, quando ha un dubbio o magari un’intuizione. (...)
Oltre a Fonseca, quindi, pare che a dover acquistare una scheda italiana siano sicuramente Max Nagorski, assistente ma anche, se non soprattutto, traduttore, che se confermato si occuperà di mettere in campo concetti più pratici e calcistici. Altro fedelissimo di Fonseca è Tiago Leal, con lui dal 2014, di professione video analyst, inserito, al contrario di Nagorski, ufficialmente nello staff dello Shakhtar. (...)

Il resto del gruppo è ancora in via di definizione. La certezza è che i portieri saranno allenati ancora da Marco Savorani, che ormai da tre anni è una garanzia a Trigoria. Come preparatore atletico resterà Maurizio Fanchini, arrivato un anno fa, ma non è chiaro se la società gli affiancherà o meno altre professionalità. (...) Il ruolo di secondo potrebbe essere affidato a Nuno Campos, 44 anni, assistente storico di Fonseca. (...)


Il Boca insiste per avere De Rossi. “Peró non è facile”

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Sembra strano che parlare di Daniele De Rossi significhi ormai uscire fuori dal terreno della Roma nel senso più stretto del termine. Ma l’ex capitano giallorosso, pur in vacanza, sta riflettendo su quale strada scegliere per l’immediato futuro. Non è un mistero che la società che più sta pressando De Rossi è il Boca Juniors, forte di una antica simpatia che il centrocampista ha sempre mostrato nei confronti del club argentino (...). Visto che il direttore sportivo del il presidente del Boca è l’amico Nicolas Burdisso, ex difensore di Inter, Roma, Genoa e Torino, il corteggiamento è serrato, ma è uscito allo scoperto anche il presidente della società di Buenos Aires, Daniel Angelici: «Il suo arrivo è difficile – ha detto –. Deve prendere una decisione se giocare il suo ultimo anno di carriera qui da noi. Le nostre porte restano aperte, ma è lui che deve scegliere». (...) Occhio però alle piste Usa, una destinazione (fronte New York e Los Angeles) gradita al campione giallorosso.


Roma, tre milioni per dire Fonseca

IL MESSAGGERO - CARINA - Nessuno sconto ma semplicemente il pagamento della clausola rescissoria, l'equivalente del totale del compenso che avrebbe ricevuto restando allo Shakhtar (il contratto scade nel giugno del 2020). Tre milioni dividono Fonseca e la Roma a meno che il tecnico non riesca a far valere quel gentlemen's agreement del quale ha parlato martedì a Fienga e Petrachi nella riunione di Madrid. Ieri il portoghese ha avuto una lunga conversazione telefonica con il presidente Akhmetov provando a convincerlo di liberarlo gratis. I segnali però che arrivano dall'Ucraina, non registrano ancora il via libera. La situazione appare chiara: lo Shakhtar, come dichiarato pubblicamente dal magnate qualche giorno fa, non si metterà di traverso nel lasciar partire l'allenatore ma esige il pagamento dovuto. La palla passa al club giallorosso. Che ancora una volta, come già accaduto con Conte e Gasperini, è in una posizione dove non può dettare condizioni. Si fa come decidono gli altri. E se Akhmetov, come sembra, non farà passi indietro, per liberare Fonseca dovrà versare tre milioni. Probabilmente è per questo motivo che ieri sera l'entourage del tecnico di Nampula ha negato un viaggio imminente del loro assistito in Ucraina per sbloccare la situazione. Se dovesse servire in un secondo momento, sarà fatto ma almeno per ora il quadro è molto chiaro. Fonseca rimane dunque in Portogallo dove si sta godendo un periodo di vacanza, aspettando un segnale da Trigoria.

LA PROVOCAZIONE - Più difficile si sta rivelando invece per Petrachi liberarsi dal Torino. Il presidente Cairo continua a fare muro nel non accettare le dimissioni presentate dal ds. Dopo aver visto il filmato che ritrae il dirigente salentino con il Ceo Fienga all'aeroporto di Fiumicino martedì notte, la situazione s'è complicata oltremodo. Petrachi - al quale è stato chiesto di rinunciare alle ultime tre mensilità e ad altri compensi maturati nella sua esperienza quasi decennale in granata - continua a sperare che a fronte di questa rinuncia la situazione possa sbloccarsi a breve. Altrimenti, come extrema ratio, potrebbe decidere di giocarsi l'ultima carta e accettare in modo provocatorio di restare a Torino per l'ultimo anno di contratto. A quel punto Cairo si ritroverebbe in casa un ds con il quale ha rotto ogni rapporto che dovrebbe costruire la squadra per la prossima stagione. Situazione a dir poco surreale. A Trigoria sono consapevoli che l'intransigenza del Torino potrebbe ammorbidirsi a fronte di un indennizzo di un calciatore.

RANIERI, RADU E PINAMONTI - Il nome individuato dai granata è Cangiano. Il problema, però, è che nessuno fa la prima mossa. Cairo perché risentito con la Roma e con il dirigente. La Roma invece perché conoscendo il gelo intercorso tra le parti nell'ultimo anno, ritiene - ingaggiando Petrachi - di risolvere un problema al Torino. E così lo stallo continua. Chi invece ha agito in anticipo è stato Ranieri. Che quando ha capito che non sarebbe stato confermato, ha fatto da solo un passo indietro. Da quel momento, l'allenatore s'è trasformando in un libro aperto, parlando apertamente di tutto ciò che riguarda il club. Anche ieri non è stato da meno: «L'inchiesta su De Rossi? Ad hoc, fatto da chi voleva fare un po' di caos. Lo sappiamo tutti da dov'è partita e sicuramente lo sanno anche i tifosi». Epilogo su Totti (immortalato a Monte Carlo mentre Fienga e Petrachi erano a Madrid): «Scegliendo me ha inciso. C'era chi voleva Paulo Sousa e lui invece ha detto che voleva me». Vero, in parte. In realtà la Roma ha virato sul tecnico romano soltanto quando Paulo Sousa non ha accettato i 3 mesi proposti dal club che subordinava un altro anno di contratto all'ottenimento della Champions. Ranieri è stato l'unico a dire di sì senza porre condizioni. Mercato: l'Inter oltre a Dzeko chiede anche Kolarov, la Roma disposta a trattare ma oltre al cash vuole anche un giovane tra Radu e Pinamonti. Individuato il mediano: Florentino del Benfica, portoghese, classe 99.


Fonseca alla Roma. È questione di ore

IL TEMPO - BIAFORA - Due milioni separano la Roma e Fonseca. I primi contatti tra Abreu, agente del tecnico portoghese, e il presidente dello Shakhtar Donetsk hanno portato a dei sostanziali passi in avanti sulla trattativa per rescindere il contratto dell'allenatore, valido fino a giugno del 2020. Akhmetov, che può vantare un patrimonio di sedici miliardi di dollari, aveva inizialmente preteso il pagamento integrale della clausola da cinque milioni presente nell'accordo con Fonseca, salvo poi scendere fino ad una richiesta di due milioni di euro. La linea della Roma è la stessa già adottata per Petrachi e la risoluzione con il Torino: i giallorossi non verseranno alcunché nelle casse degli ucraini, fiduciosi di raggiungere un'intesa a costo zero. Le parti si rivedranno in giornata, con l'entourage dell'ex Porto convinto che non ci saranno colpi di scena e che si arriverà ad un patto definitivo, magari con un passo in avanti di Fonseca, che potrebbe rinunciare (come ha intenzione di fare il ds in pectore) ad alcune spettanze già maturate nel corso della stagione appena terminata, nella quale lo Shakhtar ha vinto la coppa e il titolo nazionale per la terza volta consecutiva.

Uno dei primi compiti del futuro mister giallorosso sarà quello di decidere il luogo in cui effettuare il ritiro estivo, destinato ad iniziare a fine giugno dopo il rinvio della sentenza Uefa sul Milan. A Trigoria hanno praticamente rinunciato a disputare la tournée negli Stati Uniti, che la scorsa stagione aveva portato un incasso di 1,7 milioni. Stillitano e gli altri organizzatori dell'ICC hanno atteso la possibile squalifica dei rossoneri, che avrebbe permesso alla Roma di entrare direttamente ai gironi di Europa League e di non disputare i preliminari a luglio, ma non aspetteranno oltre il fine settimana e difficilmente entro
tale data arriverà il responso del TAS sul ricorso presentato dal Milan. Il Tribunale dello Sport non ha vincoli temporali per la pronuncia sul club di Elliott, che starebbe pensando anche ad una procedura d'urgenza per sbrogliare la matassa. Di certo la dirigenza romanista ha da tempo iniziato a programmare le alternative: un intenso luglio di lavoro a Trigoria o il ritiro a Pinzolo dopo il raduno nella Capitale. La scelta sarà affidata al nuovo allenatore, libero di optare per la migliore soluzione a propria discrezione. Chi salterà i primi giorni di lavoro della nuova stagione saranno sicuramente Lorenzo Pellegrini e Zaniolo, convocati da Di Biagio per l'Europeo Under 21, che inizierà domenica 16 e si concluderà il 30 giugno. Gli altri nazionali disputeranno le ultime partite dell'anno lunedì o martedì della prossima settimana e avranno poi diritto a tre settimane di ferie, rischiando di arrivare con pochi giorni di ritardo rispetto agli altri compagni.

Sul fronte calciomercato è spuntato il nome di Icardi, al momento soltanto un'idea di uno degli intermediari incaricati di portare a termine la trattativa Dzeko-Inter, che richiederà altri 10-15 giorni di lavoro per essere concretizzata. Conferme sull'interesse per Obiang, centrocampista del West Ham ad un passo dalla Fiorentina nella sessione invernale di mercato: il suo agente ha già incontrato i dirigenti della Roma nei giorni passati.


Ranieri picconatore: “Caos De Rossi? Sappiamo tutti da dove arriva”

IL TEMPO - BIAFORA - Il ritorno del picconatore. Ad oltre dieci giorni di distanza dalla fine del campionato, Ranieri ha nuovamente parlato delle vicende legate alla Roma dopo aver ricevuto il premio «Piero Santin» a Cava de'Tirreni: «Mi ricorderò per sempre l'abbraccio del pubblico, è stato un orgoglio aver allenato la squadra del mio cuore». Il tecnico, sotto contratto fino al 30 giugno con i giallorossi, ha parlato di ciò che si devono aspettare dal futuro i tifosi romanisti, usando un tono abbastanza pessimista sulla possibilità di entrare in Champions: «Mi auguro che la squadra possa lottare per il quarto posto, poi nel calcio nulla è scritto. Credo che molto dipenda dallo stadio e dalla possibilità di costruirlo, ci sarebbero introiti maggiori. È logico che una società vuole fare le cose fatte bene, anche perché il Fair Play finanziario te lo impone. La proprietà sta lavorando bene, poi ovviamente il pubblico vuole vedere i risultati sul campo. L'importante ora è operare affinché si remi dalla stessa parte».

Ranieri, che non ha ancora alcuna offerta concreta per la prossima stagione, ha detto la sua sul ruolo di Totti e sull'inchiesta de La Repubblica che ha chiamato in causa De Rossi: «Mi è sembrato un articolo ad-hoc, fatto da chi voleva fare un po' di caos. Lo sappiamo tutti da dov'è partito e sicuramente lo sanno anche i tifosi. Francesco scegliendo me ha inciso molto, c'era chi voleva Paulo Sousa e lui invece ha detto che voleva me. Per cui spero che possa continuare ad incidere». Ogni riferimento a Baldini non è puramente casuale.


Nainggolan scaricato dall'Inter. Vorrebbe tornare alla Roma

Radja Nainggolan non sembra rientrare nei piani di Antonio Conte per la sua Inter. Il DS Marotta, come riferito dal Corriere della Sera, avrebbe già comunicato all'agente di Nainggolan di volerlo cedere in questa sessione di mercato. Il sogno del belga è quello di tornare alla Roma, ma l'Inter chiede non meno di 29 milioni di euro per evitare una perdita rispetto a quanto sia stato acquistato dai giallorossi.


La Roma guarda in Portogallo e mette nel mirino il giovane Florentino

Con Fonseca sempre più vicino, la Roma comincia a guardare al mercato per rinforzare la rosa. Nel mirino dei giallorossi, come riferisce Sky Sport, c'è Florentino del Benfica. Il centrocampista classe '99 ha collezionato 11 presenze ed una rete in campionato, con tre apparizioni anche in Europa League. La Roma lo segue con attenzione e vorrebbe acquistarlo già in questa sessione di mercato, ma il giocatore ha una clausola rescissoria di 60 milioni. Il Benfica però accetterebbe anche una cifra minore, ma c'è da battere la concorrenza di Manchester City e Paris Saint Germain.


Avviati i contatti con il Torino per Lyanco, ma la trattativa sembra essere complicata

La Roma vuole rinforzarsi in difesa e ha messo nel mirino Lyanco del Torino. I giallorossi, come riferisce La Repubblica, avrebbero già avviatoi contatti con i granata. Ma la trattativa sembra essere complicata a causa anche della separazione problematica con il DS Petrachi, vicinissimo proprio alla Roma.


La Roma si tinge di azzurro: i sei nazionali sono un record

GAZZETTA.IT - PUGLIESE - Certo, nella mente di tutti restano i tre del Mondiale 2006, perché poi i volti di Totti, De Rossi e Perrotta che alzano la coppa a Berlino non avranno mai uguali nei ricordi azzurri della gente giallorossa. Ma se quello è un pezzo di storia indelebile, i sei nazionali di questi giorni sono probabilmente un piccolo grande record. Perché oggi nessun altro club in Italia è in grado di fornire così tanti giocatori al c.t. Roberto Mancini, se non la Juventus (6 anche lei). In attesa poi di vedere chi scenderà in campo domani ad Atene, contro la Grecia.

LA TRUPPA - In questi giorni Mancini può lavorare con Mirante, Florenzi, Lorenzo Pellegrini, Zaniolo, El Shaarawy e Cristante. Solo la Juventus, appunto, tiene il passo dei giallorossi con Bonucci, Chiellini, De Sciglio, Spinazzola, Kean e Bernardeschi (alle loro spalle Cagliari e Torino con tre elementi a testa). Per la Roma è una sorta di record assoluto, qualcosa del genere si era verificato per il Mondiale 2002, quello che si giocò in Giappone e Corea del Sud, quando i romanisti in azzurro furono 5: Totti, Panucci, Montella, Tommasi e Delvecchio. Adesso, invece, sono addirittura uno in più.

GLI ALTRI AZZURRI - Ma presto a loro potrebbero aggiungersi anche l’altro Pellegrini, Luca, attualmente impegnato al Mondiale Under 20 (dove oggi l'Italia si gioca con il Mali la semifinale) e Alessio Riccardi, il miglior talento del vivaio giallorosso, uno su cui Mancini ha già messo addosso più di un occhio. Il vanto giallorosso, però, prosegue anche con il Mondiale femminile, al via oggi in Francia, dove agli ordini del c.t. Milena Bertolini ci sono Rosalia Pipitone (portiere), Elisa Bartoli (difensore) e Annamaria Serturini (centrocampista). Insomma, in un momento di grande difficoltà per il club, c'è comunque un motivo di vanto. Tinto di azzurro.


Juan Jesus: "Un onore vestire la maglia della Roma"

Juan Jesus ha risposto su Twitter a chi gli ha fatto i complimenti per aver sempre onorato la maglia della Roma: "Per me è solo un onore poter indossare questa maglia. Sempre con grinta e amore". 


Luca Pellegrini: "Mi sto trovando bene da mezzala"

Luca Pellegrini, terzino di proprietà della Roma attualmente impegnato con l'Italia nel Mondiale Under 20, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Sky Sport. Queste le sue parole:

"Non capita tutti i giorni di giocare un quarto di finale in un mondiale. L’emozione è forte, la stiamo vivendo in maniera serena. Siamo concentrati e pronti per giocare. Il Mali è una squadra molto fisica, dobbiamo stare attenti a questo. Giocare da mezzala una soluzione per il futuro? Per il futuro non so, non dipende da me. Mi sto trovando bene, anche grazie ai compagni e al mister che ha dedicato molto tempo per spiegarmi cosa dovessi fare. La mia prima partita in questo ruolo è stato contro il Messico. Il gruppo è fantastico, abbiamo proprio un bel gruppo. Ambizione? Alcune favorite non ci sono ma chi è arrivato fin qui non è da meno. Sarà difficilissima e intanto dobbiamo pensare al Mali". 


Juan: "Infastidito dall'addio a De Rossi"

Juan, ex difensore centrale della Roma, ha rilasciato una lunga intervista al portale Calcipedia. Queste le sue dichiarazioni:

Come vive i primi giorni dopo il ritiro dal calcio giocato?
"Mi sto godendo questo "pensionamento" per stare con la mia famiglia, dopo una lunga carriera nel calcio. Ora mi godo un po'di riposo prima di tornare al Flamengo".

Vuole iniziare una carriera da manager? Si può pensare ad un suo ritorno a Roma?
"A giugno tornerò al Flamengo. Non ho ancora un ruolo definito ma tutto può accadere nel calcio. La Roma è un club a cui sono affezionato, forse in futuro...".

La Roma le ha reso omaggio quando è tornato nella capitale, è successo altro oltre a ciò che abbiamo visto sui social? Si tiene informato sul club?
"No, solo quello che avete visto sui social. Sono andato lì per incontrare i miei vecchi compagni, ho portato una maglietta del Flamengo a Totti e De Rossi. Seguo molto la Roma, leggo notizie, sono appassionato e molto legato. Ogni volta che posso seguo le partite e cerco di informarmi sulla situazione".

Com'era il suo rapporto con Mexes e Burdisso?
"Abbiamo sempre avuto un buon rapporto, dentro e fuori dal campo. Quando sono arrivato a Roma sono stato ben accolto da tutti. Ho avuto un rapido adattamento con tutti nel gruppo. Ho finito per giocare molto con Burdisso a causa di un infortunio di Philippe, ma ci siamo capiti subito. Ci siamo completati".

C'erano rapporti tra i sudamericani di Roma e Lazio nel periodo in cui ha vestito la maglia giallorossa?
"No, tutto resta nel proprio 'angolo di città'. I sudamericani si incontravano, ma tra giocatori dello stesso club".

Cosa pensa degli addii di Totti e De Rossi?
"Erano attesi in maniera diversa. Quello di Francesco era nell'aria, a causa della sua età anagrafica, ma è già tornato nel club come dirigente. Quello di Daniele non me lo aspettavo. Era un giocatore importante per il club, conosco l'affetto e l'amore che ha per Roma e la città. È un ragazzo importante negli spogliatoi. Mi ha colto di sorpresa il suo mancato rinnovo. Come tifoso della Roma sono stato davvero infastidito".

Come vede l'attuale situazione della Roma?
"Da quello che sono stato in grado di seguire, la situazione è più agitata a causa dei risultati arrivati in campo. La squadra, dopo diverse stagioni, non è stata in grado di mantenere il ritmo degli ultimi anni. È stata una stagione atipica, il club ha perso giocatori importanti e i nuovi arrivati sono stati lenti ad adattarsi. A Roma la gente non ha sempre pazienza, ma credo che una stagione un a livelli un po 'più bassi sia normale, tenendo conto che la squadra veniva da quattro, cinque anni in cui ha giocato ad alti livelli. Quello che mi ha impressionato di più è che internamente l'ambiente sembra essere più complicato, la direzione del club è cambiata molto".

Durante la sua permanenza in Italia, hai incontrato leader come De Rossi, Totti, Pizarro e Perrotta. Chi la ha influenzata di più?
"Sono tutti idoli ed erano leader all'interno dello spogliatoio. Ognuno con le sue caratteristiche. Ogni giorno ho imparato molto da ciascuno. Forse il mio profilo si adatta meglio allo stile di Perrotta, che era anche un leader tecnico del club. Sono profili diversi e ho potuto imparare molto da tutti".

Il periodo che ha inciso di più sulla sua carriera?
"Il mio periodo in Italia mi ha aiutato a leggere il gioco in modo più tattico, mi ha aiutato a costruire di più durante la partita e aiutato la mia condizione fisica. Ho giocato fino ai 40 anni, questo è quello che ho imparato in Italia. Oltre ai posizionamenti sul campo, ho notevolmente migliorato la parte fisica. Mi sono evoluto come atleta".

Alla Roma ha vinto Coppa Italia e Supercoppa. Sente che avrebbe potuto ottenere qualcosa di più?
"Quando giocavo a Roma, spesso lottavamo per lo scudetto, principalmente con l'Inter. A quel tempo giocavamo un calcio di alto livello e avremmo vincere quel titolo. Gli'investimenti economici erano inferiori rispetto ai quelli delle principali concorrenti e siamo riusciti comunque a competere da pari a pari. Avevamo giocatori di alto livello, avremmo davvero potuto vincere uno scudetto".

La rivalità con l'Inter?
"Abbiamo avuto molti scontri diretti. Quando non è successo in finale, li abbiamo incontrati ai quarti o in semifinale (di Coppa Italia). E' stato una rivalità che è cresciuta negli anni, l'Inter aveva anche molti giocatori sudamericani, quindi la rivalità è aumentata tra di noi. È stato un periodo molto combattuto tra Roma e l'Inter e la ha contribuito ad accrscere l'importanza di questo classico".

Cosa pensi dei tifosi della Roma?
"Sono davvero molto appassionati. Influenzano molto la squadra perchè vivono per il club, sono vicini sempre, giorno dopo giorno. Chi sa di cosa parlo conosce anche la passione che caratterizza i tifosi della Roma".