Calciomercato Roma: i giallorossi pensano anche a Jardim e Bielsa per il dopo Ranieri

LA GAZZETTA DELLO SPORT - In attesa di capire chi sarà il nuovo direttore sportivo del club giallorosso (se sarà Massara o qualcun'altro), la Roma continua ad essere alla ricerca di un allenatore che a fine stagione possa prendere il posto di Claudio Ranieri destinato a giugno a lasciare la panchina romanista. Oltre ai soliti nomi comparsi in questi giorni, ovvero Maurizio Sarri, Antonio Conte, Gian Piero Gasperini e Marco Giampaolo, i giornali oggi in edicola hanno prefigurato anche delle possibili soluzioni estere. Tra i tecnici accostati ai colori giallorossi si sono anche Leonardo Jardim, tornato sulla panchina del Monaco dopo essere stato esonerato nell'ottobre scorso, quando venne sostituito da Thierry Henry,  e Marcelo Bielsa, attualmente al Leeds United.

 


La notte di Barella e Kean: l’Italia ritorna al futuro

LA REPUBBLICA - CURRO' - La prima vittoria della giovane Italia di Mancini, lungo il cammino appena iniziato verso Euro 2020, l’hanno firmata due giovani: il 22enne Barella con un destro al volo all’alba della partita e il 19enne Kean quasi al tramonto, con uno scatto tagliente quanto il rasoterra del suo primo gol in Nazionale alla prima da titolare. Così l’inedita coppia di goleador ha nascosto l’impaccio di qualche veterano e i difetti di un primo tempo alquanto imperfetto, di fronte alla resistibilissima Finlandia. La scossa elettrica alla partita, però, l’ha data nel finale l’ingresso del veterano tra i veterani, il trentaseienne Quagliarella, che il pubblico di Udine ha salutato come una specie di figliol prodigo: testata appena a lato, sull’unico guizzo di Bernardeschi. Sono le contraddizioni di una squadra in formazione e non è detto che sia un problema. Intanto, avendo vissuto dopo il trionfo di Berlino 2006 tre Europei da protagonista, contro due Mondiali da comprimaria e il terzo da spettatrice, gli azzurri possono accogliere come buon auspicio il 2-0 col quale hanno inaugurato le qualificazioni. L’esito, imposto dal dovere e suggerito dalla logica, ha interrotto il digiuno di successi in casa, che durava da 6 partite. L’Italia è inoltre tornata a segnare più di un gol alla volta.

In verità l’attesa degli esteti era sostanzialmente duplice: per il bel gioco promesso da Mancini e per il diciannovenne Kean, data la sua etichetta di predestinato. È andata delusa la prima parte dell’assioma, anche se la metamorfosi tecnica tra i due tempi chiama in causa un intoppo tattico, legato allo schieramento iniziale. Mancini ha spostato l’asse del gioco offensivo a destra, dove il terzino Piccini, a sua volta debuttante da titolare, diventava l’ala dell’attacco a 5, completato da Bernardeschi interno destro, Immobile centravanti, Barella incursore e Kean esterno sinistro. Ma il traffico del centrocampo, oltre a disinnescare le veroniche e le imbucate di Bernardeschi, ha indotto gli azzurri a saltare il doppio regista Jorginho-Verratti e soprattutto a impostare l’azione con Chiellini centrale e non con Bonucci, più adatto al ruolo. Per fortuna il precoce gol di Barella, che ha trovato dal limite la fortunata deviazione dello stinco di Vaisanen, difensore del Crotone, ha attenuato il disagio. Il ct si è poi corretto nell’intervallo: col terzino sinistro Biraghi ala sinistra e Kean a destra, l’equilibrio tattico ristabilito ha concesso a Jorginho e Verratti di tornare nel vivo dell’azione e a Bonucci di lanciare, anche se Pukki, punta del Norwich in Premier League, ha rischiato di pareggiare, con un tocco appena fuori, in mezzo a una difesa sbilanciata. Ma Immobile si è risvegliato in tempo per garantire un assist da trequartista a Kean e da lì in poi è diventata una festa, con Quagliarella in campo e Zaniolo all’esordio. Così l’attesa primaria di ogni tifoso italiano, incline per natura al pragmatismo, è stata premiata: si è interrotto l’inusuale ciclo, quasi biennale, dei pareggi casalinghi. E nella storia minima dei confronti con i finlandesi, contraddistinta da un paio di 6-1, ma anche da uno 0-0 a Roma nel 1975, precedente allarmante in un’analoga fase di ricostruzione della squadra, il nome del millennial Kean si è aggiunto ad altri assai illustri. Piolainflisse ai malcapitati una tripletta, Sandro Mazzola due doppiette, Bettega quattro reti in una partita, Vieri un’altra doppietta, Totti e Del Piero gol singoli. Mancini è soddisfatto della risposta alle vittorie di Grecia e Bosnia, le rivali del girone: «Non era facile, non giocavamo da 5 mesi». Non è più tempo di sfracelli. Però martedì a Parma si affaccerà il Liechtenstein e già una parolina magica ronza nell’aere azzurro: goleada. Ventura non la volle sentire e mal gliene incolse. Conviene cautelarsi.


L’Albania dopo 2 anni esonera Panucci

LA GAZZETTA DELLO SPORT - La federazione ha esonerato Christian Panucci, decisiva la sconfitta per 2-0 con la Turchianelle qualificazioni per l’Europeo del prossimo anno. Nel comunicare di aver «ufficialmente interrotto la collaborazione», la federazione lo ringrazia «per il lavoro svolto finora» e gli augura «il successo nella sua carriera». Le solite parole di circostanza, in realtà i rapporti tra l’allenatore, che nel luglio 2017 aveva preso il posto del dimissionario De Biasi, e l’ambiente (federazione, giocatori, stampa e, appunto, politici) erano deteriorati da diverso tempo. Nella seconda partita del girone eliminatorio, domani sera sul campo di Andorra, l’Albania sarà guidata da Ervin Bulku e Sulejman Mema, così come dal resto dello staff attuale.

 


Roma e Uefa botta-risposta sul Fair Play

IL TEMPO - AUSTINI - Lo scambio epistolare cambierà qualcosa? Per ora siamo alla forma, aspettando che diventi sostanza. La Roma e la Uefa si sono confrontate per iscritto nelle ultime settimane a proposito del fair play finanziario. Ha iniziato il club di Pallotta chiedendo chiarimenti alla commissione che controlla i bilanci delle società iscritte alle coppe, lamentando disparità di trattamento, la risposta da Nyon è arrivata nel giro di qualche giorno, a seguire una controreplica e ulteriori spiegazioni dalla Uefa. Il contenuto è rimasto riservato, a Trigoria vorrebbero che gli effetti fossero concreti e non solo mediatici. Il senso della lamentela giallorossa esposta nella lettera iniziale, spedita il 15 febbraio scorso, lo ha spiegato il presidente in una radio americana: «Quando guardiamo ad alcune sanzioni o alla scarsità di pene inflitte - l'analisi di Pallotta - perché preoccuparsi del FFP? Non è meglio prendere 12 milioni di euro di multa e accettarla?».

E quel numero non è casuale: 12 milioni è l'ammontare della multa comminata al Milan dopo aver sostanzialmente ignorato negli ultimi anni i paletti imposti dall'Uefa. Il passaggio delle quote al fondo Elliott, che nel frattempo ha rimesso in vendita il club rossonero, ha spinto il Tas a concedere una sorta di indulto al Milan, ma a maggio l'Uefa dovrà giudicare gli ulteriori debiti accumulati durante l'inquietante gestione dei cinesi. L'Inter da un paio di stagioni ha aggirato il problema incamerando una valanga di milioni dagli sponsor legati a Suning e facendo plusvalenze con i giovani della Primavera, la Juventus nelle ultime sessioni di mercato si è inventata di tutto (Mandragora, Sturaro e Audero i casi più discussi) per pareggiare l'investimento su Ronaldo che ha alterato gli equilibri di bilancio. Per non parlare di Psg e Manchester City che da anni spendono fortune per acquistare calciatori e poi corrono ai ripari con contratti che hanno fatto scandalo. Nel frattempo la Roma ha invece continuato a seguire lo spirito delle norme, cercando a sua volta di allestire operazioni elaborate sul mercato, ma si è ritrovata costretta di anno in anno a sacrificare pezzi pregiati della rosa. Ora Pallotta è stufo - per non parlare della vicenda stadio o degli arbitraggi in Champions - alza la voce ma non intende cambiare strategia. La Roma, fino a che sarà sua, cercherà di rispettare le regole, e adesso si aspetta che venga imposto anche ai club concorrenti. Un primo segnale concreto è arrivato dal presidente federale Gravina che ha alzato l'attenzione sui pericoli delle plusvalenze. A Nyon e Losanna faranno lo stesso?


Sempre più Roma: con Petrachi qualcosa di più di un accordo di massima

LA STAMPA - DE SANTIS, MANASSERO - Stupore e tentazione. Sono i diversi sentimenti che animano le due anime di un Toro che dopo dieci anni rischia la scissione di un sodalizio rodato, quello formato dal patron Urbano Cairo e dal direttore sportivo Gianluca Petrachi. La «colpa» è della Roma che ha messo nella lista dei candidati per il dopo Monchi il «mister plusvalenza» granata. Così, se la reazione dell’editore alessandrino è di sorpresa - «Non ho mai venduto un dirigente» -, la linea dell’uomo mercato del Torino è di attesa e orgoglio. Il club italo-americano ha rotto gli indugi e ora quasi tutte le strade, soprattutto la maggior parte di quelle imboccate da Franco Baldini, portano Petrachi alla Roma. Con il superconsulente di James Pallotta, il granata avrebbe qualcosa di più di un accordo di massima, ma gli ultimi tornanti possono regalare sempre inaspettati testacoda. Saranno le variabili a decidere il futuro. Innanzitutto la Roma deve convincere Urbano Cairo senza irritarlo, visto che il presidente del Toro può vantare un contratto fino al 2020 con il suo diesse; senza dimenticare lo stretto rapporto di collaborazione tra i due club nel campo del mercato, ma anche in ambito Figc. Conteranno anche il lavoro che il dirigente granata deve finire a Torino (il blitz anticipato a Londra per riscattare Aina si può inquadrare così) e la posizione finale della squadra di Mazzarri. Se sarà Europa, Petrachi potrà dire di aver completato l’opera e per lui sarebbe più facile lasciare una casa che ormai ama.

IL LATO ROMANO Poi, c’è il lato romano da non sottovalutare. Come una conferma oltre giugno, con conseguente promozione effettiva a primo violino, di Frederic Massara, attuale ds a tempo, molto stimato dalla corrente italiana del management di Pallotta, così operativo da aver richiesto (e ottenuto) che i collaboratori Balzaretti e Vallone non seguano più la squadra in trasferta e fissato un appuntamento con il procuratore di Zaniolo dopo la sosta. O come una virata sul ds del Lille Luis Campos, altra idea baldiniana, che potrebbe portare il mediano Soumaré, classe ’99 seguito da mezza Europa. In più, ecco la casella dell’allenatore: il candidato che dovesse convincere il boss romanista di essere l’uomo in grado di concretizzare il sogno non impossibile Sarri o la chimera ai limiti dell’irrealizzabile Conte di cui Petrachi è grande amico – o in seconda battuta di sposarsi al meglio con le alternative Gasperini e Giampaolo – vincerà il seggio di ds.

CANDIDATI FAGGIANO E PECINI I sondaggi del momento danno Petrachi in netto vantaggio e stanno costringendo Cairo a sondare le alternative. L’identikit è quello di gente quasi all’inizio della carriera, un po’ come il granata nel 2009. La scelta più semplice, perché già in casa, ricadrebbe su Massimo Bava, il «mago» che ha ridato lustro al settore giovanile (quattro trofei negli ultimi cinque anni), molto stimato dal presidente. Tra le altre idee, Riccardo Pecini, l’ex talent scout della Sampdoria (scoprì Icardi) ora all’Empoli, e Daniele Faggiano del Parma.


Ranieri senza terzini. L’unica buona notizia arriva da Under

CORRIERE DELLA SERA - La Roma delle mille incertezze - un allenatore e un direttore sportivo a termine, il progetto stadio sempre impantanato, una lista di infortunati che cresce anziché assottigliarsi, il quarto posto che si allontana inesorabilmente - ha un punto fermo: la tournée estiva negli Stati Uniti, che è stata annunciata con grande euforia. I giallorossi parteciperanno per la quinta volta all’ICC (International Champions Cup), a metà luglio, con tre amichevoli in 10-12 giorni al massimo. Prima ci sarà il raduno a Trigoria. In sintesi è lo stesso tipo di preparazione dell’estate scorsa e, verrebbe da dire, l’esperienza non ha insegnato nulla. Con quello di Florenzi, gli infortuni stagionali dei romanisti sono saliti a 40, la maggior parte dei quali muscolari. Il problema al soleo del polpaccio sinistro terrà fermo «Flo» per 15/20 giorni, il che significa almeno quattro gare saltate (Napoli, Fiorentina, Sampdoria e Udinese) con speranza di rientrare alla vigilia di Pasqua (20 aprile) quando è in programma Inter-Roma. Non sta bene neppure Kolarov, che è tornato dalla Serbia e che ha un problema al flessore. (…). In vista di tre gare in sei giorni, Ranieri rischia di avere solo Karsdorp e Santon come terzini di ruolo. Juan Jesus, spostato a sinistra, ha infatti fallito la prova contro la Spal, messo in croce da Lazzari. (…). C’è invece qualche speranza in più di recuperare Cengiz Under, almeno per uno spezzone di gara contro il Napoli. (…).Nei giorni scorsi è stato sottoposto a una risonanza magnetica, che ha dato esito negativo. A metà settimana tornerà ad allenarsi in gruppo e spera di rientrare tra i convocati per domenica 31.


Florenzi salta Napoli, viola e Samp. Under guarito e pronto al rientro

IL TEMPO - SCHITO - Claudio Ranieri fa la conta degli infortunati in vista del big match di domenica contro il Napoli. Alessandro Florenzi, tornato prematuramente da Coverciano, si è sottoposto agli esami del caso che hanno evidenziato una lesione del soleo della gamba sinistra. Lo stop previsto per il jolly di Vitinia è tra le due e le tre settimane. Allo stato attuale, il ritorno è previsto per Roma-Udinese. Le buone notizie riguardano Cengiz Under: il turco è finalmente guarito, come evidenziato dalla risonanza a cui si è sottoposto, e mercoledì rientrerà in gruppo: l'obiettivo è Roma-Napoli. Nei prossimi giorni verranno valutate le condizioni di De Rossi, Pellegrini, Kolarov e Manolas, tornati ad allenarsi in campo. Il rientro dei quattro, che inseguono il match con gli azzurri, è previsto al più tardi contro la Fiorentina. Ranieri dovrà poi fare i conti con i nazionali che arriveranno a Trigoria a metà settimana. Sorridono Olsen, che ha vinto con la Svezia, ed Edin Dzeko alla centesima presenza con la maglia della Bosnia.


Bebe Vio vince nel nome di Totti

IL TEMPO - Bebe Vio trionfa nella tappa di Pisa della coppa del mondo di scherma paralimpica. Nella categoria B l'azzurra ha sconfitto in finale la cinese Xiao Rong per 15-5, mettendo così in bacheca il 21°successo in Coppa della sua carriera. Poi ha svelato un curioso retroscena: «Mi firmo Totti 10 dopo gli assalti, mi porta bene da quando ho iniziato a farlo e sono romanista».

 

 

 

Capozucca: "Gasperini è pronto per il grande salto, alla Roma farebbe benissimo"

Stefano Capozucca, dirigente del Frosinone ed ex ds del Genoa, ha parlato ai microfoni di Centro Suono Sport. Queste le sue dichiarazioni, riguardo le voci che vorrebbero Gasperini sulla panchina della Roma:

“Gasperini non è che pronto, è prontissimo per il grande salto. Ho collaborato con lui per 9 anni al Genoa e credo che in questi anni abbia avuto solo la sfortuna di una parentesi infelice all’Inter, che era reduce dal Triplete, in una fase di ricostruzione. Ha dimostrato con i fatti di essere un tecnico straordinario, ha conquistato al Genoa due volte l’Europa League, lanciando giocatori importanti, all’Atalanta sta facendo cose straordinarie, con un gioco riconoscibile ed entusiasmante. Gasperini nasce dal settore giovanile, ha una grande predisposizione per i giovani, ha sviluppato una metodologia di lavoro molto importante: allenamenti molto intensi, non troppo lunghi, che si basano però sul ritmo, sulla grande pressione e sulla velocità. Le sue squadre hanno un marchio riconoscibile. Gasperini è un allenatore che guarda sempre al materiale che ha, non è particolarmente esigente, sa modellare il suo lavoro sulle qualità dei suoi giocatori. In questi mesi c’è un caso emblematico: Ilicic, che ha sempre avuto grande talento e che con Gasperini ha trovato continuità. Altro esempio è Zapata, ma ce ne sono stati tantissimi in questi anni che con Gasperini sono migliorati. Sono convinto che alla Roma farebbe benissimo: è una persona vera, sul piano umano se ha qualcosa da dire la dice in faccia, con lui ho avuto anche diverse discussioni, non è un personaggio semplice, ma ha personalità e si vede. Roma non è una piazza facile, c’è grande pressione, forse con più pressione in Italia, ma ritengo che possa adattarsi perfettamente all’ambiente romano, qualora a giugno arrivasse la chiamata dei giallorossi sarebbe l’allenatore ideale per la Roma”.


Zaniolo: "Con l'esordio in nazionale ho realizzato il sogno che avevo fin da bambino. Obiettivi? Arrivare in Champions con la Roma"

Nicolò Zaniolo ha esordito in azzurro ieri sera, nel corso del match di qualificazione ad Euro 2020 tra Italia e Finlandia. Il giovane giallorosso è stato intervistato da Rai Sport al termine della partita, queste le sue parole:

Oggi debutto per te.
"Un sogno che avevo fin da bambino e che ho realizzato oggi. Devo soltanto lavorare giorno dopo giorno senza montarmi la testa e continuare così".

Mancini ha dichiarato parlando di Barella, Kean e te: “Gioco abbastanza facile con loro perché sono forti ed equilibrati”.  
"Arrivare è facile, ma non tanto. Rimanere è difficilissimo. Quando arrivano i momenti difficili dobbiamo stare con la testa salda e avere la famiglia alle spalle per superarli".

In cosa puoi trovare margini di miglioramento?
"Devo migliorare su tutti gli aspetti: devo pensare prima alla giocata che devo fare e migliorare il piede debole, il destro".

Ti vedi intermedio di centrocampo?
"Posso fare la mezzala, l'esterno, il trequartista. Dove il mister mi dice di giocare cerco di dare il massimo per la squadra e per raggiungere gli obiettivi".

Le voci di mercato ti infastidiscono?
"Sono in Nazionale, rappresento l'Italia e non penso alle voci di mercato. Penso solo a giocare con la maglia azzurra, una cosa immensa e bellissima".

Che tipo di insegnamento vi dà Mancini?
"Ci ha dato tanta fiducia ed è una grandissima cosa. In campo sentiamo la sua fiducia e cerchiamo di dare tutto per la squadra e per lui. Nella fase difensiva ci chiede di andare sempre avanti e mai indietro".

Dal punto di vista emotivo cosa vi trasmette Mancini?
"Tranquillità e spensieratezza al punto giusto".

Il tuo obiettivo?
"Raggiungere un'altra vittoria con il Lichtenstein e raggiungere la Champions con la Roma".


La Juventus mette gli occhi su Manolas

La Juventus è già al lavoro per rinforzare il proprio reparto difensivo, in vista del probabile addio al calcio di Andrea Barzagli a fine stagione e la possibile partenza di Rugani e Alex Sandro. Il nome in cima alla lista di Fabio Paratici è quello di Matthijs de Ligt, ma c'è da superare la concorrenza di Barcellona e Real Madrid. Secondo quanto si legge su Tuttosport, i bianconeri mantengono sempre un occhio su Kostas Manolas più facile da raggiungere vista la clausola rescissoria presente sul suo contratto di 36 milioni di euro.


Dzeko raggiunge le 100 presenze con la maglia della Bosnia

Edin Dzeko, attaccante della Roma e della nazionale bosniaca, è stato premiato ieri sera dalla sua federazione per le 100 presenze raggiunte con la maglia della Bosnia. La piccola cerimonia è avvenuta prima del match contro l’Armenia vinto per 2-1.