Swaby: "In un anno, ci siamo qualificate per il Mondiale, sono andata prima in Islanda e poi qui alla Roma"
llyson Swaby, difensore della squadra femminile giallorossa, è la protagonista di una nuova puntata della rubrica Ladies First in onda su Roma Tv. Queste le sue dichiarazioni:
Come va?
"Bene, Grazie".
Che ne pensi dell'Italia?
"Molto bella, ovviamente all'inizio il passaggio è stato un po' difficile, venivo da un ambiente completamente diverso, Adesso sono a mio agio e mi godo ogni giornata qui".
Qual è la cosa più difficile a cui ti sei dovuta abituare?
"Credo sia stato il tipo di allenamento, qualcosa di molto diverso rispetto alle mie precedenti esperienze. Il tempo era simile a quello del Connecticut, a volte faceva freddo, quello andava bene, ma mi sono dovuta abituare a un modo diverso di stare in campo. È un modo di giocare diverso rispetto a quello a cui ero abituata. Ovviamente è difficile inserirsi in una squadra a stagione in corso. All'inizio cercavo di capire quale fosse la mia posizione, il mio ruolo all'interno della squadra. Ora mi sento a mio agio".
Con la tua nazionale parteciperai al Mondiale?
"Non so ancora se credere o no a quello che sta succedendo, Fino a quando non sarò sull'aereo per la Francia. Sono molto contenta e orgogliosa di quello che abbiamo fatto e delle difficoltà che abbiamo attraversato come gruppo".
Com'è per te vivere tutto questo da statunitense di origini giamaicane?
"Mio padre è nato e cresciuto in Giamaica, si è trasferito negli Stati Uniti quando aveva 18 anni. Mia madre è cresciuta a Londra, da genitori giamaicani, quindi le mie origini sono giamaicane quanto americane. Quando ero piccola sono stata immersa nella cultura giamaicana ed è stato bello poterne far parte attraverso il calcio".
Dal punto di vista del gioco?
"La nostra Nazionale è simile a quanto ho visto negli Stati Uniti, anche se gli standard di gioco sono elevati: hai a che fare con la forza fisica e un'ottima tecnica. Ho preso quello che ho fatto negli USA per essere più forte fisicamente, più tecnica e più abile tatticamente".
Come sei stata scelta per la Nazionale?
"Nel 2014, il coach che viveva in Florida ha cominciato a cercare ragazze che vivevano negli Stati Uniti. Sono stata invitata a partecipare a questo camp. Io giocavo per Boston e mi chiedevo cosa volessi fare realmente e non mi ha preso. Quando hanno deciso di riproporre il programma nel 2018 mi ha chiamato e mi ha chiesto di aiutarli per le qualificazioni ai Mondiali. In quel momento ero contenta di provare a raggiungere quel traguardo, quindi ho acettato".
Era nei piani diventare una calciatrice professionista?
"Non esattamente. Sono una ragazza che ha bisogno di sicurezze, quindi pensavo fosse stato meglio cercare lavoro".
Di che segno sei?
"Sono della bilancia, nata a ottobre. Mi dicevo che dovevo cercare lavoro, dopotutto avevo una laurea e sapevo cosa volessi fare. Abbiamo fatto le qualificazioni e lì ho capito che volevo continuare a giocare. Quindi mi sono laureata e ho cercato di andare in qualsiasi club. Sono andata in Islanda in estate e ho giocato lì. Poi ci siamo qualificate per la Coppa del Mondo ed è arrivata questa opportunità con la Roma".
Il 6 giugno ci sarà Italia-Giamaica...
"Credo che il modo migliore per affrontarla sarà fare quello che siamo solite fare. Bisognerà tenere testa dal punto di vista fisico. Sarà come olio e acqua, quello che proporranno loro sarà molto diverso da quello che proporremo noi. Credo che sarà una partita entusiasmante. Noi giochiamo in maniera più diretta, cercando il nostro attaccante che è una calciatrice fantastica e riesce a creare occasioni dal nulla. Le italiane giocano in maniera più tattica. Cercano di fare avanzare il pallone trovando gli spazi giusti. Sarà interessante vedere questi due stili di gioco diversi affrontarsi".
Piatto preferito romano?
"Probabilmente la pasta cacio e pepe. Poi ogni tipo di pizza. Poi anche la carbonara ma potrei andare avanti all'infinito".
Una cosa di cui non puoi fare a meno?
"Il mio telefono".
Adulto o bambino tutta la vita?
"Bambino".
Mattina o sera?
"Sera".
Obbligo o verita?
"Obbligo".
Niente più TV o social media?
"Social media".
Pizza o tacos illimitati?
"Tacos".
Leggere la mente o vedere nel futuro?
"Leggere la mente".
Cosa ti fa sentire realizzata?
"Un buon allenamento, se mi sono impegnata e ho dato il massimo".
La vita è?
"Complicata".
Ti sono rimasti 5 euro, che ti ci compri?
"Qualcosa da mangiare, un gelato o dei tacos".
Compensi agli agenti nel 2018. Roma terza dietro Inter e Juve
Le società di Serie A hanno aumentato il budget da dare agli agenti dei calciatori. Questo è quanto pubblicato dal sito figc.it in merito ai Compensi dei Procuratori Sportivi per l’anno 2018 nella nostra massima serie. Complessivamente, i club del nostro campionato hanno elarginato ai procuratori ben 171 milioni di euro, con una media di circa 8,55 milioni di euro per ciascuna squadra, in aumento del 24%. rispetto al 2017, quando la spesa complessiva è stata di 138 milioni.
Prima di questa speciale classifica è l'Inter, passata dai 3,1 milioni del 2017 a 24,9 milioni nel 2018, circa 600mila euro in più della Juventus. Sul podio la Roma, con 22,9 milioni di euro, dato in linea con quello della passata stagione. Al quarto posto c’è il Milan con 16,7 milioni (21 milioni nel 2017), davanti al Napoli con 14,2 milioni (5,2 milioni nel 2017).
Roma non interessata a Radu, portiere del Genoa. Pellegrini deciderà il suo futuro in autonomia
Roma non interessata a Radu. Il portiere dell'Inter ed attualmente in prestito al Genoa costa circa 12 milioni di euro e da Trigoria smentiscono ogni trattativa per il giocatore, che invece piace a Monchi e potrebbe farci un pensierino per portarlo a Siviglia.
Per quanto riguarda Lorenzo Pellegrini, è reale l'interessamento dei nerazzurri ma sarà lo stesso centrocampista giallorosso a decidere del suo futuro in quanto ha una clausola rescissoria di 30 milioni e sarà lui eventualmente a dover portare alla società capitolina tale somma per esser ceduto o rifiutare ogni offerta e rimanere alla Roma, magari con un nuovo contratto in tasca. Questo è quanto fa sapere il sito fcinternews.it.
Dzeko avrebbe contattato Nainggolan e Perisic per una eventuale casa a Milano
Dzeko avrebbe contattato Nainggolan e Perisic per avere informazioni sulla casa da prendere a Milano. Questo è quanto riferisce Sport Mediaset in merito al futuro del centravanti bosniaco della Roma proprio alla vigilia del match tra i giallorossi e l'Inter. Strategia che era già stata usata dalla stessa emittente televisiva e di altri giornali del Nord alla vigilia delle sfide della Lazio con le milanesi e con la Juventus quando si era parlato di un possibile approdo in quelle squadre di Milinkovic Savic e del tecnico Simone Inzaghi. L'ex City ha comunque il contratto in scadenza nel 2020 con la società giallorossa non convintissima di rinnovarglielo ma nulla appare al momento deciso.
Claudio & Lucio, chi si rivede
IL MESSAGGERO - ANGELONI - L'uno andò via per far posto all'altro. Lucio out, Claudio in. E la Roma sognò. Oggi i sogni sono diluiti per entrambi, Spalletti da una parte e Ranieri dall'altra, due allenatori che un qualcosa di giallorosso nella loro vita ce l'avranno sempre, se non altro per aver sfiorato tutti e due lo scudetto a Roma. Oggi sono su due panchine diverse, che domenica saranno vicine, a San Siro, dove anche Ranieri ha allenato, qualche anno fa, quando qui c'era la rifondazione americana e il tecnico della Roma si chiamava Luis Enrique. Spalletti e Ranieri hanno qualcosa in comune alla fine: uno ad esempio, Claudio, ha allenato il Chelsea, Lucio invece l'ha solo ambito; un'altra storia in comune, roba dei giorni d'oggi, che entrambi hanno sulla testa l'ombra lunga di Antonio Conte. A Ranieri, questo, interessa poco, è arrivato a Roma sapendo che l'incarico era a termine (poi non si sa mai), mentre Spalletti questa ombra non la gradisce, perché la panchina nerazzurra la vuole difendere con le unghie. Cosette in comune, ma se li guardi, li studi, ti accorgi che sono diversi, lontani, quasi opposti. Ora antagonisti. Uno, Ranieri, si comporta da lord inglese, sa sempre quello che deve dire, con le pause giuste, con i riferimenti corretti, e come dirlo, toni, sorrisi sempre da dispensare; l'altro si agita nelle polemiche, le subisce, le respinge, le lotta, le sconfigge (non sempre), sia a Roma sia a Milano.
L'AGGIUSTATUTTO - L'aggiustatore Ranieri è venuto a Roma - di nuovo, proprio come Spallettiuna decina di anni dopo - per aggiustare e sabato a San Siro ha quasi la possibilità di completare la riparazione: vincendo in casa dell'Inter si ritrova improvvisamente vicino il terzo posto, quanta grazia. E Lucio, invece, se ne vuole andare in fuga, possibilmente dando un bel calcione alla Roma, che nella sua seconda avventura, forse, non lo ha capito. O magari non si è spiegato bene, chissà. Piccoli rancori. Tra i due non ci sono troppi precedenti sul campo, solo quattro, in serie A e sempre scontri tra Roma e Juve (tre successi per i bianconeri di Ranieri e un pareggio). Era la Roma del primo Spalletti (che spettacolo, quella) ed era la Juve rinnovata e in ripartenza del post Calciopoli, non un granché: biennio 2007-2009. Sono passati poco più di dieci anni dall'ultima volta che si sono scontrati, eravamo all'Olimpico, passa con un treno la Juve di Ranieri sulle macerie di una Roma spallettiana dilaniata dagli infortuni (succedeva anche all'epoca): lo storico 4-2-3-1 era rinforzato dall'esordiente Filipe, da Tonetto alto a sinistra, da Loria al centro della difesa. In panchina, tanto per far capire la disgraziata serata: Artur, D'Alessandro, Malomo, Brosco, Stoian, Crescenzi e Montella. Finisce 4-1, reti di Iaquinta, pari illusorio di Loria, quindi ancora Iaquinta, Melberg e Nedved. Era il 21-marzo 2009, appunto dieci anni fa. Male per la Roma e Spalletti anche all'andata: 2-0 - Del Piero e Marchionni - per la Juve e tutti a casa. Nell'anno precedente, spettacolo vero all'Olimpico: Roma, bellissima, rimonta la rete di Trezeguet con una doppietta di Totti e nel finale gol beffa di Iaquinta. Unico pari di Spalletti, che perderà la sfida di ritorno di quella stessa stagione (2007-2008), 1-0, Del Piero. In comune, oggi, un'altra cosa ce l'hanno: il modulo. Quel 4-2-3-1, marchio di fabbrica di Spalletti, usato ora anche da Ranieri, cultore invece del 4-4-2. Ieri l'allenatore della Roma ha provato Pellegrini al fianco di Cristante nei due di centrocampo. Questo apre la strada all'ipotesi di rivedere un attaccante (Under o Kluivert) alto a destra, con Zaniolo trequartista.
Conte: “Non ho deciso, ma andró dove mi convince di più il progetto”
IL MESSAGGERO - CARINA - «Non so ancora dove andrò l’anno prossimo. Una cosa è certa: sarò in una squadra che ha un progetto che mi convince». Parole, quelle rilasciate da Antonio Conte, ospite di ‘E poi c’è Cattelan’ in onda stasera ( 21,15 su Sky) che si vanno ad incastrare in un contesto dove il domino tanto atteso degli allenatori in serie A rischia di essere meno radicale di quanto si pensava. Soprattutto se Agnelli e Allegri dovessero dare seguito ai propositi post-Ajax di restare insieme ancora un anno alla Juve. Con la panchina del Real occupata in corsa da Zidane, per il tecnico salentino rimarrebbero le due milanesi (soprattutto l’Inter), il BayernMonaco e... la Roma. Il problema, come ribadito in tv, è convincerlo. Non tanto con l’ingaggio, certamente importante, quanto con il progetto. La palla passa dunque a Pallotta che tempo fa, congedandosi da Monchi, dichiarò di esser rimasto deluso perché l’ex ds non lo aveva accontentato, avendo richiesto «preparatori e tecnico di primo livello». Ora ha la possibilità di agire in prima persona. O appoggiarsi a dirigenti (Petrachi) che sarebbero il passe-partout ideale per arrivarci. Basta convincerlo: impresa non facile. Per questo motivo, rimane vivo il pressing su Sarri. Intanto Massara è rientrato da Boston. A fine stagione Totti diventerà responsabile tecnico. Non direttore tecnico. Praticamente lo stesso ruolo attuale (collante tra dirigenza e squadra) ma ufficializzato dal club.
Stadio, tentazione M5S: “Ripetere il voto in aula”
IL MESSAGGERO - DE CICCO - La tentazione, nel Movimento 5 Stelle, c’è: rimettere ai voti la delibera che ha attribuito il «pubblico interesse» al controverso progetto stadio. Una mossa che, di fatto, riavvolgerebbe il nastro a due anni fa, indietro tutta fino al giugno 2017, quando la maggioranza stellata rilasciò, tra mal di pancia e distinguo nelle concitate riunioni interne, un via libera preliminare all’operazione Tor di Valle. La prima, clamorosa inversione a U rispetto a quanto promesso in campagna elettorale - fino al 2016 il M5S parlava di «speculazione» e di progetto «non migliorabile, da bocciare e basta», Marcello De Vito dixit - una giravolta che tante seccature, per usare un eufemismo, ha causato all’amministrazione grillina, tra grane giudiziarie e il divorzio con la base.
Il fatto è che quella delibera, all’epoca, venne messa in votazione da De Vito, il presidente dell’Assemblea capitolina finito agli arresti il 20 marzo, con l’accusa di corruzione proprio per avere favorito Parnasi nell’affare dello stadio. Prende corpo allora l’idea di resettare tutto. Ripartire da lì, dal voto del provvedimento, senza che De Vito, ancora in custodia cautelare, conduca i giochi sul pallottoliere. Altrimenti su tutto l’iter di approvazione, si ragiona nel Movimento, potrebbe allungarsi l’ombra di quel vizio originario.
La voce di un voto bis vortica da giorni nei corridoi di Palazzo Senatorio. E la conferma al Messaggero Donatella Iorio, grillina di ferro e presidente della Commissione Urbanistica del Campidoglio: «Ci stiamo ragionando, c’è la possibilità che la delibera sul pubblico interesse venga votata nuovamente», rivela al telefono, proprio perché il vecchio provvedimento era stato «messo ai voti da De Vito».
Se i grillini giocassero questa carta, per il progetto la strada si farebbe ancora più impervia. Intanto perché una seconda conta in Aula Giulio Cesare, dopo l’inchiesta per tangenti e il parere del Politecnico che ha parlato di «impatto catastrofico” sulla viabilità di Roma Sud, potrebbe avere esiti tutt’altro che scontati. E poi perché slitterebbe la variante urbanistica, già congelata da un anno. «La variante è uno step successivo; in caso, sarebbe discussa solo dopo il pubblico interesse», riflette Iorio.
IL NUOVO PARERE - Oggi intanto in Commissione Urbanistica arriva la delibera per l’”annullamento” del pubblico interesse, portata avanti da Cristina Grancio, la dissidente espulsa dal M5S per non avere cambiato linea su Tor di Valle. La proposta, firmata anche da StefanoFassina, era stata discussa lunedì in Commissione Sport, ma all’ultimo la maggioranza ha fatto slittare il voto. Nella Commissione presieduta da Iorio, invece, la conta ci sarà. Ma non dovrebbero esserci sorprese: i grillini già da ieri sbandieravano il «parere contrario» del dipartimento Urbanistica, che ha giudicato «inesatta» la formulazione di Grancio. «A questo punto non possiamo che votare contro», spiega Iorio. Grancio, in Commissione Sport, aveva invece letto un altro parere, quello fornito dall’Avvocatura due anni fa, in cui si diceva che «la scelta di realizzare un impianto del tutto nuovo in un’area non edificata richiede un’adeguata motivazione» e che «in caso di mancata motivazione, il procedimento è a rischio annullamento». Come «nella deliberazione in esame», cioè Tor di Valle, dove «la questione non viene minimamente trattata».
Under ci crede «Niente paura battiamo l’Inter»
GAZZETTA - CECCHINI - avviso ai naviganti. La Roma che si vedrà a San Siro potrebbe essere più a trazione anteriore rispetto al consueto. E tutto questo grazie al ritorno da titolare di Cengiz Under, pronto a scorrazzare sulla destra come farà El Shaarawy sulla sinistra, entrambi un passo dietro a Dzeko nell’ormai classico 4-2-3-1.
L’OTTIMISMO L’attaccante turco, pur immalinconito per le tante occasioni perse dalla squadra durante la stagione, professa ottimismo per la rincorsa Champions. «Abbiamo sbagliato le partite apparentemente più facili e quelli sono tutti punti persi – dice al sito del club –. Le ragioni non le conosco, forse ci è mancata la concentrazione, ma certe sfide dovevamo vincerle. Ora, però, da due settimane abbiamo iniziato a giocare meglio con Ranieri, abbiamo vinto due partite consecutive e dobbiamo continuare così». Under ringhia tutta la sua convinzione. «Dobbiamo solo pensare a un obiettivo ora: vincere contro l’Inter. Vogliamo qualificarci in Champions. Una squadra come la Roma deve sempre qualificarsi per la Champions. Credo che ci riusciremo. In Italia ci sono tante buone squadre e noi siamo tra quelle. Dobbiamo farcela».
LA RIPRESA La voglia del turco, forse, è anabolizzata dal ritorno in campo dopo aver vissuto il primo, vero infortunio della carriera, che gli è costato circa due mesi di stop. «È stato un momento duro, il più difficile da quando sono qui. Mi sono fermato per un po’ e ora sto lavorando ancora di più, anche extra-campo. L’anno scorso nella seconda parte della stagione ho dimostrato chi sono, so cosa posso fare. Ho grande fiducia nei miei mezzi e in quelli della squadra. Adesso sto bene. Spero di giocare tutte le partite, ho ripreso minuti nelle gambe, ho voglia di segnare di più e di dare il mio contributo ai compagni». Magari già da sabato contro l’Inter.
E Ranieri prova Zaniolo trequartista
GAZZETTA - ZUCCHELLI - Oggi parlerà in conferenza, domani la partenza per Milano, sabato a San Siro la sfida contro l’Inter. Ieri, invece, giornata di prove a Trigoria per Ranieri, che ha voluto testare Zaniolo trequartista, con Pellegrini arretrato in mediana insieme a Cristante. Per ora sembra questa la soluzione più probabile contro i nerazzurri, a meno che negli ultimi allenamenti Nzonzi non riesca a strappare un posto da titolare. Il francese, assente contro l’Udinese per un’infiammazione al ginocchio, è tornato ad allenarsi in gruppo, così come Olsen, che ha archiviato il fastidio alla spalla. Niente da fare, invece, per Perotti, che continua a lavorare a parte nella speranza di ritrovare una condizione accettabile. L’argentino dovrebbe, in ogni caso, partire per Milano, mentre gli unici assenti, oltre al capitano, dovrebbero essere Santon e Karsdorp. In attacco, oltre a Dzeko, ci sarà El Shaarawy, che ieri su Instagram è stato «accusato» da Strootman di aver messo una foto «da modello». Tanta nostalgia, nel leggere il commento dell’olandese, da parte dei tifosi.
Roma, più spazio per Massara e Totti riceverà i primi «gradi»
GAZZETTA - CECCHINI - Se volessimo fare dell’ironia malinconica, sarebbe il caso di dire che la Roma vira verso il sovranismo. Ovvero, dal breve meeting di Boston tra il presidente Pallotta, il consulente Baldini e il d.s. Ricky Massara, quest’ultimo ne è venuto fuori con una investitura più forte del previsto, anche se si deve ancora decidere un affiancamento o meno sul fronte del mercato.
lui e totti Intanto, a proposito di italianità, sembra che a fine stagione possa arrivare un segnale positivo anche nei confronti di Francesco Totti. La proprietà, infatti, starebbe pensando di dare all’ex capitano la prima qualifica ufficiale da quando è diventato dirigente, ovvero quella di «responsabile tecnico». Non «direttore», perché è una figura che per il momento non vorrebbero far ricoprire da nessuno. Totti, in pratica, dovrebbe fare da collante tra l’area tecnica, quella mercato e lo spogliatoio. Una promozione? Agli esperti naviganti dell’oceano giallorosso non sfuggirà il fatto che è più o meno quello che il più grande giocatore della storia giallorossa ha fatto finora, però il fatto di codificarne una mansione non può passare sottotraccia. Il messaggio che giunge da Trigoria in fondo è chiaro: se dimostrerà di avere le qualità che occorrono per fare il dirigente, col tempo potrà scalare i vertici decisionali. È ovvio comunque che tanti desideri coltivati negli anni – meno giovani talenti da valorizzare e più giocatori pronti per vincere subito; meno responsabilità al centro di potere londinese rappresentato da Baldini e più spazio a quello di Trigoria – non potranno essere esauditi. La politica delle plusvalenze, infatti, continuerà a restare centrale per la società, mentre sul ruolo di Baldini non è neppure il caso di parlare, visto la presenza in questi giorni a Boston. Morale: Pallotta lo ritiene fondamentale. Punto.
CAMPOS E PETRACHI Proprio perché l’area mercato potrebbe continuare ad essere affollata, non è un caso che il discorso di un affiancamento di Massara non è ancora tramontato, tanto che le decisioni finali potrebbero arrivare dopo Pasqua. Per questo la società giallorossa fa sapere che, nonostante la diga (a suon di soldi) fatta dal Lilla, l’ipotesi di un arrivo di Luis Campos nel ruolo di super-consulente (con residenza monegasca) non è ancora tramontata, visto che sembrerebbe avere una clausola d’uscita dal contratto. Sullo stesso fronte, perciò, è ancora viva anche la candidatura di Petrachi, sondato da tempo. Piace anche Bigon.
SARRI & co . Una volta definito il «pacchetto mercato», si andrà alla caccia dell’allenatore. Se Conti resta solo un sogno, il primo della lista resta Sarri, anche se bisognerà vedere se il Chelsea lo libererà, con Giampaolo e Gasperini subito dietro, mentre se arrivasse Campos lieviterebbero le quotazioni di Jardim (Monaco) e Fonseca (Shakhtar). Inutile dire che anche sul fronte giocatori nomi interessanti vengono fuori. Della Fiorentina infatti, oltre a Biraghi, piace anche Veretout per la regia. Ma al momento tutto appare davvero prematuro. Prima occorrono le investiture, poi si farà sul serio.
Il dopo De Rossi. Il club punta sul viola Veretout
LEGGO - Il summit è finito, ma non è cambiato poi molto. Massara è tornato da Boston, infatti, con la conferma del ruolo da ds. Resta da capire in queste ore se da solo (con Tottiin una veste più “mediatica”) o al fianco di uno tra Campos e Petrachi. Si è parlato pure di allenatore, rinnovi e mercato. Tre punti che dipendono dalla qualificazione in Champions. Quasi impossibile arrivare a Conte, si attende la decisione del Chelsea su Sarri e non si molla Giampaolo. Occhio, però, all’eventualità di una conferma di Ranieri in attesa magari di arrivare ad un big nella stagione successiva quando potrebbero entrare soldi freschi (dallo stadio o dal Qatar). Via libera per i rinnovi di Pellegrini ed El Shaarawy, si punta ora a Veretout della Fiorentina per il dopo De Rossi. Il regista francese costa 25 milioni. Per sostituire Olsen, invece, oltre a Cragnosi segue Dragowski ora all’Empoli ma sempre di proprietà dei viola.
Pallotta blinda Zaniolo: 100 milioni il nuovo prezzo, talento d’oro per il futuro
REPUBBLICA - CARDONE - FERRAZZA - Dal summit di Boston esce rafforzata l’idea che sia necessaria una restaurazione nella Roma che parta da un management italiano dentro Trigoria. Sia dirigenziale, sia tecnico. E sia sportivo. Per questo per la società giallorossa si defila sempre più l’idea di avere come consulente esterno Campos (che ha una clausola, non esercitata dal presidente del Lille, per liberarsi a un mese dalla scadenza del contratto) e avanza la candidatura di Petrachi, ora al Torino, e pronto a lavorare con Massara. L’attuale direttore sportivo ad interim non avrebbe alcun problema dividere la poltrona con l’eventuale nuovo uomo-mercato giallorosso - il cui nome da settimane è caldeggiato dal nuovo amministratore delegato, Guido Fienga - convinto che l’ottima conoscenza delle dinamiche del calcio nostrano di Petrachi, sia un vantaggio enorme rispetto, per esempio, alle tante difficoltà trovate da Monchi.
Italiana dovrà essere anche la panchina (questa la direttiva che sembra mettere d’accordo tutti, da Baldini a Totti), e su questo fronte i tempi sono destinati ad allungarsi. Il sogno è Conte, contattato dalla dirigenza giallorossa - compreso lo stesso Totti - e molto amico proprio di Petrachi, la cui presenza dentro Trigoria potrebbe essere un lasciapassare importante per il tecnico ex Chelsea. Ma l’altro nome caldo, sempre legato al Chelsea, è quello di Sarri, che vorrebbe peró restare a Londra e il cui (eventuale) divorzio dal club inglese non sembra cosa per nulla facile, né imminente. Restano, sotto a queste, le opzioni meno suggestive - vedi Giampaolo oppure Gasperini - appena sopra le quali potrebbe spuntare a sorpresa la conferma di Ranieri. L’attuale allenatore della Roma - in caso di miracolosa qualificazione al quarto posto - diventerebbe una reale soluzione giá pronta per l’uso in casa, con i giocatori che lo stimano e una base di partenza gettata già in questi mesi. “Abbiamo iniziato a giocare meglio con mister Ranieri”, l’ammissione di Under, specchio di una fiducia che il mister testaccino si sta conquistando gradualmente. Il futuro italiano dovrà passare però da una squadra sempre più tricolore, e per questo motivo Pallotta ha dato mandato di blindare Zaniolo, con un contratto nuovo (l’ingaggio gli verrà triplicato) e fissando un prezzo per la vendita del ragazzo di 100 milioni di euro, che equivale a renderlo incedibile. Almeno per la prossima stagione, individuando in lui il simbolo da cui ripartire