Angelici, pres. Boca: "De Rossi? Se vuole fare un anno in Argentina, da noi trova le porte aperte" (Video)

Daniel Angelici, presidente del Boca Juniors, è stato intervistato da TNT Sports LA e ha parlato anche del possibile approdo agli Xeneizes di Daniele De Rossi, al passo d'addio con la Roma nella gara di domani sera. Queste le sue dichiarazioni:

"Lo conosco, ma ne sa di più Burdisso, so che stavano parlando. Ha 35 anni, dipende dalla sua volontà, se vuole fare un anno in Argentina, al Boca trova le porte aperte. È un grande giocatore che ha giocato in una grande squadra e con la Nazionale italiana".

 


La Curva Sud pubblica una lettera per coloro che domani andranno nel settore più caldo ad omaggiare De Rossi

Domani sera, Daniele De Rossi giocherà la sua ultima partita con la maglia della Roma dopo 18 anni poiché il club di Trigoria ha deciso di non rinnovargli il contratto. La Curva Sud ha scritto una lettera in merito a tutte le persone che si ritroveranno nel settore più caldo del tifo giallorosso e che vorranno rendere omaggio al capitano. Queste le loro parole:

"Per Daniele, per rendere onore ad uno dei figli di Roma, ad uno di noi. Ci rivolgiamo a tutti voi che domani popolerete la Curva Sud di seguire minuziosamente le istruzioni dei ragazzi dei gruppi affinche tutto riesca per il meglio e si possa salutare nel modo che merita l'ultima bandiera che lascia la nostra As Roma. Innanzitutto il segnale per l'inizio della coreografia sara dato da un bandierone che sventolerà nella parte bassa della Curva all'ingresso delle squadre in campo. Dopo il segnale si prega di non alzare altro che non sia il materiale coreografico fornito appunto dai gruppi. Per cui almeno inizialmente bandiere, bandieroni e quant'altro devono essere riposti. Infine, ma non per ordine di importanza, vi chiediamo di dare tutto a livello di tifo per 90 minuti. Fuori la voce per la Roma e per Daniele De Rossi, lasciamo un ricordo indelebile nel cuore di un Romanista come noi.
Avanti Curva Sud".


La lettera di De Rossi ai tifosi della Roma

Daniele De Rossi ha voluto salutare i tifosi della Roma tramite una lettera apparsa sul sito ufficiale del club capitolino, asroma.com. Queste le sue parole:

"Che te ridi regazzi’?
So’ felice!
Perché sei felice?
C’ho la maglietta della Roma
Ma non è che è falsa?
Ma no, il numero l’ha cucito mia zia…
E se te dico che la indosserai più di seicento volte?
A me ne basterebbe una di partita.

Riguardando questa foto, che ormai conoscete tutti, mi rendo conto di quanto io sia stato fortunato, una fortuna mai data per scontata e per la quale non sarò mai abbastanza grato.
È stato un viaggio lungo, intenso, sempre accompagnato dall'amore per questa squadra.

Questa gratitudine non voglio lasciarla sospesa per aria, perché, mentre scrivo la parola grazie, non mi passano per la testa dei concetti astratti, ma dei ricordi e delle sensazioni, delle facce e delle voci.

Permettetemi di ringraziare tutta la Roma che ho conosciuto:

la famiglia Sensi, il presidente Pallotta.

Tutte le donne e gli uomini che hanno lavorato e lavorano a Trigoria.

Gli allenatori che mi hanno guidato, ognuno mi ha insegnato qualcosa di importante, nessuno escluso.

Gli staff medici che si sono presi cura di me; Damiano, senza il quale le mie presenze con questa maglia sarebbero state sicuramente meno.

I miei compagni, la parte più intima del mio lavoro: sono la mia famiglia. La quotidianità dello spogliatoio di Trigoria sarà quella che mi mancherà di più.

Bruno, che ha visto in me qualcosa di speciale e mi ha portato in questo fantastico settore giovanile. È lì che, una mattina di agosto, ho incontrato Simone e Mancio, che mi sono rimasti accanto finora e resteranno per tutta la vita.

Grazie a Davide, anche lui accanto a me per tutta la vita.

Grazie a Francesco. La fascia che ho indossato l’ho ricevuta dalle mani di un fratello, di un grande capitano e del calciatore più straordinario al quale io abbia mai visto indossare questa maglia. Non capita a tutti di giocare 16 anni accanto al proprio idolo. Riconsegno questa fascia, con rispetto, ad Alessandro. Un altro fratello che sono sicuro ne sia altrettanto degno.

Grazie a papà e mamma per avermi cresciuto trasmettendomi due valori che sono ogni giorno con me: non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso e dai una mano a chi è in difficoltà.

Grazie a Ostia, alla sua gente e al suo mare, che mi hanno svezzato da bambino, accompagnato da adolescente e riaccolto da adulto.

Grazie anche a chi mi ha sopportato e supportato tra le mura di casa: senza Gaia, Olivia e Noah e soprattutto Sarah sarei la metà dell’uomo che sono oggi.

Grazie ai tifosi della Roma, i miei tifosi. Mi permetto oggi di dire miei, perché l’amore che mi avete dato mi ha permesso di continuare ad essere in campo parte di voi. Siete stati la ragione per cui tante volte ho scelto di nuovo questa città. Domani sarà la seicentosedicesima volta in cui io considererò questa scelta, la scelta giusta.

Il 26 maggio di qualche anno fa abbiamo vissuto una giornata dopo la quale pensavamo di non poter tornare a sorridere. Lo pensai anche io, finché non vidi il tatuaggio di un tifoso con scritto “27 maggio 2013, eppure il vento soffia ancora”. Non so a chi appartenesse questo tatuaggio, ma so che il vento ricomincerà a soffiare anche da questo 27 maggio.

Mai come in questi giorni ho sentito il vostro affetto: mi ha travolto e mi ha riempito il cuore. Mai come in questi giorni vi ho visto così uniti per qualcosa. Ora, il regalo più grande che mi potete fare è mettere da parte la rabbia e tutti uniti ricominciare a soffiare per spingere l’unica cosa che ci sta a cuore, la cosa che viene prima di tutto e tutti, la Roma.

Nessun mai vi amerà più di me.

Arrivederci.

Daniele De Rossi".


Stasera alle 23:30, il canale della Roma farà una puntata sulla carriera di De Rossi (Video)

Domani sera, Daniele De Rossi indosserà per l'ultima volta la maglia della sua squadra del cuore, la Roma e lo farà davanti al proprio pubblico. La Curva Sud sta preparando una scenografia spettacolare per il numero 16. Questa sera, però, a partire dalle ore 23.30, Roma Tv tramsetterà 'Sedici', trasmissione che ripercorrerà la carriera del centrocampista di Ostia dall'arrivo alla gara contro il Parma di domani. Tanti i compagni ed ex che parleranno di lui, tra cui non poteva mancare Francesco Totti ma anche Alessandro Florenzi, Edin Dzeko e tanti altri. Questo il video apparso sull'account Twitter del canale ufficiale giallorosso:

 


Serie A. Frosinone e Chievo non si fanno male e finisce 0-0

L'ultima giornata della serie A 201-19 comincia con una sfida tra 2 squadre già retrocesse che non si sono fatte male. Frosinone-Chievo termina così col risultato di 0-0 e con l'unica emozione data dall'ultima gara da calciatore disputata da Sergio Pelliessier. Per lui è previsto un futuro da ds del club clivense, che dovrà provare a tornare nella massima serie già il prossimo anno. 


Convocati Roma. Tutti presenti a partire dal rientrante Manolas (Foto)

Mister Claudio Ranieri ha diramato l'elenco dei 25 convocati per l'ultima partita della stagione nonché ultima in maglia giallorossa di Daniele De Rossi. Rientra Kostas Manolas dopo il forfait nel match contro il Sassuolo. Ecco l'elenco completo apparso sull'account Twitter del club capitolino:

Olsen
Fuzato
Mirante
Karsdorp
Jesus
Kolarov
Marcano
Santon
Fazio
Florenzi
Manolas
Cristante
Pellegrini
De Rossi
Coric
Zaniolo
Pastore
Nzonzi
Perotti
Dzeko
Schick
Under
Kluivert
El Shaarawy
Riccardi.

 


Il Bologna vince 3 a 2 conto il Napoli. Doppio Santander, Bologna decimo per una notte

È la notte di Federico Santander che regala al Bologna l’ultima perla di questo campionato. Una doppietta spettacolare, di testa, che spegne le velleità del Napoli, spento e privo di iniziativa, nel primo tempo, e più energico con gli inserimenti di Callejon e Mertens nella ripresa. Un doppio cambio che non è servito, però, a Carlo Ancelotti per evitare l’ottava sconfitta. Il Dall’Ara ha vissuto una delle migliori serata della stagione, tra l’entusiasmo della gente che ha invitato a più riprese Mihajilovic a restare.


E' una Roma ai saluti

INSIDEROMA.COM - SARA BENEDETTI - Non solo De Rossi, anche altri big come Dzeko, Manolas e Kolarov, o giovani alla Under si accingono a giocare l'ultima partita in giallorosso. Dipenderà da tanti fattori, su tutti le offerte provenienti dal mercato. L'unica certezza al momento è che domenica con il Parma si chiuderà la carriera da calciatore con la Roma del capitano. Sarà una serata speciale, non di festa, ma di emozioni, lacrime e - c'è da aspettarselo - feroce contestazione da parte dei tifosi alla società, che non ha voluto rinnovare il contratto a De Rossi come lui invece sperava. E pensava di meritare. Pallotta non dovrebbe essere presente all'Olimpico nonostante dagli Usa qualcuno ipotizza un suo blitz a sorpresa, a Trigoria nessuno lo aspetta e la cosa, probabilmente, neppure dispiace troppo: ci sarebbe un problema in più da gestire in questo momento di grande tensione nei confronti del presidente romanista. La scelta di «tagliare» De Rossi, in barba alle inevitabili critiche, è emblematica rispetto alle intenzioni di chi sta costruendo la squadra del futuro. Ovvero il consulente Baldini in tandem col direttore sportivo in pectore Petrachi. È pronto a dimettersi lunedì - e Massara potrebbe fare lo stesso qui a Roma - ma deve ancora trovare un'intesa col patron granata per liberarsi dall'ultimo anno di contratto. «Non dovete chiedere a me perché oggi non è qui - spiega Cairo - se Petrachi dovesse dare le di-missioni non so se dovrei accettarle. Dovreste chiederlo ad avvocati più bravi di me».

OCCHI AL FUTURO - In un modo o nell'altro la questione si risolverà, intanto il dirigente leccese sta già lavorando sulla Roma 2019/20, pronto a mettere nero su bianco l'accordo triennale già preso con Gasperini, ma ci vorrà del tempo: almeno un paio di settimane prima che il tecnico si liberi a sua volta dall'Atalanta, giorni utili alla società di Pallotta anche per capire se si dovessero creare all'ultimo momento delle opportunità più allettanti. Alla Sarri o alla Allegri. Ma tutto porta verso «Gasp»,un allenatore esigente negli allenamenti, che ha bisogno di mettere sotto torchio un gruppo capace di sopportare i carichi di lavoro, per giocare poi le partite con l'intensità pazzesca dell'Atalanta. Molto presto per dire quali giocatori vorrebbe tenere e quali prendere, ma non sarà solo lui a decidere. Prendiamo il caso di Dzeko, arrivato all'ultimo anno di contratto con la Roma al termine di una stagione negativa. Il bosniaco è uno dei tanti delusi (e deludenti) e si sente arrivato alla fine di un ciclo. A dire il vero avrebbe già lasciato la Capitale un anno e mezzo fa se il Chelsea gli avesse proposto un contratto più lungo. Ora l'Inter, dove ci sarà proprio Conte, vorrebbe prenderlo al posto di Icardi per affiancarlo a Lautaro Martinez, ma la trattativa fra i due club non è ancora iniziata. La disponibilità di Dzeko c'è, manca tutto il resto. Manolas può invece scegliersi la squadra liberamente, a patto che ne trovi una disposta a pagare entro luglio i 38 milioni della clausola rescissoria. Raiola è al lavoro, la Juve ci sta pensando, idem un paio di club fra Inghilterra e Spagna. Under è il giovane più indiziato per una plusvalenza utile a chiudere il bilancio entro giugno, Zaniolo dovrebbe invece rinnovare come El Shaarawy ma per entrambi manca l'accordo economico. Poi ci sono altri che rischiano di diventare ingombranti. Da Kolarov a Perotti, da Fazio a Pastore, da Olsen a Marcano, la Roma è pronta a sfoltire rosa e monte ingaggi. Diversi saluteranno.


La Roma interessata al giovane Urzi del Banfield

La Roma punta su Agustin Urzi del Banfield. Questo è quanto riferisce il portale alfredopedulla.com, che spiega come la clausola rescissoria per il classe 2000 sia di 20 milioni di dollari. Negli ultimi tempi, l’esterno offensivo è stato seguito anche dalla Fiorentina. 

 


Addio De Rossi, Paola Vinciguerra: "È come una separazione non voluta in famiglia: dopo Francesco un altro vuoto da colmare"

IL MESSAGGERO - MASSI - «Due anni dopo, un altro bagno di lacrime all'Olimpico. Un altro simbolo va via dalla famiglia. Ma con una diversa emozione collettiva». Paola Vinciguerra, psicoterapeuta romana e presidente dell'Associazione europea disturbo da attacchi di panico, per domenica prossima, prevede «un rituale di dolore profondo».

Lei parla di famiglia e di abbandono, perché?
«Che cosa altro sono questi saluti allo stadio? La grande famiglia si riunisce per separarsi dal suo parente amato. Una
separazione non aspettata e, soprattutto, non accettata. Per Totti è stata una festa, pur commovente. Ora no».

L'addio non voluto dal giocatore viene vissuto dalla tifoseria come un tradimento?
«Certo, si è obbligati a separarsi da un idolo che faceva parte di un tuo credo, di un sogno. Un insulto alla fedeltà».

Perché De Rossi è sempre stato fedele alla squadra?
«Perché la tifoseria ancora non si è ripresa dal saluto di Totti e ora ha di nuovo un vuoto da colmare. Non si è sentita rispettata, appunto, nella fedeltà».

Lei disegna proprio un senso collettivo di smarrimento...
«Certo. Perché nulla lasciava presagire una decisione di questo tipo. Perché anche Daniele, parlando, ha lasciato trapelare rigore e amarezza».

Per questo parla di dolore profondo?
«È uno strappo a tutti gli effetti. E' lo smembramento di un simbolo che rappresentava un'epoca. Un'appartenenza che, per molti, va oltre il tifo per una bandiera».

Che vuol dire?
«La squadra, lo vediamo da diversi comportamenti, diventa il vero serbatoio emozionale. E anche i giocatori hanno un ruolo. Fanno parte di questa famiglia nella quale si è investito».

Che cosa potrebbe scatenare un sentimento come questo?
«La tifoseria non si è sentita calcolata in questa operazione che ha allontanato Capitan futuro. I grandi della famiglia hanno deciso per tutti».

Senza preoccuparsi delle conseguenze?
«La sensazione, sugli spalti, è questa. Non vi siete preoccupati di noi e non avete capito che due anni sono pochi per riprenderci dal saluto del Capitano».

Quindi, domenica?
«Si dovrà tener conto di questi stati d'animo, amplificati dalla vicinanza e dal luogo. La tristezza nei sessantamila può svelarsi anche con l'aggressività».

 

 

 

L'addio di De Rossi: tensione capitale

IL MESSAGGERO - TRANI - Festa fa rima con protesta, nel match program di domenica sera. Meteo scontato: la notte sarà buia, per lo strappo inconcepibile e, come se non bastasse, anche tempestosa e non solo per la pioggia già annunciata. Mai come stavolta il pubblico dell'Olimpico si farà sentire, prendendo posizione e quindi usando la voce per centrare contemporaneamente il doppio obiettivo: salutare De Rossi e contestare Pallotta.

MIRINO SPOSTATO - Sono passati 2 anni esatti dall'addio di Totti, 28 maggio 2017, alla Roma e anche al calcio (giocato). Quel pomeriggio, caldo e lunghissimo, non ha niente a che vedere con la notte del 26 maggio 2019. Lacrime più che insulti, incassati comunque da Spalletti, quando fu inquadrato sui maxischermi, nonostante la qualificazione diretta in Champions e il record di punti in A del club giallorosso. In campo si presentò, udite udite, addirittura Pallotta per premiare Francesco e commuoversi come qualsiasi altro spettatore dell'interminabile abbraccio al fuoriclasse che ha vestito per 25 campionati la stessa maglia. Il presidente prese poi qualche offesa, perché la gente fece blocco nel saluto e nel pianto per l'uscita di scena che, pure se diluita in un anno e mezzo, era stata messa ampiamente in preventivo. Fu soprattutto amore. E disperazione, anche conoscendo il finale da tempo. Non sarà così, invece, tra tre giorni.

PAGINA SCURA - Il fine corsa di Totti fu, dunque, metabolizzato. Questo, no. Nessuno ha avuto il tempo di elaborare il lutto. De Rossi e, con lui, i tifosi hanno avuto l'ufficializzazione del divorzio pronunciato quasi sotto traccia e a bassa voce (anzi, nemmeno: solo qualche riga formale), a meno di 2 settimane da quella che è subito diventata l'ultima partita del capitano, trattato come fosse uno solo di passaggio. Il timbro che Pallotta piazza con ferocia e arroganza sulla stagione iniziata male e finita peggio. Stravolto Daniele, perché ancora convinto di poter fare il giocatore e quindi costretto contro la sua volontà a sfilarsi la maglia giallorossa. L'alba del 14 maggio è diventata la coltellata al cuore della città. Il tweet asettico, quasi anonimo, del club per staccare improvvisamente la spina e interrompere qualsiasi battito. Pochi caratteri per chiudere la favola che è stata raccontata per 15 anni. Dichiarazione di guerra per sfidare i tifosi. E mettere ansia alle forze dell'ordine. Che vigilano sui siti, dove c'è chi già boicotta la campagna abbonamenti, e che controllano le firme sui muri, dove c'è invece chi va oltre l'insulto da stadio.

POPOLO IN RIVOLTA - Monta la rabbia e non c'è da stuprisi. Quella del giocatore, scaricato e umiliato. E della gente. Di strada in strada, nella Capitale. E di nazione in nazione. Coinvolto il pianeta: i giallorossi nel mondo si sono schierati contro la proprietà Usa. Striscioni e murales. Anche a Boston, dove risiede Pallotta. Lontano e assente. Sono passati quasi 13 mesi dalla sua ultima presenza all'Olimpico: la notte del 2 maggio del 2018, semifinale di ritorno di Champions contro il Liverpool. L'unica partita in cui, negli ultimi 2 anni, ci sono stati più spettatori (61.889) che per il giorno dedicato a Totti (59.713). In questa stagione il pienone solo con il Real, il 27 novembre, nella fase a gironi di Champions. Non l'esaurito (59.124 ), non come per Francesco. Ma per De Rossi è stato subito sold out. Attesi circa 63.000. E con loro i compagni dell'83, l'anno di nascita di Daniele,.Che rifiuta l'esagerazione. Giro di campo con la moglie Sarah, la primogenita Gaia, la piccola Olivia e il pupetto Noah. Musiche e immagini. La targa che, assente il presidente (a Trigoria non ipotizzano lo sbarco a sorpresa), gli potrebbe consegnare Totti. Cerimonia breve e intensa. Se Daniele non ce la farà a parlare , pronta la lettera sul sito della Roma. La coreografia della Sud e lo stadio per lui. Come in ogni quartiere. Il manifesto di Testaccio, opera dello street artist Laika, è inequivocabile per il doppio messaggio sopra e sotto la foto del capitano: Yankee go home da spedire oltre oceano, In hoc signo vinces per chi si alimenta di romanità.

ECCE DS - Petrachi, intanto, si è dimesso da direttore sportivo del Torino per la nuova avventura in giallorosso. Non gli tocca il compito peggiore, quello capitato al suo precedessore: Monchi che arrivò e accompagnò alla porta Totti. Qui l'ex granata non troverà più De Rossi.


De Rossi, l'addio si infiamma: rischio di guerriglia ultrà

IL MESSAGGERO - MANGANI - Un giro di campo, il saluto d'amore: sarà una festa sobria, annunciano gli amici di Daniele De Rossi. Almeno nelle intenzioni. Perché, se dentro l'Olimpico i tifosi hanno già acquistato ogni ordine di posto pur di essere presenti ai festeggiamenti del loro idolo, fuori dallo stadio la minaccia di scontri è molto elevata. I toni si sono alzati e di parecchio, dal momento in cui il calciatore ha annunciato il mancato rinnovo del contratto da parte della società. Da Monteverde a San Basilio sono comparse delle scritte che vanno ben oltre la protesta, e la firma a stampo è quella di gruppi come Rivolta giallorossa e Romanisti armati. Formazioni che adottano simbologie aggressive e poco pacifiche. Ma non è tutto, perché accanto ai più esasperati del tifo - causa vendita dei campioni, capitani mandati via e nessun obiettivo centrato - sono in agitazione anche gli spalti generalmente più tranquilli. I gruppi ultrà hanno lanciato l'ipotesi di uno sciopero degli abbonamenti e, dalla Sud, la proposta si è diffusa alla Tevere e a molti vip della Monte Mario. La festa per De Rossi potrebbe diventare una vera escalation contro Pallotta.
Il Viminale e la Questura hanno ben chiara la situazione e tendono a minimizzare: «Sarà in vigore il protocollo adottato per questo tipo di partite - spiegano - I simboli comparsi sono di tifoserie già note e monitorate». In questi giorni i controlli sono massicci, e la protesta degli striscioni potrebbe anche portare a qualche denuncia o daspo per gli autori. «Uno a Boston, l'altro a Londra, speriamo presto insieme in una tomba», firma DDR16, lascia poco spazio a dubbi. Così come «Diffidati con noi», con tanto di svastica accanto. Le forze dell'ordine, poi, avranno il compito di controllare in maniera accurata tutti gli striscioni che entreranno nello stadio, in modo da poter bloccare quelli che sconfinano nelle minacce e nella violenza.

IN SENATO - Anche se il malessere giallorosso ha ormai varcato ogni luogo possibile. E un paio di giorni fa in un'aula del Senato, una ventina di parlamentari (tra deputati e senatori dei Roma club Montecitorio e Palazzo Madama) si sono radunati per protestare contro la società. «Siamo qui per dire basta - è stato il commento di Paolo Cento di Sinistra Italiana -. La Roma ha bisogno di un presente e di un futuro. Totti e De Rossi, sono due bandiere che si vogliono ammainare e noi le vogliamo rialzare. Questa proprietà deve ascoltare i tifosi». Nella protesta bipartisan si è inserito Maurizio Gasparri di Forza Italia che ha attaccato: «Non possiamo non esprimere lo sdegno per come è stato trattato un simbolo e una bandiera come De Rossi. L'insoddisfazione verso Pallotta è totale, la speranza è che le forze imprenditoriali della città prendano a cuore la Roma e finalmente ci sia una proprietà non più estranea e ostile alla Capitale».

I DIVIETI - Per la finale di campionato Roma-Parma l'area dello stadio sarà pedonalizzata e l'Olimpico si potrà raggiungere solo a piedi. Vietata la vendita e il consumo delle bevande in vetro. Mentre la Digos si sta occupando di tenere sotto controllo le tifoserie più violente. Ma tutti sanno che i rischi sono molto elevati: la storia rischia di ripetersi. Era il 17 maggio del 2000, quando i tifosi dovevano celebrare il principe Giuseppe Giannini che per 15 stagioni aveva portato sulla pelle la maglia giallorossa. Una serata ad alto tasso di emozione per i cuori romanisti che si è trasformata in un inferno: risse, cariche, devastazioni. Era l'epoca Sensi, patron amato e odiato, molto pianto il giorno della morte. Oggi a Pallotta i tifosi contestano praticamente tutto, a cominciare dall'ipotesi del nuovo stadio di Tor di Valle, che considerano l'unico suo vero interesse nella Capitale.