Roma ed Inter si sfidano per Thomas ma per Simeone è incedibile

Thomas Partey nel mirino di Roma ed Inter. Questo è quanto scrive il quotidiano spagnolo As in merito al centrocampista dell'Atletico di MadridDiego Simeone, tecnico dei colchoneros, stima moltissimo il giocatore e si oppone in maniera forte alla cessione del giocatore ghanese classe '93. 


Stadio Roma. Montuori pronto a denunciare Berdini per calunnie (Foto)

L'assessore all'Urbanistica Luca Montuori querelerà Paolo Berdini. Questo è quanto fa sapere il giornalista di Radio Radio Alessio Di Francesco, tramite il suo account Twitterche spiega come il tutto sia dovuto alle ultime vicende relative allo stadio della Roma in quanto il  precedessore e grande oppositore del progetto di Tor di Valle, avrebbe rivolto "parole calunniose" nei suoi confronti. Attesa nelle prossime ore una nota ufficiale del Campidoglio.

 


Casting ds Roma. In pole c'è Ausilio, le alternative sono Campos e Petrachi

La Roma fa il casting per il nuovo direttore sportivo. Dopo l'addio di Monchi, il ruolo è stato affidato "pro tempore" a Frederic Massara ma la dirigenza giallorossa sta continuando a lavorare sotto traccia e secondo l'agenzia di stampa Adnkronos, la pista principale porta all'attuale ds dell'Inter Piero Ausilio, il cui rinnovo con il club nerazzurro, dopo l'arrivo di Beppe Marotta, non è così certo. L'ad dell'Inter, infatti, potrebbe portare un suo uomo in nerazzurro e supervisionare tutto il mercato, con Ausilio che a questo punto preferirebbe trovare una nuova sfida professionale.

Altre strade che si stanno vagliando sono quelle che portano al portoghese Luis Campos del Lille, legato al tecnico Jardim e molto vicino al famoso agente Jorge Mendes, e Gianluca Petrachi ds del Torino che ha un contratto in scadenza con i granata nel 2020 e con il presidente granata Urbano Cairo che non ha nessuna intenzione di privarsene a cuor leggero. Nessun contatto invece con Massimiliano Mirabelli, ex ds del Milan, che probabilmente andrà al Bologna.

L'influenza degli agenti non è comunque un dato da sottovalutare anche nel mercato dei ds, se Campos è vicino a Mendes, Ausilio è vicino ai fratelli Giuffrida, Gabriele e Valerio sono agenti e intermediari molto influenti sul mercato italiano e polacco e anche amici personali del ds nerazzurro con frequentazioni ad Ibiza e all'Hotel Bulgari di Milano. Come intermediari i Giuffrida hanno fatto molti gli affari sul versante genovese con il Genoa di Preziosi e la Samp di Ferrero, in particolare con giocatori polacchi, ma anche con l'Inter e la Roma, sia per giocatori affermati che per giovani promesse.

Per la panchina, la prima scelta sarebbe Maurizio Sarri che è però legato al Chelsea e Gian Piero Gasperini prima alternativa, tentato dal riprovare un'esperienza in una grande piazza. Il futuro della Roma passa però anche dalla qualificazione in Champions League. Senza il quarto posto, il club giallorosso sarebbe costretto a cedere pezzi importanti per rimettere apposto il bilancio. I maggiori indiziati sarebbero Manolas, Dzeko e Lorenzo Pellegrini, che consentirebbero plusvalenze importanti. Un discorso a parte merita Niccolò Zaniolo, giocatore su cui ha messo insistentemente gli occhi addosso la Juvnetus che sarebbe disposta a pagarlo 60 milioni, ma la piazza giallorossa non prenderebbe bene una tale cessione.


Roma interessata a Todibo del Barcellona ma i blaugrana vogliono trattenerlo

La Roma punta su Jean-Clair Todibo. Secondo mundodeportivo.com, alcuni emissari avrebbero sondato il terreno per il difensore centrale francese classe '99 arrivato al Barcellona questo gennaio. 

L'intenzione dei blaugrana, però, sarebbe quello di tenere il calciatore e non lasciarlo partire neanche in prestito a meno che non arrivi de Ligt dell'Ajax. Sarà, comunque, il tecnico del Barca Ernesto Valverde, a dare l'ultima parola sulla vicenda in merito ad un giocatore giovane e duttile, che all'occorrenza può esser impiegato anche a centrocampo.


Tavecchio: "Conte vuole tornare ad allenare in Italia. E' un valore aggiunto per il nostro calcio"

Carlo Tavecchio, ex presidente della Figc, è stato intervistato nel corso del programma La politica nel pallone in onda su Gr Parlamento e ha parlato anche dell'ex ct azzurro, Antonio Conte. Queste le sue affermazioni:

"Conte vuole tornare ad allenare in Italia. Lui è un vero leader, un valore aggiunto per il nostro calcio. Ho ancora affetto nei confronti di Antonio. Ho il rammarico che se gli avessi dato nel 2016 i soldi che chiedeva, probabilmente saremmo andati al mondiali".


Una delegazione dell'Italia in visita all'Ospedale dei bambini di Parma. Presente Zaniolo

Una delegazione della Nazionale italiana in visita all'Ospedale dei bambini di Parma, in particolare a quelli che lottano nel reparto di Oncoematologia pediatrica. Gli azzurri domani scenderanno in campo contro il Liechtenstein allo stadio Tardini ma non hanno voluto far mancare il loro sostegno ai bambini dell'ospedale. Presenti il ct Roberto Mancini, Gabriele Oriali, Fausto Salsano ed in rappresentanza della squadra, capitan Chiellini con Barella, Bernardeschi, Donnarumma, Immobile, Kean, Verratti e Zaniolo.

Gian Luigi De Angelis, direttore dell'ospedale dei bambini, ha parlato ai microfoni di 12 Tv Parma. Queste le sue dichiarazioni:

E' Una visita "che aiuterà molto i nostri ragazzi perché la nazionale porta sempre felicità ed è un grande stimolo. Questa visita doveva già esserci nel 2012 quando poi la gara dell'Italia al Tardini fu cancellata per il terremoto nel modenese. Balotelli, Buffon e Albertini avevano promesso a nome dello staff azzurro che avrebbero recuperato in un'altra occasione. Così è stato".

 


Il contratto di De Rossi sarà rinnovato se dimostrerà di aver superato i problemi fisici

Il futuro di Daniele De Rossi dipenderà dalle sue condizioni fisiche. Secondo quanto riportato da Sky Sport, il rinnovo di contratto ci sarà solo se il capitano giallorosso dimostrasse di aver superato i problemi fisici che lo hanno bloccato spesso in questa stagione. Se tutto andrà bene, l'adeguamento sarà automatico prima della scadenza del 30 giugno di quest'anno.


Milan e Uefa tentano un accordo extragiudiziale per evitare di finire di nuovo al TAS

Il Milan e l’Uefa stanno trattando un accordo extragiudiziale per evitare di finire nuovamente davanti al TAS. Lo scorso anno il massimo organismo aveva escluso il club lombardo dalle Coppe ed era stato proprio il TAS a ribaltare la decisione della Uefa, ammentendo il Milan in Europa League. Questo è quanto riferisce il sito milannews.it, che  spiega come pochi giorni fa il club rossonero avrebbe chiesto l'allungamento della tempistica per rientrare nei parametri, dopo che la Camera Giudicante ha imposto il raggiungimento del break-even entro la stagione 2020-21, con l'eventuale pena che prevede l’esclusione dalle coppe europee per una stagione. I rossoneri vorrebbero inoltre poter investire sul mercato per rendere competitiva la squadra. Il Milan punta a far passare come anno franco il bilancio della stagione 2017-2018, in quanto Elliot ha ereditato la gestione del gruppo cinese. I milanesi puntano all’accordo extra giudiziario, ma c'è un piano B: rivolgersi ai giudici di Losanna che pochi giorni fa hanno accolto il ricorso del PSG, andando così contro all'Uefa.


Multa di 12.5 milioni di euro per la Nike per aver impedito di vendere maglie club ai commercianti negli Stati dell'Ue

La Nike è stata multata dall'Antitrust per aver impedito ai commercianti di vendere, in tutti gli Stati Ue, le magliette di alcune squadre di calcio dal 2004 al 2017. Diverse le società interessate tra cui Roma, Juventus Barcellona, Inter, Manchester United. I commercianti che avevano la licenza potevano venderle soltanto nel loro Paese, a scapito dei consumatori europei e violando le regole della concorrenza. Per questo l'Antitrust Ue ha imposto all'azienda una multa da 12,5 milioni di euro. Questo quanto riportato dall'Antitrust di Bruxelles tramite la commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager:

"I prodotti ufficiali della squadra del cuore, come sciarpe o magliette, sono spesso oggetti di culto per i tifosi di calcio. Nike ha impedito a molti dei suoi licenziatari di vendere questi prodotti in altri Paesi, riducendo così la scelta offerta ai consumatori e facendo salire i prezzi. Questo viola le norme antitrust dell'Ue. La decisione garantisce che rivenditori e consumatori possano beneficiare appieno di uno dei principali vantaggi del mercato unico, vale a dire la possibilità di acquistare ovunque in Europa per avere accesso a un maggior assortimento di prodotti e a offerte più vantaggiose". Poiché Nike "ha collaborato con la Commissione al di là dei propri obblighi giuridici", la multa è stata ridotta del 40%.

A giugno 2017 la Commissione ha aperto un'indagine antitrust su alcune pratiche di concessione delle licenze e distribuzione di Nike, per accertare se l'azienda stesse limitando illegalmente la vendita transfrontaliera e online, da parte dei commercianti, di prodotti sotto licenza all'interno del mercato unico dell'Ue. Dall'indagine è emerso che gli accordi non esclusivi di licenza e distribuzione sottoscritti da Nike configuravano una violazione delle norme dell'Unione in materia di concorrenza. I particolare Nike ha imposto ai commercianti una serie di misure dirette e indirette per «limitare le vendite al di fuori del territorio loro assegnato, tra cui clausole che le vietavano esplicitamente, obblighi di reindirizzare gli ordini non provenienti dal territorio di competenza a Nike stessa e clausole che prevedevano il doppio versamento dei diritti di licenza per le vendite al di fuori del territorio". Tra le misure indirette, le minacce ai licenziatari "di revocare le loro licenze se avessero venduto al di fuori del territorio di competenza, rifiutandosi di fornire gli ologrammi che contraddistinguono i prodotti ufficiali se sospettava che questi ultimi potessero essere venduti in altri territori dello Spazio economico europeo e conducendo ispezioni intese a verificare il rispetto delle restrizioni".


Non c’è un’inchiesta sullo stadio della Roma

ILPOST.IT - Le indagini e gli arresti che negli ultimi mesi hanno nuovamente coinvolto la politica e la pubblica amministrazione a Roma – gli ennesimi: nel frattempo il caso “Mafia Capitale” è arrivato in appello – sono stati descritti quasi sempre dalla stampa e dalle tv come indagini e arresti “per il nuovo stadio della Roma”. Nella sintesi e semplificazione giornalistica, infatti, si è parlato spesso di “inchiesta sullo stadio della Roma” o “corruzione sul caso dello stadio della Roma”, mentre i lanci di agenzia con gli ultimi sviluppi giudiziari vengono regolarmente preceduti dalle parole “Stadio Roma”, a indicare la questione generale. Eppure non c’è nessuna indagine in corso sul nuovo stadio della Roma, non ci sono dirigenti o dipendenti della Roma indagati né dubbi sulla regolarità dell’iter seguito dal nuovo stadio fin qui.

Lo stesso pubblico ministero di Roma a capo delle indagini, Paolo Ielo, ha detto all’inizio del caso, a giugno, che «la Roma non c’entra nulla», e ha ripetuto pochi giorni fa che «non ci sono atti amministrativi relativi allo stadio per cui si ravvisano alterazioni». Dalle parole dei magistrati e dal contenuto delle ordinanze di arresto – di cui il Post è in possesso – le inchieste di cui parliamo si possono descrivere come inchieste sulla corruzione a Roma, e non “inchieste sullo stadio della Roma”. [...]

Perché si riparla di questa storia? - Si sta riparlando di questa storia perché mercoledì 20 marzo la procura di Roma ha disposto l’arresto di Marcello De Vito, importante politico del Movimento 5 Stelle e soprattutto presidente del consiglio comunale della città, con l’accusa di corruzione. Secondo l’accusa, De Vito avrebbe ricevuto tangenti dall’imprenditore Luca Parnasi, proprietario dei terreni su cui dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma, a sua volta arrestato a giugno 2018. Insieme a De Vito è stato arrestato Camillo Mezzacapo, un avvocato che secondo l’accusa era il suo complice nelle attività corruttive attraverso una società, riconducibile a entrambi, nella quale confluiva il denaro ricevuto dai presunti corruttori (Mezzacapo, ha detto il suo avvocato, si dichiara innocente, dice di non aver ricevuto tangenti e di non avere il controllo su alcuna“società-cassaforte”).

Com’è possibile, allora, che ci siano dei presunti corruttori, dei presunti corrotti, e nonostante questo sia valido e regolare l’iter amministrativo che li coinvolge? Sulla base della lettura di entrambe le ordinanze di arresto, quella di giugno 2018 e quella di marzo 2019, le risposte a questa domanda sono sostanzialmente tre.

“Un format corruttivo” - La prima è il comportamento di Parnasi, che viene descritto dai magistrati come “sistemico”, “un format corruttivo”, con lo scopo di ungere tutti i passaggi politici e amministrativi che potessero essere potenzialmente utili alle sue attività, anche al di là di immediate esigenze concrete sui singoli atti (per dirla come la dicono i magistrati, era volto “all’ottenimento di provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione sia del nuovo stadio della Roma sia di altri progetti imprenditoriali che la compagine riferibile ai vertici del sodalizio aveva in corso di trattazione sviluppo o pianificazione”). Un esempio su tutti, particolarmente noto, permette di capirlo: dopo l’arresto di Parnasi si parlò a lungo di un episodio preciso descritto nell’ordinanza, cioè del tentativo di corrompere l’assessore all’Urbanistica del comune di Milano, Pierfrancesco Maran, che quest’ultimo respinse con nettezza («Qui non si usa»). L’ordinanza mostra che quel tentativo di corruzione avvenne “al fine di ottenere entrature per la realizzazione dello stadio di Milano”, quando in realtà all’epoca non esisteva – né esiste oggi – un progetto per costruire un nuovo stadio a Milano, al di là di generiche intenzioni verbali che si susseguono da anni.

In un’altra ormai famosa telefonata intercettata dai magistrati, è Parnasi stesso a descrivere il suo comportamento generale, che nell’ipotesi dell’accusa si muove tra la corruzione e il finanziamento illecito ai partiti: «Ci sono le elezioni. Io spenderò qualche soldo sulle elezioni […] È un investimento che io devo fare. Molto moderato rispetto a quanto facevo in passato, quando ho speso cifre… che manco te le racconto. Però la sostanza è che la mia forza è quella che alzo il telefono e…». Il finanziamento alla politica non è l’unico strumento che Parnasi adotta per costruire queste relazioni, secondo l’accusa: ci sarebbero anche il trasferimento di denaro attraverso fatturazioni per prestazioni lavorative mai avvenute, donazioni, promesse di posti di lavoro, bozze di progetti urbanistici redatti gratuitamente. La cosa che Parnasi cerca di ottenere è la capacità di «alzare il telefono» e far succedere le cose, soprattutto in un contesto politico mutato con l’arrivo al potere del Movimento 5 Stelle. In un’altra telefonata intercettata, Parnasi dice di sé parlando in terza persona: «Parnasi ha un buon rapporto, se fa lo stadio della Roma col mondo Cinque Stelle: allora tutti vogliono prendere un taxi, non so se mi spiego». Costantini su Repubblica ha sintetizzato così: “L’imprenditore Parnasi era diventato il tramite di tutti i colleghi che avevano necessità di scendere a patti — a volte spericolati — con il governo grillino della Capitale”.

Ai tentativi di Parnasi – sempre dall’ordinanza: “una manovra di accerchiamento che riguarda tutti gli organi a vario titolo coinvolti” – corrispondono le azioni di politici, funzionari e dirigenti della pubblica amministrazione, che “mettono a disposizione” le loro funzioni “offrendo servizi a una serie di costruttori”. Insomma, Parnasi secondo l’accusa aveva un “modus operandi” che utilizzava in ogni contesto, ma questo non basta a rendere di per sé irregolare e illecito ogni contesto che toccasse.

La corruzione non è tutta uguale - La seconda risposta riguarda cosa secondo la legge è perseguibile come corruzione, e poi la differenza tra “corruzione propria” e “corruzione impropria”secondo il codice penale e le successive interpretazioni e applicazioni di queste norme. Innanzitutto, come spiega la seconda ordinanza, non è necessario “l’effettivo compimento di atti ai fini della configurabilità di entrambe le ipotesi di reato incentrate primariamente sul patto illecito”: basta appunto il “patto”, il tentativo di corruzione da una parte e l’essersi messi a disposizione dall’altra.

Come spiega la stessa ordinanza, poi, si parla di “corruzione impropria” quando “si realizza una violazione del principio di correttezza e del dovere di imparzialità del pubblico ufficiale senza che però la parzialità si trasferisca sull’atto”, mentre si parla di “corruzione propria” quando “la parzialità si rivela nell’atto, segnandolo di connotazioni privatistiche perché formato nell’interesse esclusivo o prevalente del privato corruttore e rendendolo pertanto illecito e contrario ai doveri d’ufficio”.Semplificando: è “corruzione impropria” se la corruzione porta all’emissione di un atto che sarebbe comunque stato emesso in quella forma, è “corruzione propria” se la corruzione porta a un atto “illecito” o che altrimenti sarebbe stato emesso in un’altra forma.

I magistrati contestano entrambi i reati alle persone accusate, ma spiegano – sulla base di precedenti sentenze e interpretazioni – di giudicare “corruzione propria” anche “lo stabile asservimento del pubblico ufficiale ad interessi personali di terzi che si traduca in atti che, pur formalmente legittimi in quanto discrezionali e non rigorosamente predeterminati, si conformano all’obiettivo di realizzare l’interesse del privato nel contesto di una logica globalmente orientata alla realizzazione di interessi diversi da quelli istituzionali”, e aggiungono che “per l’integrazione del delitto di cui all’art. 319 [cioè la “corruzione propria”, ndr] non è necessaria l’individuazione di uno specifico atto contrario ai doveri d’ufficio per il quale il pubblico ufficiale abbia ricevuto somme di denaro o altre utilità non dovute, a condizione che dal suo comportamento emerga comunque un atteggiamento diretto in concreto a vanificare la funzione demandatagli e dunque a violare i doveri di fedeltà di imparzialità e di perseguimento esclusivo degli interessi pubblici che sullo stesso incombono”.

Le presunte attività illecite descritte dalle ordinanze coinvolgono diverse persone legate al progetto dello stadio: tra queste Luca Lanzalone (presidente di Acea considerato informalmente “l’uomo-stadio” della giunta Raggi), Adriano Palozzi (consigliere regionale eletto con Forza Italia), Davide Bordoni (consigliere comunale eletto con Forza Italia), Michele Civita (ex assessore regionale, oggi consigliere regionale eletto col Partito Democratico), Daniele Leoni (funzionario del dipartimento Urbanistica del comune di Roma), Paolo Ferrara (consigliere comunale e presidente del gruppo del M5S), Giampaolo Gola (assessore allo Sport del X Municipio in una giunta M5S).

Sulla base del contenuto delle ordinanze però – che non riguardano la Roma e i suoi dirigenti, che vengono solo saltuariamente nominati in quanto parti in causa nella prima ordinanza e mai nella seconda – e delle dichiarazioni rese ripetutamente dai magistrati sulla regolarità dell’iter amministrativo del nuovo stadio della Roma, si deve concludere che nel giudizio dei magistrati questi episodi non abbiano viziato o alterato nessun atto e quindi il processo che ha seguito fin qui il progetto stadio. Come ha detto il pm Ielo: «De Vito è stato arrestato perché da presidente dell’Assemblea Capitolina si è messo a disposizione di Mezzacapo, che faceva capo al gruppo Parnasi, ma al momento non ci sono atti amministrativi che riportano anomalie. Il semplice fatto che si sia messo a disposizione ha fatto scattare l’arresto». [...]

L’iter amministrativo dello stadio fin qui - Infine, è plausibile pensare che i magistrati siano arrivati alla conclusione che l’iter amministrativo del nuovo stadio non sia stato alterato dalle attività delle persone indagate sulla base dei moltissimi passaggi politici e amministrativi che ha superato in sette anni. È un progetto che ha attraversato tre giunte comunali (Alemanno, Marino e Raggi) e un commissario straordinario, e che due giunte e due consigli comunali di Roma hanno giudicato – votando – di interesse pubblico per la città; è un progetto che è stato vagliato da due Conferenze dei servizi, concluse con pareri favorevoli motivati ed esito positivo dopo il coinvolgimento della regione Lazio, dello Stato e di tutti gli uffici tecnici interessati.

Inoltre, dopo gli arresti di giugno la sindaca Raggi aveva preso la decisione – politica, non amministrativa – di sospendere l’iter per effettuare un surplus di verifiche soprattutto riguardo la viabilità, affidando un’analisi e un parere non vincolanti a un ente terzo di sicura indipendenza e affidabilità: il Politecnico di Torino. La decisione di Raggi ha allungato ulteriormente i tempi, ma a febbraio del 2019 è arrivato il parere favorevole del Politecnico. In una conferenza stampa con il relatore del Politecnico e il presidente dell’agenzia “Roma Servizi per la Mobilità” la sindaca Raggi ha illustrato il parere favorevole del Politecnico e ha annunciato che «lo stadio si fa», aggiungendo che i cantieri sarebbero stati aperti «entro la fine dell’anno». [...]

Cosa succede adesso - La Roma – che ha già speso 75 milioni di euro per il progetto e i dossier tecnici sul nuovo stadio in questi sette anni – ha detto di considerare «acquisito» il diritto di costruire lo stadio, sulla base dell’iter e delle decisioni prese fin qui dalle pubbliche amministrazioni, lasciando intendere di essere pronta a fare causa al comune se dopo sette anni, l’iter percorso fin qui e le parole dei magistrati, il progetto dovesse arenarsi. La Roma peraltro ha già trovato un accordo per acquisire i terreni di Tor di Valle, diventando così il proponente unico, comprandoli da Eurnova (che nel frattempo dopo l’arresto di Parnasi ha un nuovo management, come previsto dalla legge: l’amministratore delegato oggi è Giovanni Naccarato,lontano dalla precedente gestione e apprezzato nei suoi precedenti incarichi). L’acquisizione dei terreni sarà finalizzata quando (e se) il comune procederà con i prossimi passi necessari, gli ultimi: il voto in consiglio comunale della variante e della convenzione urbanistica.

Dopo l’arresto di De Vito, la giunta Raggi aveva fatto trapelare che ci sarebbero stati nuovi controlli sui cantieri e progetti di cui si parla nell’ordinanza di arresto (i Mercati generali, l’ex Fiera di Roma, l’ex stazione di Trastevere) ma non sullo stadio, viste le verifiche già eseguite al tempo degli arresti di Parnasi e Lanzalone. Domenica sera però la sindaca di Roma, Virginia Raggi, parlando a La7 ha lasciato intendere che potrebbero esserci controlli supplementari anche sullo stadio: «Io ho fatto una due diligence [uno specifico approfondimento, ndr] e alla luce di quanto accaduto ne sto facendo fare un’altra». Il Post ha chiesto chiarimenti all’ufficio stampa della sindaca ma non ha ancora ottenuto risposta.


Sampdoria-Roma. Ecco le info biglietti, settore ospiti a 35 euro

La Sampdoria ha reso noti prezzo e modalità per acquistare i tagliandi per assistere alla sfida di campionato tra i blucerchiati e la Roma, match in programma sabato 6 aprile alle 20.30 al "Luigi Ferraris". Ecco tutte inforrmazioni apparse sul sito ufficiale del club ligure, sampdoria.it:

SETTORE OSPITI: 35 euro
La vendita libera, salvo differenti indicazioni da parte degli organi di P.S., inizierà dalle ore 9.30 di lunedì 1 aprile 2019 fino alle ore 19.00 di venerdì 5 aprile 2019, presso i seguenti canali:

– Punti vendita Listicket-gruppo Ticketone
– Vendita online  su sport.ticketone.it


Percassi: "Gasperini non andrà via, non se ne parla. Ilicic intoccabile"

Luca Percassi, AD dell'Atalanta, ha parlato ai microfoni di L'Eco Di Bergamo delle possibilità che Gasperini ed Ilicic lascino la squadra al termine della stagione. Ricordiamo che entrambi sono nel mirino della Roma. Queste le sue parole:

"Gasperini via? Non abbiamo riscontri. Forse perché sanno già cosa risponderemo: non se ne parla. Gasperini è l’uomo giusto col gruppo giusto. Il mister ha grandi meriti e altri tre anni di contratto. Non si discute. Vedo giocare la squadra. La prossima Atalanta sarà competitiva, con Ilicic intoccabile come tanti altri".