Choutos: "L'esordio con la Roma il giorno più bello della mia carriera"

Lampros Choutos, ex promessa di Roma Inter, è stato intervistato dal portale ai gianlucadimarzio.com. Questo uno stralcio delle sue parole:

"L'esordio con la Roma è stato il giorno più bello della mia carriera. Sono arrivato alla Roma a 13 anni, non capivo niente, durante le lezioni mi annoiavo".

Totti?

"Quando arrivava erano subito scherzi, risate, di tutto, ma veniva soltanto una volta al mese (ride, ndr). Arrivai alla Roma grazie a un provino di 3 giorni, mi accolsero Giannini, Pruzzo e lo stesso Conti. L'esordio fu una giornata magica, avevo 16 anni. Sai, avrei potuto anche segnare, Aldair mi diede una grande palla. Sarebbe stato fantastico. Devo tutto all’ex presidente Franco Sensi, amava molto la squadra, e ovviamente a Mazzone”.


Ranieri cancella il posto fisso alla Roma

CORRIERE DELLA SERA - PIACENTINI - C’è un pezzo di Roma che rischia il posto. In casa giallorossa non si è ancora abbandonata del tutto l’idea di centrare il quarto posto, ma per farlo c’è bisogno di calciatori diversi rispetto a quelli visti a Ferrara, gente pronta a dare tutto per raggiungere l’obiettivo. Per questo motivo, al netto dei recuperi degli infortunati, nelle dieci partite che mancano alla fine del campionato, tutti devono sentirsi in discussione.  Non sta sicuramente attraversando un buon momento Edin Dzeko. Il centravanti bosniaco ha mostrato ancora una volta evidenti segni di nervosismo, nei confronti del pubblico avversario ma anche e dei compagni di squadra: era successo lo stesso a Frosinone, dove però il bosniaco aveva regalato tre punti pesanti a una brutta Roma con una doppietta. Un Dzeko nervoso ma prolifico può avere un senso, altrimenti rischia di diventare un elemento di disturbo in una squadra che invece ha bisogno di ritrovare compattezza: Napoli e Fiorentina, le prossime due gare alla ripresa dopo la sosta, diranno se la Roma può ancora sognare o se bisognerà cominciare a pensare al prossimo anno.

Un altro punto interrogativo può riguardare il portiere: Olsen, che è in nazionale mentre Mirante sta lavorando a Trigoria, dopo le prime due uscite non è più così sicuro del posto da titolare, né nell’immediato né per la prossima stagione. Per il resto, Ranieri spera di poter contare su almeno tre calciatori che finora non ha potuto utilizzare: Manolas, Kolarov e Cengiz Under. Nei prossimi giorni seguiranno un programma di lavoro personalizzato per essere a disposizione contro il Napoli.

Cattive notizie dal ritiro della Nazionale per Florenzi, che ha accusato in allenamento a Coverciano un risentimento muscolare al polpaccio sinistro ed è in dubbio per la gara con la Finlandia. Solo un attacco influenzale, invece, per Lorenzo Pellegrini. 


La bufera giudiziaria sui Cinquestelle: Frongia si autospende, Raggi vuole resistere

CORRIERE DELLA SERA - Raggi resiste. Se l’arresto del presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito è stato il terremoto che ha fatto tremare il Campidoglio, il caso Frongia, assessore indagato in relazione al primo filone dell’inchiesta collegata allo stadio della Roma, vale come una scossa di assestamento dal valore, comunque, molto politico. Che, in attesa di un’archiviazione che sembra scontata, si concretizza con l’autosospensione dal M5S dell’assessore fedelissimo di Raggi [...]

Si tratta, in realtà, di una sorta di dimissione a tempo dalla giunta capitolina, una mossa dettata dalla strategia politica dei vertici del Movimento nazionale che, fin da subito dopo l’arresto di De Vito, è impegnato a dimostrare la presenza di «anticorpi» al malaffare. [...] Di fatto tocca a Raggi accettare o rifiutare le dimissioni del suo assessore. E una decisione in questo senso è attesa per la prossima settimana, quando la posizione di Frongia sarà più chiara. Per ora la questione è congelata.


Indagine della Procura e nuovo stadio della Roma: due vicende da tenere separate

ILSOLE24ORE.COM - BELLINAZZO - La vicenda dello stadio della Roma è paradigmatica di come il sistema Italia sia sempre meno ricettivo rispetto a investimenti di largo respiro. A giugno 2018 gli inquirenti Ielo e Zuin hanno portato a galla la rete di improprie relazioni che Luca Parnasi, dominus di Euronova e Luca Lanzalone, l’avvocato genovese consulente dell'amministrazione Raggi, avevano messo in atto per velocizzare il dossier “Tor di Valle” e avviare lucrosi affari anche in altre città all’ombra del neonato governo giallo-verde. Ora a finire agli arresti è stato, tra gli altri, il presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito, anch’egli del Movimento Cinque Stelle in un altro filone dell’indagine denominato “Congiunzione astrale” (risulta indagato anche l’assessore allo Sport del Comune di Roma, Daniele Frongia, per una vicenda collaterale risalente al 2017).

Investimento da 1,1 miliardi - La Procura romana dovrà appurare le responsabilità di chi ha trafficato intorno alla procedura amministrativa del nuovo stadio giallorosso, concedendo o pretendendo favori in cambio di atti dovuti. Intanto però il danno è certo e immediato. D'immagine per un Paese “inidoneo” ad attrarre investimenti e concretizzare opere di rilievo. Economico per il club giallorosso e la proprietà Usa impegnata in un progetto da 1,1 miliardi (300 circa per l'impianto sportivo, e con 70 milioni già spesi nelle fasi preliminari) e che dal 2012 attende la conclusione dell'iter amministrativo.

Nella lunga e tortuosa procedura che in questi anni ha condotto al riconoscimento dell'interesse pubblico e al sostanziale via libera del Campidoglio e della Conferenza regionale dei servizi sono intervenuti diversi organi istituzionali e centinaia di professionisti. Per cui o si dimostra che la volontà espressa dalla Autorità pubblica è stata inficiata e coartata con fini e modalità illecite (come nel supposto caso del vincolo architettonico sulle tribune disegnate da Julio Lafuente nel 1959 in un ippodromo comunque già da tempo dismesso e in abbandono) oppure gli enti locali hanno il dovere di portare a termine l'iter (tecnicamente mancano l'approvazione della variante urbanistica e della convenzione da parte del Comune e il permesso a costruire da parte della Regione) e i soggetti privati il “diritto” di aprire il cantiere. La Procura del resto ha già reso noto che la As Roma e il suo management non sono coinvolti nelle indagini e con le dimissioni di Parnasi e la nomina del nuovo amministratore di Eurnova, la holding del gruppo Parnasi, non sussistono motivi per giustificare ulteriori dilazioni. I controlli interni che la Giunta Raggi riterrà ancora di eseguire non dovrebbero tramutarsi in alibi per congelare tutto sine die.

Cantiere e project financing  - Il presidente giallorosso James Pallotta ha acquisito i terreni di Tor di Valle e subentrerà a Eurnova nelle quote sul progetto stadio con una spesa di circa 100 milioni )Parnasi li aveva a sua volta rilevati dalla famiglia Papalia per circa 40). Già all'epoca dell'alleanza con Parnasi d'altronde la As Roma e la sua holding di controllo erano gli unici affidatari dello sviluppo dell’impianto sportivo e dell'entertainment Center (attraverso Stadio Tdv, società deputata alla gestione e al finanziamento del progetto ‘Stadio della Roma', il cui capitale sociale è interamente detenuto da Neep, azionista di maggioranza del club).

Parnasi e le sue aziende erano invece responsabili dell’edificazione del Business Center. In questi mesi la Roma ha lavorato al project financing da circa 800 milioni, una parte in equity e una a debito (intorno al 70%) per lo stadio e le sue “pertinenze” (dal museo alla “nuova Trigoria” per gli allenamenti). Goldman Sachs ha il compito di raccoglie le adesioni dei finanziatori (una quota dovrebbe essere sottoscritta dal Credito sportivo). Club e proprietà speravano di inaugurare il cantiere entro la fine dell'anno per un impegno di circa due anni e mezzo. Un piano che rischia di essere rallentato da queste nuove nubi giudiziarie.


Elsha e Zaniolo ok, Dzeko verso l'addio. E' il risiko del futuro e anche Florenzi è ko

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Un'altra tegola, l'ennesimo problema muscolare, arriva questa volta dalla Nazionale. E cade sulla testa di Florenzi, costretto a fermarsi per un risentimento al polpaccio sinistro. Per il momento resta in azzurro, ma la sua presenza e a forte rischio per la gara di domani contro la Finlandia. Lo stop del terzino quasi non fa più notizia, con la Roma abituata a convivere con una stagione martoriata dai continui infortuni. E da giocatori che vivono in bilico le ultime partite che li separano dal termine della stagione.

Dal nervosismo di Dzeko, ai più di due mesi di assenza di Under, passando per la necessità di affrontare alcune questioni legate ai rinnovi contrattuali. Su tutti quelli di Zaniolo ed El Shaarawy. La società, in attesa di riorganizzarsi a livello dirigenziale, vuole blindare entrambi, convinta di poter costruire su di loro il futuro. Su Zaniolo c'è un appuntamento di massima con il suo procuratore a fine stagione, per prolungargli il contratto, aumentando l'ingaggio, cosi come per il Faraone che, altrimenti, entrerebbe nel suo ultimo anno in giallorosso. Su di loro si spera di poter fare affidamento. Così come su Schick, uno degli investimenti più onerosi degli ultimi anni, e su Kluivert; mentre sembra essere arrivata al capolinea l'avventura di Dzeko che entrerebbe anche lui nell'ultimo anno, con il club che non sembra intenzionato a rinnovare.

E' rientrato ieri dalla Nazionale, Kolarov, evitando rischi inutili visto che non sta ancora bene. Dietro pressioni anche della Roma, il difensore è stato visitato dai medici della Serbia che hanno preferito rispedirlo in Italia. L'obiettivo di Ranieri è averlo per la prima volta a disposizione contro il Napoli. Da quando siede sulla panchina giallorossa, il tecnico non ha ancora potuto schierarlo: contro l'Empoli Kolarov era squalificato (ha giocato Santon), nella trasferta disastrosa di Ferrara era invece infortunato (sostituito da Juan Jesus). Kolarov è uno di quelli che si proverà a tenere nella capitale, mentre sarà complicato con Manolas, che può avvalersi di una clausola rescissoria di circa 36 milioni. In bilico De Rossi, che sta aspettando di capire la sua tenuta fisica e se la Roma riuscirà a entrare in Champions; Florenzi, in un momento di non grande popolarità con i tifosi; e Pellegrini (che ha una clausola di 30 milioni); mentre entreranno nella lista dei partenti Nzonzi - che non si è realmente mai integrato nella capitale - e Pastore. Quest'ultimo è considerato il vero flop stagionale e a giugno la Roma cercherà una destinazione per lui. Karsdorp potrebbe tornare in Olanda.


Florenzi rientra oggi a Roma per via dell'infortunio al polpaccio, salterà le 2 gare di qualificazioni ad Euro 2020

Il problema al polpaccio sinistro di Alessandro Florenzi sembra più serio del previsto. Il terzino giallorosso, fermatosi ieri durante il ritiro di Coverciano con gli Azzurri, salterà le due sfide di qualificazione a Euro 2020 con Finlandia e Liechtenstein. Il giocatore, secondo quanto riporta gianlucadimarzio.com, farà rientro a Roma nella giornata di oggi.


De Biasi: "Zaniolo talento più interessante della serie A"

Gianni De Biasi, ex allenatore dell'Albania, è stato intervistato dal portale tuttomercatoweb.com e ha parlato della nostra serie A e del suo futuro. Queste le sue dichiarazioni:

La Juve gioca un campionato a parte, mentre il Napoli si sta confermando per il secondo posto anche se ha fatto meno punti rispetto allo scorso anno. Ma è normale”. 

A mercato chiuso il Napoli ha ceduto Hamsik.
Hanno voluto dare ad Hamsik una gratificazione per l’attaccamento dimostrato. E al di là di Hamsik, il Napoli sta dando un bel contributo in termini di spettacolo”.

L’Inter ha portato a casa il derby...
La vittoria dei nerazzurri nel derby rasserena l’ambiente, è rientrato anche il caso di Icardi e questo darà una mano. È lotta con il Milan per il terzo posto. Sicuramente aver vinto il derby aiuta”.

Icardi è rientrato. Ma che caos...
La storia poteva essere gestita meglio”.

Serie A: c’è la pausa per la Nazionale. Come vede gli azzurri di Mancini?
Il campionato sta producendo nuovi talenti molto interessanti. Su tutti Zaniolo. Ma Barella non è da meno. Per non parlare di Chiesa. C’è una nuova generazione che può dare un contributo. L’importante è darle fiducia. La rivelazione è sicuramente Zaniolo. Non immaginavo potesse inserirsi così in un contesto difficile come quello della Roma”.

Il Toro sta ritrovando Belotti.
È un giocatore importante. Deve cercare di tornare ai livelli di un tempo, era un’ira di Dio”.

Mister, rassegnato a non tornare in panchina prima del prossimo anno?
Per mia scelta, sì. Se avessi voluto rientrare lo avrei fatto. Voglio ripartire da qualche progetto importante”.

Qualche chiamata l’ha ricevuta...
Ho preferito lasciar perdere. Sia Frosinone che Venezia. Così come l’Armenia”.

Serie B: chi andrà in Serie A?
Il Brescia su tutti. E se il Palermo riesce a tenersi isolato dalle vicende societarie può fare qualcosa di importante”.


Corruzione, indagato anche Frongia. De Vito: rovinata la mia reputazione

CORRIERE DELLA SERA - L’inchiesta nata dalle tangenti di Luca Parnasi arriva a lambire il cerchio magico di Virginia Raggi, fino a far comparire tra gli indagati il nome del suo più fidato collaboratore in giunta, l’ex vicesindaco e poi assessore allo Sport, Daniele Frongia, che ieri si è autosospeso da M5S [...]. L’accusa per lui è corruzione, ma si tratta di una iscrizione relativa al primo capitolo delle indagini che mercoledì hanno portato in carcere anche il presidente dell’assemblea capitolina, Marcello De Vito.

Una vicenda del 2018, dunque, che emerge oggi e potrebbe presto esaurirsi con una richiesta di archiviazione. Frongia è finito sotto inchiesta per la ventilata possibilità di far assumere una persona da lui segnalata in una società del gruppo Parnasi. L’imprenditore arrestato nel giugno scorso ha raccontato ai pm di aver chiesto all’assessore un nome per il ruolo di responsabile delle relazioni istituzionali della Ampersand. Resta invece di strettissima attualità il secondo capitolo dell’inchiesta, in cui i pm Ielo, Zuin e Spinelli, sulla base di indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo, hanno chiesto e ottenuto l’arresto di De Vito e del suo amico, socio e presunto complice, Camillo Mezzacapo. I due sono comparsi ieri davanti al gip Tom selli per gli interrogatori di garanzia. Mezzacapo si è limitato a dichiarazioni spontanee («Non ho preso tangenti ma compensi per attività professionali che nulla avevano a che fare con l’attività politica di De Vito. La Mdl srl non è una società-cassaforte e non è in alcun modo riconducibile a De Vito»); De Vito ha scelto di non rispondere, perché il suo avvocato, fresco di nomina, Angelo Di Lorenzo, ha chiesto più tempo per studiare il fascicolo. I nomi di Frongia e De Vito si incrociano in un’intercettazione in cui il secondo parla con Parnasi dell’ex Fiera e concordano, secondo il gip, di contattare il capogruppo grillino in consiglio comunale, Paolo Ferrara, e l’assessore. De Vito: «Lavoriamo un po’ sulla maggioranza». Parnasi: «Sì sì, assolutamente». De Vito: «Mo’ riparla con Daniele (Frongia, ndr)».


Idea Petrachi per portare Antonio Conte sulla panchina della Roma

Gianluca Petrachi uno dei candidati per ricoprire il ruolo di direttore sportivo alla Roma. Secondo quanto riferisce il portale granata toro.it, il ds granata rappresenterebbe il tassello per arrivare ad Antonio Conte e quindi convincerlo a sposare il progetto della Roma. Petrachi e l'ex tecnico juventino sono infatti amici di vecchia data.


Stadio della Roma, le prossime tappe: Variante e Convenzione

IL ROMANISTA - DE ANGELIS - Entro aprile dalla Roma ci si attende che venga completato l'iter amministrativo per l'approvazione della Variante al Piano Regolatore Generale e la Convenzione Urbanistica. I due atti che mancano per tornare in Regione e ottenere il via libera a costruire. Andare oltre sarebbe un rischio (sia per la pubblica amministrazione che per i proponenti) non tollerabile, e che potrebbe comportare una slittamento ulteriore di mesi a quel punto. L'indicazione (non il consiglio, ma qualcosa di più perentorio) dall'alto è stata data dai vertici del Movimento 5 Stelle alla guida del Comune, ed è stata quella di non fermarsi e di velocizzare il lavoro per il completamento della Variante al Piano Regolatore Generale della città. Mancherebbero pochi documenti e poi i tecnici dell'assessore Luca Montuori sarebbero pronti a presentare il documento in Giunta.

Più complesso, ma anche in questo caso prossimo alla conclusione, il lavoro per la stesura della Convenzione Urbanistica, il contratto che legherà pubblico e privato, e che vedrà coinvolto oltre al Comune di Roma, anche la Città Metropolitana, la Regione Lazio e lo Stato. Balla sul piatto della bilancia circa un miliardo di euro di soldi privati, per questo non si sta lasciando nulla al caso. Non ci sono inchieste che tengano. L'ultima, quella che riguarda Marcello De Vito, non tocca lo stadio ed anzi riguarda comportamenti (presunti) in molti casi addirittura successivi all'arresto di Luca Parnasi. Per non parlare della prima inchiesta, la Rinascimento. E la notizia di ieri dell'indagine nei confronti dell'Assessore Daniele Frongia, non può preoccupare, anzi deve solo far interrogare ogni cittadino che sia anche minimamente interessato alle sorti dello stadio. Perché le notizie emerse ieri sull'ennesimo pezzo da novanta dell'amministrazione grillina sono al limite del surreale.

 


Guerre stellari

IL FATTO QUOTIDIANO - TRAVAGLIO -  Ci sono due modi di affrontare la notizia dell'arresto di Marcello De Vito, presidente M5S dell'Assemblea capitolina, per corruzione. Il primo è quello dei partiti e dei giornali al seguito: evviva, anche i 5Stelle (uno in dieci anni, per la verità) rubano; ma, siccome parlano di onestà mentre gli altri se ne guardano bene, le loro corruzioni sono infinitamente più gravi di quelle degli altri; anzi, se ruba un 5Stelle, allora le centinaia di ladri degli altri partiti sono scagionati o autorizzati a rubare; infatti degli scandali del M5S si parla per settimane, mentre di quelli degli altri nemmeno per un giorno.

Il secondo è quello di chi vuole capire ciò che accade e possibilmente trovare antidoti per evitare che si ripeta. E quegli antidoti, quando la disonestà è un fatto individuale, non di sistema odi partito, come emerge dalle accuse a De Vito, sono difficili da trovare. Ma passano necessariamente attraverso meccanismi più severi ed efficaci nella selezione della classe dirigente. Abbiamo spesso massacrato i 5Stelle perla loro selezione a casaccio. E confermiamo: le autocandidature votate online, senza una preparazione in apposite scuole di politica e di amministrazione, possono premiare persone di valore come pessimi soggetti. La regola dei due mandati, utile per evitare le incrostazioni di potere e i compromessi per comprarsi la rielezione in saecula saeculorum, può diventare addirittura criminogena: chi è privo di scrupoli, se ha poco tempo, lo impiega per arraffare tutto il possibile. Contro le mele marce insospettabili (se il resto del cestino è sano), non c'è che la repressione: i casi De Vito si scoprono soltanto con più intercettazioni, anche per reati che ora non le prevedono (finanziamento illecito, abuso d'ufficio, falso in bilancio), e con gli agenti infiltrati introdotti dalla Spazzacorrotti che offrono mazzette e testano l'integrità dei pubblici amministratori. Poi, certo, i partiti devono controllare i loro dirigenti, eletti e amministratori. Ma non solo i 5Stelle: tutti. Chi se la ride per De Vito, fingendo di dimenticare i mille supermegamaxidevito che ha in casa (e si guarda bene dall'espellere), ricorda come un mantra leculpae ineligendo della Raggi e dei 5Stelle con Marra e Lanzalone, dovrebbe spiegare ai cittadini i propri criteri di selezione. Che non sono neppure casuali come quelli pentastellati: sono molto peggio, perché sono scientifici. Come quelli del bar di Guerre stellari. Lasciamo perdere il centrodestra, che s'è appena visto condannare il suo ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a 6 anni, per tacere di tutti gli altri arraffoni del giro Buzzi e Carminati.

Ma Walter Veltroni? È una brava persona ed è stato un buon sindaco: ma come fu che, al suo fianco, spuntò Luca Odevaine, che rubò per anni a man bassa con quelli di Mafia Capitale? E Beppe Sala? Da tutti additato come un sindaco modello, non ha quasi mai azzeccato un collaboratore. Quando dirigeva Expo 2015, si vide portar via uno dopo l'altro tutti i suoi fedelissimi, senza mai accorgersi di nulla: il suo braccio destro Angelo Paris, arrestato con la cupola degli appalti; il suo subcommissario Antonio Acerbo, responsabile del Padiglione Italia e delle vie d'acqua, arrestato con Andrea Castellotti, facility manager di Palazzo Italia; Antonio Rognoni, capo di Infrastrutture Lombarde, arrestato; Pietro Galli, promosso a direttore generale vendite e marketing malgrado una condanna per bancarotta (poi segnalata, invano, da Cantone); Christian Malangone, dg di Expo, condannato. Siccome il talento va premiato, Sala divenne sindaco di Milano e anche lì si dimostrò un talent scout da far impallidire dieci Raggi: nominò assessore al Bilancio e Demanio il suo socio in affari Roberto Tasca; promosse segretario generale Antonella Petrocelli, imputata per turbativa d'asta, poi in cinque giorni fu costretto a revocarla; come capo di gabinetto, chiamò senza gara l'avvocato Mario Vanni, tesoriere del Pd milanese, con stipendio da dirigente, poi purtroppo si scoprì che non aveva i requisiti dirigenziali richiesti dalla legge Madia per ricoprire l'incarico (poco male: il supersindaco si tiene anche il vecchio capo di gabinetto di Pisapia, col compito di firmare gli atti che Vanni non può firmare). A Roma, poi, non c'è solo "il modello Raggi a pezzi" (il titolo di Repubblica sull'arresto dell'acerrimo nemico della Raggi). Ci sarebbe pure, anche se nessuno se n'è accorto, il governatore del Lazio e neo segretario del Pd Nicola Zingaretti indagato per finanziamento illecito e ancora in attesa di archiviazione per falsa testimonianza al processo Mafia Capitale.

E nel caso Parnasi-Lanzalone, gli unici politici imputati sono due di FI (l'ex vicepresidente del Consiglio regionale Adriano Palozzi e il capogruppo in Comune Davide Bordoni) e uno del Pd (l'ex assessore regionale Michele Civita), mentre sono indagati il tesoriere della Lega, Giulio Centemero, e quello del Pd renziano Francesco Bonifazi. Nessuno dei quali, diversamente da De Vito, risulta espulso dal suo partito. Né tantomeno arrestato, ci mancherebbe. Intanto il dibattito sulla classe dirigente 5Stelle prosegue. Dal bar di Guerre stellari. Ps. Ieri il sito de La Stampa apriva l'homepage sull'assessore Daniele Frongia indagato perché Parnasi gli chiese consiglio su un giornalista capace per il suo ufficio stampa e lui glielo diede, con questo titolo: "Mazzette a Roma: indagato l'assessore Frongia, fedelissimo della sindaca Raggi. Le intercettazioni: Due anni per far soldi" (né Frongia, né tantomeno la Raggi, c'entrano nulla con storie di mazzette e di soldi). È la stessa Stampa che mercoledì aveva nascosto la notizia di Zingaretti indagato in un francobollino a pagina 10. Vergogniamoci per loro.


Raggi bloccata, tra inchieste e malcontento

IL FATTO QUOTIDIANO - GOMEZ - Per capire che cosa sta accadendo a Roma, dove il Movimento 5 Stelle sta rapidamente bruciando gran parte del suo consenso elettorale, è utile fare un tuffo nel passato e guardare a Milano. Nella metropoli lombarda, tra i residenti più anziani, esistono due opinioni diverse su Carlo Tognoli e Paolo Pillitteri, i due sindaci socialisti che amministrarono la città a cavallo tra gli anni 80 e 90. Entrambi furono coinvolti nell'inchiesta Mani Pulite. Molti dei loro assessori e alcuni esponenti di spicco delle coalizioni che li sostenevano risultarono profondamente invischiati nel sistema delle tangenti. Ma se di Tognoli la maggioranza dei milanesi conserva tutto sommato un buon ricordo, non lo stesso si può dire di Pillitteri.

Il perché chiaro. Durante gli anni di Tognoli, Milano appariva in costante progresso. I socialisti (e gli altri partiti) rubavano, ma venivano inaugurate opere pubbliche, c'erano decine e decine di iniziative culturali, l'economia girava a mille e anche chi denunciava gli scandali aveva la sensazione di vivere in una città orientata verso il futuro. Con Pillitteri invece tutto, o quasi, si fermò. Il nuovo Piccolo Teatro, allora simbolo della Milano che voleva competere con le capitali europee, ci mise anni e anni prima di essere terminato (a causa delle tangenti). E a rilento andavano i cantieri della metropolitana e del passante ferroviario, due arterie sotterranee destinate a cambiare in meglio la vita dei milanesi. Per questo, anche sedi fatto le due giunte avevano commesso i medesimi reati, quando esplose Mani Pulite l'opinione dei cittadini sui due sindaci rimase profondamente diversa. Guardiamo ora cosa sta accadendo a Roma.

Dal punto di vista penale, la giunta di Virginia Raggi non può essere paragonata a quelle milanesi coinvolte nell'inchieste su Tangentopoli. Ha un solo assessore indagato (Daniele Frongia per ilq uale potrebbe presto essere chiesta l'archiviazione) e ha visto finire in manette il presidente del Consiglio comunale, Marcello De Vito, e un importante consulente, l'avvocato Luca Lanzalone. Ma se il malaffare appare molto meno diffuso rispetto ad allora (e anche rispetto a quanto accadeva solo pochi anni fa proprio a Roma con Mafia Capitale) la sindaca Raggi suscita malcontenti sempre maggiori. Dopo tre anni di amministrazione, la città, secondo molti suoi abitanti, non è migliorata. Secondo altri è addirittura peggiorata.

È certamente vero che chi aveva governato Roma prima di lei aveva lasciato solo macerie. Ma36 mesi di amministrazione sono molti, anche perché a Palazzo Chigi, da un anno, c'è un esecutivo amico. Così, oggi, aver scoperto un presunto ladro tragli eletti 5Ste1le peggiora ulteriormente la situazione. Gli attivisti del Movimento possono certamente sottolineare che, a differenza di quanto accade in altri partiti, Luigi Di Maio non ha semplicemente sospeso, ma immediatamente espulso De Vito, o che quest'ultimo rappresentava l'opposizione interna alla sindaca. Ma chi vive e vota a Roma giudicala giunta solo da quello che vede: i servizi pubblici, la pulizia e il manto delle strade, la manutenzione del verde. Se poi a tutto questo si aggiunge un'indagine che verosimilmente allungherà ulteriormente i tempi di costruzione dello stadio e del recupero dell'area dei mercati generali, ecco chela miscela della delusione diventa esplosiva. Il conto alla rovescia corre sempre più veloce. Per disinnescarlo la giunta Raggi ha una sola possibilità: migliorare finalmente la vita dei romani. Ma arrivati a questo punto è giusto chiedersi se sia davvero in grado di farlo. Chi scrive pensa di no.