La Stampa, De Santis: "Escluso Mihajlovic per la panchina giallorossa" (foto)

La corsa alla panchina giallorossa perde un altro nome. Secondo quanto riferito su Twitter da Matteo De Santis, giornalista de La Stampa, Sinisa Mihajlovic non sarà il prossimo allenatore della Roma. 


Pallotta, la smentita è d’obbligo: “Qualcuno vuole danneggiarci”

IL MESSAGGERO - «A volte l'unica cosa di cui hai bisogno è capire che meriti di meglio». Il messaggio criptico arriva da Tokyo ed è firmato da Sarah Felberbaum, moglie di Daniele De Rossi. La coppia, in vacanza in Giappone, pur lontana dalle polemiche che in queste ore stanno inondando la Capitale, è stata colpita dallo tsunami scatenato dall'articolo di Repubblica, in cui il centrocampista sarebbe stato tra i promotori di una fronda contro l'ex tecnico Di Francesco, l'ex ds Monchi e Totti. Un'ipotesi che ha scatenato sia la collera di De Rossi pronto a sporgere querela contro gli estensori, che l'indignazione dei tifosi che hanno inondato radio e social di commenti sulla vicenda. Hanno tentato di chiarire il caso anche i protagonisti, il primo è stato il presidente Pallotta al sito web ilmessaggero.it: «Sono tutte cazzate, qualcuno sta provando a distruggere la Roma con continue bugie». Alla dichiarazione è seguita la nota della società con cui sono state prese le distanze dalla ricostruzione, senza però smentire i fatti: «Contrariamente all'abitudine del club, che non è solito commentare le indiscrezioni di stampa, a tutela delle persone menzionate nel servizio, l'As Roma ritiene che non sia attendibile trasformare in fatti eventuali opinioni espresse da terzi, e riportate a terzi, delineando in questo modo un quadro distorto e totalmente distante dalla realtà».

MEDICI IN PRIMA LINEA - Tra i protagonisti citati, anche l'ex medico sociale Riccardo De Vescovo accusato, con l'ex capo dei fisioterapisti Damiano Stefanini, di aver riportato al preparatore atletico Ed Lippie dinamiche e pensieri dello spogliatoio: «Non voglio fare commenti, e non ho mai parlato in vita mia con i giornalisti. Mantengo una linea legata alla mia professione e professionalità. Io sono sempre a favore della società e delle sue direttive. Sono molto rispettoso di tutto ciò che gira intorno alla società Roma», le sue parole all'Ansa. Stefanini è chiaro: «Non è stato Totti a decidere». Si smarca anche l'ex ds Monchi, accusato, nella ricostruzione, di capacità manipolatorie e di aver fallito nel mercato: «Non voglio guardare indietro, adesso lavoro a Siviglia e anche qui ho tante cose da fare. Ma voglio che una cosa sia chiara: io non conosco i giornalisti che hanno scritto quell'articolo. Non so chi sono e non ho mai parlato con loro», le sue parole a Centrosuonosport. Giovanni Cervone a Rete Sport ha avuto una reazione di rabbia contro Ed Lippie giudicato dall'ex portiere giallorosso gola profonda di Pallotta: «Chi fa la spia è un uomo di m Non credo neanche se lo vedessi con i miei occhi a un De Rossi traditore. Persone così andrebbero prese per le orecchie e buttate per strada. Se io giocatore avessi saputo una cosa del genere a Ed Lippie gli avrei dato due cazzotti in testa».

 

 


Trigoriagate. Le mail segrete su De Rossi che voleva mandare via Totti

LEGGO - BALZANI - La bufera dopo la tempesta. Come se non bastassero la grana allenatore, gli addii dei big e un campionato disastroso, ieri a Roma è esplosa un'altra bomba atomica a seguito della pubblicazione dell'inchiesta de La Repubblica. Dietro al divorzio con De Rossi - secondo il quotidiano romano - ci sarebbe un carteggio interno che il preparatore Ed Lippie, uomo di fiducia di Pallotta, nel dicembre scorso avrebbe scritto al presidente, sottolineando come i senatori della squadra (De Rossi, Dzeko, Manolas e Kolarov, guarda caso tutti con la valigia) non avrebbero avuto fiducia in Di Francesco e Monchi, mentre Totti sarebbe stato mal supportato nel suo ruolo dirigenziale. Quel ruolo che proprio lo stesso De Rossi ha dipinto recentemente come privo di potere.

LE FONTI - Come fonti di Lippie si citano il medico Del Vescovo e il preparatore Stefanini, entrambi cacciati da Pallotta a gennaio. A De Rossi - al quale però è stato offerto un ruolo da dirigente meno di 20 giorni fa - viene pure attribuita una dichiarazione che avrebbe fatto al momento dell'acquisto di Nzonzi: «Se non risolviamo la cosa, vi faccio arrivare decimi», mandando il suo procuratore a trattare la rescissione del contratto (mai avvenuta). Va ricordato che De Rossi è stato tra i migliori nella stagione appena passata. Indiscrezioni che hanno scatenato un putiferio fuori e dentro Trigoria.

QUERELA PRONTA - De Rossi, già in vacanza in Giappone, ha deciso di querelare il quotidiano romano. Totti per ora non ha parlato, ma dovrebbe farlo presto. L'ex ds Monchi è rimasto sorpreso: «Non conosco questi giornalisti, mi è nuova la faccenda». Ma il tentativo di spaccare una piazza che gronda rabbia e tristezza è fallito.

TIFOSI - La maggior parte dei tifosi ha trovato strana la tempistica con cui è uscita l'inchiesta e hanno rilevato parecchie incongruenze, accusando il solito Baldini di aver pilotato le voci per screditare De Rossi. In tanti chiedono chiarezza alla società e allo stesso Totti.

LA SOCIETÀ - E il club? «Sono tutte cazzate, qualcuno sta provando a danneggiare la Roma con continue bugie», le parole di Pallotta al Messaggero. Poi è arrivato una nota ufficiale controversa: «L'AS Roma desidera prendere le distanze dalla ricostruzione apparsa sulle pagine sportive della Repubblica. E ritiene che non sia attendibile trasformare in fatti eventuali opinioni espresse da terzi, e riportate a terzi, delineando un quadro distorto e totalmente distante dalla realtà».

SARAH ACCUSA - «A volte l'unica cosa di cui hai bisogno è capire che meriti di meglio», è invece il criptico post di Sarah Felberbaum, moglie di Daniele De Rossi.


Tutti i guai giallorossi dalla A alla Z

LEGGO - FABRETTI, PASQUALETTI - Abbonamenti. Dopo l'addio di De Rossi i tifosi hanno deciso di boicottare la Società partendo proprio dalle tessere annuali.
Baldini. L'eminenza grigia della Roma è lui. Non è un dipendente ma comanda tutto. E i tifosi l'hanno ormai messo nel mirino.

Centravanti. Dzeko, insieme ai senatori De Rossi, Manolas e Kolarov, avrebbe - secondo l'inchiesta di Repubblica - guidato la fronda a Di Francesco.
De Rossi. Capitan futuro, poi capitan rimpianto, oggi capitan discusso: è lui al centro del presunto scandalo denunciato da Repubblica. L'accusa? Avrebbe voluto far fuori Totti.
Estate. Rischia di essere infuocata. Senza ancora un allenatore e con i preliminari di Europa League alle porte.

Florenzi. È il nuovo Capitano ma sembra che nessuno lo consideri: non viene neanche chiamato in causa tra i senatori.
Gioco. La tattica di Di Francesco veniva considerata «scriteriata» dai senatori al centro della presunta fronda.
Hot line. I messaggi vocali di De Rossi hanno infuocato la polveriera Trigoria. Inviati ad hoc?
Investimenti. Senza Champions, la Roma fa meno gola dell'Atalanta (e il no di Gasperini ne è la conferma). Difficile che possa investire sul mercato senza la risorse Champions.
Lippie. Uomo di fiducia di Pallotta, è lui la gola profonda di Trigoria. Ha scritto al presidente una mail, datata 16 dicembre 2018, denunciando il clima impossibile all'interno di Trigoria.
Monchi. Il Ds spagnolo era finito nel mirino dei senatori per il mercato e per il modo di trattare i giocatori. Gli uomini scelti in estate non erano adatti al gioco di Di Francesco.
Nzonzi. Secondo il retroscena di Repubblica, De Rossi, dopo l'arrivo del francese campione del mondo, avrebbe fatto fuoco e fiamme minacciando di boicottare la Roma stessa: «Vi faccio arrivare decimi».
Obiettivi. Tutti falliti. A cominciare dalla qualificazione in Champions che doveva portare le risorse per autofinanziarsi.
Pallotta. Non c'è mai. Viene accusato di vendere tutti i giocatori migliori. Per sapere cosa accade a Trigoria ha bisogno dei pizzini dei preparatori atletici. I tifosi lo accusano di avere a cuore solo lo stadio e di essere sempre più distaccato dalla Roma.

Qatar. Lo sponsor sulle maglie cela anche un misterioso acquirente arabo? La pista resta aperta, anche in ottica stadio.
Romanisti. Sono le vere vittime di questa guerra senza quartiere che si combatte tra Trigoria e Boston. A loro vengono chiesti i soldi per gli abbonamenti, ma in cambio si offre pochissimo: non si vedono progetti né giocatori.
Stadio. È il sogno proibito di Pallotta. Ma si è arenato sull'ansa del Tevere tra burocrazia, indagini, mazzette e arresti. Ora anche i tifosi, pur di cacciare Pallotta, dicono no. Senza di loro è impossibile farlo.
Totti. Domenica è arrivato allo stadio per premiare De Rossi 4 minuti prima del fischio finale. Scuro in volto e freddo con Daniele. E c'è il giallo dell'audio in cui il numero 16 chiederebbe scusa a Totti: «Io non volevo», dice in lacrime durante l'abbraccio.
Undici. Sono gli anni che dividono la Roma dall'ultimo trofeo vinto: la Coppa Italia, conquistata nel 2008.

Viperetta. Al secolo Massimo Ferrero: fa recapitare informalmente proposte per acquistare la Roma, offrendo però solo un piatto di lenticchie.
Zaniolo. Doveva essere il nuovo Totti ma è finito soprattutto al centro di casi di cronaca, tra rapine alla mamma e gossip. Potrebbe essere il nuovo gioiello da sacrificare.


Sinisa, candidato senza consenso

IL MESSAGGERO - CARINA - Non solo l'appeal. Più trascorrono i giorni e il rischio che la Romavada incontro anche a problemi legati all'immagine (caotica) che proietta all'esterno, lievitano di ora in ora. Prima la stagione tribolata con gli addii in corsa di Di Francesco e Monchi. Poi le bordate di Ranieri, il mancato aggancio alla Champions, il traumatico addio di De Rossi, la contestazione che ne sta seguendo e i no in rapida successione di Conte e Gasperini. Ora l'inchiesta di Repubblica. Sullo sfondo un club che continua ad incassare colpi e al 31 maggio è ancora con un direttore sportivo (Petrachi) da ufficializzare e senza allenatore.

CONTATTI - Proprio su questo tema, continuano le consultazioni della società. Singolare che ogni ala del club continui ad interpellare un candidato diverso. Nelle ultime ore, proprio Petrachi - dopo aver sondato nei giorni scorsi De Zerbi - ha contattato Mihajlovic per capire l'eventuale disponibilità del tecnico. Le perplessità sul suo conto sono di natura (quasi) esclusivamente ambientale. Non più tardi di un paio di settimane fa, il serbo si è professato per l'ennesima volta tifoso laziale. E per una tifoseria, che proprio nel giorno dell'addio di De Rossi s'è ritrovata in nome del ‘romanismo', non sarebbe il miglior biglietto da visita possibile. Il timore da parte della dirigenza che possa essere letta come una provocazione, frena al momento l'ok. Anche se Sinisa, capace di giocare sia nella Roma che nella Lazio e allenare sia l'Inter (come vice) che il Milan, ha detto a Petrachi che non avrebbe problemi ad accettare l'incarico. Nel frattempo, a margine della riunione andata in corso all'Eur mercoledì sera, Totti ha contattato direttamente Gattuso (nel weekend a Capri per la festa organizzata da Ancelotti). Prima di lui, poche ore prima, ci aveva pensato (anche) Balzaretti a rompere il silenzio che durava ormai da mesi, dopo il sondaggio fatto ad inizio 2019 dal vicepresidente Baldissoni. Rino - che ha un'offerta dalla Fiorentina se dovesse finire nelle mani dell'imprenditore Commisso ed è allettato da un'avventura all'estero - ha preso tempo. Non ha chiuso la porta ma vuole prima capire i piani societari riguardanti il mercato in entrata e in uscita.

CARTE DI RISERVA - La corsa - aspettando anche il responso su Sarri - vede questi tre nomi avanti agli altri. Anche perché Giampaolo (il preferito di Baldini) è finito in orbita Milan. Fonseca(Shakhtar), che troverebbe d'accordo sia Petrachi che il consigliere di Pallotta, è penalizzato dal fatto che non conosce il calcio italiano e per ora sembra una carta da giocarsi in extremis, qualora si complicassero altre piste. Più indietro Benitez e Blanc anche se ieri l'ex ct francese, nel negare la possibilità di approdo sulla panchina del Lione, ha riferito in modo sibillino che la sua «prossima esperienza sarà all'estero».


Nel segno di Zorro. Fonseca vince il casting: è a un passo dalla Roma

LEGGO - BALZANI - Petrachi incontra Mihajlovic, Totti spinge Gattuso ma alla fine dovrebbe spuntarla di nuovo Franco Baldini. In pole per il ruolo di prossimo allenatore, infatti, è passato nemmeno troppo a sorpresa Paulo Zorro Fonseca. Dopo i no di Conte, Sarri e Gasperini si è stretto il cerchio durante il summit di mercoledì pomeriggio. Scartato Giampaolo (in orbita Milan o Lazio) considerato troppo fragile per una piazza come Roma, si è discusso delle candidature di De Zerbi e Bordalas. Ma il profilo ideale individuato dalla dirigenza è proprio quello di Fonseca. Portoghese 47 anni e allenatore dello Shakhtar Donetsk affrontato lo scorso anno agli ottavi di Champions proprio dalla Roma. I discorsi sono in fase avanzata e prevedono un triennale da circa 2 milioni per Fonseca che si è detto «ansioso di allenare in un grande campionato come quello italiano».
Zorro (soprannominato così perché si presentò vestito come il giustiziere mascherato durante una conferenza stampa) è apprezzato sopratutto per i risultati ottenuti con lo Shakthar del dopo Lucescu dove ha vinto due campionati e valorizzato giocatori come Taison, Fred e Marlos. Proprio la sua bravura nel lavorare coi giovani avrebbe fatto la differenza. Votato a un calcio offensivo ma non eccessivamente spregiudicato, il portoghese adotta il 4-2-3-1. La sua gavetta è stata di alta e bassi e ha fallito la grande chance col Porto nel 2014. Si tratterebbe del 3° allenatore straniero sugli otto fin qui ingaggiati dalla Roma americana. Importante usare il condizionale visti i recenti rifiuti. Così restano comunque in corsa le candidature di De Zerbi, Gattuso, Bordalas e soprattutto Sinisa Mihajlovic. Il serbo si è incontrato con Petrachi un paio di giorni fa proponendosi.

Dzeko. Il bosniaco oggi si accorderà con l'Inter. La Roma chiede 30 milioni, l'Inter può spingersi fino a 20 ma inserirà una contropartita tra Joao Mario e Dalbert.


Totti a De Rossi: “Un gioco sporco”

IL MESSAGGERO - TRANI - Il frastuono dell'esplosione è paragonabile a quello della scossa di terremoto. Si sente fortissimo all'Eur, nella sede di via Tolstoj, e subito si estende alla città. Ma dalla Capitale arriva ovviamente fino a Boston. La Roma è saltata in aria all'alba, con la miccia accesa proprio dentro Trigoria. L'inchiesta del quotidiano La Repubblica mette in piazza la lotta intestina che, dall'inizio della stagione, avrebbe disintegrato lo spogliatoio. E soprattutto il duello fratricida tra De Rossi e Totti, con il capitano messo alla porta senza preavviso lo scorso 14 maggio. Nessuna sorpresa, però, per Pallotta, presidente informato sui fatti fin da metà dicembre. A relazionarlo dettagliatamente il suo fisioterapista personale Ed Lippie, l'ex preparatore giallorosso che si era poi accontentato del ruolo di consulente esterno, con blitz sporadici nel centro sportivo (dopo l'addio di Di Francesco e del suo staff è di nuovo tornato ad essere il responsabile).

CHIARIMENTO LAMPO - «Hanno fatto un gioco sporco». Totti, al telefono, si sfoga con l'amico De Rossi che è in vacanza in Giappone. Spesso hanno discusso, pure da compagni. Ma sono sempre stati leali tra loro. Questa storia finisce per ricompattarli se ce ne fosse stata veramente la necessità. La fronda, raccontata dettagliatamente dal preparatore americano, non è insomma in campo. Nè chiama in causa Francesco e Daniele. Bisogna, duinque, spostarsi in società. Dove la guerra di potere nasce sottotraccia e viene a galla nella forma peggiore. Le ultime nomine, dopo le dimissioni di Gandini che si è arreso in meno di un anno, hanno creato malumori, risentimenti e invidie. Rivoluzionato il vertice del club: Fienga è diventato il nuovo Ceo, con la delega da amministratore delegato, e Baldissoni promosso vicepresidente esecutivo e spostato esclusivamente sulla questione stadio. E Baldini, da esterno, divide et impera. Il management (nessuno escluso e Monchi compreso), per la cronaca, ha avuto la copia dell'email, a quanto pare, direttamente da Pallotta. Pure diversi giocatori furono messi al corrente, a cominciare dal capitano fatto passare per il capo della rivolta. Per litigare ancora un po'.

TESTO MIRATO - Ed Lippie spinge il tasto invio subito dopo il ko di Plzen e arriva prima della gara interna con il Genoa del 16 dicembre. La sintesi è questa: «I quattro senatori De Rossi, Kolarov, Dzeko e Manolas ritengono il gioco di Di Francesco dissennato, dispendioso sul piano della corsa e misero su quello della tattica. Lamentano l'indebolimento della rosa. Il tecnico è in preda alla nevrosi dovuta al rammarico di aver accettato da Monchi un mercato inadatto al suo 4-3-3. Circondato da uno staff non all'altezza, vittima della sua stessa presunzione di riuscire ad adattare calciatori non compatibili col suo gioco». Monchi non lo sopporta nessuno: «È il narcisista che ha riempito la squadra di giocatori per i quali vincere o perdere è la stessa cosa. Gli rimproverano doppiezza nei rapporti, insofferenza nei confronti dei giocatori di seconda fascia, capacità manipolatorie nelle informazioni in uscita da Trigoria e un mercato che non è passato attraverso una corretta due diligence». Sgradito anche Totti: «La squadra soffre la sua presenza nel suo nuovo ruolo di dirigente. Le percezioni negative che trasmette al gruppo. È mal tollerato da coloro a cui ha consegnato il testimone. La richiesta dei giocatori: allontanarlo subito e con lui Di Francesco al quale è legatissimo». A Pallotta vengono svelate le fonti: il medico Del Vescovo e il fisioterapista Stefanini (non citato nell'email).

RACCONTO INCOMPLETO - Non mancano le incongruenze per chi ha vissuto questa stagione travagliata della Roma: se De Rossi, pur scontento per l'acquisto di Nzonzi, guida l'opposizione a Di Francesco e fa frenare i giallorossi in classifica, come mai va in panchina da infortunato contro il Genoa per supportare il tecnico (che lo ringrazia a fine gara), calcia il rigore decisivo a Oporto, tiene in corsa per la Champions la squadra con la rete di Marassi contro la Sampdoria e riceve la proposta del club di diventare vice Ceo? E se Totti, ancora in attesa della carica di responsabile dell'area tecnico, non ha alcun potere, come dice in pubblico De Rossi, perché può poi decidere di far cacciare Del Vescovo e Stefanini?

RETROSCENA TECNICO - Da non dimenticare: giovedì 7 marzo, dopo l'eliminazione dalla Champions, Di Francesco è stato esonerato solo a fine pomeriggio perché in una conference call con Pallotta, De Rossi ha provato, parlando in inglese anche per conto dei compagni, a far cambiare idea al presidente. Senza, però, riuscirci. Poi all'allenatore chiese: «Potrò venirti a trovare per studiare il tuo metodo?». Kolarov, invece, giocò il derby (e segnò) con il dito del piede fratturato. Dzeko, quando andò vià Eusebio, si limitò all'sms. Il più bello ricevuto dal tecnico. Che, agli amici, ricorda: «I quattro sono gli stessi che mi portarono in semifinale di Champions». I contrasti ci sono stati, come le lamentele. Sui carichi di lavoro e i sistemi di gioco. Accade ovunque e non solo qui.


Jim deve fare piazza pulita

IL MESSAGGERO - CAPUTI - C’era una volta la Roma, anche quella americana. La Roma che seppur tra speranze disilluse, contraddizioni, problemi tecnici ed economici, aveva mantenuto dignità e credibilità. Mai, negli ultimi cinquanta e passa anni di storia giallorossa, si era giunti a un momento così deprimente. I risultati sportivi c’entrano poco, o meglio, le vicende di questi mesi, delle scorse settimane e delle ultime ore, ci spiegano chiaramente perché non siano arrivati e, ancora più grave, che con queste dinamiche interne non potranno mai arrivare. Il presidente Pallotta, assente dalla Capitale da più di un anno, ha un solo modo per arginare la squallida deriva del suo club: venire a Roma, metterci la faccia e azzerare il suo management, anche quello nascosto a Londra. Per tornare a essere credibile, la Roma ha bisogno di una completa rifondazione che depuri una dirigenza inquinata da lotte di potere e dallo scarico di responsabilità. Facce e regole nuove, dalle scrivanie allo spogliatoio, persone in grado di lavorare e giocare con orgoglio e dedizione per la Roma e i suoi tifosi.


Psicodramma Roma

IL TEMPO - BIAFORA - Ennesimo risveglio con il botto per i romanisti. A chiudere una stagione travagliata, che ha visto l'addio di De Rossi, la rescissione di Monchi, l'esonero di Di Francesco e la mancata qualificazione in Champions, è arrivata la bomba sganciata da «La Repubblica». In un'inchiesta a firma Bonini-Mensurati viene ricostruita una presunta fronda di parte dello spogliatoio durante l'arco di quasi tutta la stagione e viene spiegato uno dei possibili motivi che hanno spinto la società a non rinnovare il contratto di DDR. Il capitano, insieme a Dzeko, Manolas e Kolarov, avrebbe fatto pressione per mandare via il ds Monchi, il tecnico Di Francesco e Totti, dirigente ritenuto troppo vicino all'allenatore. Secondo il quotidiano il numero 16 si sarebbe imbufalito per l'acquisto di Nzonzi, suo doppione, arrivando a pronunciare la frase «Se non risolviamo la cosa, vi faccio arrivare decimi» e chiedendo contestualmente la rescissione del contratto. L'articolo di Repubblica cita poi un'email di Ed Lippie, ex preparatore atletico della squadra e uomo di fiducia di Pallotta, nella quale viene descritta al presidente la pesante situazione all'interno di Trigoria. Le fonti di tale rapporto, secondo il quale sarebbe necessario una 'detottizzazione', sarebbero il medico sociale Del Vescovo e il fisioterapista Stefanini, molto legato a De Rossi, allontanati ad inizio marzo dalla Roma. Tale scelta avrebbe fatto calare il gelo nei rapporti tra le due bandiere, durato fino all'abbraccio andato in scena dopo Roma-Parma.

La prima dura replica ai contenuti dell'articolo è arrivata da Pallotta («Sono tutte stronzate, è chiaro che qualcuno sta provando a danneggiare la Roma con continue bugie»), seguita poi da una nota del club: «L'AS Roma desidera prendere le distanze dalla ricostruzione apparsa sulle pagine sportive della Repubblica in data odierna. Contrariamente all'abitudine del Club, che non è solito commentare le indiscrezioni di stampa, a tutela delle persone menzionate nel servizio, l'AS Roma ritiene che non sia attendibile trasformare in fatti eventuali opinioni espresse da terzi, e riportate a terzi, delineando in questo modo un quadro distorto e totalmente distante dalla realtà». Da quel di Tokyo non è giunto alcun commento di De Rossi, che ha però intenzione di querelare il quotidiano e gli estensori del pezzo, ma soltanto una sibillina storia Instagram della moglie Sarah Felberbaum: «A volte l'unica cosa di cui hai bisogno è capire che meriti di meglio». Si è tirato fuori dalla vicenda anche l'ex direttore sportivo Monchi: «Non voglio fare commenti, adesso lavoro al Siviglia e ho già tanti casini. Però non capisco la genesi di questa storia, perché io questi giornalisti non so chi siano e non li ho mai incontrati. Non so proprio - ha detto Monchi all'Ansa - e non posso parlare: sarebbe una mancanza di rispetto verso la Roma, e anche il Siviglia». Di poche parole il dottor Del Vescovo: «Non voglio fare commenti, e non ho mai parlato in vita mia con i giornalisti. Non commento - ha proseguito l'ex medico sociale giallorosso - in generale, e mantengo una linea legata alla mia professione e professionalità. Io sono sempre a favore della società e delle sue direttive. Ripeto, non voglio fare commenti, ma sono molto rispettoso di tutto ciò che gira intorno alla società As Roma». L'unica certezza è che la Roma ha bisogno di lasciarsi alle spalle il momento più difficile degli ultimi anni, voltando pagina.


Tifosi divisi tra incredulità e amarezza

IL TEMPO - Tifosi infuriati, amareggiati, increduli e divisi. Nell'arco di pochi giorni sono passati dalla notizia dell'addio dell'ultima bandiera giallorossa alla notizia, forse anche più incredibile, del caos interno al club. Altro fulmine a ciel sereno. L'inchiesta di Repubblica ha tolto il sorriso a gran parte della tifoseria romanista ma al tempo stesso ha sollevato un mare di dibattiti. «Possibile che tra quelli che sembravano due amici fraterni come Totti e De Rossi ci siano stati questi intrighi?», si sono chiesti in molti. Ed ecco che i due simboli della Roma improvvisamente vengono messi in discussione anche dai tifosi. «Un inferno» per qualcuno, e allora «quell'abbraccio era finto?» Tante, troppe le domande, troppo poche le risposte. Ma su una cosa i tifosi romanisti sembrano veramente uniti: «la società questa volta ha toccato il fondo perché incapace di gestire la squadra, i cosiddetti senatori e anche i capitani, ex ed attuale», scrivono sui social.

«L'inchiesta di Repubblica sulla Roma? L'ho letta stamattina, bisogna vedere cosa verrà fuori, sono rimasto un po' scioccato», la reazione di Pierfrancesco Favino ospite di «Un Giorno da Pecora». L'attore, conduttore e grande tifoso romanista guardando al futuro, ha le idee chiare su chi vorrebbe vedere sulla panchina giallorossa: «Personalmente, vorrei De Rossi». Poi, c'è la sfilza di ex giocatori della Roma ancora innamorati di una squadra che nonostante tutto non si tocca. Giancarlo (Picchio) De Sisti, campione europeo nel 1968 e vicecampione mondiale nel 1970 con la Nazionale italiana ha raccontato che leggendo i fatti recenti non credeva ai suoi occhi: «Mi sembra fantascienza. Totti e De Rossi l'uno contro l'altro è semplicemente assurdo.... nel calcio i problemi di spogliatoio sono all'ordine del giorno, ma così mi sembra veramente troppo!. I tifosi hanno appena finito di piangere per l'addio di De Rossi....non è possibile».

 

 

 

Il ds Petrachi sceglie l’allenatore

IL TEMPO - BIAFORA - Petrachi inizia a costruire la Roma del futuro. Il dirigente è nella Capitale da qualche giorno ed ha dato il via ai primi incontri per risolvere la questione allenatore e pianificare il calciomercato estivo. Uno dei compiti prioritari del ds, convinto di liberarsi dal Torino entro le prossime due settimane, è quello di trovare un tecnico dopo i no di Conte e Gasperini. Insieme agli altri uomini del club si sta ragionando sul miglior profilo su cui puntare, con Sarri in cima alle preferenze, seguito nell'ordine da De Zerbi, Mihajlovic, Gattuso, Giampaolo e dagli stranieri Fonseca e Bordalas. Al momento non trova confermme l'accelerata per il serbo, che nel recente passato ha avuto qualche contatto con Totti: il Bologna vuole ripartire da lui dopo aver conquistato la salvezza e già vengono impostate in sintonia le prime operazioni di mercato. La Roma resta in attesa degli sviluppi su Sarri, fresco vincitore dell'Europa League e desideroso di continuare il lavoro al Chelsea, titubante su un esonero che sembrava ormai certo.

Oltre all'allenatore un'altra urgenza di Petrachi sono le cessioni, dovendo effettuare una cinquantina di milioni di plusvalenze entro il 30 giugno. Tra i giocatori con le valige in mano c'è sicuramente Dzeko, pronto a cambiare aria dopo quattro anni in giallorosso. Il numero 9 è cercato con insistenza dalla nuova Inter di Conte e dalla Bosnia è arrivata la notizia che il ct Prosineski gli ha concesso un giorno di permesso per risolvere la questione prima degli impegni con Grecia e Italia. Dzeko sta già cercando casa a Milano, ma prima della definizione dell'affare le due società devono trovare un accordo sulla valutazione (sopra i 4,6 milioni sarà tutta plusvalenza) e non è da escludere l'opzione di uno scambio.


Conte è ufficialmente il nuovo allenatore nerazzurro

L’Inter annuncia che Antonio Conte sarà il prossimo allenatore della squadra tramite un tweet pubblicato sul profilo ufficiale questa mattina.