La Juve continua il pressing su Zaniolo e pensa di proporre Higuain come contropartita

La Juventus punta forte su Nicolò Zaniolo. Secondo quanto riporta il sito calciomercato.it, il DS bianconero Paratici vorrebbe inserire Gonzalo Higuain come parziale contropartita poiché il Pipita è reduce da due esperienze negative tra Milan e Chelsea e quindi il costo del suo cartellino si sarebbe svalutato. L'attaccante argentino, però, vorrebbe restare alla Juventus, come ribadito dal fratello procuratore, soprattutto ora che ritroverebbei Maurizio Sarri col quale ha messo il record di reti in serie A. La Roma, pur essendo in cerca un centravanti visto il probabile addio di Dzeko, vuole trattenere il talento ex-Inter ed è pronta a rinnovare il contratto, aumentando l'ingaggio del giovane centrocampista. I giallorossi valutano Zaniolo circa 60 milioni, mentre la Juve non vorrebbe spingersi oltre i 40. 


Luis Enrique ha comunicato le sue dimissioni da ct della Spagna per motivi personali

Luis Enrique si è dimesso dal ruolo di CT della nazionale spagnola. L'ex allenatore della Roma ha comunicato alla federazione di non poter continuare l'avventura sulla panchina della Roja a causa di gravi problemi personali, lasciando dunque il le redini della Selección al suo vice Robert Moreno. Lo spagnolo era stato nominato CT il 9 luglio 2018 ed aveva già abbandonato il ritiro il 26 marzo ed era stato sostituito da Moreno nelle gare contro Malta, Far Oer e Svezia.


Mostra fotografica su Falcao all'ambasciata brasiliana dal 21 giugno al 13 settembre (Foto)

Dal 21 giugno al 13 settembre 2019 ci sarà una mostra fotografica intitolata "Falcao, ottavo Re". La Roma rende noto, inoltre, che sarà aperta gratuitamente presso l'ambasciata brasiliana in piazza Navona. Questo il tweet della società capitolina:

 


Ag. Defrel: "Gregoire torna alla Roma. La Samp non lo riscatterà per problemi economici". Smentita l'intervista da parte del procuratore

Giampiero Pocetta, agente di Gregoire Defrel, è stato intervistato dal sito romapress.net in merito al futuro del suo assistito. Queste le sue parole:

"Defrel tornerà alla Roma. La Sampdoria non eserciterà il diritto di riscatto a causa di problemi economici".

Lo stesso Pocetta ha poi smentito al portale vocegiallorossa.it di aver mai rilasciato queste affermazioni.


Fonseca vuole trattenere Lorenzo Pellegrini. La Roma gli offre un quinquennale a 3 milioni a stagione senza clausola

La Roma vuole assecondare le richieste di Paulo Fonseca e non proverà a non privarsi di Lorenzo Pellegrini. Secondo quanto riporta il sito tuttomercatoweb.com, il club giallorosso avrebbe fatto un'offerta per il rinnovo da 3 milioni di euro a stagione fino al 2023 senza alcuna clausola di risoluzione. La società capitolina, quindi, cercherà di ripartire dal giocatore designato da Francesco Totti come suo erede.


Fiorentina vicina a Bennacer. Battuta la concorrenza di Roma, Genoa e Napoli

Ismael Bennacer, centrocampista ventunenne dell’Empoli, piace a diversi club e la Fiorentina sarebbe quella più vicina all'algerino. Questo è quanto riporta il sito tuttomercatoweb.com, che conferma le parole del presidente Corsi di qualche giorno fa e che spiega che c'è stato un incontro tra la società gigliata e quella empolese con risultati molto positivi per i viola con i due club che avrebbero raggiunto una base per un'intesa nonostante la fumata nera per l’affare Traoré. Battuta, quindi, la concorrenza di Napoli, Genoa e Roma interessate al centrocampista, che gradirebbe giocare a Firenze.


Ufficiale: Giampaolo è il nuovo allenatore del Milan

AC Milan comunica che, a partire dal 1° luglio 2019, affiderà la conduzione tecnica della Prima Squadra a Marco Giampaolo, attraverso un contratto con il Club rossonero fino al 30 giugno 2021, con un'opzione per il rinnovo fino al 30 giugno 2022.

 


Abbonamenti Roma, sottoscritte oltre 16 mila tessere, da domani inizia la fase 2

Si è conclusa oggi la Fase 1 della campagna abbonamenti allo stadio per seguire la Roma nella stagione 2019/2020. In tutto sono stati sottoscritti circa 16.100 abbonamenti. Da domani alle ore 10 inizierà la seconda fase di vendita. Rispetto alla Stagione 18/19, a parità di giorni di vendita, erano stati sottoscritti 12.506 abbonamenti. La fase rinnovi si concluse con 17.266 sottoscrizioni.


Europei Under 21 - L'Italia sconfitta dalla Polonia, in campo Pellegrini e nel secondo tempo Zaniolo che salterà la prossima partita per squalifica

Dopo la bella vittoria per 3-1 al debutto contro la Spagna, l’Italia del ct Luigi Di Biagio non riesce a confermarsi nel 2° match del Gruppo A contro la Polonia. Gli azzurrini escono sconfitti per 1 a 0 contro i pari età polacchi. La ree decisiva porta la firma di Bielik. In campo dall'inizio Lorenzo Pellegrini, mentre Zaniolo è subentrato nel secondo tempo. Il classe '99 è stato ammonito e salterà il prossimo match contro il Belgio, per squalifica.

 


Le verità del Capitano: «Roma, era meglio morire che lasciarti. Ma tornerò»

IL MESSAGGERO - BUFFONI - Salone d'onore del Coni, alle 14 Totti dà l'annuncio: «Alle 12.41 ho mandato una mail alla Roma con le mie dimissioni. La data è casuale, non ho mai pensato che ci fosse un altro 17 giugno importante nella mia vita. Era meglio morire che staccarmi dalla Roma, ma il mio è un arrivederci. Ai tifosi dico che presidenti, allenatori, giocatori passano, ma le bandiere no». Nei suoi ultimi 90' con la Roma, Francesco dice tutto.

GIOCHI DI RUOLO «Non è stata colpa mia. Non ho avuto mai la possibilità di esprimermi. Loro mi tenevano fuori da tutto. In due anni avrò partecipato a 10 riunioni». Totti racconta la sua verità, il suo sentirsi chiuso all'angolo: «Avevo un contratto di sei anni firmato con Rosella Sensi col ruolo di direttore tecnico, sono entrato in punta di piedi perché era un altro ruolo, una novità». Perciò, racconta l'ex capitano, dopo un primo anno di apprendistato, era arrivato il momento di fare sul serio: «Non sono andato a Londra perché mi hanno avvisato due giorni prima e avevano già preso l'allenatore. È bravissimo e molto preparato, ma se non avessi voluto Fonseca?».

L'ALLENATORE Il nuovo tecnico, tasto dolente: «L'unico che ho chiamato è stato Conte. A Mihajlovic, De Zerbi, Gattuso e Gasperini non ho mai scritto né telefonato». Eppure Pallotta, nella lettera ai tifosi, ha garantito che l'ex numero 10 aveva pesato nelle scelte. «L'unico allenatore che ho preso con Fienga - che voglio ringraziare perché l'unico a dirmi che avrei lavorato con lui se fosse salito al comando - è Ranieri». È Conte l'ultimo rimpianto: «Antonio aveva dato l'ok. Cambiò idea perché non avrebbe voluto fare una rivoluzione». Sarri? Non era farina del suo sacco: «So che era un pallino di Baldini».

BENVENUTI A TRIGORIA Eccolo Franco Baldini, il Grande Rivale. Totti non tira indietro la gamba: «Da quando sono entrati gli americani hanno cercato in tutti i modi di mettere da parte i romani e alla fine ci sono riusciti. Il mio rapporto con Baldini è inesistente. Uno dei due doveva uscire. Troppi galli a cantare, ma quando canti da Trigoria non lo senti mai. L'ultima parola doveva arrivare sempre da Londra. Se ora andasse via non tornerei. Il vaso ormai è rotto». Baldini, consulente personale del mai presente Pallotta. «L'assenza del presidente pesa tantissimo. Il giocatore trova sempre alibi ma se c'è il capo si sta sull'attenti. Quando non c'è, fanno tutti come gli pare». Al Fulvio Bernardini tira una brutta aria: «Io accoltellato dentro Trigoria? Sì. Ci sono persone che non mi volevano e che fanno il male della Roma. Pallotta queste cose non le sa. Si fida di loro». E Baldissoni? «Ha cercato di direzionarmi, non so dove ma mi ha direzionato (ride, ndr). Sotto alcuni punti di vista mi ha aiutato. Non ce l'ho con lui». La Roma è sprofondata a un anno dalla semifinale di Champions. «Sappiamo i problemi del fair play finanziario. Ma bisogna dire la verità ai tifosi. Dissi che saremmo arrivati quarti o quinti e che la Juve avrebbe vinto a febbraio lo scudetto: mi è stato detto che sono un incompetente, che toglievo i sogni ai giocatori...». «Dopo le cessioni - svela Totti -, Di Francesco aveva indicato 4-5 rinforzi. Sapete quanti gliene hanno presi? Zero».
Gelo su Monchi: «Non l'ho più sentito». Lo facesse gli rinfaccerebbe soprattutto Pastore, che non nomina ma l'identikit è preciso: «Mi chiesero un parere su un giocatore, dissi che non era il caso di prenderlo perché aveva avuto tremila infortuni e non si adattava nemmeno dal punto di vista tattico». Parole di platino per Pellegrini. Gelo su Florenzi. «Se li ho sentiti? Florenzi no. A Lorenzo invece ho fatto pure i complimenti per ieri (il gol su rigore alla Spagna, ndr). È un ragazzo forte e speciale, una persona pulita che può far bene alla Roma. È tifoso e qualche romano nella Roma serve sempre, fidatevi. Perché quando si perdono delle partite e magari qualcuno ride, sono cose che fanno girare le palle. La Roma deve stare al primo posto e se hai persone così in campo e dentro Trigoria non si va da nessuna parte».

LUI E DE ROSSI IN CURVA «A settembre avevo detto ad alcuni dirigenti che avrebbero dovuto dire a De Rossi se sarebbe stata o no la sua ultima stagione. Era il capitano e andava rispettato. Ma si è voluto creare lo stesso problema che successe con me». E la famigerata e-mail di Ed Lippie? «Io mi fido al 100% di De Rossi, metto la mano sul fuoco che lui non ha detto e pensato quelle cose». Tanto da prenotare due posti in Curva: «Sono tifoso e andrò ancora allo stadio, magari in Curva Sud. E se non andrà a giocare altrove porterò Daniele con me». Il futuro è ancora un'ipotesi. «Tornerò alla Roma, sicuramente con un'altra proprietà. L'interesse degli emiri? Tutti vorrebbero entrare nella Roma ma io finché non vedo nero su bianco non mi fido». Spunta il nome del presidente del Coni Malagò, tifoso giallorosso candidato presidente: «Lui mi chiamerebbe certamente». Il domani, invece, è da d.t. ma dove? «Valuterò le offerte, ne ho ricevute da squadre italiane di cui una stamattina. Prendo tutto in considerazione. Juve o Napoli? Non esageriamo...». La Nazionale? «Spero Mancini possa portarla sul tetto d'Europa e io che farò l'ambasciatore (di Euro2020, ndr) spero di portargli fortuna». È il momento dei saluti: «Se domani un calciatore mi chiedesse se è il caso di andare alla Roma gli direi che le cose belle sono la città, il mare, la montagna. E i tifosi. Che sono i più belli di tutti»


Tra Totti e la Roma americana finisce a coltellate

IL TEMPO - AUSTINI - Parte con un annuncio amarissimo: «Alle 12.41 del 17 giugno 2019 ho mandato una mail al Ceo della Roma dove scrivo un po’ di frasi per me inimmaginabili, ho dato le mie dimissioni». Salone d'Onore del Coni, davanti a lui una platea di quasi trecento persone tra amici, giornalisti, fotografi e operatori, all’inizio la voce è spezzata dall’emozione. Poi parte come un fiume in piena che spazza via tutto e tutti senza pietà, buttando addosso alla Roma americana la rabbia accumulata in otto anni, i primi sei da giocatore e gli ultimi due da dirigente, «in cui mi hanno sempre considerato un peso».

Francesco Totti prova a celebrare in diretta televisiva nazionale il funerale della Roma made in Usa, con la sua potenza mediatica superiore a chiunque tra gli sportivi di questo Paese. Un’ondata non arginabile. Sincera, perché la realtà che descrive è quella che ha visto dal suo punto d’osservazione: una società che non lo ha mai preso in considerazione nelle decisioni. Gli effetti delle sue accuse sono pesantissimi per la società, già disintegrata durante tutta la stagione, culminata con il divorzio polemico di De Rossi e ora un altro tsunami.

Totti tira fuori tutto quello che ha dentro, non risparmia nessuno tranne rare eccezioni, da Pallotta ai dirigenti, dal-le persone che a suo dire non lo vedono bene dentro Trigoria, fino ai giocatori facendo dei distinguo ben chiari: oltre all'amicizia confermata con De Rossi, la benedizione come erede preferisce darla a Lorenzo Pellegrini piuttosto che al capitano attuale Florenzi. Parla Totti e quindi ogni cosa ha un peso triplo e diventa il verbo per il popolo romanista da sempre ai piedi del miglior giocatore di sempre. Qualcuno lo critica ma sono la minoranza, la gente sta con lui perché lo vede più sincero e dedito alla causa.

Tra una bordata e l’altra la bandiera giallorossa fa capire che tornerebbe solo con un’altra proprietà e che girando il mondo ha raccolto l’interesse - finora solo a parole - di diversi potenziali investitor per il club. Fatti concreti ancora nulla, lo chiarisce, ma aspetta e spera. Oggi parte per le vacanze e avrà tempo per capire da dove può ricominciare a lavorare, oltre agli inviti personali che lo rendono un’industria ricchissima di se stesso. «Ho ricevuto tante offerte, mi ha chiamato stamattina pure una squadra italiana». È la Sampdoria di Massimo Ferrero, che aveva contattato anche De Rossi. Lui, da romano, sa bene come accattivarsi i consensi. Pallotta, invece resta un freddo uomo di business. E al momento perde quella che in realtà è sempre stata una guerra fra due mondi.

Pallotta: «Si fida delle persone sbagliate e non viene. Ora cambi rotta»
Totti accusa Pallotta di essere poco presente e di fidarsi delle persone sbagliate: «Il presidente deve cambiare rotta. Se io avessi Totti e De Rossi gli darei in mano tutto, Pallotta invece si circonda di persone sbagliate e continua a farlo. Ma se sbaglio da 8 anni, me la farò una domanda?». Poi rinacara la dose: «Qualcuno mi ha pugnalato dentro Trigoria, ma non farò mai i nomi, però non vogliono che io sia lì dentro. Ci sono delle persone che fanno il male della Roma, Pallotta tante cose non le sa eppure continua a fidarsi sempre degli stessi. Io conosco Trigoria come le mie tasche, invece ognuno fa il bene di se stesso. Delle cose che arrivano a Boston, solo un 10% è la verità. Nelle ultime settimane ha cercato in tutti i modi di trattenermi, mentre in due anni non ho mai sentito nessuno. Lui non c'è mai e sbaglia perché il capo deve stare qua altrimenti i giocatori fanno come gli pare». Quindi sulle cessioni dei campioni: «Purtroppo ci sono problemi finanziari. E per questo devi vendere giocatori importanti e la squadra s'indebolisce. Ma alla gente bisogna dire la verità, anche se è brutta».

Baldini: «Non avrò mai un rapporto con lui, Londra decide tutto»
Senza accusarlo direttamente, l’ex capitano giallorosso conferma la sua distanza di vedute con il consigliere del presidente, Franco Baldini, colui che secondo Totti ha deciso di farlo smettere di giocare e poi di non dargli poteri da dirigente. «Il rapporto con lui Baldini non c’è mai stato e mai ci sarà. Uno di noi due doveva scegliere e mi sono fatto da parte io, troppi galli a cantare non servono». Secondo il capitano è il dirigente toscano l’ispiratore di alcune scelte che condizionano Pallotta. «L'ultima parola era sempre a Londra. Solo quando erano in difficoltà mi hanno chiesto un aiuto. Avrò fatto dieci riunioni in due anni. Adesso, anche se andasse via Baldini non tornerei.». Per Totti il trattamento è stato chiaro: «Io per questa società sono stato un peso, ero troppo ingombrante sia da calciatore che da dirigente. Mi hanno fatto male entrambe le cose, la seconda di più. Questa è peggio, preferivo morire. Non è stata colpa mia, perché non ho avuto mai la possibilità di esprimermi e non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico».

Gli altri dirigenti: «Baldissoni mi ha indirizzato, ma dove? Altri felici se si perde»
Non solo Baldini, il simbolo romanista ne ha per gli altri dirigenti. Su Baldissoni non inferisce: «Ha cercato di indicarmi la strada, non so quale... Mi ha aiutato sotto alcuni punti di vista, ma non ce l’ho con lui. Lui fa parte dei dirigenti. È una carica importante quella del vice presidente». Poi, senza fare nomi, lancia una delle accuse più pesanti: «A fine partita vedere alcuni giocatori che quando perdono ridono... ti fa girare le palle. I tifosi alcune cose non le sanno. C'è qualche dirigente che è contento delle sconfitte, è la realtà. Non farò mai i nomi, neanche sotto tortura, ma è così. La Roma deve essere la Roma, al primo posto davanti a tutto. Se hai queste persone dentro Trigoria, non vai da nessuna parte. Se sei unito non deragli e vai dritto fino alla fine. Tutti uniti si può fare qualcosa, se qualcuno esce dal binario sei finito. Di Francesco, che non ho portato io, ha chiesto 4-5 giocatori, non gliene hanno preso uno». E racconta, senza nominarli, di aver sconsigliato l’acquisto di Pastore reduce da «tremila infortuni» e suggerito quello di Ziyech senza essere ascoltato.

I romani: «Florenzi non chiama, Pellegrini sì ed è super. De Rossi non avvisato»
Uno dei passaggi più delicati arriva quando gli chiedono se i romani rimasti in squadra, Florenzi e Pellegrini. lo abbiano contattato alla notizia dell'addio. La risposta fa capire chiaramente dei due sente più vicino e in grado di fare il capitano: «Non ho sentito Florenzi, ho sentito Lorenzo. Gli faccio i complimenti per ieri, anche se glieli ho già fatti via Instagram. Non ci credeva, ma ci crederà. A lui ho promesso tante cose, e spero che queste cose possano avverarsi. È un ragazzo speciale, forte, sia in campo che fuori. È una persona pulita, può fare bene alla Roma, può dare tanto a questa società e a questa maglia. Lui la onorerà fino alla fine perché è un tifoso della Roma. Qualche romano dentro la Roma serve sempre». C'è spazio anche per parlare del contratto non rinnovato a De Rossi. «Già da settembre dissi: “Se pensate che è l’ultimo anno, diteglielo subito, non fate come avete fatto con me che lo avete detto a due giornate dalla fine”. Lui va rispettato, è una bandiera della Roma. Tutti mi dicevano che dovevano valutare e così via. Il problema di Trigoria è che le cose vanno fatte subito».

Fienga: «E l’unico che voleva darmi potere. Ranieri uomo vero»
Tra i pochi salvati dalle bordate di Totti, il ceo Guido Fienga. «E l’unico che ci ha messo la faccia e lo ringrazio, che mi ha detto che se comandasse lui sarei stato il direttore tecnico. Fienga me lo disse tre mesi fa che mi avrebbe fatto fare il direttore tecnico. Dal primo contratto firmato tutti sapevano che avrei voluto fare il direttore tecnico. Se c'è però uno che ti mette il bastone tra le ruote e trova ogni volta un intoppo... Io non sono stupido. Nessun altro mi ha fatto questa proposta. È inutile continuare su questa strada». Quindi tira in ballo l’ultimo allenatore giallorosso: «Su Claudio Ranieri ho preso una decisione che altri volevano non prendessi. Oggi lo ringrazio, perché sarebbe venuto anche gratis per la Roma, ha fatto il massimo per noi ed è un uomo vero. Appena l'ho chiamato, non abbiamo parlato di niente e mi ha detto “domani sono a Trigoria”. I romanisti devono esserne fieri e infatti gli hanno dato un contributo all’addio di Daniele ed è doveroso ringraziarlo oggi. Le dichiarazioni di Pallotta? Non sono qui ad andare contro di lui, non mi serve dare bugie. A che pro? Dico la verità».

Fonseca: «E bravo e preparato ma per lavorare bene serve più serenità»
Sull’allenatore scelto, non da lui, Totti ha questa idea: «Fonseca deve trovare un ambiente sereno e tranquillo, una strada percorribile senza intoppi. Deve essere bravo, la gente lo stima per quello che ha fatto e per come si è messo a disposizione. Da quello che ho visto è un grande allenatore, ha studiato e fatto bene allo Shakhtar e spero che possa fare bene in questa squadra». E Totti ci sarà allo stadio? «Sì, perché no. Sono sempre tifoso della Roma, può darsi che vado in Curva Sud, anche se lì non si vede la partita. La partita non la vedrò, metterò una parrucca. Anzi, prendo De Rossi e andiamo in Curva a vedere una partita se non va a giocare da un’altra parte». E in sala scatta l'applauso. Nessun attrito con DDR nonostante l'inchiesta de La Repubblica che ipotizzava una fronda di Daniele contro di lui. «Mi fido al 100% di De Rossi, ci metto la mano sul fuoco che non è stato lui a dire e pensare quelle cose. Alla Roma avrei potuto dare un contributo, non cambiarla,. Di promesse ce ne sono state tante».

Conte: «Ho chiamato solo lui e aveva quasi accettato Altri non li ho sentiti»
Questione allenatore, Totti svela quanto si fosse speso su Conte, quasi convinto di accettare la proposta della Roma «Su tutto quello che è stato scritto, l’unico allenatore che ho chiamato è Antonio Conte. Mihajlovic, De Zerbi, Gasperini, Gattuso e così via non li ho mai chiamati. Una persona ho chiamato: Antonio Conte, il resto tutta fantascienza. Se fanno passare che ho chiamato tutti e che mi hanno detto di no, e l’unico che non ho chiamato è Fonseca che è l’unico che ha accettato, non va bene. Per stupido non ci passo. Tutto quello che viene scritto è lo 0% di verità. Io e Fienga, prima che Pallotta sapesse di questa cosa, abbiamo alzato il telefono: “L’unico che può cambiare la Roma in questo momento è Conte e dare una risonanza diversa all'ambiente e ai risultati. Lui ci aveva dato l’ok, poi ci sono stati dei problemi e ha cambiato idea». Perché? «Conte doveva venire per una rivoluzione, ma lui voleva una continuazione. Qua in questo momento devi innanzitutto vendere. Ora devi fare una squadra dal quarto posto in su».

Malagò e gli acquirenti: «Tornerei con lui. Il club interessa»
La bandiera romanista si augura un cambio di proprietà. «Ho girato spesso in vari continenti. Soprattutto in Kuwait, a Doha o Dubai. Ci sono tante persone che vorrebbero fare investimenti, ma finché non vedo il nero su bianco non ci credo. La Roma è amata e stimata in tutto il mondo e tutti la vorrebbero prendere. Stare qui però a dire che c'è uno o l’altro è inutile. Non mi posso esporre perché so niente su tutto ciò». Ma se dovesse spuntare una cordata con Malagò presidente, «spero che mi chiamerà in quel caso, mi basta un po’ più di potere. Quando dico io una cosa non va bene, a me non serve stare davanti a tutti, a loro sì». Progetti per il futuro? «Posso fare tante cose. Sto valutando tranquillamente, questo mese valuterò tutte le offerte: ne ho ricevuta una stamattina da una squadra italiana. Juve? Non esageriamo. Ho sempre dato il massimo in quello che ho fatto, e se prenderò una decisione sarà definitiva». A proposito dei tanti impegni che lo hanno allontanato dalla squadra: «Lo so, il calcetto, il padel, la settimana bianca. Cose che fanno tutti, ma se le faccio io non va bene».


«Fuori dalla realtà»: la società vuole portare Totti in tribunale

IL MESSAGGERO - TRANI - Rasa al suolo e quindi da ricostruire: la Roma esce disintegrata dallo tsunami partito dal Salone d'Onore del Coni. Adesso è come se dovesse ricominciare da zero per affacciarsi sul futuro che oggi non c'è. Scoperto il bluff. Ma la replica al Capitano è immediata: «La sua percezione dei fatti e delle scelte adottate dal Club è fantasiosa e lontana dalla realtà».

Pallotta urla la sua rabbia e studia se sarà possibile adire le vie legali (turbativa d'asta e non aggiotaggio): l'immagine della società a stelle&strisce esce dilaniata e svalutata. In Italia e soprattutto all'estero. Chi lavora nella Capitale è spiazzato e mortificato dalla verità dell'ex capitano e, da venerdì, anche ex dirigente. Perché Totti, più sincero di quanto avessero messo in preventivo i suoi cari nemici vicini e lontani, strappa improvvisamente il velo d'omertà usato per coprire, da 8 anni, quanto di peggio si è consumato dentro il club giallorosso. Accantonato l'hashtag #famostostadio, ecco pronto il nuovo: #bonificamotrigoria. Guido Fienga, il nuovo ceo, ha la responsabilità più grande. Anche l'ex numero 10 ne ha rafforzato il ruolo, descrivendolo come l'unico ancora credibile. Bisogna vedere se da solo (non avrà al fianco il dt, carica scelta su misura per Francesco), per ora, gli riuscirà il repulisti, allontanando spie, antiromanisti, incompetenti e addirittura «accoltellatori».

VIA AL RIDIMENSIONAMENTO Totti, raccontando il colloquio avuto con Conte, ha spiegato che la Roma va verso l'ennesima rivoluzione. Cioè non sarà migliorata, ma rifondata. Sbarcherà il nuovo allenatore Fonseca e il 1° luglio sarà comunque ufficiale anche il ds Petrachi. Ecco le prime pietre da posare. Ma poi c'è la squadra, cioè la rosa. Che perderà alcuni titolari: De Rossi è già uscito di scena, presto lo faranno pure Manolas, Dzeko e Kolarov. L'obiettivo di Fienga (e Petrachi) è piazzare il colpo di mercato che possa riportare un po' di entusiasmo tra i tifosi. Subito il top player. Da individuare, però. Icardi sarebbe l'ideale, anche per l'età. Ok Higuain, con la valutazione attenta comunque del profilo. Ma questi centravanti si portano sulla bilancia pure il peso insopportabile, almeno per il club giallorosso, del loro stipendio: 6 milioni Mauro, 7 più bonus Gonzalo. Significherebbe andare contromano: Pallotta, con la mancata partecipazione alla Champions, pretende la drastica riduzione del monte ingaggi. Meglio spendere per il cartellino del giocatore che per il suo salario.

PACCHETTO COMPLETO L'input del presidente, insomma, è la cura dimagrante a Trigoria, abbassando la spesa annuale per la gestione tecnica e al tempo stesso l'età del gruppo. La Roma, costando meno e soprattutto più giovane, diventerebbe più facile da proporre in un'eventuale negoziazione: su piazza e anche oltre confine. Più che l'appeal, sarebbe la convenienza. Gli stessi emiri, ultimamente accostati alla Roma (con le smentite ripetute, però, di Pallotta) non regalano dollari per il pianeta. I ricchi scemi non esistono più. La cessione è l'unica exit strategy della proprietà Usa, anche se il presidente bostoniano ha assicurato che andrà avanti ancora a lungo. Pure nel comunicato di ieri sera in cui ha ribadito che non ha alcuna intenzione «di mettere la società in vendita adesso o in futuro». Può darsi che sia vero. Almeno fino a quando non avrà i permessi per costruire lo stadio di proprietà. E la mossa degli ultimi giorni, con il piano B di Fiumicino che è l'alternativa credibile all'impianto di Tor di Valle, non fa altro che rafforzare l'ipotesi della cessione del club giallorosso. Totti, sull'argomento, è andato cauto. Sa che il brand interessa, ma non ha mai incontrato interlocutori pronti a mettere nero su bianco. O quantomeno a trattare con il fondo Raptor. La nota da Boston sa di avvertimento: «Riguardo ai ripetuti riferimenti al suo possibile ritorno con l'insediamento di una nuova proprietà, in aggiunta alle informazioni raccolte da lui in tutto il mondo circa soggetti interessati al Club, ci auguriamo che questa non sia un'anticipazione inopportuna di un tentativo di acquisizione: scenario che potrebbe essere molto delicato in considerazione del fatto che la Roma è quotata in borsa».

I bookmaker hanno però colto al volo il desiderio di Francesco di tornare in caso di cambio di proprietà: la sigla Sisal Matchpoint quota a 6,00 l'addio degli americani entro il 30 giugno 2020. Puntata lunga un anno per riportare a casa il Capitano. Anche la Borsa scommette forse su qualcosa che verrà: prima scende, poi risale e chiude a + 1,59.