Schick, ecco l’occasione che aspettava: non può sbagliare

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Se non è l’occasione della vita, quasi ci manca. Nel senso che con l’arrivo di Ranieri a Trigoria il futuro di Patrik Schick può colorarsi davvero di tinte intense. Ieri il nuovo allenatore della Roma gli ha regalato una bella carezza pubblica, anche per cercare di caricarlo. Di certo c’è una cosa, Schick o cambia marcia adesso o forse non lo farà mai più. Stasera Patrik guiderà l’attacco della Romain una partita che è fondamentale vincere, visti anche i risultati di tutte le avversarie dirette. Zaniolo che gli girerà dietro nel 4-2-3-1, magari affiancandolo anche in alcune circostanze. Schick deve sfruttare al massimo questa chance, in attesa poi di giocare al fianco di Dzeko. Con i due centravanti a disposizione, Ranieri potrebbe decidere di passare al suo classico 4-4-2 o magari virare verso un 3-4-1-2. Di certo c’è che, vista la fiducia che Ranieri gli ha manifestato pubblicamente, Schick stavolta non può davvero più sbagliare.


La prima di Ranieri: infermeria piena, stadio vuoto

LA REPUBBLICA - PINCI - La rivoluzione non scalda. La Roma ai romani Claudio Ranieri e Francesco Totti non ha fatto breccia tra i romanisti, che stasera finiranno per lasciarla più sola del solito: appena 6mila biglietti venduti, come se l’esonero di Di Francesco e l’addio di Monchi avessero aperto una crisi anche con il pubblico. Certo, è un lunedì sera e chiaramente l’Empoli non è di quegli avversari per cui fare la fila in biglietteria. Ma per il debutto del nuovo allenatore, che tra l’altro dovrebbe evocare la mitica rincorsa che portò la Roma a sfiorare lo scudetto nel 2010, era legittimo aspettarsi una reazione meno tiepida. Non sono quelle dei tifosi romanisti però le assenze che preoccupano di più Ranieri, costretto a un debutto zoppo. Solo tredici titolari a disposizione, otto tra squalificati - Dzeko, Kolarov e Fazio - e infortunati, di cui quattro come Manolas, De Rossi, Pellegrini e Pastore costretti ad arrendersi durante l’ultima settimana. Praticamente la formazione all’allenatore la detterebbero medico e fisioterapisti, se non fossero stati silurati anche loro nell’ambito della ristrutturazione che ha sconvolto negli ultimi quattro giorni Trigoria. La buona notizia è che nonostante un doloretto accusato sabato e che aveva fatto temere di dover allungare la lista degli indisponibili, Zaniolo ci sarà. L’allenatore però pare orientato a non sceglierlo dall’inizio per non aggiungere guai a una squadra martoriata. Si ripartirà da una sorta di 4-2-3-1 forse più simile a un 4-4-2 con Kluivert titolare, Florenzi terzino e Perotti alle spalle di Schick. Il ceco da rilanciare è l’uomo su cui Ranieri ha deciso di puntare, parlandone come di «uno fortissimo che se si sbloccasse, e gli manca poco, farebbe innamorare i tifosi». Se in campo punterà su di lui, fuori Ranieri ha scelto di affidarsi in tutto e per tutto a Francesco Totti. Lo ha scelto come interlocutore unico o quasi sfruttando la grande stima personale figlia dell’esperienza precedente. Ma pure il ruolo che ha Francesco nello spogliatoio: collaborazione più profonda di quella dell’ex numero 10 con l’amico Di Francesco, che a differenza del nuovo tecnico aveva un altro grande punto di riferimento nel ds Monchi. Con la squadra però Ranieri parla molto in prima persona, e da quando ha messo piede a Trigoria ricorre spesso, anche durante l’allenamento, a slogan motivazionali. Senza intermediari: per farsi capire dai calciatori in ritardo con l’taliano infatti fa spesso ricorso all’inglese dei tempi in Premier. Un tocco British nella nuova Roma romanesca.


In trentamila per Ranieri. Schick titolare

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - In 30mila per l’esordio di Ranieri. L’Olimpico si prepara ad applaudire il ritorno del tecnico romano non presentando il pienone delle grandi serate, ma una cifra considerata comunque importante, visto che si gioca di lunedì sera e che l’avversario è l’Empoli, non certo una rivale da far battere i polsi richiamando le masse. «Abbiamo bisogno del vento dei romani che ci soffia dietro» il richiamo ai sentimenti del buon Claudio, nella speranza che non si ritrovi a fare i conti solo con il vento freddo previsto dalle informazioni meteo. E se sono 12 le partite che mancano al termine del campionato – chissà se sufficienti a riagguantare la zona Champions – altrettante sono le vigilie di passione, per una squadra che dovrà ritrovare in sé le energie necessarie. Su tutte quelle di Schick, primo centravanti titolare per Ranieri, vista l’assenza per squalifica stasera di Dzeko. L’attaccante ceco vive la sua stagione complicata, tra panchine, gare intere o spezzoni in cui non ha inciso e infortuni che lo rendono ancora uno degli oggetti misteriosi in rosa. Eppure il destino del calcio vuole che da lui sia costretto a partire il nuovo corso, dai suoi piedi passi la seconda esperienza di Ranieri a Roma. «Schick a Oporto è entrato con rabbia e volontà – spiega il mister di Testaccio – ha una qualità incredibile, è fortissimo, velocissimo e tecnico. Se si sblocca, ed è vicino al riuscirci, farà innamorare i tifosi». La speranza è l’ultima a morire, e il colpo di fulmine non ancora scattato, ma da questo auspicio vuole ripartire il tecnico giallorosso ammaliato dalle potenzialità di questo ragazzo. «Con Dzeko non solo possono, ma devono giocare insieme». Esperimento rimandato alla prossima partita, stasera con Schick ci sarà El Shaarawy, all’interno di un 4-4-2 molto duttile e trasformista. E talmente in emergenza che la coppia di centrali difensiva sarà composta da Juan Jesus- Marcano, tanto per capirsi. Zaniolo è però disponibile. Dopo la grande paura di sabato, facendo trattenere il fiato ai tifosi – la corsa a Villa Stuart per un fastidio al polpaccio – ieri il ragazzo si è allenato regolarmente in gruppo e stasera, contro l’Empoli, potrà essere schierato. Probabilmente esterno a sinistra del centrocampo a quattro (a meno che non si decida di farlo comunque partire dalla panchina), con Florenzi a destra, al centro Cristante- Nzonzi. Gli esterni di difesa saranno Karsdorp e Santon (squalificati Fazio e Kolarov). Molto presente a Trigoria, in queste ore, Totti, figura vitale accanto a Ranieri, allenatore che ha contattato lui stesso e con cui spera di guidare la squadra verso il quarto posto. Francesco ieri ha festeggiato il terzo compleanno della terza figlia Isabel, postando una foto sui social con in braccio la figlia sorridente e la dedica: “Auguri amore mio, già sono passati tre anni. Ti amo”.


Roma, Champions in dodici mosse

IL MESSAGGERO – TRANI - Ranieri davanti alla panchina giallorossa: in piedi, a scrutare il campo. Come sempre, come 8 anni fa. Le luci dell'Olimpico si accenderanno per l'allenatore di San Saba. Soprattutto, nella notte del suo ritorno, lo inquadreranno i gli obiettivi dei fotografi e degli operatori tv. Facilmente riconoscibile lui, sir Claudio. Non la Roma. Ma vista così, anche nelle giornate peggiori della stagione. In chiara e angosciante emergenza. Eppure, anche per i risultati delle rivali in questo weekend, costretta a riabilitarsi subito contro l'Empoli quartultimo. Il crollo nel derby e l'eliminazione di Oporto non permettono di piangere sulle assenze. Sono i risultati recenti a imporre l'ennesima ripartenza. In campionato, perché ormai non c'è altro a cui pensare. Dopo la figuraccia di fine gennaio in Coppa Italia, l'addio di mercoledì alla Champions. L'unico obiettivo che resta è il 4° posto. Da conquistare nelle prossime 12 giornate. Ma il ko contro la Lazio complica ulteriormente il percorso. Perché bisogna prendere atto dell'allungo del Milan e dell'Inter. E del ritorno in quota dell'Atalanta e del Torino. Gattuso e Spalletti, domenica prossima avversari a San Siro, sono avanti. Inzaghi ha la gara con l'Udinese da recuperare. Magari a Gasperini e Mazzarri basta l'Europa League. Intanto, però, si iscrivono alla corsa.

ROSA DECIMATA - Via Monchi, Di Francesco con 6 dei 7 collaboratori, il medico Del Vescovo e il fisioterapista Stefanini. Ma più che contare gli uomini appena usciti da Trigoria, Ranieri si concentra sull'elenco dei giocatori disponibili. Mezza squadra non c'è: gli squalificati Fazio, Kolarov e Dzeko; gli infortunati Manolas, De Rossi, Pellegrini, Pastore e il convalescente Under. Scelta minima. Azzerata in difesa, dove entrambi i centrali sono mancini: Jesus e Marcano. La linea sarà comunque a 4. Recuperato Zaniolo per piazzarlo dietro a Schick. C'è poco da sbizzarrirsi, insomma. Andando sul semplice. E verificando chi sta meglio dopo i 120 minuti di Oporto. Ecco 5 primavera tra i 21 convocati: il fluidificante mancino Semeraro, il difensore centrale Cargnelutti, i centrocampisti Pezzella e Riccardi, più il centravanti Celar.

FRAGILITÀ ACCERTATA - La Roma, in 36 partite, ha incassato 55 reti. Coppe comprese che, però, non sono più in calendario. Ranieri conosce bene la situazione. Sa che l'attacco funziona e la difesa non tiene. La sua spiegazione: l'assetto è vulnerabile per i palloni persi nell'impostazione. Ma, con i difensori contati, non può certo coprirsi. Come fece, il 13 settembre 2009, per vincere al debutto in giallorosso: 1-2 in rimonta a Siena. Dove schierò, davanti a Julio Sergio, Cassetti a destra, Mexes e Juan in mezzo e Burdisso, subito suo principale interlocutore, a sinistra. Iniziò con il 4-4-1-1, ma con 3 centrali in difesa. Poi 5 centrocampisti: Perrotta, De Rossi, Brighi e Taddei, più Pizarro trequartista. In attacco solo Totti. I marcatori/difensori chiusero il cerchio: Mexes e Riise (dentro per Juan). Contro l'Empoli vedremo più giocatori offensivi: Zaniolo, Kluivert, Schick ed El Shaarawy. Sulla panchina avversaria, invece, c'è Iachini. Sir Claudio conquistò contro il collega l'ultimo punto da romanista: all'Olimpico, il 2 febbraio 2011, 1-1 contro il Brescia che anticipò i ko contro l'Inter, il Napoli e il Genoa. E i saluti. Adesso, dopo più di 8 anni, è di nuovo qui.


Zaniolo torna al centro del villaggio

IL MESSAGGERO - CARINA - Ranieri lo ha fatto capire in conferenza stampa: questa sera, nel suo debutto bis all’Olimpico in panchina, ha bisogno di uomini, di calciatori pronti a dare di più di quello che hanno fatto sinora. Serve dunque chi lotta, corre, si aiuta in campo e chi ha dei problemi se li tenesse a casa. La prima risposta in tal senso, il tecnico di San Saba l’ha ricevuta ieri da Zaniolo. Il talento di Massa, che sabato aveva terminato anzitempo la seduta per un affaticamento al polpaccio (con tanto di visita a Villa Stuart dove gli esami strumentali hanno escluso lesioni) ha dato la sua disponibilità a giocare, svolgendo l’allenamento per intero senza avvertire problemi. E questa sera, dopo esser rientrato regolarmente nella lista dei convocati (sono 21, 5 i Primavera: Riccardi, Celar, Semeraro, Cargnelutti e Pezzella) partirà titolare. Se l’intenzione di Sir Claudio è quella di giocare quanto prima (probabilmente già a Ferrara, sabato prossimo, contro la Spal) con il 4-4-2 per far coesistere Dzeko e Schick, con l’Empoli è probabile invece che l’allenatore vada incontro alle richieste della squadra.

SORPRESA KLUIVERT - Spazio quindi al 4-2-3-1 con Kluivert alto nel tridente dietro l’attaccante ceco e Florenzi, preferito a Karsdorp, terzino. Centrali in mediana Cristante e Nzonzi con El Shaarawy in attacco a sinistra preferito inizialmente a Perotti, uscito affaticato dalla gara di Oporto ma pronto a subentrare nella ripresa. Modulo e interpreti molto offensivi che tuttavia in fase di non possesso palla si può trasformare facilmente nel 4-5-1 ma anche in un 4-4-2 (molto offensivo), abbassando Kluivert da un lato e El Shaarawy dall’altro, con Zaniolo seconda punta. In porta, fiducia ad Olsen, ma Mirante lo insidia. È chiaro che la lunga serie di defezioni con la quale ha dovuto fare i conti il tecnico (tre squalificati, Fazio, Kolarov e Dzeko, più quattro infortunati: Manolas, Under, Pellegrini e De Rossi) sta limitando le possibilità di scelta. L’allenatore di San Saba vuole però partire con una vittoria, fondamentale per rimanere in scia delle milanesi in ottica Champions.


Ranieri, c'è chi suona la campana

IL MESSAGGERO - ANGELONI - «Arare il campo»; «i giocatori devono dare tutto, fino a morire»: «pronti a lottare, a non mollare mai»; «nei momenti di difficoltà, bisogna dare ancor di più»; «se hai il pubblico romano alle spalle che ti soffia dietro, tutto può accadere. Da romanista chiedo l'aiuto a me stesso, visto che sono un tifoso». Claudio Ranieri in versione vintage, sfodera antichi luoghi comuni, che sono sempre pieni di verità. Ranieri è questo: semplice, diretto, ironico. Anche con la battuta, pronta all'uso. Tipo quella della campanella, che serviva al tecnico per svegliare il suo Leicester, con l'ormai celebre dilly ding dilly dong. Stavolta non basta una campanellina per richiamare l'attenzione dei suoi nuovi ragazzi, ma come dice lui «la campana de San Pietro...». Eccola, la battuta di sor Claudio, applausi. Si stempera la tensione, che si respira nell'aria: la situazione non è positiva, sono tanti gli assenti e la scalata al quarto posto è complicata. Ranieri usa le armi che ha, ovvero il richiamo ai tifosi, il suo essere uno diloro, poi quelle frasi a effetto, o che un effetto alla fine dovranno ottenerlo. Ci si appella alla retorica del saggio, di chi sa sempre di più degli altri, perché lì ce lo ha portato l'esperienza. E finisci per ascoltarlo, lo hanno fatto i dirigenti che hanno scelto di essere presenti ieri in sala stampa e dovranno farlo i giocatori, almeno questa è la speranza di sir Claudio, perché «da solo non ce la faccio: tutti devono essere convinti di andare in Champions».

ALLEGRIA - Ranieri cerca punti e sorrisi. O meglio, sorrisi e punti. Perché quella che ha ereditato un gruppo intristito dai risultati: «Voglio una squadra sorridente, che lotti e che non si arrenda. Chi ha problemi resti a casa. I giocatori non sono bambini, ma uomini e devono dare il meglio, che sia io o un altro. Scuse non ce ne devono essere più. Si va in campo, la palla la conoscono, il calcio pure. Se sono alla Roma e guadagnano quello che guadagnano è perché lo meritano e devono farlo vedere. Altre cose non mi interessano». Adesso dovrà trovare la formula magica per svegliare la squadra, prima che sull'aspetto tattica, Claudio dovrà intervenire sulla psiche. «L'aspetto mentale è quello che conta di più ora. Volere fortemente un obiettivo, serve gente ambiziosa. So che sarà difficile entrare in Champions, ma devo essere un caparbio e alla prima difficoltà aumento lo sforzo».

PILLOLE TATTICHE - Stasera c'è Schick al posto di Dzeko (squalificato), domani chissà. Ranieri li pensa insieme, uno vicino all'altro, perché il suo calcio prevede pochi esterni offensivi. Possono giocare insieme? «Devono giocare insieme. Patrik ha qualità incredibili, è fortissimo, velocissimo e tecnico. Se si sblocca, ed è vicino a riuscirci, farà innamorare i tifosi. Quanto a Edin, vive un periodo no, capita. E' successo ai più grandi». Da romano e romanista, lo ripete tante volte Ranieri, è inevitabile soffermarsi un minuto su Florenzi. E il discorso non investe solo l'aspetto tattico ma soprattutto quello psicologico. Alessandro è a pezzi dopo Oporto, si è sentito (o lo hanno fatto sentire) responsabile dell'eliminazione dalla Champios. Va recuperato. «Deve tirare fuori la romanità giusta, stare petto in fuori. Non c'è niente di male a sbagliare e ammettere l'errore. Poi c'è un'altra palla da giocare, un'altra partita da giocare. Mi aspetto tanto da lui. Zaniolo è un centrale? Deve giocare in mezzo, ma se ho tre Zaniolo devo vedere chi può giocare aperto». Infine, due cosettine su Pastore. «a». Dilly ding, dilly dong.


Baldini, Monchi e quella telefonata che sa di futuro

IL MESSAGGERO - FERRETTI - Primavera di due anni fa: a Trigoria, proveniente da Siviglia, sbarca con il ruolo di direttore sportivo lo spagnolo Ramón Rodríguez Verdejo, detto Monchi. Sponsorizzato in prima persona da Franco Baldini, l’ideologo del Movimento JP, che ne aveva decantato le (giuste) lodi al presidente James Pallotta. Primo incarico per Monchi, oltre a quello di congedare Francesco Totti in scadenza di ultimo contratto, trovare un allenatore che potesse prendere il posto di Luciano Spalletti. Il quale, al di là delle tante, inutili chiacchiere sul suo futuro («Resto se vinco, se non vinco vado via»), aveva deciso già dall’estate precedente di mollare la Roma.

OCCHIO AL NOME - Monchi per la panchina giallorossa ha in mente più di una soluzione, ma una più di ogni altra lo stimola anche in relazione a una sorta di analisi costi-benefici societari: Eusebio Di Francesco, l’allenatore del Sassuolo che, seppur in una realtà minore, così bene aveva fatto in Europa League. Franco Baldini, più o meno parallelamente, segue altre piste, sente altri tecnici, prova a capire se c’è la possibilità di andare a dama. E una sua telefonata raggiunge un allenatore che era stato pesantemente accostato alla Roma dopo la cacciata di Zdenek Zeman nel 2013. La lunga e fruttuosa chiacchierata tra i due si chiude con un “ti chiamerà Monchi” che sancisce una sorta di primo, verbale accordo. Solo che quel tecnico una chiamata di Monchi la sta aspettando ancora oggi. Il direttore spagnolo, insomma, continua a battere strade per conto suo, scegliendo alla fine proprio Di Francesco. Due anni dopo il suo sbarco a Roma, Monchi - con largo anticipo sulla scadenza del contratto - ha già salutato tutti, ha mollato la direzione sportiva della Roma e se ne è tornato in Spagna seguendo - di fatto - Eusebio Di Francesco che lui aveva scelto e che - senza il suo ok - era stato appena esonerato da James Pallotta. Su suggerimento, dicono, proprio del fidato consigliere Baldini, sempre più saldamente al proprio posto. Resta da aggiungere una cosa: il tecnico che due primavere fa, su input di Baldini, doveva esser contattato da Monchi per la panchina della Roma era Marco Giampaolo. Stimatissimo, ancora oggi, ai piani altissimi di via Tolstoj (oltre che, ovviamente, sulla rotta Londra-Città del Capo), dove si stanno già valutando profili tecnici per il post Claudio Ranieri.


Accolto dai tifosi l’appello del tecnico: in più di 30 mila stasera all’Olimpico

IL MESSAGGERO - Claudio Ranieri ha chiamato a raccolta i tifosi in occasione della sfida di questa sera contro l’Empoli (stadio Olimpico, ore 20.30). Il tecnico ha chiesto l’aiuto del pubblico per far sentire amati i calciatori reduci da un periodo negativo dovuto dall’eliminazione dalla Champions e i continui infortuni che hanno decimato la squadra. Saranno circa 30 mila gli spettatori che affolleranno gli spalti questa sera, ma nelle prossime ore è prevista un’impennata di vendite (sarà possibile acquistare i biglietti fino alle 20.30). A leggere i commenti lasciati dai tifosi sui social sembra che l’appello del tecnico di San Saba non sarà disatteso: «Finalmente è arrivato un allenatore che capisce cosa vuole la gente», «Ammirevole il suo coraggio e la professionalità indiscussa», «Non ci si aspettano miracoli, i danni fatti sono enormi e ci vorranno mesi permetterli a posto. Ma di una cosa sono sicuro: ce la metterà tutta e mi fido di lui», «Le sue parole sono i brividi e mi fomentano». Se Ranieri riuscirà a trasmettere la stessa carica ai giocatori che è riuscito a infondere all’ambiente, allora sarà già a metà dell’opera.


L’idea è il 4-4-2. Tanti i dubbi compreso il portiere

CORRIERE DELLA SERA - Di Francesco era un tecnico che spesso alla vigilia delle gare annunciava alcuni elementi della formazione, lo stesso non si può dire di Ranieri. Il neo allenatore romanista non ha concesso nulla perché dovrà fare i conti con tante assenze in ogni reparto: in difesa out Manolas, Fazio e Kolarov; a centrocampoDe Rossi e Pellegrini; davanti Pastore, Cengiz e Dzeko. Mentre Schick e Zaniolo in settimana hanno avuto qualche acciacco di troppo. Le scelte obbligate, con Ranieri che non ha voluto sciogliere nemmeno il dubbio in porta (“Deciderò all’ultimo“) tra Olsen e Mirante. Come riporta il Corriere della Sera l’idea di base è il 4-4-2, ma gli uomini possono cambiare se il centrocampo sarà schierato a rombo o in linea. Con il centrocampo in linea, Perotti può finire a sinistra con Florenzi o Zaniolo a destra. “So bene – le parole di Ranieri – che il ruolo di Zaniolo è al centro, dipende però anche da chi può giocare esterno“. In difesa Marcano e Juan Jesus saranno i due centrali, Santon giocherà a sinistra. Convocati 5 ragazzi della Primavera SemeraroCargneluttiRiccardiPezzella e Celar.


Ranieri, l’appello ai tifosi: «Da solo non ce la faccio»

CORRIERE DELLA SERA - VALDISERRI - “Da solo non ce la faccio a portare la Roma in Champions League, sono sincero. Chiedo aiuto ai tifosi: se loro ci soffiano dietro, tutto può accadere. Con loro dalla nostra parte mi sento più sicuro”. Saranno almeno in 30mila stasera all’Olimpico (20.30), per il ritorno di Claudio Ranieri sulla panchina della Roma. Non sono pochi, ma la domanda è: che pubblico sarà? Comprensivo o spietato? Applaudirà il tecnico e fischierà i giocatori o darà retta alla richiesta del tecnico? “Capisco il momento negativo, ma io arrivo da fuori e vi dico che la Champions è lì davanti, è molto vicina. Le prossime due partite saranno importantissime. E lo sarà il nostro pubblico. I tifosi devono capire che la squadra è in difficoltà e che proprio per questo deve sentirsi benvoluta”.

 

Ranieri, nella prima conferenza stampa, ha detto di dover lavorare prima di tutto sull’aspetto psicologico. Nelle poche oreadisposizione ha visto una squadra fisicamente molto provata e con il morale sotto i tacchi. Il tempo a disposizione, però, è poco e bisogna reagire subito. “Giocare in casa con la paura è brutto. Chiedo ai tifosi questo lasciapassare: stateci vicino, abbiamo bisogno di voi. Però i ragazzi devono meritarsi l’appoggio del pubblico. Voglio vedere gente che ara il campo, che sprizza determinazione. I tifosi accettano anche l’errore, ma prima vogliono vedere una squadra che muore sul campo. Per gli errori passati ha pagato Di Francesco, adesso devono rispondere i calciatori”. Il ritorno a Roma è stato benedetto anche da Francesco Totti: “Ho visto il suo nome sul telefono e poi mi ha chiesto: mister, dove sta? Poi abbiamo continuato a parlare. Non ho sentito Eusebio, capisco l’amarezza di chi viene esonerato. Ho fatto un tifo spaventoso per lui. Ha commesso degli errori? Li facciamo tutti. Sul contratto dico solo che ho perso più quando sono andato via (si dimise il 20 febbraio 2011, dopo GenoaRoma 4-3; ndr) che ora che sono tornato. Non mi importa, perché non sono tornato per soldi, ma per la maglia”.

 


Con Claudio 31 cambi in corsa, 13 i successi al primo match

CORRIERE DELLA SERA - PERRONE - Sessant’anni fa quasi esatti: 29 marzo 1959. Era la domenica di Pasqua. Reduce da 6 pareggi e 6 sconfitte, che l’avevano fatta precipitare dal 3° al 10° posto, la Roma aveva cacciato Sarosi e richiamato in panchina Gunnar Nordahl. Avversario il Napoli, 3 punti in più, che aveva vinto gli ultimi 2 confronti diretti all’Olimpico, ma che quel giorno incassò la sconfitta peggiore della sua storia: un clamoroso 8-0.  Era il secondo subentro in corsa per Nordahl, che nel campionato precedente si era accontentato di un 1-1 col Vicenza.

 

Oggi è il secondo anche per Ranieri, che (quasi) 10 anni fa, sostituendo Spalletti, cominciò con un successo per 2-1 a Siena firmato all’89’ da una bomba su punizione d Riise. Stasera affronterà un’altra toscana, l’Empoli, non certo sperando di ripetere quell’8-0 di Nordahl, non esageriamo, ma almeno di conquistare una vittoria che ad un allenatore romanista subentrato in corsa manca dall’1-0 a Bologna di Montella (2011, proprio al posto di Ranieri, dimissionario)), perché poi Andreazzoli perse 3-1 sul campo della Sampdoria (2013) e Spalletti si fece bloccare sull’1-1 dal Verona ultimissimo in classifica (2016).

 

Il bilancio di 30 subentri romanisti a campionato in corso, dal 1929 a oggi, nella storia della serie A: 13 vittorie, 9 pareggi e 8 sconfitte nella prima partita. Solo 2 ko in 43 anni (Kertesz, 1942, 1-3 con l’Inter; Sarosi, 1958, 3-0 a Napoli), poi altri 6 tra il 1973 (Trebiciani, 1-0 a Bergamo) e il 2013, quello di Andreazzoli. Allenatore fino a4mesi fa dell’Empoli che stasera giocherà all’Olimpico. Corsi e ricorsi, in panchina. 

 


L’allegria, antidoto ai problemi

CORRIERE DELLA SERA - VALDISERRI - “Voglio una squadra allegra, sorridente e che dà tutto in campo. Chi ha problemi, li lasci a casa”. Nessuno può sapere, ora, se Claudio Ranieri riuscirà a risolvere i problemi della Roma: prendere una squadra in corsa è sempre difficile, soprattutto quando mancano solo 12 partite alla fine del campionato e gli infortunati sono più dei giocatori sani.

Ranieri non è tipo da prendere le cose alla leggera. Da un lato rifiuta che fare il calciatore sia come andare in miniera o in fonderia; dall’altro chiede ai romanisti di essere tifosi e non carnefici, perché la squadra ha bisogno di amore e non di odio.

La Roma può farcela se ritroverà la sua unità in campo e fuori. Quell’unità che con Di Francesco era andata perduta, tra le dichiarazioni a scaricabarile del tecnico dopo le sconfitte e l’assenza quasi totale di solidarietà da parte dei giocatori dopo l’esonero di Eusebio. La missione di Ranieri è unire la passione italiana e l’«understatement» inglese. Per uscire da questo momento servono il cuore e la testa. Niente di più e niente di meno.