InsideRoma Daily News: Barella si allontana, torna Strootman? Quasi fatta per Mancini, ma la priorità è il portiere
NOTIZIE DEL GIORNO | 3 LUGLIO 2019
MERCATO
Giorni intensi di mercato per la i dirigenti della Roma, che vogliono costruire la rosa che il mister Paulo Fonseca guiderà nel prossimo campionato.
Dopo gli arrivi di Leonardo Spinazzola e Amadou Diawara, si continua a tenere d’occhio Gianluca Mancini dell’Atalanta per rimpiazzare Kostas Manolas. Per il nerazzurro l’offerta è di 21 milioni più bonus, con la trattativa che potrebbe chiudersi a breve. Sempre per il reparto difensivo piace German Pezzella, in uscita dalla Fiorentina.
Priorità per il portiere, con la Roma che continua il pressing per Pau Lopez del Betis. In stand-by Marc Bartra, per il quale la trattativa potrebbe essere ripresa più avanti.
Sembra definitivamente sfumato Nicolò Barella, vicinissimo all’Inter. Per sostituirlo il DS Petrachi continua a provarci per Jordan Veretout, per cui si era pensato di inserire Gregoire Defrel come contropartita, ma la Fiorentina vuole solamente cash. Torna in auge il ritorno di Kevin Strootman, che la Roma ha cercato e che il Marsiglia cederebbe solo per 25 milioni (cifra spesa per acquistarlo lo scorso anno). La Roma però vorrebbe abbassare la cifra inserendo una contropartita.
In attacco piace il senegalese Ismaila Sarr del Rennes, che però ha una valutazione di 39 milioni e piace anche all’Arsenal. Spunta anche l’ipotesi Nabil Fekir del Lione, ma solamente in caso di partenza di Nicolò Zaniolo. Per il dopo Edin Dzeko piace sempre Gonzalo Higuain, che però non vorrebbe lasciare la Juventus.
In uscita piacciono i brasiliani Daniel Fuzato e Gerson. Per il portiere vi è l’interesse di Trapani, Venezia e Padova. Gerson, invece, fa gola al Flamengo che vorrebbe sfruttare i dubbi del giocatore sul trasferimento in Russia alla Dinamo Mosca. Ha voglia di Roma il centrocampista Javier Pastore, che ha rifiutato due offerte dalla Cina pur di rimanere nella Capitale.
L'alleanza con la Juve non è più Inter-detta
IL MESSAGGERO - ANGELONI - «Stiamo lavorando per costruire una Roma che stia stabilmente tra le prime. Quando guardi alla Serie A da fuori, pensi alla Juventus: il nostro obiettivo è dire noi vogliamo essere in ogni Champions League per i prossimi 20 anni'. Dobbiamo costruire il sistema per stare sempre lì: essere primi il prossimo anno è il modo migliore per far contento qualcuno, ma non è quello per creare una squadra di livello mondiale», questo non esce dal canale ufficiale della Juventus, sono le parole di Jim Pallotta, anno 2013. Lontano anni luce dai tempi in cui Franco Sensi si rifiutava di trattare con Moggi, che per lui era solo un «impiegato», semmai voleva confrontarsi, da presidente, al massimo con Giraudo. Era il periodo della guerra fredda, retaggio degli anni 80, quelli di Dino Viola, e anche prima, quando il bianconero non si sposava mai con il giallorosso. Sensi si vide scippare dall'impiegato, che lavorava per lui, Paulo Sousa e Ferrara, che portò con sé alla Juventus. Poi, si vide sottrarre Emerson, affrontò il no per Davids.
DAI DISPETTI IN POI - Ogni trattativa era sudata, mai dal finale scontato. Oggi la Juvenecessariamente è un modello, per i risultati e per la gestione aziendale. Un modello da rincorrere, con le dovute differenze di anima: il romanista non sarà mai amico della Juventus, per storia, per indole, per tanto. Ed è chiaro che se la Juve di Conte entra a Trigoria per fare un ritiro pre-Coppa, il tifoso si arrabbia. E gliene frega il giusto se Vucinic passa dalla Roma alla Juve, se Pjanic fa lo stesso, così come Luca Pellegrini. Szczesny ci è finito dall'Arsenal, ma non ha avuto certo una crisi di coscienza per essere finito dal nemico, che gli importa, a Roma ha giocato due anni ed è pure polacco. Come Boniek, che ha fatto il percorso inverso e per tanti anni è stato un odiatore della Juve di Moggi. Che dire poi di Spinazzola, che dal bianconero vestirà il giallo e rosso? Il feeling di mercato con i bianconeri va a scapito della vecchia alleanza con l'Inter, con cui anche nell'ultimi anni - e succedeva pure molto tempo fa - si erano scambiati affari comodi. Oggi con l'Inter ci si fa il dispettuccio: Dzeko, Barella, Florenzi. Da quando Conte ha parlato di «mancanza di condizioni» per allenare la Roma, la sensazione che qualcosa sia cambiato, peggiorato, c'è. Ed è forte. Le sponde con la Juve sono in piedi anche per i buoni rapporti tra Paratici, ds della Juventus, e Petrachi, ds della Roma.
QUALCOSA È CAMBIATO - In ballo ci sono Higuain in entrata, Zaniolo in uscita (oggi discueterà il rinnovo con la i giallorossi). E, appunto, quel Barella trattato dalla Roma, che pensa al suo bene ma pure a dare un dispiacere all'Inter di Conte (la Juve non si dispiacerà per questo, eventualmente, magari potrebbe rimandare Pellegrinini Sardegna). Barella oggi finisce con l'essere il pomo della discordia tra Roma e Inter. Togliere il calciatore ai nerazzurri non è impresa facile, ma rientra in questo meccanismo di giochi e alleanze. Che a Roma non sono mai andate di moda.
Roma in Barella: dal Cagliari ultimatum all'Inter, e i giallorossi tornano a sperare
LEGGO - BALZANI - «L'accordo con la Roma per Barella è totale. E poi l'Inter non la sento da 20 giorni». Il proclama di Giulini, presidente del Cagliari, è così forte da far stappare già le bottiglie di Champagne nella capitale. Il colpo Barella, infatti, rappresenterebbe una svolta totale sul mercato giallorosso in un ruolo appena lasciato orfano da De Rossi. Il condizionale, però, è d'obbligo perché se è vero che l'offerta giallorossa (35 milioni più il cartellino di Defrel e il prestito di Riccardi) piace tanto al Cagliari, quello di Giulini sembra un ultimatum all'Inter che dalla sua ha da tempo il sì di Barella (e forse qualcosa in più) e che sta studiando il rilancio finale. «Avevamo un accordo con l'Inter dall'11 giugno sulla parte fissa, c'erano solo i bonus da discutere - ha aggiunto il presidente sardo a margine dell'assemblea di Lega -. Sono venti giorni che non li sento, a questo punto non so se sono più interessati al giocatore. Nel frattempo abbiamo chiuso con la Roma che ci ha fatto un'offerta ancora più importante e siamo soddisfatti. Quindi a questo punto, dato che è una cosa recente, credo sia legittimo che Niccolò si prenda un paio di giorni per decidere bene il suo futuro. Lui non ha accordi con nessuno». In effetti l'azzurro non muore dalla voglia di andare all'Inter. Anzi la soluzione Roma lo intriga per tre fattori: il ruolo di leader al fianco di due compagni di nazionale come Pellegrini e Zaniolo, l'ingaggio più alto (3 milioni più bonus) e soprattutto il parere favorevole della famiglia che ama la capitale e avrebbe la possibilità di stare più vicino a Nicolò e alle due nipotine piccole. Al tempo stesso l'Inter gli offrirebbe la possibilità Champions e maggiori ambizioni di vittoria. La sensazione è che in caso di rilancio interista (50 milioni cash) Barella finirà a Milano, ma il ragazzo in queste ore non forzerà la trattativa. Tra i due litiganti, però, occhio all'incomodo. Perché proprio ieri è stata recapitata una terza offerta all'entourage di Nicolò da parte di un top club europeo. Nei giorni scorsi si era parlato tanto del Psg, ma anche il Real Madrid ha messo gli occhi sul talento sardo per il dopo Modric. Il giallo si infittisce sempre più, ma l'uscita alla scoperto di Giulini permette alla Roma di sognare nelle prossime 48 ore. Nel frattempo Lorenzo Pellegrini firmerà il rinnovo da 3 milioni eliminando la clausola rescissoria («Vuole restare, si sente responsabilizzato dalle parole di Totti», ha detto ieri il suo agente) mentre in difesa è ballottaggio tra Bartra e Lyanco per il dopo Manolas. Affari minori: Celar passa in prestito al Cittadella, Frattesi verso il ritorno nella capitale. «Voglio riportare la Roma in alto», la prima promessa di Spinazzola mentre Diawara sbarcherà a Trigoria a Coppa d'Africa finita.
Il mercato si sbilancia
IL MESSAGGERO - TROTTA - Dai freddi numeri ad un calciomercato più tattico. Come uno speciale strutturato in due puntate, si entra nel vivo della seconda parte della sessione estiva di trattative, quella che ha aperto ufficialmente ieri con le operazioni che verranno contabilizzate nel prossimo bilancio. Le valutazioni saranno quindi un po' più vicine a quelle reali e meno generose, come è avvenuto nel mese di giugno, in cui Inter, Juve e Roma hanno seguito strategie diverse per inserire nel resoconto preziose plusvalenze. E in cui i tifosi si sono trasformati in esperti di finanza, per decifrare le mosse dei club impegnati nelle coppe e quindi obbligati a rientrare nei parametri del fair play finanziario entro il 30 giugno (scadenza che coincide con la fine della stagione sportiva). Come? I nerazzurri hanno replicato le operazioni dello scorso anno 2018, realizzando circa 50 milioni di euro con i trasferimenti di numerosi baby, tra cui Pinamonti (18 milioni).
AMICIZIE - I bianconeri si erano invece portati avanti con il lavoro a gennaio, per stringere poi una sinergia con la Roma che ha ispirato il conveniente scambio Spinazzola-Pellegrini. In sintesi: entrambi i calciatori sono stati valorizzati per permettere ai due club di inserire nel vecchio bilancio plusvalenze ghiotte pari a 26,6 (esterno umbro), 22 (terzino romano). Così, la Juve ha chiuso il resoconto 2018-2019 con 113 milioni di plusvalenze, mentre la Roma con quasi 130 considerando anche le cessioni di Strootman e Alisson. Le rivalità del campo spariscono quindi davanti agli impegni contabili, necessari per la sopravvivenza delle società. Basti pensare anche all'operazione Icardi-Dybala impostata ma poi bloccata dal no della Joya - da Inter e Juve per inserire un valore deciso a tavolino, in grado di far sorridere entrambi i bilanci. Quello della Roma intanto sorride soprattutto grazie alle cessioni dei big. A giugno è stato il turno di Manolas, passato al Napolitramite il pagamento della clausola ma anche a fronte di una valutazione importante di Diawara, inserito ovviamente nel nuovo bilancio. La missione plusvalenza si fa comunque più facile se vengono trasferiti presso un'altra società i giovani di casa.
PARAMETRI 3.0 - Non sempre, però, l'under 21 di turno ama essere venduto in giro per l'Italia con affisso il cartello professione plusvalenza. E quindi si creano alcuni intoppi. Oppure viene agevolato un trasferimento a fronte di un ingaggio importante, considerando che le cessioni successive saranno molto più complicate quando viene assegnato un valore fuori mercato. Alcuni esempi: Mandragora all'Udinese per 20 milioni e il fragile Sturaro al Genoa per 18. La Juventus si conferma anche una delle regine in tema parametri zero. Meglio specificare tra apici perché gli svincolati 3.0, tra commissioni ed ingaggi, sono sempre più costosi. Basta ricordare i 16 milioni incassati dagli agenti di Emre Can, i 10 promessi alla mamma di Rabiot e i 10 ai manager di Ramsey. Gli ultimi due arrivi faranno poi salire ancora di più il monte ingaggi con stipendi sui 7 milioni a stagione più bonus, tra i più ricchi dopo ovviamente Cristiano Ronaldo e il prossimo sposo bianconero, de Ligt.
La società col Telefono Azzurro
LEGGO - BALZANI - Certe iniziative valgono più di un colpo di mercato. La Roma ha avviato una collaborazione con il Telefono Azzurro in Italia e con il National Center for Missing and Exploited Children negli Usa per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei bambini scomparsi. Come? Facendo comparire, sui profili social ufficiali, al fianco dei nuovi acquisti le foto di 7 bimbi e l’ultimo luogo dove sono stati avvistati.
Insuperabili: Sarri con due play più Chiellini. Manolas-Koulibaly che bunker. A Roma servono rinforzi
GAZZETTA DELLO SPORT - Bello sognare che il prossimo scudetto sarà deciso a centrocampo, in nome dell’emergente filosofia «giochista». Ma nessuna delle nostre grandi rinuncia alla difesa. (...) Quello dell’Inter è un reparto fisicamente impressionante, senza eguali in Europa. Minaccia di dominare l’area di Handanovic (chi gli farà gol di testa?) ma sarà pericoloso anche in attacco, soprattutto sui calci piazzati. Come nella Juve. è immaginabile che Conte faccia partire la manovra dalla nuova Bbc (la Gds?), anche se manca un Bonucci, in appoggio a Sensi chiamato a impostare basso come Pirlo. In panchina, aspettando la crescita di Bastoni, non si vedono alternative all’altezza. Sarri avrebbe tutto per una difesa a tre che, però, non è nelle sue corde tattiche. Quindi, salvo shock di mercato, uno tra Bonucci, De Ligt (vero play) e Chiellini riposerà, dosando energie e impegni. Il capitano può essere risparmiato in vista di gare decisive nelle quali resta insostituibile, con tutto il rispetto per il futuro che attende De Ligt. (...) In fase d’impostazione il cambio Albiol-Manolas dovrebbe avere un saldo negativo, ma in compenso l’ex romanista porterà velocità nei recuperi e «cattiveria» in marcatura. Lui e Koulibaly, forse il più forte difensore di Serie A, sono compatibili e non dovrebbero tardare a intendersi. La crescita totale di Fabian Ruiz creerà con Koulibaly un asse sul quale Ancelottiimposterà la manovra. Panchina ricca: Maksimovic, Chiriches, il promettente Luperto. (...) In casa Atalanta partirà Mancini che farebbe comodo alla Roma (come l’altro obiettivo Bartra): perso Manolas, Fazio al momento avrebbe un compagno più solido in Kolarov, con Spinazzola a sinistra, piuttosto che in Juan Jesus, ma urge mercato. (...)
Barella aspetta e spera. Giulini: "Accordo fatto con la Roma"
GAZZETTA DELLO SPORT - Più che una partita a scacchi, sembra una guerra di nervi. E l’assemblea di Lega di ieri a Milano non ha rasserenato gli animi. La tensione resta alta e la risoluzione dell’affare Barella è tutt’altro che scontata. Da una parte c’è il Cagliari che fa il suo gioco, ha in mano un gioiello e la sua cessione potrebbe influire parecchio sul futuro e sulle casse del club. Dall’altra ci sono Inter e Romaseparate da un muro, come evidenzia anche la fine di ogni discorso legato al passaggio di Dzekoalla corte di Conte, ora in ghiacciaia. L’Inter ha fatto la sua mossa per prima e ha sempre ritenuto congrua la sua offerta (36 milioni più 4 di bonus ed eventuale prestito di un paio di giovani), ribadendo che non ha intenzione di partecipare ad aste. La Roma ha effettuato di recente il controsorpasso, formulando l’offerta più convincente - e conveniente – al presidente Giulini: 35 milioni più Defrel. (...) Ma Barella la sua scelta l’ha fatta da tempo e vuole l’Inter, affascinato dal progetto Conte e dalla possibilità di essere subito protagonista in Champions. Ma il miglior alleato dei nerazzurri pare anche il suo agente, Alessandro Beltrami, che cura gli interessi pure di Nainggolan, il cui futuro in nerazzurro è in forte bilico. (...) La Roma invece resta in attesa di capire se Barella ha davvero voglia di affrontare questa sfida. Il giocatore a Trigoria piace e molto, come dimostra l’offerta di 35 milioni più Defrel, che il Cagliari aveva cercato già in precedenza insieme a Luca Pellegrini (finito poi alla Juve). Con il sì di Barella i dirigenti romanisti si metteranno a tavolino con giocatore e agente per cercare di soddisfare le sue richieste (quasi tre milioni a stagione più bonus). (...)
Roma, con Diawara è un centrocampo che colora il futuro
GAZZETTA DELLO SPORT - Dal 5 luglio molto probabilmente tanti tifosi giallorossi torneranno a seguire con maggiore interesse la Coppa d’Africa, attualmente in svolgimento in Egitto. Perché negli anni passati la gente romanista la seguiva per le folate di Gervinho o le magie di Salah, adesso lo farà per scoprire ancora più da vicino le doti di Amadou Diawara, 21 anni, il centrocampista guineano che da ieri è ufficialmente il secondo rinforzo dell’estate giallorossa. (...) «Seguivamo Diawara da tempo, un ragazzo che ha messo in luce già da qualche anno il suo talento in Italia – ha detto Guido Fienga, il Ceogiallorosso – Gli diamo il benvenuto nella Roma, con l’augurio di rendersi protagonista con la nostra maglia». Quando, però, ancora non si sa, proprio a causa della Coppa d’Africa. Dovesse arrivare fino in fondo, la Guinea giocherebbe eventualmente la finale il 19 luglio, a cui bisognerebbe aggiungere poi almeno un paio di settimane di vacanze. Insomma, nella peggiore delle ipotesi Diawara si metterà a disposizione di Paulo Fonseca ad inizio agosto. Se invece la Guinea dovesse uscire prima, è possibile succeda anche a fine luglio (...) Con la certezza di Diawara e il sogno di portare a casa anche Nicolò Barella, la Roma punta a costruire un centrocampo forte, giovane e dinamico. Capace di essere aggressivo il giusto, ma anche di qualità nella fase di costruzione. Un centrocampo che, tra l’altro, sarebbe anche giovanissimo, considerando che Diawara ha 21 anni, Barella 22 – se il cagliaritano dovesse arrivare davvero in giallorosso – Zaniolo 20 (proprio oggi), Pellegrini 23 e Cristante 24. (...) Sta lavorando anche Gianluca Petrachi, che ieri ha preso conoscenza delle strutture di Trigoria e che stasera, invece, si incontrerà con Claudio Vigorelli, l’agente dello stesso Zaniolo. Sul tavolo c’è il rinnovo del contratto del jolly giallorosso, che dovrebbe passare dagli attuali 300mila euro a circa 2 milioni a stagione. La Roma proverà ad arrivarci gradualmente e inserendo dei bonus, anche non difficili da raggiungere, mentre Zaniolo vorrebbe guadagnarli già di default. Subito. Si troverà un’intesa, non è difficile immaginarlo. (...)
Serie A al via il 24 agosto, si studia un nuovo sorteggio
GAZZETTA DELLO SPORT - Ora è ufficiale: la Serie A 2019-20 scatterà nel weekend del 24-25 agosto per concludersi il 24 maggio e non avrà il Boxing Day. Per la verità, le date della prossima stagione erano state decise ad aprile dal consiglio di Lega, che è competente in materia; ieri è arrivata la ratifica dell’assemblea. Una ratifica rapidissima, senza riaprire vecchie ferite dal momento che la scelta era stata già compiuta. (...) La grande novità, però, è un’altra: dopo una sola stagione, si dice addio al Boxing Day. Nel 2017-18 c’era stato un primo esperimento, con la Serie A in campo il 23 e 30 dicembre e il 6 gennaio; nel 2018-19 campionato a Santo Stefano, oltre al 22 e 29 dicembre, con ripresa il 20 gennaio. Quest’anno si torna all’antico. L’ultimo turno prima della pausa natalizia è in programma il 22 dicembre, poi la sosta, quindi il ritorno in campo il 5-6 gennaio. Via Rosellini ha deciso così per una forma di rispetto per le tradizioni del Paese: niente feste dissacrate dal pallone, anche perché i risultati in termini di pubblico e audience non erano stati molto brillanti. Nel 2019-10 ci saranno tre infrasettimanali: 25 settembre, 30 ottobre e 22 aprile. Ci si fermerà quattro volte per gli impegni della Nazionale: 8 settembre, 13 ottobre, 17 novembre e 29 marzo. Restano da ufficializzare sede e data della Supercoppa italiana, che vedrà in campo Juventus e Lazio. (...) Guardando alla nuova stagione, adesso la data da cerchiare in agenda è quella del varo del calendario: 29 o 30 luglio, con lo show negli studi di Sky. Qualche giorno ancora e si avrà l’ufficialità. L’amministratore delegato della Lega Luigi De Siervo sta studiando possibili modifiche al sorteggio del calendario. Un’idea sarebbe quella di far cessare la corrispondenza tra le giornate di andata e di ritorno, con una sorta di doppio sorteggio, in modo da ravvivare gli incroci delle squadre. La Premier, per esempio, cambia l’ordine delle giornate di ritorno rispetto a quelle di andata. La Serie A si spingerebbe oltre rimescolando anche le sfide di ogni turno.
La bandiera Conti allunga: altri 3 anni in giallorosso
GAZZETTA DELLO SPORT - La firma materiale non è ancora arrivata, ma nelle prossime ore Bruno Conti siglerà il nuovo contratto che lo legherà alla Roma per altri tre anni: resterà responsabile delle Academy. (...) Continua così, dopo 25 anni, l’avventura dirigenziale di Conti, uno dei simboli della storia giallorossa. Portò a Trigoria De Rossi, Aquilani e centinaia di giocatori dal 1994 fino al 2005, quando con Rosella Sensi iniziò ad occuparsi anche della prima squadra, prendendo l’ultimo allenatore capace di vincere a Roma, ovvero Luciano Spalletti. (...)
Né Totti né De Rossi a Trigoria. L’anno zero è cominciato
GAZZETTA DELLO SPORT - Per la prima volta dall’agosto 1989, né Francesco Totti né Daniele De Rossi sono più tesserati della Roma. La giornata di ieri allora in questo senso è stata a suo modo storica, che qualche tifoso ha ricordato sui social e nelle radio con nostalgia. Per citare Spinazzola, questo è l'”anno zero” dei giallorossi. (...) Fonseca sapeva della situazione ambientale complicata che avrebbe trovato nella Capitale, ma l’entusiasmo suo e del suo staff è convinto di poter riportare positività. Ad aiutarlo ci sarà il team manager Gianluca Gombar, insieme allo storico collaboratore del tecnico portoghese, Vitaliy Khlivnyuk. A fare da collante tra l’ex tecnico dello Shakhtar e il club ci sarà De Sanctis, promosso a vice di Petrachi. L’ex portiere lavorerà dunque anche con Longo e Cavallo, stretti collaboratori del ds pugliese.
Renzi e le "chiacchiere" sulla vendita al Qatar
IL TEMPO - MAGLIARO - Rilievo penale, zero. Concretezza, anche meno di zero. Più o meno, chiacchiere da ristorante. Però chiacchiere fra signori che contano: Luca Palamara e Luca Lotti. In mezzo a un turbine di chiacchiere, ci finisce la As Roma, lo Stadio di Tor di Valle e la presunta vendita della stessa Società al Qatar. Stando ai brogliacci delle intercettazioni, pubblicati ieri su La Verità, il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, mentre Lotti e Palamara discutono di nomine e di intrighi politici stile House of Cards, a un certo punto sbuca fuori dal nulla un pezzetto di chiacchierata sulla Roma e sullo Stadio.
Varicordato che Luca Lotti, da ministro allo Sport nel governo Gentiloni, fu l’autore della famosa telefonata in Regione Lazio che sbloccò, il 5 dicembre 2017, la Conferenza di Servizi arenatasi sulla vicenda del Ponte di Traiano. In quell'occasione, Lotti promise, la copertura
del Governo alla realizzazione del Ponte. Tornando alla chiacchierata fra Lotti e Palamara, nel racconto viene coinvolto anche l'ex premier, Matteo Renzi. Tornando a casa, Palamara, intercettato, racconta alla moglie che Lotti gli avrebbe riferito che Renzi si stava adoperando («sta facendo da intermediario») per far passare di mano la Roma da Pallotta al Qatar. Siamo nei giorni in cui sui giornali gira vorticosamente la notizia di questa presunta trattativa, una trattativa mai nata e subito smentita dalla Roma (Pallotta: «E tutto falso»). E visto che Renzi era stato in Qatar riciccia l’idea della vendita con riferimento anche allo stadio: «Ma lo stadio si fa o no» avrebbero chiesto i qatarioti. E Renzi a Lotti - ma stiamo a quanto Palamara riferisce alla moglie - avrebbe detto che non si può garantire per lo Stadio per la contrarietà («il problema») di «Franco Caltagirone». Non fosse per il calibro degli intercettati, sarebbero giusto chiacchiere da bar.