Obiettivi concordati raggiunti. Inter fuori dal settlement agreement

Rispettati gli accordi presi nel maggio 2015 tra la Uefa e l'Inter. Il club nerazzurro è, quinid, fuori dal settlement agreement. Questo il comunicato pubblicato sul sito uefa.com:

"La Camera di Investigazione dell'Organo di Controllo Finanziario dei Club ha fornito un aggiornamento sul monitoraggio dei settlement agreement firmati con quattro club negli anni scorsi, e che hanno raggiunto i rispettivi termini.

La camera di investigazione ha confermato che FC Astana, Beşiktaş JK e FC Internazionale Milano sono stati considerati conformi all'obiettivo generale dei rispettivi accordi, siglati a maggio 2016 dall'FC Astana e a maggio 2015 dagli ultimi due club. Di conseguenza, tutte le società in questione escono dal regime transattivo.

La camera di investigazione ha deciso di rinviare il caso del Trabzonspor AŞ alla camera arbitrale dell'Organo di Controllo Finanziario dei Club poiché il club ha violato il settlement agreement firmato a maggio 2016. La società non è riuscita a rispettare il criterio del pareggio di bilancio durante il periodo di valutazione, la stagione 2018/19.

Un aggiornamento riguardante i club attualmente ancora sotto settlement agreement nonché i risultati del monitoraggio del break-even condotto durante la stagione 2018-19 saranno comunicati a tempo debito".


La Roma ripensa a van Aanholt come vice-Kolarov

La Roma torna ad interessarsi a Patrick van Aanholt. Secondo The Sun, i giallorossi sarebbero nuovamente sulle tracce del terzino sinistro del Crystal Palace, che potrebbe alternarsi con Kolarov, che ha 34 anni. Sul giocatore, ci sono anche Juventus e Manchester United.


De Vito barattava il suo ruolo per metterlo a disposizione degli imprenditori. Questo quanto affermano i giudici del Tribunale del Riesame

"Marcello De Vito ha messo a disposizione degli imprenditori il suo ruolo, arrivando a 'barattarlo' e ha utilizzato i suoi poteri e 'funzione istituzionale' intervenendo "direttamente sugli assessori e funzionari". Questo è quanto affermano i giudici del tribunale del Riesame in merito alla condotta dell'ex presidente dell'Assemblea capitolina, nelle motivazioni della decisione con cui hanno ribadito l'ordinanza di custodia in carcere per l'accusa di corruzione. Stesso reato contestato al suo socio in affari, l'avvocato Camillo Mezzacapo e alcuni imprenditori. A renderlo noto è l'agenzia di stampa ANSA.


Convocati Sassuolo. Out Bourabia, Peluso e Sensi (Foto)

Roberto De Zerbi, tecnico del Sassuolo, ha reso noti i convocati del match di domani sera contro la Roma. Non saranno presenti lo squalificato Bourabia e gli infortunati Sensi e Peluso. Questo il post apparso sull'account Twitter del club neroverde:

 


Dacourt su De Rossi: "Un onore averti al mio fianco al tuo esordio"

Olivier Dacourt, ex giocatore giallorosso, parla di Daniele De Rossi. Questo il testo: "È stato un onore e un piacere vederti esordire, averti al mio fianco in campo e seguirti per tutta questa formidabile carriera. Un grande calciatore, ma soprattutto un uomo eccezionale. Grazie per tutto amico mio".


I 23 convocati di Ranieri contro il Sassuolo. Assente Manolas (foto)

Claudio Ranieri ha scelto i 23 giocatori che affronteranno il Sassuolo domani al Mapei Stadium. A darne notizia è la stessa Roma tramite il proprio profilo Twitter.
Sarà assente Manolas, che ha rimediato una distorsione alla caviglia nell'allenamento odierno.

 


InsideRoma Daily News: Ranieri: "Io De Rossi lo vorrei sempre come mio giocatore". La Curva Sud annuncia sit-in di protesta

NOTIZIE DEL GIORNO | 16 MAGGIO 2019

QUI ROMA

La Roma guidata in panchina da coach Caludio Ranieri è scesa in campo questa mattina al "Fulvio Bernardini" di Trigoria intorno alle 11:00 per preparare la sfida di Reggio Emilia, contro il Sassuolo. Il gruppo ha svolto inizialmente la fase di riscaldamento, poi una parte tecnico tattica e infine il torello. Regolarmente in gruppo Nicolò Zaniolo out Lorenzo Pellegrini che ha lavorato a parte.

Julio Sergio, ex portiere della Roma, ha rilasciato un'intervista al portale soccermagazine.it. Queste le sue parole:

Sicuramente sai che sono due giorni che non si fa altro che parlare di Daniele De Rossi. Un pensiero su De Rossi come uomo e uno sul suo addio?
"Come uomo ricordo la prima partita che ho fatto, in cui lui mi ha detto che ragazzi come noi dovevano vincere. Appena finita la partita, lui mi ha salutato e mi ha detto questo. Poi lui ha il suo carattere, la sua personalità e tante volte ha preso responsabilità di cose che non doveva fare perché lui è così, lui vuole il bene della Roma. Poi, su questo momento forse ho un’opinione un po’ diversa dagli altri: l’età arriva per tutti. Cioè, ha smesso Totti, è andato via Daniele, ma la Roma continua. La Roma non finirà mai".

Quindi condividi la scelta della società di questo ricambio generazionale?
"No, non è questo che condivido. È arrivato il momento. Loro hanno preso una decisione, di cui poi dovranno rispondere, però non esiste un calciatore che è eterno. Alla fine il tempo passa per tutti. Ed è passato per Francesco – che non ci sarà mai più uno come lui – e per Daniele – che forse non ci sarà mai più uno come lui, però la società è ancora viva. A me fa piacere che loro hanno tutta questa voglia di far sentire amato Daniele, ed è importante perché è uno che ha fatto la storia della Roma e del calcio italiano, però è arrivato il momento. Zidane è stato venduto una volta, Ronaldo è stato venduto una volta, Kakà è stato venduto una volta, e altri hanno smesso, ma alla fine il calcio continua. E anche la vita di Daniele continuerà, la vita di Francesco continua. Dobbiamo essere meno passionali in questo momento e pensare a come fare per far vincere la società, la squadra. Sono sicuro che Daniele sarà contento se la Roma vince uno scudetto, che Francesco sarà contento se la Roma vince uno scudetto. Loro hanno dato il loro meglio quando erano lì, in campo. È questo che dobbiamo pensare: a vincere".

Francesco Totti si trova in Kuwait per l'Al Ruodan Tournament. L'ex capitano giallorosso ha parlato alla tv ufficiale dell'evento prima di scendere in campo. Queste le sue parole: 

"Diciamo che i tempi di Maradona e Pelé erano diversi. Era un altro calcio. Messi e Ronaldo oggi continuano a stupire, battendo record su record, ma sicuramente questi quattro calciatori sono i più forti al mondo”.

Una battuta poi sulle squadre che in passato lo avrebbero strappato alla Roma:

Ci sono state più occasioni in cui Berlusconi poteva portarmi al Milan. Come a lui anche ad altri presidenti ho detto no per il rispetto e l’amore che ho verso questa maglia”. 

Totti scherza anche sulle differenze tra il Salah visto a Roma e quello ammirato a Liverpool: 

“Ha solo cambiato maglia (ride, ndr). Penso che il passaggio lo abbia migliorato ancora di più, lo ritengo uno dei giocatori più forti in circolazione. In finale di Champions tifo per il Liverpool perché c’è lui e anche Alisson”.

In merito all'annuncio dell'addio di Daniele De Rossi alla Roma, la Curva Sud annuncia un sit in di protesta domani alle ore 15:00 sotto la sede della AS Roma all'Eur. Questo il comunicato: 

"ORA BASTA!
DDR è stato solo l'ultimo di una lunga serie di comportamenti poco chiari nei confronti di chi ama questi colori. Non possiamo stare a guardare inermi la cancellazione dei nostri valori, dei nostri punti fermi, delle nostre certezze. Ora basta, i Romanisti scenderanno in piazza e si faranno sentire con un sit-in che si terra' domani, venerdi 17 a piazza Guglielmo Marconi alle ore 15.0 0, di fronte la sede amministrativa dell'"azienda" As Roma. Questo e un invito a chiunque si senta tradito nell'animo, a chiunque ritenga giusto mostrare il suo disappunto, come lo ritengono giusto i ragazzi della Curva Sud perché la Roma è un bene comune, ma sopratutto la Roma è del suo popolo. Per questo chiediamo rispetto ed è per questo che non devi far mancare la tua presenza.
L'AS ROMA APPARTIENE A NOI".

Conferenza stampa Ranieri: "Non ho utilizzato le parola uscite ieri. De Rossi? E' la legge del calcio, ma bisognava avere più attenzione nei confronti di Daniele”.

 


L’addio a De Rossi scatena i tifosi. Striscioni contro Pallotta e il club

LEGGO - BALZANI - Dalle parole ai fatti, dagli insulti social (migliaia) alla contestazione. Pacifica, ma comunque dura. Il licenziamento di De Rossi ha scatenato un'ondata di malumore mai vista a Roma. La protesta è iniziata nella notte con l'affissione di diversi striscioni in giro per la capitale mentre diventa virale l'immagine dello stemma della Roma senza Romolo e Remo. Tra i più duri, quello affisso davanti a Campo Testaccio: Un presidente maiale e una società incompetente. DDR per sempre nel cuore della tua gente. Mentre fuori alla sede societaria dell'Eur è apparsa pure una croce rovesciata. Tutto dedicato al capitano quello apparso a Corso Vittorio dove abita il calciatore: DDR vanto nostro. Solo un antipasto della manifestazione andata in scena a Trigoria nel primo pomeriggio. Circa 150 ultras, nonostante la forte pioggia, hanno occupato il piazzale Dino Viola per dirigersi al centro sportivo. Esposti due lunghi striscioni «AS Azienda, oggi chiarimo sta faccenda» e «Noi l'As Roma voi aziendafunebre». Azienda è il termine usato spesso ieri dall'ad Fienga. Gli ultras hanno accesso fumogeni e intonato cori contro Pallotta e la società tanto da convincere lo stesso De Rossi ad uscire dai cancelli per parlare con loro. Il capitano è stato accompagnato dal ds Massara e da Ranieri. Il colloquio è durato circa 10 minuti e ha avuto toni forti ma decisamente pacifici. I tifosi hanno chiesto a gran voce a Massara il perché di questa decisione invitando la società a ripensarci. De Rossi ha fermato tutti: Anche se mi dovessero presentare il rinnovo ora non firmerei più. E ancora: «Non vestirò un'altra maglia italiana se me lo chiedete voi». Ma i tifosi non gliel'hanno chiesto. Massara ha poi aggiunto: «La decisione non è nostra, ma della società a Boston», quasi giustificandosi. E intanto Pallotta ha dovuto cancellare il profilo social del suo ristorante a Boston per troppi insulti.

La protesta proseguirà sabato a Reggio Emilia col Sassuolo e il 26 maggio quando avverrà l'ultimo saluto a De Rossi. Il numero 16 ha già ricevuto diverse offerte tra cui quella del Boca Juniors (sua 2° squadra del cuore), ma è disposto ad ascoltare eventuali offerte di club italiani. La decisione di non rinnovare il contratto a Daniele è stato anche un input del nuovo allenatore. Tutte le strade sembrano portare a Gasperini che avrebbe già detto sì. Ora c'è da convincere Percassi, il presidente dell'Atalanta. Il piano di riserva è Fonseca dello Shakhtar.


Si è disperso un patrimonio, i vincoli umani vanno onorati

IL MESSAGGERO - La mia passione per i colori della Roma e 22 anni, intensi e indimenticabili, trascorsi nel cda della squadra, mi impongono di rendere pubblico il mio disappunto per quanto sta succedendo. Sono passati quasi 8 anni da quando la Roma ha visto l'ingresso dei nuovi soci. Era l'estate del 2011, la fine di un ciclo glorioso che ha avuto il suo apice dieci anni prima con la vittoria dell'ultimo scudetto. Purtroppo, i fasti di un'epoca in cui i colori della Roma erano orgogliosamente difesi dalla famiglia Sensi e altrettanto orgogliosamente portati in campo da bandiere come Francesco e Daniele De Rossi, sono ormai un lontano ricordo. Il rispetto e la fiducia che riponevo nei nuovi proprietari del club sono testimoniati dalla lettera con cui, nel luglio 2011, diedi loro il benvenuto esprimendo l'augurio che «la Roma torni ai fasti degli anni dello scudetto». Siamo stati, invece, costretti ad assistere in questi ultimi anni, alla incessante dispersione di un patrimonio di mezzi, strutture e capitale umano. I tifosi, la città intera, sono stanchi e chiedono risposte. Una società con questa storia non può essere amministrata da un freddo ufficio di una città d'oltreoceano. Un oceano che ora sembra sempre più costituito non solo di acqua, ma di freddezza, distacco e forse disinteresse per le sorti di questa squadra. Una realtà complessa e articolata come quella del campionato italiano va vissuto giorno dopo giorno sul campo. Una proprietà non può ignorare sentimenti popolari, spirito di appartenenza, rispetto per le bandiere. I proprietari delle squadre hanno tutto il diritto di fare le loro scelte ma non possono ignorare il fatto che i proprietari sostanziali sono anche i tifosi, fedeli al di là dei risultati. Ora più che mai sono necessari concreti ed immediati gesti ed impegni da parte di Pallotta in persona, per colmare quel vuoto che si è creato tra la proprietà e i tifosi. Pur comprendendo le logiche economico-finanziarie del calcio, i vincoli umani e di appartenenza vanno onorati. Recuperare una situazione tanto deteriorata è complesso e faticoso, ma questa grande squadra è sempre riuscita a rialzarsi. Sono certo che anche questa volta sapremo meravigliare tutti. Forza Roma.

P.s. Un consiglio, non ripetete gesti eclatanti quanto inutili; quella stagione è finita ed ora l'acqua delle fontane di Roma è molto fredda. In tutti i sensi.


Totti lo sposo dimesso

IL MESSAGGERO - ANGELONI - Le parole di De Rossi lo invitano all’esame di coscienza e, magari, a prendere decisioni forti. Ci ha pensato, certo che ci ha pensato, Francesco. Perché il suo fratello sportivo, Daniele De Rossi ha avvisato, tipo grillo parlante, con delicatezza, con classe. Il messaggio di Daniele a Checco è stato chiaro: «Fai il dirigente senza potere, io questa fine non la voglio fare, per questo me ne vado». La verità, quando viene sparata col fucile, fa male, eccome. Boom, colpito. Non affondato. E Totti che fa? Mica vorrà lasciare il tutto così. Ed ecco, appunto, ci ha pensato, eccome, anche in queste ore in cui si trova in Kuwait (per partecipare al Al-Round Tournament, un torneo di futsal). Sarebbe un eroe se si dimettesse subito, questo pensano tanti tifosi della Roma. Che ora non vogliono che si mischi la passione (De Rossi e Totti) con l’azienda, quindi via i romani da Trigoria ma per scelta propria, non per volontà altrui. Chi sta con loro è complice, questo è in sintesi il messaggio di tanta gente. Francesco ha scritto a De Rossi: «Ungiorno torneremo grandi insieme». Vuol dire che ora il Capitano (ex), grande, non si sente. Non ci si sente in questo contesto, perché poco utilizzato, poco ascoltato. Il suo essere determinante da calciatore è inversamente proporzionale a quanto lo sia oggi con giacca e cravatta. Totti sa perfettamente di avere dei nemici all’interno del club, non è mistero che uno di questi sia FrancoBaldini, presenza ufficializzata da De Rossi nell’ultima conferenza stampa. Il paradosso nella Roma è che chi c’è davvero, Totti, non viene considerato, mentre chi non c’è, Baldini, è il primo consigliere del presidente, con poteri decisionali. Dici,  si dimetta. Comprensibile.

DA GRANDE - Poi pensi: ma perché dovrebbe darla vinta a chi non vede l’ora di liberarsi di lui? Ciò che dispiace a Totti - tra le altre -è il non aver potuto fare nulla per il suo amico De Rossi, defenestrato perché «non c’erano le condizioni tecniche». Ma è anche vero che lì, adesso, Totti, ha poco senso e dovrà decidere cosa fare da grande. Accettare o scappare, piegarsi per amore della Roma o l’abbandono, ma sempre per amore della Roma, oltre che di se stesso, del suo amor proprio, del rispetto per quel che è stato e per quel che significa per tanta gente. Totti non può essere usato come uomo sulla poltrona, come quello da esibire per qualche selfie, per qualche autografo o come testimonial di un torneo o di una qualsiasi manifestazione, o per denunciare i problemi con gli arbitri (con l’Inter, ad esempio) o per paventare l’arrivo di un grande allenatore (Conte), quando poi «le condizioni» non c’erano e, stando a quanto racconta De Rossi stesso, ce ne sono meno di quanto si pensasse. Due anni fa si diceva che Totti avesse bisogno della Roma, e che la Roma avesse bisogno di Totti. A distanza di tempo, rigiriamo la questione: ma siamo sicuri che questa Roma sia compatibile con Totti, o viceversa? Il dubbio c’è.


C’è la Roma sotto assedio

IL MESSAGGERO - TRANI - La pazienza è finita. All'improvviso. Proprio come la carriera di DeRossi in giallorosso. Così i tifosi della Roma alzano la voce. E, visto che oltreoceano proprio non c'è alcuna voglia di ascoltarli, mettono anche per iscritto la loro rabbia, sfogandosi già dalla notte di martedì, cioé dalla fine della giornata in cui la proprietà Usa ha ammainato la Bandiera e scaricato il loro Danielino. Sono quasi 150 i ragazzi che, subito dopo pranzo, si presentano sul piazzale Dino Viola. Fumogeni e cori. Ce l'hanno, anche perché la conferenza stampa verità di martedì è stata inequivocabile, con Pallotta e Baldini. Alzano lo striscione, avanzando verso il cancello del centro sportivo Fulvio Bernardini. Il testo è esplicito: “AS Azienda, oggi chiariamo questa faccenda!”. Si fermano e ne tirano fuori un altro: “Noi l'A.S.Roma, voi azienda...funebre”. Nell'ultimo c'è la loro richiesta: “Fatelo firmà”. Pretendono il rinnovo del capitano. In più vogliono parlare con la dirigenza. In cambio ottengono solo l'appuntamento con il vicepresidente esecutivo Baldissoni all'Eur, negli uffici della sede di via Tolstoj. «Solo uno, però, sarà ricevuto». Dicono di no e ricominciano a urlare.

COLLOQUIO SCIVOLOSO - A Trigoria arrivano anche le forze dell'ordine per monitorare la situazione. I tifosi, però, insistono. Vengono accontentati. Ecco che, sotto la pioggia, si avvicinano al cancello Massara, Ranieri e De Rossi. Vanno benissimo a chi ormai sta da più di mezz'ora sotto l'acqua e al freddo. Ma il trio ha la scadenza in bella mostra e simboleggia la Roma sparita di questi giorni. Il ds lascerà a fine stagione il posto al collega Petrachi, l'allenatore guiderà la squadra solo per altre due partite e il capitano giocherà per l'ultima volta in giallorosso il 26 maggio. Gli interlocutori, dunque, sono tre ex. Che cercano, comunque, di tranquillizzare i ragazzi. Il dialogo farà lievitare il malumore. Anche se nel mirino c'è il presidente e chi lo spalleggia da Londra, sotto accusa finisce Massara. A lui chiedono spiegazioni sul mancato rinnovo di Daniele. La risposta è automatica: decisione della società. Non basta, però, a chi è davanti a lui. Altre urla, chiedendo la verità sul triste epilogo di lunedì. Interviene Ranieri, in difesa del ds: «Siamo tutti sulla stessa barca». Che, però, affonda. Il tecnico, comunque, chiarisce che i responsabili non sono qui, ma in Inghilterra e in America. E, nel racconto dettagliato dei tifosi, i colpevoli diventano «Testa grigia» e «il fenomeno che sta Boston». Rispettivamente, dunque, Baldini e Pallotta. «Devi restare» chiedono all'allenatore. Che scuote la testa: «Dove? Con chi?» «Con De Rossi», la replica dei contestatori. Daniele frena. «Anche se mi richiamassero adesso non accetterei». Domanda d'obbligo sul ruolo di Totti. Silenzio totale. E significativo. Come lo striscione piazzato sotto la sede dell'Eur: ”Figli di Roma, capitani e bandiere, ecco il rispetto e l'amore che questa società non potrà mai avere”. Altri e pesanti per le strade della capitale, tappezzate da manifesti contro il presidente. Chiuso il profilo Facebook del ristorante Nebo, gestito a Boston dalle sorelle di Pallotta: sold out di insulti.

VIA DI FUGA - La firma Roma per lo striscione affettuoso sistemato sotto casa del capitano: “DDR nostro vanto”, la scritta che si legge prima di attraversare Ponte Vittorio Emanuele II. Martedì le parole di De Rossi non hanno risvegliato solo la piazza fin qui anestetizzata dalla promesse della proprietà Usa. Hanno soprattutto spiazzato lo spogliatoio giallorosso. Dzeko è in partenza, Manolas pure. Ma ora anche El Shaarawy non sa più se accettare la proposta per il rinnovo. Kolarov potrebbe chiedere di andar via. E i giovani, da Pellegrini a Zaniolo si guardano attorno. Il gruppo si fida di Daniele. Non di altri, a prescindere se vivono qui o all'estero.


Ranieri: “Qui non resto. Decidono tutto a Boston e Londra“

LEGGO - BALZANI - Prima Totti e poi De Rossi. Ma anche Ranieri. Tra le bandiere romane stropicciate dalla società americana c'è anche il tecnico osannato ieri dagli ultras fuori Trigoria. Mister devi restà, gli hanno urlato. La risposta del tecnico sarebbe stata durissima: “Ma dove devo restare? Qui non resto. Non dovete prendervela con chi lavora a Trigoria. Qui decide tutto testa grigia a Londra (Baldini, ndr) e di chi sta in America. Non possiamo fare altro”. Anche a Ranieri, così come a De Rossi, è stato proposto un ruolo dirigenziale. Ma la risposta di Claudio - che oggi parlerà in conferenza stampa - è stata chiara: “Mi sento allenatore, voglio allenare”. Un altro addio al veleno come accaduto coi suoi predecessori. L'ondata di protesta, infine, ha coinvolto anche le attività collaterali di Pallotta. Le sorelle del presidente hanno dovuto disattivare il profilo Facebook del ristorante di Boston viste le migliaia di post offensivi.