Sarri-Gasperini, una poltrona per 2

IL TEMPO - BIAFORA - Meno di quindici giorni per definire la Roma del futuro. La poltrona dell’ufficio da direttore sportivo è già stata promessa a Petrachi, mentre quella della stanza dell’allenatore è in ballo tra Gasperini e Sarri.

A Trigoria, dopo lo sprint del dirigente del Torino che ha superato Campos nelle preferenze di Pallotta, va risolta la questione legata al tecnico, una corsa che riguarda ormai soltanto due nomi a seguito del fallimento della trattativa per Conte. Il club giallorosso ha trovato negli scorsi giorni una base d'accordo con Gasperini, che si legherebbe alla nuova squadra con un contratto triennale da circa 2,5 milioni di euro netti all'anno più i soliti bonus. Gasperini, nell’attuale accordo con i bergamaschi, ha un sostanzioso incentivo in caso di qualificazione in Champions League e percepisce un salario annuo di 1,4 milioni. Prima di portare troppo avanti qualsiasi trattativa con la Roma o con le altre società interessate, in primis il Milan alla ricerca di un sostituto di Gattuso, il sessantunenne di Grugliasco deve però incontrare di nuovo Percassi: «Siamo in molti in questa situazione dove ci sono tante voci. Io - le dichiarazioni di ieri in conferenza stampa - ho già parlato con il Presidente, dobbiamo fare il massimo fino alla fine del campionato. Poi si fa il punto della stagione. Non farò mai niente senza averlo sentito, passo prima da lui». 

Il numero uno orobico in molteplici occasioni ha ribadito a gran voce che l’Atalanta non vuole liberare Gasp e l'intenzione è quella di tenerlo a vita, ma il piemontese vuole rifare il salto in una grande squadra dopo quanto successo con l’Inter, con un esonero arrivato dopo appena quattro partite in nerazzurro. Ogni possibile sviluppo è stato però rimandato al 27 maggio, quando il campionato sarà terminato e le due parti si metteranno sedute intorno ad un tavolo per un confronto finale.

L'altro candidato forte per la panchina giallorossa è Sarri, separato in casa con il Chelsea. La Granovskaia, donna alla guida dei londinesi, vuole dargli il benservito anche nell'eventualità di una vittoria in Europa League con l'Arsenal, match che sarà disputato a Baku il 29 maggio. I rapporti con il toscano sono deteriorati e, nonostante un contratto di altri due anni a 6 milioni di euro netti annui (in Inghilterra è circolata la notizia che i suoi undici collaboratori hanno firmato solo fino al 30 giugno), un divorzio è la soluzione più probabile.

L’ultimo dei motivi d’attrito con la dirigenza dei Blues è stata l'amichevole disputata a Boston,nella quale il prezioso centrocampista Loftus-Cheek si è rotto il tendine d'Achille. I contatti con l'entourage di Sarri sono portati avanti da Baldini, di stanza nella City, ma prima del derby europeo il tecnico non prenderà alcuna decisione, pressato anche dalla Juventus.

Intanto si avvicina l'addio del ds ad interim Massara, che potrebbe salutare la Capitale ed iniziare una nuova avventura in solitaria in Italia. Non è detto infatti che segua Sabatini al Bologna: su di lui sono vive le sirene del Brescia di Cellino, che ha fatto fuori Marroccu, del Sassuolo e anche della Fiorentina, non sicura di continuare con la coppia Corvino-Freitas. Tutte le pedine del domino romanista andranno al loro posto al termine della stagione.


La somma degli orrori di una stagione

IL MESSAGGERO - FERRETTI - L’obiettivo della Roma era vincere la partita per continuare a inseguire un sogno (quasi) impossibile, la Champions, ma forse anche quello di riprendere il normale tran tran di vita di una società/squadra di calcio, devastata dall’esplosione del caso De Rossi. Il più chiaro esempio di cosa non si dovrebbe fare in un club, e non solo per tempistica e modalità, specie nel momento più delicato della stagione. Mica facile, però, vincere una partita così particolare dopo che dall’interno era stato dato per scontato che tutto, parlando della classifica, fosse già definito. Questione di testa, più che di gambe o di gioco. E la Roma, con De Rossi in panchina più protagonista di tanti colleghi in campo, ha costruito la gara che un po’ tutti si aspettavano o che temevano potesse partorire. Cioè in avvio con poco di tutto. Gioco e cuore, in primis. L’ennesima brutta Roma che ha vissuto per mesi nascondendosi dietro alibi infantili e errori di ogni tipo provenienti dalla sede. Nella seconda parte della sfida, la squadra di Claudio Ranieri ci ha provato con un po’ più di tutto, e alla fine può perfino recriminare per non aver portato a casa un successo che sarebbe stato giusto.

LAMPI Non che i giallorossi nella ripresa abbiano incantato sul piano della manovra, ma se non altro ci hanno messo fino all’ultimo istante di gara tutto quello che avevano. Non si può imputare all’umido pareggio di Reggio Emilia la prima causa della zona Champions ormai lontanissima, quasi irraggiungibile: troppe volte in passato abbiamo visto altre Reggio Emilia, o forse anche di peggio, che hanno determinato il fallimentare rendimento stagionale. Si chiedeva alla Roma (lo dicevamo sempre dal di dentro) un posto tra le prime quattro del campionato, invece sarà ormai complicatissimo arrivare anche solo al quarto posto. Non è il momento di fare bilanci, ci sono da giocare ancora novanta minuti ma sarà complicato, e lo sappiamo già da oggi, trovare spunti positivi anche se dovesse arrivare il pass per l’Europa League. La Roma si è comportata da squadra perennemente malaticcia, che ha avuto via via qualche miglioramento e tanti peggioramenti. Tipo: vorrei ma non ce la faccio. Non è mai stata neppure al quarto posto, non è mai stata realmente protagonista e nemmeno ha dato l’impressione di poterlo diventare.Non centrare la zona Champions sarà solo l’indegna conclusione di una stagione dai mille orrori. Aziendali e no.


Roma, punto di non ritorno

IL MESSAGGERO - TRANI - Piove su Reggio Emilia. Ma diluvia su Pallotta e i suoi collaboratori. Perché monta la contestazione tra la gente e al tempo stesso frena la Roma in classifica: il pari contro il Sassuolo (0-0, punteggio inedito in questa stagione: l'ultimo con la Juve, il 13 maggio 2018 all'Olimpico) non serve a niente. I giallorossi, pur passando la notte al 5° posto, rischiano di perdere contemporaneamente la partecipazione alla Champions e all'Europa League. L'Inter e l'Atalanta sono già avanti, ma oggi anche il Milan può superarli, e il Torino agganciarli (ma è sotto nello scontro diretto). Il rischio è che debba essere decisiva anche la sfida col Parma.

VIAGGIO A VUOTO Ranieri si illude di aver trovato la formula vincente e, premiando gli interpreti del successo di domenica scorsa contro la Juve, riparte dal finale della gara vinta contro i campioni d'Italia. L'unica novità è in difesa, con Jesus accanto a Fazio per il forfait di Manolas (distorsione alla caviglia nell'allenamento della vigilia). Nel 4-3-3, il play è ancora Nzonzi, con De Rossi risparmiato in panchina e a lungo festeggiato dai 1500 tifosi presenti al Mapei stadium, gli intermedi sono Cristante e Zaniolo, il tridente è quello titolare con Under, Dzeko ed El Shaarawy. A specchio, dunque, anche nell'inedita sfida con De Zerbi, proprio come è accaduto all'Olimpico con Allegri. In fase difensiva, comunque, si abbassano, disponibili e disciplinati, con gli esterni offensivi e la Roma si protegge con il 4-5-1. Il Sassuolo, del resto, non modifica il suo atteggiamento che rimane spregiudicato, anche se in attacco non schiera il finalizzatore ma Djuricic da falso nove in mezzo a Berardi e Boga. Almeno all'inizio, però, funzionano meglio gli esterni offensivi giallorossi, soprattutto quando hanno spazio per ripartire.

BREVE SOSPENSIONE La protesta dalla curva rimbalza in campo. Maresca, subito dopo la mezz'ora, è costretto a interrompere il match. Doppio stop, in totale meno di 2 minuti, per permettere ai vigili del fuoco di rimuovere i fumogeni lanciati dal settore ospiti nell'area di Consigli. La Roma va a sprazzi. Decente in partenza, fiacca in attesa dell'intervallo. Under va subito al tiro e a destra spesso si accentra per favorire la sovrapposizione di Florenzi. Dzeko ha sul destro il pallonetto per il vantaggio, ma conclude senza convinzione. Anche Kolarov ci prova e Consigli, pure se a fatica, salva. Berardi incide da rifinitore e costruisce, nel recupero, la migliore occasione del 1° tempo: imbucata per Djuricic che, lasciato sul posto Fazio, incrocia di destro. Bravo Mirante, di piede, a deviare in angolo.

RISVEGLIO INUTILE Il Sassuolo conquista campo nella ripresa. Con la qualità di Locatelli. A sprecare la chance per il ko è però El Shaarawy: a porta vuota, va in bicicletta e indirizza sul fondo. La Roma accelera e prepara l'assalto. Occasioni a raffica, senza inquadrare però il bersaglio. Destrodi Dzeko da fuori area: palo. Kolarov pennella per Cristante che, in tuffo, colpisce di testa: la riposta di Consigli è super. Ranieri cambia per andare a dama: dentro Pastore per Zaniolo e Kluivert per Under. Entrambi, però, fanno cilecca. Dzeko invita al tiro Pastore: destro respinto da Demiral. Faziodi testa: largo. El Shaarawy da sinistra per Kluivert: rimpallo con Rogerio e palla che rimbalza ancora sul palo (22 i legni colpiti in questa stagione). Ecco Perotti per El Shaarawy. De Zerbi, dopo aver inserito Brignola per Djuricic, mette anche Di Francesco al posto di Boga e Adjapong per Locatelli. Nel recupero, Maresca annulla la rete di Fazio che chiude da centravanti aggiunto: c'è Dzeko in fuorigioco. Come la Roma in quest'annata deprimente.


Cori soltanto per De Rossi a Reggio Emilia

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Surreale l’atmosfera intorno a Sassuolo-Roma, gara completamente immersa nel clima di contestazione che sta accompagnando gli ultimi giorni con la maglia giallorossa di De Rossi. Che non gioca, restando in panchina per tutta la partita, ma è la presenza più ingombrante.

In campo uno 0-0 deludente, che complica la corsa anche per l’Europa League, non chiudendola però. Continui i cori a favore del numero 16 e contro la società, in particolare i bersagli principali continuano ad essere Pallotta e Baldini. “Lode a te, Daniele, ultimo imperatore”, uno degli striscioni d’amore esposti per il capitano, ma anche una manifestazione goliardica di un gruppetto si sostenitori nel settore ospiti del Mapei Stadium: tutti con le pettorine da bagnini e la scritta “Per una società all’ultima spiaggia”.

Assente Totti per motivi personali. L’ex numero 10 è immerso in giornate pesanti e piene di pensieri, per una settimana, la prossima, che potrebbe essere anche per lui l’ultima. Nel suo caso come dirigente. È andato a cercare i tifosi, Florenzi, a fine gara, lanciandogli, sotto la pioggia incessante, maglietta e fascia da capitano, per una distanza, fatta di incomprensioni, che il giocatore sta cercando di accorciare. Un malessere generale quello che si respira, che proseguirà per i prossimi sette giorni, arrivando alla partita col Parma, all’Olimpico, l’ultima di De Rossi con la Roma.

La contestazione proseguirà anche lì, restando in standby solamente per omaggiare il numero 16, che a fine gara, senza un cerimoniale particolare, farà il giro di campo per ringraziare i tifosi. Massara, ds uscente, spiega intanto che «la scelta su De Rossi dolorosa e difficile. Emotivamente non c’è un momento giusto per poterle prendere. Oggi è lo stesso De Rossi a riportare l’attenzione su questa partita e sul finale di campionato. Per cercare di ottenere il risultato e onorare al meglio il nostro capitano Daniele».


Effetto De Rossi: striscioni e cori tutti anti-Pallotta

LA GAZZETTA DELLO SPORT - L’ultima trasferta della Roma, assente ingiustificata per quasi tutto il campionato, è stata segnata più da chi non c’era. Il pareggio contro il Sassuolo spegne anche l’ultima illusione per il quarto posto. Si avvicina l'ipotesi Europa League, con gli scomodissimi preliminari di Europa League in pieno luglio.

Assente era naturalmente il presidente James Pallotta, ma molto presente nei cori degli ultrà, negli striscioni e persino nel lancio di due fumogeni verso la porta di Consigli alla mezzora del primo tempo. Assente Daniele De Rossi, tenuto in panchina in vista della gara dei saluti contro il Parma, osannato dalla curva («lode a te, imperatore») ormai in guerra con la dirigenza. Assente anche Francesco Totti, rimasto a Roma per impegni personali, la cui assenza ha scatenato l’immancabile gossip: continuerà a lavorare in una società invisa a una fetta sempre più ampia di tifosi?


Roma, una partita piccola piccola: ora la Champions è lontana

LA REPUBBLICA - PINCI - Una tifoseria furibonda, un futuro da costruire da zero, il timore di un’estate infernale. La Roma di oggi è più incerta di questi giorni di maggio: il sole è una speranza vaga nascosta da litri di pioggia. Quella caduta sul Mapei Stadium sotto forma di insulti alla società che ha voluto il divorzio da De Rossi.

Lo 0-0 in casa del Sassuolo è l’ultima condanna: oggi Atalanta e Milan possono escludere la Roma dalla prossima Champions, colpo di grazia a una stagione maledetta. Ma la partita è stata soltanto un sottofondo sportivo a due ore di contestazione: una frattura forse insanabile tra la curva e la proprietà americana.

L’Aventino dei romanisti è il Mapei Stadium. «De Rossi eterno capitano, Pallotta eterno riposo», recitava un messaggio di pessimo gusto esposto dai millecinquecento arrivati a Reggio Emilia. Quei tifosi che spesso hanno accompagnato in silenzio le partite all’Olimpico non hanno smesso un secondo di gridare insulti al presidente Pallotta, principalmente, ma pure al suo consulente Franco Baldini e al vice presidente Baldissoni. De Rossi s’è alzato dalla panchina solo per salutare con gli occhi gonfi, ma il dubbio che per qualcuno il suo addio fosse un pretesto è sorto quando in campo sono piovuti fumogeni, lanciati solo per poter urlare “paga la multa” a Pallotta: idiozie sottolineate dal “buffoni” urlato dal resto dello stadio (pochi).

Ma che la frattura sia insanabile o quasi lo diceva uno striscione: «In 7 anni avete distrutto la romanità, via dalla Roma Pallotta e società». Eppure avrebbe potuto essere una Roma davvero romana, la prossima, se De Rossi avesse accettato il ruolo dirigenziale. Oggi invece è tutto in dubbio. Persino il futuro di Totti, unico assente ieri, ufficialmente per un impegno preso da tempo, o forse per il ritardo nel viaggio di ritorno dal Kuwait, dove ha dato spettacolo giocando a calcetto. A giorni chiederà un chiarimento con Pallotta, perché forse gli ultimi 24 mesi da dirigente ma in posizione marginale qualche segno l’hanno lasciato. La risposta della società sarà affidargli la direzione tecnica appena verrà ufficializzato il ds (Petrachi, che però deve liberarsi dal Torino): un ruolo vero, dopo la “scuola guida”.

Il primo mattone della ricostruzione sarà però l’allenatore. A Trigoria hanno chiuso un accordo con Gasperini, che per dire sì aspetta solo di liberarsi dall’Atalanta (due giorni fa il primo incontro con il presidente Percassi per sciogliere il vincolo fino al 2021). Una situazione d’incertezza che però consente contestualmente di attendere. Per capire quali piani abbia Sarri, chetra Chelsea, Juve e la promessa fatta mesi fa ai vertici romanisti non ha ancora scelto la strada da prendere. Chi verrà, rischia di dover ricominciare a giocare già il 25 luglio, secondo turno preliminare d’Europa League. Oggi la Roma è sesta e li dovrebbe affrontare, col rischio di compromettere pure la prossima stagione. Da vivere senza De Rossi e, forse, senza l’amore dei tifosi.


De Rossi in panca, i tifosi lo osannano. E anche Ranieri attacca la società

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Osannato dagli ultrà giallorossi, che hanno attaccato duramente Pallotta e la società. De Rossi, dalla panchina, ha osservato i suoi tifosi innalzare tante foto con la sua faccia e poi lo striscione: «Lode a te Daniele ultimo imperatore». Il primo di tanti. Due volte l’arbitro ha dovuto interrompere il match per lancio di fumogeni in campo, mentre i cori scandivano: «Pallotta paga la multa».

Anche Ranieri a fine partita non è statonon è leggero. «Abbiamo lottato ma ci è mancata fortuna. Non sono il presidente, ma in genere la Roma ha dovuto sempre vendere e quindi immagino che senza Champions succederà ancora. Lo scorso anno la spina dorsale di una squadra che stava aprendo un ciclo è stata venduta. C’è stato un contraccolpo, magari i giocatori esperti non hanno trovato punti di riferimento e forse non hanno aiutato al 100% i ragazzi a inserirsi. Sarà difficile tornare subito a lottare per la Champions». 


I giallorossi andranno in Europa se...

IL TEMPO - BIAFORA - La Roma dice quasi addio alla Champions. Con lo 0-0 sul campo del Sassuolo le speranze di rigiocare la massima competizione europea sono appese ad un filo. Se l'Atalanta questa sera pareggerà contro la Juventus i giallorossi dovrebbero vincere e sperare in un ko nerazzurro all’ultima, avendo inoltre l'obbligo di rimontare l’attuale differenza di dodici reti in caso di arrivo alla pari. Se invece gli orobici espugnassero lo Stadium ecco che le chance di qualificazione scenderebbero definitivamente a zero (a meno di clamorosi tonfi dell’Inter).

L'obiettivo di De Rossi e compagni, più che guardare avanti, è ora quello di mantenere un posto valido per la prossima Europa League. Gli uomini di Ranieri si devono coprire le spalle dalla rimonta del Torino, potendo contare su tre punti di vantaggio e sui migliori scontri diretti stagionali. Il vero incubo della Roma è il sesto posto, che costringerebbe la squadra a giocare almeno tre turni preliminari in estate per qualificarsi alla coppa e obbligherebbe la società a rivedere i piani della tournée. Con il Parma non sono ammessi errori.


Ora per il quarto posto è durissima

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Il pareggio di Reggio Emilia cancella di fatto le speranze della Roma di agganciare la qualificazione alla Champions. Anche battendo il Parma nell’ultima giornata, i giallorossi possono arrivare al massimo a 66 punti dove già si trova l’Inter e dove già oggi potrebbe salire l’Atalanta se facesse punti a Torino contro la Juve. In caso di arrivo alla pari con la Roma, l'undici di Gasperini sarebbero davanti in virtù di una miglior differenza reti generale,

In chiave Europa League il pareggio della squadra di Ranieri rende incandescente la corsa, aumentando le chance del Toro. Battendo oggi l’Empoli, i granata infatti aggancerebbero i giallorossi con i quali, però, sono in svantaggio nel doppio confronto diretto (due sconfitte). In caso di arrivo a quota 66 fra Milan, Roma e Torino, invece, in Europa League (con la Lazio) andrebbero per la classifica avulsa rossoneri e giallorossi.


Ranieri duro: «Il futuro? Prima mossa le cessioni...»

IL MESSAGGERO - TRANI - Gasperini rimane il principale candidato per la panchina della Roma. Lo stesso Sarri, tentato anche da Juve e Milan, resta in corsa, evidenziano la spaccatura tra il management italiano e quello straniero. Sarebbe stato fatto anche un sondaggio per Allegri che però non è il profilo ideale per la proprietà Usa, consapevole del ridimensionamento.

Lo conferma con sincerità Ranieri: «Il nuovo allenatore dovrà decidere su quali giocatori puntare, ci sarà un summit futuro. Non penso che pronti via si potrà lottare per la Champions, magari per l’Europa sì». Ripete quanto detto 4 anni fa da Garcia: «La Roma deve sempre vendere prima di comprare. E l’anno scorso è stata ceduta la spina dorsale di una squadra che stava crescendo. Molte rivali si stanno rinforzano, non conosco la strategia della società». Su De Rossi: «Col Parma, deve essere la sua festa, invito i tifosi a celebrarlo, un capitano come lui lo merita. Non è sereno, ma sta a lui dirlo».


Tutti i tifosi con De Rossi, il nemico è solo Pallotta

IL MESSAGGERO - LENGUA - Prosegue la protesta dei tifosi della Roma per l’addio di Daniele De Rossi imposto dalla società. Al Mapei Stadium gli ultras presenti in trasferta (circa 1500) hanno intonato cori contro il presidente Pallotta, il vicepresidente Baldissoni, il consulente Baldini e dedicato una grande ovazione al numero 16. Assente Francesco Totti rimasto nella Capitale per impegni personali, presenti sugli spalti l’ad Fienga, il ds Massara e Baldissoni. A pochi minuti dal fischio d’inizio e durante il match sono stati esposti gli striscioni «Lode a te Daniele ultimo imperatore», «De Rossi eterno capitano Pallotta eterno riposo», «In 7 anni avete distrutto la romanità via dalla Roma»«Una società che ti ha tradito...DDR vanto infinito», «Di noi tifosi e di De Rossi ve ne fregate è ora che ve ne andate», mentre la parte alta del settore esponeva locandine con la foto del centrocampista. La contestazione ha preso anche toni ironici con lo striscione «Per una società all’ultima spiaggia» sorretto da tifosi vestiti da bagnini con tanto di canottiera rossa e la scritta «Salvataggio AS Roma». Il primo tempo è stato sospeso due volte per il lancio di fumogeni in campo, durante lo stop la Curva ha cantato il coro «Pallotta paga la multa».

LA PACE I presenti allo stadio hanno alternato cori di sostegno alla squadra a quelli di protesta, al fischio finale Florenzi e Kolarov sono andati a salutare i tifosi sotto il settore. È pace fatta tra gli ultras e Aleksandar dopo la tensione esplosa durante la stagione, le parole del terzino rilasciate in settimana su De Rossi sono state decisive: «È un fratello. Tra 3 o 4 mesi tutti si renderanno conto di chi è stato». A fine match Fazio ha commentato la contestazione al Mapei: «Siamo giocatori con esperienza e non ci lasciamo distrarre da altre cose. De Rossi è un vero capitano e un leader dentro e fuori dal campo». Ha preso le parti di Daniele anche Fiorello: «È stata una cosa bruttissima, i vertici della Roma devono vergognarsi». Così come Montella che lo avrebbe voluto alla Fiorentina: «Nella mia prima gestione».


L'ultima trasferta del capitano tra lacrime e contestazione

IL TEMPO - BIAFORA - La sua ultima trasferta con la maglia della Roma l’ha vissuta interamente dalla panchina. De Rossi, come previsto alla vigilia della sfida con il Sassuolo, non è stato schierato da Ranieri nell’undici titolare che ha pareggiato contro i neroverdi e non si è mai alzato per scaldarsi durante la gara in previsione di un ingresso sul terreno di gioco. La serata del capitano è iniziata con un saluto agli oltre duemila presenti nel settore ospiti del Mapei Stadium a pochi minuti dal fischio d'inizio di Maresca, dopo che aveva preferito non affacciarsi sul campo durante le operazioni di preparazione atletica pre-partita dei compagni. DDR è stato accolto da un’ovazione e da cori di supporto, seguiti poi dall’innalzamento di numerosi striscioni: «Lode a te ultimo imperatore», «In 7 anni avete distrutto la romanità... Via dalla Roma Pallotta e società», «De Rossi eterno capitano. Pallotta eterno riposo» e «Una società che ha tradito... DDR vanto infinito».

Durante l’intero match gli ultras non hanno risparmiato canti di contestazione contro Pallotta, Baldissoni e Baldini, manifestando il loro dissenso in particolare al trentesimo minuto della prima frazione, lanciando in rapida successione due fumogeni sul campo, che hanno costretto l'arbitro a sospendere il gioco per consentire l’ingresso dei vigili del fuoco. Il gesto è stato accompagnato dal coro «Paga la multa, Pallotta paga la multa», un chiaro riferimento all’inevitabile ammenda che il giudice sportivo infliggerà al club giallorosso, seguito poi dalla particolare protesta di una minoranza dei presenti, tutti vestiti da bagnini e l’esposizione della scritta «Per una società all'ultima spiaggia». Nel secondo tempo è invece apparso l'ennesimo striscione di protesta per la decisione di non rinnovare il contratto al simbolo romanista: «Di noi tifosi e di De Rossi ve ne fregate, è ora che ve ne andate».  Il tutto firmato con il testo «Anti società».

In giornata l'addio della bandiera capitolina era stato commentato prima dall'ex partner di Nazionale e tecnico del Milan Gattuso: «Ha sempre dimostrato di avere uno spessore umano incredibile. C'è sempre stato un bel rapporto, anche adesso, già ragiona da allenatore anche se vuole giocare ancora. Allo spogliatoio mancherà», poi da Montella, che di De Rossi è stato compagno e allenatore: «E un ragazzo vero, eccezionale, è stato il mio primo capitano e con un suo gol ho trovato la mia prima vittoria in panchina. Nella mia prima gestione alla Fiorentina abbiamo provato a prenderlo, adesso non l'ho sentito» e infine dal ds Massara: «E stata una settimana che ha generato un tumulto di emozioni. Sono scelte dolorose e difficili emotivamente». 

Ora si entra negli ultimi giorni di un'infinita storia d'amore, che si concluderà con Roma-Parma (data, orario e tv saranno decisi martedì). De Rossi non sa ancora quello che gli riserverà il domani. Ci sarà tutto il tempo per programmare il futuro.