Gasperini: "Futuro? Percassi conosce le mie idee. Ora non importa"

Giampiero Gasperini, tecnico dell'Atalanta e nel mirino della Roma per la prossima stagione, ha parlato ai microfoni di Sky Sport dopo la vittoria contro il Genoa. Queste le sue parole riferendosi al futuro: "Stiamo vivendo un momento fantastico. Percassi conosce le mie idee e il mio pensiero. Non so cosa farà in futuro l’Atalanta, ma ora non importa".


Sono 20 i convocati da Allegri contro la Roma. Assenti Bonucci e Kean

Massimiliano Allegri, tecnico della Juventus, ha daramato la lista dei convocati che prenderanno parte al match di domani sera contro la Roma. Sono 20 i giocatori scelti, ma tanti gli assenti importanti. Oltre allo squalificato Bernardeschi ed agli infortunati Mandzukic, Perin, Khedira e Costa saranno assenti anche Bonucci e Kean.
Questa la lista ufficiale pubblicata dalla Juventus sul proprio profilo Twitter:

 


Allenamento Roma, tutti a disposizione nella rifinitura pre Juventus

La Roma ha effetuato la rifinitura in vista del match di domani contro la Juventus.
La seduta è inizata intorno le 16:15 in sala video, per visionare dei fimati sugli avversari. In seguito tutto il gruppo al completo è sceso sul campo per il riscaldamento e per il focus tecnico-tattico.


Boniek: "La partita avrà significato solo per la Roma. Deve vincere"

Zibi Boniek, presidente della fercalcio polacca ed ex di Roma e Juventus, ha parlato ai microfoni di Sky Sport in vista del big match dell'Olimpico:

"E’ una partita che ha significato solo per la Roma, che per sperare di andare in Champions League deve vincere. Non andarci cambierebbe i piani della società dal punto di vista degli investimenti. Per i giallorossi l’unico risultato che conta domenica è la vittoria. Per quanto riguarda la Juventus, è una squadra che non molla mai e non regala niente agli avversari, anche se ormai i giochi sono fatti. Sarà un match molto importante. E poi, anche se la Roma vincesse, l’accesso in Champions non sarebbe sicuro".


I 24 convocati da Ranieri per la Juventus. C'è De Rossi (foto)

Claudio Ranieri ha scelto i giallorossi che domani all'Olimpico affronteranno la Juventus. Tutti a disposizioni del mister, che ritrova Daniele De Rossi.
Questa la lista completa pubblicata dalla Roma sul proprio profilo Twitter:

 


Serie A, la Lazio vince a Cagliari per 2-1

Nel secondo match di giornata in Serie A, quello delle 18, sono scese in campo Cagliari e Lazio. Ad avere la meglio sono stati i biancocelesti con il risultato di 2-1.
Ad aprire le marcature è stato Luis Alberto al 31', con Correa che nella ripresa al 53' ha raddoppiato. Solo in pieno recupero, 91', è arrivata la rete del Cagliari con Pavoletti.


Serie A, ennesimo tonfo della Fiorentina. Il Milan vince 1-0

Nel posticipo serale di Serie A il Milan ha espugnato il Franchi battendo la Fiorentina. 1-0 il risultato finale, deciso al 36' da Calhanoglu con un colpo di testa. Ennesimo stop, invece, per la squadra viola che con oggi ha perso quattro partite di fila.


Conferenza stampa Allegri: "Domani abbiamo la Roma, è una bella partita"

Massimiliano Allegri parla in conferenza stampa. In vista del match Roma-Juventus di domani sera, l'allenatore risponde alle domande della stampa:

Quello che si sta leggendo sul suo futuro la fa divertire o si sta indovinando?
"Mi sta facendo divertire. Fa parte del gioco, visto che abbiamo finito il campionato un mese fa, della Juventus c'è ben poco da parlare. Ci incontreremo con il presidente, prima dell'Ajax avevo comunicato che sarei rimasto, poi comunque dovremo incontrarci".

Senti ingratitudine nei suoi confronti dall'ambiente?
"La mia gratitudine va al presidente e alla società, sono contento del mio lavoro. Non posso piacere a tutti e non mi piace piacere a tutti. Il calcio è fatto di risultati e lavoro quotidiano, devo rendere conto al presidente. In questi 5 anni abbiamo fatto un buon lavoro".

Ronaldo ha detto che resta al 1000%, puoi dire la stessa cosa?
"Ho detto prima dell'Ajax al presidente che la mia scelta è rimanere, poi ci incontreremo con il presidente. Questa settimana ci vedremo e parleremo come tutti gli anni. Quest'anno fa più clamore perché siamo stati eliminati dalla Champions".

Ha le idee chiare sul futuro però: questa squadra deve iniziare un nuovo ciclo e rinnovata o puntellata?
"Ho in mente da 6 mesi questo, ma non posso dirvi cos'è perché prima bisogna incontrare il presidente. Ho sempre chiare le cose".
Domani abbiamo la Roma, 50mila persone, è una bella partita dove dobbiamo giocarla al meglio perché poi abbiamo la festa dopo l'Atalanta. Gustiamoci la partita di domani", l'intermezzo tra le domande. "Poi abbiamo recuperato Alex Sandro, Bentancur, Dybala, Emre Can".

L'incontro con Agnelli è stato posticipato? I nomi accostati alla Juve le hanno creato problemi?
"In realtà è stato anticipato, di solito lo facciamo dopo la fine del campionato. I nomi fanno parte del gioco. Già quando ero al Milan, volevano mandarmi via dicendo che al mio posto sarebbe arrivato Guardiola". 

Su Dybala ha già in mente un piano per la prossima stagione?
"Intanto Dybala domani rientra e dovrebbe giocare dall'inizio, cercando di finire il campionato nel migliore dei modi. Per quanto riguarda la sua posizione, quest'anno è stata sempre la stessa. Quest'anno c'era Ronaldo davanti a lui, che è un giocatore diverso".

Inizierebbe la prossima stagione con un contratto in scadenza?
"Non posso rispondere a questa domanda, prima deve esserci l'incontro".

Capitolo Bentancur. Quanto può crescere il prossimo anno?
"I calciatori devono avere costante voglia di migliorarsi. Quest'anno è cresciuto tanto, ma nella visione di gioco, nei tiri, negli assist e negli inserimenti può e deve migliorare. Sono situazioni di gioco che gli mancano".

Cancelo?
"Ha qualità straordinarie in fase di possesso, soprattutto nella gestione palla singola, è giovane e può migliorare. La Juve ha una rosa con giocatori avanti nell'età, ma ha anche giovani importanti. La squadra è miscelata bene, è normale che quando chiuderemo l'annata valuteremo tutti insieme, con Paratici e Nedved, le situazioni tecniche della squadra dove c'è da migliorare".

Ha detto che aveva già comunicato al presidente la volontà di restare, che sensazioni ha invece sulle volontà della società?
"L'ha detto il presidente dopo la partita con l'Ajax: con Agnelli ho un ottimo rapporto, di stima e sincerità, siamo molto diretti l'uno con l'altro. Come con tutti gli altri dirigenti della società. Per ottenere grandi risultati la società è la cosa più importante: se non c'è una società che sorregge tutto questo difficilmente si arriva in fondo".


Dzeko, Danilo e Pellegrini: le prime pedine per Conte

GAZZETTA DELLO SPORT - Una pedina d’oro, da scambiare in caso non arrivasse l’offerta giusta per la cessione. Dal futuro di Mauro Icardi dipenderanno le strategie di mercato dell’Inter che verrà, quella che sotto la guida di Antonio Conte dovrà avvicinarsi il più possibile alla Juventus sin da subito. Se scegli Conte, sai che devi garantirgli un progetto ambizioso, così come ambizioso deve essere il mercato da fare. L’ex c.t. non avrebbe posto alcun veto alle cessioni nobili di Icardi e Perisic, ma chiaramente si aspetta investimenti mirati che facciano cambiare in fretta il volto della sua Inter, che partirà dal 3-5-2 ma che dovrà saper cambiar pelle in corsa e sentirsi a suo agio anche con il 3-4-3. Di base l’Inter di Conte oggi sarebbe già a posto – almeno nei titolari – in difesa con l’arrivo di Godin, quindi il grosso del lavoro di Ausilio e Marotta sarà concentrato sulle fasce e soprattutto sull’attacco, dove si va verso una rivoluzione. In mezzo al campo, invece, basta una pedina, ma di qualità e tempi di inserimento, che garantisca gol ed equilibrio.

Punte in ballo

L’obiettivo primario per l’attacco resta Edin Dzeko, il profilo ideale sia a livello tecnico (Conte stravede per lui) sia a livello economico (ha un anno ancora di contratto e per il cartellino possono bastare venti milioni). L’Inter è pronta ad affondare il colpo appena finirà il campionato, garantendo al bosniaco un triennale da circa 5 milioni a stagione. E Dzeko può arrivare prima ancora che sia sciolto il nodo Icardi, perché Conte vuole due big da affiancare a Lautaro, con Politano che chiuderebbe il reparto. Se non dovesse arrivare un’offerta da 70-80 milioni per Icardi, l’Inter potrebbe provare a inserirlo in qualche scambio: complicato quello col Psg per Cavani, magari potrebbe diventare praticabile la pista Manchester United, da dove è in uscita Romelu Lukaku, altro pallino di Conte. Piace sempre Duvan Zapata, ma al momento è defilato. Ausilio negli ultimi tempi s’è mosso pure per gli esterni offensivi di qualità che potrebbero tornare utili nel 3-4-3. Bergwijn del Psv piace, ma l’affare potrebbe essere Sarabia del Siviglia: 21 gol in stagione e clausola di appena 18 milioni che invita all’investimento.

Le fasce

Fondamentale sarà avere quattro esterni di gamba e fiato. Per la fascia destra l’Inter ha in mano Danilo del Manchester City (affare da 15 milioni) ma continua a guardarsi intorno per un esterno mancino da alternare con Asamoah e tutte le indicazioni portano ad Emerson Palmieri, preso dal Chelsea proprio su richiesta di Conte. Poi servirebbe un altro che possa giocare su entrambe le fasce. Trippier del Tottenham resta un nome suggestivo ma è una opzione alternativa a Danilo, più spendibili i nomi di Hysaj del Napoli (per cui ci sono stati già dei contatti), o Darmian, ormai ai margini al Manchester United.

Mezzala-regista

In mezzo è caldissimo il nome di Lorenzo Pellegrini della roma, che può lasciare la capitale con una clausola da 30 milioni che l’Inter punterebbe ad abbassare girando in giallorosso il portiere Radu, prossimo al rientro dal Genoa (15 milioni). Rakitic resta il sogno, mentre è vivo l’interesse per Barella, ma qui il Cagliari non ha intenzione di abbassare le richieste: vuole 50 milioni, anche con contropartite. Ma senza sconto. La tavola è apparecchiata e gli obiettivi inquadrati. Servono 30-40 milioni di plusvalenze entro il 30 giugno, poi l’Inter potrà scatenarsi sul mercato.


Dzeko: "Crediamoci Roma, nulla è impossibile»

GAZZETTA DELLO SORT - CECCHINI - Erano i giorni del vino e delle rose, di un futuro ricco solo di «magnifiche sorti e progressive», di un amore ineluttabile come un colpo di fulmine. Era il 30 agosto 2015, l’Olimpico conteneva 55.000 spettatori e la Roma giocava contro la Juventus, battendola con un 2-1 santificato dal primo gol giallorosso di Edin Dzeko. Quasi quattro anni più tardi, domenica prossima tanto apparentemente sarà simile. Allo stadio saranno ancora di scena i bianconeri, si rivedranno oltre cinquantamila spettatori, ma il periodo dei grandi sogni per il momento sembra terminato. La Juve arriva a pancia piena davanti a tanti tifosi innamorati di Cristiano Ronaldo, mentre la Roma insegue «solo» un posto in Champions. A guidarla in attacco, però, ci sarà sempre lui, Dzeko, a cui però gli 86 gol in maglia giallorossa sono valsi poco rispetto alle aspettative di quel giorno di agosto.

 

Delusione

«Provai emozioni indescrivibili – racconta al “match program” –. La prima rete in un nuovo calcio: tante sensazioni mischiate. È un gol che non dimenticherò mai». Così come questi anni che sembrano declinare verso l’addio, con l’Inter in agguato – soprattutto se arrivasse Conte – e tanti estimatori in Premier. D’altronde il bosniaco ha scritto un pezzo di storia, arrivando a essere 8° tra i cannonieri del club. «Sì, però non ho vinto niente. È un po’ strano quando fai la storia e non vinci. Avremmo dovuto fare meglio e in quattro anni vincere qualcosa. Ad esempio, in questa stagione avremmo dovuto fare di più in Coppa Italia, visto che la Juve è stata più forte in campionato. Non ci siamo riusciti e io sono il primo ad essere deluso». L’espressione ricorre tre volte. La seconda quando parla dell’ultima partita giocata a Genova. «Siamo delusi perché abbiamo sofferto per fare il gol e prendere l’1-1 all’ultimo su calcio d’angolo non può succedere. Abbiamo perso due punti importantissimi. Eppure bisognerebbe essere sempre concentrati fino alla fine». La terza volta è in chiave strettamente autocritica. «Non sono contento della mia stagione. Doveva andare meglio sia per me che per la squadra. Purtroppo non si può cambiare il passato. Dobbiamo dare tutto per arrivare in Champions, ma non sarà facile perché abbiamo lasciato troppi punti per strada. Rigiocherei tante partite, se potessi, ma soprattutto quella di Oporto, mentre in campionato il secondo tempo a Bergamo: se avessimo portato a casa la vittoria, avremmo una classifica diversa. L’Atalanta ora è la favorita per il 4° posto. Di sicuro in questa stagione abbiamo preso troppi gol, Ranieri ha lavorato su questo aspetto e in difesa siamo andati meglio».

Cerchio chiuso?

L’impressione è che la sfida con la Juve per Dzeko sia un cerchio che si chiude, anche perché il centravanti vorrebbe ancora giocare la Champions. Certo, se la Roma rimontasse gli scenari cambierebbero («io e la mia famiglia qui stiamo benissimo»), ma in mezzo c’è la sfida ai bianconeri. «È sempre importante, anche per loro, con molti stimoli. Ronaldo, ad esempio, punta a vincere la classifica marcatori. D’altronde, in Serie A nessuno ti regala niente, ma noi da qui alla fine dobbiamo fare 9 punti e poi vediamo. Dobbiamo crederci, può accadere di tutto. Avete visto il Liverpool in Champions? Nel calcio non si deve mai dire:”Non può succedere”». Chissà se vale anche per il suo futuro.


Il primo gol di Edin in A? Contro la Juve

GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - Il 30 agosto 2015 la Roma superò 2-1 la Juve: a segno Pjanic, Edin Dzeko (nella foto ANSA) e Dybala. Si tratta del primo gol nel nostro campionato del 33enne centravanti bosniaco che bruciò sul tempo Chiellini e di testa infilò la porta difesa da Gigi Buffon. La Roma acquistò Dzeko dal Manchester City con la formula del prestito oneroso (4 milioni) e diritto di riscatto (11 milioni)


Roma, sapore di finale

IL MESSAGGERO - CARINA - La sfida alla Juventus inizia con 24 ore di anticipo. Atalanta-Genoae Fiorentina-Milan, in calendario domani, rappresentano inevitabilmente il prologo del match con i bianconeri. La Roma spenta e involuta di Marassi, cerca nuovi stimoli da possibili passi falsi delle rivali nella corsa al quarto posto. Anche perché dopo due mesi dall’esonero di Di Francesco, a Trigoria il gioco dell’oca è quanto mai attuale. Nove gare per trovarsi allo stesso punto di partenza. Anzi, addirittura peggio. La classifica parla chiaro: i giallorossi sono scivolati al sesto posto, rispetto al quinto nel momento in cui Ranieri è subentrato. Distanze invariate rispetto a due mesi fa (-3 dalla quarta e -4 dalla terza) ma con un avversario in più, appaiato in classifica ma in vantaggio negli scontri diretti (Milan). Come del resto chi è già avanti (Atalanta e Inter). Ranieri ancora non si capacita dell’inutilità del pareggio di domenica scorsa. Non come quello che il 13maggio del 2018, proprio contro la Juventus, rappresentò il lasciapassare per la Champions. Da quel giorno la Roma non ha più fatto 0-0. Risultato che domenica non basterebbe. Il tempo dei calcoli è finito: serve un filotto di vittorie per sperare. Consapevoli che potrebbe non bastare.

BILANCIO ANTICIPATO Si avverte un’aria strana attorno a questo Roma-Juve. Da un lato la testa di media e tifosi rivolta perlopiù al futuro, avvolto tra mille dubbi e riflessioni dopo il no di Conte al progetto proposto da Pallotta. Dall’altro diversi elementi della rosa che potrebbero essere all’ultimo incrocio con i bianconeri, giocando con la maglia della Roma. Molti per aver concluso in anticipo la loro avventura senza aver lasciato traccia (Olsen, Pastore,Marcano, Schick). Altri perché probabilmente giunti a fine ciclo. Tra questi c’è Dzeko che proprio alla Juventus segnò il suo primo gol in serie A. Ne sono seguiti 85, comprese le coppe, senza trofei. Ieri le parole del bosniaco al match report del club, hanno dato la sensazione di un bilancio personale della sua avventura nella Capitale, molto simile ad un commiato anticipato: «Sono un pezzo di storia della Roma? Sì però non ho vinto niente. È un po’ strano quando fai la storia e non vinci. Avremmo dovuto fare meglio e in quattro anni vincere qualcosa. Anche in questa stagione avremmo dovuto fare di più in Coppa Italia visto che la Juventus è stata più forte in campionato. Non ci siamo riusciti e io sono il primo ad essere deluso».

INCROCI Non è l’unico. Sono numerosi i calciatori che si aspettavano qualcosa in più da quest’annata. E ora, domenica, affrontano un club - lontanissimo in classifica (26 i punti di differenza) - ma che a più riprese ha manifestato interesse nei loro confronti. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è a Zaniolo e Manolas. Storie diverse: una appena iniziata (con la speranza che possa continuare), l’altra che è arrivata agli sgoccioli. Più o meno come accaduto a Szczesny e Pjanic, ora rivali, una volta compagni di squadra. C’è poi Ranieri, probabilmente colui che a Trigoria crede maggiormente nel miracolo. Non è il tipo che si arrende e lo ribadirà anche oggi, nell’attesa conferenza stampa dell’antivigilia. Capitolo a parte merita De Rossi. Daniele torna dall’ennesimo infortunio che ha minato la sua stagione più travagliata da calciatore. Non è al meglio ma non vuole mancare. Anche per lui il futuro non è ancora chiaro. Come del resto quello della Roma.