Il flop dell’attacco: si è salvato solo El Shaarawy

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Nell’anno da dimenticare delle punte romaniste si salva solo El Shaarawy e non è un caso che nell’aria di rifondazione che tira a Trigoria lui sia uno di quelli su cui la società vorrebbe e dovrebbe puntare il prossimo anno.  Difficilmente nella nuova stagione ci sarà ancora Dzeko. Il suo rapporto con la Roma è andato peggiorando di giorno in giorno: da una parte lui che ha giocato tanto ma ha segnato poco, dall’altra la società che non è riuscita a costruire una squadra all’altezza delle ambizioni del bosniaco. A certificare la crisi delle punte ci hanno pensato Perotti e Ünder, quelli che dovevano essere i cavalli di razza, capaci di correre, creare superiorità numerica e mettere a disposizione gol e fantasia, e invece spesso sono stati una zavorra per i tanti problemi fisici. L’argentino, in 14 partite, ha segnato appena 4 reti, mentre ilturco, che di gare ne ha giocate 32, ha realizzato 6 gol. Poco, troppo poco, per la Roma. E a farne le spese sono stati Di Francesco prima e Ranieri poi. Stesso discorso per quanto riguarda Schick e Kluivert: 23 anni il primo, 20 il secondo, non sono riusciti ad incidere per quanto la Roma si aspettava da loro. E se per il figlio d’arte ex Ajax, 2 reti, ci sono attenuanti (a partire dal primo anno fuori casa), per Schick, 5 gol, è difficile capire quale futuro potrà avere a Roma.


Roma, tecnico di consolazione

IL MESSAGGERO - TRANI -  Aritmeticamente la Roma rimane ancora in corsa per il 4° posto, anche se l'obiettivo è ormai quasi impossibile da centrare: l'Atalanta è davanti anche per gli scontri diretti (come il Milan quinto) el'Inter per la differenza reti (+6). Sicuro, invece, è lo sbarco in Europa League, con la spinta decisiva dell'ex Andreazzoli: il successo dell'Empoli contro il Torinorende meno amaro il finale di stagione. Ma la partecipazione alla coppa continentale di consolazione è l'unica certezza di questi giorni: non c'è ancora l'erede di Ranieri e si aspetta sempre l'ufficializzazione del nuovo ds. L'attesa, forzata per la complessità delle negoziazioni in fieri, coincide paradossalmente con la fretta, imposta dalla possibile full immersion di impegni. I giallorossi già sono consapevoli che l'estate diventerà lunga e comincerà prima. Dal 2° preliminare(25-1° agosto). In calendario, dunque, saranno 6 i match in più: 3° turno (8-15 agosto) e playoff (22-29 agosto). Percorso inedito per la proprietà Usa: mai successo nelle precedenti 7 stagioni di entrare in gioco dalla porta di servizio (in quella 2013/2014 c'è stata l'esclusione da entrambi i tornei).
EXIT STRATEGY - Bisogna, dunque, prendere atto della triste realtà che prevede il disturbo del 1° match ufficiale da giocare tra poco più di 2 mesi. La Roma parte come testa di serie numero 1. Da favorita, almeno nel tabellone, sia nei turni preliminari che nei play off. Minima soddisfazione per il ritorno in Europa League. Diventerebbe massima solo in caso di ribaltone. Non in classifica, ma a Nyon perché il Milan, se non dovesse centrare la qualificazione alla prossima Champions, vorrebbe accordarsi con l'Uefa: niente partecipazione all'Europa League in cambio dell'azzeramento di ogni sanzione ricevuta per le violazioni dei paletti del Financial Fair Play. Il club rossonero, avendo per ora congelato il ricorso al Tas, cerca il compromesso per poi ripartire pulito nella stagione 2020/2021. Soluzione giuridica che in Svizzera sono disposti a prendere in esame, senza però far distinzioni tra la Champions, alla quale il Milan non avrebbe alcuna intenzione di rinunciare, e l'Europa League. Se la sanzione fosse davvero l'anno di stop, i giallorossi, insieme con la Lazio, entrerebbero in scena, anche restando al 6° posto, nella fase a gironi. I preliminari toccherebbero al Torino che è attualmente out.
VIAGGIO ANNULLATO - La Roma, però, evita di illudersi e organizza il precampionato facendo riferimento al 2° turno preliminare di fine luglio. L'ultimo precedente dell'estate 2009 (di 4 gare e non 6, però), inizialmente con Spalletti in panchina, fece da trampolino di lancio: Ranieri entrò alla seconda giornata e arrivò quasi allo scudetto. Dal programma, intanto, scompare la tournée negli Usa (13-25 luglio), non essendo possibile la partecipazione parziale, trattandosi di torneo: il club giallorosso sarà quindi sostituito e perderà quasi 2 milioni. La preparazione estiva si svolgerà di nuovo a Trigoria e ovviamente ad inizio luglio. La scelta di restare nella Capitale è stata anticipata anche agli allenatori interpellati nelle ultime settimane.
SCELTA FINALE - Ancora 10 giorni prima di ufficializzare l'8° tecnico dell'éra Usa. Gasperini è davanti e punta a battere sul tempo il principale rivale, cioè Sarri: l'allenatore dell'Atalanta, se vuole, si libera prima di quello del Chelsea che, lusingato dall'interessamento della Juve e del Milan, è impegnato fino al 29 maggio con i Blues che affronteranno a Baku, nella finale di Europa League, l'Arsenal. Baldini resta in pressing su Sarri, ma in Inghilterra garantiscono che abbia parlato pure con Bielsa, ora al Leeds, pista smentita da chi opera nella Capitale. Non c'è da meravigliarsi, perché ognuno nella Roma continua ad agire in proprio. E spesso gli obiettivi non sono gli stessi. Inizia intanto il conto alla rovescia per Petrachi, pronto a salutare il Torino. Toccherà al nuovo ds, favorevole sia a Gasperini che a Sarri, indirizzare l'annunciato ridimensionamento tecnico. Ranieri ne ha parlato apertamente dopo il pari di sabato sera a Reggio Emilia: «L'anno prossimo la squadra non lotterà per la Champions». Avanti con i giovani, via i senatori. Dzeko è il testimonial del ricambio generazionale già in atto.


Sedotto e poi abbandonato: Ranieri saluta in stile Garcia

IL MESSAGGERO - ANGELONI - Eppure ci ha provato, questo non si può certo negare. Ci ha provato credendoci davvero, e in fondo i risultati quasi gli stavano dando ragione, basti pensare al pari beffa di Genova e a quel 2-2 in casa con la Fiorentina, e guardiamo oggi come sono i ridotti i viola, e il gioco Champions era fatto. Claudio Ranieri ha anche creduto di poter rimanere nella sua Roma e lo si è capito il giorno in cui aveva sorriso e ringraziato l'interlocutore che, in sala stampa durante la conferenza, lo aveva inserito nella lista dei pretendenti per la panchina della Roma nella prossima stagione. Pian piano, Claudio, ha capito che non c'era spazio per lui come allenatore(il dirigente non lo vuole fare, almeno per il momento) e ha cambiato atteggiamento. 

IL SIR ARRABBIATOAnche lui - con la consueta classe e signorilità - ha puntato il dito sulla società, che mai ha speso una parola per lui in questi mesi. E parliamo di uno che qualche giorno fa, sfidando la pioggia, si è messo a dare spiegazioni ai tifosi fuori Trigoria (chi glielo ha fatto fare, visto che tra poco se ne andrà?). Le frecciatine non sono mancate (il «testa grigia» regalato ai tifosi, con riferimento a Baldini e mai del tutto smentito, è l'esempio più eclatante), fino ad arrivare alle bordate pubbliche post Sassuolo. «La Roma non potrà lottare per la CHampions l'anno prossimo»; «La Roma prima di comprare deve vendere». «De Rossi lo avrei tenuto, la situazione andava gestita meglio», sono altri esempi. Insomma, un Ranieri alla Garcia (ricordate, quando disse che ci volevano grossi investimenti per raggiungere la Juventus?). Ma stavolta la Roma non ha la necessità di licenziare Claudio come fece con netto ritardo con Rudi. Qui Ranieri è arrivato già licenziato. Il problema è che il tecnico di San Saba se n'è accorto con qualche settimana di ritardo. Ma, visto che da licenziati diventa più facile parlare, ha tirato fuori tutta la sua verità. Amara.


Un viaggio on the road sulla vita di Daniele

IL MESSAGGERO - CARINA - Il 26 maggio si avvicina. Che oltre per il derby perso in Coppa Italia, da domenica - per il tifoso giallorosso - rappresenterà anche l’ultima gara di De Rossi con la Roma. Un addio inatteso e per questo traumatico. E così non trascorre giorno che non compaia uno striscione a favore di Daniele e di contestazione per la società in qualche angolo nascosto dell’Europa, dell’Asia o del Sud America. Ogni tifoso vuole manifestare il proprio disappunto. Ma c’è anche chi, come Leonardo Bocci degli Actual (produzione video che spopola sul web) e SandroBersani, ha deciso di omaggiare il campione romanista.

 

LE TAPPE - I due hanno infatti deciso di compiere un viaggio on the road che possa toccare tutti i posti che hanno segnato la carriera del centrocampista: «Ripercorreremo le tappe della vita di Daniele, ma sia chiaro che questo non è un epitaffio perché lui è vivo lotta con noi», spiega il duo nel filmato pubblicato sulla pagina Facebook de laroma24.it. La prima tappa è stata l’Ostiamare, la società in cui De Rossi ha militato prima di trasferirsi alla Roma. Secondo step obbligatorio loSporting Beach, lo stabilimento di Ostia frequentato dal numero 16 sin dall’età di 7 anni, e che ancora oggi frequenta. Ma non finisce qui. Perché a domenica mancano ancora 6 giorni e luoghi da visitare che hanno avuto (e hanno ancora oggi) un’importanza per Daniele non mancano. Il tutto corredato con interviste a tifosi, attori, presentatori tv e personaggi dello spettacolo che racconteranno aneddoti sul capitano giallorosso. Daniele, intanto, si prepara alla settimana più lunga (e triste) della sua carriera. Aspettando l’abbraccio dell’Olimpico. Previsto il sold out.


Europa League. Ranieri: "Futuro senza Champions"

LA REPUBBLICA -  FERRAZZA - Ed Europa League sia. La Roma, dopo lo 0-0 di Sassuolo e la vittoria dell’Empoli contro il Torino, è matematicamente qualificata per la coppa minore, la figlioccia della Champions. Se dalla porta principale o se dopo i preliminari, si capirà solamente dopo l’ultima di campionato. Partire il 25 luglio, e giocare ben tre turni estivi per arrivare ai gironi, rovinerebbe, e non poco, l’estate di una squadra che sta arrivando al capolinea di una stagione tremenda, devastante, che ha visto cambiare in corsa allenatore, direttore sportivo (oltre che tutti i ruoli dei vertici dirigenziali) e dire addio a De Rossi. Qualificarsi per i preliminari farebbe saltare la tournée negli Stati Uniti, a cui Pallotta tiene tanto, anticipando tutta la preparazione. La Roma, in quel caso, dovrebbe radunarsi prima della fine di giugno, a un mese dal turno d’esordio, mettendo in discussione il ritiro a Trigoria. Senza partenza per gli Usa, il nuovo tecnico potrebbe chiedere di portare i giocatori in montagna. Gasperini è, in questo senso, un allenatore abituato ad ossigenare i suoi tra i monti, e se gli accordi già presi con lui si concretizzassero, è molto probabile che si tornerebbe a prendere in considerazione una destinazione in altura. Non sarà semplice per il nuovo tecnico raccogliere le macerie lasciate a Trigoria, destinate ad aumentare in quest’ultima settimana, quella che porterà De Rossi  a salutare i tifosi giallorossi all’Olimpico, domenica, contro il Parma. E non fanno ben sperare le parole di Ranieri dopo lo 0-0 col Sassuolo. «Non penso che, pronti via, si potrà lottare per la CHampions— lo sconforto del testaccino — magari per l’Europa sì. Se poi un anno le cose gireranno bene, allora si potrà tornare nella coppa più importante». Quindi, solamente la fortuna, secondo Ranieri, potrebbe spingere la Roma di nuovo tra i grandi d’Europa, altrimenti l’aria è quella di navigare piuttosto a vista. Le cessioni illustri, che ci saranno ancora, un nuovo tecnico, un nuovo ds, senza il giocatore più amato in rosa e col futuro di Totti da definire: presupposti che, per Ranieri, disegnano mesi di ricostruzione e ridimensionamento. «Senza Champions immagino che si debba vendere pedine importanti — continua il tecnico — visto anche quanto ha dovuto cedere il club anche negli anni in cui si è qualificata. Ma il presidente non sono io». De Rossi  a Reggio Emilia è rimasto in panchina perché ancora non al meglio. I tifosi continuano con la protesta (sempre più internazionale: striscioni contro Pallotta esposti anche a Parigi, Copenaghen, Dusseldorf, Salonicco), che proseguirà domenica allo stadio, concedendo una tregua solamente per omaggiare il numero 16.


L'Europa ora è sicura

IL TEMPO - BIAFORA - Il pareggio contro il Sassuolo ha fatto sfumare quasi definitivamente ogni speranza della Roma di qualificarsi alla Champions, regalando però il matematico accesso all'Europa League in virtù della sconfitta del Torino. Per sperare nel quarto posto servirebbe un miracolo all’ultima giornata: i giallorossi dovrebbero battere il Parma con cinque reti di scarto, sperando che nel frattempo l'Inter cada in casa con l'Empoli e il Milan venga fermato dalla Spal. A quel punto i rossoneri sarebbero sorpassati e ci sarebbe l'aggancio alla squadra di Spalletti, superandola però nella differenza reti generale: qualora a San Siro l'Empoli dovesse vincere con più gol di scarto alla Roma basterebbero meno reti nell’eventuale vittoria contro il Parma. L'unico altro caso possibile per raggiungere la quarta piazza è un arrivo a pari punti con Inter e Atalanta e contestuale sconfitta del Milan. Con il contemporaneo raggiungimento del traguardo a quattro squadre invece i giallorossi sarebbero sesti. Ragionando in termini più realistici bisogna guardare con maggiore interesse alla lotta per il quinto e il sesto posto, con il differente piazzamento che cambierebbe sostanzialmente i programmi estivi del club. La Roma può essere ancora virtualmente scavalcata dalla Lazio, attualmente a -5 dai cugini. I biancocelesti, avendo vinto la Coppa Italia, si sono però già aggiudicati il diritto di partecipare ai gironi della minore delle due coppe europee e quindi non ci sarebbero differenze nell’arrivare sesti o settimi. Tale risultato costringerebbe Florenzi e compagni a disputare il secondo e il terzo turno preliminare ed un playoff, per un  totale di sei partite per conquistare l’accesso ai gironi di Europa League. La Roma, che sarebbe testa di serie nei sorteggi del 19 giugno a
Nyon, conoscerebbe il proprio avversario la sera del 18 luglio, giorno in cui sarà disputato il ritorno del primo turno di qualificazione (le italiane non lo giocano). La stagione inizierebbe quindi il 25 luglio, mentre per la sera precedente è ad oggi fissata la terza sfida dellICC con il Benfica. La tournée, le cui date sono state svelate a fine marzo, prevede l'esordio  il 16 luglio con il Chivas, la seconda partita con l'Arsenal il 20 luglio e l'ultimo impegno è contro i portoghesi il 24 luglio. Per il momento la socità capitolina non ha preso alcuna decisione sul viaggio negli USA, preferendo rimandare ogni discorso a campionato terminato. Un precedente simile ha riguardato il Milan nel 2017: i rossoneri all'epoca hanno annullato soltanto l'amichevole con l'Inter da giocare il 24 luglio, ovvero appenatre giorni prima dell'esordio europeo, scendendo comunque in campoin Cina contro Borussia e Bayern. A Trigoria sì potrebbe optare perla stessa  soluzione. Oltre all'andata del 25 luglio la Roma giocherebbe ogni giovedì per un mese: il 1 agosto per il ritorno del secondo turno, l'8 ed il 15 per il terzo turno ed in conclusione il 22 e il 29 per lo spareggio finale, che si inserirebbe in mezzo alla partenza del campionato, stabilita per il weekend del 25 agosto. Di certo ritornare a giocare l’Europa League sarà un danno dal punto di vista economico: negli ultimi due anni il Milan ha ricavato da tale coppa rispettivamente 21 e 17,5 milioni di euro, risultando la  «più ricca» tra le italiane. Quasi un'inezia pensando ai 170 milionitotali entrati nelle casse della Roma negli ultimi due anni di Champions.


C’è Di Lorenzo nel mirino. In porta piace anche Neto

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Se la Serie A è ai titoli di coda, è pronto il mercato a tenere compagnia ai tifosi, anche se i tifosi della Roma temono parecchio quello in uscita. La fantasia, però, è accesa dai nomi nuovi. E così per il ruolo di portiere – che dovrà trovare un nuovo padrone dopo la prossima cessione di Olsen, probabilmente in Premier League–è stato monitorato anche Neto, portiere del Valencia ed ex della Juventus. Pista assai complicata, anche perché il cartellino del giocatore si aggira intorno ai 25 milioni e la squadra spagnola ha il fascino di poter giocare la Champions League nella prossima stagione. Ma non basta.Un altro uomo per la difesa che verrà potrebbe arrivare da Empoli. [..] Piace il terzino destro Giovanni Di Lorenzo, 25 anni, che anche ieri contro il Torino è stato autore di una buona prestazione. Detto che sul terzino c’è anche il Napoli, l’interesse della Roma si potrebbe materializzare soprattutto se fosse ceduto Karsdorp, che ha offerte dall’estero.

 


Sirene argentine per capitan De Rossi

IL TEMPO - BIAFORA - Una settimana lunga, anzi lunghissima. Quelli che portano alla sfida con il Parma saranno giorni più che intensi per De Rossi, pronto a riporre nel cassetto dei ricordi l’ultima maglia della Roma che indosserà in carriera. Data e orario della sfida con i ducali saranno ufficializzati domani dalla Lega di Serie A, ma, a dimostrazione dell'immenso affetto nutrito nei confronti del loro capitano, i tifosi hanno già riempito in ogni ordine di posto gli spalti dell’Olimpico. Chi non dovrebbe essere allo stadio è Pallotta, assente dalla Capitale dalla gara con il Liverpool dello scorso anno, abbastanza contrariato per la contestazione subito dopo la scelta di non rinnovare al numero 16, in particolare per gli insulti ricevuti dalle sorelle sulla pagina Facebook ristorante di famiglia. La protesta ai danni del presidente americano è continuata anche ieri, con striscioni esposti all’estero (Copenaghen, Parigi, Dusseldorf e Salonicco) e in giro per l’Italia(Trapani e Monza), a cui va aggiunta l’iniziativa del Roma Club Madrid che ha deciso di dedicare il proprio nome a De Rossi  e al saluto della curva della Juventus. Il centrocampista, tenuto a riposo da Ranieri contro il Sassuolo per averlo al massimo della condizione in vista della giornata conclusiva della stagione, ha rimandato a fine maggio qualsiasi discorso sul futuro: per ora vuole pensare solo alla Roma e a godersi la festa prima che cali il sipario. Di certo una delle proposte più concrete è quella del Boca Juniors, il cui direttore sportivo è Burdisso, ex compagno di squadra ed amico di DDR. L'argentino ha già avviato i primi contatti per parlare della possibilità di fargli chiudere la carriera a Buenos Aires, in quella Bombonera che «A vederla - la dichiarazione di De Rossi nel 2017 - mi leva la vita». Gli approcci sono stati confermati da Gribaudo, segretario generale degli Xeneizes: «Sono discorsi che stanno iniziando. De Rossi - ha detto il dirigente nell’intervista a Mundo Boca Radio - è amico di Burdisso e questo può aiutare per un suo possibile arrivo. Nicolas ci sta, sicuramente al termine del campionato cominceremo a parlare». La realtà dei fatti è che De Rossi non ha ancora la più pallida idea del domani e perciò non dice di no alla soluzione sudamericana, anche in considerazione del fatto che la MLS statunitense si concluderà ad ottobre e riprenderà  con il nuovo campionato a marzo 2020, con in mezzo una lunga pausa che mal si concilia con la sua volontà di continuare a giocare. Il vero ragionamento da fare in previsione di un'esperienza oltreoceano è legato ai problemi logistici che comporterebbe un cambio di continente. Di certo prima di un paio di settimane nulla sarà concretizzato. Il match con il Parma sarà l’ultimo in giallorosso anche per mister Ranieri, accostato in Scozia alla panchina del Celtic. L'eredità del tecnico di San Saba molto probabilmente sarà raccolta da uno tra Gasperini e Sarri, mentre non trova al momento conferme l’indiscrezione su Bielsa. L'attuale allenatore del Leeds era solo un'idea circolata a Trigoria ad inizio mese su
suggerimento di Massara, estimatore del «Loco» da anni. Il direttore sportivo è però destinato a lasciare la Roma e quindi l'ipotesi è caduta quasi subito. La società, che potrebbe
promuovere Totti come direttore tecnico, ha intanto rinviato a fine stagione ogni discorso sui rinnovi di El Shaarawy, Under e Zaniolo. Se ne occuperà Petrachi.


Il miglior modo per dirsi addio

INSIDEROMA.COM - MASSIMO PAPITTO - Alla Juventus sono bravi in tutto. Non c'è niente da fare e da dire, c’è da imparare perché oltre a vincere otto scudetti consecutivi e varie coppe nazionali, nella vicenda Allegri-Agnelli hanno anche trovato il modo di dirsi addio con classe e senza polemica. La conferenza stampa di sabato pomeriggio alla vigilia della partita contro l’Atalanta è stata un mix di buone maniere e (finti o no) sorrisi. Un addio di classe per non creare polemiche dopo un rapporto durato cinque stagioni a volte anche turbolente.

C’è da credere a tutto quello che si è visto? L’esperienza maturata nel mondo del calcio fa credere che qualcosa sia stato omesso e che nelle segrete stanze juventine qualche parola grossa sia volata e forse non solo quella. L’addio però è stato talmente perfetto che ci costringe soltanto a fare delle supposizioni e a credere a quelle parole dolci e smielate che si sono viste e sentite. Niente imbarazzi. Solo lacrime. Loro sanno come si fa e non come è successo martedì scorso a Roma con la conferenza stampa d’addio di Daniele De Rossi. Quando arriva il momento di finire bisogna farlo bene. De Rossi dal canto suo in quella conferenza stampa fu perfetto mentre dall’altra parte si è registrato palpabile un po’ di imbarazzo nel comunicargli la decisione di non rinnovargli il contratto.

La commozione che si è registrata a Torino (finta o no) non ha trovato riscontro nella vicenda di Trigoria, dove tolto il saluto di Ddr ai suoi compagni, di lacrime se ne sono viste poche. Una freddezza inaspettata se si vanno a confrontare i due mondi calcistici (juventino e romanista) che per storia sono sempre stati diversi. In questo volubile mondo del calcio la passione romanista sembra essersi persa nel cinismo “aziendale” mentre il cinismo “aziendale” juventino sembra essersi sostituito in passione. Incredibile. Chi l’avrebbe mai detto? A Torino, sponda Juve, trovano il modo di dirsi addio senza tirarsi gli “stracci” mentre a Roma invece volano gli “stracci”.

Il calcio sta cambiando, d’accordo. Ma l’addio alle “bandiere” dovrebbe essere diverso rispetto ad un qualsiasi altro calciatore del club. Non freddo. Imbastire un addio non è mai cosa semplice ma l’unica cosa che conta è farlo bene. Daniele De Rossi lo meritava e o merita.


Cassano: "La Roma è Totti e De Rossi, non Baldini e Pallotta"

Antonio Cassano parla dell’addio di De Rossi. Ai microfoni di Tiki Taka dichiara:

Baldini e Pallotta l’hanno fatta ancora, dopo Totti, l’hanno fatto con Daniele. Devono ricordarsi che la Roma è Totti e De Rossi e non loro: spero che la Roma possa cambiare proprietà perché la Roma merita per lottare qualcosa di importante”.

E invita il capitano in uscita:

Mi raccomando, non smettere, che con gli scarponi che ci sono a giro puoi arrivare benissimo a 45!”.


Roma cinica, silura il fedele De Rossi

IL FATTO QUOTIDIANO - ZILIANI - Domanda da un milione di dollari: secondo voi c’è una persona, al mondo, che alla notizia dell’addio di Daniele De Rossi alla Roma sia corsa a stappare lo champagne ubriacandosi fino a notte fonda? La risposta è sì. Ma se pensate che si tratti di un nemico personale del capitano giallorosso, toglietevelo dalla testa. La sola persona al mondo felice per il fine corsa di De Rossi alla Roma è un collega calciatore, russo, di ruolo portiere, di anni 33: si chiama Igor Vladimirovic Akinfeev ed è il portiere che ha difeso la porta della Russia nell’ultimo mondiale, giocato ad alto livello: basti ricordare i rigori parati a Koke e Aspas negli ottavi vittoriosi contro la Spagna o quello parato a Kovacic nei quarti, non sufficiente, quest’ultimo, a qualificare la Russia alle semifinali.

Okay, direte voi, ma che ci azzecca Akinfeev con De Rossi? C’entra moltissimo, e ve lo spieghiamo subito. Anche se pochi lo ricordano, il 27 aprile di un anno fa Capitan Futuro venne premiato dall’Uefa come “giocatore più fedele d’Europa” nella classifica dei calciatori in attività che in carriera hanno indossato per più stagioni una sola maglia. Era dai tempi di Cannavaro “Pallone d’Oro 2006”che un italiano non riceveva un riconoscimento dalle mani dell’Uefa. E il bello era che De Rossi, alla sua 17ª stagione con la Roma, il club che lo ha cresciuto fin da piccolo, riceveva idealmente il testimone da Francesco Totti, ritiratosi dall’attività - e dalla militanza nella Roma - addirittura dopo 25 stagioni, un quarto di secolo esatto. E insomma, nonostante nel “Pianeta Pallone” la sola religione conosciuta sia quella del Dio Denaro, questo primato di fedeltà a una maglia, a un amore giovanile, a un sentimento, primato tutto italiano, anzi, tutto romano, era parso a noi degno di nota.

Nella motivazione, l’Uefa aveva voluto riportare le parole che proprio De Rossi aveva rilasciato ai suoi microfoni a inizio stagione: “Il rapporto con il club inizia quando sei ragazzino – aveva detto Daniele - e per me questo è sempre stato la Roma. Poi è diventato il mio lavoro, ma il grande amore per la squadra è rimasto ancora lì. Ho iniziato a sostenere la Roma da ragazzo e la mia personalità mi ha portato a sostenere il club con tanto fervore. Anche mio padre ha lavorato e sostenuto la Roma, ma non in modo fanatico come me”.

È andato avanti ancora, dal giorno del premio, Daniele; portando a 18 il numero delle stagioni e a 458 le partite giocate, fino all’annuncio , dolorosissimo, della settimana scorsa. “La Roma mi ha comunicato che non le servo più: giocherò ancora, ma non potrò più continuare a farlo qui”. Alzi la mano chi non si sia commosso, non abbia provato un profondo, lancinante dispiacere.Forse, mentre si accingeva a stappare lo champagne, avrà faticato a tenere a bada un po’ di tristezza anche Igor Vladimirovic Akinfeev, il 33enne portiere russo nato, cresciuto e affermatosi nel CSKA Mosca, 16 stagioni e 410 partite, ad oggi, con la maglia del suo unico club. Akinfeev, anche lui un campione, nella classifica dei giocatori più fedeli d’Europa era secondo: da agosto diventerà primo. Perché Capitan Futuro continuerà a giocare, sì, ma non potrà più farlo con la maglia della Roma. Peccato. Quel premio era un “made in Italy”di cui sarebbe stato importante sentirsi fieri. Qualcuno non l’ha capito.


D'Aversa: "Dispiace per l'addio Di De Rossi"

Roberto D'Aversa, allenatore del Parma, prossimo avversario della Roma, ha parlato a Radio Uno dell'addio di De Rossi alla maglia giallorossa. Queste le dichiarazioni del tecnico:

«Quando ho giocato in Serie A De Rossi iniziava la sua carriera ed era uno di quei giocatori promettenti, è un dispiacere vedere come è andata la sua storia, dispiace per un giocatore che ha dato tutto alla sua squadra e che è una bandiera. È un giocatore che ha fatto la differenza, non solo per le doti tecniche ma soprattutto per lo spessore della persona, parteciperemo sicuramente alla sua festa perché è un ragazzo che merita».