Totti: "Ipotesi estero". C'è il Real Madrid
GAZZETTA DELLO SPORT - Il Real Madrid non si arrende mai e così – oltre alle tentazioni rappresentate dal Qatar e dalla Figc – per Francesco Totti c’è anche l’ipotesi di fare quello che non ha fatto da calciatore: diventare madridista, anche se da ambasciatore, come gli ha proposto Florentino Perez dopo l’addio alla Roma. «Sto valutando – ha detto ieri l'ex Capitano. (...)
Pau Lopez, è Roma. Mani forti e piedi buoni: alla corte di Fonseca un portiere da record
GAZZETTA DELLO SPORT - Un consiglio? Mai fare arrabbiare quelli nati a Girona. D’altronde lo dice la tradizione. Nel XIII secolo, ad esempio, bastò che i francesi invasori di Filippo l’Ardito mancassero di rispetto alle spoglie del patrono, San Narciso, che migliaia di mosche assalirono gli empi, facendone morire ventimila. Ecco, Pau Lopez da Girona è uno che di voli se ne intende parecchio e per gli attaccanti avversari pare essere fastidioso almeno quanto una mosca. Per questo la Roma lo ha scelto come nuovo portiere titolare, acquistandolo dal Betis Siviglia per quasi 20 milioni più la percentuale di rivendita sul cartellino di Sanabria, valutata più o meno 7,5 milioni. (...) L’ormai ex portiere del Betis, infatti, ha avuto un valore di «expected goals» (la misura della probabilità che ha un determinato tiro di essere trasformato in goal) pari a 46,37. Non basta. In carriera ha realizzato una media di 2,6 parate a partita, totalizzando 46 clean sheet su 155 partite in carriera, quasi il 30%. Niente male. Se a questo si aggiunge che il nuovo allenatore Paulo Fonseca cerca un estremo difensore bravo con i piedi per impostare l’azione dal basso, la sensazione è che sia approdato alla scelta giusta, visto che nell’ultima stagione ha realizzato 32,5 passaggi di media a partita, il secondo in tutta la Liga, mentre è stato il migliore per passaggi corti con 20,9 a partita, riuscendoci il 79% delle volte. (...) Chi invece non è più sicuro del suo futuro è El Shaarawy, pronto ad accettare la super offerta dello Shanghai Shenua, ma il club cinese deve trovare l’accordo con la Roma: possibile sulla base di 15 milioni più 5 di bonus. Detto che Gerson vuole andare al Flamengo e Veretout resta vivo, è valido l’impianto che Petrachi ha tratteggiato due giorni fa. Ovvero, se Dzeko andrà all’Inter, potrà partire l’operazione Higuain, sulla base di 9 milioni per il prestito e 27 per il riscatto. A meno che la questione del rinnovo di Zaniolo non diventi un caso vero e proprio, spingendo la Roma a cedere il giocatore, che la Juve accoglierebbe a braccia aperte.
Pastore, vacanza di sudore per non lasciare da flop
GAZZETTA DELLO SPORT - Tutto si può dire a Javier Pastore - e in questi ultimi mesi non è che i romanisti siano stati teneri con lui -, ma certo non lo si può accusare di non aver pensato alla Roma in queste settimane estive. Se, da una parte, non trovano troppa conferma le voci secondo le quali avrebbe rifiutato un paio di offerte dalla Cina (a Petrachi non è arrivato niente di ufficiale, anche per il calciatore per ora solo timidi sondaggi), dall’altra trova invece conferma la volontà dell’argentino di giocarsi le sue carte nei prossimi due mesi per convincere Fonseca e il club. Non a caso, da giugno non è mai stato fermo: a Roma si è allenato, in Sardegna si è allenato (con il preparatore personale), a Ibiza si è allenato, insieme al Papu Gomez, Romagnoli e altri. (...) Non conteranno, però, soltanto allenamenti e test fisici: Javier dovrà farsi vedere carico e pronto mentalmente sia con Petrachi - che nella conferenza di presentazione ha lanciato parecchi avvisi ai naviganti - sia con Fonseca. Potrebbe essere trequartista nel 4-2-3-1, magari alternandosi con Zaniolo se Pellegrini dovesse fare il mediano, ma dovrà metterci corsa, grinta e la testa giusta. Quella che, per troppi mesi, lo scorso anno gli è mancata, a fronte di tanti infortuni e di un rapporto complicato con Di Francesco.
Dopo Pau Lopez c'è Alderweireld
IL TEMPO - BIAFORA - Pau Lopez è pronto a diventare l'undicesimo portiere acquistato dalla Roma americana. L’estremo difensore spagnolo è atteso nella Capitale nel weekend e lunedì a Villa Stuart per le visite mediche, ma prima vanno definiti gli ultimi dettagli di una trattativa a grandi linee chiusa giovedì notte. Raccoglierà l'eredità della coppia Olsen-Mirante (l'italiano resterà a fare il secondo) e cercherà di ripercorrere le orme di De Sanctis, Szczesny e soprattutto Alisson, piuttosto che quelle dei flop Stekelenburg, Svedkauskas, Goigoechea e Skorupski. Il ventiquattrenne di Girona costerà 20 milioni più bonus e la rinuncia al 50% del cartellino di Sanabria valutato circa 7 milioni, e sarà anche il portiere più caro della storia giallorossa, superando il record di Pelizzoli, allora pagato 27 miliardi di lire. Ieri Pau Lopez, che ha deciso di rinunciare a 2.5 milioni le complessivi d’'ingaggio pur di vestire giallorosso, inizialmente non si è sottoposto ai test fisici come gli altri giocatori del Betis, poi è partito per il ritiro di Montecastillo, segno di un affare ancora non concluso, con gli andalusi che cercano di spuntare ancora qualche milione e una formula di pagamento più rapida. Poi Petrachi si concentrerà su Higuain e sul reparto difensivo. Il ds leccese, oltre a trattare Mancini e Nkolou, sta provando l'affondo su Alderweireld del Tottenham, primo obiettivo del diesse. I costi sono alti - clausola da 30 milioni e ingaggio da oltre 4 netti - ma Baldini può diventare un prezioso alleato nella trattativa e intanto sta pressando il presidente del Cagliari Giulini per convincere Barella a scartare l'Inter e abbracciare la Roma. Proseguono i discorsi su Veretout, per il quale, al contrario del Milan, non è stata formalizzata alcuna offerta ufficiale alla Fiorentina. In uscita la Juventus non molla la presa sul giovane Cangiano e gli ha offerto un importante ingaggio, che raddoppia dopo la prima e quadruplica dopo la seconda stagione. Sfuma definitivamente il passaggio di Gerson alla Dinamo Mosca, mentre l'offerta per lui del Flamengo è reputata insufficiente e il suo futuro sarà in Germania o in Spagna. Definita una prima bozza delle amichevoli estive: a luglio verranno affrontati alcuni impegni tra Roma e dintorni, mentre ad agosto sono previsti due-tre match internazionali, tra cui la probabile sfida con il Lille di Campos il 3 agosto.
De Vito a casa: dopo 3 mesi lascia la cella
LA REPUBBLICA - VINCENZI - Dopo più di tre mesi, Marcello De Vito, l’ex presidente dell’Assemblea capitolina, torna a casa. Il gip Maria Paola Tomaselli ha deciso di accogliere l’istanza presentata dai legali dell’ex grillino sulla quale la procura di Roma aveva espresso parere favorevole: va agli arresti domiciliari. L’ex numero uno dell’Aula Giulio Cesare era stato arrestato dai carabinieri del nucleo investigativo il 20 marzo scorso con l’accusa di corruzione. Per il procuratore aggiunto Paolo Ielo e le pm Luigia Spinelli e Barbara Zuin avrebbe messo il ruolo al servizio di una serie di costruttori in cambio di denaro. E a fare
da “mediatore” era l’ex socio di studio di De Vito, l’avvocato Camillo Mezzacapo: anche lui nei giorni scorsi aveva ottenuto i domiciliari. Al centro di questa inchiesta, ancora una volta, lo stadio della Roma: tra gli imprenditori che lo avrebbero pagato c’era Luca Parnasi, titolare di Eurnova, la società proprietaria dei terreni sui quali dovrebbe sorgere il nuovo impianto giallorosso. Ed era stato proprio Parnasi, durante gli interrogatori coi pm, a fare il nome del presidente del Consiglio comunale. «Siamo soddisfatti dell’accoglimento dell’istanza difensiva e felici che De Vito possa tornare all’affetto dei suoi cari e che allo stesso tempo si possa preparare al meglio per i prossimi sviluppi processuali — hanno detto
i suoi avvocati Angelo Di Lorenzo e Guido Cardinali — Saremo comunque pienamente soddisfatti solo quando il presidente De Vito riacquisterà la piena libertà e solo dopo che sarà stato chiarito ogni aspetto di questa vicenda». E nell’attesa che la vicenda giudiziaria si chiarisca, l’affaire De Vito continua a tenere banco anche in Campidoglio. Ed è alla base delle dimissioni del suo successore, Enrico Stefàno che da ieri è tornato a essere un semplice consigliere comunale. Nonostante l’ex presidente sia stato infatti espulso dal M5S, la maggioranza capitolina ancora non ha revocato il suo incarico. E dunque De Vito è ancora, seppur sospeso dal prefetto per 18 mesi, il presidente dell’assemblea. E quindi, in teoria, tornando in libertà, potrebbe andare in Campidoglio e riprendersi il suo posto. La maggioranza grillina non è riuscita o non ha voluto raccogliere le 24 firme necessarie per revocare l’incarico. Proprio su questo si era scatenata la polemica di Stefàno il quale, rassegnando le dimissioni, ha parlato di mancanza di «coraggio politico» dei colleghi pentastellati. «La giurisprudenza — aveva spiegato — sarebbe stata dalla nostra parte» ma, a quanto pare, la maggioranza ha avuto paura di incappare in un maxi-risarcimento in favore di De Vito. Anche se questo sarebbe stato coperto dalla polizza stipulata da ogni singolo consigliere con Assicurazioni di Roma.
Zaniolo torna in bilico tra Tottenham e Juventus (per arrivare a Higuain)
CORRIERE DELLA SERA - Da una parte l’elogio di Gonzalo Higuain (“Chi lo mette in discussione è un pazzo, Roma sarebbe la piazza ideale per rilanciarsi e può ripercorrere le orme di Batistuta”), dall’altra le critiche a Nicolò Zaniolo (“È uscito fuori dai parametri, si fa presto a rendere miti calciatori che hanno fatto 15 partite in serie A, alla prima chiacchierata lo ridimensionerò”): il d.s. Petrachi non avrebbe potuto essere più chiaro. Se poi aggiungiamo la rinnovata amicizia con la Juventus, sancita dallo scambio, con reciproca plusvalenza, tra Luca Pellegrini e Spinazzola, il timore che Zaniolo possa essere usato dalla Roma come pedina di scambio per arrivare al centravanti argentino si sta facendo largo tra i tifosi giallorossi. (...) Higuain dovrà convincersi ad accettare la destinazione giallorossa, rinunciando ad una parte del suo ricco ingaggio (7 milioni netti), magari in cambio di una buonuscita da parte della Juventus e di un prolungamento fino al 2023 da parte della Roma, che lo prenderebbe in prestito biennale con obbligo di riscatto: una formula che consentirebbe alla Juve di ammortizzare ulteriormente il costo del cartellino e di non fare una minusvalenza, e ai giallorossi di spostare avanti di un paio di bilanci il “problema” del pagamento. A quel punto i bianconeri dovrebbero chiudere con Icardi, con cui stanno parlando da qualche tempo.E Zaniolo? Non è un mistero che la Juventus gli abbia messo gli occhi addosso, ma la Roma in questo momento non vuole privarsene, Anche perché, rispetto a qualche mese fa, la sua quotazione di mercato è leggermente in ribasso. Oltre alla società bianconera, sul calciatore c’è anche il Tottenham, disposto ad inserire come contropartita Alderweireld, che piace parecchio a Petrachi. (...)
Cattiveria e voglia di rivincita. Higuain riscrive la Bati… storia?
GAZZETTA DELLO SPORT - Batistuta e Higuain. Il primo con i club chiuse a 1,77 gol ogni 90 minuti, il secondo è a 1,99 nonostante l’ultima stagione non sia andato oltre le 13 reti. La differenza è che il “Re Leone” arrivò nella Capitale nel pieno della sua forza per vincere lo Scudetto, il Pipita, invece, guiderebbe da top player un gruppo di giovani senza l’assillo della vittoria immediata e con la voglia di rilanciarsi dopo un anno da dimenticare. (...) Inoltre Batistuta arrivò da Imperatore riempiendo la Curva Sud per la sua presentazione mentre Higuain arriverebbe tra lo scetticismo della gente. (...) Da un lato il giocatore della Juventus ha più colpi nel suo repertorio mentre l’ex bomber della Roma aveva una potenza fisica impossibile da replicare. Diversi in campo, ma diversi anche fuori. Ancora oggi Bati è un idolo a Firenze mentre Higuain a Napoli è considerato uno dei traditori per eccellenza.
Moratti: "Dzeko e Lukaku sono ottimi, ma Icardi è meglio di tutti e due"
GAZZETTA DELLO SPORT - "Dzeko è un attaccante di classe e Lukaku ha senso del gol e potenza fisica. Parliamo di due ottimi centravanti. Però Icardi è più bravo sia di Dzeko sia di Lukaku». Al cuore non si comanda. Massimo Moratti era e resta il primo tifoso del bomber argentino. E lo ribadisce all’evento «Versilia Football Planet», a Lido di Camaiore. L’ex presidente nerazzurro sfida il caldo umido per raccontare la sua passione per il pallone. Icardi rischia di diventare il tormentone dell’estate. «Se questa vicenda ricorda qualche caso dei miei tempi all’Inter? No. Onestamente non ho mai dovuto affrontare una situazione così complicata. Certo, se Icardi dovesse finire alla Juve allora la squadra bianconera che è già la più forte diventerebbe fortissima». (...)
Veretout in ritiro con la Fiorentina
Jordan Veretout è partito per il ritiro di Moena con i Viola, nonostante le voci di mercato lovogliano lontanto dalla Fiorentina. Come scrive l'esperto di mercato Gianluca Di Marzio, Roma, Milan e Napoli rimangono alla finestra
Addio al mito del ritiro: il calcio va in tournée per i turisti-tifosi
LA REPUBBLICA - CAROTENUTO - I ritiri d’estate fra i boschi sono come le fragole con la panna a Wimbledon. Rassicurano. Provano a convincerci che il mondo intorno sia lo stesso, uguale a quello che abbiamo sempre conosciuto. È l’ultimo rito del calcio classico rimasto in vita nel calcio industriale. Ma sta smettendo di essere necessario. Sopravvive per lo stesso motivo da cui poteva essere ucciso. I soldi. Non c’è più una sola squadra di professionisti che trovi fuori del suo habitat quotidiano condizioni di lavoro migliori. Se una notte fresca in collina può essere riprodotta in sede, in un qualunque albergo, per non dire in casa propria, con l’aria condizionata; se una tournée all’estero frutta più di un paio di amichevoli contro i taglialegna; se gli allenamenti aperti ai tifosi sono più un fastidio che una gioia; perché i ritiri dovrebbero avere ancora una ragione per esistere?
L’equilibrio è fragile. Dentro un sistema post romantico in veloce mutazione, i ritiri sono stati finora annessi perché hanno imparato a portare denaro. Non sono stati più una spesa ma fonte di introiti per le squadre-brand che muovono le masse. Quella che oggi chiamano fan base. Una società di calcio contemporanea non vive di soli tifosi. Ha bisogno di clienti. Finché il turismo calcistico dà ossigeno al merchandising dei club almeno quanto la montagna ai globuli rossi dei giocatori, la scelta di andare in ritiro rimane congruente. Le comunità montane ospitano questo antico circo e lo finanziano con soldi pubblici perché a loro volta mettono a bilancio un ritorno. LaVal d’Aosta cominciò a farlo intorno alla metà degli Anni 90, quando per la prima volta convinse la Juventus a spostarsi. Due miliardi di lire, nell’estate del ’98, furono l’incentivo stanziato per spingere Inter, Parma e Sampdoria a lavorare nella regione. Il Napoli è da sette anni ospite a Dimaro. Ma la Roma che cancella la sua permanenza a Pinzolo accende una luce sul fenomeno e forse anticipa il futuro. La Fiorentina che aveva considerato di far saltare Moena per volare negli Usa di Commisso alla International Champions Cup, ha salvato l’impegno spaccando la rosa a metà. In Trentino Alto Adige, la regione che più spende per attrarre il turismo calcistico, dove l’indotto 2017 è stato calcolato in 13 milioni di euro, sono comprensibilmente in ansia. Un tifoso-cliente spende in media 120 euro al giorno per seguire la propria squadra. Se una squadra si spinge altrove, quei soldi seguiranno la scia. L’aspetto tecnico del lavoro estivo? Non esiste. Già sul finire degli Anni 80, uno tra i campioni del giornalismo sportivo, Gian Paolo Ormezzano, trovava che il ritiro fosse «probabilmente dal punto di vista scientifico una farsa colossale, dal punto di vista meramente sportivo una bufala fra le massime». Il Milan di Sacchi aveva dimostrato che si poteva vincere il campionato senza passare nemmeno un giorno in montagna tra metà luglio e inizio agosto. L’estate successiva il Torino salutò la retorica della ricerca dell’isolamento nel silenzio delle montagne e portò le sue tende granata in mezzo alla mondanità di Saint Vincent. La genesi del fenomeno non ha una tracciabilità accertata.
Quel che sappiamo è che nel 1927, a metà del mese di settembre, il presidente della Lazio Maraini trasferì la squadra a Sora per una settimana. Cinque anni dopo l’allenatore inglese Garbutt disponeva che il suo Napoli lasciasse la città, troppo calda in agosto, per andare ad allenarsi a Sant’Agata sui due Golfi, dormendo alla pensione Jaccarino. Due estati più tardi il Milan è censito sul Benaco, l’Inter nel paesello di Asnigo. A metà Anni 60 Rocco portava i suoi al fresco di Varese. La Ternana di Viciani sperimentava l’altura al Terminillo. Nei primi 4-5 giorni il pallone non veniva toccato. Oggi la preparazione atletica si fa giorno per giorno, non esistono più i carichi estivi e i richiami a Natale. Le ripetute sono il piano B in caso di bassa intensità nei SSG, gli small sides games, i giochi che col pallone ai piedi allenano la forza e la resistenza. Davvero serve ancora la corsa nei boschi? L’incanto letterario dei ritiri stava forse altrove. In una certa aria di grottesca avventura da cui erano circondati. Avevano ruoli fissi come nella commedia dell’arte. Il giocatore che scappa dalla finestra di notte per correre dalla ragazza del paese accanto. L’allenatore che si fa trovare alle cinque del mattino nella hall per pizzicarlo. Il giornalista a caccia di ricevute per le note spese. Poteva capitare che a Castel del Piano un panettiere (Corrado Corsini) dovesse marcare Maradona in amichevole. Giovanni Arpino nel 1970 scriveva: «Privo di scienza, lo sport non migliora, privo d’un pizzico di magia (vera o falsa non importa) lo spettacolo rinuncia a un quid misterioso che costituisce parte del suo fascino».
Lo Shangai Shenua offre 40 milioni per 3 anni ad El Sha
El Shaarawy non ha chiuso con la Cina. Secondo Lagazzetta.it, lo Shangai Shenua torna ad offrire 40 milioni per 3 anni, mentre la Roma ne chiede 15 più 5 di bonus per il cartellino e il rinnovo con il club giallorosso sembra allontanarsi.
Mancini seguito anche dal Milan
Gianluca Mancini nelle mire del Milan. Oltre la Roma, anche ai rossoneri fa gola il calciatore: secondo TuttoSport, però, la società capitolina resta in vantaggio con 5 milioni nell'accordo con l'Atalanta.