Conte e Petrachi: incontro a Torino. Patto per Zaniolo

LA REPUBBICA - FERRAZZA - Pasqua a Lecce, passaggio veloce a Roma e serata (ieri) a Torino. I movimenti di Antonio Conte sono monitorati dai tifosi giallorossi che non perdono occasione per postare selfie insieme al tecnico dei loro sogni, mappandone i movimenti giorno per giorno. Ed è proprio una foto scattata a Fiumicino, e postata su Instagram da un supporter giallorosso, a far scattare l’allerta sulla presenza del mister ex Chelsea nella capitale. Conte ha fatto solamente scalo all’aeroporto romano, per tornare a Torino, dove ha ancora casa e dove, con l’occasione della gara di ieri sera tra Toro e Milan, incontrerà il suo grande amico Petrachi, attuale dirigente dei granata e prossimo direttore sportivo dei giallorossi. Un intreccio di avvistamenti e incontri che tiene in ansia i romanisti, smossi ulteriormente dalle parole di Totti («qualunque squadra farebbe follie per averlo») e di Ranieri («se arriva vado a prenderlo io all’aeroporto»). Conte non ha ancora deciso se cedere al corteggiamento di Pallotta e soci, ma continua a far sapere di essere molto attratto dall’idea di vincere su una panchina che ha visto saltare tanti colleghi, anche perché la gloria a Roma sarebbe maggiore rispetto a quella che potrebbe raggiungere in altre città. Ma i punti interrogativi sono ancora tanti e restano legati al tipo di progetto che il club può garantirgli, tra cessioni inevitabili e una campagna acquisti che dovrà essere necessariamente di rafforzamento. La vittoria contro il Cagliari (3-0) tiene viva la corsa per la zona Champions che, al di là delle varie rassicurazioni, è un obiettivo fondamentale per poter ambire a un allenatore di questo livello e a una campagna acquisti appetibile. Conte vorrebbe la conferma di Zaniolo, nei confronti del quale è stato molto duro Totti. «Ha già un contratto, per quanto deve firmare, dieci anni? Quello che ha va più che bene e vi ricordo che le cose si fanno in due», le parole dell’ex numero dieci che non hanno fatto piacere all’entourage del giocatore, in attesa di una chiamata da Trigoria per gettare le basi del rinnovo. Conte ripartirebbe da Dzeko e Manolas, due pilastri che, se non arrivasse lui, sarebbero, per motivi diversi, due potenziali partenti. Chissà che ne sarà invece di Pastore, apparso in via di recupero contro il Cagliari. Gol e prestazione accettabile, per l’argentino, reduce da una stagione piena di infortuni e incomprensioni, anche molto accese, con Di Francesco. Tra i due il feeling non è scattato, con il giocatore che si è sentito accantonato e l’ex tecnico che ha invece vissuto come un tradimento alcuni atteggiamenti tenuti dal giocatore negli ultimi mesi. La Romaspera che il cartellino di Pastore — pagato circa 27 milioni di euro la scorsa estate — si rivalorizzi per provare a piazzarlo in estate da qualche altra parte, sgravandosi così di un ingaggio importante (4,2 milioni a stagione).

 

 

 

Conte-Roma: stretta finale

IL TEMPO - BIAFORA - Due settimane decisive per il futuro della Roma. Da oggi a domenica 12 maggio saranno dei giorni più che intensi in casa giallorossa, sia per quanto riguarda la lotta per la conquista di un posto in Champions, sia per la definizione della gestione sportiva tra dirigenza e panchina, dove la speranza è quella di arrivare a Conte. In attesa della partita dell’Atalanta, i capitolini possono godersi il quarto posto in solitaria, avendo scavalcato il Milan, sconfitto dal Torino. Ranieri ha chiarito alla perfezione che non bisogna però guardare agli altri, ma solo pensare ai propri risultati mantenendo la testa fissa sull’obiettivo. La prossima tappa sulla tabella di marcia della Roma è rappresentata dalla sfida con il Genoa, reduce dal pareggio con la Spal. I rossoblù hanno guadagnato un punto sulla zona retrocessione e ora si trovano a quota trentacinque, con sei lunghezze di margine sull’Empoli terzultimo, potendo inoltre contare sul vantaggio degli scontri diretti in caso di arrivo a pari merito. Di certo non sarà una passeggiata a Marassi poiché il doppio successo stagionale a Genova manca dall’annata 2007/08 (Genoa-Roma 0-1 e Sampdoria-Roma 0-3, in entrambe gol di Panucci) e certamente gli uomini di Prandelli vorranno guadagnarsi il traguardo salvezza senza aspettare le ultime tre giornate. L’altro gradino da superare per continuare a credere nella Champions è rappresentato dalla Juventus, già campione d’Italia e con la testa alla costruzione della squadra per il prossimo campionato. Il percorso dei giallorossi si intreccia con quello dei bianconeri non solo sul campo, ma anche sul mercato degli allenatori, dove l’oggetto del contendere è rappresentato da Conte. Quello del salentino è il primo nome della Roma nella lista dei tecnici del futuro e allo stesso tempo è in lizza per un clamoroso ritorno all’Allianz Stadium in caso di addio di Allegri. La situazione all’ombra della Mole sarà più chiara soltanto dopo il summit tra il mister livornese e il presidente Agnelli previsto per questa settimana. Entrambi a più riprese hanno dichiarato di voler proseguire insieme, ma è impossibile escludere una diversa visione delle esigenze per costruire la squadra che verrà e la conseguente rottura definitiva. In questo scenario l’opzione Conte, ieri in tribuna a Torino, diventerebbe concreta per la Juventus, che sta però riflettendo sulla chance di arrivare ad un allenatore ancora più quotato per puntare a vincere in Europa: tipo Guardiola e in quel caso Conte sarebbe una sorta di piano B. Il tecnico di Lecce, pressato dal suo amico Petrachi, che è in pole per diventare il direttore sportivo della Roma, vuole prendere una scelta entro la metà di maggio e mette fretta. Tutte le carte sono ancora in gioco, nei prossimi quattordici giorni molte saranno scoperte.

 

 


Roma, i gol che non ti aspetti. Il miglior attacco è la difesa

CORRIERE DELLA SERA - Il pensiero di Claudio Ranieri è chiarissimo: se dietro non prendiamo gol, con tutta la qualità che abbiamo in avanti prima o poi uno lo facciamo di sicuro. I difensori, insomma, per prima cosa devono pensare a difendere. Se sanno anche fare gol, però, non prenderanno di sicuro una multa, anche perché gli attaccanti e i trequartisti giallorossi, in questa stagione, hanno avuto più bassi che alti. L’unico che è arrivato in doppia cifra in campionato è Stephan El Shaarawy, con 10. Dzeko è fermo a 8. Saltano ancora più all’occhio, così, gli 8 gol segnati da Aleksandar Kolarov e i 5 di Federico Fazio, veri e propri bomber inaspettati e utilissimi. Per tutti e due si tratta del record in carriera. Kolarov ne aveva fatti 4 con l’OFK Belgrado nel lontano 2006-2007 e 3 con la Lazio 2009-2010 e il Manchester City 2015-2016. Fazio era arrivato a 3 in due occasioni con il Siviglia: nella stagione 2007-2008 e in quella 2012-1013. Quella di Kolarov è una vera e propria impresa. L’ultimo difensore straniero che aveva segnato così tanto in serie A era stato Mihajlovic nella stagione 1998-1999 con la maglia della Lazio. A Kolarov restano 4 partite per fare meglio di Sinisa, che è stato un suo modello come calciatore e suo allenatore nella Serbia.


Zaniolo, contratto da fare e posto da ritrovare

CORRIERE DELLA SERA - Ricominciare la favola. La stagione di Nicolò Zaniolo sembrava tutta rose e fiori, ma da un mese a questa parte sono cominciate le difficoltà. Ha continuato a giocare fuori ruolo, la qualità delle prestazioni è un po’ calata, a San Siro è andato in panchina nella partita a cui teneva di più - quella contro l’Inter che non aveva creduto in lui - e contro il Cagliari non ha giocato perché squalificato. Si aggiunge un piccolo «giallo» sul contratto da adeguare. Francesco Totti, prima di Roma-Cagliari, ha detto che è già tutto a posto. Al procuratore del ragazzo, Claudio Vigorelli, non risulta: «Sono sorpreso. L’ultimo contatto con la Roma risale ai tempi di Monchi. Aspettiamo da tempo che qualcuno della Roma ci chiami».


Così Ranieri ha rialzato il bunker

GAZZETTA DELLO SPORT - Nelle ultime 4 partite la squadra giallorossa ha subito un solo gol. D’altronde, da quando è tornato a Trigoria, Ranieri ha spiegato bene il suo mantra: «Dobbiamo non subire reti, poi con la qualità che abbiamo davanti la via della porta la troviamo». E se l’avvio non era stato incoraggiante (vittoria stentata con l’Empoli, sconfitta a Ferrara con la Spal, sconfitta in casa col Napoli e pareggio in casa con la Fiorentina: sempre con reti al passivo), da quel momento in poi solo Perisic è riuscito a battere Mirante. Ecco, proprio il cambio del portiere è stata una delle mosse che hanno contribuito a blindare la difesa. Non si tratta tanto del valore assoluto dell’ex portiere del Bologna rispetto a Olsen, ma del fatto che l’attuale titolare conosce l’italiano e sa guidare meglio la difesa rispetto allo svedese. Ranieri ha ordinato anche di tenere strette la linea della difesa con quella di centrocampo, così in questo contesto è cresciuto esponenzialmente anche il rendimento di Fazio, che ha meno campo da coprire e rischia assai meno di essere preso in velocità. Tra l’altro, il diktat del tecnico di non far partire perforza l’azione da dietro con la palla a terra (con tutti irischi che possono esserci nel palleggio), forse fa lavorare di più gli attaccanti nei duelli sui lanci lunghi e le relative «seconde palle» da andarsi a cercare, ma fa trovare la difesa sempre ben posizionata.


La Juve punta Guardiola in caso di partenza di Allegri

La Juve punta Pep Guardiola, attuale tecnico del Manchester City, in caso di divorzio con Massimiliano Allegri. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Tempo, pare che i bianconeri stiano sondando il terreno per capire se ci possano essere i margini per iniziare una trattativa per portare a Torino l'allenatore spagnolo.


INSIDE BUNDESLIGA - Crollo Dortmund nel derby della Ruhr, ma il Bayern non chiude il campionato. Lipsia inarrestabile

INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI - Nel 2017 al Westfalenstadion il Revierderby tra Borussia Dortmund e Schalke 04 era terminato 4-4, con gli ospiti in grado di risalire dallo 0-4. Anche in questa stagione lo Schalke ne segna 4 in casa del Dortmund, ma questa volta arriva un successo 4-2 che vale una grossa parte di salvezza e allo stesso tempo il rischio di estromissione dalla lotta per il titolo del Borussia Dortmund. Gara che inizia con la squadra di Favre dominante nel possesso palla e lo Schalke ben contento di difendere e provarci in contropiede. Al 14’ Sancho inventa un assist geniale che mette Gotze solo davanti alla porta, tocco di testa e Dortmund avanti. Appena il tempo di finire di festeggiare che lo Schalke pareggia, il VAR richiama l’arbitro per un tocco di mano di Weigl in area su tiro di Embolo. Rigore, Caligiuri spiazza Burki e al 17’ è di nuovo parità. Il Borussia continua a giocare, lo Schalke invece segna ancora con Sané che al 28’ svetta in mezzo a tre avversari da calcio d’angolo e ribalta il punteggio. Nella ripresa saltano i nervi al Borussia: al 60’ Reus commette un brutto fallo da dietro su Serdar che gli vale il rosso diretto, imitato, purtroppo per Favre, da Wolf che al 65’, con un intervento molto simile ancora su Serdar, raggiunge in anticipo il capitano negli spogliatoi. Borussia addirittura in 9 e sotto di due gol, perché in mezzo alle due espulsioni Caligiuri su punizione ha mandato il pallone sotto l’incrocio dei pali per l’1-3 al 62’. All’84’ Witsel sul secondo palo prova a dare un senso agli ultimi minuti, ma Embolo all’86’ trova l’angolino ed esulta dicendo a tutti che la gara è finita.

Nel posticipo della 31.a giornata di Bundesliga il Bayern Monaco strappa l’1-1 sul campo del Norimberga, grazie a Gnabry (75’) che risponde al vantaggio iniziale firmato da Matheus Pereira (48’). In pieno recupero i padroni di casa sbagliano un rigore con Leibold(palo). Niente fuga decisiva, quindi, per la vittoria del campionato tedesco, anche se i punti di vantaggio dei bavaresi sul Borussia Dortmund ora sono 2, ad appena tre giornate dalla conclusione.

Nell’altra partita domenicale, invece, il Wolfsburg vince 4-1 a Hoffenheim.

Vittoria importante per il Lipsia che batte 2-1 il Friburgo ed è a 5 punti dal secondo posto del Borussia Dortmund. Vantaggio del Lipsia al 19’ con il destro da centro area di Werner, pareggio al 66’ con la splendida punizione di Grifo, ma padroni di casa di nuovo avanti con il rigore di Forsberg al 78.

Sempre in zona Europa rallenta l’Eintracht al quarto posto, 0-0 casalingo con l’Hertha Berlino.

Vittoria pesante invece per l’Hannover che batte 1-0 in casa il Mainz con la rete di Weydandt al 66’ e si porta a 3 punti dallo Stoccarda che oggi giocherebbe il playout per restare in Bundesliga.

Infine il Fortuna Dusseldorf si diverte contro il Werder Brema per 4-1: Raman trova il destro all’angolino e i padroni di casa sono già avanti al 1’, raddoppia Karaman al 22’ che di sinistro chiude un contropiede, dimezza le distanze Kruse su rigore al 28’ dopo la conferma del VAR. Hennings al 56’ riporta due gol tra le squadre, Suttner al 73’ completa la festa del Fortuna.

 


Addio Josef Sutal, Schick: "Riposa in pace Pepo"

Josef Sural è morto in un incidente. Questa mattina la tragedia che riguarda l'ex giocatore ceco dell'Alanyaspor. Patrick Schick pubblica su Instagram una foto in suo ricordo:

 
 
 
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Odpočívej v pokoji Pepo

Un post condiviso da Patrik Schick (@p_schicky) in data: Apr 29, 2019 at 1:24 PDT


Iscrizioni per allenarsi con Florenzi ed Elisa Bartoli (Foto)

Aperta la possibilità di un masterclass con Elisa Bartoli e Alessandro Florenzi. Il profilo Twitter della Roma Femminile annuncia l'opportunità di iscriversi e partecipare all'allenamento con i due giocatori giallorossi grazie all'evento promosso da Nike.


Allenamento Genoa. Domani rossoblu di nuovo a Pegli in vista della Roma

Il Genoa inizierà domani la preparazione per la Roma. Dopo aver portato a casa l'1-1 con la Spal, oggi la squadra si riposa e nella mattinata di domani riprenderà gli allenamenti al centro sportivo Gianluca Signorini di Pegli in vista del match di domenica contro i giallorossi.


INSIDE PREMIER - Il solito Aguero mantiene il City in vetta. Cinquina Reds. Tottenham e Arsenal ko. Pari tra Solskjaer e Sarri

INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI - Non ci doveva essere partita, e non c'è stata. Ma che questa potesse durare solo 14 secondi, pochi potevano aspettarselo. Il tempo che serve all'Huddersfield per perdere palla e regalarla al contropiede del Liverpool, chiuso da Naby Keita per l'1-0. C'è più di un motivo se i Terriers sono ultimi in Premier League e retrocessi da tempo. È la rete numero 100 nella stagione dei Reds, mentre per Keita è il terzo centro in tre settimane, dopo essere rimasto a secco fino a marzo. Gli ospiti provano a imbastire una manovra offensiva e arrivano a tirare dalle parti di Alisson, ma riescono solo a fare il solletico a van Dijk e compagni. Il Liverpool (che prima della partita ha ricordato Tommy Smith, storico difensore dei Reds in rete nella finale di Coppa dei Campioni 1977 contro il Borussia Mönchengladbach) tiene la palla e comanda il gioco. Si fa vedere van Dijk su calcio da fermo, ma la squadra di Klopp il meglio lo dà in velocità con il tridente offensivo. È il 23' quando Robertson pesca con un cross al bacio la testa di Mané: 2-0. L'Huddersfield esce dalla partita e i Reds giocano al tiro al bersaglio: prima un'azione perfetta che porta al tiro Henderson (alto), poi Alexander-Arnold lancia in profondità Salah, che al 45' fa 3-0 con un pallonetto dolcissimo. Verrebbe quasi da chiedersi perché Klopp non faccia riposare nessuna delle sue frecce: in Champions League l'avversario non si chiamerà Huddersfield ma Barcellona, e lo stadio sarà il Camp Nou. Alla ripresa del gioco non c'è nessun cambio. E il Liverpool gioca sempre a 100 all'ora. A Sturridge (titolare per la prima volta in Premier nel 2019 per via dell'infortunio di Firmino) viene negato il 4-0, poi Alisson vuole unirsi alla festa dedicando una parata ai fotografi. Salah supera in palleggio Kongolo e trova l'esterno della rete: accademia e applausi della Kop. Che si ripetono al 66', quando Henderson trova Mané ancora libero (difesa pessima dei Terriers) e il senegalese sigla il poker con un altro colpo di testa. Potrebbe segnare ancora, ma sbaglia la zuccata più facile delle tre colpendo il palo. Nel Liverpool si rivede anche Oxlade-Chamberlain, al rientro dopo un tremendo infortunio al ginocchio e subito vicino al gol del 5-0. Che arriva comunque all'83', ancora con Salah e sempre su assist di Henderson. Per l'ex Roma è il gol numero 69 in 100 presenze con i Reds. L'egiziano stacca Mané nella classifica cannonieri in campionato: 21 a 20. L'Huddersfield non riesce a opporre nessuna resistenza: è un superleggero che non vede l'ora finisca la mattanza subita dal peso massimo. Per i Reds lo sparring partner può andare a casa, i minuti finali sono di attesa del triplice fischio. 

Pochettino avrebbe voluto tutt'altro match. In conferenza aveva messo in guardia i suoi: la testa doveva restare al West Ham e non volare alla semifinale di Champions contro l'Ajax. Monito inascoltato: gli Spurs sono irriconoscibili e perdono il derby di Londra, rimettendo in discussione la qualificazione all'Europa che più conta. Attacco spuntato per gli Spurs, con Moura, Son, Eriksen e Alli insieme nel 4-2-3-1 che vede l'inglese "falso nueve". Alli non segna dal 20 gennaio e nemmeno la prestazione contro il West Ham finirà negli annali. A dire il vero è tutto il Tottenham che gira male: tanto possesso palla, poco ritmo e Manuel Pellegrini sviluppa la partita così come l'aveva preparata, cioè difesa ordinata e ripartenze. Tattica che può rivelarsi vincente se Felipe Anderson trova spazio per le sue scorribande sulla sinistra e davanti ha un avversario non insuperabile come l'argentino Foyth, preferito a Trippier, che riposa in vista dell'Ajax (insieme a Vertonghen e Wanyama). È l'ex Lazio a scagliare il primo pericolo dalle parti di Lloris, autore di un buon riflesso per evitare che la deviazione di Alderweireld depositi il pallone in rete. Per il Tottenham le uniche vere occasioni da gol capitano sui piedi di Heungmin Son ed Eriksen, che però tirano addosso a Fabianski. Lo stesso sudcoreano accende l'atmosfera da derby rifilando un pestone gratuito a Snodgrass. Un po' di agonismo in una sfida sciapa per 45 minuti. 
Nemmeno l'avvio frizzante di ripresa da parte degli Hammers sveglia la squadra di casa. Fredericks si fa vedere in area Spurs con un tiro deviato, Arnautovic, dopo un controllo da campione, scaglia un potente tiro dalla distanza che Lloris non ha problemi a bloccare. Non pervenuto l'attacco del Tottenham: Alli ci prova ma al momento del dunque fa sempre la scelta sbagliata, Son ha le pile scariche. Pochettino mette peso in avanti inserendo Llorente per Moura, ma in rete ci va il West Ham. Arnautovic al 67' pesca Antonio con un delizioso lancio che supera Alderweireld, il numero 30 degli Hammers è bravo a controllare di petto e a infilare Lloris con un diagonale a mezz'altezza. Ci si aspetterebbe un forcing degli Spurs, che invece non producono nessuna occasione da rete: l'ingresso di Janssen (alla seconda partita in stagione) e il cambio Alli-Wanyama sono emblematici delle soluzioni disperate che cerca Pochettino in zona gol, mentre Kane osserva sconsolato dagli spalti. Se non fosse per Lloris, bravissimo a chiudere la porta sia a Diop che ad Antonio lanciati a tutta velocità in contropiede, la partita finirebbe ben prima del triplice fischio. Il West Ham non chiude il match e rischia la beffa al 94', quando Janssen va a colpo sicuro di testa su bella iniziativa di Foyth, ma Balbuena salva i tre punti. Che in fin dei conti sono meritati: gli Hammers sono la prima squadra a sbancare il Tottenham Hotspur Stadium e soprattutto non consentono agli Spurs di avvicinarsi alla semifinale di Champions contro l'Ajax nel modo in cui avrebbero voluto. Come se non bastasse, la squadra di Pochettino ha adesso il fiato sul collo di Chelsea e Arsenal.

La sentenza di Vicarage Road parla chiaro: la "prima delle altre", in Premier League, è il Wolverhampton. I lupi neroarancio vincono infatti la sfida valida per il settimo posto andando a battere in casa propria il Watford, messo alle corde già dalle primissime fasi di partita. Dopo soli 7 minuti Jonny crea una grande occasione per gli ospiti, Deulofeu e Pereyra provano a rispondere per il Watford, ma è un fuoco di paglia. Jota e Doherty costruiscono per i Wolves, Moutinho e Neves provano a spaventare il portiere Foster. Dopo due colossali occasioni sprecate da Deulofeu e Hughes è quindi Jimenez a portare il Wolverhampton avanti al 41' grazie a un preciso colpo di testa. A inizio ripresa arriva il pari, grazie a Gray che al 49' sfrutta un pallone vagante, quindi è ancora Wolverhampton: Jota spreca da ottima posizione con un colpo di testa fuori misura. Quindi ci riprovano i londinesi, con Pereyra e Hughes, ma dopo una traversa sfiorata da Moutinho arriva il gran gol di Jota al 77'. Deciderà la partita, con gli ospiti settimi da soli e gli avversari staccati ormai di quattro punti.

L'Everton non sfonda al Selhurst Park di Londra e al cospetto di un Crystal Palace senza obiettivi strappa solo uno 0-0, poco utile per provare a centrare l'Europa dalla porta di servizio (il settimo posto, utile solo in caso di vittoria della FA Cup da parte del Manchester City). Che la partita possa regalare poche emozioni lo si capisce già dai primi venti minuti, in cui si registrano solo un tentativo degli ospiti con Calvert-Lewin e poi prevalentemente duri contrasti. Poi al 24' ci prova Sigurdsson da fermo, senza fortuna. Gli ospiti crescono e si rendono pericolosi con Milivojevic e Van Aanholt, poi è ancora Calvert-Lewin a mancare la rete con un colpo di testa impreciso. Nella ripresa Richarlison chiede un rigore per l'Everton dopo un contatto in area che l'arbitro non ritiene falloso, quindi ancora Milivojevic e Calvert-Lewin si costruiscono un paio di occasioni non sfruttate. Nel finale è il portiere di casa Guaita a compiere il miracolo su Tosun e l'Everton si deve accontentare di un punto.

Sei gol e mille emozioni accompagnano il Southampton verso l'aritmetica permanenza in Premier League, che scatta al 90' al triplice fischio del St. Mary's Stadium ma viene costruito nell'arco di un secondo tempo in cui i Saints riescono a recuperare una partita che avevano rischiato di perdere. E dire che a portarsi in vantaggio erano stati proprio i padroni di casa grazie a Long, abile a sfruttare nel migliore dei modi un assist di Redmond al 12'. In meno di un quarto d'ora però gli ospiti ribaltano tutto: al 20' Gosling imbecca Wilson che gli restituisce la palla per la rete del pareggio, al 32' è invece lo stesso Wilson a portare in vantaggio il Bournemouth con un bolide dalla distanza. Nella ripresa Simpson sfiora il 3-1, poi il Southampton ritorna nella partita e pareggia al 55' grazie a Ward-Prowse, dopo una bella combinazione con Hojbjerg. I Saints si portano addirittura in vantaggio al 67' grazie al colpo di testa di Targett: è già festa, che la zampata del 3-3 di Wilson all'86' non rovina. Nella Premier League del 2019-2020 ci sarà anche il Southampton.

Una vittoria che non serve al Fulham e che invece inguaia il Cardiff, sempre più terzultimo in fondo alla classifica della Premier League. Questa la sintesi dello scontro di Craven Cottage, dove gli ospiti collezionano occasioni da gol ma la vittoria va ai padroni di casa. Proprio il Fulham però costruisce la prima occasione da rete, con Etheridge che deve superarsi su Mitrovic. Poi Niasse e Hoilett provano a spaventare i Cottagers, che poco prima dell'intervallo fanno però le prove generali del gol con una conclusione di Babel salvata in extremis nei pressi della linea di porta. E proprio l'olandese, dopo un'occasione calciata alle stelle da Mitrovic in apertura di ripresa, segna il gol decisivo al 79' sfruttando nel migliore dei modi un assist di Christie. Già in precedenza il Cardiff aveva tentato la via del gol (in particolare con Hoilett e Joe Bryan), ma nei minuti finali si riversa in avanti senza riuscire a trovare il guizzo che potrebbe raddrizzare una partita che invece termina senza punti e potrebbe pesare come un macigno.

Un punto pesantissimo per la corsa verso la salvezza: lo raccoglie il Brighton al termine di una partita non facile contro il Newcastle, che si porta in vantaggio nel primo tempo e conduce per quasi un'ora, prima del liberatorio pareggio dei padroni di casa a un quarto d'ora dal termine. La partita è molto chiusa e a sbloccarla è una bella azione dei Magpies: al 18' è Rondon a trovare Ayoze Perez, che batte imparabilmente Ryan. A inizio ripresa sono sempre i bianconeri a provarci con più convinzione e il Brighton ci mette qualche minuto a riorganizzarsi. Così al 54' Murray tenta la fortuna di testa, così come Duffy, poi è due volte il neo entrato March a sfiorare il pareggio. Che alla fine arriva, al 75' grazie a Gross che di testa sfrutta la spizzata del compagno Murray. Lo stesso Murray con un'altra incornata manca il gol della vittoria a tempo scaduto, ma alla gente di Brighton va bene così: il terzultimo posto è lontano 4 punti e sorridere si può.

I primi venti minuti del match scorrono senza grosse emozioni con il City, obbligato a vincere per tornare in vetta alla classifica e superare il Liverpool (vittorioso venerdì sera per 5 a 0 contro il fanalino di coda Huddersfield), che cerca di fare la partita ma non riesce a creare occasioni da gol, complici anche i numerosi errori commessi dalla squadra di Guardiola in fase di impostazione e un Burnley ben posizionato in campo, capace di chiudere bene gli spazi e soprattutto le incursioni di Aguero. Al 22’ sono proprio i padroni di casa a farsi vedere dalle parti di Ederson: Walker scivola e perde palla a centrocampo, Hendrick serve Wood ma l’attaccante si fa anticipare dall’uscita bassa del portiere. Il City si rende per la prima volta pericoloso al 28’ con Bernardo Silva, che si fa largo nell’area avversaria ma il suo tiro è ben parato da Heaton. Alla mezz’ora i Citizens aumentano il ritmo e al 33’ è David Silva ad avere sui piedi il pallone del possibile vantaggio. La conclusione dello spagnolo, a pochi passi dalla porta, è però murata dalla difesa casalinga. Al 40’ acuto di Aguero: l’argentino raccoglie palla sulla trequarti, si gira, salta un avversario e fa partire un gran tiro dal limite che finisce di poco alto sulla traversa. Il primo tempo si chiude sullo 0-0, con Guardiola per niente soddisfatto della prestazione dei suoi. Seconda frazione di gioco che inizia subito con il City in attacco: al 47’ bolide di Aguero respinto da Heaton, mentre due minuti più tardi, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, l’arbitro non vede un netto fallo di mano in area di rigore da parte di Barnes. Al 52’, Bernardo Silva calcia di potenza dal limite dell’area piccola al termine di un’azione insistita, il portiere avversario respinge. I minuti successivi sono un vero e proprio assedio da parte della squadra di Guardiola, con il Burnley che non riesce a uscire dalla propria trequarti. Il vantaggio del City è ormai nell’aria e arriva puntuale al 63’, grazie al solito Aguero che di prepotenza calcia da pochi passi dalla porta: il pallone viene respinto da un difensore poco oltre la linea, l’arbitro aspetta il responso della goal line technology e assegna la rete. Dopo l’1-0, il City continua a dominare la partita e si rende più volte pericoloso. Al 75’ Gabriel Jesus, subentrato al posto di Sané, supera il diretto avversario con un gran controllo al volo, salta il portiere ma il suo tiro è respinto sulla linea da Mee. La partita scivola verso il novantesimo con gli ospiti in saldo controllo del risultato, seppur qualche brivido lo vivono durante i minuti di recupero, quando il Burnley cerca la clamorosa rete del pareggio ma Kompany è bravo a chiudere il filtrante di Barnes. Al triplice fischio finale, il Manchester City è di nuovo in vetta alla Premier League, a +1 sul Liverpool. 

L'Arsenal prosegue il suo periodo nero e non solo manca l'aggancio (o il sorpasso) al Chelsea quarto in classifica, ma rimedia la terza sconfitta consecutiva complicando non poco il proprio cammino alla caccia di un posto in Champions League. E non è tutto, perché a Leicester i Gunners si fanno dominare e perdono senza alcuna attenuante, arrivando a 48 gol subiti in stagione e a tre partite di fila con tre gol al passivo (un record che resisteva dal 1967). Parte subito in controllo il Leicester, che fa girare bene palla e si rende anche pericoloso dalle parti di Leno: già al 7' minuti Evans spaventa la retroguardia dell'Arsenal con un bel colpo di testa che non inganna il portiere ospite, poi è Tielemans a provarci dalla distanza arrivando però in controtempo sul pallone. Ancora più pericoloso è Maddison, con il destro sul primo palo che termina sul fondo di pochissimo. Il possesso palla dei primi 20 minuti dice 81% Leicester, così i Gunners provano a reagire in contropiede: al 23' è Iwobi a proporsi sulla sinistra, sul suo cross arriva il destro al volo di controbalzo di Lacazette a dimostrare che gli ospiti sono ancora vivi. Soffrono maledettamente, però, come dimostrano la folata di Chilwell sulla sinistra (Maitland-Niles si fa sistematicamente saltare) e due grandi parate di Leno su Vardy e Ndidi. Al 31' è poi ancora Vardy a trovarsi davanti al portiere tedesco su gran lancio di Albrighton, ma il suo pallonetto sorvola la traversa. Al 35' l'Arsenal prova a reagire, con Aumabeyang che si distende in un contropiede concluso dal sinistro di Iwobi respinto di piede da Schmeichel, poi però perde per espulsione il disastroso Maitland-Niles (evitabile il suo pestone a Maddison) e ancora una volta Vardy impegna Leno. 
Nel secondo tempo Emery getta nella mischia Koscielny al posto di Iwobi (per qualche minuto era stato costretto a giocare da terzino addirittura Mkhitaryan). La contromisura regge però per appena un quarto d'ora: al 59' infatti Maddison dalla destra fa piovere in area un cross profondo su cui si avventa Tielemans, che manda a vuoto proprio Koscielny e incorna in porta il pallone del giusto vantaggio Leicester. E dopo un breve break dell'Arsenal (timide occasioni per Torreira e Aubameyang), le Foxes insistono: al 73' Tielemans riceve palla da Barnes e libera uno spettacolare destro a giro che sfiora il palo, un minuto dopo Leno deve parare nel corso della stessa azione prima su Ricardo Pereira e poi su Barnes. Nel finale è il giovanissimo Nketiah (subentrato a Lacazette) a far sperare all'Arsenal di riprendere la partita, speranza che viene demolita da quanto avviene nei minuti finali. All'86' arriva infatti il 2-0 di Vardy, che aiuta a capire le difficoltà dell'attuale Arsenal: il tutto parte da un rinvio dal fondo di Schmeichel che scavalca come due birilli Papastathopoulos e Koscielny, il numero 9 delle Foxes ha tutto il tempo di tentare il pallonetto, colpire la traversa e raccogliere il rimpallo appoggiando di testa il pallone nella porta sguarnita. E dopo un contropiede tre contro uno fallito da Barnes, arriva anche il 3-0 dello stesso Vardy, puntuale su un cross dalla destra di Pereira. E per l'Arsenal è davvero notte fonda.

Arsenal e Tottenham si sono fermate nella corsa verso la Champions League, United e Chelsea vogliono evitare di imitare Gunners e Spurs. Solskjaer deve uscire da un periodo complicato, Sarri invece è chiamato provare a conquistare i tifosi in questo finale di stagione arrivando tra le prime quattro, ma le cose a Old Trafford per l’ex allenatore del Napoli si complicano abbastanza presto. Lukaku è trovato alle spalle di Rudiger da un grande lancio di Shaw, buon controllo, ma poi il belga non trova il tempo per battere Kepa, ostacolato anche dal recupero del difensore ex Roma. Ancora Lukaku protagonista all’11’ quando lo United sblocca il punteggio: palla alzata da trequartista per la corsa di Shaw che rimette all’indietro sull’uscita di Kepa, Mata con il destro rende inutile la posizione di David Luiz sulla linea di porta nel tentativo di salvare all’ultimo. Solskjaer può così esultare e sorridere abbracciando Phil Neville in panchina. Chelsea costretto a venire in avanti con più convinzione, Manchester United che si sistema ordinato e compatto a difesa di De Gea e sfiora il pari con il colpo di testa di Bailly da angolo che finisce vicino al palo di Kepa. Al 43’, all’improvviso, i Blues pareggiano, ma devono ringraziare sentitamente De Gea. Rudiger calcia da molto lontano senza troppe idee, lo spagnolo sbaglia in maniera incredibile la tecnica della presa, Marcos Alonso ci crede e con un angolo difficile trova il palo interno e il fondo della rete con il tap in. Secondo tempo caratterizzato dagli infortuni. Rudiger e Bailly infatti sono costretti a uscire dal campo per due infortuni al ginocchio che per entrambi sembrano essere abbastanza gravi. Le due squadre aumentano i momenti in cui il confronto si sviluppa soprattutto in mezzo al campo e vicino all’area di rigore, ma nessuno riesce mai a concedere a Lukaku o Higuain palloni buoni da provare a finalizzare negli ultimi metri. Willian su punizione non spaventa De Gea, aumentano i falli e gli interventi anche duri, a risentirne sono le emozioni e le occasioni in grado di modificare la parità. Sarri deve cambiare anche Willian per problemi fisici dopo un’entrata molto al limite di Rojo che con il piede a martello prende in pieno la caviglia dell’ex Shakhtar Donetsk. Old Trafford prova a spingere lo United verso un successo che sarebbe fondamentale nella corsa al quarto posto e al 93’ Rojo va ad un passo da un gol pesantissimo, ma il suo colpo di testa è salvato sulla linea da Pedro. L’ultimissima occasione è per Higuain che per una volta al 97’ non è in fuorigioco e cerca di oltrepassare De Gea con un tocco sotto, lo spagnolo è bravo a restare in piedi e mettere in angolo. Il punto finale accontenta di più Sarri che rimane quarto con 68 punti, 3 in più del Manchester United che resta invece al sesto posto a quota 65. In mezzo l’Arsenal è quinto a 66.


Indiscrezioni sulla seconda maglia della Roma per la prossima stagione (foto)

Sono state rese note le immagini riguardanti la seconda maglia della Roma per la prossima stagione. Il colore predominante sarà bianco, con una saetta giallorossa che taglierà in diagonale la maglia. Saetta che sarà presente anche sui pantaloncini (ai lati) e sui calzettoni (al centro). La novità sarà la presenza dello sponsor Hyundai non solo sul retro della maglia ma anche sul pantaloncino sotto al numero.