Bellinazzo: "La Roma è una società modello, ma deve fare lo stadio"

Marco Bellinazzo, giornalista economico-sportivo de Il Sole 24 Ore, intervistato da Reporter Nuovoha parlato di alcuni argomenti legati al mondo economico e del calcio, soffermandosi sulla Roma. Queste le sue parole: “In Italia abbiamo avuto circa 800 milioni di plusvalenze, è un problema di sistema. Attraverso questo meccanismo, le società possono ‘alterare’. il bilancio mascherandolo con guadagni fittizi. E’ normale che gli affari della Juventus risaltino di più. È una crisi che si riflette sulla lega, c’è un problema serio accentuato anche dal diritto di recompra. Bisognerebbe istituire un sistema contabile che limiti le plusvalenze sul bilancio, altrimenti si rischia di trovarsi in una situazione non rimediabile. C’è una situazione complessa, ma la Roma deve fare lo stadio. Per i giallorossi è essenziale. Certo, sarà faticoso reggere l’investimento di un miliardo, ma una parte sarà recuperata con il business park. Il fatturato della Roma oscilla dai 20 ai 30 milioni quando fa la Champions, e aspira a confrontarsi con realtà che fatturano 5 volte tanto. Senza stadio non possono risalire. I giallorossi sono una società modello: sono avanti sia nel marketing che sui social, hanno account in varie lingue, più di 17 milioni di follower e un brand consolidato. La semifinale di Champions dell’anno scorso ha incrementato il valore della maglia, ora parliamo di circa 22 milioni grazie a sponsor come Qatar Airways e Hyundai.


Multa dell’Uefa a Roma e Porto: per i giallorossi sono 5 mila euro

La Commissione Disciplinare della Uefa ha sanzionato la Roma con una multa di 5.000euro per gli “atti di danneggiamento” dei tifosi giallorossi durante la gara di ritorno contro il Porto. La Roma dovrà contattare i portoghesi per stabilire l’entità dei danni causati lo scorso 6 marzo. 28.500 euro di multa ai padroni di casa per l’accensione di artifici pirotecnici, l’esposizione di uno striscione illecito, il blocco dell’accesso alle scale e l’organizzazione insufficiente dell’evento.

QUI IL COMUNICATO ORIGINALE


Sassuolo-Chievo 4-0: doppietta di Demiral e reti di Locatelli e Berardi, l'Atalanta schianta il Bologna in 15 minuti

SASSUOLO-CHIEVO - Il Sassuolo cala il poker e si toglie, almeno provvisoriamente, dalla lotta salvezza: a 35 punti, adesso, si respira. Al di là del rotondo 4-0 finale, la sfida contro il Chievo ha comunque creato qualche problema ai ragazzi di De Zerbi, soprattutto in avvio di partita. La doppietta di uno stopper (Demiral), la sapienza tecnica di Berardi e la costanza di Locatelli consentono agli emiliani di guardare al futuro con maggiore spensieratezza. 

ATALANTA - BOLOGNA - ove minuti (secondo più secondo meno) e il Bologna si polverizza davanti a un’Atalanta più corrosiva di sempre e che adesso è a un punto dalla zona Champions League. Quindici minuti e, poi, la polverizzazione diventa sparizione totale dei rossoblù. Ilicic mette un uno-due da grande star (con Lyanco e Krejci imbarazzanti e fermi) poi Hateboer fa 3-0 in diagonale e buonanotte a Mihajlovic in un solo battito di partita. Avvio polverizzante, col Bologna poi martoriato da Zapata che dopo un quarto d’ora (una volta bevuto Gonzalez) infila il 4-0


Roma-Fiorentina, Mirante ora o mai più

INSIDEROMA.COM – SARA BENEDETTI – La partita che si gioca questa sera all’Olimpico tra Roma e Fiorentina è di vitale importanza per i capitolini. Infatti, nonostante un rendimento a dir poco pessimo nell’ultimo periodo, il pareggio interno del Milan contro l’Udinese, regala ai giallorossi l’ennesima possibilità di riavvicinarsi alla zona Champions, anche se ad oggi, oltre a Inter e Milan, ci sono davanti sia la Lazio che l’Atalanta. Novanta minuti decisivi, o si vince o si vince, non c’è sconfitta e non c’è pareggio. Si decide tutto questa sera.

MALE OLSEN – Oltre al ritorno tra i titolari di Cengiz Under e di Zaniolo, a tenere banco in casa Roma è la questione portiere. Non è un caso che già prima della gara contro il Napoli in conferenza stampa Ranieri fosse stato incalzato sulla figura di Robin Olsen, in questa stagione troppo discontinuo e protagonista di svarioni che a molti hanno riportato alla mente l’estremo difensore uruguagio Goicoechea. Nonostante ciò l’allenatore testaccino era stato rassicurante, spiegando ai giornalisti presenti quanto lui contasse su Olsen. Certo che nessuno poteva aspettarsi, appena 24 ore dopo le parole di Ranieri, l’errore madornale in occasione del secondo gol del Napoli, con un facile passaggio rasoterra che si va ad infilare sotto le braccia del portiere svedese e lascia la porta totalmente sguarnita. Un gioco da ragazzi per Mertens che deve fare solo lo sforzo di metterci il piede destro per portare i partenopei in vantaggio prima della goleada finale. Inoltre, nonostante le smentite da parte del club inglese, è notizia degli ultimi giorni anche l’interessamento per l’ex Copenaghen da parte del Watford. Insomma, tra rassicurazioni e smentite, chi segue il calcio lo sa bene, queste cose non sono casuali e che se ne dica, ci stupiremmo se nella prossima stagione a difendere i pali del club di Trigoria ci fosse ancora, almeno come primo portiere, Olsen.

MIRANTE E’ PRONTO - Intanto Antonio Mirante scalpita. Il classe ’83, 35 anni suonati, arrivato in estate dal Bologna nell’operazione che ha portato in Emilia Skorupski si è fatto trovare pronto nelle poche occasioni stagionali avute. Appena 360 minuti totali giocati divisi tra 180 in Champions, con Viktoria Plzen e Porto all’andata ed in campionato con Udinese e Chievo Verona. Due sconfitte, quelle con Plzen ed Udinese e due vittorie, con il Porto (anche se inutile poi considerando il ritorno ndr) e con il Chievo. Quando chiamato in causa il ragazzo di Castellammare di Stabia si è fatto trovare pronto, tra parate e passaggi ai difensori che hanno saputo trasmettere calma e sicurezza ai tifosi giallorossi. Già da tempo molti lo invocano come titolare e sembra proprio che stasera, dopo l’ennesimo erroraccio di Olsen, possa essere la volta buona. La Roma si gioca tutto oggi e punta sulle proprie certezze, ed ecco che, inaspettatamente, un un 35enne arrivato per fare la riserva nella capitale, può giocarsi il suo ruolo da pedina fondamentale. Ora o mai più.


Claudio naviga nella semplicità

IL MESSAGGERO - CARINA - All'insegna della semplicità. Per una Roma in difficoltà, atleticamente e tecnicamente, Ranieri prepara la gara contro la Fiorentina senza troppi fronzoli tattici: «Ai ragazzi non chiedo nulla quando abbiamo la palla per poter andare, gli dico di non giocarla nella nostra metà campo, perché sono pochissime le squadre che partendo da dietro riescono a fare gol». La traduzione calcistica è quanto visto nei primi 270 minuti con Empoli, Spal e Napoli: totale affidamento ai lanci lunghi, sperando che sulle seconde palle gli attaccanti sappiano crearsi l'occasione.

Il problema è che Dzeko non sta benissimo (noie all'anca e alla caviglia) mentre Under è da valutare se farlo partire dall'inizio o impiegarlo in corsa. Per questo il tecnico è costretto a fare «il lavoro del farmacista - spiega - Devo valutare bene chi può giocare dall'inizio e chi deve subentrare, perché ho solo 3 cambi». Il riferimento al turco, Pellegrini e De Rossi, appare scontato. Claudio cerca «la compattezza» per poi ammettere sconsolato: «Il problema è che non riusciamo ad esserlo. Per questo motivo bisogna restare corti e non dare la possibilità agli avversari di infilarci». Anche in questo caso la lettura delle sue parole è semplice: squadra attendista, pallino ai viola per poi essere pronti a sfruttare gli errori dei ragazzi di Pioli.

Intanto la fiducia per Olsen, manifestata appena 4 giorni fa, vacilla pericolosamente: «Deciderò all'ultimo chi far giocare in porta». Mirante è pronto. Il momento è delicato. Ranieri, oltre al solito appello al pubblico (venduti appena 4500 tagliandi), stavolta si rivolge anche al gruppo: «Voglio degli uomini in campo che sappiano reagire alle avversità». Magari ricordandosi di giocare anche a pallone.


Ranieri: «Roma, c'è un problema di fiducia. Ne usciamo facendo gli uomini»

LEGGO - BALZANI - Vendicare il 7-1 è diventato l'obiettivo minore. La Roma, a tre giorni dalla batosta col Napoli, stasera avrà ben altri pensieri in un Olimpico semivuoto (previsti 30 mila spettatori) contro la Fiorentina che la umiliò due mesi fa in coppa Italia dando di fatto inizio al tracollo della squadra giallorossa. Solo una vittoria riaccenderebbe una flebile speranza per la Champions. Una nuova sconfitta, in attesa pure dell'impegno di sabato con la Samp, potrebbe portare invece Ranieri a interrompere dopo appena un mese il rapporto e metterebbe la Roma nei guai pure per l'Europa League. Il tecnico - che si è scusato per aver tardato appena 5' in conferenza - dice di pensare alla Roma «25 ore al giorno per risolvere i problemi». Che sono tanti: dalla tenuta difensiva al disordine tattico passando per i tracolli mentali e una forma fisica disastrosa. Ranieridice pure di non aver sentito Pallotta dopo la disfatta con il Napoli e ammette che «c'è una perdita di fiducia, ma io voglio una squadra di uomini che reagisce alle avversità». Una frase già sentita dopo Ferrara e alla vigilia della sfida al Napoli«Mi auguro che quelle sconfitte oltre al 7-1 di coppa Italia possano essere la benzina utile per reagire». Reazione che Ranieri non ha ottenuto da Olsen. Lo svedese stasera dovrebbe sedersi in panchina: «Sto valutando se far giocare lui o Mirante. Deciderò in queste ore». In dubbio, per motivi fisici, c'è pure Dzeko anche perché l'intesa con Schick sembra proprio non voler arrivare: «Uno dei due potrebbe andare in panchina. Edin ha un grosso versamento all'anca quindi dovrò vedere come sta. In questo momento sono come un farmacista: devo capire chi può giocare dall'inizio, chi può giocare 30 minuti e chi non posso rischiare».

Dito puntato ancora una volta su preparazione e recupero infortuni. Tornano Pellegrini e Under(solo il turco può giocare dal 1'), ancora in forse De Rossi. Ranieri boccia pure l'ipotesi di affidarsi ai giovani: «Quando le cose vanno così serve esperienza, oltre che i giovani, e serve una squadra corta, compatta. Il Napoli ha corso quanto noi, ma da squadra. Noi no. Non capisco perché tutti vogliono imitare il tiki taka, non bisogna correre rischi». Battute finali sul futuro dei due simboli, De Rossi e Totti: «Daniele penserà se continuare a giocare o allenare. E' una sua scelta. Francesco è già un punto di riferimento importante per noi. Ha iniziato un anno e mezzo fa come dirigente e sta proseguendo un percorso». Nella Fiorentina di Pioli (che a giugno dovrebbe essere sostituito da Di Francesco) è ancora in dubbio Chiesa che però è stato convocato.


Meno tiki-taka, più corsa: per Ranieri è tutta colpa del governo precedente

LA REPUBBLICA - PINCI - Il clima è da resa finale. Nonostante la gara con Fiorentina evochi la rabbia per il 7-1 di gennaio in Coppa Italia, sembra quasi l’incrocio non generi oscillazioni nell’umore della Roma, distratta dai pensieri sul futuro. L’unico che pare ancora aggrappato al presente è Claudio Ranieri. «A come sollevare la squadra penso 25 ore al giorno. Ma è difficile».L’allenatore ci ha provato puntando l’indice contro il passato recente: il nuovo nemico è il “vecchio”Di Francesco, obiettivo ricorrente. Domenica Ranieri aveva posto l’accento sulla preparazione: «I ragazzi mi dicono che si allenavano poco». Ieri ha accusato il gioco del predecessore: «Imitiamo tutti il tiki-taka ormai, ai giocatori sto chiedendo di non farlo più». Lui chiede invece semplicità, rinunciando anche a dare un’identità: non c’è tempo e nessuno pare aver la testa per applicarsi e imparare, in una squadra che ha già mollato.

La convinzione è questa a che a Trigoria, dove inizia a farsi strada l’idea che la politica dei cambi vorticosi abbia finito per spogliare di un’anima il gruppo. A veder partire i migliori ogni anno tanti hanno finito per perdere gli stimoli: 2 sconfitte di fila maturate senza fiatare, con un unico slancio di nervosismo, l’arcinota litigata a Ferrara nell’intervallo. Chi c’è oggi si sente di passaggio, sa che se qualcosa non funzionerà potrà chiudere la valigia e ricominciare altrove senza incontrare ostacoli da parte della società e non è disposto a fare nemmeno un passo nella direzione del compagno: anni fa, era il il 2015, l’ex ds Sabatini disse che mancava «il mutuo soccorso tra i giocatori». Ieri Ranieriha usato parole fin troppo simili: «Quando le cose vanno male i calciatori devono sapersi aiutare l’un l’altro». Passa il tempo ma i guai restano gli stessi.

La tentazione per il futuro è di azzerare gli errori del mai rimpianto ds Monchi e ricostruire. Una squadra di giovani e italiani, da affidare a Gattuso o Sarri: è vicino Tonali del Brescia, piace Belotti, piace tantissimo Barella che potrebbe sostituire Pellegrini (a molti fa gola la clausola da 30 milioni). Uomo cardine sarà Zaniolo: domani il primo incontro per il rinnovo.

 

 

 

La società ha perso la testa

IL MESSAGGERO - LIGUORI - Sembra un incubo, invece è tutto vero: Roma disfatta, sull’orlo del disastro, fuori dall’Europa; un presidente assente e lontano insulta i giocatori, dopo aver schiantato due allenatori e il direttore sportivo. Ma chi consiglia Pallotta, l’altrettanto assente Baldini? Stento a crederlo, perché di errori così clamorosi neppure Baldini sarebbe capace. Hanno semplicemente perso la testa: Pallotta si è concentrato sul suo unico interesse, lo Stadio, e ha messo insieme un pasticcio enorme anche qui, condizionato dalla sua avidità. Quando nel calcio si perde la testa, si rischia una rottura veloce e totale.

E le sconfitte di Ranieri hanno avuto il sapore amaro di una disfatta, proprio per la mancanza di una reazione da parte di tutte le componenti. Giocatori stanchi, ma di sentire bugie e assurdità, a cominciare da quelle dette e scritte su Di Francesco. I più forti di loro sono anche i più arrabbiati e - a eccezione di De Rossi, per motivi storici - non trovano grande attrazione nell’attuale conduzione del club. Non resta che Totti, dicono in molti, ma forse è tardi anche per lui.


Fuori Olsen, c'è Mirante. Torna Under

IL TEMPO - BIAFORA - Ranieri è pronto a cambiare portiere. II dubbio sarà in piedi fino all'ultimo, ma è probabile che punterà su Mirante a discapito di Olsen. Come avvenuto già nel corso della sua prima gestione romanista, il tecnico non si farà troppi problemi ad optare per una scelta forte tra i pali. Allora scelse un semisconosciuto come Julio Sergio, impiegato prima soltanto una volta, oggi con la Fiorentina è pronto a lasciare in panchina il gigante svedese. In difesa, vista l'assenza di Manolas per squalifica e il leggero affaticamento accusato da Karsdorp nella rifinitura di ieri, agiranno Fazio e Marcano al centro, con Santon e Kolarov sulle fasce. La coppia di mediani del 4-2-3-1 vedrà la presenza di Nzonzi e Cristante: turno di riposo per De Rossi, reduce dal problema al polpaccio e attento alla gestione del ginocchio. Nel reparto si rivedranno Pastore e Pellegrini, convocati, ma ancora non pronti.

L'allenatore giallorosso in conferenza aveva poca voglia di dare informazioni sulla formazione, sbilanciandosi però sulla coppia Dzeko-Schick: «Uno dei due potrebbe andare in panchina». II bosniaco si è allenato in gruppo alla vigilia ed è favorito nel ballottaggio. Alle sue spalle a sinistra giostrera Perotti, al centro tornerà Zaniolo, mentre a destra c'è il dubbio tra Under e Kluivert. Il turco ha svolto gli ultimi giorni di lavoro senza alcun problema e, dopo essere sceso in campo nel finale di gara con il Napoli, non dovrebbe avere problemi a giocare dall'inizio, prendendosi la maglia da titolare dopo 74 giorni.

 

 

 

Totoallenatore di giugno: prende quota Gattuso

LEGGO - BALZANI - "Comincia una nuova avventura, sono contento". Un altro segnale della rinnovata vita che sta per attendere Totti è arrivato ieri tramite un'intervista rilasciata (una settimana fa) dallo storico capitano a Bein Sports in Qatar. Francesco si riferiva al passaggio da calciatore a dirigente, ma è chiaro il riferimento all'immediata promozione. Da direttore generale o da direttore tecnico. «E' un altro lavoro, molto impegnativo e passionale. L'ho intrapreso con lo spirito giusto, come se facessi il calciatore. Sono contento».

Crescono intanto le quotazioni di Rino Gattuso che con Totti e De Rossi ha vinto un mondiale e che potrebbe lasciare il Milan a prescindere dalla qualificazione in Champions. Il tecnico rossonero è in rottura con Leonardo che sulla panchina vorrebbe portare proprio quel Sarri che piace a Baldini. Il primo obiettivo (Antonio Conte) sembra invece indirizzato all'Inter che sta per scaricare Spalletti. Un incrocio interessante. Mercato: per il dopo Dzeko si pensa sempre più a Benedettodel Boca Juniors che ha una clausola di 21 milioni. Si avvicina, infine, il rinnovo di Zaniolo che dovrebbe essere ratificato entro fine maggio.


Ranieri: "Voglio un gruppo che reagisca alle avversità". Dubbio Schick-Dzeko, Mirante insidia Olsen

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - La testa e la coda da cambiare per provare a spostare il vento. Schick e Mirante dovrebbero giocare stasera contro la Fiorentina, attaccante e portiere messi in discussione da Ranieri, che cerca nella sua corsa contro il tempo di limitare i danni di una Romaallo sbando. Il duro ko col Napoli è distante solamente tre giorni, impensabile che in poche ore la squadra giallorossa possa cambiare faccia, ma il "fuggi fuggi" alla ricerca di un posto dove ripararsi dalla pioggia è cominciato.

"Voglio un gruppo di uomini che reagisce alle avversità", ribadisce il tecnico di Testaccio, che punta sull'amor proprio dei suoi. "Deciderò la formazione dopo la rifinitura, devo capire chi sta bene e chi no. Devo vedere come sta Dzeko che ha giocato con una botta all'anca e ha avuto un "meloncino" sopra la caviglia: ci parlerò". Probabile scenda in campo dal primo minuto a guidare l'attacco Schick, che cerca ancora una sua dimensione reale e stabile all'interno della Roma.

L'Olimpico la pazienza sembra averla persa, stasera non ci sarà il pienone e Ranieri sa di non poter più sbagliare nulla. "Olsen o Mirante? Vedremo, la sera sceglierò". Una risposta diversa rispetto a quella data prima del Napoli, quando il mister confermò di aver fiducia nello svedese. Ma il ragazzo sembra giocare con la paura ed e nel pieno di un'involuzione tecnica. Per questo, contro la Fiorentina, dovrebbe mettersi tra i pali il vice Mirante. Tornano Pellegrini e Pastore tra i convocati, e c'è anche De Rossi, ma dovrebbe partire dalla panchina. "Daniele deciderà lui quando smettere - il pensiero al futuro - mentre Totti ha già assunto un ruolo importante. Ha smesso da poco di giocare e c'è un processo step by step con la società per capire cosa farà".


Roma, una notte di cuore e rabbia

IL MESSAGGERO - TRANI - L'Olimpico accende i fari sulla Roma. Pubblico poco, come al solito: chissà se si presenteranno gli annunciati 28 mila spettatori (venduti solo 4500 biglietti). Ma curiosità, quella sì, tanta. Perché, nella stagione che ha preso ormai la piega peggiore, la tifoseria giallorossa vuol capire se la squadra è ancora capace di reagire, magari ricordandosi la caduta ignobile al Franchi contro la Fiorentina nel quarto di Coppa Italia (7-1), e comunque di chiudere il torneo almeno dignitosamente e senza arrendersi con largo anticipo. L'unico senso, invece, da dare al match contro la Viola di Pioli (ore 21) è la notte degli esami. Dovrà affrontarli, già da stasera e per le prossime settimane fino alla conclusione del torneo, ognuno dei protagonisti in campo. Sarà il primo dei 9 in calendario da qui al 26 maggio, quando finirà il campionato e comincerà la rifondazione. Nessuno (o quasi) ha la certezza di restare. Vigila, dunque, la società giallorossa, soprattutto il management italiano che si occupa della gestione ordinaria a Trigoria. Prende appunti soprattutto Massara, il ds provvisorio che, promosso dopo l'addio di Monchi, lavora per essere confermato. E, davanti alla tv e come sempre dall'estero, Pallotta e Baldini verificheranno il comportamento dei singoli e non certo quello di Ranieri, il traghettatore che è stato messo sotto contratto solo per 2 mesi e mezzo. Il presidente continua, insomma, a giudicare da lontano quanto avviene nella Capitale. È scontento e si sa. Ma lo sono anche i dirigenti che lo vorrebbero più presente qui, soprattutto nei momenti complicati e cruciali come lo è l'attuale. Anche per l'immagine: assente da 11 mesi, dà quasi l'idea che la proprietà sia disinteressata alla vita quotidiana del club.

ROTAZIONE MINIMA - La classifica si può ancora guardare: il Milan frena ancora, 1 a 1 contro l'Udinese a San Siro, e il 4° posto è sempre lì, a 5 punti. Vale la pena provare a ridurre il distacco, senza sprecare l'ennesima chance. Ranieri, del resto, è orientato a dare la giusta continuità alla sua gestione tecnica. Così riparte dal 4-3-3 che ha usato in corsa domenica contro il Napoli. Annunciato e scontato il turnover, anche perché qualche interprete non è in grado di giocare 2 partite ravvicinate di fila (e sabato è in programma la gara contro la Sampdoria a Marassi). Sono 4 le possibili novità dopo la sbandata davanti ad Ancelotti. La più rumorosa dovrebbe essere l'avvicendamento in porta: dentro Mirante per Olsen che ultimamente non dà garanzie. In difesa Jesus (è più veloce di Marcano e gli attaccanti viola sono tra i più rapidi della serie A) per Manolas,a centrocampo Zaniolo per De Rossi che è in ballottaggio con Nzonzi, in attacco Under per Schick. Che non va dato, comunque, per escluso: sarà lui il centravanti se Dzeko in giornata non avrà risolto i problemi all'anca e alla caviglia. Interventi, dunque, mirati per preservare alcuni giocatori che non sono al top. Ad esempio Karsdorp non sta benissimo e lo stesso Under non ha ancora recuperato la condizione migliore.

RIECCO EL FLACO - Pioli, senza Edmilson e Pjaca, recupera Chiesa che, però, dovrebbe andare in panchina. Pellegrini, come previsto, entra invece nella lista dei 22 convocati di Ranieri che, oltre allo squalificato Manolas, deve rinunciare ancora a Florenzi ed El Shaarawy. Ma, dopo più di un mese, torna a disposizione Pastore che uscì di scena, dopo aver offeso Di Francesco al momento dell'ingresso in campo al posto di De Rossi nel derby, il pomeriggio del 2 marzo. Quel giorno giocò metà del secondo tempo. Fu schierato, invece, dall'inizio il 30 gennaio al Franchi per partecipare (fuori dopo 45 minuti) all'umiliante eliminazione dalla Coppa Italia. È la sua ultima presenza da titolare. Di sicuro indimenticabile, come per gli altri che parteciparono alla figuraccia di Firenze. Non l'unica della stagione.