Pigliacelli: "La sera prima del match contro lo Steaua Bucarest ho pensato al giovane Totti che aveva avuto il coraggio di fare il cucchiaio, su rigore, agli Europei"

Mirko Pigliacelli, ex portiere delle giovanili della Roma, è stato intervistato da Sky Sport dopo aver segnato un rigore contro lo Steaua București. L'ex giallorosso, infatti, è diventato il rigorista del suo nuovo club, il CSU Craiova dopo i numerosi errori dal dischetto del club allenato dall'ex Palermo Devis Mangia. Queste le sue dichiarazioni:

"Ho passato due anni magnifici a Roma. Non avrei mai pensato di lasciare quella maglia".

I rigori di Totti?

"Qualche gol l'ha fatto in carriera. La sera prima del match contro lo Steaua Bucarest, ho pensato al giovane Totti che aveva avuto il coraggio di fare il cucchiaio, su rigore, agli Europei".


Pallotta: "Sorpreso nel leggere le dichiarazioni di oggi di Monchi. Gli ho dato pieni poteri ma qualcosa non ha funzionato"

James Pallotta, presidente dei giallorossi, ha parlato al sito ufficiale asroma.com. Queste le sue parole in merito a quanto detto da Monchi in conferenza stampa quest'oggi:

Sono rimasto un po’ sorpreso nel leggere le dichiarazioni di Monchi in conferenza stampa, dove ha dichiarato che volevamo intraprendere strade diverse. Mi fa piacere sapere che Monchi non avrebbe mai voluto fallire a Roma, ma voglio fare chiarezza su alcune cose. Fin dal primo momento, sono stato molto chiaro sulla direzione che dovevamo intraprendere ed è questo il motivo per cui abbiamo speso tanti soldi per portare Monchi da noi. Ho da subito detto che avrei voluto allenatori di primo livello, preparatori di primo livello, staff medico di primo livello, addetti allo scouting di primo livello, assieme a un’organizzazione calcistica di primo livello. Ho consegnato a Monchi le chiavi per dar vita a tutto questo. Gli ho dato il pieno controllo per ingaggiare l'allenatore che voleva, per assumere i collaboratori tecnici e i preparatori, per gestire lo scouting e per acquistare i giocatori che preferiva. Guardando i risultati e le nostre prestazioni, è chiaro che questo non abbia funzionato. A novembre, quando la nostra stagione stava andando di male in peggio e tutti notavano come l'allenatore stesse faticando a ottenere una reazione dai calciatori, chiesi a Monchi un piano B da attuare nel caso in cui le cose fossero ulteriormente peggiorate. Pur essendo lui l’unico responsabile della parte sportiva alla Roma, non aveva un piano B. Questo accadeva a novembre: mi spiegò che il suo piano B era continuare con la stessa strategia, quella del piano A. Quindi, quando leggo o ascolto certe interviste radiofoniche, in cui sostiene che la proprietà stesse intraprendendo una direzione diversa dalla sua e che questo è il motivo per cui se n’è andato, mi chiedo: cosa avrebbe voluto fare Monchi di differente? Mi ha chiesto di fidarsi di lui e di lasciarlo fare a modo suo. Gli abbiamo dato il pieno controllo e ora abbiamo più infortuni di quanti ne abbiamo mai avuti e rischiamo di non riuscire a finire tra le prime tre per la prima volta dal 2014".


Allenamento Italia. Zaniolo lavora a parte, Florenzi schierato nella formazione titolare

L'Italia di Roberto Mancini si prepara per le 2 gare che la attendono valide per le qualificazioni agli Europei del 2020. La Nazionale si è radunata a Coverciano in vista della sfida del 23 marzo  ed oggi il ct azzurro ha cominciato a fare le prove anti-Finlandia, mentre la seconda partita si giocherà il 26. Questo pomeriggio, la Nazionale ha svolto esercitazioni tecnico-tattiche con i giocatori della probabile formazione titolare. Il modulo sarà il 4-3-3 con in porta Donnarumma e davanti a lui una linea difensiva composta da Florenzi, Bonucci, Chiellini e Biraghi; a centrocampo Barella, Jorginho e Verratti; in attacco Chiesa, Immobile e Bernardeschi.
Ad alcuni di loro si sono alternati Piccini, Grifo e Quagliarella. Zaniolo, Pavoletti e Lasagna hanno iniziato svolgendo lavoro a parte.


Kluivert: "A volte penso che sarebbe stato bello esser ancora all'Ajax ma non ho rimpianti nell'aver scelto la Roma"

Justin Kluivert, attaccante della Roma, è stato intervistato da Fox Sports e ha parlato dell'Ajax, sua ex squadra. Queste le sue dichiarazioni:

È stato meraviglioso vedere l’Ajax vincere contro il Real Madrid. A volte penso che sarebbe stato bello essere ancora là. Seguo sempre l’Ajax da innamorato, non ho rimpianti nell’aver scelto la Roma, ma ogni tanto penso che sarebbe bello essere in una squadra come quella che ha battuto il Real Madrid. A Roma sono cresciuto molto, anche come persona. Vivere da solo ti rende più forte. Ho imparato molto, ma non è detto che anche all’Ajax non sarei riuscito a migliorare. Non so se rimanere in Olanda mi avrebbe permesso di arrivare nella nazionale di Koeman, io credo che tutto accada per un motivo. Magari sarebbe stata la stessa cosa“.


La possibile maglia pre-gara della Roma per le sfide europee della prossima stagione (Foto)

Esvaphane annuncia la possibile maglia della Roma. Tramite un post sul profilo Twitter del portale turco, si può vedere un'anteprima di cosa potrebbero indossare i giallorossi nel preg-gara per le coppe europee 2019/2020.


Di Francesco e un probabile ingaggio con la Fiorentina

Eusebio Di Francesco ha la possibilità di presidiare la panchina della Fiorentina. L'ex tecnico giallorosso ha i requisiti ricercati dal club toscano ma, da quanto riporta Tuttomercatoweb.com,  Di Fra ha ancora un anno di contratto con la Roma per 3 milioni di euro: la soluzione potrebbe essere un anno sabbatico o accettare l'ingaggio per la seconda parte della stagione con buonuscita. Ci sono poche speranze di una riconferma di Pioli, come già anticipato in una conferenza stampa: dovrebbe realizzarsi una vittoria in Coppa Italia ma non sarebbe comunque al sicuro. Le ulteriori alternative sono D'Aversa, alla guida del Parma, o Gasperini che però non lascerebbe Bergamo.


Premio Maestrelli, Rocchi: "La Var centralizzata sarebbe straordinaria per noi arbitri"

Gianluca Rocchi è a favore della Var centralizzata. Secondo l'Ansa, l'arbitro fiorentino ha preso parte alla consegna del Premio Maestrelli e ha dichiarato:

"La notizia di un centro unico a Coverciano non è ancora ufficiale, ma qualora andasse a buon fine sarebbe un'ottima notizia. Vero è che siamo esseri umani e possiamo sbagliare anche davanti a un monitor, ma l'esperienza Var finora è assolutamente positiva. Un sistema centralizzato sarebbe straordinario per noi arbitri e ci consentirebbe anche di allenarci in maniera costante".


Monchi: "Grazie a tutti quelli che mi hanno mostrato tutto questo affetto. Forza Siviglia" (Foto)

Monchi è tornato al Siviglia. Dopo le parole di Pallotta su quel qualcosa che non ha funzionato nonostante avesse dato carta bianca allo spagnolo, l'ex giallorosso non risponde e pubblica su Twitter un post per il suo club:

 


Il River Plate si interessa a Pastore dopo l'infortunio di Quintero

Il River Plate è interessata a Pastore. Secondo TNT Sports, il club argentino si trova sprovvisto di Juan Fernando Quintero che ha riportato la rottura del legamento crociato anteriore sinistro, il club argentino ha pensato al giallorosso ma l'ingaggio non sarebbe semplice.


O la va o la spacca. Giusto dare fiducia alla coppia Dzeko-Schick?

INSIDEROMA.COM - MASSIMO DE CARIDI - La Roma è in piena crisi. Di uomini, di gioco e di risultati. C'è poco da girarci intorno, le assenze hanno gravato ancora di più su una situazione già pesante di suo ma il cambio dell'allenatore, l'allontanamento del direttore sportivo, dello staff sanitario e fisioterapico dopo l'eliminazione dalla Champions League è suonato più come una resa dei conti che una vera sterzata.

Il neotecnico Ranieri sta cercando in ogni modo di riportare la squadra sulla retta via, anche in modo brusco come fatto negli spogliatoi del Mazza nel post-match contro la SPAL, dove i giallorossi hanno perso senza neanche lottare più di tanto. La stagione non è ancora finita ma il passo falso a Ferrara ha compromesso di molto le speranze di rientrare in corsa per la Champions anche in virtù della vittoria dell'Inter nel derby, che ha visto aumentare così il distacco dalla quarta, ora a 4 lunghezze. 

Dopo la sosta per le Nazionali, torneranno (o almeno si spera) a disposizione praticamente tutti gli indisponibili. Da valutare Manolas e Kolarov, partiti per rispondere alle convocazioni di Grecia e Serbia ma con l'ex City che non è sicuro di tornare anticipatamente, soprattutto se il guaio fisico si rivelasse meno grave del previsto. Ci sarà sicuramente Florenzi, reduce dalla squalifica per l'espulsione rimediata contro l'Empoli ma soprattutto si spera di riavere Lorenzo Pellegrini, De Rossi, Under oltre ai 2 nazionali sopracitati più Pastore, oggetto misterioso del mercato monchiano. 

Con questi calciatori in campo, lo spessore della squadra è ben altro rispetto a quello visto contro gli uomini di Semplici ma purtroppo per la Roma difficilmente saranno al meglio e non è certo che possano giocare tutti e soprattutto il livello del prossimo avversario è decisamente superiore a quello avuto sinora nelle prime 2 gare con Ranieri in panchina. Di fronte ci sarà il Napoli, privo certamente dello squalificato Zielinski con Diawara, Chiriches ed Insigne in dubbio sino al fischio d'inizio o quasi. Il rientro dell'ex Bologna sarebbe importante per Ancelotti proprio per rimediare all'assenza del dinamico ex Empoli ma la presenza del neocapitano partenopeo sarebbe fondamentale sia a livello tecnico che carismatico. La rosa degli avversari della Roma all'Olimpico il 31 marzo è comunque di tutto rispetto e sarà la prova del 9 per capire se la stagione dei giallorossi è definitivamente terminata o c'è ancora un barlume di speranza di raggiungere l'obiettivo minimo. 

Davanti, potrebbe esser confermata la coppia Dzeko-Schick, che non ha convinto nessuno nella gara contro la SPAL, incluso Ranieri. Sarà quella la coppia giusta per impensierire Koulibaly ed Albiol? O magari accanto al centravanti bosniaco sarebbe meglio che giocasse un brevilineo come Perotti, bravo a saltare l'uomo e a dare palloni invitanti a Dzeko, che così non dovrebbe fare il lavoro di raccordo sfiancante che poi non lo fa esser lucido sottoporta? A queste domande dovrà rispondere il mister della Roma, nella speranza che opti per la scelta migliore e che si torni a sorridere dopo le tante amarezze di questo campionato. 


Cambiare per migliorare, Pallotta decida adesso il futuro della Roma

INSIDEROMA.COM – GABRIELE NOBILE – Dall’arrivo degli americani a Roma, eravamo ad aprile 2011, sono cambiati direttori sportivi, allenatori (molti) amministratori delegati per non parlare di professionalità di contorno e giocatori. Gli unici due manager rimasti e mai entrati nel turn-over aziendale sono Franco Baldini, entrato come direttore generale fino a giugno del 2013 (dopo la disfatta contro la Lazio in coppa Italia) mentre adesso ricopre un ruolo quantomeno strano, ovvero di consigliere del presidente Pallotta. L’altro dirigente è Mauro Baldissoni. L’avvocato dello studio Tonucci che partecipò intensamente all’arrivo della cordata yankee e da allora mai uscito dai quadri dirigenziali. Inizialmente entrò nel CDA di AS Roma, per poi prendere il posto di Baldini come direttore generale, poi dopo l’uscita del Ceo Umberto Gandini divenne Amministratore delegato e direttore generale, poi, nel rimpasto di qualche settimana fa, cedette il suo ruolo di Ceo a Guido Fienga per diventare Vice Presidente esecutivo. Lo stesso presidente James Pallotta non ebbe da subito un ruolo centrale, successivamente al “deal” di Boston entrò nella Roma come azionista di maggioranza (e garante economico) con Di Benedetto presidente. Solamente l’anno successivo Pallotta prese la carica di Presidente di AS Roma. Sono passati 8 anni ma lo scenario non è mai cambiato: confusione totale nei ruoli e nel management decisionale. Alla Roma attuale non mancano manager capaci ma un leader carismatico, un capo. Attualmente la società Roma è divisa in 3 tronconi; il primo con il presidente Pallotta, sempre più riluttante nel venire nella capitale, inchiodato tra il Massachusetts e Londra. Il secondo tra il Sud Africa e Londra, queste sono infatti le due location abituali del “ghost manager” Franco Baldini ed il terzo a Roma dove sono presenti, come dovrebbe essere naturale, Baldissoni, Fienga, Totti e tutti gli altri. Una squadra di calcio non può essere amministrata in questo modo. La crescita societaria in tutti i campi importanti (marketing, social, fatturati etc) ed il fallimento del settore più importante come l’aspetto dei risultati e del campo, ne sono la dimostrazione.

La rivoluzione dovrà ripartire da qui: prendere il toro per le corna subito e tentare di cambiare radicalmente il metodo e la filiera di comando. Attualmente alla AS Roma mancano tutta una serie di certezze nel settore tecnico e di campo: in primis chi sarà a ricoprire il ruolo di DS e di conseguenza stabilire chi sarà il nuovo allenatore. Scelte che andranno fatte subito e non a fine campionato quando sarà evidente se la Roma avrà centrato l’obbiettivo del 4° posto con relativa partecipazione alla Champions del prossimo anno. Stabilire un budget da affidare al nuovo direttore sportivo per la campagna acquisti e valutare in maniera definitiva se il meccanismo del “player trading” potrà essere accantonato, visto i deludenti risultati della Roma sul campo. L’idea di costruire un team senza necessariamente smantellare o vendere i migliori giocatori per far cassa, sistemare i bilanci e tentare un ipotetico aggancio alle squadre leader, in Italia e in Europa. Abbiamo visto che questo sistema ha generato confusione mediatica e poche certezze sul campo. La Roma americana, tranne una finale di Tim Cup, per altro persa, ed una semifinale di Champions League, oltre a diversi piazzamenti tra il 2° e 3° posto, non ha mai dato la sensazione di provare a vincere qualcosa. La Roma società è in forte ascesa in alcuni dipartimenti fondamentali per la valorizzazione del brand, ma decisamente in difficoltà in quelle che sono le realtà primarie per un club calcistico: l’assetto sportivo e di campo. Fino a quando questi due parametri non viaggeranno paralleli sarà difficile, anzi impossibile che il club giallorosso possa togliersi soddisfazioni e quindi mettersi nella condizione di provare a vincere.

Ma l’ennesima rivoluzione dovrà ripartire da quelli che sono stati gli errori del passato, Pallotta provi a fare mea culpa cercando di individuare le cause principali di questa confusione che si è creata, riprendendo le redini in mano del club, puntando decisamente sugli uomini giusti per tentare un rilancio, che sia però definitivo!


InsideRoma Daily News - Monchi presentato al Siviglia: "Alla Roma sono cresciuto, resterà sempre nel mio cuore" - Pallotta: "Sorpreso nel leggere le dichiarazioni di oggi di Monchi. Qualcosa non ha funzionato" - L’Uefa indaga sull’esultanza di Ronaldo

NOTIZIE DEL GIORNO | 18 MARZO 2019

- Monchi torna al Siviglia dopo la deludente parentesi nella Roma. Lo spagnolo è il nuovo direttore sportivo del club andaluso. Queste le parole dell'ex DS giallorosso: 

Apre la conferenza il presidente José Castro:

"C'è un progetto che lo ha convinto, altrimenti non sarebbe qui.E' il miglior ds e nel Siviglia sarà più di un semplice direttore sportivo".

Prende parola Monchi: 

"E’ un giorno difficile da immaginare ed è complicato poter spiegare. E’ un giorno che ho sperato arrivasse il prima possibile e si sta compiendo. voglio ringraziare il presidente e l’amministrazione e a tutti quelli che hanno contribuito che sia qui. Il presidente l’ha detto perfettamente: non perché sono sevillista, anche se lo sono, ma non sono qui per questo. E’ una realtà invidiata nel mondo. Io sono qui oggi perché in questi ultimi giorni con il presidente e i direttori generali mi hanno trasmesso un’idea del futuro del Siviglia che coincide con quello che ho nella mente che possa essere il Siviglia del futuro.Credo che dopo essere stato due anni fuori dal Siviglia, in un club importante che sarà sempre nel mio cuore come la Roma, sono cresciuto professionalmente e ho il diritto e il dovere di continuare questa crescita personale nel club che amo”.

Torni al Siviglia per sempre e definitivamente?
Vengo convinto che ci sono molti lavori da fare, molte cose buone che sono state fatte e credo di poter apportare delle cose buone qui. L’ultima volta che sono stato ds sono rimasto 18 anni. Vengo per rimanere qui il massimo tempo possibile”.

Hai detto un Siviglia campione… 
Vengo a contribuire a un Siviglia che continui accrescendo per stare nel luogo giusto”.

Ci sono clausole di rescissione per Monchi? Hai chiaro che cosa pretende Monchi con giocatori come Sarabia e Machin…
Risponde Castro:

Monchi ha un contratto come tutti i dipendenti del club. E’ una persona speciale e il suo contratto è indefinito”.

Risponde Monchi:

Sono appena arrivato, realmente non ho ancora pensato a queste cose. Prima di pensare devo conoscere alcune cose, è assurdo dire alcune cose in questo momento. Devo sapere di quello che si parla per poi prendere decisioni. Machin il club ha lavorato come doveva”.

Il Siviglia è forte in molti punti, ma c’è la possibilità della vendita del club? 
Non sono dentro quello che pensano i grandi azionisti, però penso che il presidente è Sevillista e sono tranquillo per quello che mi hanno raccontato”.

Hai già pensato il profilo dell’allenatore per la prossima stagione? Con il tuo ritorno cadono le leggende urbane che sono sorte con il tuo addio…
Voglio aiutare l’allenatore giorno dopo giorno. In quanto alle leggende urbane, io non me ne sono andato dal Siviglia perché ho litigato con qualcuno. Me ne sono andato perché credevo che era il momento di andare perché dovevo trovare motivazioni esterne. Credi che il centro del mondo è questo e devo andare via per poter crescere. Avevo bisogno d’aria. Cercavo un posto difficile, scelsi un progetto che mi aiutasse a crescere. Ho scelto il progetto che mi aiutasse a crescere. Ora voglio tornare perché questa crescita posso reinvestirlo qui. Ero sevillista a Roma lavorando 24 ore su 24 per un altro progetto, ora posso essere sevillista al Sevilla lavorando 24 ore su 24 per questo progetto sportivo”.

Sei cosciente che ci sono delle aspettative enormi?
So che il mio arrivo si può relazionare con una pressione maggiore. Ci sono molte persone fuori Siviglia che mi dicono che ho sbagliato. Ho pensato a tutto però. Vengo da un posto in cui ho imparato a convivere con una pressione grande”.

Riferito al presidente Castro: Monchi avrà il ruolo di direttore generale sportivo. Significa che ha più responsabilità?
Monchi ha lo stesso incarico, ma avrà una direzione generale sportiva e significa che sarà tutti i giorni nel club non solo nell’ambito sportivo ma anche generale. Ha molta esperienza, visto tutto quello che ha appreso fuori da qui”.

Con Caparros?
"Il prossimo anno il Siviglia deve avere un allenatore. Con Joaquin ci ho parlato due volte”.

Che vorresti creare in questa tua seconda avventura? 
"Devo arrivare al punto più alto del Siviglia. Dal 2003 si cominciò a costruire una struttura sportiva che cambiò tutto, nella quale fece crescere a livello di marketing e sociale. Ci ha fatto vincere i titoli che abbiamo vinto. Aspiro a fare un salto per poter seguire crescendo”.

Cosa ti è passato per la testa quando sei arrivato?
"Quando il presidente mi ha chiamato io volevo sapere che volevano da me. Mi disse cose che mi sono piaciute, e sono qui solo per quello”.

Un messaggio ai tifosi? 
Grazie perché è difficile sentirsi amato come qui. Non mi è mai mancato tempo e dedizione. Confidate in me, sono qui perché credo che il Siviglia possa crescere”.

Se tornasse indietro firmerebbe ancora per la Roma? C’è stato qualche acquisto che non farebbe tornando ineitro?
Non cambierei i due anni che ho trascorso a Roma, rifarei quella scelta. Ho commesso degli errori, non conoscevo la situazione del club quando arrivai, ma non mi pento della mia scelta. Mi è servito per crescere a livello personale. E’ una squadra a cui vorrò sempre bene".

La battuta sul ‘Circo Massimo’? 
Mi sembra assurdo considerarla una mia dichiarazione, parlavo con un tifoso, non era una dichiarazione istituzionale. Sono andato via per una semplice ragione: ad un certo punto ho capito che la proprietà aveva idee diverse dalle mie. Il presidente voleva andare a destra, io a sinistra. Giusto finirla così. Ma posso solo parlare bene di Pallotta e di tutti quelli che hanno pensato di portarmi a Roma. Mai sentirete da me una parola contro la Roma. Abbiamo capito che prendevamo strade diverse, era giusto fermarsi. Dalla Roma mi porto l’esperienza di aver lavorato fuori da casa da mia, in un ambiente che mi ha reso un professionista più attento La mia esperienza è stato bellissima, il primo anno i risultati sono quasi arrivati. Lavorare con la Roma mi ha fatto crescere”.

Ci sono state offerte del Real?
Real no, altre squadre sì”.

Quando sei andato via, sono andate via altre persone. Possono tornare?
"Ci ho parlato ieri con uno di loro, ma alcuni lavorano in altri club. C’è molta gente che c’è qui e devo conoscerla, perché credo che stiano lavorando bene. Devo vedere se la mia idea di futuro coincide con il club. Vengo con il foglio in bianco e con molta voglia di scoprire quello che stanno facendo”.

Era vero che era tutto fatto con l’Arsenal?
Se fosse stato tutto fatto non sarei qui (ride, ndr). Ci sono state molte proposte però ho dovuto valutare quale fossero le migliori, ma quella del Siviglia mi ha convinto”.

Da quando te ne sei andato il Siviglia non ha vinto un derby…
Non credo che possa portare molto nel campo, sapete la mia bravura come giocatore (ride, ndr) ma i derby si vincono con il cuore”.

Il Siviglia può evitare alcune vendite importanti. 
Il modello è quello vincente. Non voglio ripetere gli errori. Alcune volte si vendono giocatori per necessità o per crescere. Oggi che le necessità sono minori non credo che dobbiate avere paura nel vendere giocatori perché è il modello che ha sempre utilizzato il Siviglia. E’ anche il modello delle squadre di tutto il mondo. La fortuna che abbiamo in questo momento è che la tradizione del club ha continuato in questi ultimi anni”.

Il livello di ambizione?
"Sono ambizioso per naturalezza. Ci sono squadre che lavorano bene in Liga ma voglio guardare in alto e non in basso”.

Ti saranno arrivati molti messaggi, qual è stato il migliore?
Sono come i regali, chi te li fa ha perso il tuo tempo per te. Se sono riuscito a rendere felice qualcuno sono contento”. 

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James Pallotta, presidente dei giallorossi, ha parlato al sito ufficiale asroma.com. Queste le sue parole in merito a quanto detto da Monchi in conferenza stampa quest'oggi:

Sono rimasto un po’ sorpreso nel leggere le dichiarazioni di Monchi in conferenza stampa, dove ha dichiarato che volevamo intraprendere strade diverse. Mi fa piacere sapere che Monchi non avrebbe mai voluto fallire a Roma, ma voglio fare chiarezza su alcune cose. Fin dal primo momento, sono stato molto chiaro sulla direzione che dovevamo intraprendere ed è questo il motivo per cui abbiamo speso tanti soldi per portare Monchi da noi. Ho da subito detto che avrei voluto allenatori di primo livello, preparatori di primo livello, staff medico di primo livello, addetti allo scouting di primo livello, assieme a un’organizzazione calcistica di primo livello. Ho consegnato a Monchi le chiavi per dar vita a tutto questo. Gli ho dato il pieno controllo per ingaggiare l'allenatore che voleva, per assumere i collaboratori tecnici e i preparatori, per gestire lo scouting e per acquistare i giocatori che preferiva. Guardando i risultati e le nostre prestazioni, è chiaro che questo non abbia funzionato. A novembre, quando la nostra stagione stava andando di male in peggio e tutti notavano come l'allenatore stesse faticando a ottenere una reazione dai calciatori, chiesi a Monchi un piano B da attuare nel caso in cui le cose fossero ulteriormente peggiorate. Pur essendo lui l’unico responsabile della parte sportiva alla Roma, non aveva un piano B. Questo accadeva a novembre: mi spiegò che il suo piano B era continuare con la stessa strategia, quella del piano A. Quindi, quando leggo o ascolto certe interviste radiofoniche, in cui sostiene che la proprietà stesse intraprendendo una direzione diversa dalla sua e che questo è il motivo per cui se n’è andato, mi chiedo: cosa avrebbe voluto fare Monchi di differente? Mi ha chiesto di fidarsi di lui e di lasciarlo fare a modo suo. Gli abbiamo dato il pieno controllo e ora abbiamo più infortuni di quanti ne abbiamo mai avuti e rischiamo di non riuscire a finire tra le prime tre per la prima volta dal 2014".

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GAZZETTA.IT - L’Uefa ha aperto un’inchiesta sull’esultanza di Cristiano Ronaldo contro l’Atletico Madrid in Champions e una decisione in merito arriverà giovedì 21. Lo ha comunicato ufficialmente l’Uefa stessa classificando il caso da esaminare come condotta impropria. L’attaccante della Juventus, protagonista dell’impresa bianconera della settimana scorsa negli ottavi di Champions con una tripletta, ha festeggiato contro i colchoneros facendo riferimento agli attributi. Indirettamente una risposta a Simeone, che all’andata aveva compiuto un gesto simile davanti alla propria panchina al Wanda Metropolitano ricevendo una multa di 20mila euro. Già nel giorno successivo al 3-0 bianconero, i media spagnoli avevano montato una polemica evocando una squalifica per Ronaldo. Ora la decisione spetta all’Uefa. La Juve nei quarti di Champions affronterà l’Ajax.

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Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria, è intervenuto ai microfoni di RMC Sport per parlare anche di Patrick Schick, ex blucerchiato:

"Schick un campione inespresso, ha trovato subito un ambiente ostile. Poi guadagna troppo, i giocatori si montano la testa".

- Dopo l'addio di Monchi sembra sfumare il pirmo obiettivo di mercato della Roma. Infatti Hector Herrera, centrocampista messicano in scadenza con il Porto, non sceglierà la Roma come destinazione per la prossima stagione. Il giocatore, come riferisce il sito ojogo.pt, lascerà i portoghesi a parametro zero per unirsi all'Atletico Madrid.