Le verità di Daniele. De Rossi in un audio svela l’accordo a gettone mai nato

LEGGO - BALZANI - «Sconquassato». Il termine giusto per definire l'animo di De Rossi, e quello dei tifosi della Roma, l'ha trovato ieri Ranieri. Il caso legato al mancato rinnovo del capitano (voluto da Pallotta e Baldini) ha provocato una bufera che ha spazzato via la residua pazienza dei tifosi, dei giocatori e di molti dipendenti di Trigoria. Ieri l'ennesimo colpo di scena alla Trono di Spade causato dalla circolazione di un audio Whats App mandato da De Rossi a una chat di amici. Oggetto della chiacchierata: la trattativa per un rinnovo mai arrivato. Nell'audio De Rossi spiega che avrebbe accettato un contratto a gettone, 100 mila euro a partita, in modo che il suo stipendio sarebbe stato direttamente proporzionale alle partite giocate. L'ad Fienga avrebbe confessato che quella era anche la sua idea e che avrebbe voluto inserire anche dei bonus. In un secondo momento Fienga ha richiamato lo stesso De Rossi, dicendo che Pallotta aveva autorizzato la soluzione del contratto a gettone. A quel punto Daniele è sbottato, risentito dal silenzio della società durato per un anno. Il club ha ascoltato gli audio e dato una versione diversa dei fatti. Negli ultimi mesi De Rossi avrebbe incontrato tre volte la Roma, che lo avrebbe informato delle idee su un progetto giovani che includeva la necessità di alzare l'intensità del lavoro. Nessuno gli ha proposto un contratto a gettone - secondo il club - e nell'ultimo colloquio di lunedì il discorso si sarebbe spostato sulla possibilità di giocare negli Stati Uniti.

Ritorniamo a Ranieri. Il tecnico, che mercoledì era uscito per parlare ai tifosi accollando la decisione a Baldini e Pallotta, non si è tirato indietro.
«Certo l'ho detto ai tifosi, anche se non ricordo in che termini. Daniele? Ancora non ci ho parlato e non so se giocherà a Reggio Emilia. Lo vedo bene, motivato, anche se dentro probabilmente sarà sconquassato, magari non dormirà neanche la notte. È la legge del calcio, ma forse a Daniele andava detto in altro modo. Se mi avessero chiesto un consiglio io avrei detto lo voglio ancora'. Perché so che giocatore, che uomo e che capitano è. Mi auguro solo che con il Parma ci sia una grande festa per salutarlo. Per le contestazioni ci sarà tempo».


Gasperini si avvicina al giallorosso. Ma il futuro ora preoccupa tanti big

IL MESSAGGERO - Per ricostruire bisogna prima demolire. Sull'asse Londra-Bostonavranno pensato a questo quando è stata presa la decisione di non rinnovare il contratto a DanieleDe Rossi, dandogli il benservito in un anonimo martedì di maggio con un comunicato stringato. Una decisione che ha fatto male ai tifosi romanisti e spiazzato tanti giocatori sensibili al trattamento dei colleghi, ancor di più se di un certo rango. Sembrano passati anni quando Antonio Contesarebbe stato a un passo dallo scegliere la Roma e tenere tutti i big presenti in rosa. Oggi, invece, le indiscrezioni raccontano di un Gian Piero Gasperini contattato dal futuro ds Petrachi, pronto a prendere le redini della squadra e a cui è stato proposto un contratto fino al 2022 a 2,5 milioni a stagione. Aria di profondi cambiamenti nella Roma: Pallotta (e Baldini) vogliono aprire un nuovo corso che durerà tre anni per portare il club il più vicino possibile alla vittoria di un trofeo. Per farlo ci sarà bisogno di forze fresche in campo, nuovi preparatori atletici che riescano a prevenire gli infortuni muscolari (arrivati a quota 50 da inizio stagione) e uno staff medico all'avanguardia in grado di rimettere in sesto i calciatori in tempi stretti.

ADDII E RINNOVI - I giocatori in scadenza di contratto sono sul chi va là, stanno aspettando di capire che direzione percorrerà il club prima di prendere una decisione. Il mancato rinnovo di De Rossi è stato un segnale forte, indirizzato ai calciatori che hanno intenzione di restare in giallorosso, ma rischia anche di generare un fuggi fuggi incentivato dalle dichiarazioni del centrocampista. Dzeko e Manolas sono già con un piede fuori dalla Capitale: il bosniaco è entrato nel mirino dell'Inter pronta a offrire 9 milioni; su Kostas, invece, pende una clausola di 36 milioni che Arsenal e Juve sarebbero pronte a onorare. Se per i big il destino sembra ormai scritto, diversa è la situazione di Pellegrini e Zaniolo. Nicolò guadagna 270 mila euro a stagione con un contratto fino al 2023 ed è in attesa di un adeguamento già da qualche mese. Le offerte dall'estero non mancano come quella del Tottenham che ha inviato degli osservatori all'Olimpico per stilare una relazione dettagliata sul centrocampista. Differente è la situazione di Pellegrini che ha una clausola rescissoria di 30 milioni pagabile in due rate, ma esercitabile solo dal 1° al 31 luglio. La Roma ancora non si è fatta sentire con l'agente, ma a fine campionato qualcosa dovrebbe muoversi. In stand-by anche El Shaarawy che la prossima stagione entrerà in scadenza. Una rosa in parte da ricostruire, dunque, con l'aiuto di Francesco Totti che in queste ore si trova in Kuwait per l'Al Roudan Tournament: «Spero di portare il club più in alto possibile a livello mondiale perché la Roma si tifa e si ama», ha detto poco prima di essere accolto in campo per una partita di futsal in pompa magna, ma con una gaffe: è stato fatto risuonare l'inno di Forza Italia.


De Rossi, gli audio e la Roma le due versioni di un addio

GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - Prima Ranieri che di fatto si schiera dalla parte del suo capitano, poi due audio di De Rossi che nello spazio di una mattinata fanno il giro dei telefonini di Roma (e non solo), e che certificano le ricostruzioni contrastanti del capitano e della Roma. Con tanto di Tapiro finale per Daniele e la manifestazione di protesta annunciata per oggi pomeriggio (ore 15) degli ultrà sotto la nuova sede dell’Eur. Insomma, la giornata giallorossa di ieri è stata di quelle surreali. Tanti momenti con un unico comun denominatore, l’addio (tormentato) tra la Roma e De Rossi.

Il tecnico

Dopo le 48 ore precedenti (già caldissime di per sé), ieri il via è stato dato dalla conferenza di Ranieri. Dove, di fatto, di Sassuolo-Roma non si è parlato. Il campo principale, come è ovvio, è stato la situazione di De Rossi. «Come i giocatori scelgono altri club, le società scelgono altri giocatori. È la legge del calcio – dice Ranieri –. Ma con Daniele, visto quanto vale per la Roma e i tifosi, andava detto in altro modo. Se fossi rimasto anche il prossimo anno avrei detto: “Io lo voglio ancora”. So che giocatore, uomo e capitano è. Nel calcio esistono tanti modi di essere leader, lui è quello ideale. Ragiona sempre di squadra e mai per ego personale».

Tra audio e versioni

Concluse le parole di Ranieri, ecco che iniziano a girare i due audio di De Rossi, diventati presto pubblici anche su social e siti. «Ho detto: voi dite che sto male? Allora datemi centomila euro a presenza. Se faccio dieci gare è un milione, con 30 tre milioni, con zero gioco gratis. Che problema c’è? Al che Fienga mi dice: è quello che ti volevo offrire io, più un bonus fisso. Ma è un discorso nato e morto così, mentre mi diceva che non mi avrebbero tenuto. Dopo 40 minuti sono a casa, mi richiama: “Ho parlato con il presidente, se è così va bene”. Ma come va bene? È un anno che non ci parliamo, nessuno mi offre niente e ora mi dite: “Se vuoi farti il contratto fattelo...”». Per De Rossi, quindi, l’idea del contratto a gettone nata come una battuta avrebbe poi trovato il sì di Pallotta. Ma nell'audio non spiega perch a quel punto non lo avrebbe accettato. Dignità e orgoglio personale? E qui nascono le versioni contrastanti, perché da Trigoria trapela che tra la Roma e il giocatore c'erano stati precedenti incontri per informarlo delle strategie del club. Colloqui in cui lo stesso De Rossi, infortunato, mostrava dubbi sulle sue scelte future. È vero, che nella conferenza di martedì Fienga si era scusato «per un discorso che è avvenuto solo ieri e non prima» ma il Ceo si riferiva alla comunicazione della decisione. In più, per la Roma non ci sarebbe mai stato alcun ripensamento. Anzi, Pallotta – saputa l’idea del contratto a gettone – avrebbe chiesto ai suoi di ringraziare Daniele, declinando. E offrendogli invece aiuto rispetto alla sua idea di giocare nella Mls visto che alcuni soci sono azionisti di club americani.

Il finale

In questo clima, non poteva mancare la consegna del Tapiro d’oro a Daniele. Avvenuta ieri sera. «Vediamo, tra poco saprò dove giocherò e se potrò dare molto o poco — commenta De Rossi –. Un po’ ci sono rimasto male. Ma il nostro lavoro è così. C’è chi gioca e chi prende decisioni. Come dirigente mi avrebbero tenuto, ma io vorrei provare a giocare ancora...». Oggi sarà un'altra a giornata calda.


Le ragioni di Baldini: per il bene del club

GAZZETTA DELLO SPORT - BOLDRINI - Nell’amarezza e nel fastidio di queste ore, Franco Baldini non ha perso il gusto toscano per la battuta: quando gli è stato riferito che in un ponte di Londra era stato esposto l’altra notte uno striscione contro di lui, ha commentato: «Sarà successo sicuramente al Blackfriars». Sotto al bridge dei Frati Neri, fu trovato impiccato il 18 giugno 1982 il banchiere Roberto Calvi, figura chiave del crac del Banco Ambrosiano. Immagine lugubre, ma lo striscione ha invece come sottofondo le luci del Tower Bridge.

Nuovo record

In una stagione piena di negatività, con l’esonero di Eusebio Di Francesco, le possibilità di qualificazione in Champions ridotte al lumicino – a proposito di luci -, il derby di ritorno perso 3-0, le dimissioni dell’ex direttore sportivo Monchi e l’addio di Daniele De Rossi, la Roma ha centrato il record di essere la prima squadra ad essere contestata all’estero: lo striscione contro Baldini apre una nuova frontiera. Non c’è una firma, ma un nome: Roma. A Londra esiste un club, i Lupi di Londra, che si è limitato a riprodurre sulla pagina Facebook lo striscione contro il dirigente toscano sotto la scritta «Mai un’azienda».

Silenzio Assenso

Baldini non vuole parlare. Da tempo ha scelto la strada del silenzio, anzi dell’oblio: dal lontano 5 giugno 2013, quando si dimise dal ruolo di amministratore delegato della Roma. In questi sei anni, zero interviste. Il dirigente toscano ha lavorato al Tottenham fino alla primavera del 2016 ed è poi rientrato nell’orbita della Roma nell’estate 2016, come consulente del presidente Pallotta. Neppure lo striscione londinese spinge Baldini ad aprire bocca. E’ convinto che sia questa la scelta migliore per il bene della causa. Ci sarebbero da spiegare diverse cose sulla vicenda De Rossi, ma il rifiuto, nonostante le sollecitazioni, è totale. Chi ha deciso di non confermare il capitano della Roma? Perché dopo 18 anni di maglia giallorossa il presidente Pallotta o lo stesso Baldini non si sono assunti la responsabilità di comunicare in prima persona le decisioni dell’azienda Roma, al calciatore? Baldini è convinto che la linea seguita sia stata corretta e che rientri nelle prerogative di un club fare scelte scomode, anche con i «totem». Lo sostiene in privato, ma non vuole dirlo in pubblico.


Totti dal Kuwait: «Juve lontana ma troveremo una soluzione»

GAZZETTA DELLO SPORT - Aveva previsto questo viaggio da mesi, quando non poteva immaginare che la situazione sarebbe stata così complicata. Non ci fossero stati contratti firmati e con ricche penali in caso di rescissione, probabilmente Francesco Totti non sarebbe volato in Kuwait, invece ieri ha partecipato ad un torneo di calcio a 5 accolto, con enorme imbarazzo degli organizzatori quando si sono accolti della gaffe, dall’inno di «Forza Italia» invece che di quello di Mameli. Tra aneddoti e qualche parola sulla Var, che Totti ritiene «fondamentale se usata nel modo giusto», è stato intervistato dalla tv dell’Al Roudan Tournament. Non sono arrivate domande, e quindi risposte, su Daniele De Rossi e sul clima che si respira a ROMA. Sono arrivate, invece, sulla Juventus e sul futuro: «La Juve è la super favorita visto che può acquistare top player. Non sarà facile colmare il gap, ma sono fiducioso che troveremo una soluzione. Io - ha aggiunto il dirigente giallorosso - spero di portare la ROMA più in alto possibile a livello mondiale perché la ROMA si tifa e si ama». E chissà se queste parole basteranno: ai tifosi per sentirsi meno soli e al presidente James Pallotta per dargli quel ruolo che lui chiede da tempo.


Dzeko e non solo In arrivo due punte e Skriniar rinnova

GAZZETTA DELLO SPORT - STOPPINI - Non uno, ma due. Si parla di attaccanti, eh. E la nuova è questa: nell’Inter che nascerà una volta terminata l’infinita rincorsa alla Champions ci sarà spazio per due nuovi giocatori offensivi. La strategia è questa: un attaccante arriverà a prescindere dai discorsi in uscita relativi a Icardi. E sarà con tutta probabilità Edin Dzeko: Roma e Inter affronteranno il discorso a campionato terminato e dunque a obiettivi definiti. Ma le strade portano dritte a una conclusione positiva dell’affare, perché l’Inter ha già in tasca il gradimento del bosniaco, che considera chiusa la sua storia con la Roma anche in virtù di un contratto in scadenza nel 2020 e mai vicino al rinnovo.

Skriniar-2023

Ma non sarà Dzeko l’eventuale sostituto di Icardi. Se l’argentino dovesse partire, ad Appiano arriverebbe un altro attaccante, in un reparto offensivo che conta pure su Lautaro. Molto dipenderà dai ragionamenti dell’allenatore della prossima stagione. Se come tutto porta a credere sarà Conte a sedersi in panchina, sarà interessante capire se l’ex tecnico del Chelsea vorrà continuare sull’idea del 3-5-2. Di sicuro in difesa avrà ancora Skriniar: ufficiale il rinnovo fino al 2023, ingaggio da 3 milioni netti a salire, senza promesse di fasce di capitano future. «Sono felice, vogliamo accorciare il gap con la Juve, ma prima pensiamo a conquistare la Champions», ha commentato lo slovacco. Lui che è stato inseguito dallo United, magari troverà a Milano come compagno Romelu Lukaku, al quale il Manchester United dà una valutazione inferiore a quella che l’Inter dà per Icardi. Per una cifra tra i 50 e i 60 milioni il belga potrebbe lasciare la Premier. Di più: attraverso Pastorello l’Inter si è già attivata, una volta a conoscenza della voglia del belga di provare un’esperienza nel campionato italiano. Detto che l’Inter ha già in rosa un elemento come Politano (come immaginarlo in un 3-5-2, se non nei due d’attacco?), occhio sempre a Manchester: Alexis Sanchez è in offerta, il suo agente Felicevich ha già parlato con Ausilio, lo United è disposto a partecipare al pagamento dell’ingaggio. Ma la pista non scalda più di tanto, al momento. Come pure quella che porta a Duvan Zapata: l’Atalanta chiede non meno di 40 milioni. Ci sarebbe anche un altro nome sul taccuino, Timo Werner del Lipsia, però già nel mirino del Bayern. Dura entrare in concorrenza, anche perché l’Inter vuole tenersi parte del budget per un altro tipo di calciatore: guai a cancellare Federico Chiesa. Che a Firenze, con Paulo Sousa, faceva l’esterno di centrocampo...


C’è il Sassuolo, Zaniolo e Pellegrini fermi ai box

GAZZETTA DELLO SPORT - Già, perché poi in realtà ci sarebbe da preparare anche la sfida di domani sera a Reggio Emilia, contro il Sassuolo. Una partita che per la Roma potrebbe essere fondamentale nella migliore delle ipotesi (Champions League), importantissima nelle altre (leggi Europa League). (...) Ranieri in cuor suo ha paura, perché teme che la mente dei giocatori sia volata via, altrove. Anche se poi ieri ha provato a disseminare messaggi di ottimismo un po’ ovunque.

Per domani i dubbi del tecnico giallorosso sono tutti legati all’eventuale utilizzo o meno di Zaniolo e Lorenzo Pellegrini, entrambi alle prese con problemi muscolari. Alla fine dovrebbero far parte della comitiva entrambi (più Zaniolo di Pellegrini) anche se pensare ad un loro utilizzo – almeno dal via – è difficile. Ecco allora che Ranieri potrebbe anche decidere di tornare all’antico (si fa per dire) e cioè al 4-2-3-1, dopo essersi messo 4-3-3 contro la Juventus. E dietro la punta potrebbe essere rispolverato Javier Pastore, che dopo la bella prova con il Cagliari è rimasto in panchina sia in casa del Genoa sia nella sfida casalinga contro la Juventus. (...)


Daniele, ultimo viaggio in maglia giallorossa. E scattano i ricordi

GAZZETTA DELLO SPORT - Il primo viaggio vero con la Roma Daniele De Rossi l’ha fatto in una data storica. Nove aprile 2001, la squadra di Capello si giocava lo scudetto, a Firenze fu costretta a scendere in campo di lunedì per motivi di ordine pubblico, ma i tifosi riempirono lo stesso il Franchi. (...) De Rossi doveva ancora compiere 18 anni. In panchina, vedendo i calciatori per cui tifava così vicini, sognava di diventarne compagno prima e leader poi. C’è riuscito, anche se lo scudetto che la Roma conquistò quell’anno, lui non è mai riuscito a vincerlo. Si è messo al petto, però, l’amore della gente. E chissà quanto oggi ci penserà, quando partirà per l’ultima volta con la sua squadra. L’ultimo viaggio, gli ultimi ricordi, le ultime battute negli alberghi, l’ultimo aereo, domani notte. Con un pizzico di nostalgia e tanta emozione.

L’emozione era tanta anche nel 2001, pure se a Firenze non entrò in campo. Ci riuscì, invece, a Piacenza, qualche mese più tardi, quando Capello lo schierò in Coppa Italia. Aveva già esordito in Champions da qualche giorno, l’11 novembre giocò una quarantina di minuti nella sconfitta dell’andata dei quarti di Coppa Italia. A Piacenza, città evidentemente nel destino, arriva anche l’esordio in campionato. E’ il 25 gennaio 2003, sul neutro del Garilli si gioca Como-Roma, De Rossiparte dal primo minuto ed è l’inizio di una storia che terminerà tra una settimana. (...)

In mezzo tanti viaggi da ricordare, come quello a Marassi di qualche settimana fa, quando con il suo gol alla Samp ha aperto la strada a quella che sembrava una rimonta Champions possibile. E poi, ancora, l’andata della semifinale di Champions col Liverpool, che lui, come tutti i romanisti, vorrebbe rigiocare. (...) Come lo scudetto sfumato nel 2010 con la Samp in casa. Nell’ultima gara dell’anno, a Verona contro il Chievo, davanti a 20mila tifosi, De Rossi segna la rete del 2-0. Non porterà a nulla, ma per chi è romanista è impossibile non ricordare lui e Totti con gli occhi lucidi, mentre gli altri giocavano, fermi in mezzo al campo a sentire i tifosi cantare l’inno della Roma. (...) Lui che oggi, partendo per l’ultima volta con la Roma, nel libro dei ricordi non potrà non mettere quel viaggio verso San Siro quando, nell’agosto del 2007, un suo rigore regalò alla Roma la Supercoppa contro l’Inter. (...)


Gasperini, sì alla Roma. Ma Sarri è sul mercato

IL TEMPO - BIAFORA - La Roma è vicina ad arrvare a dama sul fronte allenatore. La contesa per la panchina del futuro si è ridotta a due partecipanti, Gasperini e Sarri, che hanno staccato tutti gli avversari sull'ultima salita prima del traguardo. A Trigoria sono state scartate le piste straniere e quelle italiane che portavano a profili come Giampaolo. E ora Gasperini, infuriato per la mancata concessione del rigore nella finale di Coppa Italia contro la Lazio, è il candidato al momento favorito avendo trovato con la società giallorossa un principio d'accordo su base triennale, a circa 2.5 milioni di euro netti annui. Per forza di cose ogni approfondimento dei dettagli sul futuro nella Capitale è stato però rimandato alla fine del campionato: le due squadre sono in lotta per lo stesso obiettivo, la qualificazione in Champions League, e non sarebbe elegante pianificare da subito il domani. Il piemontese è mosso dalla
grande voglia di riscattare in un'altra big la breve e infausta esperienza all'Inter, ma dovrà prima parlare con il presidente Percassi, che ha più volte dichiarato di volerlo tenere a vita (il contratto tra le parti è valido fino al 2021 con opzione del club per un ulteriore anno).

Il numero uno orobico sembra l'unico ostacolo per un trasferimento di Gasperini nella Capitale, ma in realtà è sempre da tenere d'occhio la posizione di Sarri. Il toscano, che anche il Milan di Gazidis sta provando a convincere, ha rotto con l'intero ambiente londinese ed è convinto che al termine della stagione la Granovskaia gli comunicherà l'esonero. L'ex Napoli, nel primo anno alla guida del Chelsea, è arrivato terzo in Premier ed ha raggiunto due finali, la seconda da disputare il 29 maggio con l'Arsenal per la conquista dell'Europa League. Questi risultati e una vittoria potrebbero non bastare a salvargli il posto: lo spettro di Lampard si aggira dalle parti di Cobham.
Dall'Inghilterra assicurano che non sarà presa alcuna decisione prima della fine del mese, ma Baldini è già pronto ad affondare il colpo. Il primo consigliere del presidente Pallotta nelle scorse settimane ha avute dei colloqui con Conte e si è poi portato avanti nel lavoro di convincimento sull'amico allenatore dopo aver già scelto il direttore sportivo (Petrachi si sta già muovendo da romanista). Servirà attendere almeno altri quindici giorni per vedere la meta.


Pellegrini out, Zaniolo c’è. Under scalpita

IL TEMPO - BIAFORA - Pellegrini no, Zaniolo sì. Per la gara di domani sera contro il SassuoloRanieri molto probabilmente non avrà a disposizione il centrocampista romano, alle prese con un sovraccarico muscolare al flessore, mentre è recuperato il classe 1 999. Avendo smaltito del tutto il leggero fastidio al polpaccio, che già dopo il ritorno con il Porto gli aveva dato qualche noia, Zaniolo ha lavorato con i compagni nell'allenamento di ieri e ci sarà. Il tecnico non ha ancora sciolto i dubbi su quale modulo verrà impiegato al Mapei Stadium, ultima trasferta di De Rossi con la maglia della Roma. Il capitano, che mercoledì ha portato a cena alcuni compagni, ha voglia di tornare dal primo minuto dopo essere rimasto in panchina contro la Juventus e scalpita per un posto da titolare, ma ovviamente la valutazione su di lui è un caso a parte, così come Under, in palla nei minuti finali del big match di domenica scorsa.

Intanto Perotti manda un messaggio allo spogliatoio: «Sono gare che a volte abbiamo sbagliato pensando di aver già vinto, ma non possiamo pensare che la loro stagione sia finita». Il tempo degli errori è finito


Ranieri: “De Rossi aiuta il gruppo, io l’avrei tenuto”

CORRIERE DELLA SERA - «Vorrei fare un appello ai tifosi: fate in modo che l’ultima partita all’Olimpico di Daniele De Rossi sia una festa per lui, il tempo per le contestazioni ci sarà».

Claudio Ranieri sta preparando Sassuolo-Roma ma non è possibile nemmeno per lui, così scrupoloso alla vigilia con una partita, evitare di andare a Roma-Parma, il 26 maggio, quando De Rossi sarà costretto a lasciare per sempre la maglia giallorossa e andare a chiudere la carriera altrove. (...) Gli ultrà ribadiscono che «la Roma è del suo popolo».
Con loro, fuori da Trigoria, sotto la pioggia, Ranieri ha parlato mercoledì. In conferenza stampa gli viene chiesta la conferma della discussione, compreso il soprannome di «testa grigia» che sarebbe stato dato a Franco Baldini, il consigliere speciale del presidente Pallotta. Ranieri non fa un passo indietro: «Non mi sembra di aver utilizzato tutte le parole che ho visto poi riportate, ma quando i tifosi chiedevano spiegazioni riguardo a Daniele ho detto che le decisioni erano sicuramente state prese a Londra e in America dal presidente e da chi gli sta più vicino».

Più tardi il caso De Rossi sarebbe ancor più deflagrato con l’arrivo sui social dell’audio Whatsup in cui il capitano dice che sarebbe stato disposto a giocare anche a gettone. Ranieri, in precedenza, era stato comunque chiarissimo: «In ogni club i giocatori vanno e vengono, ma Daniele è capitano e Kgura storica della Roma. Gli andava detto, come minimo, in un‘altra maniera. Ha sempre avuto un amore sviscerato per questa squadra, meritava altro».
Gli chiedono se lui, da dirigente, avrebbe rifatto il contratto a De Rossi. Risposta lapidaria: «Io faccio l’allenatore. Se me lo avessero chiesto avrei detto: lo voglio perché so che giocatore, che capitano e che uomo è. Ci sono leader per i social, per i tifosi, per i giornalisti e per gli allenatori. De Rossi è di quest’ultimo tipo. Non parla per sé ma per il bene della squadra». (...)


Totti in Kuwait e parte l’inno di Forza Italia

CORRIERE DELLA SERA - Mentre a Roma non si fa altro che parlare della vicenda De Rossi, Francesco Totti si trova in Kuwait per partecipare al torneo di futsal Al Ruodan Tournament. Una circostanza abbastanza singolare, resa ancora più surreale dall’accoglienza ricevuta dall’ex capitano, entrato in campo sulle note dell’inno del partito politico Forza Italia, evidentemente confuso con l’Inno di Mameli.

«Spero di portare la Roma più in alto possibile a livello mondiale - le sue parole alla televisione ufficiale dell’evento -, perché la Roma si tifa e si ama. Non sarà facile colmare il gap con la Juventus, ma sono fiducioso che troveremo una soluzione. Vincere non è facile, la Juventus ha la possibilità di acquistare dei top player, come Ronaldo, che fanno la differenza». (...)