Raggi: "Ho appreso la notizia dell'archiviazione nei confronti di Frongia. Ringrazio la Procura di Roma per il lavoro che sta svolgendo"
Virginia Raggi, sindaco di Roma, ha mostrato la sua gioia per l'archiviazione nei confronti del suo assessore Frongia. Queste le sue dichiarazioni riprese dal sito iltempo.it:
"Ho appreso la notizia relativa alla richiesta di archiviazione nei confronti di Daniele Frongia. Sono certa che continuerà a svolgere con rinnovato impegno la sua attività di assessore. Ringrazio la Procura di Roma per il lavoro che sta svolgendo".
Aronica: "Roma-Napoli è sempre stato il derby del Sud. Senza Totti è un pò strano"
Salvatore Aronica, ex difensore del Napoli, è stato intervistato dal portale soccermagazine.it. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni:
Alcune delle partite più belle che ha giocato il tuo Napoli furono quelle contro la Roma: che sensazioni hai per la gara di domenica?
"È sempre stato il derby del Sud. Negli anni in cui ho vissuto a Napoli la si viveva già dal lunedì fino alla domenica sera perché era una partita importante, tra due tifoserie che ci tenevano in maniera entusiasmante. Dispiace per quello che è successo in uno dei vari Napoli-Roma con la morte di un tifoso, però chiaramente c’era sempre grande adrenalina perché era una partita preparata, in cui ci tenevamo a far bene dopo la Juventus e spesso, specialmente negli anni in cui sono stato io a Napoli, siamo riusciti a vincere".
Ormai sono passati due anni dal ritiro di Totti, che è stato uno dei tuoi più grandi avversari: ti sembra una Roma così diversa senza lui in campo?
"Beh, Totti ha contraddistinto gli ultimi 25 anni di Roma, quindi chiaramente affrontandolo nel giocare contro la Roma ci ritrovavamo davanti Totti in tutto e per tutto: quando era in giornata, fin quando era proprio al massimo della sua condizione, era veramente difficile affrontarlo per tutti gli avversari. Adesso che la Roma è senza Totti già da qualche anno a questa parte sicuramente è un po’ strano, ecco".
Un tempo Roma-Napoli vedeva di fronte due tifoserie gemellate che oggi invece nutrono una grandissima rivalità. Tu che hai giocato questa partita, credi che romanisti e napoletani siano diventati davvero inconciliabili o c’è ancora la speranza di una riappacificazione?
"Alla luce di quello che è successo negli ultimi anni, penso che non ci sia proprio la possibilità di riappacificarsi. Io mi auguro che ci sia sempre lealtà sportiva, lealtà di tifo, che comunque non si esageri e non si superino mai determinati limiti. Il fatto di poter tifare o di poter essere magari rivale in tutto e per tutto di una squadra avversaria ci sta, però mi auguro che non avvenga più di sfociare in episodi di violenza, ecco".
InsideRoma Daily News: Per la panchina ballottaggio tra Sarri e Gasperini. Il IX Municipio approva la delibera di annullamento di interesse pubblico per lo Stadio
NOTIZIE DEL GIORNO | 27 MARZO 2019
QUI ROMA
Allenamento per giallorossi in vista del Napoli, con la squadra che iniziato in palestra prima di spostarsi sul campo per lavoro atletico e tattica. Individuale per De Rossi, Manolas, Pastore, Pellegrini e Kolarov.
Intanto sono stati resi noti i nomi delle avversarie della Roma nella prossima ICC. Saranno Arsenal, Benfica ed i messicani del Chivas.
QUI NAPOLI
Anche il Napoli si è allenato a Castelvolturno dove sono rientrati i nazionali Meret, Luperto, Mertens e Milik.
Già concentrato ed in clima partita Allan, che ha commentato così la prossima sfida di campionato: “Noi dobbiamo guardare i nostri prossimi avversari, concentrarci sulla partita contro la Roma e ottenere il massimo risultato, ovvero i tre punti”.
MERCATO
La prossima sessione di mercato potrebbe portare una grossa rivoluzione in casa Roma. Tanti i nomi dati in partenza; tra cui Pastore, Olsen, Karsdorp e Nzonzi.
In ottica entrata piace molto l’attaccante Redan del Chelsea. Il 18enne, che gioca con la Under23 del club, piace a molti club europei ed è valutato circa 10 milioni.
In uscita occhio al Siviglia e l’ex DS Monchi, che si sono messi in fila per Under; già seguito da Atletico Madrid, Arsenal e Bayern Monaco.
Ma il nodo principale da sciogliere prima di intervenire sul mercato riguarda la panchina, con Sarri e Gasperini i nomi in cima alla lista delle preferenze.
STADIO
Brutte notizie in ottica Stadio della Roma, con la Commissione Urbanistica del IX Municipio che ha votato a favore della delibera Grancio-Fassina. Tale delibera prevedere l’annullamento dell’interesse pubblico nei confronti dello Stadio.
Chiesta l’archiviazione, invece, per Daniele Frongia; indagato in uno dei tanti filoni usciti fuori dall’inchiesta sullo stadio.
INTERVISTE
Vidal: "Monchi mi voleva alla Roma. Il direttore trasmette sempre buone sensazioni"
Caudo: "Se fosse rimasto Marino, l'impianto della Roma era già in costruzione"
Iniesta: "L’eliminazione di Roma resterà un pensiero fisso ancora per molto tempo"
Riise: "I ricordi più belli alla Roma? Giocare con Totti e segnare alla Juve" (Video)
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Santon: "Il Newcastle fa parte del mio cuore. A Roma sono felice e mi sto divertendo"
I troppi alti e bassi di Olsen
INSIDEROMA.COM - MASSIMO DE CARIDI - La Roma sta cercando un nuovo portiere per la prossima stagione. Le voci si stanno moltiplicando negli ultimi tempi e già si fanno i nomi dei sostituti per prendere il posto di Robin Olsen. I tifosi sono molto delusi dall’estremo difensore svedese ed addirittura più di qualcuno vorrebbe affidare i gradi di titolare ad Antonio Mirante per il resto del campionato.
Eppure Olsen non aveva cominciato male, se consideriamo che si è dovuto sobbarcare la pesante eredità lasciatagli da Alisson, da molti considerato il miglior numero 1 in circolazione.
La crescita era stata costante, certo non aveva mai toccato i picchi dell’attuale guardiano della porta del Liverpool ma aveva fornito delle buone prestazioni, al netto di una fase difensiva nettamente inferiore alla stagione precedente.
Eccezion fatta per la gara contro il Genoa, Olsen non aveva commesso gravi errori ed anzi era stato protagonista di alcuni interventi risolutivi (vedi la parata contro il Chievo all’Olimpico che ha permesso ai giallorossi di portare a casa almeno un punto) ed aveva avuto il picco più alto contro il Bologna di Mihajlovic. Contro i felsinei era in giornata di grazia, parando il parabile ed anche qualcosa in più, mantenendo il risultato sullo 0-0 finché gli allora uomini di Di Francesco non hanno cambiato passo con l’ingresso di El Shaarawy e hanno portato a casa i 3 punti pur soffrendo molto e subendo una rete nel finale, comunque ingiusta.
Da quella partita in poi, però, l’ex portiere del Copenaghen ha commesso diverse ingenuità miste ad errori di posizionamento e qualche “papera”. Il culmine si è verificato proprio ieri con la propria nazionale quando è stato reputato colpevole di tutte e 3 le reti incassate dalla Svezia nel pareggio contro la Norvegia. La riflessione in casa Roma su cosa fare in merito all’estremo difensore della prossima stagione si sta facendo da tempo e già sono usciti alcuni nomi di possibili sostituti e la voce è arrivata allo stesso Olsen, che ha risposto di non sapere nulla di una sua eventuale cessione.
Cragno e Sirigu potrebbero esser 2 soluzioni interessanti, con il primo in rampa di lancio e sarebbe una sfida come quella fatta dal Napoli con Meret, che forse non darebbe totali certezze nell’immediato ma potrebbe diventare un grandissimo colpo in futuro.
L’altro gioca col Torino dopo aver disputato diversi campionati col Paris Saint Germain agli albori del club francese col marchio dei petroldollari. Sirigu ha 32 anni e quindi non tantissimi anni di carriera davanti ma è una sicurezza che raramente commette errori ed altrettanto raramente però fa parate eccezionali. Probabilmente, è l’uomo giusto in questo momento di dubbi e ripartire da un portiere affidabile darebbe nuove certezze alla difesa, che in quest’annata ne ha avuto tanto bisogno.
L’altra idea sarebbe quella di dare una nuova chance ad Olsen, che ha certamente accusato le tante pressioni subite per l’eredità lasciatagli, per la non conoscenza della lingua e perché comunque pur avendo 28 anni, ha necessità di imparare e quale maestro migliore di Savorani?
Vediamo che deciderà la società ma come detto, servono garanzie in tutti i reparti, cosa che è mancata dopo la cessione di 3 colonne della squadra come Alisson, Nainggolan e Strootman. Ora si deve tornare ad acqustare giocatori pronti e poi si può affiancare loro giovani di belle speranze ma solo con i secondi si rischia grosso e la dimostrazione è ciò che sta succedendo alla Roma in questo momento.
Nzonzi si gioca il futuro
INSIDEROMA.COM – ILARIA PROIETTI – I social sono ormai il barometro della vita. Quando un personaggio pubblico, come un calciatore, decide di staccare la spina di Twitter e Instagram la cosa è davvero grave. Il primo step, solitamente, è togliere la possibilità di commentare le proprie foto (vedi Schick e Marcano) per bloccare sul nascere la pioggia di critiche o, il più delle volte, insulti. Estesi anche a famiglia e amici, ovviamente tra i principali responsabili del rendimento mediocre di un atleta. C’è chi stoicamente se ne frega (vedi Florenzi) e chi, invece, decide di chiudere i propri profili social come Steven Nzonzi.
Arrivato a Roma in estate dal Siviglia per una cifra considerevole (per la Roma e per il rendimento visto in campo): 30 milioni, 26 fissi più 4 di bonus. Clamore della pizza, folla di rito ad aspettarlo all’aeroporto di Ciampino il 14 di agosto e tutti contenti. Eppure, per il ragazzone francese, sono tempi duri. La vita è strana, il calcio ancora di più e questo si sa, ma se pensiamo che nemmeno un anno fa Nzonzi si laureava campione del mondo con la sua Francia è difficile credere al (lungo) periodo no che il centrocampista sta attraversando. Diciamo pure deludente. Tanto da occupare i primi posti nella lista dei principali colpevoli della disastrosa stagione giallorossa. Tanto da fargli mancare la convocazione nella nazionale di Deschamps. Tanto da far iniziare a circolare una voce: cessione.
A Trigoria sono in attesa delle migliori offerte per il francese, soprattutto per cercare di evitare lo spettro della minusvalenza. Quindi, a conti fatti, difficile che la società giallorossa accetti offerte inferiori ai 23 milioni di euro. La fila fuori la porta, però, ancora non c’è. Sembrerebbe, inoltre, che il giocatore stesso accetterebbe di buon grado il trasferimento verso altri lidi, mal disposto a sopportare l’ostilità ormai palese del tifo a tinte giallorosse.
Dato che al Siviglia accettano i resi (vedi Monchi) si potrebbe dare un colpo di telefono al presidente Castro per sentire se Nzonzi è ancora coperto da garanzia.
Campos alla Roma, si studiano i dettagli: ipotesi Ranieri come uomo forte del Ds portoghese
INSIDEROMA.COM - GABRIELE NOBILE - L’avevamo segnalato qualche settimana fa, di come Luis Campos si era incontrato con il presidente della Roma, James Pallotta, per un primo meeting utile a conoscersi e per iniziare a gettare le basi di una futura collaborazione tra la Roma stessa ed l’attuale DS del Lille. Da quanto risulta alla redazione di insideroma.com, sia Campos che il suo entourage, di base nel Principato di Monaco, stanno iniziando a studiare quella che potrebbe essere la fattibilità dell’operazione che legherebbe il direttore sportivo portoghese ai giallorossi per alcuni anni. Il problema principale, per gli uomini legati a Campos, è di capire se il metodo utilizzato negli anni precedenti, specialmente nel Monaco, sia attuabile in una città difficile come quella di Roma. Campos infatti, utilizza una sua struttura di base che fa riferimento ad oltre 30 osservatori sparsi nel mondo, perfetti per creare un metodo di scouting semplice ma al tempo stesso complicato se la proprietà e la “piazza” mirano a risultati nel breve-medio-termine. L’ex DS del Monaco ha una visione del calcio molto particolare, a lui piace lavorare molto nella ricerca dei giocatori per valorizzarli e per renderli rivendibili, ma è un dirigente poco appariscente e mediatico. Proprio per questo motivo, sempre dal principato di Monaco, ci fanno sapere che a Campos stesso non dispiacerebbe, in un primo approccio con i giallorossi, ritrovare Claudio Ranieri, sfiorato ai tempi del Monaco (sul finire della stagione 2013) del quale ha grande stima e fiducia. Per lo stesso Campos, Ranieri nella veste di allenatore, o meglio ancora come Direttore Tecnico, sarebbe il perfetto “Front Man” utile a consentire un collegamento tra lo staff tecnico e la direzione del club. Le perplessità da parte di Luis Campos e del suo staff, oltre alla concorrenza di altri grandi club europei per lui come Arsenal, Chelsea e Monaco, sono legate solamente a questi aspetti elencati: entro brevissimo si scioglieranno le riserve e Campos potrebbe arrivare a Roma per diventare il nuovo DS giallorosso. Al momento, da quanto ci risulta, Campos e i suoi uomini stanno valutando tutti questi aspetti tecnici e logistici prima di dare l’ok definitivo alla proposta di Pallotta.
Roma, Manolas usa parole al miele
INSIDEROMA.COM - SARA BENEDETTI - Kostas Manolas, punto fermo della Roma ma allo stesso tempo al centro di mille voci di mercato. «A Roma sto bene, mi piace la mia vita lì. Ed è una vita molto semplice, trascorro gran parte del tempo libero a casa, insieme con la mia famiglia». Dolci parole quelle rilasciate dal greco, che ieri hanno iniziato a suonare molto bene nelle orecchie di molti tifosi giallorossi. Già, anche perché la paura di tanti nella Capitale è che questi possano essere gli ultimi mesi del difensore greco in giallorosso. Lui che, De Rossi e Florenzi a parte, ad oggi è il giocatore romanista più longevo, essendo arrivato nel 2014 per sostituire Benatia (ceduto al Bayern Monaco ndr). A cinque anni dal suo sbarco, il prosieguo dell’avventura nella Roma dipenderà molto dall’esito finale della stagione giallorossa. Con la Champions Manolas potrebbe restare. Senza è uno dei principali indiziati a partire. Per due motivi: la clausola rescissoria da 36 milioni di euro (che sarebbero quasi tutta plusvalenza per i conti del club ndr) e la voglia del giocatore di andare a provare eventualmente a vincere qualcosa altrove. Dove? United, Bayern e Juve sono alla finestra, ora che ha scelto come procuratore Mino Raiola.
LA ROMA SI GUARDA INTORNO - Ecco anche perché a Trigoria stanno cercando di sondare il mercato dei difensori centrali. Con qualche contatto e molte idee. Così ieri ha perso punti strada facendo quella che portava al brasiliano Matheus Guedes (19enne del Santos, con il contratto in scadenza), mentre ha preso quota la candidatura di Jean-Clair Todibo, il giovane francese arrivato al Barcellona a gennaio dal Tolosa, ma che finora con i catalani non è ancora mai sceso in campo. Diciannove anni anche per lui, ha un costo accessibile (circa dieci milioni), è forte di testa (qualità che sfrutta anche nelle proiezioni offensive) e all’occorrenza può giocare anche da mediano. Insomma, un ottimo investimento per il futuro. Esattamente come Gabriel Magalhaes, 21 anni, brasiliano del Lille, uno che costa anche molto di meno (circa 2 milioni) ma che offre anche meno garanzie di affidabilità rispetto al centrale del Barcellona. La Roma non ha ancora il suo nuovo ds ma siamo già in pieno mercato, non ci sono dubbi.
Ranieri-Ancelotti: ostacoli di cuore
IL MESSAGGERO - CARINA - Tre Champions e altrettante supercoppe europee, 1 Premier, 1 FA Cup, 1 Supercoppa inglese, 1 scudetto, 1 coppa Italia, 1 Supercoppa italiana, 1 Bundesliga, 2 supercoppe tedesche, 1 Ligue 1, 2 coppe intercontinentali, 2 volte tecnico dell'anno Uefa, più 1028 panchine. Questo è il palmares di Carlo Ancelotti, prossimo avversario della Roma. Che come tutti, però, nella vita ha un tabù. E questo tabù si chiama Claudio Ranieri. Il tecnico del Napoli, infatti, non ha mai battuto l'allenatore giallorosso. Tre vittorie e altrettanti pareggi per Sir Claudio che non avrà un curriculum così lungo, ma può vantare la più grande sorpresa (e impresa) calcistica degli ultimi 30 anni: lo scudetto con il Leicester. A separarli ci sono inoltre 61 panchine di differenza a favore del tecnico di San Saba (1089), otto anni d'età e attualmente 13 punti in classifica. Dei quali Ranieri è minimamente responsabile.
PASSATI INCROCIATI - Entrambi domenica riabbracceranno il loro passato. Ancelotti strizzando l'occhio a Roma e alla Roma, che lo ha amato come calciatore e più volte lo ha sognato come allenatore. Ranieri farà altrettanto con il Napoli, del quale tempo fa ha tracciato un affresco splendido: «Con mia moglie abitavamo al Vomero. Dormivamo con le tapparelle aperte e ci svegliavamo per forza alle sei, con la prima luce del sole, per goderci lo spettacolo della città e del mare». Esperienza, che come spesso è accaduto nella sua carriera, ha visto un primo anno positivo (quarto posto nel post-Maradona e qualificazione alla coppa Uefa) e un secondo in salita (esonerato). La Roma per Ancelotti è il secondo avversario più affrontato in carriera. Trentadue le gare contro i giallorossi: 11 vittorie, 12 pareggi e 9 sconfitte. Ranieri, invece, ha incrociato il Napoli 20 volte: 10 successi, 3 pari e 7 ko.
IDENTITÀ DA TROVARE - Tra i due c'è stima reciproca: «È entrato per sempre nella storia», le parole di Ancelotti dopo l'exploit di Leicester. Complimenti contraccambiati quando Carlo accettò il Napoli: «È un gran colpo, la serie A ci guadagna». Poi, a dicembre, ancora lodi: «Ancelotti è stato bravo a dare la sua impronta alla squadra». Quella che Sir Claudio, inevitabilmente, ancora non è riuscito a fare. Centottanta minuti sono troppo pochi per incidere. Anche perché tra infortunati e impegni delle nazionali non ha mai avuto l'intera rosa a disposizione. E non l'avrà nemmeno domenica. Se le condizioni di El Shaarawy potrebbero non essere così precarie (oggi esami), Under e Kolarov sono pronti a tornare (Pellegrini in gruppo venerdì: al massimo convocato). Sono 10 le gare che restano a Ranieri per centrare la Champions. Per Ancelotti pare invece già acquisita. Il Milan è distante dai giallorossi 4 punti (5 considerando gli scontri diretti). Per riuscire nella rimonta servirà convincere la squadra a credere in uno spartito. Dopo il 4-3-3, il 4-2-3-1 e la difesa a tre, a Ferrara il tecnico ha optato per il 4-4-2 con il doppio centravanti e due esterni molto offensivi. Un assetto che la Roma ha dimostrato di non poter supportare. Con il Napoli, servirà altro. Intanto Baldissoni è volato ad Amsterdam per l'assemblea generale dell'ECA. Domani raggiungerà Totti, Fienga e Calvo a Doha per un workshop. Il West Ham fa sul serio per Dzeko che però aspetta l'Inter.
Italia, prove d'identità
IL MESSAGGERO - TRANI - L'Italia, da Udine a Parma, deve restare se stessa. Nello spirito e nel risultato. Perché Mancini, coinvolgendo gran parte del suo gruppo, mostra a Parma l'altra faccia della Nazionale, cambiando sette-undicesimi della formazione che, sabato sera, ha battuto la Finlandia nel 1° match delle qualificazioni verso Euro 2020. Il ribaltone, insomma, è servito. Fondamentale, però, è replicare l'impronta che accompagna gli azzurri ormai da ottobre, evitando di complicarsi la vita proprio sul più bello. Probabilmente è la notte giusta, pesato l'ospite: al Tardinisi presenta il Liechtenstein che al 181° posto del ranking Fifa.
GOLEADA PER SFIZIO - Solo 10 gol in 10 partita: l'Italia semina bene, ma senza raccogliere quanto dovrebbe. La nazionale guidata dall'islandese Kolvidsson invita alla raffica: negli unici 2 precedenti, con Ventura ct, gli azzurri realizzarono 4 reti a Vaduz (novembre 2016) e 5 a Udine (giugno 2017) nelle qualificazioni mondiali. Non bastarono per tenere il ritmo delle Spagna che si scatenò contro la selezione del Principato. Ma la situazione verso Euro 2020 è diversa: passano le prime due di ogni gruppo e non solo una. Quindi non è necessario esagerare, anche se segnare fa comodo per non correre alcun rischio nella possibile corsa a tre che chiama in causa anche la Grecia e la Bosnia, le avversarie di giugno. Il debutto del Liechtenstein sabato a Vaduz, è stato dignitoso: 0-2 contro la nazionale ellenica. «Bisogna sbloccare presto il risultato: loro si chiuderanno e sarà comunque dura. Non c'è niente di scontato. Mai. E bisogna comportarsi sempre allo stesso modo sia se affrontiamo il Brasile sia se giochiamo contro la Finlandia. Serve, per essere forti, la stessa identità e la stessa concentrazione, a prescindere dall'avversaria» avverte Mancini. «Non dobbiamo pensare di risolvere la partita con una giocata. Sarebbe un errore non conservare il filo del gioco».
STESSO COPIONE - Il ct conferma solo Bonucci, Verratti, Jorginho e Kean. In porta test per Sirigu, titolare nell'amichevole di novembre contro gli Usa: l'ultima partita vera all'Europeo in Francia (2016) contro l'Irlanda. Mancini sarà il 16° debuttante di questa gestione e farà il terzino destro per l'indisponibilità di Florenzi e Piccini. Romagnoli va accanto a Bonucci e Spinazzola passa a sinistra. Sensi mezzala, Politano esterno destro. E dopo quasi 9 anni, Quagliarella titolare (giugno 2010, contro la Svizzera). Mancini lo incorona: «Non è a gettone, lui merita di stare qui: è il capocannoniere del campionato. Se segna un gol o due a partita, come fa ultimamente, viene all'Europeo». Ma si tiene stretto anche Immobile: «Quagliarella è entrato quando la Finlandia ha smesso di difendersi. Ciro, infastidito per i cori del pubblico per Fabio, ha fatto una grande partita». Il 10 a Bernardeschi, anche se al Tardini si dovrebbe accomodare in panchina. «Giusto che l'abbia preso lui: vedrete che diventerà decisivo anche come realizzatore» spiega il ct. A riposo capitan Chiellini e fascia all'altro senatore Bonucci che sposa il nuovo corso: «Mancini ha un gioco diverso dagli altri allenatori e noi lo seguiamo». Conferma per il millennial Kean: «Siamo stati giovani anche noi e gli errori alla sua età si fanno: deve migliorere con l'Italia». E prima da titolare, con questo ct, per Spinazzola, formidabile al debutto in Champions nella rimonta contro l'Atletico Madrid. La Juve, insomma, si sta riprendendo la Nazionale: 6 i convocati, con il portiere Perin.
Stangata sulla Nike: lucrava sulle maglie dei grandi club
LEGGO - PERUGIA - L'Antitrust Ue ha multato la Nike per 12,5 milioni di euro. Il motivo? Perché la multinazionale statunitense ha lucrato in maniera non corretta sui prodotti che più stanno a cuore ai tifosi di calcio: le magliette dei loro idoli. La Nike ha infatti impedito ai commercianti di vendere in tutti gli Stati dell'Unione le magliette di alcune squadre di calcio tra cui Roma, Barcellona, Inter, Manchester City, dal 2004 al 2017. I commercianti che avevano la licenza, infatti, potevano venderle soltanto nel loro Paese, a scapito dei consumatori europei e violando le regole della concorrenza. «I prodotti ufficiali della squadra del cuore, come sciarpe o magliette, sono spesso oggetti di culto per i tifosi di calcio. Nike ha impedito a molti dei suoi licenziatari di vendere questi prodotti in altri Paesi, riducendo così la scelta offerta ai consumatori e facendo salire i prezzi. Questo viola le norme antitrust dell'Ue», ha detto la commissaria alla concorrenza, Margrethe Vestager.
Rivincita social: il club terzo in Italia
LEGGO - BALZANI - Nel mondo reale non sono arrivati titoli e in questa stagione è a rischio pure la partecipazione Champions. In quello virtuale, soprattutto nella galassia social, però la Roma il suo scudetto l'ha vinto. Il club giallorosso conta ad oggi 15 milioni di followers sparsi soprattutto tra Instagram (2,4 milioni), Facebook (9,2 milioni) e Twitter (1,7). Un'impennata incredibile rispetto a 4 anni fa quando il bilancio ne segnava cinque. E che ha permesso alla Roma di raggiungere addirittura l'Inter che oscilla sui 16 milioni. Se togliamo lo strapotere juventino (circa 65 milioni) anche il paragone con il mega brand Milan non fa più impallidire (36 milioni). Mentre Napoli e Lazio rincorrono senza speranza: 5,5 milioni per il club di De Laurentiis; appena 1,8 per quello di Lotito (il solo Totti ne vanta 4,6). La Roma inoltra parla 13 lingue sui social (l'ultima è quella nigeriana). Un gran lavoro quindi quello dei social media manager giallorossi capeggiati da Paul Rogers. Purtroppo non accompagnati da quelli sportivi che avrebbero aiutato la Roma a ottenere ancora più follower. Proprio il post dopo lo storico gol di Manolas al Barcellona un anno fa ha ottenuto 318 mila like e 182 mila retweet, molti di più rispetto a top club come Real Madrid o Liverpool.
Manolas dalla Grecia: "Sto bene in giallorosso"
LEGGO - BALZANI - “A Roma sto bene, qui c’è la mia vita”. Sembra una dichiarazione d’amore quella di Manolas dal ritiro della Grecia. Tuttavia, senza qualificazione in Champions, il suo destino potrebbe essere lontano dalla capitale. La clausola da 36 milioni fa gola a United, Chelsea e Juve. Il suo posto potrebbe essere preso da uno tra Mancini e Izzo. Nel corso dell’intervista Manolas ha anche parlato dei suoi esordi da calciatore: “Ho iniziato rispondendo a un annuncio su internet dell’Aek Atene”.