Pellegrini, la scelta di restare e il rinnovo che verrà
IL MESSAGGERO - TRANI - La priorità di Petrachi, giocatori e procuratori sono stati avvisati anche in pubblico, è il rafforzamento della rosa e non il possibile adeguamento di stipendio o il semplice rinnovo di chi è già sotto contratto. Non c’è alcuna urgenza e Zaniolo, anche per il trattamento che gli è stato riservato dal ds nella conferenza stampa, non sarà certo il primo calciatore ad essere accontentato. Anzi, rischia di doversi mettere in coda. Se non andrà in Cina, sarà chiamato prima El Shaarawy (e ovviamente trattato alle condizioni della Roma, secondo le nuove linee guida di Petrachi). E, sempre prima di Zaniolo, potrebbe essere convocato Pellegrini, vincolato fino al 30/6/2022. Lorenzo ha detto no all’Inter anche all’inizio della settimana, tranquillizzando indirettamente proprio il ds. Che sta pensando di premiare il suo senso di appartenenza. L’obiettivo, oltre che migliorare l’ingaggio, è cambiare la clausola: quei 30 milioni sono invitanti per gli altri club e rischiosi per la Roma.
Chiarezza e regole, la ripartenza è ok
IL MESSAGGERO - TRANI - Gianluca Petrachi evita di sorridere. Quando accade, durante la sua corposa presentazione, è per educazione. La partenza è di forte impatto, bisogna riconoscerglielo. Si è calato alla perfezione nella realtà giallorossa. Meglio di chi l’ha preceduto, recentemente e in passato. Sulla Roma di questi tempi non c’è da scherzare. Non se lo può più permettere nessuno, dentro e fuori Trigoria. Il nuovo ds ha annunciato che sarà l’anno zero. Così ha proposto gli ingredienti migliori per dare sapore alla stagione che verrà. Ha usato la dose di sufficiente sincerità per spiegare il suo lavoro. E l’ha unita a quella più robusta della necessaria determinazione per svelare il suo metodo. «Non guardo in faccia nessuno», concetto che ha utilizzato, durante la conferenza stampa, solo per il suo amico Antonio Conte. Oggi sono distanti, ma restano uno accanto all’altro, cioè sempre vicini e coerenti, nel comportamento. Loro trattano ogni interlocutore allo stesso modo. Non solo l’avversario, anche chi li accompagna nella vita quotidiana. Accettano solo gente affamata. Non di euro. Di successo. Ecco che impongono la Regola. Una. Ampia, però. Dentro c’è il rispetto, la disciplina, la fatica, l’ambizione e il senso d’appartenenza.
Sono i mattoni per la ricostruzione della Roma. Li ha messi in piazza (e per la piazza) Petrachi che si è preso la responsabilità di voltare pagina. Non ha fatto il fanatico, sentendosi il migliore prima di scendere in campo. Non ha promesso il trofeo, piccolo o grande che sia, assente dalla bacheca giallorossa da 11 anni. Ha garantito qualcosa di più significativo. Sarà lui, in pubblico e in privato, a difendere la Roma, lasciata sola da chi non è riuscito ultimamente a governarla, scambiando spesso il ponentino con la tempesta (e viceversa). Muso duro del ds davanti ai giocatori di oggi e di domani. Stesso atteggiamento con procuratori e ovviamente club. Stop a ricatti e furbate. La missione non è impossibile. Ma solo perché qui finalmente è arrivato chi non accetta di farsi prendere a schiaffi da chiunque passi per Trigoria.
Il diesse di ferro: “Higuain, il nostro Batistuta”
LEGGO - BALZANI - Faccia dura e messaggi chiari, incontrovertibili. Gianluca Petrachi, nuovo ds della Roma, cancella i sofismi di Sabatini e gli slogan di Monchi con una conferenza stampa aspra, battagliera.
SOGNO HIGUAIN - «Chi lo discute è pazzo. Potrebbe far comodo qualora Dzeko andasse via, ma le motivazioni contano moltissimo. Se si aprisse qualcosa con la Juve, deve essere lui a crederci. Per ritrovarlo il vero Higuain non ci sarebbe niente di meglio della Roma, potrebbe seguire le orme di Batistuta». Un invito ufficiale per il Pipita che ieri si è mostrato più morbido a trattare.
DZEKO AND CO - «Dzeko? Non è che uno si sveglia al mattino decide di andar via, si mette d'accordo con un'altra squadra e ci ricatta. Porti il grano se vuole andare. Non ci facciamo strozzare da nessuno. Manolas pure voleva andare via». Lo stesso vale per El Shaarawy: «Ho sentito il fratello. Vogliamo rinnovarlo, ma non bisogna strafare. Non posso competere con i cinesi».
MOTIVAZIONI - «Bisogna essere realisti, oggi è l'anno zero. È una squadra che deve ripartire portando giocatori che abbiano qualità morali e non la pancia piena o che pensino al dio denaro. L'esempio è Spinazzola che ha lasciato la Juve o Diawara che non farà un giorno di vacanza. Sono molto ambizioso. Fare il ds alla Roma vale il prezzo della vita professionale. Non posso dire alzo un trofeo, sarebbe da stupidi. Qui bisogna ricostruire».
ZANIOLO - «Il contratto ce l'ha, la società vorrà adeguarglielo. Qua però si fa presto a creare dei miti. Se ha le qualità sarà il fiore all'occhiello, ma deve stare con i piedi per terra perché a questa età si fa presto a perdere il senso della ragione. Nell'ultimo periodo ha smarrito questi concetti. Le cazzate le abbiamo fatte tutti a 20 anni, l'importante è che capisca che ancora non ha fatto nulla».
BALDINI - «Mi ha scelto lui, ma sono io che prendo le decisioni tecniche e su questo non transigo. Non sarà Baldini a dirmi chi prendere. Per me può essere una risorsa se fa il consulente. Se non dovesse andare così io me ne vado».
CONTE E FONSECA - Stoccate anche all'amico Conte. «Antonio lo conosco da 30 anni, ma lui per per vincere non guarda in faccia nemmeno ai fratelli. Ritiene che l'Inter è più pronta, e avrà le sue ragioni. gli ho detto che vincere la sfida a Roma non è paragonabile ai 5 scudetti con Juve o Inter. Non sono stato lì a pregarlo. Ora mi fido di Fonseca, l'ho scelto dopo aver visto alcune partite dello Shakhtar. Gioca corto, aggressivo ma non è un integralista. Darà identità».
BARELLA - «Prima che arrivassi, l'agente è venuto tante volte qua. Era contento di venire alla Roma, poi lo ha chiamato Conte che è bravo a motivare. E ci sta che il giocatore voglia giocare la Champions. Io non ho mai cercato Barella. È il Cagliari che ha cercato la Roma. Per me è un capitalo chiuso, se ci ripensa ne parliamo».
TOTTI E DE ROSSI - «Mi sarebbe piaciuto avere accanto Francesco e se un giorno volesse tornare sono pronto ad accoglierlo. Daniele magari un giorno sarà il nostro l'allenatore».
Ok, prezzo giusto: è fatta per Lopez
LEGGO - BALZANI - Petrachi lo ha annunciato (senza fare nomi) in conferenza, e dopo qualche minuto è arrivata la chiusura. Il prossimo portiere della Roma sarà Pau Lopez, lo spagnolo del Betis Siviglia che ha impressionato Fonseca soprattutto per la sua abilità nel giocare coi piedi. L’affare è stato chiuso dopo una trattativa durata un paio di settimane. Lopez, che prenderà il posto di Olsen, arriva per un totale di 20 milioni più la cessione del 50% sulla futura rivendita di Sanabria. Un affare da 25 milioni per il 24enne di Girona che ha superato la concorrenza di Perin. Il portiere è atteso già il 9 luglio al raduno della Roma mentre Fonseca sbarcherà oggi nella capitale dopo le vacanze.
In dirittura d’arrivo pure Mancini dall’Atalanta mentre c’è ancora distanza per Veretout. In uscita si tratta con lo Shanghai per El Shaarawy (distanza di 5 milioni) mentre in caso di partenza di Zaniolo si punta su Fekir del Lione.
Petrachi: “Voglio una Roma di uomini”
IL TEMPO - BIAFORA - L'anno zero. Per Petrachi non sarà un compito semplice risollevare la Roma dopo il sesto posto, ma alla base della conferenza di presentazione ci sono concetti semplici e concreti che ispirano fiducia, soprattutto per l'onestà nel non promettere facili trionfi ai tifosi..
Che impressione le ha fatto Fonseca?
«Sono stato molto colpito dal suo Shakhtar, vedevo un'idea di gioco, una squadra corta, aggressiva, recupero di palla immediato. Una mentalità che adoro e amo. Dà dettami tattici precisi senza essere integralista. Ci vorrà tempo, però son molto ottimista, abbiamo le stesse idee di calcio».
Come si alza l'asticella?
«La Roma è all'anno zero e deve ripartire con dei valori e dei principi. Scelgo prima gli uomini, poi i calciatori. Chi viene qua deve farlo con voglia. Porterò disciplina e senso di appartenenza, che lo scorso anno è mancato. Voglio gente che corra per 90 minuti e il tifoso deve identificarsi nella squadra. Non posso dire alzo un trofeo, sarebbe da stupido, bisogna ricostruire e cercare di rendere questa squadra vincente. Non amo le chiacchiere. Sto già lavorando per prendere un calciatore oggi stesso, non so se ci riuscirò ma vediamo, non dico il nome».
Dzeko?
«Nessuno può decidere di andar via e ci ricatta, non mi piace essere preso per la gola. Se vuole andare l'Inter ci deve pagare bene, perché ci deve permettere di andare sul mercato e avere i soldi in tasca per il sostituto».
Su Manolas non c'è stato margine?
«Voleva andarsene e ho detto a Raiola che mi dovevano pagare la clausola, altrimenti il giocatore restava».
Diawara ha raccolto la sfida della Roma?
«È pronto a non fare le vacanze per venire in ritiro».
Higuain potrebbe essere il colpo dell'estate?
«Chi lo discute è un pazzo, potrebbe farci comodo qualora Dzeko andasse via. Il primo a crederci dovrebbe essere lui. Per ritrovare il vero Higuain non c'è soluzione migliore della Roma, potrebbe seguire le orme di Batistuta».
Com'è andata la questione Barella?
«Il procuratore ha parlato con la Roma prima di me ed avevano raggiunto un accordo. Era contento di venire, poi si è perso tempo. È il Cagliari che ci ha cercato dicendo che l'Inter stava traccheggiando. Giulini vorrebbe darlo a noi, ma il giocatore ha scelto l'Inter. O Barella mi chiama e dice che vuole venire e che ci ha ripensato, o per me è un capitolo chiuso».
Come si pone rispetto all'«eminenza grigia» Baldini?
«Lui mi ha proposto a Pallotta. Non sarà Baldini a condizionarmi o dirmi che devo fare, Franco può essere una risorsa».
Qui ha trovato molti giovani interessanti: uno su tutti Zaniolo?
«Ha avuto un exploit importante, ma un finale di stagione non all'altezza. È uscito un po' fuori dai parametri. Ha le qualità per diventare un top. Le cazzate a 20 anni le fanno tutti, ma deve capire che deve migliorare e che ancora non ha fatto nulla. Un contratto ce l'ha e la società vorrà adeguarglielo perché è un calciatore importante».
Come finisce con El Shaarawy?
«Vorrei che restasse e ho la volontà di rinnovargli il contratto a cifre adeguate, ma non bisogna strafare. Non posso competere con i soldi della Cina. Se vuole rimanere cercherò di accontentarlo, lo merita. Anche se non tengo nessuno con la forza».
Perché Conte non l'ha seguita?
«Vuole vincere immediatamente, arrivare secondo è una sconfitta per Antonio. Gli avevo detto che vincere la sfida qui poteva valere i 5 scudetti con la Juventus o l'Inter. Non sono stato li a pregarlo o convincerlo. Mi sarebbe piaciuto fosse venuto qui da noi, ma credo che Fonseca può essere una sorpresa per voi e per noi, non tutto viene per caso».
È arrivato a Roma e non ha trovato Totti?
«Mi è dispiaciuto per le sue dimissioni, rimane la bandiera. Mi sarebbe piaciuto averlo accanto. Qualora volesse tornare sono pronto ad accoglierlo».
Ha parlato con Florenzi?
«Ho sentito solo Kolarov. Florenzi rappresenta ed è il capitano. Io mi lego a quelli che hanno il senso di appartenenza, non a chiacchiere, con i fatti. Non è il caso di Florenzi, lui per la Roma può dare la vita. Se vedo qualcuno che fa il furbo ed il fenomeno non avrà vita lunga qui».
Per la difesa rispunta Nkoulou
IL TEMPO - BIAFORA - Petrachi è al lavoro per regalare un paio d'acquisti a Fonseca entro i prossimi giorni e sta inoltre preparando l'affondo per Mancini e Nkoulou, mantenendo sempre viva la pista Higuain.Per il Pipita c'è un accordo di massima con la Juventus per un prestito con diritto di riscatto e il ds della Roma, in coppia con Paratici, sta lavorando ai fianchi dell'argentino per convincerlo a spalmare il contratto con i bianconeri (a cui ha chiesto una buonuscita) ed accettare poi il corteggiamento dei giallorossi.
Gli altri nomi caldi sul taccuino di Petrachi sono il portiere Pau Lopez e soprattutto i due difensori centrali, visto che anche Marcano è in uscita ed è stato richiesto in prestito dal Porto. Per Mancini va trovata la quadra sui bonus e sulla formula con l'Atalanta, mentre per Nkoulou il Torino vuole ben 30 milioni di euro. Il camerunense, da tempo nelle mire giallorosse, in granata percepisce poco più di un milione: l'ingaggio non rappresenta un ostacolo per la Roma, disposta ad andare oltre il raddoppio, più difficile ottenere sconti da Cairo. Intanto il Milan, ad un passo da Bennacer, sembra essersi tirato fuori dalla corsa per Veretout, che sta spingendo con la Fiorentina per non andare in ritiro per motivi personali, il tutto qualche ora dopo la conferenza di Pradè: «Jordan ha chiesto di essere ceduto, ma noi non vogliamo contropartite tecniche». La Roma mantiene una posizione d'attesa, intenzionata a non svenarsi. Va avanti il tira e molla con lo Shanghai per El Shaarawy, mentre Zaniolo è atteso in ritiro il 22 luglio. Le parole di Petrachi sono state accolte positivamente dal ragazzo, che gradisce le critiche costruttive.
Dopo 14 anni in giallorosso Luca Franceschi se ne va
IL TEMPO - AUSTINI - Una storia professionale lunga 14 anni. È quella che ha legato il preparatore atletico Luca Franceschi alla Roma. A Trigoria era ormai di casa e si è occupato principalmente del recupero degli infortunati, passando dai due gravi stop di Totti fino alle ginocchia di Strootman e Rudiger. Arrivato a Trigoria nel 2005 con Spalletti, poi ha lavorato con tutti i suoi successori fino al Ranieri-bis e ora saluta il club giallorosso tra ricordi e rimpianti: solo pochi giorni fa i dirigenti gli hanno comunicato che il suo contratto non sarebbe stato rinnovato. Aspettando nuove offerte intanto saluta col garbo che lo ha sempre contraddistinto: «Con emozione e dispiacere - racconta - il mio tempo nella Roma è arrivato alla fine. Un abbraccio a tutti, faccio un grande in bocca al lupo alla squadra della città eterna. Viva il lupo!».
Nel nuovo staff di Fonseca, oltre ai due preparatori portati dal tecnico (Romano e Moreira), restano Maurizio Fanchini arrivato da Mapei con Di Francesco, lo storico Manrico Ferrari e Marco Barbato salito lo scorso anno dalla Primavera. Portieri ancora a Marco Savorani, Massimo Manara entra nello staff medico coordinato daAndrea Causarano con Vincenzo Costa confermato, Massimiliano Greco è il nuovo fisioterapista.
Parola di Petrachi: “Higuain alla Roma sarebbe come Bati. Dzeko? Nessuno ci prende per la gola”
GAZZETTA DELLO SPORT - Un’esibizione muscolare. Gianluca Petrachi ha incarnato bene lo spirito del tempo. Orgoglio romanista, si potrebbe dire. Quanto basta per fare luce su tanti aspetti dell’attualità - l’interesse esplicito per Higuain, innanzitutto - e mettere in riga tutti coloro che, per motivi diversi, rappresentino un problema. Da Dzeko a Zaniolo fino ad El Shaarawy. Persino Totti e De Rossipaiono un rimpianto leggero, se confrontato con l’entusiasmo con cui viene omaggiato Fonseca, rappresentato come un vero e proprio contraltare al «no» doloroso di Conte. «Sono rimasto molto colpito da lui e da come giocava lo Shakhtar - spiega il nuovo d.s. -. Ho visto una squadra corta, aggressiva, con recupero di palla immediato. E’ il calcio che amo». (...)
Ma parlando di gap, Petrachi non si nasconde. «Le ambizioni ce l’ho e vorrei lasciare il segno, ma qui occorre rimettere le fondamenta. Bisogna essere anche un po’ realisti. Oggi la Roma è all’anno zero. Deve ripartite con dei valori e dei principi. Gente che viene con la pancia piena o pensa solo al dio denaro non la voglio. La Roma non è una succursale, chi viene deve farlo con entusiasmo. (...) Porterò disciplina e senso di appartenenza». Quello che Dzeko sembra non avere più. «Non è che uno si mette d’accordo con un’altra squadra e ci ricatta. Se non ha gli stimoli giusti, porta una squadra che offre il grano (20 milioni, ndr) e poi può andare. Non mi piace essere preso per la gola e non mi interessa che abbia raggiunto un accordo. Non ci faremo strozzare da nessuno. Manolas? Voleva andare via e il Napoli ha fatto una proposta importante. Diawara non vuole fare le vacanze, ha bisogno di fiducia».
Poi c’è Higuain, (...) «Chi lo discute è un pazzo. Ora può avere perso un po’ di autostima, ma di sicuro potrebbe far comodo. Se si aprisse qualcosa (ma è aperta da tempo sulla base del prestito oneroso con riscatto, per un totale di circa 36 milioni, anche se c’è il modo ingaggio, ndr), deve essere lui a crederci. Per ritrovare il vero Higuain non ci sarebbe niente di meglio della Roma. Potrebbe seguire le orme di Batistuta, che qui ha lasciato un segno indelebile». E Barella? «Conte è molto bravo a motivare i calciatori. ha scelto l'inter, per me è un capitolo chiuso». (...)
Il suo primo sprint su due fronti: Pau Lopez e Mancini
GAZZETTA DELLO SPORT - Gianluca Petrachi (...) alle parole vuole subito unire i fatti e così annuncia già un colpo imminente. Al momento, sembra essere uno sprint almeno su due fronti: quello che riguarda il difensore Mancini dell’Atalanta (la base è di circa 21 milioni più bonus, ma c’è da trovare l’intesa col giocatore) e del portiere Pau Lopez del Betis Siviglia (la base è di circa 18 milioni più una percentuale sui futuri diritti per una eventuale rivendita). Ma non basta. Resta aperta anche la trattativa per Veretout della Fiorentina, anche se la concorrenza del Napoli e del Milan in questo senso resta forte. Sul tema difesa, continua l’interessamento del centrale Nedelcearu, attualmente all’Ufa, in Russia, che potrebbe essere preso per circa 4 milioni. E si segue sempre il centrale del Tottenham Alderweireld.
(...) Ma la pista suggestiva è un’altra, e conduce direttamente al Porto, che peraltro è interessato al ritorno di Marcano. Si tratta della corte a Yacine Brahimi, 29 anni, esterno d’attacco d di nazionalità franco-algerina, attualmente è svincolato. (...)
Per la mediana, infine, il discorso non si chiude solo a Veretout. E’ difficile, ma lo stesso Petrachi ieri ha ammesso che si è provato a far tornare Strootman scambiandolo con un giocatore. Quello individuato era Nzonzi, ma l’operazione col Marsiglia appare quasi impossibile. Occhi vigili, infine, anche su Bennacer, perché - qualora le trattative con Fiorentina e Milan naufragassero - la Roma è pronta ad inserirsi, anche perché il giocatore vorrebbe giocare le coppe.
Pellegrini da “blindare”. Piste tedesche per Gerson
GAZZETTA DELLO SPORT - (...) Il nuovo direttore sportivo Gianluca Petrachi, infatti, vuole lavorare subito anche per allungare, adeguare e togliere la clausola rescissoria (al momento di circa 30 milioni) al contratto di Lorenzo Pellegrini, che in prospettiva - Florenzi permettendo - è destinato a diventare il nuovo capitano della Roma, soprattutto dopo l’investitura che un paio di settimane fa gli ha concesso Francesco Totti. Con la clausola a quella cifra, infatti, la eventuale “fuga” di Pellegrini sarebbe sempre possibile, anche se il centrocampista ha dichiarato più volte la sua indisponibilità a muoversi. (...)
Sul fronte più strettamente di calcio mercato, poi, c’è da segnalare come resista la tentazione per Aldeweireld, centrale difensivo del Tottenham e nazionale belga, che però ha un ingaggio abbastanza pesante. Insomma, anche qui c’è da lavorare, ma si farebbe meglio se arrivasse denaro fresco. Quello che Gerson ha stoppato per ora (10 milioni) nicchiando nel trasferimento alla Dinamo Mosca. Adesso per lui possono aprirsi anche piste tedesche. (...)
“Ehi, c’è un padrone in città”. Gianluca il duro: debutto o.k.
GAZZETTA DELLO SPORT - (...) Gianluca Petrachi «non si mette paura di nessuno, fatevene una ragione». Detto che, ad inizio conferenza, tra radio e social qualcuno sottolinea come Petrachi sembri «il primo Monchi con qualche anno di più», il neo direttore sportivo si differenzia subito dai suoi predecessori perché non promette vittorie né voli pindarici, ma concretezza. Secco, diretto, duro, parla chiaro e questo ai romanisti piace: «Ora però deve portare a casa i fatti».
La sensazione, leggendo i tweet e ascoltando le radio, è che Petrachi abbia fatto centro con la sua schiettezza, ma che i tifosi, che pure avevano amato Monchi e prima di lui Sabatini, restino vigili in attesa di qualcosa di più di una conferenza stampa. Anche se c'è chi dopo averlo ascoltato ha ritrovato la voglia di stadio: «Se non avessi fatto l’abbonamento sarei andato dopo questa conferenza». Frasi come senso di appartenenza, sudore e «uomini prima ancora che calciatori» sono parole che fanno breccia nel cuore della gente, soprattutto quando tutti sanno che vincere, almeno all’inizio, sarà difficile. La sensazione è che i romanisti, orfani di Totti e De Rossi, e in attesa di conoscere Fonseca, cerchino un leader in grado di ricostruire da zero. Petrachi così si è presentato. «Però se non gli danno carta bianca e continua a decidere tutto Baldini tra un anno scappa», dice un ascoltatore in una radio e questo è uno dei mantra del pomeriggio romano. (...) Ora non resta che aspettare mosse, acquisti e cessioni. Il passato, anche recente, insegna che per tutti, anche per i d.s. dopo le parole servono i fatti.
Pau Lopez fatto: sarà a Trigoria per il raduno. Mancini vicino
CORRIERE DELLA SERA - Entro l’inizio del ritiro, martedì 9 a Trigoria, Pau Lopez sarà il nuovo portiere della Roma. Si riferiva a lui ieri Gianluca Petrachi quando in conferenza stampa ha detto di «voler chiudere un nuovo acquisto entro la giornata». (...) Pau Lopez arriverà per 20 milioni di euro di parte fissa, più il 50% sulla futura rivendita di Sanabria, che potrebbe portare la cifra complessiva ad oltre 25 milioni. Determinante la volontà di Paulo Fonseca, stregato dall’abilità di giocare con i piedi, e quindi di far ripartire l’azione, del venticinquenne portiere spagnolo.
(...) Sistemata la porta, Petrachi continuerà nella ricostruzione della squadra con il difensore centrale, che sarà Gianluca Mancini, che ha vinto il ballottaggio con Marc Bartra.
Roma e Atalanta si incontreranno a metà strada e alla fine la cifra complessiva del trasferimento sarà di circa 25 milioni di euro. (...)