Tenersi i big? La Roma cerca 45 milioni di plusvalenze
LA GAZZETTA DELLO SPORT - La Roma vuole trovare le risorse economiche senza cedere i suoi pezzi più pregiati. I giallorossi allora devono sfruttare quel tesoretto costituito dagli esuberi sparsi in prestito in giro per l’Italia e per il mondo. Il primo che viene in mente è Gerson, che potrebbe essere ceduto defintivamente per una quindicina di milioni, cifra con la quale i capitolini valutano anche Gonalons. Più difficile la situazione legata a Defrel: per produrre una plusvalenza dalla sua cessione, il club di Pallotta dovrebbe venderlo a 20 milioni. Diverso il discorso per Sanabria o Tumminello, che potrebbero rimanere rispettivamente al Genoa e all’Atalanta (in questo caso i bergamaschi dovrebbero pagare 5 milioni) oppure tornare a Trigoria a fronte di un corrispettivo. C’è poi Ponce, in prestito all’Aek, che ha un diritto di riscatto a 6 milioni più il 30% di una rivendita o 7 milioni senza percentuali. Ci sono infine diversi giovani con i quali la Roma potrebbe arrotondare, come Verde, Sadiq, Antonucci, Seck e Soleri.
Da colpaccio a boomerang: è il rischio da non correre
LA GAZZETTA DELLO SPORT - La disgraziata stagione della Roma ha vissuto tanti momenti durissimi, ma quanto successo nelle ultime 48 ore se la batte solo con la due giorni che ha sancito l'esonero di Di Francesco e le dimissioni di Monchi. Se con quegli addii dopo l'eliminazione col Porto si è sfarinato il progetto di questa stagione, il pareggio a Genova che allontana la Champions e il «No grazie» di Antonio Conte, gelano i sogni per il prossimo anno. Con il seguito di accuse e polemiche. Destino beffardo: l'ambizioso e concreto tentativo, che nessun tifoso si sarebbe aspettato, di portare a Roma un top coach con ingaggio mostruoso, si è rivelato un boomerang. Perché la motivazione del no di Conteagli occhi dei tifosi più critici, dimostrerebbe che la società non ha un progetto vincente e dunque convincente. (...) Il tecnico avrebbe voluto rifare ex novo la difesa, cambiare l'attacco e ritoccare il centrocampo (l'unico reparto di suo gradimento). Una spesa secondo lui impossibile, per consentirgli di coltivare la sua malattia: la vittoria. Conte ha dato appuntamento a «prima o poi allenerò la Roma» non sapendo che quella promessa già sentita spesso da Ancelotti tra i tifosi assetati di presente, non va più di moda. Ora impera la delusione e qualsiasi piano B - che forse nella testa del club era il vero piano A - sembra un ripiego. Anche se si parla di Sarri (altra trattativa complicata, lunga e rischiosa) o di Gasperini, tecnico della super Atalanta. Che solo a pensare di essere considerato una scelta di riserva drizza il pelo come i gatti. (...) La società ora aspetterà un po' prima di sedersi a un altro tavolo, non può sbagliare o rischiare altri no. Ci si può permettere un anno senza Champions ma non la disaffezione del proprio pubblico. Far disamorare un romanista è un'impresa più difficile che vincere uno scudetto: ma quest'anno la Roma tra errori, sfortuna e scelte altrui, sembra le stia tentando tutte per riuscirci.
Roma, l’insostenibile peso del “piano B”
CORRIERE DELLA SERA - Il day after è sempre il più difficile. Le parole rilasciate da Conte alla Gazzetta dello Sport hanno spento le illusioni dei tifosi ed hanno fatto molto male. Le aspettative della piazza si erano tarate su quel tipo di tecnico, ora ogni altro nome rischia di essere vissuto come un ripiego. Maurizio Sarri è il candidato di Franco Baldini, ma è sotto contratto con il Chelsea che ha appena portato in Champions League. Gianpiero Gasperini è senza dubbio l’allenatore dell’anno, ma chiederebbe un contratto alla Conte. Se il calcio fosse logica, Marco Giampaolo sarebbe il nome più adatto per un progetto di valorizzazione della rosa e crescita dei migliori giovani, però è il più inviso alla tifoseria. La dirigenza della Roma ha sperato che il famoso “piano B” potesse essere Claudio Ranieri: raggiungere il quarto posto avrebbe legittimato la sua candidatura, ma adesso quel risultato è molto lontanto
Panchine obbligate: il vero mercato lo fanno gli allenatori
CORRIERE DELLA SERA - La parola più indicata per descrivere il caos calmo che avvolge le panchine dei maggiori club italiani è surplace. Immobili sui pedali della bici in attesa di scattare e polverizzare gli avversari. Tutti in realtà aspettano le mosse della prima della classe, ovvero l’esito dell’incontro fra Andrea Agnelli e Massimiliano Allegri che,a tre giornate dal termine del campionato, ancora non è stato fissato. Oggi il presidente della Juventus sarà a Nyon mentre domani sarà impegnato a Milano negli uffici della Lega. (...) In caso di divorzio,a oggi improbabile,Fabio Paratici porterebbe di corsa a Torino Antonio Conte che in un’intervista alla Gazzetta dello Sport ieri però è stato evasivo su un ritorno imminente. «Un domani non si sa mai». L’ex c.t. è il sogno proibito di Beppe Marotta, ben conscio che se sulla stagione attuale non sono a lui attribuibili responsabilità personali essendo arrivato a Milano a dicembre, il prossimo campionato porterà il suo timbro (...) Le mosse del Milan sono ancor più avvolte nella nebbia, visto che a 270 minuti dalla fine del campionato, la squadra di Gattuso ancora non sa se parteciperà alla Champions o a ll’Europa League, con gli introiti ridotti che ne conseguono. Diminuiscono le speranze di arrivare a un tecnico à la page come Pochettino, non si è mai proceduto a contattare un maestro come Sarri mentre si studiano profili giovani come Di Francesco (ieri a Milano, nei giorni scorsi avrebbe avuto un contatto con Leonardo)e Giampaolo. Il tecnico della Sampdoria ha già comunicato ai liguri di voler lasciare Genova anche nell’eventualità di un imminente cambio societario. La Roma, sotto choc dopo l’annuncio di Conte di voler declinare la corte di Francesco Totti,cerca un sostituto di Ranieri. Maurizio Sarri o Gian Piero Gasperini i possibili sostituti. Ma per ora tutti in surplace.
Zaniolo, Under e Schick: con la gestione Ranieri la linea verde è appassita
CORRIERE DELLA SERA - La rosa della Roma, dal punto di vista del rendimento, ha vissuto una stagione sulle montagne russe, con pochi alti e molti bassi. Con Claudio Ranieri in panchina le cose non sono cambiate. Da una parte il tecnico di SanSaba ha migliorato il rendimento di alcuni componenti «anziani», come Fazio e, ma solo in parte, Kolarov e Nzonzi,più un giovane come Justin Kluivert, che ha trovato un po’ di spazio in più e qualche buona giocata. Dall’altra parte, però, è innegabile che altri stiano attraversando, per ragioni diverse, un periodo di grande difficoltà. A guidare il partito degli insoddisfatti c’è Nicolò Zaniolo, che Ranieri non «vede»come trequartista nel suo 4-2-3-1: meglio Lorenzo Pellegrini, in quel ruolo. Zaniolo, così, non è più il titolare che era con DiFrancesco, anche perché dopo aver speso (e dato)tantissimo nella prima parte della stagione, sta accusando un calo fisiologico. Il suo rinnovo sarà una delle questioni da affrontare non appena sarà fatta chiarezza in società: se dovesse rimanere Ranieri,il suo status potrebbe non essere più quello di incedibile. È finito in un cono d’ombra anche Cengiz Under. A inizio stagione i tifosi erano preoccupati perché sembrava dovesse essere lui la prossima plusvalenza, con squadre come il Bayern Monaco pronte a sborsare 60 milioni di euro. (...) Impresa che non è riuscita nemmeno a Patrik Schick, che pure era partito bene con il tecnico romano. (...)
Roma scaricata e di nuovo divisa: l'addio di Ranieri unica certezza
LA REPUBBLICA - PINCI - E ora? La domanda circola insistente: perso Conte, cosa farà la Roma? La fine delle speranze di ingaggiare l’ex ct azzurro ha fatto crollare in uno stato di profonda delusione una città intera. Non il club, già proiettato sulla ricerca di un altro tecnico di alto profilo. Il piano B è uno soltanto: Maurizio Sarri. La Roma - lo documentò Repubblica - è in contatto con lui da mesi, tempo e risultati però sembrano averne consolidato la posizione al Chelsea, che ha riportato in Champions e a un passo dalla finale di Europa League. Non piace ai tifosi e ad alcuni giocatori, ma non saranno loro a scegliere. La sua priorità è rimanere a Londra, se come sembra il club lo confermerà. Per questo la strada che porta a Sarri - e che alla Roma mette tutti d’accordo - non è per nulla semplice. È sulle eventuali alternative che la questione si complica. Perché i dirigenti romanisti, dal Ceo Fienga al vice presidente Baldissoni passando per Totti e il ds Massara (forse in uscita, però) sono convinti che serva un tecnico capace di ribaltare lo spogliatoio con carisma e autorevolezza. Caratteristiche che evocano nomi suggestivi, come quello di un certo Marcelo Bielsa. Ma quella “cattiveria” che avrebbero voluto da Conte, oggi i dirigenti romanisti la rintracciano in Gasperini: con lui ha già parlato Gianluca Petrachi, ds in pectore della società di Trigoria. Ma liberarlo dall’Atalanta che sta portando in Champions e con cui si giocherà la finale di Coppa Italia (curiosamente, a Roma contro la Lazio) non è per nulla banale. Lui stesso avrebbe garantito al presidente atalantino Percassi che con la Champions resterebbe a Bergamo. E rimangiarsi la promessa, con la consapevolezza tra l’altro di non rappresentare la prima scelta dei giallorossi, non lo entusiasma. Situazione che pare disegnata per favorire ancora una volta decisioni esterne a Trigoria. Veicolate dal consulente ombra di Pallotta, l’ex dg della Roma Franco Baldini, pronto a suggerire nomi diversi. C’è chi assicura di contatti recentissimi effettuati da mediatori per conto della Roma con Paulo Fonseca, tecnico dello Shakhtar che i giallorossi eliminarono lo scorso anno dalla Champions e famoso per essersi presentato in sala stampa vestito da zorro. Oppure di un interesse per Laurent Blanc, seguito da Baldini già nel 2013, prima di lasciare la carica di dg del club. Persino per Thomas Tuchel, oggi al Psg ma in balia degli umori dello sceicco Al Thani, che lo ha scelto personalmente. E Ranieri? Con la Champions avrebbe forse avuto qualche chance. Senza, e pare lo scenario più probabile, la sua avventura finirebbe qui.
De Vito ora parla: a 30 giorni dall'arresto faccia a faccia con i magistrati
LA REPUBBLICA - A 48 giorni dall’arresto, l’ex presidente del Consiglio comunale Marcello De Vito, in carcere per corruzione, è pronto a rendere dichiarazioni spontanee ai pm. L’audizione è fissata per domani. De Vito che finora si è professato innocente, aveva anche indirizzato una lettera aperta ai consiglieri 5S, rivendicando la bontà del proprio operato, la propria innocenza e lamentando l’espulsione dal movimento. Nella missiva del 13 aprile, recapitata anche alla sindaca Virginia Raggi, De Vito aveva anche ribadito la propria volontà di rimanere in carica sostenendo che la circostanza della propria detenzione andava considerata come un legittimo impedimento. Aveva poi riservato una frecciata all’indirizzo di Luigi Di Maio, alludendo all’atteggiamento tenuto dal Movimento in occasione del voto per il sì all’immunità di Matteo Salvini di fronte alla richiesta di autorizzazione a procedere per il caso Diciotti. Il politico sarà ascoltato nel carcere di Regina Coeli dove si trova dal 20 marzo scorso. L’inchiesta che lo coinvolge è uno dei filoni scaturiti dall’indagine sulla realizzazione del nuovo stadio a Tor di Valle. Insieme con l’avvocato Camillo Mezzacapo, anche lui arrestato, De Vito avrebbe operato per agevolare gli interessi del costruttore Luca Parnasi, al vertice della triangolazione per l’edificazione dell’opera. A De Vito è contestato anche di aver piegato il proprio ruolo pubblico agli interessi dei costruttori Toti e Statuto, interessati ad altri lavori che avevano come partner imprescindibile l’amministrazione comunale. Si tratta dell’ex stazione di Trastevere, la ex Fiera e la riqualificazione dell’area degli ex Mercati generali dell’Ostiense. Finora De Vito non ha mai reso dichiarazioni a verbale. Nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip aveva scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.
Francesco
Conte e il gran rifiuto. I tifosi: “Tradimento”
LA REPUBBLICA - FERRAZZA - È possibile rimpiangere chi non si è mai avuto? Sì, se quel qualcuno si chiama Antonio Conte, e a sperare fino all’ultimo nel suo arrivo sono i tifosi della Roma. Il “no” dell’ex ct azzurro alla panchina giallorossa – attraverso le pagine della Gazzetta dello Sport – ha fatto andare in tilt la città, quella che vive di Roma e che sperava nel salto di qualità con l’arrivo del tecnico più conteso del momento. Una tegola in testa, un fulmine a ciel sereno che gela i sogni della gente, a secco di trofei da undici anni, immergendo il popolo giallorosso in uno psico-dramma collettivo. «Non è tanto il rifiuto di Conte a pesare, quanto il fatto che non consideri vincente il progetto del club», la voce di un ragazzo in una delle decine di dirette radiofoniche e di messaggi vocali che sommergono le radio locali. C’è chi spinge Pallotta a una reazione («Dimostri che vuole vincere davvero alla faccia di Conte, facendo una grande squadra»), e chi coinvolge Totti, aspettando una presa di posizione dell’ex numero 10, «L’unico della società che si è esposto pubblicamente e che deve chiarire cosa è successo». In pochi sperano ancora che la Roma possa andare su un allenatore di livello, convinti che – in attesa di giocarsi le pochissime possibilità che restano di andare in Champions – si sia entrati in un’inevitabile fase di ridimensionamento. Conte o non Conte, nella delusione di un ambiente sull’orlo della depressione calcistica, è Ranieri a lavorare tutti i giorni a Trigoria con un gruppo che lo ha deluso tanto a Genova, tradendo l’attenzione che il tecnico, arrabbiatissimo, sta mettendo in questo suo traghettamento. Almeno per la partita con la Juventus di domenica sera (ore 20,30) allo stadio Olimpico, il tecnico potrà riavere a disposizione De Rossi. È la terzultima di campionato e, al momento, la terzultima da giocatore per il capitano, che ha il contratto in scadenza. Al momento nessuno ha preso di petto la situazione, lasciandola scivolare via, un po’ nell’inerzia di un periodo di passaggio, con un ds ad interim (Massara) e un allenatore a scadenza (Ranieri). Intanto Daniele prepara il suo ritorno in campo – ieri si è allenato in gruppo – davanti a 50mila spettatori (tantissimi saranno juventini) e forse anche qualcosa in più. Ci sarà anche Florenzi, che non ha riportato lesioni muscolari a Genova.
Altro no alla delibera per bloccare lo stadio
IL TEMPO - Terzo stop alla proposta Grancio/Fassina di revocare la delibera Raggi sul pubblico interesse allo Stadio della Roma di Tor di Valle. Ieri pomeriggio la Commissione Ambiente del Comune ha bocciato la proposta, dopo che già le Commissioni Urbanistica e Lavori Pubblici avevano espresso pareri simili. La proposta Grancio/Fassina è attesa oggi in mattinata al voto nella Commissione Sport, dove quasi sicuramente incasserà un’altra bocciatura. Rimarrà poi solo il parere della Commissione Mobilità, non ancora convocata. A quel punto la delibera potrebbe approdare al voto in Consiglio comunale. Con queste premesse, sarà un voto di rigetto.
La Roma va oltre Conte. Anche per Sarri è dura
IL TEMPO - AUSTINI - La verità è che la Roma non è pronta per prenderlo, ma mai come stavolta ci èandata vicina. Finisce prima di iniziare il sogno di vedere Antonio Conte sulla panchina giallorossa. Per i tifosi il game-over è arrivato ieri mattina leggendo dalla Gazzetta che «un giorno - le parole del tecnico - allenerò la Roma ma adesso non ci sono le condizioni», in realtà la trattativa è tramontata la settimana scorsa, con una telefonata dell'allenatore al Ceo di Trigoria Guido Fienga, in cui gli annunciava che non si sentiva pronto ad affrontare una sfida affascinante ma molto difficile per il suo modo di intendere il calcio. Conte vuole vincere, la Roma non gli avrebbe chiesto di farlo subito affidandogli un progetto triennale, ma i due piani non coincidono e il tecnico preferisce ripartire, nell'ordine, dalla «sua» Juventus o dall'Inter. A meno di improbabili inserimenti dall'estero. E adesso Pallotta chi prende? La domanda che tormenta i romanisti al momento non ha risposta. La società, a dire il vero, non ha mai creduto che l’opzione Conte fosse facile. Ha sperato di convincerlo, sì, quando ha capito che la proposta lo stava quantomeno intrigando. Il «no» finale non ha comunque sorpreso nessuno, il che significa che a Trigoria e a Boston hanno già lavorato su altre piste da settimane. Il «piano B» è sempre rappresentato da Maurizio Sarri, contattato in tempi non sospetti da Franco Baldini, ma presenta lo stesso tasso di difficoltà dell'operazione Conte. A maggior ragione ora che il toscano è riuscito a portare il Chelsea in Champions e si accinge a una possibile finale di Europa League. La rottura con il club, parte dei giocatori e l’ambiente dei Blues però rimane, il divorzio a fine anno deciso dalla società di Abramovich non è del tutto da escludere, ma le possibilità si sono ristrette. E anche in caso di esonero, Sarri non avrebbe alcuna intenzione di rinunciare al suo ricchissimo stipendio garantito dal secondo anno di contratto che gli resta al Chelsea. Scartato, a quanto pare, Giampaolo, dal mazzo degli italiani la Roma potrebbe pescare la carta di Gasperini. L'uomo del «miracolo» Atalanta voleva andarsene a inizio stagione e adesso sta guidando la squadra nerazzurra verso una possibile doppietta storica tra quarto posto in campionato e vittoria della Coppa Italia. Solo a fine stagione saranno più chiare le sue intenzioni, ma l’Atalanta ha già fatto sapere a lui e a gli eventuali ammiratori che non ha la minima voglia di separarsi dal tecnico, blindato da un contratto fino al 2021. Altro nome sulla carta possibile in Italia è Gattuso, in uscita dal Milan, mentre tra gli stranieri Blanc è un’opzione sempre valida. Ma tutto dipenderà da chi si libererà da qui a giugno e quali saranno le reali opportunità. Nomi che ad esempio adesso non rappresentano un'opzione, come Allegri e Tuchel, possono improvvisamente diventare obiettivi. Nel frattempo va sciolto anche il nodo della direzione sportiva. Petrachi è pronto a sbarcare anche senza Conte, ma deve prima liberarsi da Cairo e la Roma non vuole intromettersi. Ma senza il suo amico tecnico leccese, Pallotta lo vuole ancora? Se lo chiede anche Massara, messo mediaticamente all'angolo ma sempre al lavoro.
De Rossi torna aspettando di chiarire il futuro
IL TEMPO - BIAFORA - Finalmente De Rossi. A quasi un mese dall'infortunio subìto nella gara con l'Udinese, il capitano della Roma è rientrato in gruppo, allenandosi con il resto dei compagni, compreso Santon, reduce da uno stop muscolare. Out anche Florenzi, ma gli esami per lui hanno escluso lesioni: si tratta di un'infiammazione al tendine che potrebbe guarire in tempo per la Juventus. Intanto De Rossi è pronto a riprendersi una maglia da titolare, cercando di guidare la squadra ad un'insperata rimonta perla qualificazione alla Champions. Il finale di stagione si avvicina e per il centrocampista sarà tempo di chiarire il futuro, avendo un contratto in scadenza al 30 giugno. Come ribadito a più riprese l'intenzione del numero 16 è di continuare a giocare con la maglia giallorossa se le sue condizioni gli permetteranno di essere un valore aggiunto e non un peso. Al momento non è stato fissato alcun incontro con la dirigenza, le parti riparleranno di un eventuale rinnovo a campionato concluso, seguendo la stessa linea adottata per El Shaarawy, Under e Zaniolo. Ieri proprio sul baby di Massa si è creato un piccolo caso per delle presunte frasi, riportate dal Corriere di Torino, pronunciate ad alcuni tifosi juventini: «Alla Roma sto benissimo, ma chi non ci andrebbe alla Juve? Ma poi decide comunque la Roma». Ci ha pensato la madre Francesca a smentire seccamente: «Nicolò non ha mai detto nulla di tutto ciò, non capisco come certi giornalisti o pseudo tali possano inventarsi certe cose destabilizzando volontariamente la serenità di un ragazzo di 19 anni che sta dimostrando di impegnarsi nel suo lavoro, o meglio, nella sua passione, senza distrazioni ma con il massimo della professionalità». L'intenzione di Zaniolo è chiara: vuole restare alla Roma. E coincide con la volontà del club.
L'Arsenal vuole Manolas. Pronti a intavolare una trattativa con la Roma
Kostas Manolas, difensore della Roma, è sempre più un nome caldo per la prossima finestra di mercato. Oltre alla Juventus, disposta a pagarne la clausola rescissoria, sul greco vi sono anche vari club di Premier League. Uno di questi, come riferisce express.co.uk, è l'Arsenal; disposto ad intavolare una trattativa con la Roma pur di battere la concorrenza delle altre squadre.