Mancini a TV Play: "Non ho preferenze sull'allenatore. Ranieri da avversario mi odiava, con De Rossi il mio comportamento è cambiato"
TV PLAY
Lunga intervista per Gianluca Mancini. Il difensore giallorossi ha parlato in esclusiva a TvPlay. Tanti i temi affrontati: da De Rossi a Ranieri fino alla nazionale. Queste le sue parole
Su De Rossi...
“Appena arrivato De Rossi alla Roma, un suo collaboratore mi salutò in modo strano, dopo un paio di giorni mi disse che non mi sopportava. Addirittura disse che mi avrebbe messo sotto la macchina, ma dopo una settimana si scusò e disse che aveva sbagliato tutto su di me. Ero un ragazzo eccezionale. Io in campo mi trasformo, sto cercando di migliorare”.
Su Ranieri...
“Ranieri appena mi ha visto ha detto che quando mi vedeva contro mi odiava. La mia è stata un’evoluzione, prendevo tanti cartellini e facevo proteste senza senso. Mi condizionava tanto. Era deleteria a me stesso. L’evoluzione del mio comportamento è cominciata con De Rossi. Anche con gli arbitri il mio atteggiamento è cambiato, prima davo fastidio. Ora è differente. Non prendo troppe espulsioni, perché di entrate brutte non ne faccio. In Coppa Italia, con Orsato, sbagliai tanto e presi tre giornate di squalifica. Chiesi scusa in quell’occasione”.
Sul ruolo...
"Mister Fonseca mi mise centrocampista, ma era un’emergenza. Un ruolo che ho ricoperto da ragazzino, ma ad oggi non sarei capace. Ho fatto tante volte il braccetto e agli occhi della gente e agli addetti ai lavori ti vai a collocare in quella posizione. Mi trovo bene. Con la difesa a 4 ho giocato con Mourinho e De Rossi. Avendo giocato in più ruoli, dal centrocampista al centrale di difesa, a volte addirittura terzino destro, non è un problema. Con la difesa a tre mi trovo a mio agio”.
Su Hummels...
"Hummels mi sta aiutando. Avere campioni come lui è qualcosa che aiuta sia a livello di campo, ma osservi anche nel quotidiano. A 36 anni gioca ancora a questi livelli, quindi è un superprofessionista. Vorrei che anche io a 36 anni possa giocare ai suoi livelli. Su Kulusevski ha fatto un intervento bellissimo in scivolata e si rialzò come niente fosse. Io gli dissi che era pazzo, perché a me avrebbero dato 7 rossi (ride ndr). Espulsione a Bilbao? Per me non era da espulsione. Era giallo. Quando l’attaccante sbaglia un gol, ha l’opportunità di farne un altro. Mentre il difensore se commette un errore deve sperare che non succeda nulla di grave”
Sulla Nazionale e il rapporto con Spalletti...
"Mister Spalletti mi ha portato all’Europeo, mi ha convocato spesso l’anno scorso. Sono grato al ct. Purtroppo l’Europeo non è andato bene, ce lo porteremo avanti. Mi ha fatto giocare contro la Svizzera, sono grato a lui. Cerco di giocare bene per essere nuovamente convocato, ma il ct prende le sue decisioni. La Nazionale è il sogno di ogni bambino. E se non arriva la convocazione, io farò il tifo come sempre”
Sulla forza del gruppo...
"Se accetto di andare in panchina? Penso che c’è un allenatore che decide, c’è la settimana, ci sono gli allenamenti e se un allenatore decide di non farti giocare dopo una, due o tre volte mi faccio delle domande. Se mi sto allenando bene, parlo con l’allenatore. Non esiste che giochi e basta, ci sono mille cose in una partita. Si fa parte di una rosa di 25 giocatori, non esiste l’io. Esiste il noi. Giusto arrabbiarsi, ma deve essere un modo per dare di più in quei 10-15 minuti quando entri in campo”.
Su Svilar...
"Rui Patricio era un portiere forte. E quando avevamo in allenamento da una parte Rui e dall’altra Svilar…Sono due portieri forti. Mile è molto forte, trasmette sicurezza, parla. Il ruolo del portiere è cambiato”.
Sul nuovo allenatore...
"Allenatore giochista o gestore? Per me l’allenatore è importante. Il calcio è cambiato. Un tempo una squadra più piccola veniva a Roma a giocare in modo differente. Io cerco di fare il massimo e seguo le indicazioni del mister. Se un allenatore mi dice di dare una testata al muro, io lo faccio. Non ho preferenze sull’allenatore, ogni mister ha la sua idea. Magari tra 10-15 anni saprò dare una risposta. Sono stato fortunato nella mia carriera. Ad esempio, con De Rossi facevamo 40 minuti di uscite dal basso in rifinitura. Con Mourinho la fase difensiva era maniacale prima della partita"
Sul calore della piazza...
"Roma è una piazza calorosa, passionale e vive di questo club tutti i giorni. La gente ti carica. A Bergamo non sono così calorosi. Questo ti dà delle aspettative maggiori, scendi in campo anche per loro. A Villa Stuart, quando sono arrivato, non c’era nessuno. Ma vedere le scene dei compagni quando arrivano a Fiumicino, con tutta quella gente, è bellissimo"
Su un esperienza all'estero...
"Se dovessi scegliere un Paese dove giocare all’estero direi l’Inghilterra. Giocare in Italia è bellissimo per gli stadi, ci sono molti stadi passionali. Sono abituato all’Olimpico e ogni domenica sembra giocare una finale"
La tua top 11?
"La mia top 11 al Mondo, senza giocatori della Roma. Innanzitutto, scelgo il 4-3-3. Donnarumma a porta; Arnold terzino destro; Rudiger e Van Dijk i centrali; a sinistra Bruno Mendes del PSG; a centrocampo il play è Modric, Tonali e Musiala mezzali. Davanti scelgo: Rodrygo, Mbappé e al centro Haaland"
Ranieri in conferenza stampa: "A fine stagione sarò consigliere dei Fredkin. Mi auguro possano fidarsi di me"
Shomu must go on
Nel solito Olimpico pieno di passione pareggiamo la partita che avrebbe potuto farci volare. Andiamo sotto a fine primo tempo, Ranieri la raddrizza coi cambi grazie a Shomurodov. Il pari ci sta, arriva in rimonta ed è il 15° risultato utile di fila. Ma ora bisogna vincere il derby.
Fonte - ilromanista
Dovbyk-Vlahovic: uno è fuori
Olimpico sold-out. Roma-Juve è uno spareggio per la Champions League.
Ranieri e la spinta dei 67 mila. Pellegrini si ferma: è a rischio. Tudor invece sceglie ancora Vlahovic.
Fonte - corrieredellosport
Konè e la chance del rilancio, arriva il trampolino Juve
Voluto da De Rossi, ha dentro tutto per poter diventare ancora più forte.
Manu Konè non è nel suo momento migliore ma la storia alla Roma inizio all'Allianz a settembre. Ranieri crede ancora in lui.
Fonte - corrieredellosport
Svilar-Di Gregorio: muri contro
MIle Svilar e Di Gregorio sono le grandi rivelazioni della stagione, comandano la classifica dei clean sheet: stasera Roma-Juve passerà anche dai loro guanti. I due portieri imbattuti 12 volte in campionato, come l'interista Sommer. Il portiere della Roma ha tenuto la porta inviolata in sei delle ultime sette partite in A. Nella Juve anche Perin tre volte non ha subito gol.
Ranieri ha aggiustato la difesa, Tudor invece ha esordito con il corto muso.
Fonte - tuttosport
Ranieri conta sulla rinascita del vero Pellegrini
Mister Ranieri è alla ricerca di sostanza e qualità dopo il forfait di Dybala.
Il tecnico romano però deve decidere se schierarlo mezzala di centrocampo oppure sotto punta in appoggio a Dovbyk.
Fonte - tuttosport
La partita
Serata importantissima per la rincorsa europea: all’Olimpico arrivano i bianconeri di Tudor. La spinta di più di 60mila romanisti innamorati da sempre e per sempre per sostenere i ragazzi di Ranieri. È la solita sfida nelle sfide. Forza Roma!
Fonte - ilromanista
Roma-Juve: cancelli aperti alle 18:15
I cancelli dello Stadio apriranno alle 18:15.
Il suggerimento è di partire da casa per tempo, arrivando ai cancelli del prefiltraggio almeno 90 minuti prima del fischio di inizio.
Per qualunque necessità, dalle 17:00 e fino al fischio di inizio, sarà possibile rivolgersi telefonicamente al Call Center AS Roma (06.89386000) o compilare il form. Sarà a disposizione dei tifosi giallorossi anche il botteghino informazioni in Viale delle Olimpiadi 61 a partire dalle 17:45.
Mile Svilar al CorSport: "Resto alla Roma. Per il rinnovo non c'è fretta"
Mile Svilar ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport in cui ha parlato del suo futuro.
Di seguito le parole del portiere della Roma.
Non ha ancora firmato il rinnovo con la Roma e tante squadre la vogliono.
“Non capisco la fretta, ho un contratto fino al 2027. Non c’è bisogno di fare casino. Sembra che questa vicenda importi più a voi che a me. I soldi contano ma il posto in cui stai bene e in cui vedi un progetto conta di più”.
Quindi resterà alla Roma anche nella prossima stagione?
“Io spero proprio di si. Io voglio che sia così al cento per cento e lo vuole anche la mia famiglia. Siamo felicissimi a Roma e alla Roma”.
Al Benfica non giocava quasi mai.
“Sì, ero secondo e a volte terzo portiere. Forse non ero pronto. Ma sono stato benissimo a Lisbona, ho esordito in Champions League, e sono convinto che l’esperienza mi abbia aiutato anche nell’approccio alla Roma. Diversamente avrei sofferto troppo il salto da casa mia all’Italia, dove si vive per il calcio. In Belgio non è così”.
Ma lei si sente belga o serbo?
“Difficile rispondere. La mia famiglia è tutta serba, non ho alcun parente belga, ma sono nato ad Anversa e ho tutti gli amici là. In Belgio ho conosciuto anche mia moglie”.
Torniamo a Roma. Anche questa scelta sembrava poco funzionale alla sua maturazione: per un anno e mezzo, solo panchina.
“Lo avevo messo in preventivo. E non ho niente contro Mourinho che aveva le sue gerarchie e preferiva puntare su Rui Patricio, tra l’altro un ragazzo top che mi ha aiutato anche dopo”.
Però nell’ultima partita di Mourinho a Milano giocò Svilar.
“Sì ma credo che se non ci fosse stato il cambio di allenatore la promozione non sarebbe stata definitiva”.
Ma lei si sente belga o serbo?
“Difficile rispondere. La mia famiglia è tutta serba, non ho alcun parente belga, ma sono nato ad Anversa e ho tutti gli amici là. In Belgio ho conosciuto anche mia moglie”.
Torniamo a Roma. Anche questa scelta sembrava poco funzionale alla sua maturazione: per un anno e mezzo, solo panchina.
“Lo avevo messo in preventivo. E non ho niente contro Mourinho che aveva le sue gerarchie e preferiva puntare su Rui Patricio, tra l’altro un ragazzo top che mi ha aiutato anche dopo”.
Però nell’ultima partita di Mourinho a Milano giocò Svilar.
“Sì ma credo che se non ci fosse stato il cambio di allenatore la promozione non sarebbe stata definitiva”.
Ma lei pensava di essere così bravo quando guardava gli altri giocare?
“No. Non è possibile stabilirlo se non giochi. Gli allenamenti sono una cosa, le partite un’altra. Ma anche oggi, credetemi, capitano giornate in cui mi sento all’altezza e altre in cui mi sento una pippa (dice proprio così, nda)”.
Hai mai pensato di lasciare la Roma?
“Mai, sapevo che prima o poi il mio momento sarebbe arrivato. Al Benfica qualche volta ho pensato di cambiare, qui no”.
Adesso la Roma è lanciata in una fantastica rincorsa. La sfida alla Juve cosa significa?
“È una partita importantissima. Sarà difficile da preparare, perché loro hanno cambiato da poco allenatore. Tudor può aver dato la scossa, come sempre dopo le svolte tecniche. È successo anche a noi, no?”.
La svolta di Ranieri è stata epocale. Cosa è successo però fino a dicembre?
“Semplicemente non riuscivamo a esprimere le nostre qualità. Nel calcio a volte capita. Eppure ci impegnavamo tanto”.
La Roma andrà in Champions?
“Lo scopriremo tra qualche partita. Un passo per volta”.
È vero che voi giocatori avete chiesto a Ranieri di restare?
“Sì. Con lui abbiamo raggiunto un ottimo equilibrio nel lavoro quotidiano. Sappiamo cosa dobbiamo fare. Non ci sarebbe bisogno di cambiare ancora ma dobbiamo rispettare la sua scelta, è giusto che si goda la pensione…”.
Chi sarà il nuovo allenatore?
“Non ne ho idea”.
Hummels darà l'addio al calcio giocato a fine stagione
Mats Hummels si ritira a fine stagione: quella della Roma sarà l'ultima maglia che indosserà il difensore tedesco. L'annuncio su Instagram accompagnato da un video commuovente.
Nicola Zalewski verrà riscattato dall'Inter a fine stagione
Nicola Zalewski verrà riscattato dai nerazzurri a fine stagione. Marotta verserà 6.5 milioni di euro nelle casse della Roma e il classe 2002 continuerà la sua avventura a Milano. La storia di Nicola con i giallorossi, iniziata nelle giovanili, dunque terminerà dopo 123 partite e due reti, con la vittoria della Conference League come momento indimenticabile.
La Gazzetta dello Sport
