Inter, Ausilio vicino al rinnovo. Non sarà lui il nuovo Monchi

Oltre al toto-allenatore, in casa Roma si pensa a chi prenderà le redini della direzione sportiva dopo il forfait di Monchi. Tra in nomi fatti – Massara come soluzione interna o Petrachi del Torino – era spuntato anche quello di Piero Ausilio, attualmente all’Inter. Secondo quanto riporta alfredopedulla.com, il ds presto potrebbe raggiungere un accordo con la società nerazzurra per un prolungamento di almeno un’altra stagione, visto il contratto in scadenza nel 2020.


Roma e azzurro, Zaniolo pigliatutto

INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI - Il primo a credere in lui fu proprio il commissario tecnico della nazionale italiana Roberto Mancini, che addirittura lo scorso settembre, con ancora zero minuti di Serie A in carriera, decise di convocarlo con la motivazione che "ci vuole anche il coraggio di far giocare i giovani bravi se ci sono. E Zaniolo è bravo".

A distanza di sei mesi da quella data, con 28 presenze e 5 gol stagionali ora all'attivo, ma soprattutto con la consapevolezza ormai, da parte di tifosi e addetti ai lavori, dell'enorme qualità a disposizione, Nicolò Zaniolo sta per 'prendersi' anche la maglia azzurra.

Mancini, infatti, sembra sempre più convinto di lanciare l'enfant prodige giallorosso già nella prima sfida del girone per le qualificazioni a Euro 2020, prevista per sabato alle ore 20.45 contro la Finlandia del ct Kanerva.

Da carneade a nuovo potenziale fenomeno nell'attualmente desolante panorama calcistico dello Stivale: il passo per Zaniolo è stato assai più che semplicemente breve.

Arrivato a fine giugno 2018 all'interno della dolorosissima (per i fan romanisti) operazione che porta Radja Nainggolan a Milano, sponda Inter, il ragazzo classe 1999 di Massa viene accolto in modo piuttosto tiepido da parte della piazza capitolina, ancora scossa per la cessione di uno dei propri beniamini, oltre che di un punto fermo del centrocampo titolare a disposizione dell'allora tecnico giallorosso Eusebio Di Francesco.

Sin dalla preparazione estiva, tuttavia, di questo giovane si parla un gran bene. Il suo arrivo nel gruppo guidato dall'ex Sassuolo è tardivo a causa dell'impegno nell'Europeo Under 19, ma la classe appare ben presto di altro livello.

Timoroso di 'bruciare' Zaniolo in un contesto assai esigente come quello romano e romanista, Di Francesco aspetta qualche settimana prima di far debuttare il fantasista tra i 'grandi'. Alla fine, l'occasione arriva presso il palcoscenico più prestigioso possibile: il Santiago Bernabeu di Madrid, un vero e proprio tempio del calcio.

È il 19 settembre del 2018 e una Roma già alle prese con una crisi che sarebbe poi perdurata, tra alti e bassi, per tutto il prosieguo della stagione, debutta in Champions League contro le 'Merengues'. Va male, anzi malissimo: 3-0 per i Blancos, ma soprattutto la sensazione di una squadra senza un gioco né un'anima in campo.

Nicolò Zaniolo può fare ben poco in un contesto tanto negativo; intanto, comunque, il ghiaccio è stato rotto. Una settimana dopo, nel match infrasettimanale di campionato vinto per 4-0 contro il Frosinone all'Olimpico, il giovane debutta anche nella massima serie, entrando al minuto 67 al posto del 'Flaco' Pastore.

Da qui in poi è un'escalation di successi per Zaniolo, che inizia a trovare sempre maggiore spazio nell'undici titolare proposto da Eusebio Di Francesco grazie a prestazioni di ottima fattura. Nel Boxing Day contro il Sassuolo, giunge pure il primo gol in Serie A e non è una marcatura banale: il numero 22 giallorosso si porta sul fondo, evita l'intervento di un difensore con un pregevole colpo di tacco e dopo ben due finte conclude alle spalle dell'incolpevole Consigli con un delizioso 'cucchiaio' alla Totti. L'Olimpico è ai piedi di Zaniolo.

Il rischio concreto diventa che il ragazzo possa montarsi la testa e iniziare a perdersi, anche perché la squadra, dal canto suo, di certo non lo aiuta, a causa di prestazioni spesso imbarazzanti.

Oltre al talento, tuttavia, in Zaniolo pare proprio esserci un grado di maturità superiore a quello che lascerebbe pensare la verde età; infatti, le prestazioni del ragazzo migliorano settimana dopo settimana.

Il 12 febbraio del 2019 il talento toscano diventa poi il più giovane calciatore italiano a segnare una doppietta in Champions League, grazie alle due perle realizzate nella gara di andata degli Ottavi di Finale contro il Porto.

Il resto è storia recente.

Esonerato Di Francesco, Zaniolo resta uno dei punti fermi anche per mister Claudio Ranieri, così i tifosi continuano a lustrarsi gli occhi grazie alle sue giocate settimana dopo settimana, pur con la consapevolezza e la paura di poter perdere in qualsiasi momento il calciatore, a causa dell'ormai più che chiara (ma altrettanto fallimentare) strategia della società in sede di calciomercato.


Dzeko-inter è proprio un flirt. In ballo pure Mertens e Callejon, occhio a Cuadrado e Matuidi

GAZZETTA DELLO SPORT - LAUDISA - È spessa la trama che già lega Edin Dzeko all’Inter. La crisi della Roma ha avvicinato il bosniaco ai nerazzurri come mai in passato. A favorire il feeling è certamente lo stop nella trattativa di rinnovo del contratto in scadenza nel 2020: il d.s. Massara lo terrebbe volentieri, ma ora come ora non può fargli offerte all’altezza in questa situazione di incertezza. Come sono lontani i giorni del no al Chelsea (14 mesi fa): stavolta il divorzio appare inevitabile e la candidatura milanese prende consistenza in parallelo con gli attriti di Icardi. 

il dilemma di DDR

Questa storia conquista la copertina con facilità, ma non è l’unico intreccio di fine stagione. Per rimanere in giallorosso, fanno notizia le riflessioni di Daniele De Rossi, il capitano a fine contratto. Prolunga o continua in un torneo meno impegnativo, oppure smette e avrà una panchina delle giovanili Roma? Anche Stephan El Shaarawy deve decidere se dare continuità alla sua esperienza romana o guardarsi intorno per una società con maggiori ambizioni. A Trigoria stanno lavorando per trattenerlo. In casa Lazio, c’è attesa per le scelte del brasiliano Lucas Leiva.

Napoli nel limbo Meritano la vetrina anche Mertens e Callejon, esperti attaccanti del Napoli vincolati solo per un’altra stagione. Il belga vanta una clausola da 30 milioni, ma sinora non ha trovato estimatori disposti ad accontentare lui e De Laurentiis. Così il goleador è in un limbo: si accontenta di restare in azzurro senza una maglia da titolare o sceglie di emigrare come ha appena fatto capitan Hamsik? Allo stesso modo la questione si pone per l’esterno spagnolo. A breve gli interessati dovranno chiarirsi le idee per capire se è il caso o meno di dare continuità ad un legame comunque felice.

Nodi bianconeri Anche in casa-Juve ci sono alcuni nodi da sciogliere. Ad esempio il veterano Barzagli proseguirà in bianconero? Il difensore ha maturato negli anni i galloni di leader (in compartecipazione) dello spogliatoio. Probabile, allora, che meriti una conferma ad honorem. È differente la situazione di altri due legati sino al 2020, il francese Matuidi e il colombiano Cuadrado. Il campione del Mondo ha dimostrato di avere un’efficienza tale da minimizzare il peso degli anni e non è da escludere che strada facendo definisca i termini del rinnovo. Stagione anonima, invece, per Cuadrado, condizionato da un noioso infortunio. Nel frattempo sono cambiate le gerarchie di Allegri e non è da escludere che in estate finisca sul mercato. È un discorso a parte quello di Moise Kean, il talento che sta bruciando le tappe sia in bianconero che in Nazionale. Anche lui ha solo un anno di contratto, ma nel clan Raiola non si notano ombre. Il tema non è tanto economico, quanto tecnico: quanti spazi ci saranno per lui nella competitiva rosa juventina?

Ai margini rossoneri 

Il Milan è il club di alta fascia con più giocatori a fine corsa. Riccardo Montolivo, Andrea Bertolacci, José Mauri e Cristian Zapata per motivi diversi non hanno avuto offerte da Leonardo. O meglio: il difensore colombiano nelle scorse settimane ha intavolato una trattativa per restare, ma non si vedono fumate bianche. Per tutti gli altri è il caso di parlare di separazione consensuale. Tutti e tre i centrocampisti hanno iniziato la stagione ai margini delle scelte di Gattuso e la stanno terminando nella stessa maniera. Sarà interessante vedere chi darà loro la prossima chance. Nel caso di Jack Bonaventura sta pesando l’infortunio di metà stagione. Il centrocampista (legato sino al 2020) era prossimo all’accordo, ma poi le parti hanno scelto di riaggiornarsi. Intanto, nella vicina Marsiglia Mario Balotelli consuma i suoi ultimi mesi di contratto nella speranza di trovare a luglio uno spasimante italiano. La sua Brescia rivede la A, lui vestirebbe volentieri quella maglia, ma se spunta altro...


Totti vola in Cina. Dzeko verso l'Inter

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - La sensazione di un possibile fuggi-fuggi nello spogliatoio a fine stagione - soprattutto se la Roma non entrasse in zona Champions - viene trasmessa all'esterno di Trigoria da un gruppo di giocatori che appare demotivato. E cosi le voci di un possibile trasferimento di Dzeko all'Inter sono sempre più insistenti, così come quelle che vogliono la Juventusimpegnata a corteggiare Zaniolo e Pellegrini.

Intanto Ranieri riprenderà oggi a lavorare a Trigoria, quattro giorni dopo la sconfitta con la Spal. Ritroverà Manolas, che ha risposto alla convocazione della Grecia, ma è rientrato nella capitale. Non rientrerà Kolarov, che a Ferrara era assente per dei problemi fisici, ma resta con la Serbia.Totti partirà invece oggi per la Cina per partecipare a un torneo di vecchie glorie.


Roma di provincia: Gasperini e Giampaolo al timone per la stagione senza Champions

LEGGO - BALZANI - «A Monchi avevo chiesto allenatori di primo livello». Ripartiamo da qui, dalle frasi di Pallotta per aprire il nuovo toto-allenatore, l'ottavo dell'era americana, per la prossima stagione. Una dichiarazione ad effetto non seguita in questi anni dai fatti visto che sulla panchina della Roma si sono alternate scommesse rischiose (Luis Enrique o Andreazzoli), ritorni improbabili (Zeman e Spalletti) o quasi esordienti come Garcia e Di Francesco. Ora a comandare una squadra allo sbando c'è Ranieri che potrebbe essere confermato solo in caso di qualificazione in Champions. Il condizionale è d'obbligo visto che il futuro del tecnico testaccino sembra orientato verso un ruolo da dirigente. Senza Champions la caccia al prossimo allenatore rischia di portare ancora in provincia ignorando quindi il primo livello di cui parlava Pallotta anche perché non c'è traccia di trattativa con Conte o Mourinho, i due top rimasti a piede libero.

Il nome più altisonante accostato alla Roma in questi mesi è quello di Sarri che resta in corsa soprattutto se il Chelsea dovesse dargli il ben servito prima della fine della stagione. Il consulente Baldini (sarà lui a scegliere l'allenatore?) ha parlato con l'ex tecnico del Napoli a Londra ma l'ingaggio è alto e senza Champions sarebbe difficile convincerlo. Anche perché il prossimo progetto tecnico romanista avrà due punti fermi: il taglio degli stipendi e gli investimenti sui giovani. Una filosofia che si sposerebbe alla perfezione con il profilo di Giampiero Gasperini. Il tecnico dell'Atalanta dei miracoli ha voglia di una big dopo il fallimento all'Inter nel 2011 e porterebbe con sé lo staff di preparatori atletici che ha fatto la fortuna del club bergamasco. A Roma Gasperini ritroverebbe Cristante, e forse pure Mancini e Ilicic da tempo nel mirino del club giallorosso.

L'altro provinciale di successo è Marco Giampaolo, vecchio pallino di Baldini che ha provato a portarlo a Roma prima della scelta Di Francesco fatta da Monchi. Ferrero ha dichiarato incedibile il suo allenatore, ma è chiaro che di fronte a una chiamata dalla Roma anche il presidente della Sampdoria dovrebbe rivedere le sue posizioni. Remota l'ipotesi Di Biagio che si è detto onorato di essere accostato alla squadra della mia città. Così come quella che vorrebbe Daniele De Rossisubito sulla panchina della prima squadra. Nel frattempo si muove qualcosa sul fronte ds: due giorni fa quello del Torino Petrachi era a Londra probabilmente per parlare proprio con Baldini.

 

 


Anche Dzeko nel mirino dell'Inter del dopo Icardi

LEGGO - Dzeko o Lewandowski come chiocce per Lautaro Martinez. Il dopo Icardiper l'Inter porta a Roma o Monaco di Baviera dove (ancora per poco) giocano il bosniaco e il polacco. In attesa di capire se fra l'argentino e l'Inter sarà tregua almeno fino a giugno, in corso Vittorio Emanuele prosegue il monitoraggio a 360 gradi del parco attaccanti continentale, per farsi trovar pronti in caso di divorzio da Maurito a stagione conclusa. I profili più gettonati sono proprio quelli di Dzeko e Lewandowski.

Il primo è il preferito dal club nerazzuro a dispetto dell'elevata valutazione (tra i 60 e i 70 milioni di euro) del classe '88 del Bayern e di un ingaggio da top player (12 milioni a stagione) a Monaco. Ma non impossibile per il portale polacco Onet.pl, per l'imminente restyling dei bavaresi e la voglia di nuove sfide di Lewandowski. Il bosniaco è stato già contattato da Marotta e Ausilio e disponibile al trasferimento in nerazzurro anche perché la Roma non intende rinnovare il contratto in scadenza nel 2020. A favore del bosniaco, esperienza (33 anni appena compiuti e 9 stagioni di Champions League tra Wolfsburg, City e Roma) e un cartellino da circa 20 milionidecisamente meno oneroso rispetto allo stesso Lewandowski. Altra soluzione, per il rosarino, uno scambio con Paulo Dybala, possibile fonte di doppia plusvalenza per Inter e Juventus. Con valutazioni da decidere, come l'eventuale conguaglio cash e a favore di chi.


Stadio Roma: arrestato Marcello De Vito, presidente 5 Stelle dell'assemblea capitolina. Avrebbe percepito tangenti da Parnasi

LA REPUBBLICA - SCARPA - Terremoto giudiziario nel Movimento 5 Stelle romano. Marcello De Vito, presidente dell’assemblea capitolina è stato arrestato all'alba con l'accusa di corruzione. I carabinieri di Via In Selci hanno perquisito il suo appartamento. L’esponente grillino avrebbe incassato direttamente o indirettamente delle elargizioni, questa l’ipotesi dei pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli, dal costruttore Luca Parnasi. De Vito, in cambio, avrebbe promesso - all’interno dell’amministrazione pentastellata guidata dalla sindaca Virginia Raggi - di favorire il progetto collegato allo stadio della Roma.

Il nome di De Vito compariva spesso nell’ordinanza che aveva portato all’arresto di Parnasi e di Luca Lanzalone ex presidente di Acea lo scorso giugno. Da quella inchiesta sono finite a processo 18 persone, accusate di aver messo in piedi un sistema corruttivo per la costruzione dell’impianto del club giallorosso, progetto che dovrebbe sorgere a Tor di Valle. I pm avevano messo nel mirino nomi di spicco dell’imprenditoria e politica romana come il costruttore Parnasi e gli esponenti di Pd e Fi, Pier Michele Civita, Adriano Palozzi e Davide Bordoni.

Il 10 dicembre, in un altro filone della stessa inchiesta, erano finiti alla sbarra altri personaggi di rilievo - sempre coinvolti nell’affaire del tempio giallorosso - tra cui l’avvocato genovese Luca Lanzalone, voluto al vertice di Acea dalla nomenclatura pentastellata. Associazione a delinquere, finanziamento illecito e corruzione i reati contestati a seconda delle posizioni. Gli avvisi di garanzia erano stati notificati all'imprenditore Parnasi ritenuto dagli inquirenti "il capo e organizzatore" dell’associazione a delinquere che ha cercato di pilotare le procedure amministrative legate al masterplan, approvato, nell'ambito della conferenza dei servizi, nel febbraio del 2018.


Frenate eccellenti. Male Napoli e le due romane: quanti punti persi in un anno

LEGGO - SARTI - All'incirca 12 mesi fa, dopo 28 partite su 38, avevamo ancora una lotta al vertice, con la Juventus a +4 sul Napoli (+1 con una partita in meno, poi vinta). Oggi non è così. I bianconeri sono lanciatissimi verso l'ottavo scudetto consecutivo, pur avendo conquistato sinora un solo punto in più rispetto alla scorsa stagione, 75 contro 74 (nel grafico 71 per una partita in meno). La squadra di Allegri ha ancora aritmeticamente l'occasione di superare il record di 102 punti del 2013-14 con Conte in panchina. Ma, lo stop di domenica a Genova insegna, qualche altro punto potrebbe essere sacrificato sull'altare di un sogno chiamato Champions League.

Il +15 a 10 turni dal termine sul Napoli è più che rassicurante ed è derivato soprattutto dal rendimento del gambero partenopeo. 10 punti in meno (60 contro 70) rispetto al 2017-18. Solo l'ormai quasi spacciato Chievo ha fatto peggio con un -11 sul campo, lasciando perdere i 3 punti di penalizzazione per il cosiddetto caso plusvalenze. L'altro clamoroso salto all'indietro è quello della Roma: -9, come per il Bologna. Che però con Mihajlovic sembra avere un trend in risalita, mentre la svolta di Ranieri in giallorosso è ancora da verificare, alla luce della battuta d'arresto di sabato a Ferrara. Il flop capitolino è completato dal -8 della Lazio dopo 27 incontri. I biancocelesti devono recuperare (martedì 10 aprile, ore 18) il match dell'Olimpico con l'Udinese (-8).

Rispetto alle prime 28 partite del 2017-18 (quando il calendario in primavera fu stravolto dai rinvii per la tragica morte di Astori), l'Inter di Spalletti era a 52 punti nel 2018 (ma con un match da recuperare), uno in meno di quest'anno. Curiosità: nell'anno del triplete (2009-10), la mitologica squadra di Mourinho era capolista a quota 59, distantissima dai livelli attuali raggiunti da Cristiano Ronaldo e compagni. Per il Milan, invece, c'è un +1. A 51 punti Gattuso ha fatto tornare i rossoneri ai livelli della compagine di Allegri edizione 2012-13, pur con lo stop nel derby di domenica sera. Il salto in alto più importante è comunque quello del Torino, che colleziona un eloquente +8. I granata di Mazzarri, in pienissima corsa per un posto nella prossima Europa League, sono seguiti dal +8 del Sassuolo, nonostante i soli 7 punti conquistati dagli emiliani nei 9 turni del 2019.

 

 

 

Troppi insulti e polemiche: anche Nzonzi via dai social

LEGGO - BALZANI - Dopo Allegri anche Nzonzi esce dai social, almeno per qualche tempo. Troppi insulti, troppe polemiche. Così il centrocampista francese, escluso da Deschamps nelle ultime convocazioni, ha deciso di “congelare” i suoi profili Twitter e Instagram presi d’assalto dai tifosi romanisti negli ultimi mesi.

Nelle prossime settimane, visto il ritorno di De Rossi e Pellegrini, Nzonzi dovrebbe perdere anche il posto da titolare. L’addio di Monchi, che lo ha portato da Siviglia per 27 milioni, porterà alla cessione del francese. La sua preferenza resta la Premier visto che il figlio vive a Londra con l’ex moglie, ma per ora c’è solo l’offerta del Marsiglia. Rinnovo in vista, invece, per Kolarov che ha rifiutato il ritorno al Partizan Belgrado e che dovrebbe restare con la nazionale serba nonostante l’affaticamento al flessore.


Sarri l'uomo giusto per riunire la Roma

IL TEMPO - AUSTINI - Sullo stadio sono già d'accordo. "L'Olimpico è troppo dispersivo", ha detto a novembre scorso Maurizio Sarri, paragonandolo a Wembley dove aveva appena perso contro il Tottenham e dove un mese fa si è visto sfilare sotto gli occhi la Carabao Cup vinta dal Manchester City ai rigori contro il suo Chelsea. Vaglielo a dire a Pallotta, che sta ancora aspettando di iniziare a costruire il nuovo impianto. Non si conoscono personalmente ma uno potrebbe servire all'altro. O meglio, Sarri serve sicuramente alla Roma mentre il tecnico toscano si potrebbe ritrovare presto senza panchina. E la prospettiva di riavvicinarsi a casa, tutto sommato, non lo disturba.

L'ex condottiero del Napoli quasi scudettato è la prima scelta dei giallorossi e l'uomo perfetto per riunire le vane anime che, mai come in questa fase tempestosa, devono decidere a chi affidare l'ennesima rivoluzione tecnica di Trigoria. Dove intanto si cerca di far ordine: l'ultima mossa è la richiesta di Massara ai collaboratori Balzaretti e Vallone di non seguire più la squadra in trasferta, comunicata ai due dal Ceo Fienga. L'influente (e ingombrante) consulenteBaldini è amico dell'allenatore del Chelsea, il pranzo di novembre a Londra è solo un dettaglio di un rapporto cementato negli anni (le loro case in Toscana distano poche centinaia di metri) e trasmesso anche ai rispettivi figli: Nicolè Sarri e Gabriele Baldini hanno fondato insieme una società ad Arezzo (la Inexma) e nel 2015 hanno lavorato a una "app" dedicata al calcio.

Pallotta è un esperto del settore mentre sulle questioni strettamente tecniche continua a fidarsi motto del suo consigliere itinerante tra il Sudafrica e Londra. La scelta di Sarri, però, metterebbe d'accordo tutti, a cominciare dall'attuale diesse Massara a caccia della conferma, passando per Fienga e Baldissoni che ora si dividono la guida dell'azienda Roma. Difficile pensare che, qualora dovesse arrivare un altro direttore sportivo, si opporrebbe alla chiama dell'allenatore del Chelsea, profilo perfetto per vari motivi: ha un "nome" forte che, almeno in partenza, meriterebbe il rispetto dello spogliatoio e rilancerebbe l'immagine della Roma a livello mediatico. In più a Empoli e a Napoli ha dimostrato di sapervalorizzare tanti talenti, non necessariamente campioni. Non ha il palmares di Conte o di Allegri, ma è in grado di dare quella scossa positiva di cui c'+ètanto bisogno a Trigoria.

Il problema non è canto il Chelsea ma come sempre, i soldi. Il rapporto tra Sarri e i Bluessembra segnato, dopo la settima sconfitta in campionato subita con l'Everton a Londra si è tornato a parlare insistentemente di esonero dell'allenatore, in rotta con la società e con parte dei giocatori, a causa del suo vero difetto irrisolto: fa giocare sempre gli stessi, i titolari si stancano e quelli che stanno fuori mugugnano. I tifosi, poi, accusano Sarri di aver portato il suo pupillo Jorginhorovinando il centrocampo e adesso iniziano a interrogarsi sulle condizioni di Higuain. Insomma, titoli di coda in arrivo a prescindere da come finirà la stagione del Chelsea in Europa League e in Premier. Ma in caso di esonero, il tecnico avrebbe ancora un anno di contralto a 9 milioni di sterline lordi. Farà come Conte, restando fermo senza rinunciare a un centesimo? Oppure avrà voglia di rimettersi subito in gioco a Roma o altrove? Vista la sua carriera, che lo ha portato a guadagnare così tanto solo ora che ha appena compiuto 60 anni, p difficile pensare a rinunce economiche. Quindi, nel caso Pallotta dovrà convincerlo con un'offerta sostanziosa e un progetto che lo alletti. Il piano B porta a Gasperini più che a Giampaolo, con obiettivo di ripetere il miracolo-Atalanta a livelli più alti. Ma vale ancora la pena aspettare Sarri. Insieme al nuovo stadio, meno dispersivo.


Gravina contro le plusvalenze: «Stop al diritto di recompra»

IL MESSAGGERO - BERNARDINI - Addio al diritto di recompra. O meglio questa la proposta che il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina vuole sottoporre all'attenzione dei club. «È un provvedimento che è stato adottato in periodo commissariale. Ritengo e spero di portare la modifica al Consiglio Federale (in programma il prossimo 2 aprile, ndr)» ha sottolineato il numero uno del calcio italiano in una intervista a Sky Sport. La clausola di riacquisto è stata trasformata in norma nel giugno 2018 dall'allora commissario Roberto Fabbricini. Ma che cosa significa recompra? È una clausola sui tesseramenti che ha sostituito la vecchia formula della comproprietà. Una sorta di prestito ma con molti più soldi che girano e soprattutto con una serie di tasche in cui si nascondo varie clausole vantaggiose per tutti. Un nome che arriva dalla Spagna e che in Italia lo si è imparato grazie all'affare Morata tra Juventus e Real Madrid. E' tutto molto semplice e lineare: Una squadra ha un giocatore in rosa, di solito un giovane promettente che però non trova spazio con continuità. Il club decide così di mandarlo a giocare senza però rompere i rapporti con lui, pensando che di lì a qualche anno possa tornare comodo riprenderselo. Quindi il giocatore viene venduto per una determinata cifra ad una squadra che gli garantisca continuità. Indi si fissa una data e un prezzo per il riacquisto. Alla fine della fiera il club di partenza si ritrova un giocatore valorizzato con un prezzo superiore e il tutto a prezzi convenienti e soprattutto con la possibilità di mettere una buona plusvalenza a bilancio. La squadra che lo ha fatto giocare ha due vantaggi: aver beneficiato delle sue prestazioni e una plusvalenza finale.

PREMIO VALORIZZAZIONE - Plusvalenze che vengono prodotte da valutazioni che spesso e volentieri non rispecchiano quello che è il reale valore del calciatore in questione. Tradotto il numero uno della Federcalcio vuole mettere un freno a quello che a tutti gli effetti altri non è che un vero e proprio premio di valorizzazione mettendo un freno a certi comportamenti che lo stesso Gravina ha definito «a rischio in quanto riguarda un uso pensiamo poco attento e poco in linea con quelli che sono i nostri principi di controllo e quindi bisogna a mio avviso intervenire in maniera decisa e drastica». Chiaro che la Federcalcio da sola non possa risolvere da sola il problema. Con il veto sulla recompra può bloccare il meccanismo tra le società italiane ma non può certo farlo con quelle estere. Tradotto un club di serie A potrebbe benissimo adottare la stessa formula trattando con un'altra squadra che non gioca nel campionato italiano. Dovrà, dunque, essere la FIFA ad agire eliminare definitivamente il problema. Evitando così che fatta la legge venga subito aggirata andando all'estero.


Stadio Roma, arrestato Marcello De Vito, presidente M5s dell'assemblea capitolina. Domiciliari per gli imprenditori Toti e Statuto

IL MESSAGGERO - ERRANTE - Arrestato Marcello De Vito, presidente dell'assemblea capitolina. L'accusa è di corruzione. Secondo i pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli De Vito avrebbe incassato elargizioni da parte del costruttore Luca Parnasi in cambio della promessa di favorire il progetto dello stadio della Roma. Sono in corso perquisizioni anche in Campidoglio.

La misura cautelare emessa dal gip del tribunale di Roma riguarda in tutto quattro persone: De Vito si trova in carcere, gli altri ai domiciliari. Per una terza persona è stata disposta misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale. L’indagine "Congiunzione astrale" si concentra sulle condotte corruttive e il traffico di influenze illecite nell'iter per la realizzazione del nuovo stadio della Roma, la costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere e la riqualificazione dell’area degli ex Mercati generali di Roma Ostiense.

Gli imprenditori coinvolti sono Toti e Statuto. Indagati sia Claudio che Pierluigi Toti. L’inchiesta ha fatto luce su una serie di operazioni corruttive realizzate dagli imprenditori attraverso l’intermediazione di un avvocato e un uomo d’affari, che secondo l'accusa avrebbero interagito con De Vito al fine di ottenere provvedimenti favorevoli alla realizzazione di importanti progetti immobiliari. I pm Paolo Ielo, Barbara Zuin e Luigia Spinelli avevano chiesto la misura per traffico di influenze, ma il gip ha disposto l'arresto per corruzione.