De Rossi: "Articolo diffamatorio, chiederò i danni in Tribunale, non è la prima volta che gettano ombre sulla mia amicizia con Totti"
"Nell'articolo su La Repubblica di ieri a firma Bonini e Mensurati mi vengono attribuiti comportamenti mai avuti e frasi mai dette. Ritengo quanto scritto gravemente diffamatorio, darò mandato ai miei legali di chiedere un risarcimento da devolvere in beneficenza".Così in una dichiarazione all'ANSA Daniele De Rossi interviene sui fatti di ieri. "Esprimo tutta la mia indignazione per la distorta, se non addirittura falsa, ricostruzione di fatti ed episodi che mi riguardano. Scrivere che io, con professionisti che hanno dato il cuore per la maglia della Roma, abbia posto in essere quei "comportamenti" è ridicolo e spudoratamente falso.L'articolo che 'ricostruisce' così i motivi del mio allontanamento risulta ancor più grottesco se si pensa che la Roma mi ha offerto un ruolo dirigenziale rilevante vicino all'ad, onorandomi con una offerta che ho declinato per i motivi a tutti noti. Ultima cosa: non è la prima volta che vengono gettate ombre sulla Amicizia tra me e Francesco. Vi dico: impegnatevi di più...."
Roma: lista d’attesa per il mal di pancia
IL MESSAGGERO - CARINA - Italiano (o meglio, che alleni in serie A), dotato di una forte personalità e capace (anche) di lavorare con i giovani. È questo l'identikit sul quale si sta muovendo la Roma. Che poi, a pensarci bene, non si discosta (pur a diversi livelli) dai profili per i quali ha ricevuto due no di fila: Conte e Gasperini. Paradossalmente il voltafaccia del tecnico piemontese è stata una doccia fredda ben più gelata di quella di Conte. Questo perché a Trigoria (e a Lecce, dove si trova Petrachi) si era certi del suo arrivo. Un brutto colpo che ha moltiplicato domande e riflessioni all'esterno sul fascino che il club giallorosso ha perso nell'ultimo periodo e disorientato all'interno la dirigenza che ha quindi deciso di prendersi una pausa di riflessione. Utile tra l'altro per capire quale sarà il futuro di Sarri, da sempre il primo nome fatto da Baldini a Pallotta.
SCALA LA CLASSIFICA - I famosi centri di potere chiamati in causa da Sabatini qualche anno fa, hanno idee diverse. Non per questo motivo inconciliabili. Baldini, oltre a Sarri, è sempre stato convinto delle qualità di Giampaolo. Dipendesse da lui, toccherebbe al tecnico della Sampdoria (ora finito in orbita Milan) sedere sulla panchina della Roma. La pensa in modo diverso Petrachi. Che pur apprezzandone la metodologia di lavoro, nutre perplessità sul carattere. Dubbi che il ds non ha su De Zerbi e Mihajlovic. Il serbo avrebbe le physique du role ma il suo passato laziale suonerebbe come l'ennesima provocazione alla tifoseria, sempre di più sul piede di guerra. Rimane quindi De Zerbi, divenuto nelle ultime ore il candidato forte di Petrachi. Il tecnico del Sassuolo (che ieri, pur «non avendo sentito nessuno», ha fatto sapere «di dover parlare con il patron Squinzi») ha le caratteristiche che si addicono al futuro tecnico: carattere forte, bravo con i giovani, capace di esprimere un gioco offensivo. Le remore sul suo conto, espresse anche da Baldini, sono legate a come potrebbe gestire una piazza come Roma in un momento di difficoltà. Baldini, però, pur avendo manifestato le sue perplessità, non intende forzare la mano. L'ultima parola deve averla Petrachi. Il motivo è semplice: il nuovo ds non può essere depotenziato agli occhi della piazza già prima della sua ufficializzazione.
VERTICE SERALE - Nel vertice andato in scena ieri nella sede dell'Eur (presente anche Totti) è stato fatto anche il nome di Gattuso (che piace all'ala italiana del club), ormai sul mercato. Nelle ultime ore, il tecnico è stato però avvicinato dalla Fiorentina, prossima al cambio di proprietà, che vorrebbe offrire il ruolo di ds a Mirabelli che ha in Rino la prima scelta. Prima, però, il tecnico vuole capire il progetto dell'imprenditore Commisso. Per questo non scarta l'idea originaria, ossia un'avventura all'estero (Liga o Premier). Chi lo vuole, deve fargli cambiare idea. In fretta. La Roma lo contattò a gennaio - quando la posizione di Di Francesco era già fortemente in bilico - ma poi non s'è fatta più sentire. Non è escluso possa farlo nelle prossime ore. In questo contesto, scivolano inevitabilmente in secondo piano le alternative estere. Offerti nelle settimane scorse Benitez e Blanc che però non convincono chi deve decidere. Ieri è circolato il nome di Bordalas, quinto con il Getafe nell'ultima stagione. Un profilo che trova d'accordo Petrachi e Baldini sarebbe quello di Fonseca (Shakhtar). La pista italiana rimane la priorità. Ma con la Roma mai dire mai. E nel caso a Trigoria cambiassero idea il portoghese potrebbe rivelarsi la carta a sorpresa da giocarsi in extremis.
Massara "bocciato" si dimette
IL TEMPO - BIAFORA - Si separano di nuovo le strade della Roma e di Massara. Il dirigente piemontese, tornato nella Capitale nell’estate del 2018 e nominato direttore sportivo dopo la risoluzione consensuale con Monchi, ha deciso di rassegnare le dimissioni dall’incarico e lo ha già comunicato ai vertici societari: l’addio dell’ex ala del Pescara sarà formalmente annunciato giovedìprossimo. In questi tre mesi il ds ha portato avanti il lavoro sul mercato, continuando ad imbastire trattative e incontrando gli agenti dei calciatori per i rinnovi dei contratti, oltre ad aver mandato in giro per il mondo gli scout giallorossi, che nei giorni a venire saranno convocati a Trigoria per fare un punto della situazione. Massara era arrivato per la prima volta alla Roma nel 2011 con Sabatini ed era rimasto anche dopo l’addio del dirigente umbro, aiutando Monchi nei primi mesi del suo percorso per poi entrare nella galassia Suning. Adesso per lui si profila un’avventura da primo violino: non dovrebbe infatti seguire il suo mentore, già operativo per il Bologna.
DDR in Giappone, Perotti lo spinge al Boca
IL MESSAGGERO - CARINA - Lo straziante addio è alle spalle. Daniele De Rossi è partito per una vacanza tra Giappone e Hawaii assieme alla moglie Sarah Felberbaum che su Instagram ha rassicurato i tifosi sul suo statod’animo: «Il ragazzo sta bene», ha scritto sotto una foto che ritrae la coppia sorridente alla stazione ferroviaria di Tokyo .II centrocampista sta valutando l’ipotesi di giocare 6 mesi in Argentina per poi trasferirsi negli Usa in una delle due squadre di Los Angelesche non potrebbero ingaggiarlo subito per via del salary cap. Al Boca lo spinge Perotti: «A lui piacerebbe per il tifo argentino. I giocatori stranieri vogliono vivere quello che si prova su quei campi. Il mio futuro? Ho un contratto fino al 2021, però mi piacerebbe tornare in Argentina», ha detto a La Oral Deportiva.
Fiumicino? No, grazie. Si va avanti con Tor di Valle
GAZZETTA DELLO SPORT - «Cortesia istituzionale». È questa la formula scelta dalla Roma per smentire qualsiasi ipotesi di trasferimento del progetto del nuovo stadio da Tor di Valle a Fiumicino. Da tempo, infatti, il sindaco del Comune adiacente a quello della Capitale aveva offerto pubblicamente la disponibilità ad ospitare il nuovo impianto. Tra l’altro, a differenza di quanto era stato ipotizzato, i terreni non apparterrebbero alla famiglia Caltagirone, anche se le aree indicate agli emissari giallorossi sono state più di una.
In ogni caso, la società giallorossa ha tutta l’intenzione di proseguire sul percorso già tracciato perché, secondo gli intendimenti, mancherebbero appena tre sedute per completare l’iter tecnicoportato avanti insieme all’amministrazione. Cosa che, in linea teorica, consentirebbe di andare ad approvare la Convenzione Urbanistica e la Variante al Piano Regolatore durante l’estate.
Perotti: «De Rossi e il Boca? Si riuniva con Paredes per i derby con il River...»
GAZZETTA DELLO SPORT - «Io ho un contratto fino alla metà del 2021, poi mi piacerebbe tornare in Argentina. De Rossi al Boca? In caso lo farebbe per i tifosi, ma non so se succederà. Deve decidere lui». Neanche il tempo di tornare in Argentina per le vacanze, che Diego Perotti parla alla trasmissione radiofonica «Oral Deportiva». Partendo proprio dal futuro dell’ormai ex capitano, corteggiato dal Boca del d.s. Burdisso: «A De Rossi il Boca piace, si riuniva con Paredes per vedere la partita contro il River. Però non so se verrà, è una decisione personale, conta anche la tranquillità della famiglia, non si può essere egoisti, ci sono tante cose da valutare. Di certo se un giocatore come Daniele pensa di venire qui è per quello che possono trasmettere i tifosi argentini». Anche lui, un giorno, tornerà in Argentina. Ma fino al 2021 vorrebbe restare a Roma e chiudere la sua carriera europea: «Nonostante gli infortuni sono contento della mia carriera. Ho un contratto per altri due anni, poi mi piacerebbe tornare».
Dzeko va, Schick ai box. Occhi su Kruse e Sarabia
GAZZETTA DELLO SPORT - Le strade della Roma e di Edin Dzeko sono destinate a separarsi a breve. Tempo un paio di settimane, forse anche prima. Dipenderà dagli intrecci di mercato e dalle offerte che arriveranno (Inter in testa) a Trigoria. Ma se Dzeko dovesse davvero lasciare la Roma dopo quattro lunghi anni passati in giallorosso, chi sarà il suo erede? È una domanda che si fanno in tanti intorno alla Roma. Ad iniziare da quella legata a Patrik Schick, la grande delusione di queste due stagioni: non ha mai convinto e ora c’è da capire cosa fare. Dargli fiducia definitivamente puntando tutte le fiche su di lui o virare altrove? Di certo c’è che la Roma allo stato attuale non può vendere Schick, dovendo dare a a febbraio un minimo garantito di 20 milioni di euro alla Sampdoria o la metà di un’eventuale cessione.
Difficile pensare anche ad un’alternativa. Di certo la Roma nei mesi scorsi ha seguito da vicino la situazione di Max Kruse, il 31enne che si sta svincolando dal Werder Brema. Occhio anche a Pablo Sarabia, del Siviglia, in scadenza nel giugno 2020.
Summit per il tecnico, da De Zerbi a Fonseca: il casting va avanti
GAZZETTA DELLO SPORT - Meglio non avere fretta e cercare di scegliere la migliore soluzione. Certo, non è facile tenere la barra dritta, ma sul tavolo ci sono diverse opzioni, che però si materializzeranno con tutta probabilità solo la prossima settimana. Almeno questo è stato l’esito del vertice (anche in conference call con i «lontani»), a cui ha partecipato anche Totti prima di andare alla festa legata al documentario, che ieri ha avuto riprese nell’Olimpico di notte. Se Sarri resta un sogno, la pista italiana porta a Roberto De Zerbi, che pure ieri ha detto di «voler rimanere al Sassuolo». Piace parecchio anche Marco Giampaolo, anche se resiste la suggestione straniera, che vede Paulo Fonseca dello Shakhtar Donetsk più avanti di Benitez e Blanc. Dopo il mezzo miracolo fatto in Liga alla guida del Getafe – che ha sfiorato la zona Champions League –, all’elenco non poteva mancare Josè Bordalas. Occhio però ad una soluzione apparentemente di mezzo. Ovvero uno straniero italianizzato: Sinisa Mihajlovic.
Stadio, stretta su Tor di Valle. Ma Fiumicino offre altre ipotesi
LA REPUBBLICA - L. D'ALBERGO - Una visita di cortesia. Come raccontato ieri da Repubblica, l’altro giorno la Roma si è imbarcata in un sopralluogo per ascoltare le proposte del sindaco di Fiumicino, il dem Esterino Montino. Un po’ per non mancare di rispetto a chi si è fatto avanti armato di buona volontà a fronte dei ritardi accumulati dal Campidoglio, anche a causa delle inchieste giudiziarie, sull’iter del nuovo stadio giallorosso. Un po’ per rendersi conto di cosa ci sia Oltretevere, al di fuori di Tor di Valle. Un modo, insomma, per tenersi sempre aggiornati sulle possibili alternative nella capitale e dintorni. All’Eur, però, nei nuovi uffici dei giallorossi, la convinzione è che non serviranno piani B. Per chiudere la convenzione urbanistica con gli uffici del Campidoglio mancano due, al massimo altri tre incontri. E le sensazioni sono «positive». Se non ci saranno intoppi, il patto tra il club e il Comune verrà finalmente tradotto in una delibera da votare in aula Giulio Cesare prima della pausa estiva. Un atto su cui la maggioranza grillinadovrà dimostrare di essere davvero compatta. La questione politica, in fondo, è sempre la stessa. I 5S erano partiti con l’idea di non realizzare nuovi impianti sportivi a Roma. Figurarsi uno stadio tanto importante come quello dei giallorossi. Ora, invece, si trovano per le mani un progetto che in passato avrebbero contestato punto per punto. Ecco, più di un consigliere è rimasto su quella linea e potrebbe decidere di non farsi vedere in aula Giulio Cesare il giorno del voto. L’exit strategy, considerando che il Pd ha già ribadito la sua contrarietà all’opera dopo il taglio delle cubature e delle opere pubbliche, sarebbe il voto in seconda convocazione. A quel punto, seppur nell’imbarazzo generale, i pentastellati riuscirebbero a portare a casa il via libera senza il bisogno della maggioranza al gran completo. Il calendario della Roma, al netto del trambusto causato dalle ultime questioni sportive e dalle voci che vorrebbero forte l’interesse di un fondo del Qatar per il club del presidente James Pallotta, è già fissato. Come detto, rimangono tre riunioni. Gli ultimi tre faccia a faccia con i dirigenti capitolini per trovare la stretta di mano e buttare giù il documento che prescrive puntualmente gli obblighi che i privati dovranno rispettare per costruire stadio e uffici a Tor di Valle. Per quei terreni il patron statunitense dei giallorossi verserà presto una prima tranche da 7 milioni di euro alla Eurnova di Luca Parnasi. Il resto, quasi altri 100, arriveranno dopo l’accordo con il Comune. Un’intesa che fino a questo momento non si è trovata per una netta divergenza di vedute sulla tempistica degli interventi pubblici finanziati dai proponenti: la Roma, logorata da un iter infinito, sa di poter realizzare lo stadio in tempi più brevi di quelli che il Comune impiegherà per mettere a bando la realizzazione delle nuove strade a servizio dell’impianto e l’acquisto dei treni per la Roma-Lido.
Il piano B dell’As Roma per scuotere la sindaca
LA REPUBBLICA - D. AUTIERI - La battaglia sullo stadio della Roma sale di livello. E il fronte si sdoppia. L’anticipazione di ieri lanciata da Repubblica che rivela l’ipotesi di costruire il Colosseo del calcio non più sui terreni di Tor di Valle, ma nell’area della nuova Fiera di Roma, riscrive la storia e il futuro del più grande progetto urbanistico della capitale, e aumenta il numero dei contendenti sull’affare edilizio del decennio. Il fronte della battaglia diventa duplice: da un lato lo scontro politico, dall’altro gli interessi industriali. Edificare lo stadio nei pressi della nuova Fiera scippa al Comune di Roma la più grande opera urbanistica della storia contemporanea di questa città, offrendo su un piatto d’argento a Fiumicino e al suo sindaco Esterino Montino la possibilità di mettersi una medaglietta politica di non poco conto. L’impressione, confermata da alcune fonti qualificate, è che proprio la As Roma (ufficialmente per il momento “non interessata” alla soluzione Fiumicino) sia stufa dei tentennamenti della sindaca Raggi e veda di buon grado l’ipotesi di far entrare in gioco un nuovo soggetto politico, alimentando così una battaglia sull’efficienza e sul consenso, e facendo leva sulla contesa aperta tra il Pd (in crescita nei consensi) e ilMovimento 5 Stelle, ancora impegnato a leccarsi le ferite delle elezioni europee. Esterino Montino, già presidente ad interim ed assessore all’Urbanistica della Regione Lazio, oltre che ex-assessore ai lavori pubblici del Comune di Roma, è la personalità più adatta per raccogliere un progetto come quello dello stadio, superando a destra la lumaca grillina del Campidoglio. Del resto, tutti i protagonisti di questa vicenda sono ormai convinti che prima di settembre il consiglio comunale di Roma non si pronuncerà sulla convenzione che dovrebbe dare il via libera alla costruzione. Il tempo passa, le inchieste giudiziarie si tirano dietro un pezzo di Campidoglio, e la società di calcio paga un prezzo salato per colpe non sue. Da qui la decisione di aprire un fronte inedito, ma nuovi terreni significano nuovi costruttori. E se non fosse Leonardo Caltagirone, sarebbe comunque un soggetto diverso dalla Eurnova, ex-società di Luca Parnasi. Guardare a una soluzione alternativa è un gioco facile, mentre l’ipotesi Tor di Valle viene frenata dall’immobilismo capitolino. L’ultima notizia, emersa dalle dichiarazioni della sindaca dopo la sonora sconfitta delle europee, è il possibile slittamento della costruzione del ponte dei Congressi, uno dei progetti inseriti nel piano di mobilità del nuovo stadio. Già in parte finanziata con fondi statali, l’opera non è stata ancora avviata e oggi rischia l’ennesimo rinvio. Gli attuali vertici di Euronova (la società proprietaria dei terreni di Tor di Valle) si dichiarano tranquilli e convinti che l’operazione vada in porto, anche se a Palazzo Senatorio sembra ancora dominare l’incertezza. Serve un piano B, che sia un’ alternativa per la società di calcio, o anche solo di stimolo alla sindaca Raggi.
Montino: “Abbiamo aree in abbondanza e voglia di fare”
LA REPUBBLICA - CASALINI - Esterino Montino, sindaco di Fiumicino, ha rilasciato un'intervita al quotidiano per parlare della possibilità di costruire lo stadio della Roma nei terrerni limitrofi alla nuova Fiera di Roma anzichè a Tor di Valle. Queste le sue parole:
Sindaco Montino, lo vorrebbe il nuovo stadio della Roma nei terreni del suo Comune, Fiumicino?
«Certamente sì, sono io che ho detto ai dirigenti della Roma: ‘spero che la situazione col Campidoglio si sblocchi, ma sappiate che qui a Fiumicino ci può essere una alternativa’. Era un paio di mesi fa, in un momento particolarmente, diciamo così, incagliato, della questione nuovo stadio, e ci siamo incontrati nei miei uffici».
Perchè ha offerto un piano B al progetto giallorosso?
«Non ho indicato un’area in particolare, ho fatto un quadro più ampio. Loro hanno bisogno di circa 40, 50 ettari, e da noi ci sono circa 200, 300 ettari liberi sulla destra dell’autostrada andando verso l’aeroporto tutti edificabili: sono a blocchi di circa 30, 40 ettari di diversi proprietari mentre le aree libere di Leonardo Caltagirone credo siano troppo piccole. Sono già infrastrutturati, hanno strade, ferrovie e vastità di parcheggi. Appena a 7 km da Tor di Valle. E come amministratore ritengo che un grande impianto sportivo sia un intervento urbanistico più qualificante di una distesa di capannoni»
Ma entrerebbe in quei terreni il progetto concepito a Tor di Valle?
«Va comunque ridimensionato, io parlo con l’As Roma per lo stadio, la foresteria, l’albergo e spazi commerciali legati allo sport. Non voglio palazzoni»
Ha mai parlato col Campidoglio?
«No, ma ho sentito la sindaca Raggi che rispondeva così, elegante, a una radio privata. “See, je piacerebbe a Montino...»
Rinnovi, da Zaniolo a Pellegrini: i 4 giallorossi in attesa
GAZZETTA DELLO SPORT - Gianluca Petrachi dovrà aspettare ancora, almeno una settimana se non qualcosa in più, per capire e sapere quando e come potrà iniziare a sentirsi davvero il nuovo d.s. della Roma. Le cose da fare, del resto, sono tantissime, e tra queste ci sono anche i rinnovi. Il primo da dover affrontare, senza aspettare oltre, è quello di Stephan El Shaarawy. Stephan attualmente guadagna 3 milioni di euro (2,5 come parte fissa e circa 500mila euro di bonus facili) e punta ad arrivare a 3,8-4.
Poi bisognerà risolvere il prima possibile la situazione di Nicolò Zaniolo, che guadagna ancora appena 300mila euro: ora e di euro a salire. Ora, invece, il giocatore ne vuole almeno il doppio, con i dirigenti giallorossi che invece non vorrebbero andare oltre il milione e mezzo.
Un altro che aspetta da tempo l’adeguamento contrattuale è poi Cengiz Under: in questo momento porta a casa circa un milione, cifra che vorrebbe vedersi ritoccare verso l’alto. Under ha altri tre anni di contratto, esattamente come Lorenzo Pellegrini. Il futuro vicecapitano della Roma ha anche una clausola rescissoria (biennale) da 30 milioni di euro. Se la Roma volesse toglierla, inviterà il giocatore a parlarne, offrendogli nel contempo un adeguamento contrattuale.